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Nascita del GATT La conferenza di Bretton Woods (1944) ribadì l’importanza di creare un organismo che incoraggiasse le relazioni commerciali. ITO (International.

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1 Nascita del GATT La conferenza di Bretton Woods (1944) ribadì l’importanza di creare un organismo che incoraggiasse le relazioni commerciali. ITO (International Trade Organization) (ampi poteri e compiti) non fu mai costituito per opposizione USA. GATT (1947) (organismo ridimensionato) strumento creato a Bretton Woods. Il GATT è rimasto in vita per quasi 50 anni fino al 1994

2 Criteri di funzionamento
Principi di non discriminazione: Clausola della nazione più favorita in base alla quale ciascun paese era obbligato ad estendere a tutti i partecipanti all’accordo le condizioni più favorevoli tra quelle riconosciute ad un qualsiasi altro partner. Clausola del trattamento nazionale: secondo la quale i beni importati devono essere assoggettati allo stesso trattamento di quelli nazionali

3 Criteri di funzionamento
Clausola di salvaguardia: ripristino temporaneo da parte di un paese di misure restrittive nei confronti delle importazioni allorchè l’importazione di alcuni prodotti rappresenti una minaccia di grave pregiudizio alla sua economia. Queste misure temporanee riducevano la velocità dei processi di aggiustamento interno per essere più competitivi internazionalmente.

4 Criteri di funzionamento
Criteri di compensazione: se un paese innalzava una tariffa al di sopra del livello consolidato attraverso il principio della Nazione più favorita avrebbe dovuto abbassare altre tariffe per compensare i paesi le cui esportazioni fossero state danneggiate. Misure contro la protezione non tariffaria: dumping, sussidi alle esportazioni.

5 Dumping Operazione commerciale con cui un’impresa applica alle proprie esportazioni prezzi inferiori a quelli praticati sul mercato interno. Non è vietato all’interno del GATT in quanto praticato da privati e non da governi. E’ prevista tuttavia, l’adozione di dazi-antidumping quando le importazioni di prodotti oggetto di dumping provochino danni al paese importatore.

6 Sussidi alle esportazioni
Si tratta di esenzioni fiscali, crediti agevolati, linee di credito preferenziali. Essi andavano eliminati rapidamente per quanto riguardava le materie prime mentre nel caso di altri prodotti andavano eliminati qualora determinassero prezzi all’export inferiori a quelli del mercato interno.

7 Modifiche all’Accordo
Nel 1965 il GATT viene integrato con nuovi articoli relativi agli scambi con i PVS. Tale integrazione aprì la strada ad un sistema di preferenze particolare: il Sistema di Preferenze Generalizzato (SPG) ed a tutta una serie di Accordi Parziali

8 Sistema di Preferenze Generalizzato
Trattamento preferenziale consistente nella riduzione o eliminazione di tariffe all’import applicate dai PI su prodotti provenienti dai PVS concesso senza clausola di reciprocità dai PI ai PVS. I PI comunicavano il loro set di preferenze specificando i beni e i volumi delle importazioni provenienti dai PVS non assoggettati a tariffe. Sottoscritto nel 1972 da un gruppo di PI

9 SPG e CEE L’accordo SPG siglato nel 1971 dalla CEE prevedeva per il successivo decennio la fissazione di contingenti all’importazione nel cui ambito si sarebbe praticato un trattamento tariffario di favore; superati tali limiti quantitativi sarebbero stati invece applicati i normali dazi doganali. Tali contingenti erano differenziati per ciascun paese della Comunità e articolati su diverse categorie merceologiche. stabilivano limitazioni di accesso al mercato comunitario graduate su quattro diversi livelli di sensibilità.

10 SPG e CEE Tali contingenti stabilivano limitazioni di accesso al mercato comunitario graduate su quattro diversi livelli di sensibilità: prodotti «sensibili», cioè maggiormente competitivi con la produzione interna, per i quali venivano fissati contingenti per ciascun paese comunitario; • prodotti «semisensibili», assoggettati ad una gestione delle preferenze ripartita tra la Commissione Europea e i singoli stati membri; • prodotti «semisensibili», assoggettati al rispetto di una restrizione quantitativa definita su base esclusivamente comunitaria; • prodotti «non sensibili», per i quali era prevista l’applicazione di un regime meno rigido. Tale sistema venne poi modificato per il decennio successivo al fine di applicare un regime più favorevole per i paesi più poveri.

11 Lomè Tali preferenze tariffarie sono state progressivamente erose dalla riduzione generale delle tariffe all’importazione avvenuta nel corso dei vari rounds GATT e in forza di accordi commerciali specifici (Lomè). La Convenzione di Lomè (1975) venne firmata dai 9 membri della CEE del tempo e da 46 paesi «associati» dell’Africa, dell’America Centrale e del Pacifico (ACP). Questa Convenzione prendeva il posto di precedenti accordi di associazione stipulati dai sei membri originari della Comunità.

12 Contenuti di Lomè accesso libero e senza tariffe delle esportazioni industriali e di buona parte di quelle agricole di tutti i paesi ACP ai paesi delle Comunità; fornitura di assistenza finanziaria e tecnica. Essa includeva uno schema di stabilizzazione dei proventi da esportazioni agricole e di minerali di ferro, denominato Stabex.

13 I rinnovi di Lomè La convenzione rinnovata nel 79 (Lomè II) introdusse un ulteriore meccanismo: il Sysmin per la stabilizzazione dei prezzi dei minerali non ferrosi. Ulteriori ampliamenti si sono avuti nell’84 (Lomè III) e nel 90 (Lomè IV). Lomè IV prevedeva in 10 anni di: migliorare l’accesso ai mercati comunitari per alcuni prodotti agricoli provenienti dai paesi ACP; incrementare l’ammontare dei fondi per lo Stabex e ampliato il loro campo di applicazione; fornire assistenza finanziaria per ampi programmi di aggiustamento economico-strutturali; contribuire al finanziamento di specifici progetti di investimento.

14 Accordo «Multi-fibre» (MFA)
I paesi importatori ed esportatori aderenti stabilirono che specifici prodotti dell’industria tessile e dell’abbigliamento erano assoggettati all’applicazione di quote di importazione al fine di proteggere l’industria tessile dei paesi ad alto salario dalle importazioni provenienti da paesi con basso costo del lavoro. Il primo MFA fu sottoscritto nel 74 e rinnovato nel 78, nell’82, nell’86. L’Uruguay Round ne sancì l’abolizione: le quote dovevano essere eliminate a tappe, tra il 95 e il 2005.

15 Certificati di origine
Sono stati utilizzati in sede GATT. Specificano il paese di origine di una merce oggetto di transazione internazionale. Lo scopo di un tale documento è quello di consentire ad un’autorità doganale di: determinare se un’importazione possa beneficiare di un trattamento preferenziale definito con particolari paesi, stabilire se un prodotto sia assoggettabile a un’imposta anti-dumping. I criteri di specificazione possono variare, a seconda dello scopo per cui la discriminazione venga impiegata. Ad esempio,l’UE determina generalmente l’origine in base alla località nella quale è stata svolta l’ultima principale attività di trasformazione.

16 I Round La modalità operativa specifica del GATT è stata l’organizzazione periodica di cicli di negoziati multilaterali (rounds) volti a fornire una cornice sufficientemente ampia nella quale, mediante concessioni reciproche concordate su differenti tavoli di materia negoziale, fosse possibile pervenire a riduzioni delle tariffe e di altre barriere al commercio.

17 I Round Si sono svolti otto cicli di negoziato:
i primi quattro (Ginevra 1947, Annecy 49, Torquay 50-51, Ginevra 55-56) si occuparono soprattutto dell’adesione di nuovi membri e dell’avvio delle procedure di abbassamento delle barriere doganali; il Dillon Round (61-62) si occupò del riconoscimento dell’unione doganale CEE; il Kennedy Round (64-67) fu dedicato all’elaborazione di un nuovo codice anti-dumping e a un ulteriore abbassamento del 35 per cento i dazi medi sui prodotti industriali gettando le basi per la definizione di un trattamento differenziato per i paesi sottosviluppati;

18 I Round il Tokio Round (73-79) fu dedicato ad un ulteriore taglio della protezione tariffaria, che dopo il round risulterà mediamente ridotta al 5%, e al tema delle barriere non tariffarie, mediante la definizione di un approccio basato sui «codici». Essi consistevano in una serie di accordi parziali senza obbligo di adesione da parte di tutti i paesi; L’Uruguay Round (86-94), è stato il più lungo, il più largo (125 paesi partecipanti) e il più ambizioso dei cicli di negoziato GATT. Esso si propose di riformare le regole per il commercio mondiale, allargando la regolamentazione per la prima volta a materie quali l’agricoltura, i servizi, i diritti di proprietà intellettuale.

19 Obiettivi dei negoziati
la riduzione delle tariffe sui prodotti industriali, delle restrizioni all’importazione di prodotti tropicali, degli effetti distorsivi del commercio derivanti da sussidi all’agricoltura; la revisione delle regole riguardanti l’applicazione delle misure antidumping, la determinazione dell’origine delle importazioni e il superamento dell’Accordo Multifibre; la riduzione delle restrizioni applicate agli investimenti esteri; la riduzione delle restrizioni al commercio dei servizi (banche, assicurazioni) e miglioramenti nella protezione internazionale dei diritti di proprietà intellettuale (licenze, marchi commerciali, copyright ).

20 Gli accordi finali (1994) Impegno ad applicare:
una riduzione delle tariffe industriali nei paesi sviluppati da una media del 6,3 ad una del 3,9% ed un aumento dal 20 al 43% delle importazioni esenti da dazi. la conversione delle barriere non-tariffarie in tariffarie (tarifficazione) e la loro riduzione del 36% in un periodo di 6 anni: i paesi non avrebbero potuto imporre quote e licenze restrittive sulle importazioni, mentre vincoli più stringenti venivano programmati per il ricorso a sussidi distorsivi, (quelli alle esportazioni di prodotti agricoli); L’inclusione nel sistema multilaterale dell’agricoltura, prima esclusa da molte regole applicate alle altre categorie di prodotti, (sussidi, quote); L’applicazione, per la prima volta, delle regole multilaterali applicate ai prodotti industriali ai servizi, (tranne telecomunicazioni e servizi finanziari) con un nuovo accordo sul commercio dei servizi (General Agreement on Trade in Services, GATS).

21 TRIPS e TRIMS Il Trattato sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights ) inserisce nel negoziato commerciale internazionale una varietà di materie quali i diritti di proprietà su copyright, i marchi, le indicazioni geografiche, il design industriale, i brevetti, le topografie e i circuiti integrati estendendo ad esse criteri quali quello della nazione più favorita e la possibilità di ricorso ai meccanismi di soluzione delle dispute. L’Accordo TRIMS (Trade Related Investment Measures) era rivolto a regolare delicate materie quali quelle relative alla connessione tra realizzazione di investimenti diretti e svolgimento di attività di interscambio. Con la firma di tali accordi si concludeva l’esperienza del GATT e si ponevano le premesse per il suo «superamento» attraverso l’istituzione della WTO.

22 UNCTAD La United Nations Conference on Trade and Development (Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo) è nata nel sistema delle Nazioni Unite, delle quali è organo sussidiario. Il suo scopo originario era quello di attirare l’attenzione sulla natura e gli effetti delle relazioni economiche internazionali tra paesi a diverso livello di sviluppo e sulle misure che dovessero essere assunte dai paesi industrializzati per rimuovere ostacoli al cammino di quelli sottosviluppati, migliorando condizioni e modalità della loro partecipazione al sistema degli scambi internazionali.

23 UNCTAD La Conferenza convocata per la prima volta a Ginevra nel 1964 ottenne di trasformarsi sotto le pressioni dei PVS, in un’organizzazione permanente con Segretario l‘economista argentino R. Prebisch, che diede un’impronta marcata a tutta la prima fase di attività del nuovo organismo. Finalità di questa struttura stabile fu quella di costituire un contrappeso alle preponderanti competenze e risorse confluite in altri organismi preposti alla cooperazione economica internazionale (quelli operanti nell’ambito del sistema Bretton Woods)

24 La prima fase di attività
Alla fine degli anni 90, dopo oltre un trentennio di attività e numerose conferenze aderivano all’UNCTAD 190 paesi, 159 dei quali erano membri delle Nazioni Unite. Dal punto di vista dei campi di iniziativa dell’organismo, una prima fase di attività (anni 60-70) risultò concentrata su due temi principali: definizione di un sistema di preferenze commerciali da accordare ai manufatti provenienti dai PVS, al fine di agevolare il loro processo di industrializzazione; individuazione di meccanismi atti alla stabilizzazione dei prezzi internazionali delle materie prime.

25 C.I come impedimento alla crescita
Questi argomenti relativi al commercio Nord-Sud sono in genere denominati come Teoria della dipendenza indicando così la posizione dei PVS (la “periferia”) stretti in una relazione commerciale subalterna e in via di peggioramento con i paesi industrializzati (il “centro”).

26 La dipendenza Definita in modi diversi.
La crescita è influenzata dalle regioni del centro cioè del mondo capitalista. I paesi industrializzati creano sottosviluppo. I vantaggi del C.I. verrebbero vanificati dallo smantellamento delle industrie esistenti (tessili, artigianato) e dallo spostamento della produzione agricola dall’autosufficienza alimentare alla produzione per la vendita all’estero. I vantaggi ottenuti vengono dissipati a causa dei modelli di consumo dannosi importati dai paesi sviluppati, dalla fuga di capitali locali trasferiti in banche estere e dalla spesa per la “sicurezza” volta a mantenere la classe dominante al potere.

27 La dipendenza La fine della dipendenza è sinonimo di eliminazione della povertà e di un maggiore controllo sul proprio futuro ottenuti attraverso la riduzione del grado di apertura verso l’estero sganciandosi dai paesi industrializzati. Indipendenza realizzata basandosi sulle proprie risorse o sul perseguimento di una autonoma strategia nelle relazioni commerciali.

28 Lo scambio ineguale Tesi di Emmanuel: la povertà è provocata dallo stesso commercio. A causa dei movimenti internazionali di capitale l’offerta del fattore produttivo scarso aumenterà nei paesi in cui manca il capitale (PVS) e quindi si abbasserà il tasso di profitto mentre aumenterà nei paesi con capitali abbondanti (PI).

29 Lo scambio ineguale La componente inferiore di profitto nella formazione dei prezzi dei PVS farà sì che i prezzi diminuiscano mentre aumenteranno nei PI. Adesso un PVS dovrà scambiare una maggiore quantità dei suoi beni che hanno un prezzo inferiore per una minore quantità del prodotto dei PI. La posizione del PVS è peggiorata con il commercio.

30 L’enclave Tesi di Myrdal relativa a collegamenti e agli effetti moltiplicativi che intercorrono tra le attività commerciali e l’economia nazionale. Es. un esportatore aumenta i suoi volumi di vendita assume altra manodopera pagata a livello si sussistenza. Non ci sono effetti moltiplicativi anche perchè chi dispone di un redito più elevato lo usa per acquistare beni importati (Sri Lanka tipico caso di enclave con l’industria del thè; capitali e macchinari inglesi; managers inglesi che importavano prodotti inglesi; profitti rimpatriati; lavoro spesso importato dall’India perchè meno costoso).

31 L’enclave Anche l’industria manifatturiera può creare questo tipo di processo importando una tecnologia a alta intensità di capitale, pagando salari elevati ma non assumendo molti lavoratori. Alcuni sostengono che l’enclave oltre ad essere determinato dal C.I. possa essere dovuta a cause che sono parte del sottosviluppo stesso: la presenza di un ampio settore di sussistenza determina un piccolo mercato interno La presenza di una massa di lavoro non qualificato La carenza di istituzioni finanziarie (banche) che colleghino il settore esportatore con il resto dell’economia. Variabili politiche

32 L’effetto a cremagliera
Tesi di Prebish a sostegno del declino nelle ragioni di scambio relativa alla rigidità delle strutture di mercato dei P.I. In questi paesi le strutture di mercato sono oligopolistiche per cui, durante un periodo di espansione esse traslano l’aumento dei costi sui prezzi e i sindacati forti fanno aumentare i salari. In caso di depressione sia le imprese che i sindacati cercano di evitare tagli nei prezzi e nei salari. Nei PI quindi i prezzi aumentano più facilmente di quanto si riducano a differenza dei PVS.

33 La mancanza di flessibilità
Tesi di Kindleberger secondo cui il deterioramento nelle ragioni di scambio dei PVS sarebbe provocato dal fatto che le loro economie sono meno capaci di ottenere rapidi adeguamenti nella produzione di quanto lo siano i PI. Questa bassa elasticità dell’offerta nei confronti di riduzioni del prezzo relativo ha come conseguenza che un paese può essere a lungo bloccato nell’esportazione di un prodotto ormai non più conveniente ed è incapace di seguire i propri vantaggi comparati man mano che essi mutano

34 LE IMPOSTAZIONI TEORICHE
Il pensiero sottostante la piattaforma negoziale poggiava sulla considerazione che il carattere di esportatori primari e di importatori manifatturieri dei paesi sottosviluppati ne rendesse particolarmente sfavorita e vulnerabile la posizione nella divisione internazionale del lavoro. Ciò era dovuto ad un andamento doppiamente sfavorevole (nel lungo e nel breve periodo) dei prezzi internazionali delle materie prime (commodities), e quindi delle ragioni di scambio di questi paesi.

35 Il lungo periodo Sul piano del lungo periodo, si misuravano gli effetti della «tesi Singer- Prebisch» secondo cui nel lungo periodo i prezzi internazionali delle materie prime mostrano una tendenza al declino relativo rispetto ai prezzi dei prodotti manifatturieri, con dirette conseguenze sul «deterioramento delle ragioni di scambio» dei paesi sottosviluppati nei confronti dei paesi industrializzati. Il commercio internazionale determinava quindi un imponente trasferimento internazionale di reddito da un gruppo all’altro di paesi.

36 Singer e Prebisch Essi danno due differenti linee di spiegazione, del deterioramento delle ragioni di scambio dei PVS, centrate su caratteristiche della domanda e dell’offerta.

37 Asimmetrie dinamiche della domanda
Esse sono determinate dalle differenti elasticità/reddito e dagli effetti dell’introduzione di progresso tecnico nei processi produttivi. dal lato del consumo, secondo la legge di Engel si osserva che, al crescere del reddito pro-capite, aumenta in misura proporzionalmente minore la domanda di prodotti legati alla sussistenza (prodotti primari), mentre aumenta maggiormente la domanda di prodotti manufatti il cui prezzo tenderà quindi a crescere in termini relativi rispetto a quello dei prodotti primari. dal lato della produzione, più elevati livelli produttivi si otterranno con modifiche delle funzioni di produzione e un minore assorbimento di prodotti primari per unità di prodotto finale sia perché vengono crescentemente utilizzati prodotti sintetici sostitutivi di quelli naturali, sia perché migliorando i cicli produttivi è possibile un più pieno utilizzo delle materie prime.

38 Forme dei mercati di offerta
Le merci vengono offerte su mercati internazionali di differente forma, e da ciò derivano conseguenze rilevanti: le produzioni primarie vengono offerte su mercati concorrenziali. Le riduzioni di costo consentite dagli incrementi di produttività apportati dall’introduzione di progresso tecnico si trasferiscono quindi sui prezzi, che si riducono corrispondentemente, lasciando inalterati ceteris paribus saggi di profitto e livelli salariali; le produzioni manifatturiere vengono invece offerte su mercati oligopolistici, dove i prezzi all’export dei manufatti non diminuiscono all’introduzione di progresso tecnico. I lavoratori organizzati sindacalmente, parteciperanno ai benefici derivanti dagli incrementi di produttività ottenendo la lievitazione dei salari. Il deterioramento delle ragioni di scambio esprime un trasferimento internazionale di reddito dai paesi sottosviluppati verso quelli industrializzati, trasferimento in qualche modo misurato dal crescente differenziale salariale che si stabilisce tra i due gruppi di paesi.

39 Implicazioni del deterioramento
Il deterioramento delle ragioni di scambio esprime un trasferimento internazionale di reddito dai paesi sottosviluppati verso quelli industrializzati, trasferimento in qualche modo misurato dal crescente differenziale salariale che si stabilisce tra i due gruppi di paesi. Il commercio internazionale non è “il motore della crescita” ma crea disparità e impoverimento relativo. Contrappone inconciliabilmente gli interessi dei proletari dei paesi capitalistici avanzati rispetto a quelli dei paesi periferici.

40 Critiche al deterioramento osservato
Il periodo osservato (anni 30) rappresenta una fase di crisi grave dell’economia mondiale tale da fornire una base di riferimento non sufficientemente affidabile; l’analisi della dinamica dei prezzi non cattura i miglioramenti qualitativi apportati ai prodotti scambiati, miglioramenti particolarmente rilevanti nel caso dei prodotti manifatturieri; nell’ambito di periodi lunghi si modifica la composizione dell’interscambio, togliendo quindi corrispondentemente significatività a confronti basati sui prezzi relativi di una sola coppia di merci; i prezzi all’esportazione («prezzi cif») includono i noli, i cui prezzi sono fortemente diminuiti grazie alla elevata introduzione di progresso tecnico nei diversi modi di trasporto; e i costi di trasporto incidono in misura proporzionalmente maggiore sul valore delle merci esportate dai paesi sottosviluppati. assume che la specializzazione commerciale come omogenea alla specializzazione produttiva, ovvero che vi sia stretta corrispondenza tra struttura della produzione interna e struttura delle esportazioni. Ma questa è un’assunzione troppo forte.

41 Il breve periodo Le commodities presentavano una forte volatilità dei prezzi, con effetti particolarmente gravi e imprevedibili sulla formazione di proventi da esportazione, e quindi sulla capacità di importazione, per quei paesi con specializzazione concentrata su un numero estremamente limitato di prodotti. Una caratteristica dei mercati dei prodotti primari consiste infatti in marcati squilibri tra l’offerta e la domanda che momento per momento si presentano sui mercati, dando luogo al verificarsi di ampie fluttuazioni dei prezzi.

42 Variabilità dei prezzi dei PVS
I PVS sono in genere produttori ed esportatori di prodotti primari soggetti a forte variabilità dei prezzi nel breve periodo (es. variazioni climatiche) a causa della inelasticità delle curve di domanda e di offerta di questi prodotti. Qualsiasi piccolo spostamento nella domanda o nell’offerta genera una notevole variazione di prezzo.

43 Variabilità dei prezzi dei PVS
L’elasticità dell’offerta è vicina allo zero nel breve periodo perché è difficile ottenere un incremento della produzione tra un raccolto e l’altro. I mezzi per ottenere incrementi dei rendimenti sono limitati. La produzione mineraria può essere aumentata solo attraverso investimenti su larga scala lenti e costosi.

44 Variabilità dei prezzi dei PVS
La bassa elasticità della domanda di prodotti alimentari (provenienti dai PVS) rispetto al prezzo è dovuta al fatto che questi prodotti assorbono una piccola parte della spesa totale per alimenti, A causa della loro natura il loro consumo non cresce al calare dei prezzi. Anche nelle materie prime industriali (es. la iuta) il loro uso limitato le rende insensibili alle variazioni dei prezzi. Bisogna anche considerare l’elasticità della domanda di questi prodotti rispetto al reddito.

45 Effetti dannosi della variabilità dei prezzi
Sono maggiori nei paesi piccoli o dipendenti dall’esportazione di una monocultura o di una materia prima. Secondo alcuni economisti sono poco rilevanti rispetto ad altri fattori che influiscono sulla crescita. Negli anni ’70 si è avanzata la proposta di stabilizzare questi prezzi con accordi internazionali sui prodotti.

46 Le scorte cuscinetto Tentativo di mantenere un riserva internazionale di un determinato bene che verrebbe aumentata quando i prezzi sono bassi e diminuita attraverso la sua vendita quando i prezzi sono alti. Un manager gestisce le scorte fissando un prezzo massimo e minimo di intervento. Per poter essere efficace la scorta deve essere ampia ed adattarsi con rapidità alle variazioni dei prezzi altrimenti sarebbe destabilizzante.

47 I blocchi commerciali regionali
Il commercio non si mostrava in grado di garantire una costanza di proventi da esportazioni e non consentiva quindi di svolgere precisi programmi di sviluppo. Le debolezze strutturali e la posizione di svantaggio caratterizzanti i paesi sottosviluppati nelle relazioni commerciali internazionali sono state alla base dell’impulso alla formazione di blocchi commerciali regionali.

48 Opzioni per lo sviluppo
agire attraverso politiche rivolte a ridefinire il modello della divisione internazionale del lavoro, mediante il sostegno all’impianto di produzioni manifatturiere nei paesi sottosviluppati e la promozione delle esportazioni di tali prodotti laddove già esistenti. L’industrializzazione rappresentava la miglior politica per il perseguimento dello sviluppo economico e sociale,

49 Modelli alternativi di industrializzazione accelerata
La Sostituzione delle importazioni portava alla ricerca di intese per la costruzione di accordi regionali, onde poter superare in un mercato più ampio, quale quello regionale, i problemi di scala La Promozione delle esportazioni rendeva invece necessario favorire un maggiore inserimento delle esportazioni manifatturiere dei paesi di nuova industrializzazione nei mercati mondiali.

50 Import sostitution Si tratta di una politica di industrializzazione accelerata utilizzata negli anni ’60 e ‘70. Il paese vuole creare un apparato industriale che non esiste per diventare indipendente dal “centro”. La sequenza di tale politica è rappresentata da diverse fasi: Industrializzazione primaria Industrializzazione beni strumentali Industria pesante Inizio delle esportazioni

51 Import sostitution La prima fase mira a produrre beni finali per il mercato interno ma nel paese gli unici capitalisti presenti sono gli esportatori di prodotti primari. Lo stato deve convincerli a produrre per il mercato interno. Due sono gli strumenti: Sopravvalutazione del tasso di cambio Introduzione di una tariffa selettiva sulle importazioni dei beni che competono con quelli che adesso si producono nel paese. Tale protezione deve essere rimossa nel momento in cui l’industria raggiunge le economie di scala.

52 Import sostitution La sopravvalutazione del cambio si realizza quando lo stato attribuisce ad un unico operatore (la Banca centrale) la gestione della compravendita della moneta razionando la valuta estera e concedendola solo a coloro che devono importare beni strumentali. Così si evita un aumento delle importazioni

53 Import sostitution Tale politica si è rivelata in genere fallimentare in quanto molto lunga e complessa da attuare. Spesso gli stati hanno protetto indiscriminatamente tutti i settori In altri casi la creazione di lobbies di potere ha impedito che la protezione venisse rimossa una volta che l’industria fosse divenuta competitiva. Frequenti sono stati i fenomeni di corruzione Problemi sociali in quanto tale politica fa sì che alcune classi di lavoratori divengano più forti.

54 Export promotion Modello utilizzato negli anni ’60 e ’70 da alcuni paesi asiatici (le Tigri) con un ristretto mercato interno. Tale limite li ha indotti ha puntare sul mercato internazionale in grado di garantire alle industrie il raggiungimento di economie di scala. Due strumenti: Nessun intervento sul cambio (che naturalmente tende a deprezzarsi) Creazione di aree speciali (Free Trade Zones) dove le imprese godono di esenzioni fiscali e beneficiano di infrastrutture.

55 Export promotion Tale modello di industrializzazione accelerata è stato criticato adducendo le seguenti ragioni: Spinge il paese ad utilizzare tecniche intensive di capitale che non rispecchiano la dotazione del paese; Fa crescere solo l’occupazione di manodopera non qualificata; Genera una dipendenza dal mercato internazionale; Genera squilibri regionali con la creazione delle aree speciali; Non può evidentemente essere attuato da tutti i paesi.

56 Gli stadi della crescita di Rostow
Lo sviluppo è un percorso lineare lungo il quale indipendentemente dal contesto storico si muovono tutte le economie nazionali. Questo percorso passa attraverso cinque stadi: economia stazionaria, pre-decollo Decollo (take-off), crescita auto-propulsiva (self-sustained), benessere di massa.

57 L’economia stazionaria
Lo stadio di partenza è quello della società tradizionale: una società, cioè, «la cui struttura si è sviluppata entro limitate funzioni produttive, fondate su una scienza e una tecnica prenewtoniane». In questo contesto la produttività risulta estremamente bassa, l'innovazione sociale e tecnica quasi del tutto inesistente, il mutamento pressoché assente. Essendo l'agricoltura l'unica fonte di sostentamento, il ritmo di crescita della popolazione è mantenuto basso dalla bassa produttività agricola, e dipende totalmente dall'andamento dei raccolti, delle pestilenze e delle carestie.

58 Il pre-decollo In questo stadio si formano i presupposti per lo sviluppo come quelli culturali (una mentalità scientifica); politici (la formazione di uno Stato nazionale che considera l'economia una condizione della propria potenza); sociali (la nascita di un ceto imprenditoriale); economici. Tra questi ultimi Rostow segnala la necessità di una crescita del tasso d'investimento tale (oltre il 10 per cento del reddito nazionale) che la produzione sopravanzi lo sviluppo demografico; l'introduzione di innovazioni in agricoltura che rendano più efficace lo sfruttamento del suolo; l'aumento del capitale circolante e la nascita di un efficiente sistema creditizio bancario; la costruzione di una buona rete di comunicazioni che permetta alle merci e agli uomini di circolare. E’ la fase che la maggior parte dei paesi dell'Europa occidentale attraversò nel secolo XVIII.

59 Il decollo (take off) È la fase cruciale, corrispondente alla vera e propria rivoluzione industriale. In questo stadio, vero punto di rottura del processo, «le forze tendenti al progresso economico si espandono e giungono a dominare l'intera società. Lo sviluppo ne diviene la condizione normale». Il decollo è identificato soprattutto da condizioni tecniche: diffusione massiccia di nuove industrie; innovazione tecnica e tecnologica; impiego di quote crescenti di manodopera; creazione di profitti successivamente investiti in attività industriali; tutto ciò secondo un processo che si autoalimenta e che cresce su se stesso. Quando una società entra nella fase del decollo, vede mutare in un decennio o due la propria struttura economica e sociale in forma irreversibile.

60 Crescita autopropulsiva
È il passaggio alla "maturità“ definita come lo stadio in cui un'economia mostra la capacità di andare oltre le industrie che originariamente potenziarono il suo decollo e di assorbire e applicare con efficienza i frutti più avanzati della tecnologia moderna». Si tratta in sostanza della fase in cui un paese dimostra di avere «la capacità tecnica e imprenditoriale di produrre non qualunque cosa, ma ogni cosa che esso decida di produrre». Lo si raggiunge normalmente entro un periodo che varia dai 40 ai 60 anni dopo il decollo.

61 Benessere di massa È identificato dallo sviluppo del grande consumo di massa. In esso « i settori guida si volgono verso i beni di consumo durevoli e i servizi»; il reddito procapite sale al punto da permettere a una massa consistente di cittadini di accedere a beni di consumi trascendenti il normale fabbisogno di cibo, alloggio e vestiario; i lavoratori occupati nell'industria e nei servizi diventano la stragrande maggioranza della popolazione.

62 L’IMPULSO NEGOZIALE Le istanze rappresentate dall’UNCTAD hanno evidenziato conflitti di fondo con quelle del GATT. Venne adottato un Programma integrato per le materie prime con la costituzione di un Fondo comune incaricato di gestire un sistema di «scorte cuscinetto» (buffer stocks). Diversi importanti accordi multilaterali su singoli prodotti sono stati promossi in sede UNCTAD: Accordi rivolti alla stabilizzazione dei prezzi internazionali (stagno) e Accordi rivolti invece al sostegno dei prezzi (caffè).

63 Finanza compensativa Presso il Fondo fu resa operante una particolare linea di credito (Compensatory Financing Facility, CFF), con la funzione di intervenire a favore di quei paesi che presentassero deficit significativi nei ricavi da esportazione. Lo Stabex (Stabilisation des recettes des exportations), (Lomè 1975) ha un ambito di applicazione più ridotto, e copre soltanto le esportazioni dei paesi ACP verso i paesi dell’UE. Il sostegno finanziario non riguarda i ricavi complessivi da esportazioni, bensì la garanzia di proventi minimi derivanti da singoli prodotti primari agricoli e dei minerali di ferro. il Sysmin (Sistème minier) era un meccanismo analogo per i prodotti minerari diversi dai minerali di ferro .

64 Evoluzione dell’UNCTAD
Anni 80 affievolimento delle funzioni politiche e dell’ impulso normativo della Conferenza, parallelamente ad un’accentuazione di funzioni di assistenza tecnica. Metà anni 90 specializzazione della struttura interna, mediane la costituzione di tre Commissioni permanenti commercio di beni e servizi e prodotti di base; investimenti e la tecnologia; Efficacia del commercio e lo sviluppo delle imprese e anche diversi gruppi speciali di lavoro dedicati all’analisi dell’efficacia commerciale degli investimenti e dell’espansione degli sbocchi commerciali dei PVS.


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