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Storia di un villaggio operaio di Cecilia Ferrari

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Presentazione sul tema: "Storia di un villaggio operaio di Cecilia Ferrari"— Transcript della presentazione:

1 Storia di un villaggio operaio di Cecilia Ferrari
Balmalonesca Storia di un villaggio operaio di Cecilia Ferrari Esci

2 Sommario Introduzione: Balmalonesca e il Sempione
La vita nel villaggio L’ospedale La chiesa La scuola La morte del villaggio

3 Balmalonesca e il Sempione
Nel tratto di strada compreso tra Varzo e Iselle sorgeva, e i suoi resti sono ancora -in parte- visibili, il villaggio di Balmalonesca, progettato per accogliere le migliaia di operai giunti, assieme alle loro famiglie, da ogni parte d’Italia per prendere parte ai lavori di costruzione del traforo ferroviario (clic per leggere il testo completo) Cartolina del villaggio di Balmalonesca (clic sull’immagine per ingrandire)

4 La vita nel villaggio Tra il 1898 e il 1905 Balmalonesca si trasformò quindi da località pressoché disabitata in un animato villaggio. L’atmosfera che vi si respirava potrebbe oggi essere definita, con un termine d’attualità, “multietnica”, a giudicare dalle regioni di provenienza dei residenti (vai al grafico). In paese, lungo la strada principale, sorsero numerosi negozi di generi alimentari e botteghe artigiane che recavano sulle insegne denominazioni tipiche regionali (clic per leggere il testo completo) Veduta d’epoca di Balmalonesca (clic sull’immagine per ingrandire)

5 L’ospedale L’Impresa del Sempione, particolarmente attenta alle esigenze e ai bisogni dei lavoratori e delle loro famiglie, non tralasciò neppure di costruire ed equipaggiare un ospedale, affidato fin da subito alla lungimirante direzione del dott. Giuseppe Volante ( ). Il nosocomio, in località Nante, fu attivo a partire dal novembre 1899 e si affiancò al preesistente ambulatorio medico costruito nei pressi della galleria. Le prestazioni sanitarie all’interno dei due presidi non comportavano alcuna spesa per gli operai e per i loro familiari che ne usufruivano. Si trattò di un esempio di assistenza sanitaria all’avanguardia per l’epoca, tanto da ricevere persino il plauso del Prof. Thomas Oliver dell’Università di Newcastle, in visita a Balmalonesca nel 1901. L’infaticabile opera del dott. Volante avrebbe permesso non solo di fornire adeguate risposte ai singoli casi, ma anche di prevenire la diffusione di malattie infettive tra i minatori: l’attenta profilassi, dentro e fuori la galleria, scongiurò il pericolo di contagio da larve di Archylostoma, batterio conosciuto anche come “verme del minatore”. (clic per leggere il testo completo)

6 La chiesa La popolazione di Balmalonesca, com’è facile capire, iniziò ben presto ad avvertire anche l’esigenza di un’assistenza spirituale. La cura delle anime fu affidata inizialmente al parroco di Trasquera; poi però, vista la lontananza del villaggio operaio e il crescente numero dei suoi abitanti, si optò per il mantenimento, direttamente a Balmalonesca, di un Cappellano stabile. Il sacerdote designato per questa missione fu don Antonio Vandoni ( ), che nell’agosto del 1899 ebbe dal vescovo la comunicazione che avrebbe potuto iniziare le pratiche per la costruzione di una chiesa per la comunità di Balmalonesca. L’edificio religioso fu eretto in tempi brevissimi e inaugurato il 2 dicembre, festa di Santa Barbara.

7 La scuola Mentre erano in corso le trattative per la costruzione della chiesa, si cominciò a parlare della possibilità di aprire una scuola elementare cattolica, a spese della Diocesi. La prima insegnante fu una sorella dello stesso don Vandoni. Il 9 ottobre 1899, primo giorno di scuola, si presentarono più di trenta iscritti. Il 17 novembre gli scolari erano già più di cento. Nell’anno scolastico gli iscritti furono addirittura 427 di cui 141 all’asilo. A Balmalonesca funzionava anche una scuola serale per adulti e, con frequenza settimanale, un corso di cucito e ricamo per le ragazze. (clic per guardare l’immagine)

8 La morte del villaggio Al termine dei lavori di costruzione della galleria del Sempione, il villaggio iniziò a spopolarsi: molti minatori tornarono nelle loro terre d’origine, altri trovarono lavoro in altri cantieri in varie parti d’Europa. Gli operai rimasti nelle baracche di Balmalonesca lavorarono nel secondo traforo del Sempione, ultimato nel dicembre I bagni e l’ospedale erano ormai stati smantellati; anche la scuola e l’asilo chiusero, mentre la chiesa non aveva più un Cappellano. Gran parte di ciò che rimaneva del villaggio venne, infine, quasi completamente distrutto nel corso di una disastrosa alluvione nel settembre-ottobre 1920. Fine presentazione

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(foto archivio Collegio Mellerio Rosmini) Torna alla diapositiva

11 Il parroco don Antonio Vandoni (1875-1904)
(foto archivio Collegio Mellerio Rosmini) Torna alla diapositiva

12 Balmalonesca: la scuola
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