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LE RIVISTE STORICHE INTERNAZIONALI

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LE RIVISTE STORICHE INTERNAZIONALI Ottocento e Novecento.

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Presentazione sul tema: "LE RIVISTE STORICHE INTERNAZIONALI"— Transcript della presentazione:

1 LE RIVISTE STORICHE INTERNAZIONALI
Ottocento e Novecento

2 1859: “Historische Zeitschrift”
Espressione della storiografia accademica tedesca, pubblicata a Monaco di Baviera dalla metà del XIX secolo, è la più antica e prestigiosa fra le riviste storiche tedesche. Fondata da Heinrich von Sybel ( ), professore a Berlino e dal 1875 direttore degli archivi prussiani, ha avuto fra i suoi collaboratori J. G. Droysen, T. Mommsen, L. von Ranke, O. Hintze e E. Troeltsch. Dapprima espressione della “scuola prussiana” liberal-nazionalista, quindi della storiografia accademica “rankiana” basata sul culto delle fonti. Nel primo Novecento ( ) è stata a lungo diretta da F. Meinecke, caratterizzandosi prevalentemente come rivista di storia politica e intellettuale.

3 1859: “Historische Zeitschrift”
Dopo la parentesi nazista la rivista ha rapidamente riconquistato la sua autorevolezza internazionale sotto la lunga direzione ( ) di Theodor Schieder: uno dei maggiori studiosi della Prussia del Sette-Ottocento, dal 1967 al 1972 presidente dell’Associazione degli storici tedeschi.

4 1876: “Revue Historique” Fondata a Parigi nel come risposta laica e repubblicana alla storiografia cattolica ultraconservatrice della “Revue des questions historiques” (1866) - e fino al 1912 diretta da Gabriel Monod, è da sempre l’espressione più tradizionale della scuola storica della Sorbona, vicina alla storiografia erudita e filologica di matrice tedesca. Inizialmente di matrice positivista e attenta soprattutto alla storia politica (l’“histoire événementielle” deprecata da Marc Bloch), in contrapposizione alle “Annales”, successivamente si apre anche alle nuove espressioni della storiografia, pur mantenendosi super partes. Diretta attualmente da Claude GAUVARD, Jean-François SIRINELLI e Jean-Pierre BRUNTERC’H, si presenta come il principale strumento di comunicazione della comunità degli storici francesi, contemplando ampie rassegne, relazioni di convegni, bibliografia e recensioni, segnalazioni di tesi di dottorato in storia discusse nelle università francesi.

5 1886: “The English Historical Review”
Fondata a Londra nel 1886 da lord John Emerich Edward Dalberg Acton, professore di storia a Cambridge, insieme con M. Creighton e James Bryce, è il più antico periodico inglese di storia, espressione della storiografia accademica di Cambridge e di Oxford di ispirazione liberale e whigh. Si occupa prevalentemente di storia politica e giuridico-amministrativa dell’Inghilterra medievale e moderna. Negli ultimi decenni si è aperta anche a tematiche di storia sociale e di storia contemporanea. J. E. E. D. Acton

6 1895: “The American Historical Review”
È l’organo dell’ American Historical Association, fondata nel 1884 per riunire i professori universitari di storia di tutto il Nord America. Primo direttore: J. Franklin Jameson con G. B. Adams, W. M. Sloane, A. C. McLaughlin Ha carattere prettamente scientifico e da oltre un secolo stabilisce gli “standard” di scientificità internazionali dei prodotti della ricerca storica. Ha sempre dedicato notevole spazio alla storia europea moderna e contemporanea e negli ultimi decenni anche alla storia socio-culturale. Pubblica un imponente apparato di note bibliografiche e recensioni che spesso risultano determinanti per la fortuna di un libro a livello internazionale.

7 1899: “Revue d’Histoire Moderne et contemporaine”
Fondata nel 1899, la “Revue d’Histoire Moderne”, poi “d’Histoire Moderne et Contemporaine” è oggi, accanto alle “Annales” la più importante rivista francese di storia moderna e contemporanea. Attualmente diretta dal contemporaneista Pierre Milza e dal modernista Daniel Roche, incarna oggi il più alto livello della storiografia accademica di lingua francese, in grado di evitare i settorialismi e di rivolgersi anche al pubblico colto. Presenta ricerche inedite, saggi di sintesi, rassegne e un’ampia sezione di bibliografia e recensioni.

8 La grande stagione delle riviste di scienze sociali (1891-1929)
1891 – Paul Vidal de la Blache fonda le «Annales de Gèograpfie», dirette dal 1894 da Lucien Gallois. 1896 – Emile Durkheim fonda l’«Anné Sociologique». 1900 – Henri Berr fonda la «Revue de Synthèse Historique», prima rivista europea interdisciplinare. 1903 – Max Weber fonda l’«Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik». 1925 – Henri Berr fonda il «Centre internationale de synthèse» come luogo d’incontro di studiosi di diverse discipline (ma costantemente tenuto ai margini dalla comunità accademica francese). Lo stesso Berr non otterrà mai una cattedra universitaria, rimanendo professore di liceo. 1929 – Marc Bloch e Lucien Febvre fondano a Strasburgo le «Annales d’histoire économique et sociale».

9 Henri Berr: un intellettuale dimenticato

10 1929: “Journal of Modern History”
Fondata a Chicago nel 1929 è la più autorevole rivista americana di storia moderna, attenta in particolare alla storia politica e intellettuale europea fra il XV e il XIX secolo.

11 1929: la rivoluzione delle “Annales”: verso una nuova storiografia

12 La nascita delle “Annales”
(Strasburgo, 1929)

13 M. Bloch e L. Febvre

14 1929: La nascita della nuova rivista
Marc Bloch e Lucien Febvre fondano a Strasburgo il trimestrale "Annales d'histoire économique et sociale", rivista internazionale ed interdisciplinare di scienze storiche, economiche e sociali (nella direzione figurano anche il geografo A. Demangeon, il sociologo M.Halbwachs, l'economista Ch. Rist e il politologo A. Siegfried). E' l'anno del grande crollo di Wall Street. La rivista si apre in alla storia contemporanea e recluta collaboratori negli ambienti del Bureau International du Travail (BIT) e della London School of Economics (LSE). Nell'editoriale Le parole e le cose in storia economica Bloch e Febvre propongono una riflessione sull'evoluzione semantica dei vocaboli e dei concetti usati dagli storici.

15 L’affermazione negli anni trenta
Marc Bloch è nominato professore alla Sorbona, succedendo ad Henri Hauser nella cattedra di storia economica. Bloch e Febvre propongono dalle pagine delle "Annales" un'inchiesta collettiva sulle nobiltà europee di antico regime. F. Braudel entra nel comitato di direzione delle "Annales". con l'avvicinarsi della guerra anche la rivista entra in crisi: nel mese di novembre l'editore Armand Colin ritira il suo appoggio, le "Annales“ cambiano sede ed editore e riprendono la periodicità trimestrale, adottando una veste più economica. la rivista viene ribattezzata "Annales d'histoire sociale".

16 La crisi bellica ( ) Febvre rimane solo a Parigi a dirigere la rivista; nel mese di luglio manda in stampa tutti gli articoli in suo possesso, prevedendo il disastro. Nel vol. III (1941) della rivista comparirà il saggio di L. Febvre, La sensibilité et l'histoire. Comme reconstruire la vie affective d'antan, tentativo di fondare una psicologia storica che costituisca la chiave d'interpretazione del problema della sensibilità religiosa degli uomini e delle donne del XVI secolo. in seguito alle leggi razziali Febvre è costretto a togliere il nome di Bloch dal comitato di direzione delle "Annales", per evitarne la chiusura. Bloch lo considera un atto di debolezza e lascia Parigi per Montpellier dove entra nella Resistenza. sotto l'occupazione tedesca la rivista interrompe le pubblicazioni, ma Febvre riesce ugualmente a pubblicare qualche fascicolo sotto il titolo di "Mélanges d'histoire sociale". 1944 – Marc Bloch è catturato a Lione e fucilato dai tedeschi della Gestapo.

17 Da Febvre a Braudel ( ) ricostituita la redazione dopo la morte di Bloch, la rivista viene ribattezzata "Annales: Economies, Societés, Civilisations"; ne assume la direzione L. Febvre ( ). con un contributo della statunitense "Rockfeller Foundation" nasce la Sixième Section (scienze economiche e sociali) dell'Ecole Pratique des Hautes Etudes (EPHE), non abilitata a concedere titoli accademici (direttore per le ricerche storiche: F. Braudel; direttore per le ricerche economiche: Ch. Morazé). F. Braudel è nominato membro del Collège de France (cattedra di civiltà moderna), ma l'istituzione è ancora snobbata dagli accademici della Sorbona. L. Febvre è nominato membro del consiglio d'amministrazione del CNRS - L. Febvre è nominato presidente del comitato UNESCO degli storici francesi e presidente del comitato per la storia della seconda guerra mondiale viene costituito, sotto la direzione di F. Braudel, il Centre de Recherches Historiques (CRH) presso la VI section dell'EPHE. 1951 – lo storico americano F.C. Lane è nominato rappresentante a Parigi della "Rokfeller Foundation" e procura al Centre de Recherches Historiques dell'EPHE un finanziamento di di franchi per tre anni. Pierre Goubert presenta sulle "Annales" una sintesi della sua ricerca su Beauvais che rivoluziona il tradizionale uso delle fonti demografiche. 1956 – muore Lucien Febvre.

18 L’ “era Braudel” ( ) F. Braudel assume la direzione delle "Annales" ( ). rispondendo all'Anthropologie structurale di C. Lévi-Strauss, F. Braudel pubblica sulle "Annales" il celebre articolo Histoire et sciences sociales. La "longue durée", che sarà considerato il manifesto programmatico del nuovo approccio "strutturalista" alla storia. con l'articolo pionieristico Histoire et climat Emmanuel Le Roy Ladurie propone agli storici e ai geografi un nuovo tema di ricerca: la climatologia storica. Jacques Le Goff pubblica l'articolo Temps de l'église et temps du marchand, nel quale affronta la diversa percezione del tempo degli uomini del medioevo. nell'articolo Problèmes et méthodes d'une histoire de la psychologie collective Alphonse Dupront tende la mano agli psicologi proponendo di approfondire insieme i suggerimenti di Febvre sulla storia delle sensibilità collettive del passato. - con il fasc.3 del 1961 Braudel lancia l'inchiesta collettiva su Vita materiale e comportamenti biologici, aperta da una serie di articoli di storia dell'alimentazione. l'articolo di Jean-Pierre Peter su Malati e malattie alla fine del XVIII secolo apre un nuovo e fecondo filone di studio, chiamando gli storici a confrontarsi con le scienze della vita. Il tema - in una chiave diversa - era stato già affrontato nel 1963 da Michel Foucault nel libro Naissance de la clinique. Une archéologie du regard médical. alla fine dell'anno e dopo la rivolta studentesca esplosa nel mese di maggio F. Braudel lascia la direzione delle "Annales".

19 Il ricambio generazionale (1968-72)
con la decisione, assunta da Braudel nel 1968, di lasciare la direzione della rivista, emerge e si afferma la "terza generazione" degli storici delle "Annales“: Emmanuel Le Roy Ladurie Jacques Le Goff François Furet Marc Ferro Maurice Agulhon André Burguière Jacques Revel Roger Chartier Tratto comune alla biografia di molti di loro è l'aver militato, fra gli anni '40 e‘50, nel Partito Comunista Francese, allontanandosene poi - spesso in modo traumatico - dopo la crisi del L'abbandono del marxismo e la crisi d'identità politica degli anni sessanta conduce probabilmente alcuni di loro al rifiuto della storia politica e alla ricerca di una nuova "scientificità" nello strutturalismo e nelle scienze sociali.

20 La terza generazione delle “Annales”
F. Braudel lascia la direzione delle "Annales", chiamando a far parte del nuovo comitato di direzione alcuni storici della generazione più giovane: Emmanuel Le Roy Ladurie, Jacques Le Goff, Marc Ferro, André Burguière, Jacques Revel 1972 – F: Braudel si ritira dalla direzione della rivista e dalle principali cariche accademiche: E. Le Roy Ladurie è direttore delle "Annales“. la Sixième Section si trasforma in Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales (EHESS) finalmente abilitata a concedere titoli accademici post-laurea (dottorato III ciclo e dottorato di stato). a coronamento della sua lunga carriera Braudel è nominato Accademico di Francia. Braudel muore improvvisamente a Parigi il 29 novembre, all'età di 83 anni.

21 Gli storici della terza generazione
E. LE Roy Ladurie J. Le Goff F. Furet C. Ginzburg

22 Storia e strutturalismo
il fascicolo monografico delle "Annales" su Histoire et structure (XXXI), a cura di A. Burguière, conclude e ricompone la discussione fra storici, sociologi e antropologi: il "nemico" viene non già affrontato, ma inglobato, mostrando che le innovazioni che esso propone sono già state pensate e realizzate nella pratica storiografica. La guerra tra lo strutturalismo e la storia non avrà luogo. Questo numero speciale non nasce dall'intenzione di rilanciare una contesa retorica promossa dalla moda, ma al contrario dall'intenzione di approfittare di una congiuntura di specificazione (A. Burguière) - sul medesimo fascicolo F. Furet pubblica l'articolo L'histoire quantitative et la construction du fait historique nel quale si propone la storia quantitativa e seriale come nuova frontiera della ricerca: in questa prospettiva il "dato", il documento non esiste di per se stesso, ma solo in rapporto alla serie che lo precede e lo segue; il "fatto storico" è un fenomeno scelto e costruito in funzione del suo carattere di ripetitività.

23 Una difficile eredità dopo la scomparsa di Braudel, con il quale tutto il mondo aveva finito per identificare la "scuola storica francese“, si apre una crisi all'interno del gruppo dirigente delle "Annales". L'ottuagenario Charles Morazé (unico superstite del gruppo originario del 1948) resta a rappresentare la continuità della tradizione; Emmanuel Le Roy Ladurie, pur rimanendo nella direzione della rivista, diviene presidente della Biblioteca Nazionale di Parigi; Jacques Le Goff, più di altri disponibile ad intervenire anche sulla stampa e sulla televisione, ritaglia per sé il ruolo di ambasciatore internazionale della storiografia francese. François Furet, dedito ormai principalmente allo studio del pensiero politico europeo fra otto e novecento, lascia la direzione dell'EHESS e si trasferisce negli Stati Uniti all'Università di Princeton; I più giovani André Burguière e Jacques Revel assumono la guida della rivista. In mancanza di un vero ed unico erede di Braudel, la direzione collegiale della rivista non riesce però a mantenere una fisionomia così netta come nel passato, oscillando dalla nuova erudizione al gusto per la provocazione intellettuale, in presenza di una sempre più evidente frammentazione dei temi di ricerca e degli approcci metodologici.

24 Quattro generazioni di storici attorno alle “Annales”
…e accanto a loro: Albert Demangeon ( ) François Simiand ( ) Maurice Halbwachs ( ) Georges Lefebvre ( ) Ernest Labrousse ( ) I fondatori Lucien Febvre ( ) Marc Bloch ( )

25 Seconda e terza generazione
Seconda generazione Fernand Braudel ( ) Alphonse Dupront (1905) Jean Meuvret ( ) Charles Morazé (1913) Philippe Ariés ( ) Pierre Goubert (1915) Georges Duby (1919) Robert Mandrou ( ) ed inoltre il polacco: Witold Kula ( ) Terza generazione Pierre Chaunu (1923) Jean Delumeau (1923) Jacques Le Goff (1924) Marc Ferro (1924) Maurice Agulhon (1926) François Furet (1927) Emmanuel Le Roy Ladurie (1929) Pierre Nora (1931) Michel Vovelle (1933) Daniel Roche (1935) André Burguière (1938) ed inoltre i polacchi: Bronislaw Geremek «1932) Krzysztof Pomian (1934)

26 La quarta generazione e la rete internazionale delle “Annales”
Le “Annales” fuori dalla Francia gli americani: Immanuel Wallernstein (1930) Robert Darnton (1939) Nathalie Zemon Davies (1939) gli inglesi: Lawrence Stone (1919) Peter Burke (1937) gli italiani: Ruggiero Romano (1923) Alberto Tenenti (1924) Carlo Ginzburg (1939) Giovanni Levi (1939) Quarta generazione Jacques Revel (1942) Roger Chartier (1945) Jean-Claude Schmitt (1946) Arlette Farge (1947)

27 1952: “Past and Present” Fondata nel 1952 a Cambridge da un gruppo di giovani storici comunisti: Eric Hobsbawm, John Morris, Christopher Hill, Maurice Dobb, Edward Paul Thompson e poi arricchita dalla colaborazione di Joan Thirsk, John Elliott e di Lawrence Stone, “Past and Present” diviene rapidamente l’espressione della nuova storiografia sociale inglese di ispirazione marxista (anche se non tutti i suoi collaboratori sono marxisti). Fra i corrispondenti stranieri figurano gli italiano: Delio Cantimori e Rosario Villari (SS) e più tardi Carlo Ginzburg, Carlo Poni e Angelo Torre (QS). Eric Hobsbawm

28 1952: “Past and Present” Affiancata dal 1957 dalla “Past and Present Society”, la rivista si apre ai grandi dibattiti sulle origini del capitalismo, sulla “crisi generale” del XVII secolo, sulla Rivoluzione inglese, sulla storia delle classi subalterne, sulla crisi dell’impero britannico, sull’impatto ecologico del colonialismo in Africa, sull’ “invenzione delle tradizioni”. Fra gli articoli che hanno fatto epoca si segnalano i saggi pionieristici di E. P. Thompson sull’economia morale nel XVIII secolo (1967 e 1971) e sullo charirary (1972); di E. Hobsbawm e N. Ranger sull’invenzione della tradizione (1977). Solo in parte ispirata al modello francese delle “Annales”, mantiene una caratterizzazione più netta in senso marxista, anche se il suo è un marxismo duttile, eclettico e nient’affatto dogmatico. Maurice Dobb ed Edward Paul Thompson

29 1958: “The Historical Journal”
Espressione della “scuola di Cambridge”, è la principale rivista inglese di storia politica, prevalentemente moderna e contemporanea; attenta soprattutto ai temi di storia britannica ed europea, ospita più raramente dibattiti storiografici o metodologici. Presenta una ricca e aggiornata informazione bibliografica organizzata per temi. Direzione: Clare Jackson, Robert Tombs,William O’Reilly Collaboratori: C. A. Bayly, Q. Skinner, P. Ginsborg (Fi)

30 1960: “History and Theory. Studies in the Philosophy of History”
Rivista statunitense di teoria e filosofia della storia, aperta anche al dibattito storiografico, ma impegnata soprattutto su questioni metodologiche. Fondata nel 1960 in Olanda e proseguita dal 1965 negli USA presso la metodista Wesleyan University di Middletown (Connecticut), è stata diretta da G. H Nadel fino al 1990 e poi da R. T. Vann; nel comitato di direzione figurano lo statunitense Hayden Whithe, gli inglesi Isaiah Berlin, Arthur Danto e William Dray, i tedeschi Reinhard Koselleck e Wolfgang Mommsen, il polacco Jerzy Topolski, il francese Paul Veyne. Di orientamento prevalentemente “narrativista”, ma interessata al dialogo con le scienze sociali, pubblica frequentemente supplementi monografici su temi di discussione (la storia della scienza, il concetto di tempo, il rapporto storia-scienze sociali, la rappresentazione degli eventi storici, la storia di genere, ecc.).


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