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Lezione 21 Cenni di elettronica

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Presentazione sul tema: "Lezione 21 Cenni di elettronica"— Transcript della presentazione:

1 Lezione 21 Cenni di elettronica
Acquisizione dati Rivelatori di Particelle

2 Lezione 21 Cenni di elettronica
Gli apparati del giorno d’oggi , sia che siano per targhetta fissa o Collider sono fatti a cipolla ( o a spicchi di cipolla) e coinvolgono un gran numero di sotto-apparati. Ogni foglia di cipolla è un diverso sotto-apparato. Lo scopo di questi diversi rivelatori è quello di ottenere informazioni su : Tempo di arrivo Direzione di incidenza Energia Impulso Tipo di particella ecc. L’uscita dei vari apparati è un segnale elettrico. Rivelatori di Particelle

3 Lezione 21 Cenni di elettronica
Rivelatori di Particelle

4 Lezione 21 Cenni di elettronica
Vedremo, in breve: Tecniche di elettronica usate per processare l’informazione analogica all’uscita dei vari sottorivelatori. L’uscita analogica viene quasi sempre trasformata, il più presto possibile, in digitale. Tecniche ed architetture usate per il trigger. Il trigger seleziona gli eventi interessanti fra tutti gli eventi presenti. Decide se l’evento deve essere letto ed immagazzinato. Se ad esempio vogliamo misurare il rate di m al livello del mare con un telescopio di scintillatori è sufficiente contare i segnali al di sopra di una certa soglia. I m possono essere selezionati da una coincidenza fra tutti gli scintillatori. Altre particelle ad esempio protoni possono essere aboliti richiedendo un certo livello di penetrazione ( assorbitore in ferro). In esperimenti più complicati servono trigger selettivi spesso costituiti di più livelli. Rivelatori di Particelle

5 Lezione 21 Elettronica di lettura
Terminologia. Quasi tutte le uscite degli apparati sono segnali di natura elettrica. Generalmente l’informazione è sotto forma di impulsi, ovvero brevi variazioni nel tempo di una corrente o di un voltaggio. ampiezza tempo Tempo di salita larghezza Base line Rivelatori di Particelle

6 Lezione 21 Elettronica di lettura
Per ottenere il funzionamento ottimale l’apparato e la sua elettronica di lettura devono essere ben adattati l’uno all’ altro. Le parti che ci interessano normalmente in un segnale sono: Ampiezza del segnale, forma  energia depositata nell’apparato. Tempo del segnale  tempo di passaggio della particella. I segnali sono in generale: Piccoli (dell’ordine del pC ~ 106 e- (fotomoltiplicatori camere a fili)) Molto piccoli (dell’ordine dei fC ~ 103 e- (Silici o microcamere a gas)) Corti ( dell’ordine dei ms (apparati spessi)) Molto corti (dell’ordine dei ns (apparati sottili)) E l’apparato è ad una certa distanza dall’elettronica di lettura (può essere 100m) Rivelatori di Particelle

7 Lezione 21 Elettronica di lettura
Il segnale deve essere: Amplificato Formato Discriminato Digitizzato Trasferito I segnali sono soggetti a distorsioni: Intrinseche, rumore Esterne (pickup, instabilità nel voltaggio, masse cattive) Spesso il rapporto segnale/rumore (S/N) è la quantità che dobbiamo ottimizzare. Rivelatori di Particelle

8 Lezione 21 Elettronica di lettura
Amplificatori Lo scopo di un amplificatore è quello di raccogliere un segnale debole da un apparato, amplificarlo e trasmetterlo via cavo all’elettronica successiva (formatore, discriminatore, contatore). A titolo di esempio consideriamo uno scintillatore spesso 1 cm. Uno scintillatore rilascia in media per una particella al MIP 2 MeV/cm di energia corrispondente a ~40000 fotoni ( si hanno ~20000 fotoni per MeV). Se leggo il mio scintillatore con un fotodiodo (Q.E. ~80%) ho ~ coppie elettrone lacuna. La capacità di un fotodiodo è 10÷100 pF. Q=1.6x10-19x3x104~5x10-15 C V=Q/C~5x10-15x1011~5x10-4 V=0.5 mV Devo amplificare il segnale Rivelatori di Particelle

9 Lezione 21 Amplificatori
L’amplificatore va montato il più possibile vicino all’apparato perché: Rumore generato vicino all’apparato o nel cavo che lo connette all’apparato viene amplificato  cattivo rapporto segnale/rumore. Un cavo lungo attenua il segnale ( devo amplificarlo di nuovo alla fine del cavo) e può causare seri problemi di impedenze non adattate (loop). Notiamo che per evitare distorsioni dell’impulso anche all’uscita del preamplificatore ci vuole un buon adattamento delle impedenze. Se si è costretti ad usare cavi lunghi usare twisted pair (cavi differenziali) ed amplificatori differenziali  rimozione del rumore di modo comune. Con le tecnologie moderne (VLSI=very large scale integration) si cerca di mettere preamplificatori, amplificatori, discriminatori e perfino ADC il più vicino possibile all’apparato in modo da trasmettere segnali digitali. Rivelatori di Particelle

10 Lezione 21 Amplificatori
I preamplificatori si dividono grossomodo in 3 categorie: Amplificatori di carica Amplificatori di voltaggio Amplificatori di corrente I primi due sono i più importanti per le applicazioni che ci interessano. Sono in genere fatti con degli operazionali con un feedback negativo (controreazionati) o capacitivo o resistivo . Rivelatori di Particelle

11 Lezione 21 Amplificatori di carica
Se l’apparato è fatto di semiconduttori con piccola capacità Cdet (ed inoltre che può variare a seconda delle condizioni di operazione) bisogna usare un amplificatore di carica. Questo tipo di amplificatore ha in generale una capacità del circuito d’ingresso grande e stabile che integra la carica rilasciata nell’apparato e produce all’uscita un impulso in voltaggio. Rivelatori di Particelle

12 Lezione 21 Amplificatori di voltaggio
Si usa un amplificatore in voltaggio quando l’apparato ha una capacità Cdet grande quindi in grado di integrare la carica rilasciata e convertirla in un segnale in voltaggio Vi=Q/ Cdet . Per avere un guadagno stabile la capacità del circuito d’ingresso deve essere costante. L’uso di amplificatori di corrente è indicato nel caso di rivelatori a bassissima impedenza  poco utile per apparati che rivelano radiazione in quanto essi hanno in generale un’alta impedenza. Vin R Rf Vout -A inverte feedback Rivelatori di Particelle

13 Lezione 21 Discriminatori e Formatori
I discriminatori (formatori) servono essenzialmente come filtri per far passare il segnale e eliminare (per quanto possibile il rumore). Rivelatori di Particelle

14 Lezione 21 Discriminatori e Formatori
Rumore Rivelatori di Particelle

15 Lezione 21 Discriminatori
Rivelatori di Particelle

16 Lezione 21 Discriminatori e Formatori
Una quantità molto utile è l’ ENC (equivalente in carica del rumore): Fv ed Fi sono dei fattori numerici che dipendono dai dettagli dei filtri per il rumore. t(ns) tempo di picco del formatore Ci(pF) capacità totale d’ingresso (include sia la capacità dell’apparato che quella dell’amplificatore). densità equivalenti del voltaggio e della corrente del rumore. Rivelatori di Particelle

17 Lezione 21 Discriminatori
Ricordiamo: Un segnale analogico fornisce informazioni oltre che sull’ampiezza del segnale, normalmente proporzionale alla perdita di energia della particella nell’apparato, anche sulla forma (struttura temporale) del segnale. Segnali digitali o logici hanno normalmente due soli stati: segnale presente (1), segnale assente (0). Sono molto più facili da maneggiare ed inoltre poco sensibili al rumore, pick up, cross-talk ecc. Convertire il segnale analogico in digitale appena abbiamo estratto l’informazione necessaria (e.g. altezza d’impulso). Gli impulsi digitali di un particolare tipo logico hanno un’ampiezza ben definita e talvolta anche una durata fissa. Tipo logico NIM TTL ECL -1 a 1mA 0÷0.8 V -0.9 V 1 -14÷-18mA 2÷5 V -1.75 V NIM= Nuclear Instrument Module TTL=Transistor-Transistor Logic ECL=Emitter Coupled Logic Rivelatori di Particelle

18 Lezione 21 Discriminatori
Per selezionare quali impulsi analogici devono essere trasformati in digitali si usano dei discriminatori. I più comuni sono i discriminatori a soglia. La discriminazione viene normalmente fatta sul tempo di salita del segnale analogico (leading edge)  problemi di temporizzazione in quanto il voltaggio di soglia viene raggiunto a tempi diversi per segnali di ampiezze diverse (slewing). Questo problema può essere eliminato richiedendo che una frazione costante del segnale superi un valore preselezionato  discriminatore a frazione costante. Per avere una buona risoluzione temporale può essere utile non utilizzare la salita del segnale, ma il momento in cui il segnale raggiunge il massimo. Questo si ottiene derivando il segnale e misurando il tempo al quale il segnale va a zero (zero crossing). Un discriminatore a soglia accetta e trasmette solo segnali al di sopra di una certa soglia di voltaggio (regolabile). Rivelatori di Particelle

19 Lezione 21 Discriminatori
Un’applicazione del discriminatore a soglia (discriminatore differenziale) è fornita dal multicanale. Un amplificatore differenziale è indicato in figura: Vengono accettati solo segnali di ampiezza compresa fra V1 e V2. Se mettiamo assieme molti amplificatori differenziali (con diverse soglie) ( ) possiamo analizzare e riprodurre tutto lo spettro delle ampiezze dei segnali. V1 V2 + - Vin Vout & Rivelatori di Particelle

20 Rivelatori di Particelle
Lezione 21 Convertitori Fondamentali sono gli ADC (Analog to Digital Converter). Il principio di funzionamento del più semplice ADC è indicato in figura: Una modifica è l’ADC che usa sia la carica che la scarica (ADC a due rampe). Il tempo di conversione per questi ADC per avere una risoluzione ad n bit è tx2n, dove t è il periodo del clock. Usando clock MHz e 10 bit  t=20-5 ms. L’ingresso è usato per caricare una Capacità. Alla fine dell’impulso la capacità è scaricata ad un rate costante. Il tempo necessario per scaricare la capacità è misurato con un oscillatore (clock)  il numero di impulsi è proporzionale alla carica accumulata nella capacità e quindi all’ampiezza dell’impulso d’ingresso. Rivelatori di Particelle

21 Rivelatori di Particelle
Lezione 21 Convertitori Molto più veloce è il convertitore ad approssimazioni successive. È un po’ un compromesso fra velocità e risoluzione. Il segnale d’ingresso viene successivamente paragonato ad un insieme di voltaggi di riferimento generati da un DAC. L’insieme dei bit abilitati o no nel registro è controllato da un circuito logico e va per approssimazioni. Si comincia col paragonare la Vin con ½ Vmax se Vin > ½ Vmax il bit va ad 1 (MSB) e viene posto ad 1 anche il bit successivo. (e.g. 8 bit MSB  = ½ Vmax +1/4 Vmax = ¾ Vmax ). Se invece Vin < ½ Vmax si scrive e si paragona con 1/4 Vmax e via di seguito. In questo caso servono solo txn passaggi per n bit.(in questo esempio n=8) D/A Converter Logic Unit Register Vin Comparator Clock Buffer Rivelatori di Particelle

22 Rivelatori di Particelle
Lezione 21 Convertitori FADC Il tempo di conversione è essenzialmente dovuto al numero di passi n necessari per paragonare il segnale d’ingresso con i voltaggi di riferimento. Se quindi vogliamo eseguire la conversione in un solo passo bisogna avere 2n comparatori che lavorano in parallelo e contemporaneamente 2n voltaggi di riferimento che suddividono l’ampiezza del segnale in 2n livelli (non necessariamente uguali). Rivelatori di Particelle

23 Rivelatori di Particelle
Lezione 21 Convertitori Il funzionamento di un FADC e’ semplice. Una catena di resistenze divide il segnale di riferimento in n valori che funzionano da soglia per i comparatori. Il segnale da analizzare e’ inviato contemporaneamente a tutti i comparatori. Ogni comparatore che vede un segnale più alto della sua soglia da un’uscita. Le uscite dei comparatori entrano in un gate che converte le uscite (livelli) in numeri binari. Il comparatore con la soglia più alta fornisce l’impulso. Rivelatori di Particelle

24 Rivelatori di Particelle
Lezione 21 Convertitori FADC In generale è più importante riprodurre la forma dell’impulso in digitale. Per questo motivo il segnale d’ingresso è suddiviso in fette (con un clock di frequenze fino ad 1 GHz). L’informazione per ogni ciclo del clock viene scritta in un buffer veloce  enorme quantità di dati. Rivelatori di Particelle

25 Rivelatori di Particelle
Lezione 21 Convertitori TDC Converte un tempo in digitale. Il metodo più semplice usa un oscillatore (clock) ad alta frequenza connesso ad un contatore che è iniziato e fermato dagli impulsi. Per misurare tempi brevi meglio usare un TAC (time to amplitude converter) seguito da un ADC. Rivelatori di Particelle


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