La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

LA RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "LA RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA"— Transcript della presentazione:

1 LA RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA
FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE, SOCIALI E DELLA COMUNICAZIONE A.A RELAZIONI ISTITUZIONALI E RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA LA RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA

2 Far comprendere cosa è la Responsabilità Sociale (RSI)
GLI OBIETTIVI DEL CORSO Far comprendere cosa è la Responsabilità Sociale (RSI) Fornire esempi e casi di studio di RSI Speigare la differenza tra social responsibility and responsiveness Chiarire il concetto di corporate social performance (CSP) Mettere in correlazionela social performance alla financial performance Fornire I principali strumenti di rendicontazione della performance sociale, in particolar modo il Bilancio Sociale

3 Responsabilità Sociale d’Impresa Concetti introduttivi

4 Il SIGNIFICATO di RESPONSABILITA’
La parola RESPONSABILITA’ nasce nella seconda metà del 18° secolo sul modello del francese responsabilité Deriva da RESPONSABILE : “ che risponde di”, che è garante di” derivato dal participio passato del latino “respondere”: rispondere impegnandosi solennemente” Dopo ARISTOTELE nel 1788 , il FEDERALIST , raccolta articoli dove viene ripreso il concetto di RESPONSABILITY utilizzato per responsabilità del Governo Americano nei confronti del popolo

5 Il SIGNIFICATO di RESPONSABILITA’
RESPONSABILITA’ GIURIDICA RESPONSABILITA’ MORALE -FILOSOFIA RESPONSABILITA’ SOCIALE

6 RESPONSABILITA’ GIURIDICA
Il SIGNIFICATO di RESPONSABILITA’: RESPONSABILITA’ GIURIDICA Da responsabilità INDIVIDUALE A sicurezza e difesa sociale: la società si premunisce della pericolosità del reo CIVILE: la situazione è ripristinabile; incide sulle cose, oggetti e patrimonio del responsabile PENALE: la situazione non è ripristinabile; incide sulla persona del responsabile COLLETTIVA: impegno di tutti i membri di un organizzazione ( da una società a uno Stato)

7

8 Il concetto di “impresa” implica di per sé un aspetto sociale.
Impresa e socialità Il concetto di “impresa” implica di per sé un aspetto sociale. Molti precursori dell’economia aziendale, nel definire il fenomeno dell’impresa, ne riconoscono peculiarità non solo strettamente economiche ma anche attinenti a tematiche della socialità e dell’eticità.

9 Impresa e socialità «La nozione di azienda, mentre è tutta costruita sul solo aspetto economico della vita umana, non contrasta con la necessaria visione di tutti gli aspetti non economici di tale vita, religioso, etico, sociale, politico, giuridico, tecnico, …». (G. Zappa, Le produzioni nell’economia delle imprese , Giuffrè, Milano, 1956, p. 51).

10 (P. Onida, Economia d’azienda, Utet, Torino, 1965, p. 44).
Impresa e socialità «Le aziende si costituiscono ed operano in ordine alla soddisfazione dei bisogni umani (…). I peculiari ed essenziali problemi dell’azienda sono quindi produzione, scambio, acquisizione e consumo di beni economici. In questo senso e soltanto in questo senso si può dire che l’azienda abbia oggetto economico. L’affermazione non significa che la sua vita ponga soltanto problemi economici. Come istituto sociale l’azienda serve ad elevare il benessere dell’uomo, a favorire lo sviluppo della sua personalità ed a far meglio realizzare i fini della vita umana associata che sono essenzialmente di natura etica. La concreta condotta delle aziende è fondamentalmente subordinata a tali fini, e quindi all’etica». (P. Onida, Economia d’azienda, Utet, Torino, 1965, p. 44).

11 Impresa e socialità La teoria morale, oggi maggiormente in auge negli studi di RSI, è l’etica della responsabilità, così come essa interpretata dal modello analitico degli stakeholder. Ai nostri tempi, si può attribuire la paternità di tale teoria a Max Weber che, nel celebre saggio La politica come professione, la indicazione come l’etica che deve caratterizzare chi “vuole mettere le mani negli ingranaggi della storia” (1969, p.101). Aggiungendo, poche pagine più avanti, che la responsabilità “è la disponbilità a rispondere delle conseguenze prevedibili delle proprie azioni” (p.109). Alla formulazione weberiana dell’etica della responsabilità, Jonas (1990) aggiungerà poi una qualificazione importante. Basandosi su “un’euristica delle paura”, Jonas non considera sufficiente soffermarsi sulle sole conseguenze prevedibili; occorre spingersi fino a prendere in conto le conseguenze possibili delle azioni. L’imperativo adeguato al nuovo tipo di agire umano è, per Jonas: “agisci in modo tale che gli effetti della tua azione siano compatibili con la continuazione di una vita autenticamente umana”. Dall’imperativo Kantiano “puoi, perché devi” si passa così al “devi, perché puoi”

12 È pertanto assodata la funzione sociale delle imprese …
Etica e economia È pertanto assodata la funzione sociale delle imprese … Nel tempo si sono delineati distinti approcci con riferimento al contenuto e al ruolo dei concetti di socialità ed eticità e, soprattutto, con riferimento al rapporto tra economia ed etica: economia e etica ambiti autonomi e indipendenti; 2) economia e etica concetti consequenziali e conseguenti; 3) razionalità economica e razionalità etica elaborate in modi e temi distinti, connesse nel momento in cui gli individui agiscono operativamente; 4) etica radicata alla razionalità economica.

13 Etica e economia Si sono delineati così diversi orientamenti: negazione dell’approccio etico nelle scelte economiche dell’impresa (obiettivo: efficiente produzione di ricchezza sufficiente a generare benessere per l’intera collettività); i problemi economici e la forte competizione internazionale non permettono di pensare all’etica e alla RSI; la RSI è un lusso per le poche imprese che hanno tempo e risorse da investire; il ruolo sociale delle imprese è fondamentale ma lo stesso deve essere inserito nella visione sistematica dell’impresa al momento della definizione delle sue strategie.

14 Impresa e Rsi Tutti questi approcci sottointendono una concezione semplificata della realtà delle imprese, oggi più che mai complessa. È necessario che il perseguimento di risultati economici positivi e soddisfacenti sia coniugato con il rispetto e la tutela dei valori fondamentali della società. La valutazione che il mercato fa di un’impresa risente delle performance sociali della stessa, nella misura in cui l’incoerenza fra i comportamenti dell’impresa e i valori rilevanti per la società si traducono in minori vendite, perdita d’immagine e attrattività.

15 Impresa e Rsi Concezione classica di “impresa” L’azienda, perseguendo i propri scopi istituzionali di natura economica, persegue di fatto anche finalità sociali massimizzare benessere collettivo (beni, ricchezza e occupazione) Massimizzare economicità ma l’operare secondo economicità(equilibrio nei flussi dei valori economici e finanziari) non è sufficiente a garantire l’equilibrio economico durevole ed evolutivo dell’impresa esprime la condizione di vita autonoma dell’impresa, senza il ricorso a terze economie

16 Impresa e Rsi Prosperità di impresa (economicità) e soddisfazione degli interlocutori sociali (“socialità”) vengono così asaldarsi inscindibilmente Ne deriva l’esigenza del management di attuare una strategia gestionale e di comunicazione che consideri con attenzione gli stakeholder e le loro aspettative

17 Impresa, RSI e stakeholder
CONCEZIONE CLASSICA: Clienti Interlocutori Fornitori TEORIA DEGLI STAKEHOLDER: L’impresa è intesa al centro di un reticolo di interlocutori

18 Impresa, stakeholder e RSI
Gli interlocutori assumono consapevolezza del ruolo che possono svolgere nei processi aziendali di creazione di valore e manifestano le loro riflessioni, perplessità ed aspettative. L’impresa, quindi, oltre a perseguire performance economiche e finanziare nel tempo è obbligata ad assumere un solido orientamento sociale, ovvero, a porre l’attenzione alla soddisfazione delle attese legittime di tutti gli stakeholder.

19 RSI: DEFINIZIONE RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA (CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY – CSR) volontà dell’impresa di rispondere a uno o più soggetti che avanzano richieste, attese o istanze che possono avere natura e caratteristiche differenti

20 RSI: DEFINIZIONE A livello normativo non esiste una definizione univoca e formalizzata. In sintesi: RSI insieme di politiche che consentono di minimizzare l’impatto negativo delle attività di un’organizzazione sulla società, massimizzando nel contempo l’impatto positivo

21 Libro Verde della Commissione Europea (2001):
RSI: DEFINIZIONE Libro Verde della Commissione Europea (2001): RSI “… integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate. Essere socialmente responsabili significa non solo soddisfare pienamente obblighi giuridici applicabili, ma anche andare al di là, investendo “di più” nel capitale umano, nell’ambiente e nei rapporti con le parti interessate”

22 RSI: DEFINIZIONE La RSI implica pertanto un approccio multistakeholder nella gestione strategica dell’impresa e nei sistemi di governance, gestione che tenga conto delle diverse e, a volte, discordanti aspettative degli stakeholder coinvolti. Gli obiettivi che una politica aziendale socialmente responsabile vuole raggiungere concorrono nel medio e lungo periodo a migliorare qualitativamente e quantitativamente il patrimonio intangibile dell’impresa

23 RSI: DEFINIZIONE RSI: SHAREHODER VALUE – VS – STAKEHOLDER VALUE RSI= GOVERNANCE ALLARGATA La definizione di Csr proposta è: “un modello di governance allargata, in base alla quale chi governa l’impresa ha responsabilità che si estendono dall’osservanza di doveri fiduciari nei riguardi della proprietà ad analoghi doveri fiduciari nei riguardi in generale di tutti gli stakeholder” (SACCONI, 2004) La procedura di attuazione della responsabilità sociale permette quindi di esprimere l’autentico interesse sociale che l’impresa deve perseguire (interesse sociale allargato), che SUPERA quello ristretto usualmente affermato nel diritto societario e dalle teorie neoistituzionaliste: Cfr. Grossmann S., Hart O. (1986); Hart O. e Moore J. (1990)

24 RSI= GOVERNANCE ALLARGATA
Cos’è la Corporate Governance? PROFILO GIURIDICO PROFILO AZIENDALISTICO

25 RSI= GOVERNANCE ALLARGATA
Cos’è la Corporate Governance? L’insieme dei principi, delle istituzioni, dei meccanismi che regolano (sovraintendono) il potere “supremo” del governo aziendale…..si tratta in altri termini delle “regole del gioco” attraverso le quali si sviluppano le più importanti decisioni dell’impresa, quelle che in linea di principio concorrono a determinare la prosperità o l’insuccesso di un’azienda.  SOCI (SHAREHOLDERS)  AMBIENTE ESTERNO E SOGGETTI INTERESSATI ALL’AZIENDA (STAKEHOLDERS)  DIREZIONE (MANAGEMENT)  CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE  ORGANI DI CONTROLLO (INTERNI ED ESTERNI)

26 RSI: DEFINIZIONE VERSO UNA LETTURA STRATEGICA DELLA RSI “L’esercizio autentico della responsabilità sociale da parte dell’impresa si verifica quando essa si fa carico delle attese degli stakeholder anche oltre gli obblighi di legge non come puro moto di liberalità, ma quando tale comportamento è inscritto nella strategia dell’impresa sì da tendere a costituire una fonte di vantaggio competitivo.”(Molteni, 2004)

27 > J.D. Rockefeller negli USA di fine Ottocento
RSI: DEFINIZIONE VERSO UNA LETTURA STRATEGICA DELLA RSI E’ tipico della RSI rifiutare la celebre dicotomia di J.S. Mill tra leggi della produzione e leggi della distribuzione della ricchezza. Non è socialmente responsabile l’impresa che, mentre produce ricchezza, non guarda troppo per il sottile alla difesa dei diritti umani, al rispetto e all’integrità morale delle persone, ecc., e diventa compassionalmente generosa nel momento della distribuzione della ricchezza prodotta > J.D. Rockefeller negli USA di fine Ottocento

28 RSI: DEFINIZIONE VERSO UNA LETTURA STRATEGICA DELLA RSI “Una configurazione aziendale di principi di responsabilità sociale, processi di responsabilità sociale e di politiche, programmi e altri risultati osservabili collegati alle relazioni sociali dell’impresa” (D. J. Wood, “Corporate Social Performance Revisited”, Academy of Management Review, 16,1991). La proposta di Wood è che i tre elementi, principi, processi e risultati osservabili, integrati in un modello, possono essere usati per valutare la performance sociale di un’impresa. In vista di ciò si dovrà esaminare: il grado a cui principi di social responsibility motivano le azioni intraprese per conto dell’impresa, il grado a cui l’impresa fa uso di processi socialmente responsivi, l’esistenza e la natura di politiche e programmi volti a gestire le relazioni sociali dell’impresa e gli impatti sociali (i risultati osservabili) di azioni, programmi e politiche dell’impresa.

29 RSI: DEFINIZIONE VERSO UNA LETTURA STRATEGICA DELLA RSI Una società sana dà luogo a una domanda crescente di business, man mano che un maggior numero di bisogni viene soddisfatto e che le aspirazioni crescono. Qualunque impresa persegua i propri fini a spese della società in cui opera scoprirà che il successo di cui gode è illusorio e, in fin dei conti, temporaneo. Allo stesso tempo, una società sana ha bisogno di imprese di successo. Nessuna iniziativa sociale può eguagliare il settore del business quando si tratta di creare i posti di lavoro, la ricchezza e l’innovazione che migliorano progressivamente gli standard di vita

30 RSI: DEFINIZIONE VERSO UNA LETTURA STRATEGICA DELLA RSI Una società sana dà luogo a una domanda crescente di business, man mano che un maggior numero di bisogni viene soddisfatto e che le aspirazioni crescono. Qualunque impresa persegua i propri fini a spese della società in cui opera scoprirà che il successo di cui gode è illusorio e, in fin dei conti, temporaneo. Allo stesso tempo, una società sana ha bisogno di imprese di successo. Nessuna iniziativa sociale può eguagliare il settore del business quando si tratta di creare i posti di lavoro, la ricchezza e l’innovazione che migliorano progressivamente gli standard di vita (PORTER E., KRAMER M.R. (2007), Il punto di incontro tra il vantaggio competitivo e la Corporate Social Responsibility, «Harvard Business Review Italia», gennaio-febbraio) La RSI permette di coniugare il progresso sociale e lo sviluppo territoriale con il miglioramento della competitività e produttività, stimolando l’innovazione, migliorando il clima aziendale, le relazioni con la comunità e la corporate reputation.

31 RSI: DEFINIZIONE VERSO UNA LETTURA STRATEGICA DELLA RSI SILVA E., L’etica fattore chiave, «Il Sole 24 Ore – Responsabilità sociale Rapporti», 25 marzo 2008.

32 individuazione dei problemi sociali;
RSI: DEFINIZIONE A.B. Carroll (1979, 1991) definisce un modello concettuale di corporate social performance che si articola su tre dimensioni: definizione delle responsabilità dell’impresa nei confronti della società civile; individuazione dei problemi sociali; analisi delle modalità, delle strategie o della filosofia secondo cui l’impresa risponde ai problemi sociali (social responsiveness)

33 RSI: DEFINIZIONE Responsabilità discrezionali, filantropiche
Il Modello piramidale delle responsabilità elaborato da Carroll (1991) Responsabilità discrezionali, filantropiche Responsabilità etiche Responsabilità legali Responsabilità economiche

34 Impresa, RSI e stakeholder
Scelte e vincoli derivanti dall’ordinamento giuridico-politico in relazione a determinati aspetti: grado di libertà economica, disciplina dell’economia, regolamentazione pubblica, imposizione fiscale, norme a tutela del lavoro, ecc. AMBIENTE POLITICO-ISTITUZIONALE Struttura della popolazione e tendenze demografiche, ripartizione per strati sociali e grado di mobilità sociale La tecnologia influenza l’impiego delle risorse, mentre la cultura si riflette soprattutto sul consumo di beni e servizi IMPRESA AMBIENTE CULTURALE-TECNOLOGICO AMBIENTE SOCIO-DEMOGRAFICO AMBIENTE ECONOMICO Modello di funzionamento del sistema economico prevalente nell’ambito territoriale di riferimento: economia di mercato, economia di piano, ecc.

35 Perché parlare di RSI Se le regole del gioco economico fossero complete; se i processi di legiferazione fossero in grado di seguire, in tempi rapidi, l’evoluzione delle vicende economiche in fasi di accelerata dinamica sociale come l’attuale; se tutto ciò fosse assicurato, allora sarebbe vero che non metterebbe conto parlare di RSI. Ma non è così (…)perché i contratti sono principalmente incompleti e perché i mercati non sempre esistono che nascono i numerosi problemi di agenzia (principale-agente) e quelli associati all’abuso di autorità da parte di chi detiene il diritto residuale di controllo nei confronti degli stakeholder non controllanti. (Sacconi, 2003)

36 Perché parlare di RSI MODELLI DI CAPITALISMO A CONFRONTO Per comprendere appieno dove e perché la CSR si sia diffusa e quali forme abbia assunto a seconda del modello economico-sociale di riferimento, occorre differenziare i diversi modelli di capitalismo in Europa e in America a partire dagli anni ’80. E’ possibile distinguere tre ‘ideal-tipi’ di capitalismo a seconda del ruolo più o meno esclusivo giocato dal mercato rispetto allo Stato e ad altre istituzioni pubbliche e private: market driver, renano e autoritario.

37 MODELLI DI CAPITALISMO A CONFRONTO 1/2
Tipo di modello e caratteristiche Market driver Renano Autoritario asiatico Governance Public companies, centralità degli shareholders, ruolo della borsa, logica di breve periodo Finanza oligopolistica, gruppi con assetti proprietari integrati, centralità degli stakeholders, ruolo delle banche, logica di lungo periodo Finanza oligopolistica, relazioni particolaristiche, debolezza degli stakeholders, logica di lungo periodo nel ruolo di programmazione dello Stato Modalità di coordinamento Mercato e gerarchia, bassa pressione fiscale, ruolo dell’apparato militare - industriale Ruolo redistributivo dello Stato,importanza delle associazioni e dei network, centralità del coordinamento settoriale Ruolo propulsivo dello Stato (developmental state) e riduzione della concorrenza domestica a favore della competitività sul mercato internazionale Regimi di welfare Residuale: promozione di soluzioni di mercato che si basano sull’assunzione individuale dei rischi Welfare pubblico, basato sul riconoscimento universalistico dei diritti di cittadinanza, e offerta di servizi pubblici o di trasferimenti alle famiglie Welfare debole e incompleto a carattere aziendale, limitato ai lavoratori delle grandi imprese, ma accompagnato da interventi statali relativi alle infrastrutture sociali ( case e trasporti)

38 MODELLI DI CAPITALISMO A CONFRONTO 2/2
Tipo di modello e caratteristiche Market driver Renano Autoritario asiatico Formazione del capitale umano Lasciata al mercato e conseguenti problemi di produzione del bene collettivo Servizio pubblico basato sulla collaborazione tra Stato e associazioni Specializzazione nella produzione ad alta intensità di manodopera e tecnologia matura, ruolo centrale dello Stato, in funzione dei bisogni delle imprese Relazioni industriali Sindacato debole e uso della flessibilità numerica Sindacato forte e uso della flessibilità funzionale Controllo politico della forza lavoro Meccanismo di contenimento salariale Ruolo della disoccupazione in un mercato del lavoro flessibile Controllo mediante accordi neocorporativi macro o accordi aziendali Tenore di vita modesto e conseguente basso costo della manodopera, massiccio utilizzo del dumping sociale come vantaggio competitivo globale Fonte: Chiesi A.M., Modelli di capitalismo, in Sacconi (a cura di), 2005

39 (La ricchezza delle nazioni)
RASSEGNA DI ALCUNE TEORIE ECONOMICHE 1776 Adam Smith Divisione del lavoro  interdipendenza sociale  necessità del mercato Fede nella “mano invisibile”  regolazione spontanea del sistema economico senza bisogno di interventi esterni Libero scambio a livello interno e internazionale  ruolo non protezionistico e “interventistico” dello Stato in economia (La ricchezza delle nazioni) 1867 Karl Marx (Il capitale) Valore, plusvalore, pluslavoro (scambio tra merci e denaro) Introduzione delle macchine impoverimento dei lavoratori + Caduta tendenziale del tasso di profitto  crisi della società capitalista Concezione marxiana come premessa alle dottrine economiche socialiste/comuniste (economie pianificate) 39

40 RASSEGNA DI ALCUNE TEORIE ECONOMICHE
Dopo il 1870 Economisti neoclassici (Walras, Marshall, Pareto, …) Equilibrio del mercato attraverso il modello domanda/offerta “Marginalismo”  massimizzazione dell’utilità per imprenditori e consumatori XX secolo Milton Friedman (scuola monetarista) John M. Keynes Studi sulla teoria quantitativa della moneta Inflazione come fenomeno monetario, non utile per risolvere la disoccupazione nel lungo periodo  Controllo della crescita della massa monetaria Libero mercato  rifiuto di qualsiasi intervento dello Stato in economia Rifiuto della teoria degli stakeholder e della responsabilità sociale d’impresa In caso di crisi (insufficiente domanda)  necessità di un intervento pubblico in economia (politiche fiscali e monetarie) per garantire la piena occupazione Ispirazione al new deal di Roosevelt per uscire dalla grande crisi del ‘29 “La responsabilità sociale di un’impresa è generare profitti” 40

41 “La misurazione delle performance economiche e del progresso sociale”(Dossier sul rapporto della Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi, 2009) La Commissione ha individuato una serie di dimensioni che dovrebbero essere considerate: I. condizioni di vita materiale; II. salute; III. istruzione; IV. attività personali incluso il lavoro; V. partecipazione alla vita politica e governance; VI. legami e relazioni sociali; VII. ambiente (stato attuale e futuro); VIII. insicurezza, sia economica sia fisica.

42 LA RESPONSABILITA’ GIURIDICA ED ECONOMICA

43 “L’azienda è un sistema di forze economiche che realizza,
LA RESPONSABILITA’ ECONOMICA DELL’AZIENDA “L’azienda è un sistema di forze economiche che realizza, nell’ambiente di cui è parte complementare, in condizioni di autonomia e in condizioni di durabilità, un’attività economica consistente in un processo di produzione e di distribuzione della ricchezza a favore delle persone che formano il soggetto aziendale o di altre collettività di riferimento”

44 Ciascun tipo di azienda persegue delle finalità istituzionali
LA RESPONSABILITA’ ECONOMICA DELL’AZIENDA Ciascun tipo di azienda persegue delle finalità istituzionali Di ordine sociale, etico, morale, filantropico, politico, culturale, sportivo, ricreativo, economico, ecc) Possono essere diverse, ma in ogni caso devono garantire: Autonomia Durabilità

45 Autonomia e durabilità
LA RESPONSABILITA’ ECONOMICA DELL’AZIENDA Autonomia e durabilità Durare nel tempo commisurata alla finalità perchè gli obiettivi sono potenzialmente infiniti a prescindere dalle persone che vi lavorano A favore dei soggetti beneficiari e del sistema economico Autonomo (ma non isolate) Senza autonomia non si perseguono finalità istituzionali Se non si è autonomi molte volte non c’è la sostenibilità

46 Il compendio di queste due è detto Economicità
LA RESPONSABILITA’ ECONOMICA DELL’AZIENDA Il compendio di queste due è detto Economicità La capacità di durare nel tempo e di mantenere una situazione di relativa autonomia – e quindi la possibilità di soddisfare le finalità istituzionali – dipende in modo determinante da un insieme di performance e di condizioni di equilibrio dell’azienda che viene solitamente compendiato nel concetto di ECONOMICITA’

47 Le performance aziendali
LA RESPONSABILITA’ ECONOMICA DELL’AZIENDA Le performance aziendali Le performance aziendali riguardano sia l’efficacia che l’efficienza. Differenza fra efficacia ed efficienza

48 LA RESPONSABILITA’ ECONOMICA DELL’AZIENDA
Efficacia Rappresenta la capacità di perseguire le finalità istituzionali parametro ultimo di valutazione del successo aziendale, in sua mancanza tutto il resto perde d’importanza (anche l’economicità) Efficacia non è quindi un semplice tassello dell’economicità, è un concetto più elevato e allo stesso tempo ne è parte.

49 LA RESPONSABILITA’ ECONOMICA DELL’AZIENDA
Efficienza Efficienza è la capacità di impiegare razionalmente le risorse disponibili Ed è ugualmente importante, perché si da il caso di aziende riescono a raggiungere i propri fini (efficaci) ma sprecano moltissimo, precludendo a tanti altri il possibile soddisfacimento. Anche se efficaci, tali aziende non sono da giudicare positivamente.

50 Gli obblighi giuridici delle imprese 1/2
La responsabilità degli amministratori verso la società Il nuovo testo dell’art c.c., dedicato alla responsabilità degli amministratori nei confronti della società, conserva la formulazione originaria del codice del 1942, introducendo tuttavia alcuni importanti elementi di novità, relativi a: la natura della diligenza richiesta; la responsabilità solidale degli amministratori; la responsabilità diretta degli organi deleganti. La responsabilità degli amministratori verso gli stakeholder Secondo quanto previsto dall’art c.c. “gli amministratori devono redigere il bilancio d’esercizio, costituito dalla stato patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa. Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio. La responsabilità verso i creditori sociali: I presupposti dell’azione di responsabilità dei creditori sociali sono: da un lato “l’inosservanza (da parte degli amministratori) degli obblighi inerenti alla conservazione dell’integrità del patrimonio sociale”, dall’altro il fatto che “il patrimonio sociale risulta insufficiente al soddisfacimento dei loro crediti” (D.Lgs. 6/2003)

51 Gli obblighi giuridici delle imprese 2/2
La responsabilità degli amministratori verso gli stakeholder La responsabilità nei confronti dei concorrenti La violazione dei principi di correttezza professionale fra due soggetti in rapporto di concorrenza genera gli “atti di concorrenza sleale” idonei, secondo quanto previsto dall’art c.c., a creare confusione con i prodotti e con l’attività di un concorrente o a determinare il discredito ed a danneggiare l’altrui azienda La responsabilità nei confronti dei clienti/consumatori Per la tutela dei diritti, le Istituzioni hanno contribuito al miglioramento e al rafforzamento della posizione dei clienti/consumatori, anche per il positivo concorso di molte norme emanate dall'Unione Europea, mediante l’approvazione e l'entrata in vigore della legge 281 del 30 luglio 1998 che ha istituito il Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti (CNCU) e ha legittimato le associazioni dei consumatori ad agire a tutela degli interessi collettivi. La responsabilità nei confronti dei lavoratori Agli stessi deve essere garantita una retribuzione idonea, tale da consentire “un’esistenza libera e dignitosa” (art. 36, Costituzione). Inoltre, la legge impone al datore di lavoro l’obbligo di individuare e di valutare i rischi connessi ai luoghi di lavoro e alle mansioni svolte, al fine di creare le condizioni per garantire la sicurezza e la salubrità dei lavoratori (Legge 626 del 1994)

52 La libertà d’impresa Art. 41 Cost
VALORE SOCIALE VALORE D’IMPRESA Art. 41 Cost L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. (programmazione democratica dello Stato…)

53 RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA
VALORE SOCIALE VALORE D’IMPRESA OBIETTIVO

54 Responsabilità ambientale Responsabilità economico finanziaria
IL PRINCIPIO DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE Responsabilità sociale d’impresa Responsabilità etico-sociale Responsabilità ambientale Responsabilità economico finanziaria Sostenibilità (sviluppo sostenibile)

55 LA MORALITÀ 1° ambito: FONTE: coscienza individuale valori personali
IL PRINCIPIO DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE 1° ambito: LA MORALITÀ FONTE: coscienza individuale valori personali CONTENUTO: COMUNICAZIONE: introspezione

56 IL PRINCIPIO DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE
Responsabilità sociale delle imprese limitata alla moralità ESITO POSITIVO: la filantropia tradizionale, contingente, emotiva, soggettiva ESITO NEGATIVO: il paternalismo o, peggio, il “padronalismo”

57 IL DIRITTO 2° ambito: FONTE: lo Stato CONTENUTO: le leggi valide
IL PRINCIPIO DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE 2° ambito: IL DIRITTO FONTE: lo Stato CONTENUTO: le leggi valide COMUNICAZIONE: subita

58 Se gli ambiti della responsabilità sociale
IL PRINCIPIO DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE Se gli ambiti della responsabilità sociale sono solo la morale e il diritto, non c’è spazio per la moderna CSR

59 L’ETICITÀ 3° ambito: FONTE: CONTENUTO: COMUNICAZIONE:
IL PRINCIPIO DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE 3° ambito: L’ETICITÀ [die Sittlichkeit] FONTE: l’intersoggettività dello stare-con in maniera relativamente stabile CONTENUTO: i valori praticati con l’altro che consentono la stabilità dello stare-con COMUNICAZIONE: riconoscimento e dialogo

60 È una responsabilità etica – condivisa
IL PRINCIPIO DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE La responsabilità sociale Non è una responsabilità giuridica – imputata Non è una responsabilità morale - scelta È una responsabilità etica – condivisa

61 SPAZIO DEL COMPORTAMENTO ETICO
RESPONSABILITÀ SOCIALE COME FENOMENO VOLONTARIO Responsabilità sociale =ƒ ( economia, ambiente, etica ) L’etica è lo spazio del non esigibile per norma. È condizionata da diversi elementi: religiosi, politici, culturali, ecc. Area del non esigibile, dove si colloca la responsabilità sociale Frontiera etica SPAZIO DEL COMPORTAMENTO ETICO Rispetto delle norme Fuori dalla norma Frontiera giuridica SPAZIO DELLE NORME

62 Se la vera “fonte legittimante” dell’attività d’impresa risiede nello svolgimento della sua intrinseca funzione sociale, e se è l’etica a garantirne il corretto assolvimento, allora la stretta osservanza delle leggi sarebbe di per sé inadeguata ad assicurare all’impresa quell’indispensabile “diritto di cittadinanza” che si pone ormai come precondizione che porta all’esistenza dell’impresa stessa e, al medesimo tempo, come l’attributo che ne assicura la sopravvivenza (SCIARELLI S., Responsabilità sociale ed etica d’impresa: una relazione finalizzata allo sviluppo aziendale, Finanza, Marketing e Produzione, n° 1, 1999 )

63 DOVE STIAMO ANDANDO: VALORI CONDIVISI ?
L’intera società attuale (pubblico e privato, amministrazione pubblica e imprese private, imprese sociali) deve rivisitare le loro attuali posizioni e interazioni. Il progresso come una obiettivo unitario e integrato e non come derivata di una lotta tra opposte concezioni, tra permessi e licenze, tra profitto e rendicontazione sociale. Non più la “mano invisibile” di Adam Smith, ma condivisione da parte dell’impresa con l’ambiente esterno, con il territorio di riferimento (i cluster) delle politiche di sviluppo economiche e sociali. “Il concetto si fonda sulla premessa che sia il progresso economico sia il progresso sociale vanno affrontati con dei principi basati sul valore. Il valore si definisce in termini di benefici in relazione ai costi e non in termini esclusivamente di benefici. ....Le imprese tuttavia, non hanno quasi mai affrontato i problemi sociali in una prospettiva di valore, ma li hanno sempre considerati aspetti periferici. Ciò ha reso meno visibili le connessioni tra obiettivi economici e obiettivi sociali. ....Le organizzazioni sociali e le agenzie pubbliche considerano spesso il successo solo in base ai benefici ottenuti o ai soldi spesi. Nel momento in cui i Governi e le ONG cominceranno a ragionare maggiormente in termini di valore , il loro interesse per la collaborazione con le imprese crescerà inevitabilmente.” 63


Scaricare ppt "LA RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA"

Presentazioni simili


Annunci Google