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Crescita, Competitività, Internazionalizzazione

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Presentazione sul tema: "Crescita, Competitività, Internazionalizzazione"— Transcript della presentazione:

1 Crescita, Competitività, Internazionalizzazione
Fabio Sdogati © Politecnico di Milano Udine, 11 aprile 2008 1

2 Struttura della presentazione
1. Crescita: gli scenari economici di medio periodo 1.1 Cause della crisi dei “mutui sub-prime” 1.2 Conseguenze della crisi sull’economia reale 1.3 Ultime previsioni di crescita 2. Competitività: determinanti macroeconomiche e aziendali 2.1 Competitività internazionale dell’industria italiana 2.2 La relazione tra scambio commerciale e tasso di cambio 2.3 La relazione tra scambio commerciale e reddito estero 3. Internazionalizzazione: per essere competitivi globalmente 3.1 Il nuovo paradigma aziendale 3.2 Modalità di internazionalizzazione 2

3 Gli scenari economici di medio periodo
1 Crescita: Gli scenari economici di medio periodo 3

4 Scenari di crescita: mondo
TAVOLA 1. Tasso di crescita annuale del PIL. Previsioni aprile 2008 Nota: i valori per gli anni dal 2008 incluso sono oggetto di stima. Fonte: FMI, World Economic Outlook, 9 aprile 2008.

5 Scenari di crescita: economie avanzate
TAVOLA 2. Tasso di crescita annuale del PIL. Previsioni aprile 2008 Nota: i valori per gli anni dal 2008 incluso sono oggetto di stima. Fonte: FMI, World Economic Outlook, 9 aprile 2008.

6 Scenari di crescita: economie emergenti
TAVOLA 3. Tasso di crescita annuale del PIL. Previsioni aprile 2008 Nota: i valori per gli anni dal 2008 incluso sono oggetto di stima. Fonte: FMI, World Economic Outlook, 9 aprile 2008.

7 Cause della “crisi dei mutui subprime”
1. Eccessiva liquidità nell’area Dollaro e rigidità nel prestito interbancario 2. Espansione “drogata” del mercato immobiliare statunitense 3. Abuso della “cartolarizzazione” e di attività a “sottostante nascosto” 7

8 Cosa c’è dietro la crisi dei “mutui subprime”
Politica monetaria fortemente espansiva tra il 2001 e metà 2004. GRAFICO 4. FEDERAL FUNDS EFFECTIVE RATES Fonte: Federal Reserve, Statistical Release, 8 Aprile 2008.

9 Cosa c’è dietro la crisi dei “mutui subprime”
Politica monetaria restrittiva tra luglio 2004 e giugno 2006. GRAFICO 5. Tasso obiettivo sui Federal Funds e tasso effettivo Fonte: Federal Reserve 8 aprile 2008.

10 Cosa c’è dietro la crisi dei “mutui subprime”
Il credito interbancario si restringe fino a tutto il 2007 GRAFICO 6. LIBOR a 3 mesi, da gennaio 2007 Fonte: British Bankers’ Association, 8 aprile 2008.

11 Cosa c’è dietro la crisi dei “mutui subprime”
I tassi sui mutui rimangono ai minimi storici anche dopo il 2005. GRAFICO 7. Tasso di interesse dei mutui a 30 anni a tasso fisso, Stati Uniti Fonte: Federal Reserve, Statistical Release, 8 aprile 2008.

12 Cosa c’è dietro la crisi dei “mutui subprime”
Abuso della “cartolarizzazione” e di attività a “sottostante nascosto” Il processo di cartolarizzazione (securitization) consiste nella conversione di crediti di qualsiasi genere in “carta”, più propriamente in valori mobiliari negoziabili e liquidabili sul mercato secondario. (Asset Backed Securities).

13 Cosa c’è dietro la crisi dei “mutui subprime”
Si configura una “trappola della liquidità” nell’area Dollaro. GRAFICO 8. Tasso di interesse, mutui e Libor dal 2007 ad oggi nell’area Dollaro. Fonte: FED statistical release, British Bankers’ Association, 8 aprile 2008.

14 Cosa c’è dietro la crisi dei “mutui subprime”
Le banche commerciali tendono a trattenere Euro. GRAFICO 9. Tasso di interesse e Libor dal 2007 ad oggi nell’area Euro. Fonte: FED statistical release, British Bankers’ Association, 8 aprile 2008.

15 Conseguenze della “crisi dei mutui subprime”
Sul costo del denaro: instabilità dovuta alla necessità di 1) rilanciare gli investimenti 2) evitare moral hazard 3) contenere l’inflazione 2. Sul tasso di cambio: non è possibile dire per quanto tempo il valore dell’Euro si manterrà sopra a 1.50 Dollari. 3. Sulla crescita: rallentamento dovuto alla contrazione del credito all’economia reale ed alla necessaria “pulizia dei bilanci” sui mercati finanziari. 15

16 Probabili conseguenze della crisi dei mutui subprime
Non ci sono margini per politiche fiscali espansive nell’area Euro. Gli Stati Uniti hanno adottato politiche espansive nel mese di febbraio. Moderatamente espansiva nell’area Euro. Politica monetaria fortemente espansiva negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti si compererà ancora per qualche tempo a “prezzi di saldo” Politica Fiscale Politica Monetaria 16

17 La FED e la BCE in azione: dal giugno 2007 ad oggi
La FED taglia il tasso di sconto cinque volte: settembre, novembre, dicembre, gennaio (due volte). La FED tiene otto aste, tutte concentrate nel periodo che inizia ai primi di dicembre BCE La BCE modifica un'unica volta il tasso di sconto, alzandolo di 25 punti base al 4% il 13 giugno, valore rimasto da allora modificato La BCE tiene due aste supplementari a più lungo termine, in novembre e dicembre, concedendone la proroga in gennaio.

18 POLITICA MONETARIA COORDINATA?
La FED e la BCE in azione: dal giugno 2007 ad oggi POLITICA MONETARIA COORDINATA? Da dicembre 2007 esiste una politica monetaria coordinata con l’obiettivo di immettere liquidità (in dollari) nei mercati finanziari. Due volte, a dicembre e pochi giorni fa, la FED annuncia interventi di concerto con altre banche centrali, tra cui la BCE, per far fronte alla crisi. Si noti che la sostanza degli interventi consiste nel fornire dollari addizionali al sistema, e non euro.

19 POLITICA MONETARIA COORDINATA?
La FED e la BCE in azione: dal giugno 2007 ad oggi POLITICA MONETARIA COORDINATA? Da dicembre 2007 esiste una politica monetaria coordinata con l’obiettivo di immettere liquidità (in dollari) nei mercati finanziari. European Central Bank - PRESS RELEASE 28 March Supplementary six-month longer-term refinancing operations and continuation of the supplementary three-month longer-term refinancing operations

20 POLITICA MONETARIA COORDINATA?
La FED e la BCE in azione: dal giugno 2007 ad oggi POLITICA MONETARIA COORDINATA? The Governing Council decided at its meeting on 27 March 2008 to conduct supplementary longer‑term refinancing operations (LTROs) with a maturity of six months. These supplementary three-month and six-month LTROs are aimed at supporting the normalisation of the functioning of the euro money market. One supplementary six-month LTRO with a preset amount of €25 billion will be allotted on Wednesday, 2 April, settled on Thursday, 3 April, and will mature on Thursday, 9 October Another supplementary six-month LTRO, in the amount of €25 billion, will be allotted on Wednesday, 9 July, settled on Thursday, 10 July 2008, and will mature on Thursday, 8 January 2009.

21 POLITICA MONETARIA COORDINATA?
La FED e la BCE in azione: dal giugno 2007 ad oggi POLITICA MONETARIA COORDINATA? Two new supplementary three-month LTROs, with preset amounts of €50 billion each, will replace the two currently outstanding supplementary three-month LTROs of €60 billion each. The first will be allotted on Wednesday, 21 May, settled on Thursday, 22 May, and will mature on Thursday, 14 August The second will be allotted on Wednesday, 11 June, settled on Thursday, 12 June, and will mature on Thursday, 11 September 2008.

22 Determinanti macroeconomiche e aziendali
2 Competitività: Determinanti macroeconomiche e aziendali 22

23 Le determinanti della competitività internazionale
Le modalità della competizione: Se le produzioni nazionale ed estera sono tra loro sostituibili ma è possibile riconoscere differenti caratteristiche allora le considerazioni di preferenze e qualità si aggiungono al prezzo come fattori di competitività internazionale. Se le produzioni nazionale ed estera non sono tra loro sostituibili, la differenziazione è il principale fattore di competitività internazionale. Se le produzioni nazionale ed estera sono tra loro sostitute il prezzo è l’unico fattore di competitività internazionale.

24 Le determinanti della competitività internazionale
Il tasso di cambio reale E’ il rapporto tra il prezzo della merce di produzione estera, espresso in valuta nazionale, ed il prezzo della merce di produzione nazionale: e = € / $ P* = prezzo della merce di produzione estera in valuta estera P = prezzo della merce di produzione nazionale in valuta nazionale Prima di tutto occorre dire cosa è il tasso di cambio reale

25 Le determinanti della competitività internazionale
Ipotesi sulla formazione del prezzo: P: prezzo della merce di produzione nazionale in valuta nazionale w: costo del lavoro per unità di tempo in valuta nazionale a: produttività del lavoro (unità di output per unità di input nell’unità di tempo) m: fabbisogno di unità di beni importati per produrre una unità di merce nazionale P*: prezzo in valuta estera della merce di produzione estera e: prezzo della valuta estera in valuta nazionale (€/$) z: saggio di profitto, come percentuale dei costi di produzione A questo punto si mette la pulce nell’orecchio all’ascoltatore perché gli si dice che a determinare il prezzo, e dunque la competitività, concorrono altre due variabili: costo del lavoro e produttività (che però vedrà tra qualche slide)

26 Le determinanti della competitività internazionale
Quindi, il tasso di cambio reale è un indicatore della competitività internazionale di prezzo del bene nazionale: R < 1 Il bene nazionale non è competitivo R = 1 Il consumatore è indifferente rispetto a scegliere il bene nazionale o estero R > 1 Il bene nazionale è competitivo sui mercati internazionali Una unità di bene nazionale “compra” R unità di bene estero Adesso è possibile definire chiaramente cosa si intende per competitività internazionale delle merci

27 Scambio commerciale italiano
Tavola 12. Scambio Commerciale, valori in miliardi di €, Italia Fonte: ISTAT, Conti Economici Trimestrali, Febbraio 2008.

28 Scambio commerciale italiano
Tavola 13. Esportazioni dell’Italia verso il mondo per settore, anno 2007. Fonte: Istat, base di dati COEWEB.

29 Scambio commerciale italiano
Tavola 14. Importazioni dell’Italia dal mondo per settore, anno 2007. Fonte: Istat, base di dati COEWEB.

30 Scambio commerciale italiano
Tavola 15. Saldo commerciale per i settori della manifattura italiana nel 2007, valori in €. Fonte: Istat, base di dati COEWEB.

31 Scambio commerciale italiano
Tavola 16. Flussi commerciali di importazione ed esportazione per i principali settori, Italia verso Mondo, *Nota: serie storiche cumulate del corrente anno. Fonte: Istat, base di dati COEWEB. 31

32 Scambio commerciale italiano
Tavola 17. Flussi commerciali di importazione ed esportazione per i principali settori, Italia verso Mondo, *Nota: serie storiche cumulate del corrente anno. Fonte: Istat, base di dati COEWEB. 32

33 Scambio commerciale italiano
Tavola 18. Flussi commerciali di importazione ed esportazione per i principali settori, Italia verso Mondo, *Nota: serie storiche cumulate del corrente anno. Fonte: Istat, base di dati COEWEB. 33

34 Scambio commerciale italiano
Tavola 19. Flussi commerciali di importazione ed esportazione per i principali settori, Italia verso Mondo, *Nota: serie storiche cumulate del corrente anno. Fonte: Istat, base di dati COEWEB. 34

35 Scambio commerciale italiano
Tavola 20. Flussi commerciali di importazione ed esportazione per i principali settori, Italia verso Mondo, *Nota: serie storiche cumulate del corrente anno. Fonte: Istat, base di dati COEWEB. 35

36 Scambio commerciale italiano
Tavola 21. Flussi commerciali di importazione ed esportazione per i principali settori, Italia verso Mondo, *Nota: serie storiche cumulate del corrente anno. Fonte: Istat, base di dati COEWEB. 36

37 Scambio commerciale italiano
Tavola 22. Flussi commerciali di importazione ed esportazione per i principali settori, Italia verso Mondo, *Nota: serie storiche cumulate del corrente anno. Fonte: Istat, base di dati COEWEB. 37

38 Scambio commerciale italiano
Tavola 23. Flussi commerciali di importazione ed esportazione per i principali settori, Italia verso Mondo, *Nota: serie storiche cumulate del corrente anno. Fonte: Istat, base di dati COEWEB. 38

39 Scambio commerciale italiano
Tavola 24. Flussi commerciali di esportazione per i principali settori rispetto al tasso di cambio $/€, Italia verso Mondo, ; (1997=100). *Nota: serie storiche cumulate del corrente anno. Fonte: Istat, base di dati COEWEB, Ufficio Italiano Cambi. 39

40 Scambio commerciale italiano
Tavola 25. Flussi commerciali di esportazione per i principali settori rispetto al tasso di cambio $/€, Italia verso Mondo, ; (1997=100). *Nota: serie storiche cumulate del corrente anno. Fonte: Istat, base di dati COEWEB, Ufficio Italiano Cambi. 40

41 Scambio commerciale italiano
Tavola 26. Flussi commerciali di esportazione per i principali settori rispetto al tasso di cambio $/€, Italia verso Mondo, ; (1997=100). *Nota: serie storiche cumulate del corrente anno. Fonte: Istat, base di dati COEWEB, Ufficio Italiano Cambi. 41

42 Scambio commerciale italiano
Tavola 27. Flussi commerciali di esportazione per i principali settori rispetto al tasso di cambio $/€, Italia verso Mondo, ; (1997=100). *Nota: serie storiche cumulate del corrente anno. Fonte: Istat, base di dati COEWEB, Ufficio Italiano Cambi. 42

43 Scambio commerciale italiano
Tavola 28. Flussi commerciali di esportazione per il tessile e la meccanica rispetto al reddito pro-capite estero1, ; (1997=100). 1) Prodotto interno lordo reale pro-capite in Euro. Fonte: Istat, base di dati COEWEB, IMF World Economic Outlook. 43

44 Scambio commerciale italiano
1. I principali settori in cui l’Italia ha un saldo commerciale positivo con il resto del mondo sono il tessile e, soprattutto, la meccanica. 2. Il rischio di cambio ha un impatto importante sui settori caratterizzati da tecnologie mature ed elevata elasticità della domanda al prezzo (tessile); mentre in settori dove è importante il dominio della tecnologia (meccanica) e la qualità della produzione (alimentare) il rischio di cambio è limitato. 3. Un maggiore reddito estero si traduce in una maggiore domanda di produzioni nazionali tanto più queste siano apprezzate per tecnologia e qualità; mentre nel caso di un minor reddito estero i primi settori a subire una riduzione di domanda sono quelli in cui meno vengono valutati differenziali tecnologici e qualitativi. 44

45 per essere competitivi
3.1 Internazionalizzare per essere competitivi 45

46 Globalizzarsi Aumento delle opportunità di business
Liberalizzazione del commercio Caduta dei costi di trasporto Caduta dei costi di coordinamento Aumento delle opportunità di business Insieme modalità 1: Global Resource Seeking e modalità 2: Global Market Seeking Impresa globalmente integrata Elevata crescita del PIL nelle economie emergenti Deindustrializzazione nelle economie ad alto reddito 46

47 Scenario internazionale: confronto di produttività e costo del lavoro
TAVOLA 29. Produttività del lavoro (output per ora lavorata, 1992=100) Paese 1995 2000 2003 2005 2006 Francia 114,90 143,70 158,70 169,20 175,40 Germania 111,20 132,00 141,60 154,80 165,10 Italia 111,10 116,10 112,10 110,30 111,80 Repubblica Coreana 129,70 216,40 252,20 300,40 332,70 Spagna 108,60 113,20 118,80 121,50 126,10 Taiwan 112,90 148,40 174,50 196,50 209,90 UK 105,00 117,20 132,10 145,00 151,50 USA 112,30 147,10 174,80 193,20 197,90 Fonte: Dipartimento del Commercio del governo statunitense, Bureau of Labor Statistics, Ottobre 2007

48 Scenario internazionale: confronto di produttività e costo del lavoro
TAVOLA 30. Produttività del lavoro (output per ora lavorata, tasso di crescita annuo) Fonte: OECD, FactBook 2008, 7 aprile 2008.

49 Scenario internazionale: confronto di produttività e costo del lavoro
TAVOLA 31. Costo del lavoro orario nel settore manifatturiero, Dollari US Paese 1995 2000 2003 2005 2006 Francia 20,34 16,38 22,30 25,00 25,90 Germania 30,65 24,01 31,80 35,55 36,72 Italia 16,02 14,30 19,29 22,50 23,11 Repubblica Coreana 8,55 8,64 9,77 14,04 16,08 Spagna 13,00 9,63 13,26 15,69 16,39 Taiwan 5,85 5,87 5,58 6,34 6,40 UK 13,90 16,40 20,75 25,35 27,48 USA 17,11 21,48 25,23 26,84 27,50 Costo del lavoro come determinante della competitività: paragone internazionale Fonte: Dipartimento del Commercio del governo statunitense, Bureau of Labor Statistics, Ottobre 2007

50 Scenario internazionale: confronto di produttività e costo del lavoro
TAVOLA 32. Costo del lavoro orario in manifattura (valuta locale, deflazionato, 1992=100) Paese 1995 2000 2003 2005 2006 Francia 104,8 113,2 118,9 116,6 117,7 Germania 108,6 117,4 121,3 119,0 119,8 Italia 98,0 99,8 101,5 103,3 103,0 Repubblica Coreana 138,9 169,2 182,2 211,1 220,6 Spagna 103,1 97,0 98,6 99,6 Taiwan 108,2 119,4 125,7 128,3 130,2 UK 101,1 108,8 124,2 128,7 USA 100,1 112,0 123,2 123,4 122,5 Costo del lavoro come determinante della competitività: paragone internazionale Fonte: Dipartimento del Commercio del governo statunitense, Bureau of Labor Statistics, Ottobre 2007

51 La globalizzazione commerciale e produttiva
Market Seeking Diventare internazionale per servire il mercato estero con le stesse condizioni di un produttore locale Resource Seeking Diventare internazionale per impiegare fattori produttivi esteri, con costi minori rispetto a quanto sia possibile sul mercato nazionale Inoltre Asset seeking ottenere il controllo di assets specifici strategici Efficiency seeking perseguire una localizzazione internazionale delle attività per sfruttare al meglio i differenziali di efficienza 51

52 Esportazioni di un Paese dell’UE
Una forma di internazionalizzazione produttiva Esportazioni di un Paese dell’UE Verso uno stato non membro UE Verso uno stato membro UE Tipologie di flussi Finale: produzione nazionale venduta ad utilizzatori esteri Temporanea: produzione nazionale preparata per subire ulteriori lavorazioni all’estero e successivamente re-importata (Outward Processing Traffic – OPT) Re-Esportazione: produzione nazionale che, a seguito di una precedente importazione temporanea, è stata lavorata ed ora esce nuovamente dai confini nazionali (Inward Processing Traffic – IPT) Totale: 1+2+3

53 Una forma di internazionalizzazione produttiva
Importazioni di un Paese dell’UE Da uno stato membro dell’UE Da uno stato non membro dell’UE Tipologie di flussi Finale: produzione estera venduta ad utilizzatori nazionali Temporanea: produzione estera preparata per subire ulteriori lavorazioni entro i confini nazionali e poi essere re-esportata (Inward Processing Traffic – IPT) Re-Importazione: produzione estera che ri-entra nei confini nazionali per subire ulteriori lavorazioni a seguito di una esportazione temporanea nazionale (Outward Processing Traffic – OPT) Totale: 1+2+3


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