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Corso di Comunicazione dimpresa Prof. Gian Paolo Bonani

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Presentazione sul tema: "Corso di Comunicazione dimpresa Prof. Gian Paolo Bonani"— Transcript della presentazione:

1 Corso di Comunicazione dimpresa Prof. Gian Paolo Bonani g.bonani@libero.it

2 Sessione 5 La ricerca sulla comunicazione dimpresa Obiettivi e metodi

3 Perché i manager fanno ricerca sulla comunicazione dimpresa? Identificare e risolvere problemi Conoscere mercati e clienti, per fare investimenti Avere una base conoscitiva adeguata per prendere decisioni Far fronte a fenomeni non noti che influenzano situazioni rilevanti Scegliere con chi fare ricerca, dentro e fuori la propria organizzazione Saper impostare buona ricerca Identificare e risolvere problemi Conoscere mercati e clienti, per fare investimenti Avere una base conoscitiva adeguata per prendere decisioni Far fronte a fenomeni non noti che influenzano situazioni rilevanti Scegliere con chi fare ricerca, dentro e fuori la propria organizzazione Saper impostare buona ricerca

4 Tipi di ricerca organizzativa Analisi delle azioni, strutture e comunicazioni organizzative per identificare i processi sociali, produttivi e comunicativi più efficaci Analisi tesa a modificare le pratiche operative (produttive,commerciali, finanziarie) Analisi delle azioni, strutture e comunicazioni organizzative per identificare i processi sociali, produttivi e comunicativi più efficaci Analisi tesa a modificare le pratiche operative (produttive,commerciali, finanziarie)

5 Ottica della ricerca Ottica positiva: osservare, identificare i feno- meni e renderne conto, in modo coerente, sulla base di strumenti e modelli definiti. Ottica prescrittiva: offrire agli operatori i mezzi dazione, fornire ai managers mezzi di diagno- si e di trattamento preventivo o terapeutico per migliorare la pratica organizzativa. Ottica positiva: osservare, identificare i feno- meni e renderne conto, in modo coerente, sulla base di strumenti e modelli definiti. Ottica prescrittiva: offrire agli operatori i mezzi dazione, fornire ai managers mezzi di diagno- si e di trattamento preventivo o terapeutico per migliorare la pratica organizzativa.

6 Criteri di scientificità della ricerca Finalizzazione Rigore metodologico Verificabilità Replicabilità Accuratezza - Precisione Oggettività Generalizzabilità Essenzialità Finalizzazione Rigore metodologico Verificabilità Replicabilità Accuratezza - Precisione Oggettività Generalizzabilità Essenzialità

7 Livelli di complessità nella ricerca Fatti Organizzazione Concetti Procedure Dati Sistemi Rapporti strutturali Rapporti funzionali

8 Gli oggetti di ricerca Scenari dellindustry e sistemi di com Strategie rispetto al brand e al target Processi di comunicazione Media implicati Attori attivi e passivi Impatto e valore finale dei processi Influenze cognitive, emotive e comportamentali post-com

9 Il ciclo orticolo della ricerca Idee seme Prodotti seme Coltura redditiva Business piantina Incubare Fertilizzare Trapiantare Altri semi? Selezionare Diradare Modellare

10 Scelta tecniche raccolta informazioni Criteri Conoscenza e pratica della tecnica Situazione contingente (ambiente) Risorse a disposizione Tempo a disposizione Criteri Conoscenza e pratica della tecnica Situazione contingente (ambiente) Risorse a disposizione Tempo a disposizione

11 4 metodi di ricerca Coinvolgimento della + organizzazione - Influenza diretta del ricercatore + - RICERCA AZIONE Campagne LABORATORIO Test STUDI SUL CAMPO Audit STUDI DESCRITTIVI Benchmark

12 Tipi di disegno sperimentale + Post Test _ Impatto + Pre Test Brief _ Ideale Semplice Mancato Predittivo/Controllo Illusorio Controllo Intuitivo

13 Il Quadro di riferimento teorico Il Quadro di riferimento teorico consente di identificare e definire le variabili importanti e solo quelle in quanto è una maglia di relazioni tra le variabili che dipende da valutazioni globali del problema e che offre una base alle ipotesi. Componenti 1. Variabili identificate e definite 2. Relazioni tra le variabili 3. Senso (positivo o negativo) delle relazioni tra variabili 4. Inquadramento in una teoria di riferimento Il Quadro di riferimento teorico consente di identificare e definire le variabili importanti e solo quelle in quanto è una maglia di relazioni tra le variabili che dipende da valutazioni globali del problema e che offre una base alle ipotesi. Componenti 1. Variabili identificate e definite 2. Relazioni tra le variabili 3. Senso (positivo o negativo) delle relazioni tra variabili 4. Inquadramento in una teoria di riferimento

14 La comunicazione del soggetto che stiamo osservando e positiva oppure prescrittiva?

15 Variabili (fattori soggetti a variabilità) Dipendente:variabile principale che genera la ricerca. È determinata dai fatti. Indipendente:variabile che determina assolutamente il fenomeno da studiare e le sue variazioni. È sempre scelta dal ricercatore. Interveniente:variabile che si genera nel tempo come ri- sultato dellazione della variabile indipen- dente. Può avere effetti determinanti sulla variabile dipendente. Interferente:variabile di valore contingente. La sua presenza non è essenziale per spiegare la relazione fra le variabili indipendente e dipendente. Dipendente:variabile principale che genera la ricerca. È determinata dai fatti. Indipendente:variabile che determina assolutamente il fenomeno da studiare e le sue variazioni. È sempre scelta dal ricercatore. Interveniente:variabile che si genera nel tempo come ri- sultato dellazione della variabile indipen- dente. Può avere effetti determinanti sulla variabile dipendente. Interferente:variabile di valore contingente. La sua presenza non è essenziale per spiegare la relazione fra le variabili indipendente e dipendente.

16 Ipotesi È una congettura plausibile intorno alla soluzione di un problema. È una relazione stabilita tra due o più variabili, espressa sotto forma di asserzioni verificabili. Essa è definita sempre dentro il quadro di riferimento teorico. È una congettura plausibile intorno alla soluzione di un problema. È una relazione stabilita tra due o più variabili, espressa sotto forma di asserzioni verificabili. Essa è definita sempre dentro il quadro di riferimento teorico.

17 Un esempio - Le dimensioni della motivazione al successo professionale D1 Attrazione da lavoro D2 Incapacità di rilassamento D3 Non accetta inefficienza D4 Ricerca di stimoli D1 Ricerca di feed-back Var.li Lavora sempre Persevera contro insuccessi Rinuncia a staccare Cerca lavoro a casa Non coltiva hobbies Si allarma per qualsiasi contrattempo Non ama lavorare con gente lenta o inefficace Non ama lavori di routine Ama le sfide sugli obiettivi Cerca informaz. su come ha fatto il lavoro Si inquieta se non ha ritorni

18 Un esempio - Le variabili nella motivazione del cliente D1 Attrazione visiva D2 Incapacità di opinione D3 Pregiudizio culturale D4 Ricerca economica D1 Ricerca di status Pubb licità Ambiente Denotaz sessuale Colore/Audio Cerca solo conferme Non si coltiva Si allarma per qualsiasi deviazione Non ama Nuovi orientamenti Deve risparmiare Ama le sfide quotidiane Cerca inserimemto sociale o di gruppo Si coltiva

19 Gli assi di competenza del ricercatore Informazione Creazione Specializzazione Qualificazione Metodo Gestione

20 Esercitazione facoltativa valutabile in sede desame (2) Identificate una ricerca innovativa svolta in Italia o allestero sullimpatto economico o sociale di un personal medium o di un social network Sintetizzatene impostazione e contenuto in 30 righe e commentate i risultati economici previsti o raggiunti in altre 30 righe Esercitazione individuale o di gruppo (max 5 componenti) Inviare entro il 25 marzo a g.bonani@libero.it Formato XP compatibile


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