La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

ISTITUTO SUPERIORE MONTESSORI

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "ISTITUTO SUPERIORE MONTESSORI"— Transcript della presentazione:

1 ISTITUTO SUPERIORE MONTESSORI
17 MARZO 1861 – 17 MARZO 2011 Celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia 1 1

2 IL RISORGIMENTO ITALIANO
di Mario Barzaghi* * Il presente Power Point e il DVD sono interamente a cura dell’autore, Mario Barzaghi: ogni sua diffusione, in tutto o in parte, è permessa citando espressamente la fonte. 2 2

3 La musica di Verdi e il Risorgimento
Prima parte La musica di Verdi e il Risorgimento Particolare del ritratto di Verdi di Giovanni Boldini Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma 3 3

4 La musica di Verdi e il Risorgimento
Giuseppe Verdi (nasce 10 ottobre 1813 alle Roncole di Busseto nel parmense e muore a Milano il 27 gennaio del 1901) è una delle voci più alte del Risorgimento. Il popolo italiano trovò nella sua musica momenti di alta espressione del proprio sentimento patriottico. Questa voce è quella del coro del giovane Verdi Il coro del Nabucco, quello de I Lombardi alla prima crociata, quello dell’Ernani, o anche quello del Macbeth sono grandi esempi della capacità della musica di Verdi di esprimere con un linguaggio universale l’aspirazione popolare alla rivoluzione nazionale. 4 4

5 La musica di Verdi e il Risorgimento
Non è un caso se il grande regista Luchino Visconti decise di aprire Senso – uno dei suoi film più significativi girato nel 1954 – proprio con un brano del Trovatore di Verdi rappresentato alla “Fenice” di Venezia nel 1866, cioè all’epoca della III guerra d’Indipendenza, mostrando l’entusiasmo patriottico che la sua musica suscitava negli spettatori italiani al cospetto di una platea di sbigottiti ufficiali austriaci. 5 5

6 Il Trovatore di Verdi nel film Senso di Visconti
6 6

7 Il valore della Musica di Verdi per il Risorgimento
Il critico musicale Massimo Mila in una sua opera dedicata a Verdi ha messo in risalto il rapporto tra la musica del grande maestro e il Risorgimento. Vale la pena di leggere un interessante brano in cui Mila discute di tale rapporto. 7 7

8 Il valore della Musica di Verdi per il Risorgimento
Ritratto di Verdi di Bice Lombardini 8 8

9 Il concetto di Risorgimento italiano
SECONDA PARTE Il concetto di Risorgimento italiano 9 9

10 Il concetto di Risorgimento italiano
Il 17 marzo del 2011 ricorrono 150 anni dall’Unità d’Italia. Questa, infatti, fu proclamata il 17 marzo del 1861, un secolo e mezzo fa, quando si riunì il primo parlamento italiano a Torino per proclamare il regno d’Italia. Questo evento è il risultato di un lungo e complesso processo che ha nome Risorgimento, parola suggestiva e romantica che evoca il ritorno alla vita: in questo caso di un’intera comunità nazionale, il popolo italiano. 10 10

11 Il concetto di Risorgimento italiano
Il termine “Risorgimento” indica infatti: da un lato, la progressiva presa di coscienza di parti sempre più consistenti del popolo italiano: a - di costituire un’identità nazionale; b - e di avere, dunque, diritto ad autogovernarsi, esprimendo così la concezione di nazione elaborata da Rousseau; dall’altro, la conseguente elaborazione di progetti politici liberali e/o democratici volti a creare uno Stato nazionale italiano. 11 11

12 Il concetto di Risorgimento italiano
Tali progetti politici portano alla rivendicazione, prima, alla realizzazione, poi di due obiettivi politici essenziali: 1. l’INDIPENDENZA dalla dominazione straniera (cioè da quella austriaca); 2. l’UNITÀ NAZIONALE che si concretizzò nel 1861 in uno Stato monarchico centralizzato sotto la dinastia dei Savoia. 12 12

13 Il concetto di Risorgimento italiano
Pertanto si definisce Risorgimento la fase della storia d’Italia che va dal 1796 al in cui – attraverso una serie di vicende politiche, diplomatiche, militari e intellettuali – si conseguirono, infine, gli obiettivi dell’indipendenza e dell’unità nazionali, ma non si conseguì integralmente un altro importante obiettivo risorgimentale: quello della modernità politica. 13 13

14 Il concetto di Risorgimento italiano
Nel 1861 il nuovo Stato nazionale italiano non aveva, infatti, ancora realizzato una completa modernità politica, cioè non aveva raggiunto una completa legittimazione della sovranità dal basso secondo i principi giusnaturalistici della politica moderna teorizzati precedentemente dai filosofi Locke e Rousseau. Una legittimazione della sovranità politica dal basso è, ad esempio, quella raggiunta in Inghilterra con la “Rivoluzione gloriosa” del 1688 per cui il re aveva sottoscritto il Bill of Rights riconoscendo, così, di essere “assunto” dal Parlamento. 14 14

15 Il concetto di Risorgimento italiano
In effetti, nel 1861 l’Italia non fu dotata di un contratto sociale originario perfetto, cioè di una costituzione come quella elaborata da un’assemblea nazionale costituente che entrerà in vigore nel 1948, perché fu esteso al nuovo Stato lo Statuto albertino, cioè la costituzione piemontese imperfetta in quanto elargita, concessa, da Carlo Alberto nel 1848, statuto che rimase in vigore, appunto, fino al 1948. 15 15

16 Il concetto di Risorgimento italiano
Inoltre nel 1861 meno del 2% dei cittadini del nuovo Stato godeva di diritti politici in quanto poteva votare solo chi pagava almeno 40 lire di imposte; in tal modo la sua base di legittimazione fu del tutto esigua. Entro tale quadro il nuovo Stato-nazione fu, però, moderno in quanto venne conservata l'interpretazione parlamentare dello Statuto albertino elaborata da Cavour (1854), interpretazione in base alla quale il primo ministro dipendeva dalla fiducia del Parlamento e non solo da quella del re. 16 16

17 Il concetto di Risorgimento italiano
G. Fattori, In vedetta 17 17

18 Nabucco di Giuseppe Verdi
18 18

19 Nabucco di Giuseppe Verdi
Nel 1840, Verdi è colpito da eventi dolorosissimi: prima, dalla perdita di due figli, poi dalla morte della moglie Margherita. Deciso a lasciare l'agone teatrale Verdi torna sulla sua decisione grazie alla tenacia del suo editore Ricordi che gli propone di musicare Nabucco. Rappresentato alla Scala il 9 marzo 1842, Nabucco si rivela subito essere non solo successo, bensì un trionfo, tanto che il canto del coro degli ebrei prigionieri diventa un simbolo del Risorgimento. 19 19

20 Nabucco: il coro degli esuli ebrei
20 20

21 Nabucco: il coro degli esuli ebrei
21 21

22 1815 - IL CONGRESSO DI VIENNA E LA RESTAURAZIONE IN EUROPA E IN ITALIA
TERZA PARTE IL CONGRESSO DI VIENNA E LA RESTAURAZIONE IN EUROPA E IN ITALIA Il Congresso di Vienna in un dipinto di Jean-Baptiste Isabey ( ) 22 22

23 Il Congresso di Vienna e la Restaurazione
Il Congresso di Vienna è l’evento storico contro cui lottò il Risorgimento per realizzare l’Unità d’Italia. Infatti, nel 1815 le potenze europee vincitrici di Napoleone, Austria, Prussia, Russia e Inghilterra, si riunirono a Vienna per restaurare l’Europa, e di conseguenza l’Italia, in base ai principi dell’ancien régime che la Rivoluzione francese aveva sconvolto in nome dei valori della libertà e dell’eguaglianza. I vincitori stabilirono, cioè, di restaurare in Europa principi politici premoderni tanto in politica interna quanto in politica estera in luogo di quelli moderni che si erano diffusi con l’impero napoleonico. 23 23

24 L’Europa restaurata dal Congresso di Vienna - 1815
24 24

25 L’Italia restaurata dal Congresso di Vienna
In questo quadro restaurativo quello che qui interessa è che l’Italia venne sottoposta al dominio austriaco per cui, ad eccezione del regno dei Savoia e dello Stato della Chiesa, tutti i territori italiani furono gestiti come feudi, o direttamente dagli Asburgo, o da famiglie aristocratiche che avevano rapporti di parentela con essi (cioè secondo il principio medievale del rapporto beneficio-vassallaggio) quindi tali territori venivano considerati come un patrimonio privato e non come res publica. 25 25

26 SCHEDA SUL CONCETTO DI STATO NEL 1815
Per comprendere queste due opposte concezioni si deve ricordare che all’inizio dell’800 vi erano 2 idee di stato 1 - ASSOLUTO 2 - NAZIONALE che governa una in cui il popolo si comunità di sudditi autogoverna Stato assoluto - nobiliare liberale – democratico con privilegi per nascita = libertà – uguaglianza = senza mobilità sociale: con mobilità sociale: PATRIMONIO PRIVATO RES PUBLICA 26 26

27 SCHEDA SUL CONCETTO DI NAZIONE
Oltre a ciò si deve notare che all’inizio dell’800 vi erano 2 idee di NAZIONE di Rousseau di Herder (francese-illuministica) (tedesca-romantica) democratica naturalistica organicistica Per la prima concezione, quella rousseauiana, la nazione è una comunità storica cioè si sviluppa quando e se un popolo prende coscienza della propria identità e perciò elabora il progetto politico di realizzare uno Stato nazionale in cui si autogoverna: quindi, italiani o tedeschi non si nasce, ma si diventa. Per la seconda, quella herderiana, la nazione è già data per natura, per cui è descrivibile etnograficamente (in base alle tradizioni: costumi, lingua ecc.) e biologicamente (in base ai caratteri fisici): in tal modo è per natura che vi sono i popoli: dunque, francesi o giapponesi, semplicemente, si nasce. 27 27

28 SCHEDA SUL CONCETTO DI NAZIONE
Nella concezione herderiana, dunque, non vi è spazio per un progetto politico democratico: Secondo la concezione democratica, infatti, per essere italiani non basta esser nati in Italia, ma lo si deve diventare in base alla maturazione della capacità di autogovernarsi, cioè in base al famoso principio stabilito dal filosofo Immanuel Kant del sapere aude, per cui si deve avere il coraggio di usare il proprio intelletto senza la guida di un altro: il principio di autonomia intellettuale, morale e politica che sta a fondamento del moderno progetto illuministico di emancipazione del genere umano. 28 28

29 Maria Luigia d’Austria sovrana di Parma
29 29

30 Ferdinando IV di Borbone re delle Due Sicilie con la famiglia
30 30

31 Il Congresso di Vienna e la Restaurazione
L’Italia restaurata dal Congresso di Vienna 31 31

32 Le fasi del Risorgimento
QUARTA PARTE Le fasi del Risorgimento dal 1821 al 1861 32 32

33 Le 5 fasi del Risorgimento
Per esporre Il Risorgimento lo articoliamo qui in 5 fasi, a cui si possono aggiungere 3 fasi post unitarie: I FASE ( ): settaria costituzionalista II FASE ( , 1860): democratica insurrezionale III FASE ( ): federalista moderata IV FASE ( ): diplomatico militare V FASE (1860): ripresa iniziativa democratica Nascita del regno d’Italia (17 marzo 1861) 33 33

34 Le 5 fasi del Risorgimento
V FASE: democratica II IV FASE: diplomatico militare III FASE: federalista II FASE: democratica I I FASE settaria 34 34

35 Le fasi post unitarie del Risorgimento
Poiché nel 1861 non era stata, però, ancora raggiunta la piena unità nazionale si possono contare anche 3 fasi post unitarie: I FASE (1866): III guerra d’indipendenza che porta l’annessione del Veneto; II FASE (1870): “Breccia di Porta Pia” con cui Roma diventa capitale d’Italia; III FASE ( ): Prima guerra mondiale con cui si ha l’annessione di Trentino e Friuli. 35 35

36 LE 5 FASI DEL RISORGIMENTO
36 36

37 I Fase del Risorgimento
settaria costituzionalista Simboli della Carboneria 37 37

38 I Fase del Risorgimento: settaria costituzionalista
La prima fase del Risorgimento si dice settaria e costituzionalista I suoi scopi sono quelli di ottenere una costituzione elargita da un monarca restaurato con i seguenti mezzi: 1. Società segrete cospirative, la maggiore delle quali fu la Carboneria; 2. Insurrezioni militari. 38 38

39 I Fase del Risorgimento - 1
settaria costituzionalista Gli eventi che caratterizzarono questa fase furono tre: 1. Il primo per cui, sulla spinta della rivolta militare spagnola di Cadice che ottiene la Costituzione, scoppia il Moto di Napoli del 1820 condotto dagli ufficiali della Carboneria Morelli e Silvati che costringe il re borbone Ferdinando I a concedere la Costituzione, ma nel marzo 1821 egli la revoca grazie alla discesa delle truppe dell’Austria, secondo il “principio d’intervento”, sancito dalla Santa Alleanza, cioè dal dispositivo militare varato da Austria e Russia volto a garantire il mantenimento della Restaurazione in Europa. 39 39

40 Gli ufficiali carbonari Morelli e Silvati che guidarono il Moto di Napoli del 1820
40 40

41 I Fase del Risorgimento - 2
settaria costituzionalista 2. Vi è poi il Moto del Piemonte del 1821 per cui, a seguito dell’ammutinamento di reparti dell’esercito, re Vittorio Emanuele I abdica in favore del fratello Carlo Felice, ma - in sua assenza - diventa reggente il principe Carlo Alberto che - di simpatie liberali - si impegna a concedere la Costituzione, ma viene sconfessato dallo zio che rientrato in Piemonte reprime la rivolta. 3. Abbiamo infine il Moto di Modena del 1831 dove un esponente della borghesia imprenditoriale, Ciro Menotti, si accordò con il duca di Modena Francesco IV d’Este per dare vita ad un moto liberale, ma, dinanzi all’opposizione austriaca, con un voltafaccia, il duca fece arrestare Menotti per cui anche questa iniziativa fallì. 41 41

42 La baronessa Teresa Agazzini – “Giardiniera” della Carboneria
42 42

43 Carlo Alberto di Savoia
43 43 43

44 Verdi: I Lombardi alla prima crociata
Nel 1843, a meno di un anno dal Nabucco Verdi propone, nello stesso teatro, “La Scala”, I Lombardi alla prima crociata: un’altra opera ricca di grandi scene corali, un’epopea il cui tema sarà interpretato in chiave patriottico-risorgimentale. La nuova opera s’impone rapidamente nei teatri italiani, anche in virtù di una musica incalzante, dai ritmi serrati. 44 44

45 Atto IV - I Lombardi alla prima crociata
45 45

46 Verdi: I Lombardi alla Prima crociata
46 46

47 II Fase del Risorgimento mazziniana democratica insurrezionale
47 47

48 II Fase del Risorgimento - 1 mazziniana democratica insurrezionale
La seconda fase del Risorgimento si dice mazziniana democratica e insurrezionale in quanto progettata dal grande patriota democratico genovese Giuseppe Mazzini. Animato da una concezione rousseauiana di nazione, egli riteneva che il popolo dovesse farsi protagonista della liberazione nazionale attraverso iniziative armate. 48 48

49 II Fase del Risorgimento - 2 mazziniana democratica insurrezionale
SCOPI del progetto mazziniano erano quelli di un’Italia unita e indipendente, con un superamento quindi dell’equilibrio sancito a Vienna, e costituita in uno Stato repubblicano con un superamento, dunque, degli assetti politici restaurativi in favore della nascita nel nostro Paese della modernità politica. 49 49

50 II Fase del Risorgimento - 3 mazziniana democratica insurrezionale
I MEZZI con cui si sarebbero dovuti conseguire tali scopi erano: primo, la costituzione di una società segreta nelle persone, ma pubblica nelle finalità; secondo, l’organizzazione di insurrezioni armate da parte di un’avanguardia patriottica miranti a sollecitare la sollevazione di tutto popolo italiano. 50 50

51 Giuseppe Mazzini 51 51

52 II Fase del Risorgimento - 4 mazziniana democratica insurrezionale
GIUSEPPE MAZZINI Nato a Genova nel 1805 e morto a Pisa nel 1872, proveniente dalla Carboneria, sviluppò, dunque, una concezione politica incentrata sull’idea democratico rousseauiana della nazione quale entità culturale e spirituale espressione della coscienza popolare sovrana. Infatti, Mazzini ritenne che: L’UMANITÀ INTERA SI DEVE SVILUPPARE QUALE COMUNITÀ DI NAZIONI LIBERE E SORELLE; OGNI POPOLO HA IL DIRITTO E IL DOVERE DI CREARE LA PROPRIA LIBERA COMUNITÀ NAZIONALE. 52 52

53 II Fase del Risorgimento - 5 mazziniana democratica insurrezionale
1 - I MOTI DELLA GIOVANE ITALIA 1833: congiura nel Regno di Sardegna; 1834: insurrezione nella Savoia e a Genova; 1843 e 45: insurrezioni nelle Legazioni pontificie e a Rimini; 1844: spedizione in Calabria dei fratelli Bandiera; 1855: spedizione di Sapri di Carlo Pisacane. 2 – LA REPUBBLICA ROMANA DEL 1849 Accanto ad essi va posto il grande episodio della Repubblica romana fondata nel 1849 che fu governata dal triunvirato di Mazzini, Saffi e Armellini e durante la quale venne scritta la prima Costituzione democratica italiana: la Repubblica crollò rapidamente per l’intervento francese a difesa del papa, nonostante la sua strenua difesa da parte di un manipolo di volontari organizzata da Giuseppe Garibaldi (Nizza, 4 luglio – Isola di Caprera, 2 giugno 1882) sul Gianicolo. 53 53

54 II Fase del Risorgimento
I PRINCIPI DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ROMANA DEL 1849 ART 1 - La sovranità è per diritto eterno nel popolo. Il popolo dello Stato Romano è costituito in repubblica democratica. ART 2 - Il regime democratico ha per regola l’eguaglianza, la libertà, la fraternità. Non riconosce titoli di nobiltà, né privilegi di nascita o di casta. ART 3 - La Repubblica con le leggi e con le istituzioni promuove il miglioramento delle condizioni morali e materiali di tutti i cittadini. ART 4 - La Repubblica riguarda tutti i popoli come fratelli, rispetta ogni nazionalità, propugna l’italianità. ART 5 - I Municipi hanno tutti uguali diritti. La loro indipendenza non è limitata che dalle leggi di utilità generale dello stato. ART 6 - La più equa distribuzione possibile degli interessi locali, in armonia con l’interesse politico dello stato, è la norma del riparto territoriale della Repubblica. ART 7 - Dalla credenza religiosa non dipende l’esercizio dei diritti civili e politici. ART 8 - Il Capo della Chiesa Cattolica avrà dalla Repubblica tutte le guarentigie necessarie per l’esercizio indipendente del potere spirituale. 54 54

55 Proclamazione della Repubblica romana nel 1849 a piazza del Popolo
55 55

56 La targa che ricorda la difesa della Repubblica romana nel 1849 sul Gianicolo
56 56

57 Proiettile di cannone francese sparato contro i difensori della Repubblica romana nel 1849 sul Gianicolo 57 57

58 Attacco garibaldino contro i francesi il 30 aprile 1849 a Porta San Pancrazio sul Gianicolo
58 58

59 Anita Ribeiro, la giovane sposa di Garibaldi e
Il monumento a lei dedicato sul Gianicolo 59 59 59

60 Cristina Belgioioso Trivulzio, in un olio di Hayez
La grande patriota Cristina Trivulzio Belgiojoso è in prima linea nel corso dell'insurrezione romana del 1849. Le viene assegnata l'organizzazione degli ospedali, compito che assolve con dedizione e competenza. Cristina Belgioioso Trivulzio, in un olio di Hayez 60 60 60

61 I e II fase del Risorgimento
Settaria costituzionalista e Democratica insurrezionale Assalto francese al Gianicolo durante la Repubblica romana del 1849 61 61

62 Verdi: Ernani Con l’opera successiva, Ernani, del 1844, Verdi ricava da un dramma di Victor Hugo un soggetto che gli permette di concentrarsi sui singoli personaggi. Egli è, infatti, alla ricerca di personaggi occupati interamente da passioni violente, dalle quali possano scaturire efficaci contrasti interpersonali. Verdi crea così il tipo perfetto del melodramma romantico. Ma dimostra al tempo stesso di saper “costruire” personaggi tutt’altro che schematici, grazie a una musica aderente ai loro mutamenti psicologici e alle loro passioni. Ma anche qui è presente un brano corale di alto valore patriottico per gli italiani. Spagna, Ernani, sotto le cui spoglie si cela Don Giovanni d’Aragona, è a capo d’un gruppo di banditi datisi alla macchia; è, infatti, ansioso di sollevare una rivolta contro il re, Don Carlo, per vendicare l’uccisione del padre. 62 62

63 Coro: Si ridesti il leon di Castiglia
Ernani Atto III Coro: Si ridesti il leon di Castiglia 63 63

64 Verdi: Ernani - Atto III Coro: Si ridesti il leon di Castiglia
64 64

65 III Fase del Risorgimento federalista
65 65

66 III Fase del Risorgimento - 1 federalista
Parallelamente al progetto rivoluzionario democratico mazziniano si sviluppò quello moderato liberale liberista federalista che non riconosceva nel popolo il protagonista dell’azione politica, ma che si rivolgeva piuttosto alla borghesia quale classe che poneva in primo piano interessi economici. 66 66

67 III Fase del Risorgimento - 2 federalista
SCOPI di tale progetto erano infatti quelli di: 1 - ottenere un mercato comune italiano, cioè fare dell’Italia un’unica area di scambio che superasse la frammentazione doganale dei vari stati che rendeva difficoltosa una libera circolazione delle merci anche per via della pluralità dei sistemi di monetazione e delle unità di misura. 2 - fare dell’Italia uno Stato confederato (cioè, propriamente una coalizione di Stati sovrani simile all’attuale unità europea coesa dalla moneta unica e da un mercato in cui circolano liberamente merci e lavoro). Si elaborarono due proposte fondamentali per cui questo Stato si poneva: a. sotto la presidenza del papa (Gioberti); b. sotto la direzione dei Savoia (Balbo). 67 67

68 III Fase del Risorgimento - 3 federalista
I MEZZI per realizzare tale Stato confederato dovevano essere: 1. Un’attività diplomatica volta a convincere i vari principi restaurati dell’opportunità economica e politica di un simile progetto; 2. Il cui ostacolo principale restava, però, l’egemonia austriaca sulla penisola Emersero due PROGETTI POLITICI principali: Il primo fu quello del Neoguelfismo dell’abate Gioberti che lo definì nell’opera Del primato morale e civile degli italiani, scritta nel 1843; il secondo progetto federalista fu quello di Cesare Balbo che lo espose ne Le speranze d’Italia, sempre del Accanto a tali progetti si deve porre la concezione di un federalismo democratico repubblicano di Carlo Cattaneo. 68 68

69 L’Italia nel 1848 69 69

70 III Fase del Risorgimento - 4 Prima guerra d’indipendenza
Gli eventi che dettero corpo al progetto federalista furono innanzitutto la spontanea rivolta popolare delle Cinque giornate di Milano (del marzo 1848), per cui il comandante dell'esercito del Lombardo-Veneto, feldmaresciallo Radetzky, si vide costretto ad abbandonare la città; tale rivolta innestò la Prima guerra d’indipendenza che sembrò realizzare appunto il progetto federalista. 70 70

71 Le cinque giornate di Milano: le barricate
71 71

72 III Fase del Risorgimento - 5 Prima guerra d’indipendenza
Il giorno dopo la conclusione delle Cinque giornate di Milano, il re di Sardegna Carlo Alberto dichiarò, infatti, guerra all'Austria dando inizio alla Prima guerra di indipendenza che coinvolse gli altri principi e si svolse in due fasi: marzo-agosto 1848, marzo 1849: la guerra iniziò dunque come guerra federale di tutti gli stati italiani contro l’Austria: infatti, ai soldati piemontesi si aggiunsero pontifici, toscani e napoletani. 72 72

73 III Fase del Risorgimento - 6 federalista
Oltre ad essi vanno ricordati i 450 studenti pisani e senesi che assieme ai loro professori combatterono nella battaglia di Curtatone e Montanara a sottolineare come il Risorgimento sia attraversato da un’importante corrente di volontariato popolare. Ma quando emerse che Carlo Alberto concepiva la guerra come mezzo di espansione dei suoi domini, gli altri sovrani si ritirano ed egli fu sconfitto prima a Custoza, nel luglio ‘48 poi, a Novara, nel ’49. 73 73

74 III Fase del Risorgimento Federalista
T. Signorini, L’artiglieria 74 74

75 G. Verdi, Macbeth, Coro, Patria oppressa
Il Macbeth fu composta da Giuseppe Verdi nel 1847 su libretto di Francesco Maria Piave per il Teatro della Pergola di Firenze dove fu rappresentato nel marzo di quell'anno. La complessa struttura del dramma shakesperiano fu sintetizzata dl Piave, non senza difficoltà, in una struttura in quattro atti. Il soggetto, caro a Verdi, come d'altronde tutti i soggetti di Shakespeare, si presenta molto bene articolato sul punto di vista delle voci, in una completezza che porta ad una partecipazione intima dell'ascoltatore. L'opera presenta una bella pagina corale patriottica nella prima scena del quarto atto dove, al confine tra Scozia e Inghilterra un gruppo di profughi scozzesi piange la patria, schiacciata dall'usurpatore Macbeth. 75 75

76 G. Verdi, Macbeth, Coro, Patria oppressa
Patria oppressa! il dolce nome No, di madre aver non puoi, Or che tutta a figli tuoi Sei conversa in un avel. D'orfanelli e di piangenti Chi lo sposo e chi la prole Al venir del nuovo Sole S'alza un grido e fere il Ciel. A quel grido il Ciel risponde Quasi voglia impietosito Propagar per l'infinito, Patria oppressa, il tuo dolor. Suona a morto ognor la squilla, Ma nessuno audace è tanto Che pur doni un vano pianto A chi soffre ed a chi muor. 76 76

77 G. Verdi, Macbeth, Coro, Patria oppressa
77 77

78 IV Fase del Risorgimento Diplomatico militare
Ritratto di Cavour 78 78

79 IV Fase del Risorgimento - 1 il progetto di Cavour di un’Italia federata
La quarta fase del Risorgimento vede protagonista re Vittorio Emanuele II ( ) che, succeduto al trono di Carlo Alberto nel 1849, mantiene in Piemonte lo Statuto albertino concesso dal padre nel 1848 e chiama nel 1852 al governo del Paese Camillo Benso conte di Cavour ( ) di idee liberali e liberiste, che si adopera per fare del Regno sabaudo uno Stato ed una società moderni. Lo SCOPO del progetto cavourriano è quello di fare dell’Italia uno Stato confederato sotto la direzione dei Savoia per cui la penisola sarebbe dovuta risultare divisa in tre compagini statali. 79 79

80 IV Fase del Risorgimento - 2 il progetto di Cavour di un’Italia federata
Gli atti di Cavour volti a realizzare tale progetto furono: 1. un’azione politica tendente a fare del Piemonte una moderna potenza di medio rango. Perciò: a – contrasse alla Camera un’alleanza detta connubio tra il centro destra ed il centro sinistra che stabilizzasse il suo governo; b - fece prevalere un’interpretazione parlamentare dello Statuto albertino; 2. un’azione diplomatica con lo scopo sia di pubblicizzare la questione italiana in Europa, sia di realizzare un’alleanza politico militare con la Francia in vista di una guerra vincente contro l’Austria, che il Piemonte non poteva condurre da solo; 3. ancora un’azione politica volta a tessere un’alleanza con le forze democratiche italiane: ed è perciò che dal 1857 si forma la Società nazionale, cioè il partito unito dei democratici sotto la direzione di Manin e Farina. 80 80

81 Ritratto del re di Sardegna Vittorio Emanuele II
81 81

82 IV Fase del Risorgimento - 3 il capolavoro diplomatico: il Congresso di Parigi
In politica estera Cavour tesse, quindi, una paziente e lungimirante azione diplomatica per far uscire il Piemonte dall’isolamento internazionale in cui versava e porlo nel consesso delle potenze europee. A tale scopo nel 1855 invia di un contingente di bersaglieri in Crimea contro la Russia aiutando Francia e Inghilterra a vincere la guerra russo-turca; di conseguenza Cavour poté partecipare alle trattative di pace del Congresso di Parigi del 1856 dove colse l’occasione per protestare contro le condizioni di arretratezza politica in cui l’Austria manteneva l’Italia. 82 82

83 I bersaglieri inviati da Cavour nella guerra di Crimea vincono la battaglia della Cernaia
83 83

84 IV Fase del Risorgimento - 4 il progetto di Cavour di un’Italia federata
In base al successo del Congresso di Parigi Cavour riuscì a stipulare un’alleanza segreta con la Francia di Napoleone III con gli accordi di Plombiéres del 1858 in base ai quali, a seguito di una guerra vittoriosa contro l’Austria a cui avrebbe partecipato un contingente francese, la penisola sarebbe stata divisa in 3 Stati: 1 – un Regno dell’alta Italia comprendente gli ex domini austriaci ai Savoia; 2 – un Regno dell’Italia centrale sotto Napoleone III; 3 - un Regno dell’Italia meridionale a Luciano Murat. 84 84

85 IV Fase del Risorgimento - 5 II Guerra d’indipendenza 1859
Poiché l’alleanza militare con la Francia aveva valore solo se l’Austria avesse dichiarato guerra al Piemonte, Cavour si propose di provocarla. Ed infatti, non tollerando un potenziamento dell’esercito piemontese ed una politica di accoglienza degli esuli, che si organizzano militarmente come Cacciatori delle Alpi al comando di Garibaldi, l’Austria inviò un ultimatum di smobilitazione. Era l’occasione sperata da Cavour che lo respinge. Pertanto l’Impero asburgico dichiara guerra al Regno sabaudo. In questo modo scatta il dispositivo dell’alleanza con la Francia, Napoleone III giunge sul fronte con un forte contingente militare e il 26 aprile del 1859 inizia la II guerra d’indipendenza che terminerà il 12 luglio dello stesso anno. 85 85

86 Uniformi dei Cacciatori delle Alpi
86 86 86

87 IV Fase del Risorgimento - 6 II Guerra d’indipendenza 1859
Le truppe franco-piemontesi risultano vittoriose nelle decisive, ma sanguinose battaglie di Magenta, Solferino e San Martino (mentre i Cacciatori delle Alpi vincono a Varese e a San Fermo); ora, sia per l’alto numero delle perdite francesi, che per le sollevazioni di Parma, Modena, Emilia-Romagna e Toscana le cui popolazioni reclamano l’annessione al Piemonte vanificando gli accordi di Plombiéres, Napoleone III decide di interrompere la guerra prima della conquista del Veneto e firma l’armistizio di Villafranca (12 luglio) con gli austriaci; poi, in base alla pace di Zurigo (10-11 novembre 1859), egli riceve la Lombardia che cede al Regno di Sardegna ricevendone in compenso Nizza e la Savoia. 87 87

88 Battaglia di Magenta 88 88

89 IV Fase del Risorgimento - 7 II Guerra d’indipendenza 1859
A seguito dell’armistizio il Piemonte, non potendo proseguire da solo la guerra, è costretto a porre fine alle ostilità; Cavour, a causa di questo parziale fallimento del suo progetto (che prevedeva anche la conquista del Veneto), rassegna le dimissioni dal governo, ma torna al potere dal 21 gennaio 1860. Il progetto diplomatico militare di Cavour ha, dunque, ottenuto un successo molto parziale. Ma qui entra in scena un’ultima fase di iniziativa democratica che porterà all’unificazione. 89 89

90 IV Fase del Risorgimento Diplomatico militare
Battaglia di San Martino 90 90

91 Verdi - I vespri siciliani
I vespri siciliani è un'opera di Verdi in cinque atti su libretto di Scribe e Duveyrier ispirato alla vicenda della famosa rivolta siciliana antifrancese detta dei “Vespri siciliani” perché ebbe inizio mentre si era in attesa della funzione del Vespro del 31 marzo 1282, lunedì di Pasqua. La prima rappresentazione avvenne all'“Opéra” di Parigi il 13 Giugno 1855, mentre in Italia venne rappresentata per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 4 Febbraio 1856 con il titolo mutato in Giovanna di Guzman e l'azione spostata in Portogallo, perché la censura austriaca pretese fosse annullato l’afflato patriottico dell'opera; ciò avvenne anche al Teatro San Carlo di Napoli dove l'opera fu rappresentata con il titolo di Batilde di Turenna. Un passo di grande potenza patriottica dell’opera è quello in cui, nella terza scena del primo atto, la duchessa Elena - soprano - esorta i siciliani alla rivolta: si tratta dell’aria “Coraggio, su coraggio”. 91 91

92 Verdi - I vespri siciliani Renata Scotto “Coraggio, su coraggio”
ELENA In alto mare e battuto dai venti, Vedi quel pino in sen degli elementi A naufragar già presso? - ascolti il pianto Del marinar pel suo navile infranto? Deh! tu calma, o Dio possente, Col tuo riso e cielo e mar; Salga a te la prece ardente, In te fida il marinar! Iddio risponde in suo voler sovrano: “A chi fida in se stesso il cielo arride. Mortali! il vostro fato è in vostra mano!”. Coraggio, su coraggio, Del mare audaci figli; Si sprezzino i perigli; È il gemere viltà! Al ciel fa grave offesa Chi manca di coraggio; Osate! e l'alta impresa Iddio proteggerà! 92 92

93 Verdi - I vespri siciliani Renata Scotto “Coraggio, su coraggio”
Elena, guardando con espressione il popolo che la circonda: E perché sol preci ascolto? Perché pallido è ogni volto? Nel più forte del cimento Voi tremate di spavento? Su, su, forti! al mugghiare dell'onda E agli scrosci del tuono risponda, Si desti il vostro ardor, Invitti cor! Coraggio, su coraggio, ecc. CORO DI SICILIANI a parte e a mezza voce A quel dir - ogni ardor Si destò - nel mio cor. Sospirar - è viltà! L'onta ria - vendichiam, Il servir - disprezziam, E con noi - Dio sarà. 93 93

94 Verdi - I vespri siciliani Renata Scotto “Coraggio, su coraggio”
94 94

95 V Fase del Risorgimento La ripresa dell’iniziativa dei democratici
95 95

96 V Fase del Risorgimento - 1 La ripresa dell’iniziativa dei democratici
La V ed ultima fase del Risorgimento segna, come si è detto, una ripresa dell’iniziativa democratica. Innanzitutto, si ricorderà, durante la guerra erano avvenute sollevazioni, dovute a iniziative dei democratici, delle popolazioni della Toscana e dell’Emilia-Romagna (Modena, Parma, Legazioni pontificie) che, reclamando l’annessione al Piemonte, vanificavano il piano di un’Italia sotto la supremazia francese previsto dagli accordi di Plombiéres. L’annessione al Piemonte di tali regioni si realizza, in effetti, di lì a poco con i plebisciti da cui emerge la volontà popolare di entrare a far parte del Regno sabaudo dichiarando decaduti i governi restaurati. 96 96

97 I Mille 97 97

98 V Fase del Risorgimento - 2 La spedizione dei Mille (1860)
L’iniziativa democratica, a questo punto, entra in una fase di concertazione con re Vittorio Emanuele II che asseconda il progetto dei democratici Pilo e Crispi di mettere Garibaldi a capo di una spedizione militare composta di volontari (1162, in gran parte del nord Italia) per la liberazione del sud Italia dai Borboni. L’occasione è la sollevazione di Palermo del 4 aprile 1860 che inizia dal convento della Gancia. Garibaldi parte, così, il 5 maggio 1860 da Quarto (presso Genova) con i suoi Mille su due vapori, il Piemonte e Lombardo della Società Rubattino, e giunge a Marsala in Sicilia dove riesce a sbarcare grazie alla presenza di due navi da guerra inglesi. Il 14 maggio emana il proclama di Salemi in cui dichiara di assumere la dittatura dell’isola in nome di Vittorio Emanuele. Dopo uno scontro vittorioso a Calatafimi parte della popolazione siciliana decide di unirsi all’impresa e Garibaldi può conquistare Palermo. 98 98

99 Garibaldi parte da Quarto
99 99

100 V Fase del Risorgimento - 3 La spedizione dei Mille (1860)
Di qui, il 2 giugno, il generale lancia un proclama che invita la popolazione, specie contadina, a partecipare attivamente alla lotta promettendo una grande riforma agraria che, però, non vedrà mai la luce. Ottenuto, così, l’appoggio popolare e un nutrito arruolamento di volontari Garibaldi sconfigge l’esercito borbonico a Milazzo. Liberata la Sicilia riesce, dopo un periodo di difficoltà, ad attraversare lo stretto di Messina e ad iniziare la risalita della penisola che lo porta in breve tempo a Napoli dove entra il 7 settembre come liberatore mentre Francesco II si era rifugiato a Gaeta. 100 100

101 Battaglia di Calatafimi
101 101

102 L’inglese Jessie White Mario, o la Giovanna d'Arco della causa italiana (come la definì Mazzini), fu infermiera in quattro campagne con Garibaldi e corrispondente di guerra. 102 102 102

103 V Fase del Risorgimento - 4 La spedizione dei Mille (1860)
Il vittorioso scontro finale con l’esercito borbonico avviene l’1-2 ottobre sul fiume Volturno e, poco dopo, Garibaldi si incontra con Vittorio Emanuele II (che, nel frattempo, aveva disceso la penisola liberando le Marche e Umbria) a Teano il 26 ottobre 1860: qui Garibaldi sceglie di offrire i territori conquistati (Sicilia e sud Italia) al re sabaudo accettando la soluzione della loro annessione al Piemonte attraverso i plebisciti, rinunciando così ad indire l’elezione di un’assemblea nazionale costituente come sostengono molti suoi collaboratori. Con tali plebisciti la popolazione voterà l’annessione al regno dei Savoia. 103 103

104 L’incontro di Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II
104 104

105 V Fase del Risorgimento - 5 La spedizione dei Mille (1860)
Nonostante tale espressione di lealtà al re a Garibaldi non viene concesso di ricoprire per un anno la carica di luogotenente delle terre appena conquistate; gli viene, altresì, rifiutato che il suo esercito, composto, infine, da volontari provenienti dal centro-nord e dalla Sicilia e dal sud continentale, non venga disperso senza alcun riconoscimento del prezioso ruolo svolto. Perciò, profondamente deluso, il 9 novembre Garibaldi si ritira in volontario esilio a Caprera. 105 105

106 V Fase del Risorgimento La ripresa dell’iniziativa dei democratici
Guttuso, La battaglia di Ponte Ammiraglio 106 106

107 Il Gattopardo di Luchino Visconti
Firmando nel 1963 Il Gattopardo - tratto dal romanzo di Tomasi di Lampedusa scoperto nel al regista di “Senso” premeva di continuare il proprio discorso sul Risorgimento quale rivoluzione tradita; ma, forse, quel che l'aristocratico Visconti avvertì come un irresistibile richiamo era una concezione del mondo che l'accomunava al protagonista, principe di Salina, ed alla sua disincantata visione dei giorni a venire. Fallite le speranze riposte nel nipote Tancredi, dopo aver cercato consolazione nell'ideale di bellezza incarnato in Angelica, la giovane promessa sposa di Tancredi, all'anziano gentiluomo non rimane che attendere la morte: non solo quella fisica, ma anche quella spirituale dell’aristocrazia che egli rappresenta appieno, ormai rimpiazzata da arrampicatori sociali e cinici borghesi che s'uniranno (come le nozze fra Tancredi e Angelica stanno a testimoniare) per dar vita alla classe dei nuovi dominatori d’Italia. 107 107

108 Il Gattopardo di Luchino Visconti
“Il Gattopardo” di Visconti è un’opera figurativamente straordinaria e ricca di pagine mirabili: la sola sequenza del ballo, dominata da un valzer inedito di Verdi, costituisce una splendida pagina della nostra cinematografia. Ma forse l’episodio più significativo per l’interpretazione del Risorgimento è quello dell'arrivo a Donnafugata di un funzionario piemontese, il cavaliere Chevalley, che offre al principe la nomina a senatore del nuovo Regno. Il principe, però, sentendosi legato in modo irrinunciabile al mondo che va scomparendo, al suo mondo, rifiuta, pronunciando la frase: «Occorre che qualcosa cambi perché tutto resti come prima». Questa frase simboleggia la capacità di adattamento, di sopportazione e di disillusa rassegnazione che i siciliani (e forse gli italiani tutti), avendo subito nel corso della storia ogni specie di dominio straniero o italiano, hanno appreso a sviluppare. 108 108

109 Il Gattopardo di Luchino Visconti: la scena del valzer di Verdi
B. Lancaster e C. Cardinale danzano il valzer 109 109

110 Il Gattopardo di Luchino Visconti:
il dialogo tra il principe e il cavaliere Chevalley Burt Lancaster nel ruolo del principe di Salina 110 110

111 Conclusione del Risorgimento: la nascita del Regno d’Italia (1861)
Il 17 marzo 1861 si riunisce a Torino il primo Parlamento italiano che proclama re d’Italia “per grazia di Dio e volontà della nazione” Vittorio Emanuele di Savoia. Questi sale al trono nazionale col titolo di Vittorio Emanuele II Ma essendo il “primo” re d’Italia, con la scelta di conservare la numerazione di “secondo” egli vuole indicare la propria continuità dinastica e l’estensione del suo regno all’Italia intera piuttosto che sottolinearne la novità assoluta. Altri indizi di tale scelta di esaltare la cosiddetta piemontesizzazione dell’Italia sono: 1 - l’estensione della legislazione sabauda al nuovo regno; 2 - l’indicare quella appena apertasi non come la prima legislatura italiana, ma come l’ottava, cioè la successiva a quelle già trascorse del Regno di Sardegna. 111 111

112 Bilancio del Risorgimento
Il Risorgimento si conclude, dunque, con un bilancio positivo - la nascita di uno Stato nazionale unitario e indipendente, ma con un limite intrinseco per quanto riguarda la modernità politica liberale e democratica. Infatti, poco o nessun riconoscimento viene dato alla componente democratica che ha contribuito a realizzare l’unità nazionale in modo determinante con il volontariato che pure conta molte decine di migliaia di partecipanti. Addirittura un uomo come Mazzini resta esiliato dall’Italia: la sua figura crea un tale imbarazzo al nuovo Stato che egli vive per lo più a Londra sotto la falsa identità di dottor Brown, lontano da quella patria per la cui liberazione aveva lottato tanto lungo e morendo in incognito a Pisa nel 1872. 112 112

113 Bilancio del Risorgimento
Nonostante la grande lezione liberale di Cavour (che muore con un senso di sfiducia nella lealtà degli italiani verso le istituzioni parlamentari che aveva contribuito a valorizzare), lo Stato italiano, come si è già detto, resta privo di una costituzione perfetta – in quanto lo Statuto albertino rimarrà l’unica Carta sino al 1948 – e la base di legittimazione delle istituzioni politiche sarà ancora per molti anni irrisoria: meno del 2% vota alle prime elezioni, in quanto il godimento dei diritti politici resta legato alla ricchezza. In sostanza delle due grandi componenti che hanno dato vita al nostro stato-nazione, quella sabauda piemontese e quella mazziniana democratica, solo la prima avrà spazio e riconoscimento nel nuovo ordinamento. La seconda dovrà attendere ancora quasi 90 anni. 113 113

114 Riflessione sugli Italiani di Massimo D'Azeglio ne I miei ricordi
L'Italia da circa un secolo e mezzo s'agita, si travaglia per divenire un sol popolo e farsi nazione. Ha riacquistato il suo territorio in gran parte. La lotta con lo straniero è portata in buon porto, ma non è questa la difficoltà maggiore. La maggiore, la vera, quella che mantiene tutto incerto, tutto in forse, è la lotta interna. I più pericolosi nemici d'Italia non sono i Tedeschi, sono gl'Italiani. E perché? F. Hayez, D'Azeglio, 1860 114 114

115 Riflessione sugli Italiani di Massimo D'Azeglio ne I miei ricordi
Per la ragione che gli Italiani hanno voluto fare un'Italia nuova, e loro rimanere gl'Italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali che furono ab antico la loro rovina; perché pensano a riformare l'Italia, e nessuno s'accorge che per riuscirvi bisogna, prima, che si riformino loro, perché l'Italia, come tutti popoli, non potrà divenir nazione, non potrà essere ordinata, ben amministrata, forte così contro lo straniero come contro i settari dell'interno, libera e di propria ragione, finché grandi e piccoli mezzani, ognuno nella sua sfera, non faccia il suo dovere, e non lo faccia bene, od almeno al meglio che può. 115 115

116 Riflessione sugli Italiani di Massimo D'Azeglio ne I miei ricordi
Ma a fare il proprio dovere, il più delle volte fastidioso, volgare, ignorato, ci vuol forza di volontà e di persuasione che il dovere si deve adempiere non perché diverte o frutta, ma perché è dovere; e questa forza di volontà, questa persuasione, è quella preziosa dote che con un solo vocabolo si chiama carattere, onde, per dirla in una parola sola, il primo bisogno d'Italia è che si formino italiani che sappiano adempiere al loro dovere; quindi si formino alti e forti caratteri. E pur troppo si va ogni giorno verso il polo opposto. «l'Italia è fatta, gli Italiani sono da farsi». Ed. originale 1876 – ed. Einaudi, Torino 1971, p. 4. 116 116

117 Bilancio del Risorgimento
117 117

118 L’Inno di Mameli (musica di M. Novaro)
Diretto da Riccardo Muti a “La Scala” di Milano 118 118

119 Sitografia ragionata del Risorgimento
° anniversario Unità d'Italia  ( Sito ufficiale per le celebrazioni relative al 150° anniversario dell'Unità d'Italia. I luoghi della Memoria ( Sito ideato per ricordare i luoghi legati ai personaggi o agli eventi che hanno fatto l'Unità d'Italia. Istituto per la storia del Risorgimento italiano ( L’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano ha per compito di promuovere e facilitare gli studi sulla storia d’Italia dal periodo preparatorio dell’Unità e dell’Indipendenza sino alla prima guerra mondiale. Il Risorgimento e la nascita dell'Italia contemporanea ( Il sito, realizzato da Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Fondazione Istituto Gramsci, vuole documentare i diversi linguaggi - politica, economia, letteratura, musica, pittura - e i modi nei quali dall'inizio dell'Ottocento fino alla formazione dello stato unitario è nata l'idea di nazione italiana. Nascita di una nazione ( Pagine del “Corriere della sera” dedicate alle celebrazioni. La Sezione tematica del Corriere è suddivisa in : Visioni d'Italia, I video, Donne, Recensioni, Documenti. Interessante sito dell'università Luiss. 119 119

120 Crediti Luchino Visconti - Senso - Scena di apertura - Il trovatore di G. Verdi Giuseppe Verdi - Nabucco – “Va pensiero” - J. Levine – Metropolitan di New York Giuseppe Verdi - I Lombardi - “O signore, dal tetto natio” – dir. D. Harding - La Fenice di Venezia Giuseppe Verdi - Ernani – “Si ridesti il leon di Castiglia” - La Corale Monzese Giuseppe Verdi, Macbeth – “Patria oppressa” - dir. John Pritchard - London Phil. Orchestra Giuseppe Verdi - I Vespri siciliani - Renata Scotto, soprano - “Coraggio, su coraggio” - dir. G. Gavazzeni - La Scala di Milano Luchino Visconti - Il Gattopardo - Con B. Lancaster, A. Delon, C. Cardinale Riccardo Muti – Inno di Mameli di G. Mameli e M. Novaro - La Scala di Milano - Concerto inaugurale anno verdiano - Stagione Coro M. Novaro, dir. M. Benedetti: Addio mia bella addio, - Santena Coro M. Novaro, dir. M. Benedetti: Inno di Garibaldi - Santena Coro M. Novaro, dir. M. Benedetti: La bella Gigogin - Santena Giorgio Napolitano discorso commemorativo dell’impresa di Garibaldi – 2010 Mario Barzaghi – Otto video originali sul Risorgimento a cura dell’Autore – 2011 120 120

121 Documento: il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano commemora l’impresa di Garibaldi
121 121


Scaricare ppt "ISTITUTO SUPERIORE MONTESSORI"

Presentazioni simili


Annunci Google