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L’evoluzione: la gerarchia strutturale della mente

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Presentazione sul tema: "L’evoluzione: la gerarchia strutturale della mente"— Transcript della presentazione:

1 L’evoluzione: la gerarchia strutturale della mente
parte quarta L’evoluzione: la gerarchia strutturale della mente

2 I “bisogni” dell’organismo biologico
metabolico: necessario per la formazione e il mantenimento delle strutture dell’organismo, si realizza con i processi di cattura e trasformazione dell’energia. riproduttivo: necessario per il mantenimento e la trasformazione della specie, si realizza con i processi di trasmissione dell’informazione genetica.

3 Metabolismo dei sistemi biologici
vegetali: energeticamente autosufficienti animali: energeticamente non-autosufficienti necessità del movimento per esplorare l’ambiente al fine di ricercare e catturare l’energia e per accoppiarsi

4 Il ruolo del sistema nervoso nella soddisfazione dei bisogni
il s.n. compare negli organismi animali pluricellulari complessi (coordina l’attività delle diverse parti dell’organismo) regola il movimento nell’ambiente in funzione dei bisogni metabolico-riproduttivi dell’organismo e in funzione dell’ambiente (coordina il rapporto tra ambiente interno e ambiente esterno all’organismo)

5 Valore euristico della prospettiva evoluzionista
La p.e. afferma che nel nostro s.n. sono inscritte le diverse complessità strutturali e organizzative che caratterizzano le diverse specie animali con cui abbiamo condiviso un comune antenato molteplicità delle disposizioni innate all’azione omologia tra alcune delle disposizioni innate umane e quelle di altre specie animali

6 Il “cervello trino” di Paul MacLean: il prototipo dei modelli neurobiologici di matrice evoluzionista fondato sui dati derivanti dall’anatomia comparata e dall’etologia. propone la distinzione, nel s.n.c. umano, di tre sezioni anatomo-funzionali, dette: cervello rettiliano, cervello limbico e cervello neocorticale

7

8 cervello neocorticale
cervello limbico cervello rettiliano

9 Il modello di Paul MacLean
nel cervello umano è rilevabile una tripartizione strutturale- funzionale, testimone del percorso filogenetico. ogni parte sostiene un particolare tipo di intelligenza, di memoria, di organizzazione dello spazio e del tempo. ogni parte è la struttura che permette la costituzione di un certo tipo di relazione tra un certo tipo di corpo e un certo tipo di mondo.

10 I sistemi motivazionali
motivazioni rettiliane motivazioni limbiche motivazioni neocorticali

11 Il rapporto motivazione-comportamento: struttura ed organizzazione nei sistemi biologici
mondo corpo organizzazione categorizzazione memoria comportamento reti valore-rilevazione motivazione struttura (valore) oggetto rilevazione sensomotoria

12 Motivazioni rettiliane
costituiscono le tendenze innate all’azione tese a sodddisfare i valori individuali di base (alimentazione e riproduzione) sostengono i comportamenti di esplorazione, predazione, difesa

13 Il sistema rettiliano struttura
troncoencefalo, ipotalamo, talamo, nuclei della base specie pesci, rettili motivazione alimentazione, riproduzione comportamento esplorazione, consumazione, difesa

14 Sistema dell’esplorazione
grigio periacqueduttale dorsale ipotalamo laterale n. veget. troncoencefalo ipotalamo ventrale area tegmentale ventrale risposta stimolo esplorazione indici omeostatici negativi mediazione dopaminergica

15 Strutture neuroanatomiche del sistema dell’esplorazione
tegmento talamo, nuclei base ipot. laterale ipot. ventrale risposta: esplorazione grigio periacq.dorsale troncoencefalo stimoli interni

16 Sistema della consumazione
ipotalamo dorsolaterale grigio periacq. ventrale area preottica e del setto stimolo risposta stimolo consumazione (predazione/ foraggiamento) oggetto inibizione esplorazione indici omeostatici positivi mediazione endorfinica

17 Strutture neuroanatomiche del sistema della consumazione
tegmento talamo, nuclei base ipot. laterale area preottica, setto ipot. dorsolaterale ipot. ventrale risposta: consumazione grigio periacq.ventrale grigio periacq.dorsale troncoencefalo stimoli interni

18 Sistema di difesa ipotalamo anteroventrale grigio periacqueduttale
stimolo risposta inibizione attacco fuga immobilizzazione ostacoli ambientali esplorazione allontanamento ostacolo

19 Strutture neuroanatomiche del sistema di difesa
tegmento talamo, nuclei base ipot. anteroventrale ipot. laterale area preottica, setto ipot. dorsolaterale ipot. ventrale risposta: difesa grigio periacqueduttale troncoencefalo stimoli interni

20 Interazione tra i sistemi comportamentali
oggetto consumazione esplorazione difesa ostacolo fuga immobilizzazione attacco

21 Sistemi comportamentali rettiliani e emotional systems (Panksepp)
oggetto consumazione lust system seeking system esplorazione difesa ostacolo fuga immobilizzazione attacco fear system rage system

22 Il cervello rettiliano
struttura troncoencefalo, ipotalamo, talamo, nuclei della base specie pesci, rettili comportamento esplorazione, consumazione, difesa motivazione alimentazione, riproduzione attività ciclica e automatica

23 Caratteristiche formali comportamento rettiliano
ciclicità (sintonizzazione cicli metabolico-endocrini dell’ambiente interno con cicli ecologici stagionali, mensili, quotidiani dell’ambiente esterno) automatismo (comportamento sostenuto da una catena di riflessi, con impossibilità di arrestare l’azione una volta innescata da uno stimolo)

24 Il cervello rettiliano
struttura troncoencefalo, ipotalamo, talamo, nuclei della base specie pesci, rettili comportamento esplorazione, consumazione, difesa motivazione alimentazione, riproduzione attività ciclica e automatica funzione percezione

25 Il cervello rettiliano
struttura troncoencefalo, ipotalamo, talamo, nuclei della base specie pesci, rettili comportamento esplorazione, consumazione, difesa motivazione alimentazione, riproduzione attività ciclica e automatica funzione percezione rappresentazione sé(vegetativo)conl’oggetto

26 Il cervello rettiliano
struttura troncoencefalo, ipotalamo, talamo, nuclei della base specie pesci, rettili comportamento esplorazione, consumazione, difesa motivazione alimentazione, riproduzione attività ciclica e automatica funzione percezione rappresentazione sé(vegetativo)conl’oggetto categorizzazione oggetti

27 Il cervello rettiliano
struttura troncoencefalo, ipotalamo, talamo, nuclei della base specie pesci, rettili comportamento esplorazione, consumazione, difesa motivazione alimentazione, riproduzione attività ciclica e automatica funzione percezione rappresentazione sé(vegetativo)conl’oggetto categorizzazione oggetti memoria procedurale

28 Il cervello rettiliano
struttura troncoencefalo, ipotalamo, talamo, nuclei della base specie pesci, rettili comportamento esplorazione, consumazione, difesa motivazione alimentazione, riproduzione attività ciclica e automatica funzione percezione rappresentazione sé(vegetativo)conl’oggetto categorizzazione oggetti memoria procedurale riflessività (mente) ----

29 Motivazioni limbiche costituiscono le tendenze innate all’azione tese a sodddisfare i valori interindividuali diadici (richiesta di cura, offerta di cura, definizione del rango di accesso) sostengono i comportamenti di attaccamento, accudimento, agonistici.

30 Il sistema limbico struttura sistema limbico specie uccelli, mammiferi
motivazione richiesta di cura, offerta di cura, competizione per il rango. comportamento attaccamento, accudimento, agonismo.

31 Strutture neuroanatomiche del sistema di offerta di cura
ippocampo, giro del cingolo amigdala tegmento talamo, nuclei base ipot. anteroventrale ipot. dorsolaterale area preottica ipot. laterale ipot. ventrale grigio periacq.ventrale accudimento grigio periacq.dorsale troncoencefalo ossitocina (sex) prolattina

32 Sistemi motivazionali limbici e riconoscimento interindividuale
nelle specie con cervello rettiliano il riconoscimento del consimile come oggetto ambientale distinto in modo specifico da altri oggetti si evidenzia pressochè esclusivamente nel comportamento di accoppiamento. il comportamento di accoppiamento è sostenuto dal sistema della consumazione (“piacere”) e mediato biochimicamente dalle endorfine. il comportamento di offerta di cura è sostenuto da un sistema limbico che coopta il sistema della consumazione rettiliano, sia dal punto di vista strutturale che biochimico; analoghe considerazioni valgono per il sistema della richiesta di cura è ipotizzabile che il riconoscimento del consimile che si realizza nelle dinamiche di offerta-richiesta di cura sia consolidato grazie all’attività dell’ippocampo (memoria) ed esteso alle interazioni dipendenti dal sistema agonistico

33 Allevamento prole: l’offerta di cura
necessario per l’immaturità fisiologica della prole degli uccelli e dei mammiferi rispetto alla prole dei pesci e dei rettili consente la soddisfazione dei bisogni omeostatici e la difesa dai predatori sostenuta dalla comparsa della capacità di percepire il proprio piccolo come oggetto distinto rispetto agli altri piccoli della propria e di altre specie… …e dalla comparsa della capacità di percepire il proprio genitore come oggetto distinto rispetto agli altri grandi della propria e di altre specie (riconoscimento interindividuale genitore-figlio) l’intensità della discriminazione del riconoscimento interindividuale genitore-figlio è correlata alla complessità del sistema limbico (aumento della discriminazione dagli uccelli ai mammiferi)

34 Allevamento prole: fattori sfavorenti l’offerta di cura (primati)
fattori relativi alla madre: inesperienza (prime cucciolate sfavorite); allevamento sfavorevole propria infanzia (maltrattamento, isolamento); mancata osservazione comportamento di allevamento da parte conspecifici; malattie fisiche. fattori relativi alla gravidanza e al parto: gravidanze e parti difficili, alterazioni ormonali. fattori relativi alla prole: malattie della prole

35 Strutture neuroanatomiche del sistema di richiesta di cura
ippocampo, giro del cingolo amigdala tegmento talamo, nuclei base ipot. anteroventrale ipot. dorsolaterale setto ipot. laterale ipot. ventrale grigio periacqueduttale attaccamento troncoencefalo endorfine

36 Allevamento prole: la richiesta di cura
si attua tramite una serie di richiami (sonori, posturali) e di ricerca della vicinanza fisica nei primati si manifesta il comportamento di aggrappamento alla madre il comportamento di aggrappamento è primariamente espressione della richiesta di protezione (dai predatori), distinto dalla richiesta alimentare (esperimenti Harlow) si rileva correlazione positiva tra la qualità dell’allevamento ricevuto e la qualità dello sviluppo somatico-comportamentale dell’individuo

37 Strutture neuroanatomiche del sistema di competizione per il rango
ippocampo, giro del cingolo amigdala tegmento talamo, nuclei base ipot. anteroventrale ipot. dorsolaterale ipot. laterale ipot. ventrale dominanza attacco (collera) grigio periacq.ventrale grigio periacq.dorsale sottomissione immobilizzazione-fuga (paura) troncoencefalo

38 La competizione per il rango
si manifesta nelle condizioni in cui la presenza di un oggetto alimentare o sessuale a limitata disponibilità ambientale richiede la definizione di un ordine di accesso tra consimili. si realizza tramite i comportamenti di attacco, fuga (alta nocività) o immobilizzazione (bassa nocività). nell’individuo sconfitto (specie sociali) la resa si esprime con i comportamenti di sottomissione che rievocano atteggiamenti posturali e richiami propri della richiesta di cura e/o della disponibilità all’accoppiamento. nell’individuo vincente (specie sociali) i segnali di resa dello sconfitto inibiscono l’attacco. la competizione per il rango definisce la gerarchia di potere dei singoli nel gruppo, consentendone la permanenza.

39 Interazione tra sistema dell’offerta e della richiesta di cura
oggetto (disponibilità cura) offerta di cura gioia richiesta cura ostacolo (indisponibilità cura) (difesa) rabbia (attacco) tristezza ; ansia (immobilizzazione-fuga)

40 Interazione tra sistema della competizione per il rango e consumazione
oggetto consumazione esplorazione ostacolo (consimile) agonismo sottomissione (immobilizzazione-fuga) dominanza (attacco)

41 Sistemi comportamentali limbici e emotional systems (Panksepp)
offerta di cura care system competizione rango social dominance system richiesta di cura panic system

42 Collaborazione paritetica
attiene a quel tipo di comportamento in cui due individui raggiungono un comune obiettivo tramite un reciproco contributo. nelle specie con sistema limbico si assiste spesso all’allevamento della prole da parte di entrambi i genitori, e, a volte, con la partecipazione di altri adulti. la caratteristica di questo tipo di comportamento collaborativo è l’alternanza della sequenza interattiva tra i genitori e il piccolo piuttosto che l’integrazione delle sequenze (tolleranza della presenza dell’altro piuttosto che collaborazione?).

43 Gioco si rileva in particolare nei piccoli dei mammiferi nei momenti in cui sono soddisfatti i bisogni alimentari e di ricerca di cura. nel gioco si rileva l’alternanza di frammenti di comportamenti che, nell’adulto, costituiranno i maturi comportamenti interattivi di attaccamento-accudimento e agonistici: se il frammento comportamentale si prolunga, il gioco si interrompe (gioco come espressione dell’attivazione dei circuiti limbici immaturi?)

44 Sistemi motivazionali limbici e Sistemi Motivazionali Interpersonali
i sistemi motivazionali limbici costituiscono il riferimento neurobiologico per quella sezione della “teoria dei sistemi motivazionali” della mente umana, elaborata in ambito cognitivo-evoluzionista da Giovanni Liotti, relativa ai “sistemi motivazionali interpersonali”. i s.m.i. sostengono un insieme di interazioni diadiche tra sé e l’altro, ciascuna delle quali è distinguibile per la specificità dell’obiettivo interattivo e del tipo di sintonizzazione interindividuale necessaria per l’attuazione dell’interazione stessa.

45 Obiettivi interattivi delle motivazioni interpersonali
attaccamento: essere protetto. accudimento: proteggere. agonismo: dominare/sottomersi. cooperazione: raggiungimento congiunto dell’obiettivo.

46 Sintonizzazioni interindividuali necessarie per l’attuazione delle dinamiche diadiche
attaccamento: sé (vulnerabile)-con-l’altro (protettivo) accudimento: sé (protettivo)-con-l’altro (vulnerabile) agonismo: sé (dominante/sottomesso)-con-l’altro (sottomesso/dominante) cooperazione: sé (verso obiettivo)-con-l’altro (verso medesimo obiettivo)

47 Il cervello limbico struttura sistema limbico specie
uccelli, mammiferi comportamento attaccamento, accudimento, agonismo motivazione richiesta di cura, offerta di cura, competizione per il rango attività episodica

48 Caratteristiche formali comportamento limbico
imprevedibilità (connessa alla variabilità dell’incontro tra disposizioni del soggetto e disposizioni del consimile) episodicità (connessa all’arresto del comportamento una volta raggiunto l’obiettivo dell’interazione)

49 Il cervello limbico struttura sistema limbico specie
uccelli, mammiferi comportamento attaccamento, accudimento, agonismo motivazione richiesta di cura, offerta di cura, competizione per il rango attività episodica funzione emozione semplice

50 Emozioni semplici (schemi innati viscero-motori)
gioia rabbia disgusto paura sorpresa tristezza avvicinamento allontanamento immobilizzazione

51 Emozioni semplici e differenziazione interattiva es
Emozioni semplici e differenziazione interattiva es.: rabbia (avvicinamento aggressivo) Attaccamento: richiamo conspecifico accudente Accudimento: richiamo conspecifico da accudire Agonismo: definizione dominanza sul conspecifico Cooperazione: richiamo conspecifico cooperante

52 Emozioni semplici e riconoscimento interindividuale
percezione segnali emotivi percezione del contesto riferimento alla storia interattiva

53 Il cervello limbico struttura sistema limbico specie
uccelli, mammiferi comportamento attaccamento, accudimento, agonismo motivazione richiesta di cura, offerta di cura, competizione per il rango attività episodica funzione emozione semplice rappresentazione sé(viscerale)conl’altro

54 Il cervello limbico struttura sistema limbico specie
uccelli, mammiferi comportamento attaccamento, accudimento, agonismo motivazione richiesta di cura, offerta di cura, competizione per il rango attività episodica funzione emozione semplice rappresentazione sé(viscerale)conl’altro categorizzazione consimile

55 Il cervello limbico struttura sistema limbico specie
uccelli, mammiferi comportamento attaccamento, accudimento, agonismo motivazione richiesta di cura, offerta di cura, competizione per il rango attività episodica funzione emozione semplice rappresentazione sé(viscerale)conl’altro categorizzazione consimile memoria

56 Il cervello limbico struttura sistema limbico specie
uccelli, mammiferi comportamento attaccamento, accudimento, agonismo motivazione richiesta di cura, offerta di cura, competizione per il rango attività episodica funzione emozione semplice rappresentazione sé(viscerale)conl’altro categorizzazione consimile memoria riflessività (mente) coscienza primaria (mente episodica)

57 Cervello limbico e mente episodica
attività mentale cervello rettiliano

58 Cervello limbico e mente episodica
sèconl’altro sé-con-l’oggetto sèconl’oggetto

59 Cervello limbico e coscienza primaria
sèconl’altro coscienza primaria sé-con-l’oggetto sèconl’oggetto

60 Motivazioni neocorticali
costituiscono le tendenze innate all’azione tese a sodddisfare i valori sovraindividuali (unitarietà e continuità di sé nella molteplicità e discontinuità dei contesti sociali) sostengono i comportamenti affiliativi gruppali, sociali e culturali

61

62 Il cervello neocorticale frontoorbitoventromediale

63 Il cervello neocorticale frontoorbitoventromediale
struttura lobo frontale ventromediale specie scimmie antropomorfe motivazione affiliazione gruppale

64 Affiliazione gruppale
L’affiliazione gruppale indica la disposizione innata all’azione che consente al soggetto di relazionarsi con un gruppo riconoscendosi sia come un elemento omogeneo rispetto agli altri (appartenenza) sia come un elemento differenziato rispetto agli altri (individuazione)

65 Strutture neuroanatomiche del sistema affiliativo gruppale
corteccia frontoorbitoventromediale ippocampo, giro del cingolo amigdala tegmento talamo, nuclei base ipot. anteroventrale ipot. dorsolaterale area preottica ipot. laterale ipot. ventrale grigio periacq.ventrale affiliazione gruppale troncoencefalo grigio periacq.dorsale

66 Cognizione, rappresentazione, intelligenza sociale: definizioni e interconnessioni
La cognizione sociale è il tipo di rappresentazione mentale che consente al soggetto di modulare il proprio comportamento in riferimento all’organizzazione sociale cui appartiene (“intelligenza sociale”)

67 Cognizione, rappresentazione, intelligenza sociale ed encefalizzazione
la complessità della cognizione sociale è correlata al grado di encefalizzazione rilevabile nelle diverse specie animali (“ipotesi sociologica”) in particolare, la grandezza della neocortex è correlata alla dimensione del gruppo nei primati in grado di attuare comportamenti di coalizione-pacificazione (Dunbar 1992)

68 Il cervello neocorticale frontoorbitoventromediale
struttura lobo frontale ventromediale specie scimmie antropomorfe motivazione affiliazione gruppale comportamento coalizione, pacificazione

69 Cognizione, rappresentazione, intelligenza sociale e categorizzazione nei primati
i primati, a differenza degli altri mammiferi, esprimono la capacità di elaborare categorizzazioni relazionali tra terzi fondate sulla parentela e/o sulla gerarchia (Humphrey 1976; Tomasello 1999) questo tipo di categorizzazione relazionale orienta i comportamenti di coalizione-pacificazione (“intelligenza machiavellica”, Byrne e Whiten 1988) la categorizzazione relazionale tra oggetti è possibile solo dopo lungo addestramento (Tomasello 1999)

70 Cognizione, rappresentazione, intelligenza sociale e apprendimento nei primati
in natura i primati mostrano limitate capacità di apprendimento interindividuale (correlate a limitate capacità di insegnamento) l’apprendimento è connesso, e limitato, alla focalizzazione dell’attenzione sul risultato ottenuto dall’azione del consimile, piuttosto che sull’azione del consimile necessaria per raggiungerlo (“apprendimento per emulazione” Tomasello 1999)

71 Cognizione, rappresentazione, intelligenza sociale e intenzionalità nei primati
“i primati non umani sono esseri intenzionali e causali ma non comprendono il mondo in termini intenzionali e causali (…) pur possedendo la capacità di formare categorie relazionali e categorie di eventi, non sono in grado di comprendere le forze mediatrici (non percepibili) che sostengono le relazioni (intenzioni) e gli eventi (cause)” Michael Tomasello

72 Cognizione e relazione negli scimpanzè
capacità di percepirsi dal punto di vista dell’oggetto percepito: combinazione tra percezione (autocentrica) attuale e memoria della percezione (eterocentrica) passata (inganno tattico-regolazione eterocentrica-percezione di sé in II persona-riconoscimento allo specchio; attenzione e vincolo contestuale) abbozzo cooperativo (io e te-contro l’altro) nelle specie sociali: coevoluzione tra complessità coalizione e complessità pacificazione (grooming, sessualità)

73 Comunicazione vocale nelle scimmie
come in tutte le altre specie animali (eccetto uomo) la comunicazione vocale è strettamente dipendente dallo stato emotivo comunicazione non intenzionale e aspecifica rispetto al ricevente

74 Comunicazione gestuale nelle scimmie
a differenza delle vocalizzazioni, i gesti non sono risposte fisse a situazioni fisse: stesso gesto (braccio in alto) per fini diversi (pacificazione/pulizia); gesti diversi (braccio circonda testa consimile/mano afferra mano consimile) per stesso fine (giocare) nel gesticolare lo sguardo si rivolge alternativamente al consimile e all’oggetto; sono prodotti soprattutto se il consimile guarda il soggetto; il soggetto aspetta la risposta del consimile -intenzionalità e direzionalità comunicazione- sono iconici (mimano l’azione) piuttosto che simbolici (associazione convenzionale)

75 Comunicazione gestuale nelle scimmie
con l’esperienza (sviluppo) si assiste a convenzionalizzazione per ritualizzazione: presa dell’oggetto con la mano-> tendere mano aperta verso oggetto -> mano penzoloni si riferiscono per lo più ad azioni piuttosto che ad oggetti –comunicazione diadica- la focalizzazione dell’attenzione sull’oggetto si realizza per lo più tramite la percezione della vicinanza del corpo del consimile ad un oggetto piuttosto che sulla percezione della direzione dello sguardo del consimile ad un oggetto si rilevano differenze nell’uso e nella forma dei gesti tra gruppi diversi di scimpanzè -cultura-

76 Il cervello neocorticale frontoorbitoventromediale
struttura lobo frontale ventromediale specie scimmie antropomorfe; Homo Ergaster comportamento coalizione e pacificazione; cooperazione, costruzione strumenti motivazione affiliazione gruppale

77 Cognizione in Homo Ergaster
trasporto oggetto(strumento): emancipazione dell’oggetto(strumento) dal contesto concreto(uso) emancipazione dello schema d’azione (fine) dal contesto concreto di azione costruzione oggetto-strumento

78 Costruzione oggetto-strumento
pietre scheggiate (manufattura olduvaiana, 2.5 milioni anni fa): tagliare e scuoiare carcasse animali uccisi da altri predatori mannaie, asce bipenni, picconi (manufattura acheuliana, 1.5 milioni anni fa): caccia

79 Costruzione oggetto-strumento
La costruzione dell’oggetto-strumento segnala il possesso di uno schema cognitivo invariante (modello dell’oggetto) che orienta l’azione sullo specifico e singolare oggetto concreto al fine di produrre una forma concreta simile alla forma astratta del modello. Con l’invenzione dell’oggetto-strumento la selezione naturale si esercita sul “corpo-con-strumento”: favoriti gli individui capaci di apprendere per imitazione dalle azioni dei consimili (effetto Baldwin) Favorito, cioè, l’apprendimento per imitazione mimica

80 Cognizione in Homo Ergaster
trasporto oggetto(strumento): emancipazione dell’oggetto(strumento) dal contesto concreto(uso) emancipazione dello schema d’azione (fine) dal contesto concreto di azione costruzione oggetto-strumento cooperazione gruppale

81 Cooperazione gruppale
La caccia in gruppo richiede la condivisione in tutti i partecipanti di uno schema d’azione gruppale condiviso In questo schema convivono sia la rappresentazione di sé che la rappresentazione degli altri (percezione di sé in III persona) La cooperazione richiede, ed è sostenuta, dall’attenzione congiunta Necessità della modulazione del proprio comportamento (“vai-aspetta”) in sintonia con il comportamento degli altri (“allontanamento-avvicinamento”) in relazione al fine condiviso dell’azione (cooperazione)

82 Cognizione in Homo Ergaster
trasporto oggetto(strumento): emancipazione dell’oggetto(strumento) dal contesto concreto(uso) emancipazione dello schema d’azione (fine) dal contesto concreto di azione costruzione oggetto-strumento cooperazione gruppale migrazione

83 Migrazione Segnala la capacità di adattamento ad habitat assai diversi, che necessita del possesso un modello cognitivo di relazione con l’ambiente in grado di combinare regole di comportamento necessarie per la sopravvivenza (invariante) con la flessibilità di comportamento necessaria per adattarsi alle diversità ambientali (variante).

84 Cognizione in Homo Ergaster
trasporto oggetto(strumento): emancipazione dell’oggetto(strumento) dal contesto concreto(uso) emancipazione dello schema d’azione (fine) dal contesto concreto di azione costruzione oggetto-strumento cooperazione gruppale migrazione rito

85 simbolizzazione mimico-corporea
Rito riproposizione dello schema d’azione gruppale in assenza dell’oggetto concreto (fine dell’azione): attivazione endogena (grazie a riferimenti contestuali: il gruppo) della memoria emancipazione del comportamento dal vincolo costituito dall’oggetto concreto simbolizzazione mimico-corporea

86 Cognizione in Homo Ergaster
trasporto oggetto(strumento): emancipazione dell’oggetto(strumento) dal contesto concreto(uso) emancipazione dello schema d’azione (fine) dal contesto concreto di azione costruzione oggetto-strumento cooperazione gruppale migrazione rito linguaggio gestuale

87 Linguaggio gestuale i segni del linguaggio dei gesti hanno, rispetto alle parole del linguaggio vocale, una relazione con l’oggetto che rappresentano di tipo prevalentemente iconico (raffigurativa, mimica) piuttosto che simbolico (arbitrario e convenzionale) il rapporto iconico-simbolico va inteso come un continuum nella lingua dei segni i segni tendono, nel tempo, a diventare meno iconici e maggiormente simbolici (casa=dita riunite toccano bocca -mangiare- e guancia -dormire- -> due tocchi a dita riunite sulla guancia) nel passaggio da iconico a simbolico i segni acquistano brevità (aumento velocità comunicazione) e aumenta la distinzione tra oggetto e azione (mimica può indurre confusione per azioni/oggetti simili)

88 Linguaggio gestuale si ipotizza che circa 1 milione di anni fa Homo Ergaster fosse dotato di un linguaggio gestuale articolato, con accompagnamento vocale. Corballis ritiene che l’impegno delle mani nel linguaggio gestuale abbia inibito lo sviluppo della manifattura in Homo Ergaster

89 Il cervello neocorticale (I)
struttura lobo frontale ventromediale specie scimmie antropomorfe; Homo Ergaster comportamento coalizione e pacificazione; cooperazione, costruzione strumenti motivazione affiliazione gruppale attività ricorrente

90 Il cervello neocorticale (I)
struttura lobo frontale ventromediale specie scimmie antropomorfe; Homo Ergaster comportamento coalizione e pacificazione; cooperazione, costruzione strumenti motivazione affiliazione gruppale attività ricorrente funzione emozione complessa

91 Il cervello neocorticale (I)
struttura lobo frontale ventromediale specie scimmie antropomorfe; Homo Ergaster comportamento coalizione e pacificazione; cooperazione, costruzione strumenti motivazione affiliazione gruppale attività ricorrente funzione emozione complessa rappresentazione sé(schema corporeo)nelgruppo

92 Il cervello neocorticale (I)
struttura lobo frontale ventromediale specie scimmie antropomorfe; Homo Ergaster comportamento coalizione e pacificazione; cooperazione, costruzione strumenti motivazione affiliazione gruppale attività ricorrente funzione emozione complessa rappresentazione sé(schema corporeo)nelgruppo categorizzazione gruppo

93 Il cervello neocorticale (I)
struttura lobo frontale ventromediale specie scimmie antropomorfe; Homo Ergaster comportamento coalizione e pacificazione; cooperazione, costruzione strumenti motivazione affiliazione gruppale attività ricorrente funzione emozione complessa rappresentazione sé(schema corporeo)nelgruppo categorizzazione gruppo memoria eventi

94 Il cervello neocorticale (I)
struttura lobo frontale ventromediale specie scimmie antropomorfe; Homo Ergaster comportamento coalizione e pacificazione; cooperazione, costruzione strumenti motivazione affiliazione gruppale attività ricorrente funzione emozione complessa rappresentazione sé(schema corporeo)nelgruppo categorizzazione gruppo memoria eventi riflessività (mente) coscienza estesa (mente mimica)

95 Cervello neocorticale frontorbitoventromediale e mente mimica
sènelgruppo sé-con-l’altro sèconl’altro

96 Cervello neocorticale frontorbitoventromediale e coscienza estesa
sènelgruppo coscienza estesa sé-con-l’altro sèconl’altro

97 Il cervello neocorticale frontodorsolaterale

98 Strutture neuroanatomiche del sistema affiliativo sociale
corteccia frontodorsolaterale corteccia frontoorbitoventromediale ippocampo, giro del cingolo amigdala tegmento talamo, nuclei base ipot. anteroventrale ipot. dorsolaterale area preottica ipot. laterale ipot. ventrale grigio periacq.ventrale affiliazione sociale troncoencefalo grigio periacq.dorsale

99 Il cervello neocorticale frontodorsolaterale
struttura lobo frontale dorsolaterale specie Homo Sapiens arcaico motivazione affiliazione sociale comportamento costruzione oggetti; linguaggio

100 L’affiliazione sociale
L’affiliazione sociale indica la tendenza del soggetto a relazionarsi con più gruppi la cui differenziazione, sia per composizione che per funzione, è contesto-dipendente. In tal modo il soggetto sviluppa una molteplicità di appartenenze-individuazione di sé(nella società)… …che implicano il possesso di una molteplicità di regole di comportamento contesto-dipendenti (sociale)

101 Il linguaggio vocale le variazioni anatomiche e neuroanatomiche necessarie per una vocalizzazione fluente si sono probabilmente completate con la comparsa di Homo Sapiens arcaico ( anni fa) dal punto di vista anatomico, elemento critico per la produzione dei suoni linguistici è l’abbassamento della laringe nella specie Homo rispetto alle scimmie antropomorfe (dipendente dalla postura eretta) dal punto di vista neuroanatomico, elemento critico per la modulazione della produzione dei suoni è il controllo corticale (emisfero sin.) dei nuclei motori nervi laringe, presente negli uccelli e nell’uomo

102 Il linguaggio vocale lesioni dell’area di Broca (prossima all’area che controlla movimenti mano e bocca e sede dei neuroni specchio) comportano deficit nella produzione del linguaggio; nelle scimmie la lesione non altera la vocalizzazione. area di Broca si attiva nella produzione del linguaggio dei segni probabile ruolo nella sintassi; probabile ruolo area supplementare motoria

103 Il linguaggio vocale i fonemi (unità minime del discorso capaci di veicolare una differenza di significato: ruolo/suono - fonema ‘r’-‘s’) sono prodotti usando gli elementi articolatori del tratto vocale (labbra, lingua, palato molle, laringe) secondo la teoria della derivazione del linguaggio vocale da quello gestuale -filosofo Condillac ‘700-, “il riconoscimento dei suoni verbali avviene non tanto per le proprietà acustiche bensì in base al modo in cui vengono prodotti”(Lieberman) -teoria motoria percezione del linguaggio-: i fonemi sono gesti sonori

104 linguaggio vocale versus gestuale
elementi del linguaggio vocale articolati in sequenza; nel linguaggio gestuale in contemporanea arbitrarietà (convenzionalizzazione-simbolismo) del linguaggio vocale: “il linguaggio è un’invenzione” (Corballis) maggiore categorizzazione e distinzione ‘azioni’ e ‘oggetti’ nel linguaggio vocale uso del linguaggio vocale al buio e a distanza liberazione uso delle mani: dalla costruzione strumenti (stabili da 2.5 milioni a anni fa) alla costruzione oggetti (utensili compositi)

105 Linguaggio e costruzione oggetti
“noi combiniamo elementi costruttivi (mattoni, chiodi, assi, etc) nello stesso modo in cui combiniamo fonemi per la costruzione delle parole, parole per formare sintagmi, etc.” (Corballis) linguaggio e manipolazione degli oggetti condividono la possibilità di essere regolate da una rappresentazione gerarchica e generativa (Greenfield) “con il linguaggio compare il lavoro” (Vygotskji)

106 Costruzione degli oggetti e linguaggio
richiede la capacità di effettuare lunghe sequenze di schemi di azione ordinate e diversificate su oggetti diversi. il ‘concetto’ rappresenta l’unitarietà nella diversità degli oggetti; l’ordine della sequenza concettuale è correlato all’ordine della sequenza temporale dell’azione; un insieme di concetti ordinati costituisce una “trama” di schemi di azione. l’aumento numerico del gruppo e la dinamicità e molteplicità dei ruoli dei singoli è coevolutivo all’ordinamento del pensiero concettuale.

107 Costruzione degli oggetti e linguaggio
la comparsa del linguaggio ha costituito lo strumento idoneo per l’esplosione del pensiero concettuale; l’ordinamento concettuale coincide con la sintassi il prodotto primario del linguaggio è la narrazione (Bruner), che veicola la “trama” delle relazioni tra l’uomo e il mondo (“miti”: regolazione della vita quotidiana). la rievocazione, da parte dell’individuo, della narrazione mitica costituisce la percezione di sé in III persona che regola il comportamento (linguaggio interno percepito come ‘esterno’ a sé -Jaynes: “la mente bicamerale”-)

108 Cognizione, rappresentazione, intelligenza sociale nell’uomo
la rappresentazione della cognizione sociale nell’uomo è arricchita, rispetto a quella dei primati, dai sistemi simbolici e semantici di matrice linguistico-culturale in tal modo la cognizione sociale si fonda non solo sulla rappresentazione relazionale di tipo concreto propria dei gruppi di appartenenza esperenziale (come nei primati) ma anche sulla rappresentazione relazionale di tipo astratto propria dei gruppi di appartenenza socioculturale (apprendimento regole sociali)

109 Il cervello neocorticale (II)
struttura lobo frontale dorsolaterale specie Homo Sapiens arcaico comportamento costruzione oggetti; linguaggio motivazione affiliazione sociale attività continua

110 Il cervello neocorticale (II)
struttura lobo frontale dorsolaterale specie Homo Sapiens arcaico comportamento costruzione oggetti; linguaggio motivazione affiliazione sociale attività continua funzione linguaggio

111 Il cervello neocorticale (II)
struttura lobo frontale dorsolaterale specie Homo Sapiens arcaico comportamento costruzione oggetti; linguaggio motivazione affiliazione sociale attività continua funzione linguaggio rappresentazione sé(identità corporea)nellasocietà

112 Il cervello neocorticale (II)
struttura lobo frontale dorsolaterale specie Homo Sapiens arcaico comportamento costruzione oggetti; linguaggio motivazione affiliazione sociale attività continua funzione linguaggio rappresentazione sé(identità corporea)nellasocietà categorizzazione concetti

113 Il cervello neocorticale (II)
struttura lobo frontale dorsolaterale specie Homo Sapiens arcaico comportamento costruzione oggetti; linguaggio motivazione affiliazione sociale attività continua funzione linguaggio rappresentazione sé(identità corporea)nellasocietà categorizzazione concetti memoria storie

114 Il cervello neocorticale (II)
struttura lobo frontale dorsolaterale specie Homo Sapiens arcaico comportamento costruzione oggetti; linguaggio motivazione affiliazione sociale attività continua funzione linguaggio rappresentazione sé(identità corporea)nellasocietà categorizzazione concetti memoria storie riflessività (mente) coscienza secondaria (mente mitica)

115 Cervello neocorticale frontodorsolaterale e mente mitica
sénellasocietà sé-nel-gruppo sènelgruppo

116 Cervello neocorticale frontodorsolaterale e coscienza secondaria
sénellasocietà coscienza secondaria sé-nel-gruppo sènelgruppo

117 Il cervello neocorticale

118 Il cervello neocorticale (III)
struttura connessioni corticocorticali specie Homo Sapiens sapiens motivazione affiliazione culturale comportamento invenzione oggetto culturale

119 L’affiliazione culturale
L’affiliazione culturale indica la tendenza del soggetto a relazionarsi con soggetti con cui non condivide prolungate azioni, per cui il riconoscimento interindividuale si fonda sulla condivisione di segni, di simboli e di regole di comportamento che indicano il riferimento ad un comune mondo di significati.

120 L’invenzione della cultura simbolica
I tappa: simbolico-iconica ( anni fa) pitture rupestri: immagini oggetti (animali) tramite traccia del contorno, alternati a segni non figurativi (punti, linee, etc.): “mitogrammi”? “l’arte figurativa, alle origini, è direttamente collegata al linguaggio e più vicina alla scrittura, in senso ampio, che non all’opera d’arte” Leroy-Gourhan

121 L’invenzione della cultura simbolica
II tappa: simbolico-ideografica (6.000 anni fa) caratteri cuneiformi: codice per numerazione e elencazione (commercio): inizialmente piccoli oggetti lavorati (coni, sfere, etc.) la cui forma diversa indica differenziazione numerica (unità e multipli) -> oggetti in contenitori con tacche indicanti numero oggetti -> tavolette con tacche e disegno del tipo merce (spiga->grano)

122 L’invenzione della cultura simbolica
II tappa: simbolico-ideografica (6.000 anni fa) egizi, sumeri, cinesi: combinazione di pittogrammi (raffigurazione stilizzata oggetto) e segni fonetici. Limite: memorizzazione pittogrammi -> elite

123 L’invenzione della cultura simbolica
III tappa: simbolico-fonetica (3.000 anni fa) cultura protosinaica -> fenici -> greci invenzione alfabeto: i segni (20) indicano solo suoni M <-> Mem: onde N <-> Nahasu : serpente A <-> Aleph : testa di bue > facilità apprendimento -> diffusione

124 L’invenzione della cultura simbolica
“non è il cervello ad essersi evoluto per la scrittura bensì è la scrittura ad essersi evoluta per il cervello” “imparare a leggere/scrivere consiste nel connettere le aree visive con le aree del linguaggio” Stanislas Dehaene

125 Dall’oggetto culturale…
primi oggetti: sculture, incisioni, pitture rupestri oggetti come stimoli esterni per riattivazione narrazione nel linguaggio interno (cultura come memoria extracerebrale) apprendimento culturale transgenerazionale: dinamica lamarckiana (“trasmissione dei caratteri acquisiti) e trasmissione cumulativa (innovazioni a “dente d’arresto): crescita geometrica dell’evoluzione culturale la trasmissione culturale richiede imitazione combinata ad istruzione e l’evoluzione culturale si fonda su processi collaborativi (sociogenesi della trasmissione ed evoluzione culturale –Tomasello 1999)

126 …alla nascita delle teorie.
con l’invenzione dell’agricoltura, specializzazione ruoli sociali e commercio, l’aumento quantitativo e qualitativo rapporti sociali richiede l’aumento dei “modelli” (aumento narrazioni mitiche-Torre di Babele) la nascita della scrittura permette di canonizzare la narrazione (scritture sacre) e i modelli di comportamento (leggi divine) contemporaneamente, la scrittura permette di esercitare l’attività riflessivo-sintattica sulla narrazione stessa: nasce il pensiero logico-paradigmatico e il mondo delle teorie (mondo simbolico governato dalle regole logiche): filosofia (nascita: notazione dei dialoghi) e scienza. con l’esercizio della riflessività sui prodotti del linguaggio la “voce interna” diventa “la mia voce” (“cogito ergo sum”: autocoscienza)

127 Il cervello neocorticale (III)
struttura connessioni corticocorticali specie Homo Sapiens sapiens comportamento invenzione oggetto culturale motivazione affiliazione culturale attività continua

128 Il cervello neocorticale (III)
struttura connessioni corticocorticali specie Homo Sapiens sapiens comportamento invenzione oggetto culturale motivazione affiliazione culturale attività continua funzione autocoscienza

129 Il cervello neocorticale (III)
struttura connessioni corticocorticali specie Homo Sapiens sapiens comportamento invenzione oggetto culturale motivazione affiliazione culturale attività continua funzione autocoscienza rappresentazione sé(identità personale)nellacultura

130 Il cervello neocorticale (III)
struttura connessioni corticocorticali specie Homo Sapiens sapiens comportamento invenzione oggetto culturale motivazione affiliazione culturale attività continua funzione autocoscienza rappresentazione sé(identità personale)nellacultura categorizzazione significati

131 Il cervello neocorticale (III)
struttura connessioni corticocorticali specie Homo Sapiens sapiens comportamento invenzione oggetto culturale motivazione affiliazione culturale attività continua funzione autocoscienza rappresentazione sé(identità personale)nellacultura categorizzazione significati memoria teorie

132 Il cervello neocorticale (III)
struttura connessioni corticocorticali specie Homo Sapiens sapiens comportamento invenzione oggetto culturale motivazione affiliazione culturale attività continua funzione autocoscienza rappresentazione sé(identità personale)nellacultura categorizzazione significati memoria teorie riflessività (mente) autocoscienza (mente teoretica)

133 Cervello neocorticale e mente teoretica
sénellacultura sé-nella-società sènellasocietà

134 Cervello neocorticale e autocoscienza
sénellacultura sé-nella-società autocoscienza sènellasocietà

135 L’evoluzione della mente
struttura motivazioni comportamento relazione funzione categorizzazione memoria mente connessioni intercorticali affiliazione culturale invenzione oggetto culturale con la cultura coscienza significato leggi teoreticea lobo frontale dorsolaterale affiliazione sociale costruzione oggetti società linguaggio concetto storie mitica ventromediale gruppale coalizione pacificazione cooperazione con il gruppo emozione complessa eventi mimica cervello limbico richiesta cura offerta cura definizione rango attaccamento; accudimento; agonismo rapporto episodico con il consimile semplice consimile episodica rettiliano alimentazione riproduzione predazione; esplorazione; territorialità interazione ciclica con gli oggetti percezione procedurale

136 Motivazioni e qualità della relazione con l’ambiente
struttura motivazione categorizzazione connessioni intercorticali sovraindividuale significati lobo frontale dorsolaterale concetti ventromediale gruppo cervello limbico interindividuale consimile rettiliano intraindividuale oggetti relazione con l’ambiente relazione astratta (indiretta e mediata) relazione concreta (diretta e immediata)

137 Evoluzione della mente e rapporto natura-cultura
struttura motivazione categorizzazione connessioni intercorticali sovraindividuale significati lobo frontale dorsolaterale concetti ventromediale gruppo cervello limbico interindividuale consimile rettiliano intraindividuale oggetti natura cultura

138 Sviluppo Le motivazioni costituiscono le tendenze innate alla relazione con l’ambiente le cui rappresentazioni si costruiscono nell’esperienza, durante lo sviluppo individuale


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