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IL FUOCO LE MISURE DI PREVENZIONE PROTEZIONE ATTIVA E PASSIVA

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Presentazione sul tema: "IL FUOCO LE MISURE DI PREVENZIONE PROTEZIONE ATTIVA E PASSIVA"— Transcript della presentazione:

1 IL FUOCO LE MISURE DI PREVENZIONE PROTEZIONE ATTIVA E PASSIVA

2 SICUREZZA ANTINCENDIO E GESTIONE DELL’EMERGENZA
D.Lgs. 626/94 e succ.mod. Artt. 13 e 22 D.M. 10 marzo ’98 Artt. 2, 6 e 7

3 (attestato di idoneità rilasciato dal Corpo Nazionale V.V.F.)
Gli addetti alla lotta antincendio ed alla gestione delle emergenze, devono seguire corsi di formazione il cui contenuto minimo è fissato dall’allegato IX del D.M. 10/03/98 Per alcune attività, particolarmente vulnerabili “attività a rischio di incendio elevato” si è ritenuto opportuno sottoporre gli “addetti antincendio” ad un accertamento di idoneità tecnica allo svolgimento delle mansioni (attestato di idoneità rilasciato dal Corpo Nazionale V.V.F.)

4 IL FUOCO Il fuoco è la manifestazione visibile di una reazione chimica
Due elementi (un combustile ed un comburente) reagiscono producendo energia sotto forma di luce e di calore.

5 Combustibile Comburente Temperatura adeguata IL FUOCO
Affinchè la combustione abbia luogo deve sussistere la compresenza di tre elementi essenziali Combustibile Comburente Temperatura adeguata

6 IL COMBUSTIBILE Il combustibile è la sostanza in grado di bruciare in condizioni ambiente normali; Può essere allo stato: Solido (carbone, legno, carta…) Liquido (alcool, benzina, gasolio…) Gassoso (idrogeno, acetilene, metano…)

7 Nella maggior parte dei casi la reazione chimica di combustione ha inizio nello stato gassoso, perché i liquidi e frequentemente anche i solidi sottoposti a riscaldamento emettono vapori combustibili

8 IL COMBURENTE Il comburente è la sostanza che permette al combustibile di bruciare; generalmente si tratta dell’ossigeno contenuto nell’aria allo stato di gas (circa il 21% in volume)

9 LA TEMPERATURA DI INFIAMMABILITA’
Per i combustibili liquidi si definisce “temperatura di infiammabilità” (flash-point) la minima temperatura alla quale essi sono capaci di emettere una quantità di vapori sufficiente a dare con l’aria una miscela in grado di incendiarsi.

10 LA TEMPERATURA DI INFIAMMABILITA’
Quando un legno dolce come quello dell’abete viene riscaldato a circa 250 °C distilla un vapore infiammabile (composto da alcool metilico, acido acetico, acetone…) Nella maggior parte dei casi il legno e molti altri materiali vengono ricoperti con vernici o lacche che si decompongono, con emissione di vapori, a temperature inferiori (circa 100°C)

11 CAMPO E LIMITE DI INFIAMMABILITA’
% La miscela combustibile-comburente (allo stato gassoso) risulta infiammabile quando vengono rispettate determinate proporzioni. Per ogni sostanza combustibile esiste un campo di valori percentuali di miscela con l’aria per i quali la miscela risulta infiammabile (limite di infiammabilità inferiore e superiore).

12 CAMPO E LIMITE DI INFIAMMABILITA’

13 TEMPERATURA DI ACCENSIONE
La temperatura di accensione è la minima temperatura alla quale la miscela combustibile-comburente inizia a bruciare spontaneamente ed in modo continuo senza ulteriore apporto di calore dall’esterno La temperatura di accensione può variare per i materiali solidi in funzione della loro superficie esposta per unità di peso (granulati fini, polveri, trucioli…)

14 L’INNESCO L’innesco è l’elemento che, a contatto con la miscela infiammabile, avvia la reazione di combustione. Può essere costituito da una qualunque sorgente di calore: Fiamme Scintille elettriche, elettrostatiche…. Materiali che si trovano a temperature elevate. I requisiti necessari perché l’innesco sia efficace sono: Temperatura superiore a quella di accensione Apporto di energia termica Durata nel tempo del contatto

15 TEMPERATURA TEORICA DI COMBUSTIONE
La temperatura teorica di combustione è determinata dal più elevato valore di temperatura che la fiamma generata dalla combustione di una sostanza può raggiungere Il valore effettivo della temperatura di combustione dipende dalle modalità e dall’ambiente in cui tale fenomeno si sviluppa.

16 IL FUOCO Il processo di combustione produce una trasformazione dei due elementi che hanno reagito dando origine a nuovi prodotti fortemente tossici. Affinché la reazione abbia inizio, combustibile e comburente devono essere allo stato gassoso oppure devono raggiungere una temperatura opportuna. (Temperatura di infiammabilità)

17 PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE
HշO (VAPORE) I prodotti generati nella combustione dei materiali comuni (oltre l’innalzamento della temperatura, emissione di luce e produzione di energia sotto forma di calore) risultano essere: Anidride carbonica nel caso di una combustione completa (abbondanza di ossigeno); Ossido di carbonio nel caso di una combustione incompleta (carenza di ossigeno);

18 PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE
HշO (VAPORE) Vapore acqueo; Anidride solforosa e solforica in presenza di combustibili contenenti zolfo; Composti intermedi gassosi, spesso molto tossici; Ceneri, costituite da prodotti solidi vari.

19 PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE

20 Non esiste un solo tipo di fuoco!
CLASSI DI FUOCO Non esiste un solo tipo di fuoco! Il fuoco si differenzia per la quantità di calore e per i prodotti di combustione generati; ciò dipende principalmente dalla natura degli elementi combusti. Ogni classe di fuoco richiede opportune azioni ed opportuni materiali nelle attività di spegnimento.

21 CLASSI DI FUOCO In base al tipo di combustibile sono state definite quattro classi di fuoco: La normativa Eurostandard EN2 non comprende tale simbologia ma la stessa fornisce un elemento utile per valutare i limiti e gli interventi antincendio Classe E normativa Eurostandard EN2 non comprende tale simbologia ma la stessa fornisce un elemento utile per valutare i limiti e gli interventi antincendio.

22 CLASSE “A” I fuochi di classe “A” si caratterizzano da reazione di combustibile solido ovvero dotato di forma e volume proprio. La combustione si manifesta con una bassa emissione di fiamma, produzione di brace e di altri prodotti in funzione del materiale combusto.

23 CLASSE “B” I fuochi di classe “B” si caratterizzano da reazione di combustibile liquido, dotato di volume proprio; la forma dipende dal recipiente o dall’invaso che lo contiene. La combustione si manifesta con una alta emissione di fiamma, elevata produzione di gas e vapori, in funzione del liquido combusto.

24 CLASSE “C” I fuochi di classe “C” si caratterizzano da reazione di combustibile gassoso, la cui peculiarità è quella di non avere né forma né volume proprio; I gas combustibili sono molto pericolosi se miscelati in aria per la possibilità di generare esplosioni .

25 CLASSE “D” I fuochi di classe “D” si caratterizzano da reazione di combustibile di metalli alcalini (sodio, potassio, litio…) e alcalini terrosi leggeri(magnesio, manganese, alluminio in polvere…), la cui peculiarità è quella di interagire violentemente con i comuni mezzi di spegnimento in particolare con l’acqua.

26 CLASSE “E” Appartengono ai fuochi di classe “E” quelli di natura elettrica, sono caratterizzati da combustibile di apparecchiature elettriche e sistemi di servizio sotto tensione. Tuttavia va esplicitamente detto che la normativa Eurostandard EN2 non comprende tale simbologia ma la stessa fornisce un elemento utile per valutare i limiti e gli interventi antincendio.

27 MATERIALI ATTRIBUITI ALLE CLASSI DI FUOCO

28 COME SPEGNERE UN INCENDIO
Spegnere un fuoco significa interrompere la reazione di combustione. Per interrompere il processo di combustione è quindi sufficiente eliminare uno dei tre fattori.

29 COME SPEGNERE UN INCENDIO
Soffocamento Separazione Raffreddamento Inibizione chimica

30 COME SPEGNERE UN INCENDIO
SEPARAZIONE Si separa l'area interessata dal fuoco dal resto del combustibile. Per ottenere questa separazione si possono impiegare ripari o barriere non infiammabili, forti getti d’acqua ovvero si può rimuovere i combustibili con mezzi meccanici.

31 COME SPEGNERE UN INCENDIO
SOFFOCAMENTO Sottrazione alla reazione di combustione del comburente. Tali azioni possono essere esercitate mediante applicazione di mezzi incombustibili (coperte antifiamma) oppure sostituendo l’atmosfera presente con gas inerti e privi di ossigeno (anidride carbonica, azoto…)

32 COME SPEGNERE UN INCENDIO
RAFFREDAMENTO Riduzione della temperatura del focolaio al di sotto del valore di accensione Il raffreddamento si esercita applicando nella zona dell’incendio sostanze in grado di assorbire grandi quantità di energia di fatto sottratta alla reazione combustiva Acqua nebulizzata

33 COME SPEGNERE UN INCENDIO
INIBIZIONE CHIMICA Intervento sulla reazione di combustione con speciali sostanze atte a bloccare chimicamente il processo Questa particolare proprietà è caratteristica degli idrocarburi alogenati noti anche come halon (Halon 1301, 1211,…), attualmente sostituiti dagli idrocarburi alogenati ecologici.

34 SOSTANZE ESTINGUENTI ACQUA
E’ la più comune e diffusa sostanza estinguente sia per la facile reperibilità che per il costo praticamente trascurabile. Le principali attrezzature per lo spegnimento degli incendi sono realizzate da tubazioni con acqua a pressione ed erogatori (lance) L’azione estinguente è duplice per la grande sottrazione di calore e l’ottima azione di separazione.

35 ACQUA L’uso dell’ acqua è quindi normalmente limitato agli impianti fissi antincendio (idranti, sprinkler…) E’ molto efficace contro i fuochi di classe “A”, può essere usata per i fuochi di classe “B”, solo se il peso specifico del liquido incendiato è superiore a quello dell’acqua stessa oppure in forma frazionata. L’acqua è un buon conduttore di elettricità e pertanto non può essere usata in presenza di apparecchiature sotto tensione L’acqua non può essere usata contro i fuochi di classe “C” (gas) L’acqua non può essere usata contro i fuochi di classe “D” (metalli) L’acqua non può essere usata contro i fuochi di classe “E” L’acqua non trova impiego in ambienti a temperatura inferiore a 0°C

36 SCHIUMA La schiuma si ottiene miscelando acqua, additivo tensioattivo, aria o altro gas inerte (anidride carbonica, azoto…) La miscelazione del liquido schiumogeno si ottiene mediante sistemi meccanici, presenti negli estintori e nelle lance erogatrici. La schiuma è efficace sui fuochi di classe “A” e “B” fornendo buone azioni di soffocamento e raffreddamento

37 SCHIUMA La schiuma è un buon conduttore di elettricità e pertanto non può essere usata in presenza di apparecchiature sotto tensione La schiuma non può essere usata con efficacia su liquidi infiammabili miscibili con acqua La schiuma non può essere usata in tutti i casi in cui viene escluso l’uso dell’acqua (fuochi di classe “D”) a meno che si faccia uso di specifici schiumogeni appositamente etichettati.

38 ANIDRIDE CARBONICA L’anidride carbonica, alla pressione atmosferica, è un gas inodore e incolore con peso specifico pari ad 1,3 volte quello dell’aria. Viene conservata in bombole allo stato liquido. Nei confronti della combustione si presenta come un inerte e esercita una doppia azione: - Di soffocamento per eliminazione del contatto dell’ossigeno col comburente; - Di raffreddamento per la sottrazione di calore dovuta all’energia assorbita nel passaggio dallo stato liquido a quello gassoso.

39 ANIDRIDE CARBONICA L’anidride carbonica, può essere utilizzata su fuochi di classe “A”, “B” e “C”, senza limitazioni per apparecchiature elettriche sotto tensione. L’anidride carbonica provoca ustioni da congelamento per contatto con parti del recipiente o per esposizione diretta al getto. A causa del repentino raffreddamento non può essere usata su oggetti incapaci di sopportare shock termico L’anidride carbonica provoca asfissia, dopo l’erogazione in ambienti chiusi è necessario provvedere ad una abbondante aerazione

40 POLVERE Le polveri estinguenti sono composte principalmente da sali alcalini (bicarbonato di potassio, fosfato monoammonico…). L’azione delle polveri sul fuoco viene esercitata principalmente per soffocamento e per separazione tra combustibile e comburente; alcuni tipi esercitano anche una azione di inibizione chimica.

41 POLVERE Per ciascuna classe di fuoco esiste un appropriato tipo di polvere estinguente: Classe di fuoco polveri a base di B-C bicarbonato di sodio o di potassio solfato di potassio A-B-C fosfato monoammonico solfato ammonico D cloruro di sodio - potassio Le polveri possono generare fenomeni d’irritazione alle vie respiratorie degli operatori. Le polveri sono invasive e particolarmente pericolose per gli apparati elettronici.

42 AZIONE DI ESTINZIONE Nella figura a fianco è indicata l'efficacia delle sostanze estinguenti in relazione al tipo di azione.

43 EFFICACIA DELLE SOSTANZE ESTINGUENTI
Nella figura è indicata l'efficacia della sostanza estinguente in relazione alla classe di fuoco. Le sostanze estinguenti possono comunque costituire un pericolo per l'uomo ed il loro utilizzo richiede opportune precauzioni

44 I PRESIDI ANTINCENDIO estintore Il successo del primo intervento dipende dalla presenza dei presidi antincendio, dalla loro efficacia, dal corretto uso e dislocazione

45 GLI ESTINTORI Sono mezzi di pronto intervento utilizzabili per l'estinzione di piccoli focolai di incendio. Sono costituiti da un recipiente metallico contenente la sostanza estinguente (anidride carbonica, schiuma o polvere) in pressione. L'efficacia dipende dal tipo di estintore utilizzato e dal corretto utilizzo

46 CARATTERISTICHE GENERALI
Gli estintori si classificano in: Portatili quando sono concepiti per essere portati ed utilizzati a mano con una massa non superiore a 20 Kg. Carrellati quando sono montati su ruote o carrelli e concepiti per essere trainati a mano con una massa non superiore a kg carrellati. (oltre hanno una motorizzazione)

47 NORME TECNICHE A norma del D.M. 20/12/82 ogni estintore deve recare un’etichetta, suddivisa in cinque parti simile a quella riportata in figura, con le seguenti informazioni:

48 CAPACITA’ DI SPEGNIMENTO
La capacità di spegnimento di un estintore, a norma del D.M. 20/12/82 deve essere indicata sull’apparecchio da un numero che si riferisce alle caratteristiche dimensionali del “focolare tipo” che l’estintore è in grado di estinguere per le varie classi di fuoco. La capacità di spegnimento dipende sia dalla carica dell’estintore che dall’efficacia dell’estinguente in relazione alla classe di fuoco

49 CAPACITA’ DI SPEGNIMENTO
Per la classe “A” il focolare tipo è costituito da una catasta di tronchetti a sezione quadrata di lato 39 +/- 2 mm in legno di pino

50 CAPACITA’ DI SPEGNIMENTO
La disposizione dei travetti è tale da formare una catasta il cui fronte ha dimensioni fisse di 440 mm per 546 mm (5 x 14 travetti) mentre la sua lunghezza in dm coincide con la capacità di spegnimento dell’estintore.

51 CAPACITA’ DI SPEGNIMENTO
Per i fuochi di classe “B” i focolari tipo sono realizzati con recipienti metallici cilindrici in acciaio. I recipienti sono impiegati con un fondo d’acqua nella seguente proporzione: 1/3 di acqua 2/3 di benzina.

52 CAPACITA’ DI SPEGNIMENTO
Ogni focolare è distinto da un numero, che rappresenta il volume in litri del liquido contenuto nel recipiente, seguito dalla lettera “B”

53 Estintori portatili a schiuma e a polvere

54 Estintori portatili a CO2
Controllo estintori ogni 6 mesi Revisione completa dipende dai tipi dai 18 ai 72 mesi

55 Estintori idrici con additivo Sealfire
E’ dotato di un ugello speciale che spruzza acqua nebulizzata con alcuni aditivi, senza presentare alcun pericolo su apparecchiature elettriche, molto efficace su fuochi di classe “A” “B” ed “E”

56 Estintori carrellati

57 Estintore carrellato con bombola di gasTwin-agent

58 AZIONE ED USO L’utilizzo di un estintore e la capacità di spegnimento dello stesso va commisurata alle reali condizioni ambientali e ai materiali combustibili interessati. Di fondamentale importanza, nella fase di valutazione, è dunque la scelta dell’agente estinguente in funzione delle ipotesi di sviluppo dell’incendio e dei tempi di intervento

59 Scelta dell’estinguente in funzione delle attività

60 Scelta dell’estinguente in funzione delle attività

61 Numero e disposizione degli estintori
Superficie protetta da un estintore (mq) Capacità estinguente Distanza Max Per raggiungere l’estintore Rischio basso medio elevato 8A 20 < 100 13 A 100 21 A 150 34 A 200 55 A 250

62 Numero e disposizione degli estintori Per raggiungere l’estintore
Fuochi di classe “B” Capacità estinguente Distanza Max Per raggiungere l’estintore Tipo di rischio 89 B 15 Basso 144 B Medio 233 B elevato

63 Come utilizzare un estintore?
In primo luogo ricordare sempre che un estintore è efficace solo su piccoli focolai d'incendio, in caso contrario è necessario far intervenire i VVF. Bisogna poi scegliere l'estinguente adatto al tipo di fuoco che si fronteggia.

64 Come utilizzare un estintore?
Iniziare l'azione di spegnimento dalle zone periferiche del focolaio, dirigendo il getto alla base del fuoco Non erogare né controvento né contro le persone

65 Come utilizzare un estintore?
Se si utilizzano due estintori contemporaneamente, i due getti devono essere paralleli o al più formare un angolo di massimo 90°

66 Come utilizzare un estintore?
Se si utilizza l'estintore su liquido infiammato, in un recipiente aperto, dirigere il getto contro la parete opposta del recipiente per evitare spandimenti del liquido

67 IDRANTI

68 Impianti fissi Gli impianti fissi di spegnimento possono utilizzare sostanze estinguenti di vario genere, in funzione delle caratteristiche degli ambienti di lavoro (acqua, anidride carbonica, idrocarburi alogenati…) Sono generalmente collegati ad un impianto di rilevazione automatica o ad un sistema di attivazione centralizzato. Non richiedono l’intervento diretto in loco del personale addetto, in molti casi, date le caratteristiche dell’estinguente è obbligatoria l’evacuazione dei locali.

69 Cosa fare in caso di incendio?
Incendi di modeste dimensioni Intervenire tempestivamente con gli estintori Avvertire gli addetti alla prevenzione incendi Allontanare dalla zona prossima al focolaio eventuali materiali infiammabili A fuoco estinto controllare che le braci siano totalmente spente Arieggiare i locali

70 Cosa fare in caso di incendio?
Incendi di vaste proporzioni Dare l'allarme e far allontanare le persone Fermare gli impianti di ventilazione e condizionamento Interrompere l'alimentazione elettrica e del gas Azionare gli impianti fissi di spegnimento Avvertire gli addetti della squadra antincendio e i VVFF Allontanare dalla zona di incendio i materiali infiammabili Soccorrere i feriti

71 Come ridurre i rischi di incendio
Evitare l'accumulo di materiali infiammabili nelle zone ove esiste un pericolo di incendio Non fumare in locali dove sono depositati o accumulati materiali infiammabili

72 Come ridurre i rischi di incendio
Non effettuare lavorazioni che producono calore o scintille (come la saldatura) in prossimità di accumuli di materiale infiammabile

73 Come ridurre i rischi di incendio
Se si effettuano lavorazioni che producono calore o scintille in locali ove siano presenti materiali infiammabili utilizzare schermi e ripari idonei

74 Come ridurre i rischi di incendio
Disporre estintori nelle aree in cui sono presenti materiali infiammabili Mantenere sgombre da ostacoli le vie di accesso ai presidi antincendio e le uscite di sicurezza


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