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IL GLOBALISMO AFFETTIVO

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Presentazione sul tema: "IL GLOBALISMO AFFETTIVO"— Transcript della presentazione:

1 IL GLOBALISMO AFFETTIVO
PERCORSO FORMATIVO PROMOSSO DA: ASSESSORATO FORMAZIONE,LAVORO CULTURA e SPORT della REGIONE BASILICATA in collaborazione con la Direzione Generale UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA BASILICATA POTENZA – 24 novembre 2012 I.I.S. “Francesco Saverio Nitti” LUISA VERDOSCIA

2 GLOBALISMO AFFETTIVO Metodo fonematico-informatizzato
Si tratta di un metodo teso a favorire l’anticipazione della letto - scrittura nella scuola dell’infanzia sia attraverso il coinvolgimento globale di tutte le dimensioni della personalità infantile che di tutti i canali di apprendimento: attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche. Si tratta di un metodo che tende a sollecitare, attraverso graduali passaggi, la maturazione di livelli sempre più appropriati di coscientizzazione motoria, emotiva e cognitiva. LUISA VERDOSCIA

3 METODI A CONFRONTO Il globalismo: IL METODO GLOBALE di Decroly
il racconto delle lettere con la proiezione video delle stesse attiva meccanismi cognitivi utili alla memorizzazione della forma dei grafemi (prima fase) stabilito un rapporto emotivo con la storia vista e ascoltata i bambini sono in grado di rappresentare i diversi fonemi (seconda fase) gli esercizi proposti prevedono validi compiti “metafonologici” per acquisire la consapevolezza fonemica e prevenire difficoltà (terza fase) (individuazione fonema iniziale-finale, spelling, tapping, sintesi fonemica, individuazione del continuum fonico di una parola organizzandone i suoni dall’inizio alla fine) IL METODO GLOBALE di Decroly L’apprendimento della scrittura e lettura di lettere/sillabe isolate non ha senso È motivante apprendere la parola intera avendo il referente al quale collegarla Si crea un’associazione fra il segno grafico,il suono udito e l’articolazione del suono stesso non come un fatto di memoria meccanica,ma come un evento motivato,poiché le parole evocano idee,oggetti e situazioni familiari. LUISA VERDOSCIA

4 N. 3 Fasi Si lavora sul codice attraverso:
riconoscimento e riproduzione dello script e del corsivo,sintesi sillabica, differenti possibilità combinatorie vocale -consonante, diagrammi Si lavora alla comprensione del significato Scrittura per autodettatura di parole e frasi desunte da esperienze significative,lettura di parole e frasi Si acquisisce una competenza più completa con attività di ascolto,di parlato,di produzione scritta e grafico-pittorica, si inventano nuove storie per spiegare l’origine delle lettere LUISA VERDOSCIA

5 Globalismo affettivo Ha come punto di partenza l’analisi della singola lettera che però è legata alla storia della stessa;poi dalla singola storia si passa al coinvolgimento globale del bambino. (emotivo, gestuale, sensoriale, linguistico, motivazionale, ludico, cognitivo, affettivo) E’ un nuovo metodo misto (analitico/sintetico) che assume la storia, il racconto come punto globale d’incontro di tutte le molteplici sollecita zioni mentali ed emotive presenti nel bambino nel momento in cui impara e leggere e a scrivere. L’apporto tecnologico-multimediale di percorsi digitali interattivi assume importanza perché permette al b.di sviluppare il concetto spazio- temporale(prima/dopo)facilitando la verbalizzazione nel rispetto della sequenza fonologica. Una delle 8 competenze indicate dalla Comunità Europea è la digitale. Avvicinare i b. ad alcuni aspetti dell’ormai pervasiva cultura digitale è un fatto positivo sul piano pedagogico:perché la cultura della rete favorisce quell’intelligenza connettiva che deve essere alla base del l’educazione contemporanea, come afferma De Kerckhove. LUISA VERDOSCIA

6 METODI A CONFRONTO Metodo sintetico Metodo analitico Metodo fonematico
Segue un procedimento che va dal lavoro sul codice alla comprensione del significato; partendo dalla associazione forma grafica-suono, attraverso numerosi esercizi ripetuti frequentemente, si giunge alla sintesi delle lettere in sillabe,alla lettura e scrittura delle sillabe,delle parole,delle frasi,poi si propongono attività per arrivare al significato. Metodo analitico Segue un itinerario che va dal significato al codice; l’insegnamento della lettura parte da frasi o parole scaturite dall’esperienza del bambino, dalle sue emozioni e dai suoi interessi; dopo un lungo periodo di riconoscimento globale,tramite la memorizzazione di frasi o parole, si procede all’analisi di sillabe o lettere per poter leggere o scrivere parole e frasi. Metodo fonematico L’apprendimento della scrittura è legato all’apprendimento della lettura e successivo a quest’ultimo; è un metodo analitico-sintetico poiché parte da elementi dotati di significato per procedere, senza aspettare la scoperta spontanea del bambino,dalla presentazione globale della parola/frase alla analisi e sintesi delle lettere (il passaggio è immediato) LUISA VERDOSCIA

7 Metodo fonematico-informatizzato
emotività Una città a misura di famiglia affettività sensoriale motoria Una città rivolta all’esterno dimensioni ludicità comunicativa cognitività uso delle nuove tecnologie informatiche Coinvolgimento globale dell’intera personalità infantile LUISA VERDOSCIA

8 Metodo fonematico-informatizzato
Visivo (coralità della visione) Una città a misura di famiglia Gestuale (teatralità) Iconica (animazione grafica) Una città rivolta all’esterno Mimica (teatralità) Canali apprenditivi Socio-relazionale (animazione grafica) Uditivo (narrazione fantasiosa, drammatizzazione sonora) uso delle nuove tecnologie informatiche Trasforma in atto le potenzialità di ciascun bambino attraverso un percorso formativo breve ma incisivo che tocca tutti i canali facendo leva sull’affettività e sulla simpatia LUISA VERDOSCIA

9 Elementi di innovatività
Globalismo affettivo anticipazione per mezzo della tecnologia attraverso il gioco attrae il bambino Una città rivolta all’esterno Docente mediatore tra gioco e attività cognitiva Elementi di innovatività Utile per combattere lo svantaggio socio-culturare Identificazione del maestro con computeraio Rafforza la cultura della continuità Maestro=regista,attore,clown affabulatore Utilizzo di una didattica narrativo-affettiva Maestro opera una sorta di incantamento (stupore) La criticità Forte personalizzazione, carisma dell’autore LUISA VERDOSCIA

10 Globalismo affettivo e metodi pedagogici a confronto
OVIDE DECROLY Principio dell’integrità dello sviluppo Importanza dell’espressione,attraverso attività concrete come disegno e gioco, attività astratte come lettura, lingua, canto e teatro L’affettività è centrale in ogni processo di apprendimento La scuola deve preparare alla vita,non essere separata dalla vita Approccio ecologico allo sviluppo degli apprendimenti(la storia è più concreta della singola parola) GLOBALISMO AFFETTIVO Gioco del robot(scansione ritmica delle singole lettere) Gioco informatico del puzzle aiuta a memorizzare la creazione della lettera Il metodo coniuga,in modo semplice e naturale,la sfera dell’immaginazione, della fantasia,dell’affettività con la realtà del bambino,che è tecnologica LUISA VERDOSCIA

11 B. F. SKINNER DANIEL GOLEMAN
Le macchine permettono di “accelerare l’apprendimento” L’apprendimento avviene quando il comportamento viene “rinforzato” GLOBALISMO AFFETTIVO Il maestro-computeraio supera il vecchio approccio visivo alla conoscenza delle lettere attraverso l’alfabetiere consentendo, con il racconto delle storie, presentate anche sullo schermo con musiche ed animazione (il rinforzo di Skinner), un’immediata interiorizzazione della forma,della pronuncia e del significato della lettera. DANIEL GOLEMAN La teoria dell’”intelligenza emotiva”(1995) si fonda su 3 capacità che influenzano la vita dell’uomo: la conoscenza di se stessi, la persistenza e l’empatia. Gli studi sulla memoria dimostrano che la ritenzione del ricordo è più probabile se legata ad emozioni, siano esse positive o negative,per cui si ricorda e quindi si apprende più facilmente legando i contenuti ad aspetti emotivi ed affettivi Allo stesso modo il Globalismo affettivo,legando ogni lettera a una storia,fa leva sulle emozioni,sugli affetti del bambino. LUISA VERDOSCIA

12 M. MONTESSORI e IL GLOBALISMO AFFETTIVO
Individualizzazione dell’insegnamento (il metodo si pone dal punto di vista dell’allievo e non del maestro, fornisce mezzi idonei per sviluppare i singoli organi di senso,a stimolare l’attenzione, la volontà, la riflessione e il giudizio). Il maestro, dotato di qualità tecniche e di formazione spirituale, assume una funzione importante. Il materiale montessoriano permette l’autovalutazione del bambino perché è strutturato in modo che l’errore si evidenzi da sé,accompagnandolo per gradi alla scoperta della lettura, della scrittura, del calcolo, stimolando le sue naturali capacità 4 anni l’età più congeniale per apprendere la scrittolettura perché rappresenta l’età più dinamica e assorbente,grande potenziale intellettivo,pieno controllo posturale,sicura abilità prensile e motoria,essenziali meccanismi del linguaggio,dinamiche affettive. Mira all’apprendimento di ciascun bambino infatti la lezione collettiva si trasforma in un “esperimento” individuale,con l’ausilio dei materiali informatici studiati;così l’apprendimento si trasforma in lavoro. Il computeraio deve possedere capacità comunicative,di drammatizzazione Le caratteristiche al punto 3 trovano applicazione nei software didattici del metodo Le Indicazioni del curricolo(2007),nel paragrafo I discorsi e le parole relativo alla scuola dell’infanz,indicano un traguardo “prime forme di comunicazione attraverso la scrittura, anche utilizzando le tecnologie”. LUISA VERDOSCIA

13 M. MONTESSORI- R. e C. AGAZZI- J. PIAGET- L. VYGOTSKIJ
IL GIOCO M. MONTESSORI- R. e C. AGAZZI- J. PIAGET- L. VYGOTSKIJ Montessori con le sorelle Agazzi inaugurano l’era dell’attivismo italiano fondato sull’idea che al centro dell’apprendimento ci sia l’esperienza e che il bamb. non sia più spettatore involontario ma attore del processo formativo. Le Agazzi però appartengono alla tradizione romantico-idealistica e con il loro metodo intuitivo sostengono che l’insegnam. è un processo teso a favorire le esperienze,in cui i b. apprendono direttamente e spontaneamente con il loro fare e osservare. Piaget riconosce al gioco una funzione centrale della sfera cognitiva personale e della personalità. Vigotskij considera il gioco anche come la forza attiva per l’evoluzione affettiva e umana del b.,non solo cognitiva come per Piaget. Critica anche le visioni del gioco come attività non finalistica e non produttiva,in quanto,seppur atto gratuito,costituisce un eccezionale elemento di crescita e di definizione della struttura della personalità in tutti i suoi aspetti. Il globalismo affettivo cerca di operare una mediazione tra la tradizione romantica e la pedagogia montessoriana,tra il gioco e il lavoro precostituito con l’ausilio di dettagliati e specifici materiali, tra gioco ed impegno scolastico . LUISA VERDOSCIA

14 GOLEMAN distingue due sottocategorie dell’intelligenza emotiva
COMPETENZE PERSONALI (capacità di cogliere i diversi aspetti della propria vita emozionale) Questa intelligenza permette di dare un senso alle emozioni; Autovalutazione dei propri limiti e delle capacità che ci permettono di porre mete realistiche scegliendo le risorse più adeguate per raggiungerle; Autocontrollo delle emozioni; Capacità di alimentare la propria motivazione; Ottimismo e spirito di iniziativa. COMPETENZE SOCIALI (Capacità di comprendere gli altri e come ci rapportiamo ad essi) Interagire positivamente con gli altri Empatia Comunicazione efficace (parlare agli altri facendo coincidere le parole con le proprie convinzioni ed emozioni, saper ascoltare e fare domande) LUISA VERDOSCIA

15 EMPATIA Capacità di comprendere il punto di vista degli altri, gi interessi e le difficoltà. Essere empatici significa percepire il mondo interiore dell’altro come se fosse il nostro, ma non sostituirsi all’altro. Consapevoli dell’alterità rispetto al mio punto di vista. Non è mettersi nei panni dell’altro. LUISA VERDOSCIA

16 LA QUESTIONE DELL’ANTICIPAZIONE
Jerome Bruner Gli stadi evolutivi non sono collegati strettamente all’età, alcuni ambienti possono favorirli o meno. L’apprendimento è un processo attivo durante il quale colui che apprende deduc principi e regole e li verifica. L’insegnam. consiste nel predisporre attività(giochi,simulazioni)in grado di moti- vare e stimolare il b.e metterlo nelle condi- zioni di apprendere da solo,trovare il modo di rappresentare l’oggetto nei termini della maniera di vedere le cose proprie del b. Nei software l’immagine prevale sul linguaggio scritto e permette al b. di com- piere operazioni logiche attraverso rappre- sentazioni iconoche. Glenn Doman “How to teach your body to read”, “Leggere a tre anni”(1969), teoria rivoluzionaria:”leggere è una delle funzioni più importanti della vita, dal momento che ogni apprendimento è in pratica fondato sulla capacità di leggere”. Influenze della pedagogia montessoriana nel riferimento alla “mente assorbente” del b. “il bisogno di apprendere è per il b.una necessità assoluta” e 3 anni rappresenta “il periodo in cui il cervello del b. è una porta aperta a tutte le infor- mazioni”. L’apprendimento della lettura e della scrittur può essere sollecitato a qualsiasi età,purché con un metodo rispondente ai bisogni del b., capace di coinvolgerlo ad apprendere globalmente,cioè con le mani,con i sensi,con il corpo,con la mente LUISA VERDOSCIA

17 IL GLOBALISMO AFFETTIVO
Il metodo si fonda sui concetti di globale e di affettivo, quindi sulla partecipa- zione attiva del bambino,ed insiste su contenuti emotivamente piacevoli condi- visi da attori(il computeraio) che gli sono simpatici,favorendo l’apprendimento. E’ connotato da un esplicito andamento didattico di tipo narrativo-affettivo: utilizza le storie delle varie lettere alfabetiche che suscitano agganci di tipo mnestico;ciò consente al b.di ricordare facilmente e piacevolmente non solo le lettere alfabetiche ma anche i vari meccanismi tecnici della lettoscrittura. Il metodo ha come punto di partenza l’analisi della singola lettera ma legata im- mediatamente alla storia della stessa lettera,attivando un processo di coinvol- gimento emotivo,gestuale,sensoriale,linguistico,motivazionale,ludico,cognitivo e affettivo, cioè globale del bambino. LUISA VERDOSCIA

18 LA SFIDA DELLA DISABILITA’
In qualità di Pedagogista credo che questo metodo possa contribuire a rendere la scuola più inclusiva perché è un metodo per tutti e per ciascuno, quindi rispetta la diversità. Ricordate che è il nostro modo di rapportarci all’altro che fa la differenza, siamo noi stessi che con il nostro agire emarginiamo o accogliamo una persona, perché “integrati si nasce (famiglia), emarginati si diventa”. Il disabile non deve essere più solo il destinatario dell’opera educativa, l’oggetto delle cure e dell’attenzione della comunità scolastica, ma è l’altro col quale, per il quale e grazie al quale passa l’umanarsi di ogni alunno. Questo è il mio concetto di inclusività,di scuola inclusiva che ha animato la nuova sfida:globalismo nella disabilità. LUISA VERDOSCIA

19 PER CONCLUDERE Nel sottolineare la validità formativa del metodo globalismo affettivo si cita la inquietante e puntuale affermazione che Maya Pines riporta in un suo libro:”milioni di bambini vengo -no irreparabilmente danneggiati dal fatto che nel periodo cruciale del loro sviluppo,quello che va dalla nascita ai sei anni,sono lasciati privi di adeguate stimolazioni intellettuali. Milioni di altri,tenuti indietro a forza,non hanno la possibilità di manifestare ciò che hanno in potenza”. Questo metodo misto contiene l’originale uso di raccontare la storia delle singole lettere come punto globale d’incontro di tutte le potenzialità del b.per imparare a leggere-scrivere LUISA VERDOSCIA


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