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MENTE, SÉ E RELAZIONE NEI CLASSICI DELLA PSICOLOGIA

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Presentazione sul tema: "MENTE, SÉ E RELAZIONE NEI CLASSICI DELLA PSICOLOGIA"— Transcript della presentazione:

1 MENTE, SÉ E RELAZIONE NEI CLASSICI DELLA PSICOLOGIA
Corso di PSICOLOGIA GENERALE (12CFU) a.a Prof.ssa Elena CALAMARI MENTE, SÉ E RELAZIONE NEI CLASSICI DELLA PSICOLOGIA Il corso intende illustrare il percorso storico che, dalla concezione fenomenologica della mente cosciente di W. James, attraverso la rilettura del concetto di sé da parte di G.H. Mead, porta al primato della relazione con l’altro nel pensiero di L.S. Vygotskij. Si affronterà inoltre il tema dei modelli della relazione interpersonale, intesa come processo strutturante la personalità (dalla distinzione psicoanalitica tra relazione narcisistica e oggettuale alla teoria dell’attaccamento e ai contributi della psicologia della comunicazione), con particolare riferimento alla relazione complementare e gerarchica di dipendenza dal caregiver nell’infanzia. Si vedrà come, grazie all’incontro con l’altro, simile ma diverso da sé, la predisposizione all’intersoggettività si sviluppi verso il superamento dell’egocentrismo piagetiano e l’attribuzione di stati intenzionali autonomi agli altri e a se stessi (teoria della mente), aprendo la soggettività alla cooperazione paritetica flessibile nel riconoscimento delle differenze individuali.

2 Testi d’esame (per frequentanti)
Freud S. (1914) Introduzione al narcisismo, in Opere, vol.7, Boringhieri, Torino, 1975, pp (anche in volumetto BB) James W. (1890) Il flusso di coscienza. I Principi di psicologia. capitoli IX e X. Mondadori, Milano, JAM Mead G. H. (1934) Mente, sé e società, Giunti, Firenze, 1966, Parte terza. Il sé, pp MEA e bis Piaget J. (1923, 1947) La misura del linguaggio egocentrico negli scambi verbali con l’adulto e in quelli dei bambini tra loro, in Il linguaggio e il pensiero nel fanciullo. Giunti, Firenze, 1962, Cap. 2, pp PIA lin Vygotskij L.S. (1925) La coscienza come problema nella psicologia del comportamento, Storia e critica della psicologia, I (1), 1980, pp (fotocopie ) Wertheimer M. (1945) Due ragazzi giocano al volano, in Il pensiero produttivo. Giunti-Barbèra, Firenze, 1965, cap.7, pp WER

3 Testi a scelta (2 per i frequentanti, 4 per i non frequentanti)
Calamari E. (2013) Soggettività in relazione. Una prospettiva psicologica, Edizioni ETS, Pisa. Camaioni L. (a cura di), La teoria della mente. Origini, sviluppo e patologia, Laterza, Roma-Bari, 1995. Damasio A. (2010) Il sé viene alla mente. La costruzione del cervello cosciente, Adelphi, Milano, 2012. Eagle M.N. (2011) Da Freud alla psicoanalisi contemporanea. Critica e integrazione, Cortina, Milano, 2012. Edelman G. (2004) Più grande del cielo. Lo straordinario dono fenomenico della coscienza, Einaudi, Torino. Holmes, J. (1994) La teoria dell'attaccamento. John Bowlby e la sua scuola, Cortina, Milano, 1996. Liotti G. (1994) La dimensione interpersonale della coscienza, Carocci, Roma, 1998. Mead G. H. (1934) Mente, sé e società, Giunti, Firenze, 2010. Minsky M. (1985), La società della mente, Adelphi, Milano, 1989. Mitchell S.A (2000) Il modello relazionale. Dall’attaccamento all’intersoggettività, Cortina, Milano, 2002. Ryle G. (1949), Il concetto di mente. Laterza, Roma-Bari, 2007. Tomasello M. (2008) Le origini della comunicazione umana. Cortina, Milano, 2009. Vygotskij L.S. (1934) Pensiero e linguaggio, Laterza, Roma-Bari, 1992. Watzlawick P., Beavin J.H., Jackson D.D .(1967) Pragmatica della comunicazione umana. Astrolabio, Roma, 1971.

4 Manuali di riferimento
Gray P. (2011) Psicologia, Zanichelli, Bologna, 2012 Mecacci L. (2008) Manuale di storia della psicologia, Giunti, Firenze. Programma consigliato per i non frequentanti: Calamari E. (2013) Soggettività in relazione. Una prospettiva psicologica, Edizioni ETS, Pisa. Holmes, J. (1994) La teoria dell'attaccamento. John Bowlby e la sua scuola, Cortina, Milano, 1996. Vygotskij L.S. (1934) Pensiero e linguaggio, Laterza, Roma-Bari, 1992. Freud S. ( ) Introduzione alla psicoanalisi (in Opere vol.8, pp ); (1932) Introduzione alla psicoanalisi. Nuova serie di lezioni (in Opere vol.11, pp ), Boringhieri, Torino. Scelte differenti possono essere concordate con il docente.

5 La struttura del manuale di PSICOLOGIA GENERALE
Storia, oggetto (prospettive) e metodi di ricerca Basi biologiche, organizzazione del SN, genetica e evoluzione Sviluppo psicologico personalità PROCESSI COGNITIVI: sensazione e percezione attenzione + (coscienza) apprendimento memoria e immaginazione pensiero e linguaggio intelligenza + decisione PROCESSI AFFETTIVI E MOTIVAZIONALI: motivazione e conflitto emozione (stress e salute Psicopatologia)

6 Le origini della psicologia
Il termine PSICOLOGIA (scienza dell’anima) viene introdotto alla fine del XVI° secolo, quando nasce la scienza moderna Il DUALISMO di Cartesio fra res cogitans e res extensa consente di studiare l’uomo come macchina L’empirismo inglese (Locke, Hume, J. Mill, J. Stuart Mill) rivolge l’indagine sui PROCESSI Gli “ideologi” francesi (Condillac, Buffon, Cabanis) paragonano l’ORGANISMO umano a quello animale In Germania J.F. Herbart afferma la necessità della MISURAZIONE dei fatti psichici

7 La psicologia secondo Kant (Lezioni di psicologia, 1786)
Una psicologia scientifica è impossibile perché: -studia i fenomeni del senso interno, che hanno solo la dimensione del tempo e non quella dello spazio, quindi non si può applicare loro la matematica -i fatti psichici possono essere scomposti solo in via ipotetica (non come le sostanze chimiche), sono incomunicabili e, se vengono riferiti, sono deformati dall’introspezione

8 Il concetto di soglia Il filosofo neo-kantiano J.F. Herbart (1825) formula il concetto qualitativo di SOGLIA DI COSCIENZA, che la fisiologia dei sensi traduce in termini quantitativi. Osservazione qualitativa: si percepisce un aumento di illuminazione se si accende una candela in una sala buia, ma non se ci sono già molti candelieri accesi. SOGLIA ASSOLUTA è la quantità minima di stimolazione che produce una SENSAZIONE (gli stimoli fisici subliminari non sono percepiti coscientemente).

9 Legge di Weber-Fechner
LA PSICOFISICA E. Weber (1834) studia la soglia dei due punti (distanza spaziale sulla pelle) e la minima differenza percepibile nella modalità tattile, dimostrando il rapporto costante tra variazione e stimolo che produce una differenza: la SOGLIA DIFFERENZIALE è proporzionale allo stimolo di partenza G. Fechner (1860) generalizza ad altre variabili fisiche e modalità sensoriali la funzione matematica che mette in relazione la sensazione (Sinneswahrnehmung) con lo stimolo (Reiz) Legge di Weber-Fechner S = k log R + C

10 Determinazione della soglia
-METODO DELL’ERRORE MEDIO: il soggetto aggiusta uno stimolo variabile finché lo percepisce uguale a uno stimolo costante, compiendo un errore la cui media indica la soglia differenziale -METODO DEGLI STIMOLI COSTANTI (o dei casi veri e falsi): il soggetto confronta due stimoli, p.es. due pesi, e deve dire se uno è più pesante o leggero dell’altro. Si determina la differenza nel punto in cui il soggetto risponde correttamente tra il 50% e il 75% dei casi -METODO DEI LIMITI ( o delle minime differenze percepibili): si presentano due stimoli e si aumenta o si diminuisce uno di essi finché il soggetto dice di percepire una differenza. La media delle minime differenze percepibili è la soglia differenziale S.S. Stevens (1956) ha introdotto il METODO DELLA STIMA DI GRANDEZZA, dove lo sperimentatore presenta uno stimolo e ne comunica l’intensità al soggetto. Questi deve poi stimare gli stimoli successivi in reìazione al primo (se è 20, il doppio, è 40, ecc.)

11 Stevens (1956) ha formulato la LEGGE DELLA POTENZA, che permette di includere l’andamento sensazione-intensità della scossa elettrica.

12 I tempi di reazione Nel 1796 l’astronomo dell’osservatorio di Greenwich, Maskelyne, licenziò il suo assistente Kinnerbrook a causa degli errori di rilevazione al telescopio. Vent’anni dopo F. Bessel, riflettendo sull’influenza dei tempi fisiologici nell’osservazione dei pianeti, formulò il concetto di EQUAZIONE PERSONALE Il fisiologo S. Exner (1871) chiama “TEMPO DI REAZIONE” l’intervallo di tempo fra la presentazione di uno stimolo e la risposta del soggetto, cioè la LATENZA di essa Esperimento di H. von Helmholtz sulla velocità di conduzione delle fibre nervose: -il soggetto riceve uno stimolo elettrico e deve premere un pulsante -stimolando in successione due punti di un arto, la velocità dell’impulso nervoso è data dal rapporto tra la distanza dei punti di applicazione e la differenza fra i tempi di reazione -non tiene conto del diametro delle fibre Lo studioso di oculistica olandese F.C. Donders (1868) generalizza il METODO SOTTRATTIVO alla misura della DURATA dei processi mentali. Questa sarà poi considerata, dal primo COGNITIVISMO, come un indicatore di complessità dei compiti cognitivi.

13 Il “genio vittoriano” fondatore dell’eugenetica
Sir Francis Galton ( ) Il “genio vittoriano” fondatore dell’eugenetica Hereditary genius (1869) inizia con "Mi oppongo nel modo più incondizionato alla supposizione di una uguaglianza naturale". Le differenze interindividuali non vanno negate ma studiate (e quindi accettate). Inquiries into human faculty and its development (1883) passeggiata in Pall Mall, per studiare l'associazione di idee Nel 1884 allestisce un Laboratorio antropometrico all’Esposizione universale di Londra, dove effettua misure psicofisiche e psicometriche (di capacità mentali primarie, tempi di reazione ecc.). Galton applica alla psicologia i metodi statistici di Quétélet e inventa il calcolo della correlazione tra due serie di misure.

14 La passeggiata in Pall Mall
Lungo i 400 metri di percorso in una strada di Londra, Galton notò circa 300 oggetti ai quali associare un’idea e fu sorpreso perché gli si presentarono alla mente fatti di tutta la sua vita, anche particolari che credeva dimenticati e immagini risalenti all’infanzia e all’adolescenza. Ripetendo la passeggiata, gran parte delle associazioni erano le stesse, compresi i molti ricordi autobiografici ESPERIMENTO Dopo aver annotato 75 parole, ciascuna su una strisciolina di carta, e averle dimenticate, le lesse una per volta, annotando sistematicamente il tempo di latenza dell’associazione e le prime due risposte. Inventò così il test di associazione verbale Galton ripetè l’esperimento quattro volte, a distanza di un mese, calcolando la velocità dell’associazione (tempo di latenza da 1,4 a 4 sec.). Il 57% delle idee erano specifiche e provenienti da ricordi d’infanzia. Il 23% delle parole davano luogo alla stessa associazione nelle 4 prove. I ricordi erano spesso “idee cumulative” o “immagini generiche”, come nella tecnica del ritratto di famiglia.

15 Distribuzione normale, curva a campana di Gauss
34,13% 13,59% 2,14% 0,13% Valore z (numero di deviazioni standard dalla media)

16 Distribuzione normale
alta variabilità bassa variabilità FREQUENZA VALORE Indici di variabilità: range deviazione quadratica media o varianza deviazione standard = varianza

17 IL TEST DELLE ASSOCIAZIONI VERBALI
Introdotto da F. Galton, lega tra loro PSICOLOGIA SPERIMENTALE, PSICOPATOLOGIA e PSICOLOGIA GIUDIZIARIA o FORENSE C.G. Jung inizia a pubblicare nel 1904 il suo studio sull’associazione di parole negli psicotici cronici, che amplia la TECNICA DELLE ASSOCIAZIONI LIBERE usata nell’analisi dei sogni della psicoanalisi freudiana. La considera una tecnica di PSICOPATOLOGIA SPERIMENTALE, capace di individuare i nuclei dei COMPLESSI anche in pazienti dal linguaggio deteriorato. Il metodo motorio combinato di Lurija mostra lo sfasamento tra risposta motoria e verbale come indicatore di CONFLITTO. La LATENZA prolungata della risposta verbale viene studiata nell’ambito della DIAGNOSTICA DEL FATTO (di cui si occupano Wertheimer nel 1905 e Freud nel 1906) e della PSICOLOGIA DELLA TESTIMONIANZA (W .Stern, L. Biswanger 1904, V. Benussi, 1914). La latenza dell’associazione risulta correlata alle risposte fisiologiche concomitanti (riflesso psicogalvanico e respirazione) come indicatori di una reazione emozionale. La latenza dell’associazione si avvia a diventare un indizio di emozione intensa e così verrà utilizzata dalle tecniche di registrazione poligrafica della macchina della verità o LIE DETECTOR. V. Esperimento di Bruner e Postman, 1947.

18 La ricerca di H. Ebbinghaus (1850-1909) sulla memoria
Materiale: 2300 terne di lettere dell’alfabeto, consonante-vocale-consonante, scelte casualmente e in successione a costituire liste di diversa lunghezza: BAZ FUB ZIR DAC VUM PID CAL SUG VAB TUV ZOB GEC CIV Metodo di apprendimento: memorizzazione meccanica seriale di LISTE DI SILLABE SENZA SENSO, lette a velocità uniforme con un ritmo rapido e ripetute fino ad apprendimento perfetto (numero di ripetizioni costante per unità di tempo) Test di memoria: rievocazione seriale e per coppie associate Misure: RISPARMIO DI RIAPPRENDIMENTO, cioè differenza fra il tempo impiegato ad apprendere una lista la prima volta e poi per riapprenderla a distanza di tempo

19 (1885) Über Gedächtnis Verifica del PRINCIPIO DI FREQUENZA DELLE ASSOCIAZIONI secondo il quale un'associazione è tanto più forte quante più volte l’ESPERIENZA DELLA CONTIGUITÀ spazio-temporale è stata ripetuta: il NUMERO DI RIPETIZIONI necessarie per apprendere il materiale cresce con la sua DIFFICOLTÀ. Apprendere 80 sillabe senza senso è 9 volte più difficile che apprendere 80 sillabe del Don Juan di Byron (materiale significativo) EFFETTO DELLA LUNGHEZZA del materiale da ricordare, che aumenta la difficoltà e il tempo medio di apprendimento per ogni sillaba Ampiezza o SPAN di memoria immediata: dopo una sola lettura vengono ricordate 7 sillabe EFFETTO DELLE RIPETIZIONI o del TEMPO dedicato all’apprendimento: il materiale superappreso, con un numero di ripetizioni superiore al necessario, viene ricordato meglio più a lungo

20 Curva dell’oblio (percentuale di materiale ricordato in funzione dell’intervallo di ritenzione, cioè del tempo trascorso dopo l’apprendimento ) 100 80 60 % 40 20 20 minuti 1 ora 8 ore 2 giorni 31 giorni

21 Ipotesi del tempo totale: rapidità dell’apprendimento
Recitando al ritmo di due sillabe e mezzo al secondo un elenco di 16 sillabe (ogni giorno un elenco nuovo) per 8, 16, 24, 32, 53, 64 ripetizioni e riapprendendolo il giorno dopo, Ebbinghaus trovò che LA QUANTITÀ DI MATERIALE APPRESO DIPENDE DAL TEMPO DEDICATO ALL’APPRENDIMENTO Pratica massiva / frazionata L’ESERCIZIO DISTRIBUITO (poco e spesso) è più efficace di quello CONCENTRATO EBBINGHAUS EFFETTUÒ LA SUA RICERCA SU SE STESSO, OGNI GIORNO ALLA STESSA ORA PER ANNI, CON TALE RIGORE CHE I SUOI RISULTATI SONO STATI SEMPRE REPLICATI E CONFERMATI IN ESPERIMENTI SU AMPI GRUPPI

22 Riepilogo storico “La psicologia è una disciplina dalla breve storia ma dal lungo passato” (Ebbinghaus 1908) L’esigenza kantiana di quantificazione viene realizzata, per quanto riguarda la sensazione, dalla psicofisica di Weber e Fechner, che si pone in continuità con la ricerca di fisiologia dei sensi. Galton e Ebbinghaus fanno ricerca su se stessi, contro l’argomento del sociologo A. Comte (1830), secondo il quale nella scienza positiva soggetto e oggetto dell’osservazione devono essere distinti e separati. Sfidano inoltre il veto wundtiano circa l’uso del metodo sperimentale per quanto riguarda memoria e linguaggio. Sul piano filosofico l’associazionismo empirista sarà vincente, insieme alla diffidenza per l’introspezione, nell’antipsicologismo del Novecento. Il ricorso all’esperienza fenomenica, tuttavia, non può essere evitato quando si studiano i processi mentali e la coscienza del soggetto psicologico, e la corrente fenomenologica, inaugurata da Brentano, si afferma nella psicologia della percezione della scuola di Berlino (Gestaltpsychologie).

23 Qualità primarie e secondarie
Distinzione di J. Locke, che la riprende da Galileo: QUALITÀ PRIMARIE (possedute dai corpi sia che le percepiamo o meno e di cui trattano le leggi fisiche): grandezza, figura, numero, situazione, movimento. QUALITÀ SECONDARIE (che dipendono dal soggetto e risultano dall’azione che i corpi esercitano sui sensi): caldo-freddo, colore ecc.. Esperienza delle tre bacinelle: se tengo la mano sinistra nell’acqua fredda e la destra nell’acqua calda, poi le immergo ambedue nella stessa bacinella di acqua tiepida, la sentirò calda con la sinistra e fredda con la destra.

24 L’empirismo inglese sposta l’accento dalla natura ontologica della “cosa che pensa” (Taylor, 1989) all’attività psichica e all’analisi del processi mentali J. Locke ( ) riduce l’io a continuità della coscienza, grazie alla connessione psicologica, al legame della memoria, e studia l’understanding Secondo D. Hume ( ) l’introspezione ci rivela un fascio di percezioni distinte e nessun io unitario e permanente, suggerendo che l’identità che ascriviamo alla mente umana è fittizia. Svolta naturalistica che permette lo studio scientifico dei contenuti mentali, impressioni e idee, e delle leggi di associazione e combinazione delle idee semplici in idee complesse. Metafora della mente come teatro. ASSOCIAZIONISMO James Mill ( ) John Stuart Mill ( ) Alexander Bain ( )

25 Sensazione (percezione) e percezione (appercezione)
G.A. Miller (1962) sostiene che non si tratta di processi differenti, ma di modi di descrivere l’esperienza con linguaggi diversi, e fa una parodia della disputa tra APPROCCIO ASSOCIAZIONISTICO e FENOMENOLOGICO. Immaginate di esservi recati a visitare un laboratorio psicologico verso il 1915: appena entrati, uno psicologo vi viene incontro e vi chiede che cosa vedete sul tavolo. “Un libro” “D’accordo, è un libro, - dice - ma che cosa vede realmente?” “Che intende dire? – chiedete disorientati – è un libro piccolo con la copertina rossa.” Mi descriva il più precisamente possibile ciò che vede, né di più né di meno.” A questo punto diventate sospettosi. “Beh - dite – da questo angolo la copertina del libro appare come un parallelogramma rosso scuro.” “Sì – egli dice compiaciuto – lei vede una macchia rosso scura a forma di parallelogramma. Che altro?” “C’è un bordo grigio biancastro al di sotto e ancora sotto una linea rossa. Al di sotto vedo il tavolo.” Egli sobbalza. “Intorno vedo un color marrone intersecato di striscie ondulate più chiare, pressappoco parallele.” “Bene, bene!” conclude lui, e vi ringrazia. Wundt avrebbe commentato: “Grazie per avermi aiutato a confermare la mia teoria sulla percezione, dimostrando che il libro che vede non è che un composto di sensazioni elementari, esprimendosi in termini di forme colorate, e non di oggetti.” E Brentano, o William James avrebbero obiettato: “Sciocchezze! Chiunque sa che il libro è il fatto primario, immediato, diretto, decisivo, percepibile con tutto il suo significato.”

26 La relazione fra soggetto e oggetto
Per oggetto si intende uno stimolo fisico nell’ambiente (environment ingl., Umwelt ted., milieu fr.), anche l’altra persona. Il gestaltista K. Koffka (1935) distingue l'ambiente geografico e quello comportamentale. Un cavaliere attraversa al galoppo una pianura innevata e arriva sfinito a una locanda. Il locandiere gli chiede da quale direzione sia arrivato e lo informa che ha appena attraversato a cavallo il lago di Costanza ghiacciato. A questo punto il cavaliere cade svenuto per la paura: al di là dell'ambiente geografico "vi è una seconda accezione del termine ambiente, in base alla quale il nostro cavaliere non cavalcò affatto attraverso il lago, ma cavalcò in una normale pianura coperta di neve" che era il suo ambiente comportamentale (altrimenti sarebbe stato ben più circospetto). La Gestaltpsychologie distingue mondo fisico e mondo fenomenico, che appare al soggetto percipiente. Il processo percettivo avviene secondo leggi e si possono evidenziare strani fatti psicologici (fenomeni che appaiono a tutti) di scostamento fra i due piani. Quando accade al singolo soggetto di vedere fantasmi….

27 Il triangolo “fantasma” di G. Kanizsa
è un fenomeno che appare a tutti

28 Le qualità terziarie o fisiognomiche secondo la Gestalt
Il salice “piangente”….. secondo Claude Monet Il singolo soggetto può trasfigurare nella produzione artistica la sua visione della realtà

29 La profondità visiva Il gradiente di tessitura come indizio prospettico di profondità monoculare (James Gibson) e indicatore dell’inclinazione di una superficie Il precipizio apparente, coperto da un vetro trasparente, nella ricerca di di Eleanor Gibson

30 La percezione come flusso ottico e la prospettiva soggettiva
J.J. Gibson (1978) Un approccio ecologico alla percezione visiva Gibson lavorò all’addestramento dei piloti d’aereo tramite simulazioni di volo, usando filmati girati con la telecamera soggettiva, e rivoluzionò la psicologia della percezione. Da notare che il soggetto in movimento coglie gli invarianti ambientali (dimensioni fisiche) a partire dalle trasformazioni del flusso ottico e percepisce direttamente il proprio corpo, ad esclusione del volto, che può vedere soltanto riflesso in uno specchio.

31 1874 Wilhelm Wundt (1832-1920) Franz Brentano (1838-1917)
Grundzüge der physiologischen Psychologie Psychologie vom empirischen Standpunkt

32 Le due psicologie di Wilhelm Wundt (1832-1920)
Nel 1879 Wundt fonda il laboratorio di Lipsia. La PSICOLOGIA SPERIMENTALE O FISIOLOGICA studia i contenuti della mente individuale (sensazione e percezione) con il metodo dell’introspezione (Selbstbeobachtung), un guardarsi dentro rigoroso riferito con una precisa terminologia. I “prodotti dello spirito” (lingua, miti, costumi) non possono essere studiati sperimentalmente ma con il metodo dell’osservazione (Beobachtung) dalla PSICOLOGIA DEI POPOLI (Völkerpsychologie) PSICOLOGIA FISIOLOGICA METODO DELL’INTROSPEZIONE PSICOLOGIA DEI POPOLI METODO DELL’OSSERVAZIONE

33 W. Wund e il suo gruppo di ricerca

34 Esperimento Osservazione METODI DI RICERCA
Situazione controllata con variabili note Lo sperimentatore -produce o manipola il fenomeno -verifica ipotesi di relazione causa-effetto fra variabili indipendenti e variabile dipendente -assegna i soggetti in modo casuale al gruppo sperimentale e a quello di controllo Osservazione Situazione naturale o strutturata L’osservatore -registra un fenomeno dato e ne codifica gli aspetti rilevanti -usa interviste e questionari -misura il grado di associazione tra variabili (correlazione)

35 Introspezione sperimentale (dal latino introspicere = guardarsi dentro)
Metodo dell’ AUTOOSSERVAZIONE SISTEMATICA (T. Brown, 1820) per l’ accesso ai contenuti della propria esperienza cosciente Caratteristiche: -resoconto immediato -possibilità di replicare il dato -limitazione dei giudizi -addestramento degli osservatori -evitare l’errore dello stimolo -analisi per componenti semplici L’introspezione sistematica guidata dall’Aufgabe (disposizione, set) di O. Külpe a Würzburg porta al dibattito sul pensiero senza immagini e alla crisi della psicologia degli anni ’20 del novecento. Gli errori dell’introspezione, denunciati da Nisbett e Wilson (1977) aprono la strada al revival della coscienza e all’inconscio cognitivo

36 ERRORE DELLO STIMOLO nella psicologia della percezione
Definizione di E. Titchener (1905) Commette ERRORE DELLO STIMOLO il soggetto che, nell’analizzare la propria esperienza diretta, scambia gli elementi sensoriali primari con la loro associazione dovuta all’esperienza, descrivendo gli oggetti anziché gli elementi che li costituiscono (elementismo associazionista) ERRORE DELL’ESPERIENZA è attribuire agli stimoli, distali o prossimali, qualità dei percetti (p.es. proprietà fenomeniche come freddo-caldo, che sono qualità secondarie dovute alle modalità del funzionamento sensoriale) Versione del gestaltista W. Köhler (1929) ERRORE DELLO STIMOLO è confondere la nostra conoscenza delle condizioni fisiche dell'esperienza sensoriale con questa esperienza come tale, descrivendo ciò che si sa anziché ciò che si vede (la totalità fenomenica).

37 Gli allievi di Brentano di Wundt C. Stumpf (Berlino)
S. Freud (Vienna) C. Von Ehrenfels A. Meinong (Graz) M. Wertheimer (Berlino) E. Husserl E. Titchener (Cornell Un.) H. Ebbinghaus H. Münsterberg (Harvard)

38 Il soggetto sperimentale in psicologia (K. Danziger, 1990)
La pratica di ricerca del laboratorio di Lipsia ha due modelli: -la fisiologia che studia la coscienza privata individuale in condizioni di stimolo controllate -la comunità universitaria tedesca con la partecipazione degli studenti alla ricerca La ricerca su se stessi richiede divisione dei ruoli (all’inizio intercambiabili) e interazione tra -lo sperimentatore-osservatore (Beobachter, observer) che legge gli strumenti -il soggetto sperimentale (Versuchperson, subject) che dà i giudizi sensoriali semplici e rappresenta la coscienza in generale (oggi si parla di partecipanti agli esperimenti).

39 MODELLO WUNDTIANO. Prevede l’interscambio di ruoli tra sperimentatore e soggetto, che risulta protetto, ma va in crisi per il conflitto tra i risultati prodotti nei diversi laboratori MODELLO DELL’ESPERIMENTO CLINICO sull’ipnosi in Francia. Si instaura su un rapporto medico-paziente tra psichiatra maschio e isterica femmina (Charcot), psicologo adulto-soggetto bambino (Binet) ed è caratterizzato dall’INFERIORITÀ DI POTERE del soggetto. All’origine della PSICOTERAPIA MODELLO DELLA MISURAZIONE ANTROPOMETRICA di Galton (1884): La prestazione individuale è un INDICE DI CAPACITÀ su base biologica, con competizione interindividuale: Emerge la natura statistica dell’informazione e l’importanza dell’assegnazione di valori quantitativi confrontabili alle prestazioni. All’origine della PSICOMETRIA

40 La relazionalità del dato in psicologia
Alfred Binet ( ) studiò la suggestionabilità dei bambini che si mostrano particolarmente influenzabili e compiacenti quando un adulto li interroga e tendono a rispondere accogliendo i suggerimenti impliciti nelle domande. Ciò che il soggetto riferisce della propria esperienza (self-report verbale) dipende da quello che gli si chiede, come dimostra la psicologia della testimonianza, e dalla relazione con l’altro (la sua autorevolezza, il suo potere) nella comunicazione interpersonale. Un allievo di Binet, V. Henri, pubblicò insieme alla moglie l’ articolo sui ricordi infantili ripreso da Freud (1896), in Ricordi di copertura

41 La nascita dei test psicologici
Nel 1901 Alfred Binet fu incaricato dal Ministero dell’istruzione francese di costruire uno strumento per diagnosticare anticipatamente il cattivo rendimento scolastico dei bambini da inserire in classi differenziali Sul modello della pratica sociale dell’esame, universitario o medico, nacque il primo TEST D’INTELLIGENZA, composto da prove (item) di tipo scolastico. Indipendentemente dall’età cronologica, al soggetto viene attribuita l’ ETÀ MENTALE corrispondente alle prove che è in grado di superare. Il Quoziente Intellettivo (Q.I.) è definito da Stern come il rapporto tra ETÀ MENTALE ed ETÀ CRONOLOGICA Secondo Danziger, lo sviluppo dei test mentali portò alla ridefinizione del problema delle DIFFERENZE INDIVIDUALI nei termini di un CONFRONTO DI PRESTAZIONI. Il modello di normalità del soggetto medio va nella direzione del controllo sociale.

42 di LIVELLO e di PROFITTO di PERSONALITÀ
I test psicologici sono COMPITI STANDARDIZZATI (problemi e domande uguali per tutti), che devono avere le seguenti caratteristiche, da verificare empiricamente: VALIDITÀ in base a un criterio (come i giudizi degli insegnanti nel caso dell’intelligenza misurata da Binet, costrutto teorico definibile in molti modi, tanto che uno psicologo disse “è quello che il mio test d’intelligenza misura”); ATTENDIBILITÀ o FEDELTÀ (stabilità dei risultati a breve distanza temporale. Poiché ripetere il test produce per lo più effetti di apprendimento si costruiscono test equivalenti o si usa la tecnica dello split-half). La DEFINIZIONE OPERATIVA di una varabile psicologica da inserire in una ricerca consiste nell’individuarne gli indicatori obiettivi e comportamentali osservabili, o ridurla ad essi, ovvero costruire lo strumento per misurarli (per esempio, la fame come tempo trascorso dall’ultimo pasto, l’aggressività infantile come frequenza di azioni come strappare un giocattolo a un altro bambino ecc., descritti ed elencati con precisione. A partire dai dati raccolti in una ricerca osservativa preliminare è possibile costruire questionari e test. Tipi di test: di LIVELLO e di PROFITTO di PERSONALITÀ I test dovrebbero fornire una diagnosi obiettiva e una descrizione delle peculiarità di un individuo in termini di differenze interindividuali quantificabili, consentendo un confronto con altri soggetti.

43 1. I prefer to do things with others rather than on my own.
Un questionario autosomministrabile in Internet: l’AQ test (Baron-Cohen et al., 2001) 1. I prefer to do things with others rather than on my own. 2. I prefer to do things the same way over and over again. 3. If I try to imagine something, I find it very easy to create a picture in my mind. 4. I frequently get so strongly absorbed in one thing that I lose sight of other things. 5. I often notice small sounds when others do not. 6. I usually notice car number plates or similar strings of information. 7. Other people frequently tell me that what I’ve said is impolite, even though I think it is polite. 8. When I’m reading a story, I can easily imagine what the characters might look like. 9. I am fascinated by dates. 10. In a social group, I can easily keep track of several different people’s conversations. 11. I find social situations easy. 12. I tend to notice details that others do not. 13. I would rather go to a library than to a party. 14. I find making up stories easy. 15. I find myself drawn more strongly to people than to things. 16. I tend to have very strong interests, which I get upset about if I can’t pursue. 17. I enjoy social chitchat. 18. When I talk, it isn’t always easy for others to get a word in edgewise. 19. I am fascinated by numbers. 20. When I’m reading a story, I find it difficult to work out the characters’ intentions. 21. I don’t particularly enjoy reading fiction. 22. I find it hard to make new friends. 23. I notice patterns in things all the time. 24. I would rather go to the theater than to a museum. 25. It does not upset me if my daily routine is disturbed.

44 26. I frequently find that I don’t know how to keep a conversation going.
27. I find it easy to “read between the lines” when someone is talking to me. 28. I usually concentrate more on the whole picture, rather than on the small details. 29. I am not very good at remembering phone numbers. 30. I don’t usually notice small changes in a situation or a person’s appearance. 31. I know how to tell if someone listening to me is getting bored. 32. I find it easy to do more than one thing at once. 33. When I talk on the phone, I’m not sure when it’s my turn to speak. 34. I enjoy doing things spontaneously. 35. I am often the last to understand the point of a joke. 36. I find it easy to work out what someone is thinking or feeling just by looking at their face. 37. If there is an interruption, I can switch back to what I was doing very quickly. 38. I am good at social chitchat. 39. People often tell me that I keep going on and on about the same thing. 40. When I was young, I used to enjoy playing games involving pretending with other children. 41. I like to collect information about categories of things (e.g., types of cars, birds, trains, plants) 42. I find it difficult to imagine what it would be like to be someone else. 43. I like to carefully plan any activities I participate in. 44. I enjoy social occasions. 45. I find it difficult to work out people’s intentions. 46. New situations make me anxious. 47. I enjoy meeting new people. 48. I am a good diplomat. 49. I am not very good at remembering people’s date of birth. 50. I find it very easy to play games with children that involve pretending.

45 J.-M. Charcot ( ), nel laboratorio della clinica della Salpetrière, studiava pazienti isteriche. Inducendo uno stato sonnambolico di trance (ipnosi), obbedivano ai comandi del medico o mettevano in scena la crisi di grande isteria, sul modello della crisi epilettica. S. Freud trascorse a Parigi da Charcot alcuni mesi nel ma preferì, alla sua spiegazione fisiologica dell’ipnosi, quella psicodinamica di H. Bernheim, della scuola di Nancy, che poneva l’accento sulla suggestione.

46 "Un Leçon Clinique à la Salpêtrière" (1887) di André Brouillet

47 La psicologia….tiene i piedi in due staffe
W. DILTHEY ( ) Scienze della natura/ scienze dello spirito (Naturwissenschaften)/ (Geistwissenschaften) Spiegazione /Comprensione (Erklären)/ (Verstehen) W. WINDELBAND G. ALLPORT ( ) (1894) SCIENZE NOMOTETICHE ricerca di leggi e tendenze generali DISCIPLINE IDIOGRAFICHE studio del singolo individuo nella sua storia concreta

48 Distinzione fra PSICOLOGIA GENETICA (fisiologica)/
Brentano (1874) Definizione di PSICOLOGIA “la scienza che ci insegna a riconoscere le proprietà e le leggi della psiche, che, mediante l’esperienza interna, scopriamo direttamente in noi e per analogia negli altri” (p.69); “scienza dei fenomeni psichici”(73), “delle manifestazioni psichiche” (83) “vere ed effettivamente reali in sé e per sé” (85). Distinzione fra PSICOLOGIA GENETICA (fisiologica)/ e PSICOLOGIA DESCRITTIVA o PSICOGNOSIA (fenomenologica) “la scienza della vita interiore delle persone cioè quella parte della vita catturata nella percezione interna”

49 La psicologia dell’atto di Franz Brentano (1838-1917)
Gli atti psichici sono sempre reali perché richiedono solo la presenza del soggetto e non dell’oggetto (posso immaginare l’ippogrifo) CLASSIFICAZIONE DEGLI ATTI PSICHICI: Rappresentazione (Vorstellung), Giudizio (Urteil) Moto dell’animo (Gemütsbewegung) Oggetto primario è il contenuto dell’atto psichico Oggetto secondario è la coscienza dell’atto psichico, che può avvenire in molti modi (percezione, immaginazione, ricordo) La psicologia studia il modo in cui un contenuto si presenta alla coscienza, l’esperienza fenomenica e la realtà psichica del processo mentale.

50 CONTENUTO E METODO DELLA PSICOLOGIA SECONDO BRENTANO
La psicologia deve studiare i processi o ATTI MENTALI della coscienza, non i contenuti: l’esperienza di vedere rosso, che è una funzione mentale, non il contenuto sensoriale del rosso che è una qualità fisica anche se secondaria; il vedere e non ciò che è visto. E’ vero che, come scriveva A. Comte (Corso di filosofia positiva, 1830), è impossibile osservare i fenomeni interni (l’osservazione introspettiva della propria psiche adottata nel laboratorio di Wundt) perché “L’individuo che pensa non può dividersi in due parti, una che riflette e l’altra che la osserva nel suo riflettere”, ma sono possibili -la PERCEZIONE INTERNA (fonte infallibile, accesso privilegiato del singolo, tramite la memoria fallibile, ai propri processi interiori) -l’ INFERENZA dall’OSSERVAZIONE degli altri soggetti umani (che riferiscono circa i propri atti mentali mediante il linguaggio) o per analogia.

51 L’intenzionalità brentaniana
“Ogni fenomeno psichico è caratterizzato da ciò che lo scolastico medievale ha chiamato in-esistenza intenzionale (o anche mentale) di un oggetto, e che noi, con espressioni non del tutto esenti da ambiguità, vorremmo definire il riferimento a un contenuto, la direzione verso un obietto (Richtung auf ein Object) (che non va inteso come una realtà) ovvero l’ oggettività immanente. Ogni fenomeno psichico contiene in sé qualcosa come oggetto, sebbene non sempre nello stesso modo. Nella presentazione (Vorstellung) qualcosa è presentato, nel giudizio qualcosa è ammesso o respinto, nell’amore amato, nell’odio odiato, nel desiderio desiderato, e così via.” (La psicologia dal punto di vista empirico, 1874)

52 L’intenzionalità del significato (Armezzani, 2002)
Susan raccoglie nel parcheggio l’appunto “martedì 11 novembre, ore 15” . Sa cosa dice il messaggio, non sa che cosa volesse significare; le manca l’intenzione di cui il segno è portatore perché non ha riferimento con la sua vita, non appartiene al suo mondo. Ciò che differenzia l’INFORMAZIONE dal SIGNIFICATO è che quest’ultimo si annuncia come l’essere qualcosa per qualcuno, come correlato intenzionale di una soggettività conoscente: ”l’atto di intendere questo; in questo intendere rinviante risiede il significato e solo in esso” (Husserl, Ricerche logiche, 1913, p.339). Susan si chiede, a proposito del biglietto: “chi l’avrà lasciato lì? A chi era diretto? ” e il significato si apre all’alterità e alla comunicazione.. Il significato è un ESSERE PER, contrapposto all’ESSERE IN SÉ dell’oggettività naturalistica, e la soggettività ineliminabile è subito intersoggettività.

53 Il metodo fenomenologico
Fenomenologia è la descrizione di ciò che appare (scuola di Wolff) Brentano osserva che assumere un atteggiamento introspettivo modifica l’esperienza fenomenica immediata e implica sempre retrospezione. Anche secondo James, c’è una bella differenza “fra la sensazione immediata di un sentimento e la sua percezione per mezzo di un atto susseguente di riflessione”. Husserl sostituisce il termine brentaniano di fenomeno psichico, che conserva il dualismo rispetto al mondo fisico, formulando il concetto di ERLEBNIS come esperienza vissuta nella sua fondamentale intenzionalità, o direzionalità della coscienza, l’ “essere di ogni cosa per un soggetto”. La psicologia della percezione è ateoretica circa il problema epistemologico e continua ad occuparsi anche dell’esperienza (ERFAHRUNG) come fonte di conoscenza sul mondo

54 La fenomenologia sperimentale
LA PSICOLOGIA DAL PUNTO DI VISTA EMPIRICO per Brentano è FENOMENOLOGIA DESCRITTIVA Riferire l’esperienza spontanea senza sforzarsi di analizzarla o di renderne ragione (“without scrutiny”, secondo I. Rock) Secondo P. Bozzi (1989), la descrizione fenomenologica diretta dell’osservabile non comprende ciò che esso è epistemologicamente, cioè una descrizione causale basata su conoscenza indirett

55 Il soggetto in psicologia
Tramontati i tentativi di render conto della natura divina dell’uomo, si parla della sua psiche, mente, coscienza, inconscio, autocoscienza, il suo sé, per introdurre alcuni dei termini usati anche in filosofia, oltre a personalità, carattere, temperamento, identità, termini tradizionali della psicologia (approccio di una disciplina specifica, di una scienza speciale che si occupa dell’uomo, ma anche del confronto con le altre specie animali, con echi e prestiti reciproci con le altre discipline). Il soggetto in psicologia è il servitore di due padroni, come l’Io freudiano: lo studiano da una parte le scienze biologiche, dall’altra le scienze sociali, da una parte le neuroscienze, dall’altra la filosofia e le scienze umane o le humanities.

56 MENTE, COSCIENZA, SÉ MENTE processi consci e inconsci di un organismo senziente (cerebrali e nervosi, senso-motori e cognitivi, ma anche affettivi), che dirigono e controllano il comportamento. Sul rapporto con il corpo e il sistema nervoso si interrogano scienza e filosofia. COSCIENZA esperienza di sensazioni e sentimenti con qualità soggettive (qualia), contrapposta a una controversa psiche inconscia, sia in termini di automatismi mentali senza consapevolezza sia di lacune della razionalità. AUTOCOSCIENZA o COSCIENZA DI SÉ SÉ : come oggetto come soggetto, istanza della personalità La filosofia della mente (tra la metafisica e l’epistemologia) si occupa di mente e coscienza. La psicologia odierna parla di sviluppo del sé, legando il soggetto umano, fin dalla prima infanzia, al suo destino di riflessione autocosciente.

57 Memoria a breve termine MBT Memoria a lungo termine MLT
Il Cognitivismo HIP (Human Information Processing) Costruisce modelli di elaborazione dell’informazione nella mente IL MODELLO DELLA MEMORIA DI ATKINSON E SCHIFFRIN (1971) P. Gray (2011) lo chiama MODELLO MODALE DELLA MENTE Ripetizione Memoria sensoriale Memoria a breve termine MBT MEMORIA DI LAVORO Memoria a lungo termine MLT input attenzione codifica recupero Le informazioni non selezionate vanno perdute entro 1/2-3 secondi Le informazioni non ripetute (mantenimento e elaborazione) vanno perdute entro secondi Conserva le informazioni durevolmente, alcune possono andare perdute col tempo

58 Il revival della coscienza
Articoli del Iournal of Consciousness Studies: "The Astonishing Hypothesis" (1994) - Francis Crick & J. Clark "Facing Up to the Problem of Consciousness" (1995) - David Chalmers "Facing Backwards on the Problem of Consciousness" (1996) - Daniel Dennett "In the Theatre of Consciousness" (1997) - Bernard Baars G.Edelman (1989) The Remembered Present: A Biological Theory of Consciousness.

59 Secondo D. Chalmers (1996), la P-consciousness è l’hard problem
La coscienza tra filosofia della mente e neurobiologia Ned Block (1998) distingue: P-consciousness (phenomenal, qualia) A-Consciousness (access) Esempi: il blindsight o visione cieca è un disturbo della coscienza fenomenica con mantenimento della coscienza di accesso; infatti il paziente dice di non vedere niente ma se tira a indovinare sa da che parte si trova lo stimolo. Secondo D. Chalmers (1996), la P-consciousness è l’hard problem J. Searle (1997) parla di mistero della coscienza e avanza l’argomento della stanza cinese contro l’Intelligenza Artificiale (IA) forte: chiuso in una stanza con simboli in cinese e regole per combinarli, pur potendo fornire risposte a domande in cinese, non capirebbe una parola di quella lingua (come una macchina di Turing che computa sintatticamente e può essere programmata per rispondere correttamente, ma senza comprensione semantica). La coscienza fenomenica è ontologicamente soggettiva (qualia), ma può essere studiata con metodi oggettivi, come nella ricerca sui suoi correlati neurali.

60 La metafora freudiana dell’Iceberg (già in Fechner)
La metafora freudiana dell’Iceberg (già in Fechner). L’inconscio dinamico, tenuto “sotto” dalla forza delle difese, tende a emergere alla coscienza. La psicologia scientifica ha riammesso l’inconscio cognitivo. Settori di studio molto importanti sono quelli sull’attenzione e la memoria implicita.

61 Le persone cambiano nel corso della vita e delineare il proprio sé, o quello di un altro, una volta per tutte sembra impossibile, poiché occorre descrivere un processo dinamico, in movimento….. Immagina di guardare dell’acqua che scorre. L’immagine della superficie continua a mutare. Luci e ombre baluginano in ogni punto per poi sparire. Che cosa chiamerei una ‘descrizione esatta’ di questa immagine visiva? Non c’è niente che chiamerei così. Se qualcuno dice che non la si può descrivere, noi possiamo rispondere: Tu non sai che cosa varrebbe come una descrizione. Perché la fotografia più esatta, ad esempio, non la riconosceresti comunque come l’esatta rappresentazione del tuo vissuto. In questo gioco linguistico non c’è l’esattezza. (Proprio come non c’è il cavallo in una partita a dama). (L.Wittgenstein, Osservazioni sulla filosofia della psicologia, 1088)

62 RELAZIONE Dal verbo latino referre (riferire), participio passato relatum (relator è l’agente, relatio è il nome di azione): 1. esposizione informativa (relazione scritta, relazione di un fatto, illustrazione di un disegno di legge, relazione del giudice. In università, il relatore di tesi fa la relazione. 2. condizione di due o più termini in quanto analoghi, interdipendenti o commensurabili reciprocamente (mettere in relazione, relazione fra due avvenimenti, relazione di causa effetto), in matematica relazione fra grandezze (uguaglianza, proporzionalità), legge fisica (relazione fondamentale della dinamica). Vita di relazione, funzioni vitali di un organismo in rapporto con l’ambiente e con gli altri individui, vita dell’uomo in quanto interessata ai contatti sociali; 3. Ogni forma di legame esistente fra due o più persone: parentela, amicizia, sudditanza… (avere una relazione amorosa, lecita o illecita); il complesso di atti o manifestazioni che rendono operante un rapporto (mantenere buone relazioni, rompere ogni relazione, relazioni diplomatiche); Relazioni umane (human relations) e pubbliche (public relations, PR come mestiere!) tra individui, gruppi, categorie, ceti, come si manifestano spontaneamente nella convivenza sociale o in quanto oggetto di studi e misure concrete miranti a migliore comprensione reciproca. Le prime entro gruppi omogenei (industria, ente burocratico) e la seconda tra gruppo (o individuo) e pubblico (relazione tra Obama e il suo elettorato).

63 La “verità” intersoggettiva
M. Merleau-Ponty (1945, La struttura del comportamento), a proposito dell’incontro percettivo con “la forma di quella data cosa che si presenta qui ed ora a me” che “non interessa per nulla la natura propria della cosa, ma è un episodio della mia vita”, scrive che “se due soggetti, posti uno vicino all’altro, guardano un cubo di legno, la struttura totale del cubo è la stessa per l’uno e per l’altro, ha valore di verità intersoggettiva, ed entrambi lo esprimono dicendo che quello è un cubo. Ma non sono gli stessi lati del cubo che sono visti e sentiti propriamente da entrambi.” Prospettivismo della percezione: un cubo visto contemporaneamente con le sei facce è una contraddizione in termini. L’autore cita La rappresentazione del mondo nel fanciullo di J.Piaget (1926)

64 INTERSOGGETTIVITÀ (da Wikipedia)
1.Accordo, condivisione di stati soggettivi da parte di due o più individui 2.Senso comune, significati condivisi costruiti dalle persone nelle interazioni reciproche e usate come risorsa quotidiana per interpretare la vita socio-culturale e condividere l’interpretazione di una situazione. 3.Divergenze di significato condivise, in tutto o in parte: mentire è un atto intersoggettivo perché ha a che fare con diverse definizioni soggettive della realtà.

65 Cubo di Necker

66 (vaso di Rubin)

67 (Boring)


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