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Università Politecnica delle Marche Dipartimento di Scienze Ambientali e delle Produzioni Vegetali RETI ECOLOGICHE IN AGRICOLTURA struttura, funzionamento,

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Presentazione sul tema: "Università Politecnica delle Marche Dipartimento di Scienze Ambientali e delle Produzioni Vegetali RETI ECOLOGICHE IN AGRICOLTURA struttura, funzionamento,"— Transcript della presentazione:

1 Università Politecnica delle Marche Dipartimento di Scienze Ambientali e delle Produzioni Vegetali RETI ECOLOGICHE IN AGRICOLTURA struttura, funzionamento, modellizzazione Fabio Taffetani

2 CONCETTI DI ECOLOGIA ECOLOGIA Il termine ecologia, proposto nel 1866 da Haeckel, biologo tedesco, indica la scienza che studia le relazioni degli esseri viventi con il loro ambiente. Dal punto di vista etimologico, egli associa le parole greche oikos e logos e significa scienza dellhabitat. In effetti, lecologia tende a stabilire le leggi che regolano, non solamente i rapporti tra gli esseri viventi e il loro ambiente fisicochimico, ma anche le relazioni che si sviluppano tra gli organismi. GLI OGGETTI DELLECOLOGIA Nel corso della sua storia, gli oggetti di studio dellecologia si sono progressivamente fatti più complessi, dallindividuo al paesaggio, in relazione con lo sviluppo delle scienze in generale e più recentemente delle tecnologie. Lecologia cambia poco a poco lobiettivo scientifico allargando il suo campo di studio: studia le specie considerate nelle loro relazioni con lambiente fisico (autoecologia), poi analizza insiemi di specie (popolamenti, comunità) negli ambienti naturali e infine prende in considerazione dei sistemi complessi integranti luomo e le sue attività. ECOSISTEMA La nozione di ecosistema è stata introdotta da Tansley nel 1935: questi ecosistemi, come noi li chiamiamo, sono di natura diversa e di misura variabile. Essi sono una delle categorie di numerosi sistemi fisici delluniverso, dopo latomo fino alluniverso intero. Dalla sua origine nel 1935 fino ad oggi, lecosistema è restato un concetto chiave in ecologia. LECOLOGIA DEL PAESAGGIO Per poter rispondere alle domande delle associazioni di protezione naturalistica concernenti gli effetti della frammentazione forestale sul declino delle popolazioni animali, e per apportare degli elementi di risposta relativi alle conseguenze ecologiche delle trasformazioni dello spazio agricolo, la comunità scientifica ha dovuto evolvere e cambiare loggetto dello studio. Lo studio degli ecosistemi ha fatto posto allo studio dei sistemi più complessi per i quali la pluridisciplinarità si è dimostrata indispensabile.

3 RETI ECOLOGICHE Nella sua pur breve storia il concetto di rete ecologica è stato inteso in modi diversi, a seconda dei contesti scientifici e delle funzioni che si intendevano privilegiare, traducibili a loro volta in differenti conseguenze operative. Considerando la natura effettiva degli oggetti messi in rete, possiamo riconoscere almeno quattro modi fondamentali di intendere la rete ecologica (i primi tre corrispondenti ad altrettante funzioni specializzate) che, in occasioni differenti, sono anche stati proposti come schema di base per la costruzione di una rete ecologica: A) rete ecologica come sistema interconnesso di habitat, di cui salvaguardare la biodiversità; B) rete ecologica come sistema di parchi e riserve, inseriti in un sistema coordinato di infrastrutture e servizi; C) rete ecologica come sistema paesistico, a supporto prioritario di fruizioni percettive e ricreative; D) rete ecologica come scenario ecosistemico polivalente, a supporto di uno sviluppo sostenibile.

4 IL RUOLO DELLA GEOBOTANICA NELLE RETI ECOLOGICHE: ASPETTI TECNICI E METODOLOGICI Cosè lo studio della vegetazione Flora e fitosociologia Cosè lo studio del paesaggio vegetale Esempi significativi

5 Flora Studio fitosociologico Carta della vegetazione Lo studio fitosociologico è un metodo: - speditivo - statistico - floristico STUDI GEOBOTANICI DI BASE

6 SERIE DI VEGETAZIONE O SIGMETO Diversi stadi di vegetazione della stessa unità geomorfologica legati da rapporti dinamici sia di tipo evolutivo che regressivo SERIE COLLINARE DEI TERRENI MARNOSO-ARENACEI DEL CERRO 1 - Pascolo pioniero (Coronillo- Astragaletum) 2 - Pascolo mesofilo (Centaureo-Brometum) 3 - Arbusti eliofili (Juniperus communis e Spartium junceum) 4 - Mantello (Junipero-Pyracanthetum) 5 - Bosco di cero (Aceri-Quercetum cerris)

7 GEOSERIE O GEOSIGMETO SERIE DEI SUBSTRATI CONGLOMERATICI 1 - Bosco di carpino nero (Scutellario-Ostryetum) 2 - Mantello (Spartio-Cytisetum) 3 - Pascolo xerico (AsperuloBrometum) SERIE DEI SUBSTRATI ARENACEI 1 - Bosco di castagno (aggr. a Castanea) 5 - Bosco di cerro (Carpino-Quercetum) 2 - Prebosco (Roso agrestis-Populetum) 6 - Mantello (Junipero-Pyracanthetum) 3 - Orlo (Senecionetum fucsii) 7 - Bosco mesofilo azonale a galleria 4 - Pascolo mesofilo (Centaureo-Brometum) (Carpino-Coryletum) M. ASCENSIONE (1110 m)

8 STADIO MATURO, CLIMAX STADIO PIONIERO STADIO DUREVOLE SERIE DEI TERRENI ARGILLOSI 1 - Formaz. pioniere annuali (Podospermo-Plantaginetum) 2 - Formazioni pioniere perenni (Elytrigio-Asteretum) 3 - Canneti (Arundinetum plinianae) 4 - Pascolo mesofilo (Centaureo-Brometum) 5 - Arbusteti (aggr. a Spartium junceum e Prunus spinosa) CALANCHI TORRENTE BRETTA PIANO ALPINO CAMPO IMPERATORE SERIE DINAMICHE

9 RETI ECOLOGICHE IN AGRICOLTURA

10 OBIETTIVI DELLO STUDIO Analisi della vegetazione dellagro-ecosistema: Rilevamento e descrizione delle tipologie fitosociologiche ricostruzione delle serie dinamiche rapporti tra le unità di paesaggio Modellizzazione Creazione di un modello descrittivo e interpretativo su base floristica e vegetazionale del grado di diversità, evoluzione, maturità e funzionalità degli agro-ecosistemi Valutazione della funzionalità delle unità vegetazionali: mantenimento delle diversità florisica e della complessità vegetazionale capacità di ospitare entomofauna utile frammentazione del paesaggio sulla base dellutilizzo di indicatori faunistici

11 LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DELLE AREE DI STUDIO Regione FRIULI VENEZIA GIULIA Provincia UDINE Comune AIELLO DEL FRIULI Regione FRIULI VENEZIA GIULIA Provincia GORIZIA Comune S.CANZIAN DISONZO Regione MARCHE Regione VENETO Provincia PADOVA-TREVISO Comune BADOERE, QUINTO Località PARCO DEL SILE Regione EMILIA ROMAGNA Provincia BOLOGNA Comune OZZANO DELLEMILIA Località BACINO RIO CENTONARA

12 CONCETTO DI ECOTONO Le aree seminaturali di margine negli agroecosistemi sono costituite nella maggior parte dei casi da microecosistemi (ecosistemi con dimensioni assai ridotte) e da ecotoni (cioè zone di transizione da un ecosistema ad un altro) Rapporti dinamici tra lecosistema forestale (1) e lagroecosistema (4) con attiva partecipazione di specie degli ecotoni di mantello (2) e di orlo (3) 1 bosco 2 mantello 3 orlo 4 prateria

13 Si tratta di sistemi che si trovano in zone di confine anche dal punto di vista tecnico-scientifico: - trascurate dai naturalisti in quanto generalmente monotone e con flora e fauna di scarso interesse - trascurate dagli agronomi che concentrano la loro attenzione sulle aree coltivate (gli effetti degli interventi di concimazione, di controllo delle infestanti e delluso dei fitofarmaci sono valutati, in modo pressoché esclusivo, dal punto di vista degli effetti sulle coltivazioni, mentre cè scarsa attenzione a ciò che accade fuori del campo coltivato) ECOTONI NEL PAESAGGIO AGRARIO

14 Si tratta di sistemi che si trovano in zone di confine anche dal punto di vista culturale: - numerose figure professionali (architetti, ingegneri, agronomi, naturalisti, chimici, operatori turistici, ecc.) si affacciano oggi alle problematiche di valutazione, intervento, gestione e conservazione del paesaggio agrario, molte delle quali tuttavia non hanno gli strumenti minimi di conoscenza e spesso neppure quelli culturali per svolgere un ruolo efficace di partecipazione né tantomeno capacità di coordinamento


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