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Organizzazione sanitaria in Italia

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Presentazione sul tema: "Organizzazione sanitaria in Italia"— Transcript della presentazione:

1 Organizzazione sanitaria in Italia

2 Articolo 32 della Costituzione
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività,e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge in nessun caso può violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

3 La salute non ha prezzo!?

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5 Sanità dal 1948 al 1978 Organizzazione e gestione statale
Assicurazioni mutualistiche (INAM etc.) Ospedali Uffici provinciali igiene

6 1970 Costituzioni delle Regioni
D.P.R. 14 gennaio 1972 n. 4 Le funzioni amministrative esercitate dagli organi centrali e periferici dello Stato in materia di assistenza sanitaria,nelle sue fasi di intervento preventivo, curativo e riabilitativo,sono trasferite alle Regioni a statuto ordinario.

7 Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN)
Legge 23 dic.1978 n.833 Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN)

8 Che cosa è il SSN? Lo strumento operativo per garantire la tutela della salute. Art. 1 legge 833 “ la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività mediante il SSN”

9 Da cosa è costituito il SSN?
Il SSN è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture e delle attività che concorrono a promuovere, a mantenere e a recuperare la salute fisica e psichica di tutta la popolazione.

10 Il SSN PERSEGUE: UNIFORMITA’ DELLE CONDIZIONI DI SALUTE SU TUTTO IL TERITORIO NAZIONALE, GARANTENDO A TUTTI I LIVELLI UNIFORMI DI ASSISTENZA. I LIVELLI UNIFORMI DI ASSISTENZA SONO “L’INSIEME DELLE ATTIVITA’ CHE DEVONO ESSERE EROGATE DAL SSN” (PSN 94-96)

11 A CHI COMPETE L’ATTUAZIONE DEL SSN?
NELLA LEGGE 833 /78 VI SONO TRE LIVELLI DI INTERVENTO: LO STATO - LE REGIONI - GLI ENTI LOCALI DALLA LEGGE 502/92 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI VI SONO DUE LIVELLI DI INTERVENTO : LO STATO E LE REGIONI

12 Lo strumento operativo del SSN nella 833 è rappresentato dalle Usl

13 Fonte Min. sal

14 Le Usl nella 833 Sono Strutture operative dei Comuni
Sono lo Strumento per realizzare gli obiettivi per la tutela della salute Gestiscono : a) le strutture ospedaliere del territorio b) la medicina di base c) il servizio farmaceutico d) l’Igiene pubblica e) l’Igiene mentale f)il Servizio veterinario g)la Medicina preventiva e igiene del lavoro Effettuano la Gestione contabile e amministrativa

15 Finanziamento del SSN Il finanziamento del SSN avviene dalla 833 in poi attraverso la fiscalità generale. Fondi integrativi

16 Dalla 833 alla 502 Per problemi gestionali Per problemi economici
Per inefficienza e poca efficacia

17 Aziendalizzazione punto cardine della 502/92
Si passa dalla gestione politica alla gestione tecnica. Le Usl diventano Aziende Sanitarie Locali Vengono create le Aziende Ospedaliere e le Aziende Ospedaliere Universitarie Vengono ridefiniti gli ambiti territoriali delle Aziende sanitarie

18 Organizzazione del livello statale
Nella 833/78 Stabilisce la programmazione sanitaria nazionale Indirizzi generali per la tutela della salute Livelli di prestazione da garantire a tutti i cittadini Norme per garantire uniformità di assistenza Coordina attività amministrative regionali Funzioni amministrative generali Stabilisce il Fondo Sanitario Nazionale e il riparto alle Regioni Redige il Piano Sanitario Nazionale Recepisce direttive internazionali Nella 502/92 e succ. modificazioni Indirizzi generali per la tutela della salute Stabilisce la programmazione nazionale con la partecipazione delle Regioni Fissa d’intesa con le Regioni i LEA Stabilisce l’entità del Fondo Sanitario Nazionale e lo ripartisce d’intesa con le Regioni Redige il Piano Sanitario Nazionale con la partecipazione delle Regioni Recepisce direttive internazionali

19 Piano Sanitario Nazionale
La programmazione sanitaria è prerogativa del livello statale, esplicata con il Piano Sanitario Nazionale nel quale si delineano le procedure di programmazione e attuazione del SSN,la promozione della salute, si individuano le priorità realizzate con obiettivi chiari, correlati con le disponibilità economiche, i livelli essenziali di assistenza.

20 Gli obiettivi per raggiungere la tutela della salute
Igiene alimenti Igiene veterinaria Disciplina farmaci Formazione Ricerca scientifica Educazione sanitaria Prevenzione Diagnosi e cure Riabilitazione Igiene ambiente di vita Igiene ambiente lavoro

21 Livelli Essenziali di Assistenza(LEA)
I Livelli sono definiti essenziali perché necessari e appropriati per rispondere ai bisogni fondamentali di tutela della salute. I LEA devono essere anche uniformi su tutto il territorio nazionale. L’individuazione dei LEA è effettuata, per il periodo di validità del PSN contestualmente alla individuazione delle risorse finanziarie destinate al SSN. Le prestazioni comprese nei LEA sono garantite dal SSN gratuitamente o con quota a carico del cittadino.

22 Lista positiva dei LEA I LEA comprendono:
assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro assistenza distrettuale assistenza ospedaliera

23 Lista negativa dei LEA Prestazioni completamente escluse dai LEA
Prestazioni parzialmente escluse dai LEA Prestazioni incluse nei LEA, ma con profilo organizzativo inappropriato da modificare

24 LISTE D’ATTESA Schema d’Intesa Stato Regioni 28/03/06
Ha individuato 100 prestazioni stabilendone tempi massimi d’attesa Ogni ASL indica le strutture presso le quali tali tempi sono assicurati Promuove la realizzazione del CUP Attivazione di uno specifico flusso nel NSIS Istituzione CNA Il divieto di sospensione della attività di prenotazione Obbligo del registro di prenotazione Applicazione di sanzioni

25 Organizzazione del livello regionale nella 502/92 e mod.
Legislativa Amministrativa propria e delegata Controllo Stabilisce l’ambito territoriale dell’ASL Individua le Aziende Ospedaliere Vara i Protocolli d’intesa con le Università Gestionale Ripartizione del Fondo Regionale Piano Sanitario Regionale

26 Azienda Sanitaria Locale(ASL)
Le ASL assicurano i LEA Le ASL sono aziende di diritto pubblico con personalità giuridica al fine di dotare l’organizzazione sanitaria di efficienza, efficacia ed economicità. Le ASL hanno dimensione infraregionali. Le funzioni dell’ASL vengono svolte con atto aziendale.

27 AUTONOMIA DELLE ASL Gestionale Organizzativa Contabile Amministrativa
Patrimoniale Tecnica

28 Autonomia organizzativa
Autonomia organizzativa individua autonomamente la struttura organizzativa dell’Azienda sia come sistema organizzativo interno (staff di direzione ), sia come livelli di decentramento ( poteri di gestione, di controllo )

29 Autonomia amministrativa
Potere di adottare autonomamente provvedimenti amministrativi che implicano potestà pubblica.

30 Autonomia contabile Comprende l’area di di gestione economica, finanziaria e patrimoniale

31 Autonomia patrimoniale
Disporre del patrimonio sia con atti di acquisizione, sia con atti di cessione, sia con atti di amministrazione

32 Autonomia gestionale Il potere di determinare in piena autonomia gli obiettivi dell’azione programmare le attività provvedere alla allocazione delle risorse umane, strumetali e finanziarie procedere al conferimento dei poteri e alle attribuzioni delle responsabilità il modo di controllare l’andamento della gestione la verifica dei risultati.

33 Autonomia tecnica Procedure e le modalità di impiego delle risorse.

34 Organi delle ASL Direttore Generale Collegio sindacale

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36 Perché Aziende? La gestione e l’organizzazione sanitaria secondo principi aziendali e strumenti privatistici (atto aziendale) risponde a criteri di efficacia, efficienza ed economicità, rispettando i vincoli di bilancio attraverso l’equilibrio costi e ricavi. Sfruttamento ottimale delle risorse rispettando i livelli di qualità ed equità. Organizzazione e funzionamento secondo il livello basato sul controllo di gestione.

37 L’ASL da produttore ad acquirente
L’ASL garantisce la tutela della salute per conto della Regione tramite l’acquisto di servizi sanitari da produttori pubblici (es. ospedali) e privati.

38 Il flusso finanziario Il finanziamento alle ASL per acquistare i servizi è basato sulla quota capitaria. La remunerazione dei soggetti erogatori dei servizi sanitari (produttori pubblici e privati) è basato su pagamento a prestazione, tranne per i MMG e PLS pagati per la parte maggiore a quota capitaria.

39 Efficienza È il rapporto tra costi ( servizi) e benefici (diminuzione della morbilità e/o mortalità) Ha due componenti: efficienza clinica ed efficienza di produttività che si ottengono dalla capacità tecnico-professionale, dalla qualità delle strutture, e dalla disponibilità delle risorse. L’efficienza può avere una soglia verso il basso e una verso l’alto. L’efficienza tecnica si ha quando l’utilizzo in modo razionale della tecnologia disponibile rende il massimo prodotto possibile, in definitiva efficienza nell’impiego delle risorse.

40 EFFICACIA L’efficacia è la capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati. L’efficacia a priori è quella relativa all’utilizzo di tecnologie efficaci. L’efficacia a posteriori è quella della valutazione dei risultati del sistema di cure in termini di salute

41 ECONOMICITA’ L’economicità si ottiene scegliendo i costi di risorse minime che danno gli stessi outcomes, anche usando i costi di risorse superiori.

42 APPROPRIATEZZA “L’appropriatezza è la pertinenza delle attività assistenziali rispetto a persone, circostanza e luogo,questi devono essere valide ed accettabili da un punto di vista scientifico sia per l’operatore sanitario che per gli utenti. Ovvero ,pertinenza tra specifici bisogni di salute e modalità/tipo di prestazione erogate” Holland 1985

43 ORGANIZZAZIONE DIPARTIMENTALE
È l’innovazione legislativa organizzativa principale inserita nel dl 502/92 e succ. mod. È il modello ordinario di gestione operativa con cui sono organizzate le strutture aziendali. È un’aggregazione di più unità operative affini o complementari,con propria autonomia e responsabilità, ma interdipendenti( es. Dip. Cardiologia, Chirurgia generale, Prevenzione ecc.). Serve a potenziare le responsabilità dirigenziali e professionali, come centro di responsabilità, sia economico, sia per l’elaborazione dei programmi di attività e di valutazione dell’assistenza. Il D.G. nomina il direttore del dipartimento.

44 IL DISTRETTO è l’articolazione organizzativo-funzionale dell’ASL
è individuato con atto aziendale prevede un bacino di utenza di popolazione minima di abitanti ha la finalità di realizzare un elevato livello di integrazione tra i diversi servizi che erogano le prestazioni sanitarie e tra questi e i servizi socio-sanitari, tale da consentire una risposta coordinata e continuativa ai bisogni sanitaria della popolazione. ha autonomia tecnico-gestionale ha autonomia economico finanziaria ha risorse in rapporto agli obiettivi di salute della popolazione Ha anche compiti di assistenza socio sanitaria se concordati e finanziati dai comuni.

45 Funzioni del distretto
Assistenza primaria Coordinamento dei medici di medicina generale con le strutture operative dei vari dipartimenti, con i servizi specialistici ambulatoriali, le strutture ospedaliere ed extraospedalere accreditate. L’erogazione delle prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, nonché delle prestazioni sociali a rilevanza sanitaria se delegate dai comuni. ADI ADP ADR

46 I Servizi offerti dal Distretto
Assistenza primaria:MMG PLS Continuità assistenziale Assistenza specialistica ambulatoriale Consultorio materno infantile Attività e servizi per disabili Assistenza domiciliare integrata (ADI) Cure per tossicodipendenti (SERT) Attività e servizi per patologie come HIV e per pazienti in fase terminale. Servizio di farmacia ADI ADP ADR

47 Servizi allocati nel Distretto
Articolazioni organizzative del Dipartimento di salute mentale Articolazioni organizzative del Dipatimento di prevenzione Articolazioni organizzative del Dipartimento per le tossicodipendenze

48 Organi del Distretto

49 Il Medico di Medicina Generale
Sviluppa un approccio centrato sulla persona,orientato all’individuo, alla sua famiglia e alla sua comunità Si avvale di un processo di consultazione esclusivo caratterizzato da una relazione continuativa mantenuta tramite una efficacia comunicazione tra medico e paziente Si occupa dei problemi di salute nella loro dimensione fisica,psicologica, sociale culturale ed esistenziale

50 Assistenza Primaria MMG PLS Continuità assistenziale
L’ assistenza primaria è garantita da un rapporto di lavoro autonomo, continuativo e coordinato che si instaura tra l’ASL e i mmg, pls e la continuità assistenziale. Il mmg e il pls possono svolgere il loro lavoro sia singolarmente, che in forma associativa Il nuovo compito del mmg: il governo dei percorsi sanitari delle cure primarie e dell’assistenza territoriale.

51 Dipartimento della Prevenzione
Il DP garantisce la tutela della salute collettiva attraverso gli obiettivi di promozione della salute, prevenzione delle malattie e disabilità, miglioramento della qualità della vita. Il DP promuove azioni volte a individuare e rimuovere le cause di nocività e malattie di origine ambientale, umana e animale

52 Organizzazione del DP Igiene e sanità pubblica
Igiene degli alimenti e della nutrizione Prevenzione e sicurezza luoghi di lavoro Sanità animale Igiene degli alimenti di origine animale Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche

53 Dipartimento salute mentale
Centro salute mentale Ambulatori Servizi psichiatrici di diagnosi e cure Centri diurni Strutture residenziali Collegamento con le Cooperative di lavoro

54 Assistenza Ospedaliera
Ospedali non costituiti in Azienda Aziende Ospedaliere Aziende Universitarie Ospedaliere Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico Istituti privati accreditati

55 Ospedali non costituiti in Azienda
Sono presidi delle ASL Sono diretti da un dirigente medico, responsabile delle funzioni igienico amministrative e da un dirigente amministrativo per le relative funzioni, entrambi nominati dal Direttore Generale. Hanno autonomia economico-finanziaria con contabilità separata all’interno del bilancio dell’ASL Se nell’ASL vi sono più presidi ospedalieri, questi possono essere accorpati a fini funzionali Gli Ospedali sono organizzati per Dipartimenti.

56 Azienda Ospedaliera Sono costituiti in Azienda gli Ospedali di rilievo nazionale e di alta specializzazione,individuati dalle Regioni in base a parametri stabiliti dall’art. 4 del dl 502 e succ. modificazioni. Le AO hanno gli stessi organi e le medesime attribuzioni previste dalle ASL

57 I requisiti per le AO Organizzazione dipartimentale delle UO
Disponibilità di un sistema di contabilità economico patrimoniale e per centri di costo Almeno tre UO di alta specializzazione Dipartimento emergenza di secondo livello Ruolo di ospedale di riferimento del programma di assistenza sanitaria regionale Attività di ricovero in degenza ordinaria per pazienti di altre Regioni Indice della complessità della casistica superiore del 20% superiore alla media regionale Disponibilità di un patrimonio immobiliare adeguato

58 Autonomia AO Gestionale Organizzativa Contabile Aministrativa
Patrimoniale Tecnica

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60 Il Dipartimento “Il Dipartimento è un insieme di UO omogenee, affini o complementari, tra loro interdipendenti, che perseguono comuni finalità, pur conservando autonomia e responsabilità professionale”

61 Finalità del Dipartimento
Impiego ottimale degli spazi assistenziali, del personale e delle apparecchiature disponibili Applicazione di sistemi integrati di gestione Verifica della qualità complessiva dell’assistenza Promozione di nuove attività e nuovi modelli operativi

62 Il Bilancio del Dipartimento
Costi delle risorse umane, tecniche e strutturali Costi dei consumi per beni e servizi Finanziamento aziendale ed esterno

63 Programmazione delle Attività
Piano Strategico Aziendale (lungo periodo) Piano Operativo annuale Obiettivi Dipartimentali Obiettivi delle UO

64 Dipartimento per le Malattie Cardiovascolari
UO di Cardiologia UO di Emodinamica UO di Cardiochirurgia

65 UOC di Cardiologia UTIC Degenza Cardiologica
Degenza Cardiologia Riabiitativa Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione Servizio di Cardiologia Ambulatorio Cardiologico

66 UO di Emodinamica Due sale operatorie per procedure diagnostiche di cateterismo cardiaco e coronarografia e procedure terapeutiche di angioplastica coronarica. Ambulatorio di Emodinamica. Sezione di degenza integrata presso la divisione di Cardiologia e Cardiochirurgia .

67 UO di Cardiochirurgia Camera operatoria, Degenza ordinaria
Ambulatorio di Cardiochirurgia, Servizio di Anestesia e Rianimazione Unità di Terapia intensiva post-chirurgica

68 Assistenza ospedaliera per acuti Gli Istituti di ricovero e cura pubblici e privati sono così suddivisi Pubblici Ospedali inseriti nelle ASL AO ed AOU Istituti ricovero e cura a carattere scientifico Istituti privati accreditati Fonte min. salute

69 Posti letto disponibili
3,9 x1000 abitanti per degenza ordinaria 0,46 x1000 abitanti per day hospital Posti letto previsti dalla legge 405/2001 4 x 1000 abitanti in totale comprensivo del 10% previsto per day hospital fonte min. salute

70 Tasso di ospedalizzazione
146,1 x 1000 abitanti in degenza ordinaria 62 x 1000 abitanti in day hospital la legge 662/1996 ha previsto per il tasso di ospedalizzazione il parametro di riferimento del 160 x 1000 Dati min. sal.

71 Fonte Min. Salute

72 Scheda di dimissione ospedaliera (SDO)
La SDO è lo strumento di raccolta delle informazioni relative ad ogni paziente dimesso dagli istituti di ricovero pubblici e privati, sia in regime di ricovero ordinario che di day hospital. La SDO usa per la codifica delle informazioni di natura clinica(diagnosi, interventi e procedure diagnostiche) il sistema di codici ICD9CM.

73 Da chi è compilata la SDO
La SDO è compilata dal medico

74 L’istituzione della SDO
La SDO viene istituita con decreto minitero della Sanità nel 1991. Dal 1995 la SDO ha sostituito definitivamente la precedente rilevazione dei ricoveri attuata con il modello ISTAT/D10. Il dl 280 del 2000 ha fissato le regole generali per la codifica dell’informazioni di natura clinica (diagnosi, interventi chirurgici e procedure diagnostiche e terapeutiche ) e ha fissato di utilizzare il più aggiornato sitema di codici ICD9CM del 1997 Dal 2006 viene usato il sitema ICD9CM del 2002

75 Quando nasce il sistema ICD
Nasce negli Stati Uniti nel 1893 per codificare le cause di morte. Nel 1924 tale sistema viene utilizzato anche in Italia Dal 1948 a partire dalla versione 6 viene negli Stati Uniti usato per codificare anche la morbilità. Dal 1979 negli Stati Uniti è stata sviluppata la versione ICD9 del 1975 in ICD9CM

76 Cosa è il sistema ICD9CM E’ un sistema di classificazione nel quale le malattie e traumatismi sono ordinati per finalità statistiche ed epidemiologiche, in gruppi tra loro correlati ed è finalizzato a tradurre in codici alfa numerici i termini medici in cui sono espresse le diagnosi di malattia, gli altri problemi di salute e le procedure diagnostiche e terapeuitiche.

77 Caratteristiche dell’ICD9CM
Esaustività: tutte le entità trovano una loro collocazione più o meno specifica, entro i raggruppamenti finali della classificazione. La mutua esclusività: ciascuna entità è classificabile in uno soltanto dei raggruppamenti finali della classificazione. Il numero limitato dei raggruppamenti: circa permettono una classificazione delle diagnosi, procedure e interventi. Specificità dei ragruppamenti in ragione della rilevanza dal punto di vista della sanità pubblica.

78 Struttura della classificazione ICD
L’etiologia La sede anatomica

79 Costituzione dei codici presenti nella ICD9CM
I codici delle diagnosi sono costituiti da caratteri numerici o alfanumerici, in numero di tre, quattro o cinque caratteri. Un punto decimale è interposto tra il terzo e quarto carattere. I codici relative alle procedure sono costituiti da caratteri numerici, in numero di due, tre o quattro. Un punto decimale è interposto tra il secondo e il terzo.

80 Organizzazione dell’elenco sistematico
Blocco Categoria: codice a tre caratteri Sotto-categoria: codice a quattro caratteri Sotto-classificazioni codici a cinque caratteri.

81 A COSA SERVE LA SDO LA SDO SERVE AD UMIFORMARE LA CODIFICA DI DIAGNOSI E PROCEDURE PER UN MIGLIORE UTILIZZO AI FINI SIA AMMINISTRATIVI CHE EPIDEMIOLOGICI

82 Informazioni da inserire nella SDO
Sesso Età Città di residenza Reparto di dimissione Reparti di transito Modalità di dimissione Codice valido ICD9CM di diagnosi principale (DP) Fino a cinque codici validi ICD9CM di altre diagnosi alla dimissione (DS) Codice valido ICD9CM di intervento chirurgico/procedura principale (IC) o parto. Fino acinque codici validi ICD9CM di altri interventi e procedure.

83 Le 10 regole per compilare la SDO
Individuare i termini principali Indice alfabetico Individuare i modificatori del termine principale Analizzare le sottovoci elencate al di sotto del termine principale Analizare le note e/oi riferimenti Selezionare un codice Verificare nell’elenco sistematico l’accuratezza di tale codice utilizzare sempre codici a cinque caratteri ove possibile Analizzare i codici appartenti all’intera categoria Esaminare ogni nota illustrativa Assegnare il codice selezionato

84 La SDO ALIMENTA IL FLUSSO INFORMATIVO DEI RICOVERI OSPEDALIERI CON MODALITA’ OMOGENEE ATTRAVERSO L’UNIFORMITA’ DELLA RILEVAZIONE E DELLA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE. E’ UN DOCUMENTO VALIDO PER LA CASISTICA OSPEDALIERA. E’ UN DOCUMENTO INDISPENSABILE PER LA REMUNERAZIONE.

85 Sistema emergenza sanitaria
Un sistema di allarme sanitario Un sistema territoriale di soccorso Una rete di servizi e presidi

86 Sistema di allarme sanitaro
Il Sas è assicurato da una Centrale Operativa alla quale affluiscono tutte le richieste di intervento sanitario in emergenza tramite il numero telefonico nazionale unico 118. Compito della CO è di garantire gli interventi su l territorio di riferimento, di norma provinciale, attivando la risposta ospedaliera 24 h su 24. Tale sistema è attivo su tutto il territorio nazionale

87 Centrale Operativa Ricezione della richiesta di soccorso
Valutazione del grado di complessità dell’intervento da attivare Definisce il grado di criticità dell’evento L’attivazione e il coordinamento dell’intervento Utilizza operatori formati Provvedono per l’83% alla formazione del volontariato.

88 Sistema territoriale di soccorso
Sedi Sedi di postazione dei mezzi di soccorso identificate nel rispetto dei tempi di percorrenza previsti 8 min. area urbana, 20 min. zone extraurbane Tipologia dei mezzi Ambulanze di primo soccorso Ambulanze di soccorso avanzato Centro mobile di rianimazione eliambulanza

89 Reti dei servizi e dei presidi
Punti di prima emergenza fissi o mobili Pronto soccorso ospedaliero DEA I livello (Dipartimento Emergenza-urgenza e Accettazione) DEA II livello

90 Uso improprio del P.S. Accessi a livello nazionale 348x1000
Accessi trasformati in ricovero 19,7% Pertanto sono state emanate le linee guide sul triage intraospedaliero per gli utenti che accedono al PS

91 Assistenza Ospedaliera Riabilitativa e Lungodegenza
Le richieste per tali assistenze sono dovute a malattie muscolo-scheletriche e del tessuto connettivo, alle malattie del sistema nervoso e a malattie dell’apparato circolatorio. Disponibilità attuale posti letto 0,5x1000 Standard previsto 1x1000 abitanti

92 Strutture territoriali per Assistenza riabilitativa e lungodegenze
Centri ambulatoriali di riabilitazione con apporto multidisciplinare medico,psicologico e pedagogico per l’età evolutiva per condizioni di menomazione e/o disabilità Presidi di riabilitazione extraospedaliero a ciclo diurno e/o continuativo per recupero post acuti Residenze sanitarie assistenziali per non autosufficienti per esiti stabilizzazti di malattie fisiche o psichiche o miste non assistibili a domicilio dove viene assicurata assistenza medica, infermieristica, alberghiera, assistenziale

93 L’Hospice:assistenza al malato non più guaribile
“Viviamo in una società che nega la morte. Emarginiamo sia il morente che il vecchio. Ma essi ci ricordano il nostro essere mortali. Noi dovremmo dare alle famiglie e ai pazienti il supporto spirituale, emotivo e finanziario per facilitare l’assistenza finale nelle loro case” F. Wald

94 l’Hospice ovvero il concetto di cure palliative
L’ospice nasce nel 1963 in Inghilterra da un’idea di Dame Sanders, diffusa da Wald nel mondo, negli USA ha un’ ascesa e una organizzazione sempre più organica dagli anni ottanta È un concetto di cure per un particolare tipo di paziente, la cui aspettativa di vita è di poche settimane o qualche mese. Le cure palliative sono cure globali erogate ai pazienti e ai loro familiari da una équipe multidisciplinare, dopo che i medici hanno stabilito che non è possibile la guarigione, che non hanno lo scopo di prolungare la vita, ma di aiutare il paziente e i familiari a giungere al momento finale della morte.

95 Rete di cure palliative
I centri di cure sono strutture per il ricovero ad alta intensità assistenziale e limitata tecnologia Assistenza domiciliare di rete

96 Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS)
Gli IRCCS sono dotati di autonomia e personalità giuridica di diritto pubblico o privato che perseguono finalità di ricerca, unitamente a prestazioni a prestazioni di ricovero e cura di alta specialità. Gli IRCCS possono essere trasformati in Fondazioni aperte alla partecipazione di soggetti pubblici e privati.

97 Sistemi di classificazione dei pazienti
La finalità dei sistemi suddetti è quella di individuare livelli di diagnosi clinica tali da definire raggruppamenti di pazienti omogenei sia per l’aspetto clinico che assistenziale,e di conseguenza anche rispetto al profilo di trattamento atteso. In definitiva serve non solo a descrivere lo stato clinico, ma anche a predire le risorse necessarie al caso in esame.

98 DRG I DRG vengono ideati verso 1978 negli USA dal gruppo di Fetter di Yale. Dal 1983 negli USA diventano per la Medicare il Prospective Payment System:PPS In Italia dal 1/1/1995

99 I DRG o ROD sono il sistema di classificazione dei pazienti in gruppi omogenei per caratteristiche cliniche e assistenziali (sistema isorisorse), per i quali si prevedono uguali ed omogenei profili di trattamenti e di costi.

100 Requisiti della SDO per i DRG
SESSO ETA’ MODALITA’ DI DIMISSIONE CODICE VALIDO ICD9CM DI DIAGNOSI PRINCIPALE (DP) FINO A CINQUE CODICI VALIDI ICD9CM DI ALTRE DIAGNOSI (DS) CODICE VALIDO ICD9CM DI INTERVENTO CHIRURGICO/PROCEDURA PRINCIPALE O PARTO FINO A CINQUE CODICI VALIDI ICD9CM DI ALTRI INTERVENTI E PROCEDURE

101 COME VIENE ASSEGNATO IL DRG?
I casi ai singoli DRG vengono assegnati tramite il DRG –Grouper (semplicemente detto Grouper).

102 Che cosa e’ il Grouper Il Grouper è il software, di proprietà della 3M, che assegna i casi ai singoli DRG, utilizzando i dati presenti nella SDO. Oltre alla determinazione del DRG, tale strumento fornisce informazioni statistiche sulla durata di degenza, sul trim-point (valore massimo di un parametro oltre il quale il parametro stesso è definito abnorme),sul numero degli outlier ( episodi di ricovero anomali per durata di degenza), calcolo dei costi e relative tariffe.

103 Il Sistema dei DRG Lo schema di classificazione delle malattie comprende 489 codici raggruppati in 26 categorie diagnostiche principali (MDC Major diagnostic Categories), ottenute accorpando grandi gruppi di patologie contenute nella ICD-9-CM.

104 LE MDC La diagnosi principale di dimissione determina l’attribuzione ad una ed una sola categoria diagnostica principale (MDC). Le MDC raggruppano le malattie e i disturbi relativi ad un unico organo o apparato. Le pre MDC (es. trapianti; la 24 MDC, traumi multipli; la MDC 25 , da HIV). Le MDC su base eziologica (MDC 18 mal. Infettive) Le MDC sulla base dei dimessi (MDC 15 neonati)

105 Tariffe DRG Ad ogni DRG corrisponde una tariffa con la quale viene pagata la struttura per quel paziente trattato. Le MDC sono divise in mediche e chirurgiche, in quanto le chirurgiche hanno un costo maggiore.

106 “Curare la malattia e fare di tutto per prevenirla sono compiti permanenti del singolo e della società proprio in omaggio alla dignità della persona e all’importanza del bene della salute.” Giovanni Paolo II


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