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Palermo, Castello Utveggio 19 luglio 2007

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Presentazione sul tema: "Palermo, Castello Utveggio 19 luglio 2007"— Transcript della presentazione:

1 Palermo, Castello Utveggio 19 luglio 2007
PROGETTO MONITORAGGIO Workshop “Monitoraggio nell’ambito delle politiche regionali Problematiche, orientamenti e strumenti” Palermo, Castello Utveggio 19 luglio 2007 Relatori: Ing. Massimo Piccione Dirigente responsabile Area sistemi informativi e coordinamento monitoraggio Dipartimento Programmazione - Regione Siciliana - Arch. Franco Badami responsabile regionale Progetto Monitoraggio - Dipartimento Programmazione Regione Siciliana

2 IL MONITORAGGIO DEI FONDI STRUTTURALI IN SICILIA 2000-2006

3 Il POR Sicilia 2000/2006 Il P.O.R. Sicilia 2000/2006 è cofinanziato attraverso i 4 fondi strutturali: Fondo Europeo Sviluppo Regionale (FESR) per Meuro (per un totale di Meuro compresa la quota pubblica nazionale) Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia (FEOGA) per 859 Meuro (per un totale di Meuro compresa la quota pubblica nazionale) Fondo Sociale Europeo (FSE) per 846 Meuro (per un totale di Meuro compresa la quota pubblica nazionale) Strumento Finanziario di Orientamento per la Pesca (SFOP) per 54 Meuro (per un totale di 98 Meuro compresa la quota pubblica nazionale) La dotazione finanziaria complessiva del POR Sicilia è pari a circa Meuro di spesa pubblica (ripartita tra comunitaria, nazionale e regionale)

4 Gli Assi Prioritari Il P.O.R. Sicilia 2000/2006 è composto da 6 assi prioritari di intervento che rappresentano le aree su cui il Programma vuole andare ad incidere. Essi sono: Asse I: Risorse Naturali Asse II: Risorse Culturali Asse III: Risorse Umane Asse IV: Sistemi Locali di sviluppo Asse V: Città Asse VI: Reti e Nodi di Servizio oltre alla Misura 7.01 (Assistenza Tecnica)

5 I Fondi

6 Regione Siciliana – Organizzazione Struttura di un Dipartimento

7 Articolazione dei ruoli per Fondo Strutturale
Coordinamento (AdG) Capofila FESR Responsabile Misura Sottomisura Ass. reg. Bilancio FSE FEAOG SFOP Presidenza Ass. reg. Lavoro Ass. reg. Agricoltura Ass. reg. Pesca Forum Partenariato Comitato coordinamento direttori Ufficio controllo II livello Uff. Spec. Aut. Certif. (FEAOG – FESR – FSE – SFOP)

8 Il monitoraggio del POR Sicilia - Organizzazione
Istituzione delle Unità finanziarie/amministrative per il monitoraggio ed il controllo (UMC) (par del CdP). Ogni UMC svolge tra gli altri i seguenti compiti: coordina l’attività di monitoraggio nel Dipartimento elabora la “pista di controllo” per ciascuna misura o sottomisura gestita dal Dipartimento programma e realizza controlli in loco sulle operazioni finanziate predispone le certificazioni della spesa per le misure di competenza del Dipartimento, da trasmettere all’AdP (Da DISPOSIZIONI AMMINISTRATIVE, MODALITÀ E PROCEDURE DI CONTROLLO)

9 Sistema Informativo di Monitoraggio del POR Sicilia

10 Flussi di monitoraggio – Livelli di visibilità

11 Flussi di monitoraggio – I compiti

12 Il sistema informativo di monitoraggio
Obiettivi del Sistema Informativo di monitoraggio Realizzare un sistema informativo unitario, che consenta una visione integrata e coordinata dei dati di monitoraggio del POR Fornire validi ed aggiornati strumenti di ausilio nello svolgimento delle attività dei responsabili di misura e del coordinamento Consentire il collegamento e lo scambio informativo fra tutti i responsabili (di fondo e di misura) a livello regionale, gli Organi statali e quelli comunitari

13 Il software di monitoraggio Monit Web
Architettura web oriented Database unico Flessibilità Possibilità di definire ruoli e livelli di visibilità differenti, gestendo una articolata profilatura delle utenze, che consente di far interagire con il Sistema una pluralità di utenti, ciascuno nel rispetto delle proprie competenze sul dato Coinvolgimento Enti Attuatori Riservatezza e sicurezza delle informazioni

14 Il Monitoraggio del POR Sicilia
I Numeri del sistema Numero progetti caricati sul sistema al : Numero di utenti (“Enti Attuatori”) gestiti in Sicilia: 1.700 Numero di progetti gestiti dagli Enti Attuatori: 5.100 Numero di Dipartimenti regionali direttamente interfacciati: 18

15 IL MONITORAGGIO DELL’INTESA ISTITUZIONALE DI PROGRAMMA

16 Intesa Istituzionale di Programma fra Stato e Regione Siciliana
L’Intesa Istituzionale di Programma tra il Governo della Repubblica e la Giunta Regionale Siciliana è stata stipulata il 13 settembre 1999. Gli obiettivi generali di sviluppo regionale verso i quali dirigere l’azione congiunta di Stato e Regione, sono individuati nella massimizzazione dell’occupazione produttiva, nello sviluppo del sistema produttivo, nella minimizzazione dell’impatto ambientale, nel riequilibrio territoriale e miglioramento della vita associata, con l’intento di incorporare la dimensione delle pari opportunità nel complesso delle azioni e delle politiche di intervento.

17 Intesa Istituzionale di Programma fra Stato e Regione Siciliana
I settori di intervento identificati sono di seguito elencati: 1. Trasporti 2. Approvvigionamento idrico e risanamento delle acque 3. Energia 4. Risorse umane e formazione professionale 5. Ricerca scientifica e tecnologica 6. Sviluppo locale 7. Aree urbane 8. Difesa del suolo e protezione della fascia costiera 9. Aree naturalistiche 10. Gestione rifiuti 11. Beni Culturali 12. Turismo 13. Sistema agroalimentare 14. Reti della comunicazione 15. Sanità 16. Pari opportunità per donne e uomini.

18 Intesa Istituzionale di Programma fra Stato e Regione Siciliana
Al 31 dicembre 2006 risultano sottoscritti tra la Regione Siciliana ed il Governo nazionale 42 APQ (o Atti Integrativi) ai quali si aggiungono 2 APQ interregionali nell’ambito della Cooperazione internazionale, promossi dal Ministero degli Affari Esteri. Al 31/12/ 2006, per i 42 APQ considerati, il numero totale degli interventi programmati ammonta a di cui 27 conclusi e in corso di realizzazione. Il costo totale dell’Intesa al 31/12/2006 è di circa 14 miliardi di euro la cui copertura finanziaria è assicurata per oltre 10 miliardi di euro da fonti statali e per circa 1,5 miliardi da fonti comunitarie.

19 Intesa Istituzionale di Programma fra Stato e Regione Siciliana

20 Intesa Istituzionale di Programma fra Stato e Regione Siciliana

21 Intesa Istituzionale di Programma fra Stato e Regione Siciliana
Aggregazione per settori – Costo attuale

22 Intesa Istituzionale di Programma fra Stato e Regione Siciliana

23 Il monitoraggio dell’Intesa Istituzionale di Programma Sicilia
Organizzazione L’organizzazione ricalca (parzialmente) quella del monitoraggio del POR, le medesime UMC sono in larga misura responsabili anche del monitoraggio degli APQ attraverso unità di personale a questi compiti parzialmente dedicato (attivato ad hoc in prossimità delle relative scadenze) Nel sistema di governo dell’Intesa il Dipartimento Programmazione svolge un ruolo di interfaccia negoziale con il MiSE ed i Ministeri settorialmente interessati, sia nelle fasi di concertazione delle nuove delibere di riparto e nei tavoli partenariali stato-regioni, che nelle fasi di riparto sub-regionale e stipula degli APQ assieme ai Dipartimenti settorialmente competenti. OSSERVAZIONE: Nella redazione del Rapporto di monitoraggio sono coinvolti anche le amministrazioni centrali competenti per settore. Attenzione: slide animata (INVIO o ) Premendo INVIO viene proiettata la copertura di responsabilità di ciascun attore Se si vogliono illustrare i ruoli senza le animazioni, finita la spiegazione premere il bottone “Fine capitolo” che porta direttamente alla pagina relativa al dettaglio dei ruoli

24 Il monitoraggio dell’Intesa Istituzionale di Programma Sicilia
Organizzazione Il Dipartimento Programmazione è il referente con la Segreteria del CIPE rispetto alla quale è interlocutore per conto della Regione. Come ruolo all’interno della Regione svolge ordinariamente il compito di coordinamento e controllo dell’attuazione, interpretando nei confronti dei Dipartimenti responsabili dell’attuazione una funzione di stimolo ed indirizzo per le azioni correttive di livello Dipartimentale e per le azioni dirette inerenti alle riprogrammazioni a livello di Intesa. OSSERVAZIONE: Nella redazione del Rapporto di monitoraggio sono coinvolti anche le amministrazioni centrali competenti per settore. Attenzione: slide animata (INVIO o ) Premendo INVIO viene proiettata la copertura di responsabilità di ciascun attore Se si vogliono illustrare i ruoli senza le animazioni, finita la spiegazione premere il bottone “Fine capitolo” che porta direttamente alla pagina relativa al dettaglio dei ruoli

25 I flussi – Istruttoria APQ
Sottoscrittori I flussi – Istruttoria APQ STIPULA APQ "FIRMATO" DEFINIZIONE DEFINIZIONE OBIETTIVI E LISTA INTERVENTI VALIDAZIONE CREAZIONE APQ INSERIMENTO SCHEDE INTERVENTO PROCEDURA DI VALIDAZIONE RACCOLTA DATI VERIFICA E CONTROLLO CREAZIONE APQ IN AI CREAZIONE/ ASSEGNAZIONE UTENTI FORMALIZZAZIONE APQ REDAZIONE ARTICOLATO E RELAZIONE TECNICA ARTICOLATO RELAZIONE TECNICA Sottoscrittori Soggetto attuatore Sottoscrittori e SPSTI SPSTI SPSTI Responsabile APQ NAVIGAZIONE: Attenzione: slide animata (INVIO o ) Premendo INVIO viene proiettata la copertura di responsabilità di ciascun attore Se si vogliono illustrare i ruoli senza le animazioni, finita la spiegazione premere il bottone “Fine capitolo” che porta direttamente alla pagina relativa al dettaglio dei ruoli Fonte DPS/MISE - Progetto Monitoraggio - Procedure e strumenti del monitoraggio APQ

26 I flussi - Monitoraggio APQ
Responsabile di APQ/SPSTI Responsabile di intervento VALIDAZIONE APERTURA MONITORAGGIO AGGIORNAMENTO SCHEDE INTERVENTO CREAZIONE NUOVA VERSIONE APQ IN AI PROCEDURA DI VALIDAZIONE RACCOLTA DATI AVANZAMENTO VERIFICA E CONTROLLO INSERIMENTO AGGIORNAMENTI SCHEDE INT. RAPPORTO DI PREPARAZIONE RAPPORTO DI MONITORAGGIO RAPPORTO DI MONITORAGGIO SPSTI SPSTI Responsabile di APQ OSSERVAZIONE: Nella redazione del Rapporto di monitoraggio sono coinvolti anche le amministrazioni centrali competenti per settore. Attenzione: slide animata (INVIO o ) Premendo INVIO viene proiettata la copertura di responsabilità di ciascun attore Se si vogliono illustrare i ruoli senza le animazioni, finita la spiegazione premere il bottone “Fine capitolo” che porta direttamente alla pagina relativa al dettaglio dei ruoli Fonte DPS/MISE - Progetto Monitoraggio - Procedure e strumenti del monitoraggio APQ

27 Il Monitoraggio dell’Intesa - Il sistema informativo AI
Nel processo di gestione degli APQ assume un forte rilievo l’utilizzo dell’applicativo informatico AI (Applicativo Intese), tanto nella fase di Istruttoria quanto in quella di Monitoraggio. AI è un sistema informatico che consente l’immissione dei dati di avanzamento solo in definite “finestre temporali” corrispondenti alla tempistica prevista per il monitoraggio. AI non è attualmente in grado di scambiare dati con altri applicativi.

28 Lezioni dall’esperienza fatta
Aspetti positivi Diffusione della cultura del monitoraggio Maggiore partecipazione e consapevolezza Maggiore comprensione dei meccanismi Maggiore trasparenza Crescita della capacità di governance

29 Lezioni dall’esperienza fatta
Aspetti negativi Complessità del sistema quantità di dati trattati quantità di soggetti coinvolti Difficoltà di gestione separazione parziale tra attività di monitoraggio e attività di attuazione disomogeneità dei dati e delle tempistiche nei differenti sistemi di monitoraggio Percezione negativa del monitoraggio (adempimento e non risorsa)

30 IL NUOVO CONTESTO DI RIFERIMENTO PER LA POLITICA REGIONALE 2007-2013

31 Il nuovo quadro di riferimento per l’integrazione delle politiche regionali
Il QSN è un documento programmatico unitario che origina meccanismi attuativi differenziati: una parte “comunitaria”, cofinanziata dai Fondi Strutturali ed attuata attraverso Programmi Operativi (soggetti alla Decisione comunitaria) e una parte “nazionale”, finanziata con risorse nazionali (FAS più risorse ordinarie complementari), approvato da CIPE e Conferenza Stato Regioni. Analogamente, le strategie dei DSR sono articolate in una componente comunitaria e in una componente regionale nazionale.

32 Documenti unitari di programmazione delle politiche di coesione
Come evoluzione dei DSR preliminari, il DUP regionale esplicita formalmente la strategia della politica regionale di coesione , in modo unitario ed integrato. È finanziato dalle risorse comunitarie, regionali nazionali ed ordinarie. Attraverso il Documento unitario di strategia specifica delle Amministrazioni centrali, le Amministrazioni centrali concorrono sulla base delle proprie competenze al conseguimento degli obiettivi della politica regionale di coesione unitaria, indipendentemente dal fatto che siano o meno titolari di Programmi Operativi.

33 L’Intesa Istituzionale nel 2007-2013 Gli Strumenti di attuazione
Sulla base del confronto della strategia regionale e delle strategie settoriali delle Amministrazioni centrali delineate nei rispettivi documenti strategici, l’Intesa perviene alla individuazione delle priorità da conseguire in ambito di cooperazione istituzionale Stato-Regione e/o fra più Regioni, nonché delle modalità e delle regole con cui si attua tale cooperazione compresa l’individuazione delle specifiche responsabilità attuative. Gli Strumenti di attuazione L’APQ sarà lo strumento di attuazione per i settori, programmi e/o progetti per i quali risulterà più efficace una modalità attuativa basata sulla cooperazione fra Stato e Regione. L’APQ verrà riformato distinguendo fra interventi cardine e interventi complementari, prevedendo per i primi, che saranno individuati ex ante, maggiore concentrazione di monitoraggio e supporto tecnico. Uno “specifico documento programmatico” (Strumento di Attuazione Regionale?) costituirà il contenitore attuativo di carattere pluriennale per l’attuazione delle forme di intervento per le quali non sono necessari livelli di cooperazione tra Regioni e Centro.

34 Problematiche derivanti dal nuovo contesto
Iniziale sovrapposizione tra sistemi di monitoraggio e Fondi Europei Programmi monofondo “indipendenti” Fondi strutturali: FESR – FSE Fondi “non strutturali”: FEASR – FEP (Programma nazionale) Obiettivo Cooperazione Logica “verticale” Convergenza FAS-FS

35 IL MONITORAGGIO NEL

36 PROBLEMATICHE GENERALI
Gli attuali sistemi di monitoraggio sembrano configurarsi più come sistemi di controllo che come sistemi di supporto alle decisioni. Il processo di produzione di dati è l’esplicazione di attività di gestione e dovrebbe, in linea di principio, coincidere con la emanazione di atti amministrativi. Tuttavia non esiste una standardizzazione degli atti amministrativi legati alla realizzazione degli investimenti pubblici. Un buon sistema di comunicazione dovrebbe rendere trasparenti le esigenze conoscitive di tutti i soggetti e le attribuzioni di ciascuno, in termini di impegni assunti e benefici attesi. Al momento sembra mancare un linguaggio univoco, comune e comprensibile ed un trasparente sistema di premi/sanzioni. L’organizzazione attuale delle strutture preposte al monitoraggio risente delle problematiche sopra evidenziate e della attuale separatezza tra sistema POR e sistema APQ.

37 ASSUNTI DI BASE PER UN MODELLO A TENDERE
1. il monitoraggio non ha una finalità propria Il monitoraggio è una attività che va organizzata in funzione degli obiettivi di un sistema di programmazione. 2. il monitoraggio non è separabile dalla attuazione. I dati di monitoraggio SONO dati di attuazione. La periodicità delle rilevazioni di monitoraggio è un elemento che appare fuorviante perché, separando nel tempo il momento della produzione dei dati dal momento del loro inserimento nel circuito informativo ai fini della rilevazione, sembra distinguere anche funzionalmente un unico, singolo processo.

38 ASSUNTI DI BASE PER UN MODELLO A TENDERE
3. i dati sono immessi nel circuito informativo dai responsabili della loro produzione. I dati di attuazione degli investimenti pubblici derivano fondamentalmente da atti amministrativi assunti dalle Istituzioni competenti, che ne assumono la formale responsabilità. L’esigenza di fornire informazioni tempestive ai livelli superiori del circuito informativo non può dare, a meno di una espressa previsione normativa, facoltà di agire sui dati a soggetti diversi da quelli tenuti per legge a farlo. 4. il monitoraggio deve essere collegato ai flussi finanziari lungo l’intera filiera. Ciascun soggetto produce e fornisce informazioni attraverso atti amministrativi che giustificano le richieste di attivazione del circuito finanziario.

39 L’ACTION PLAN REGIONALE
L’Action plan regionale è finalizzato alla presentazione delle azioni da intraprendere per la omogeneizzazione e l’ottimizzazione delle diverse attività di gestione e di monitoraggio in atto, in funzione delle prevedibili evoluzioni del quadro giuridico, regolamentare e programmatico inerente il nuovo periodo di programmazione in corso di definizione. L’Action Plan è realizzato attraverso varie fasi di analisi e prevede un processo iterativo che, partendo da alcuni casi Pilota, estende progressivamente all’intero universo della Programmazione regionale un modello a tendere su cui misurare eventuali scostamenti e prevedere gli opportuni aggiustamenti in itinere.

40 L’ACTION PLAN REGIONALE
Le fasi che caratterizzano l’Action Plan sono: 1 Analisi della Situazione Attuale: ricostruzione delle procedure nazionali e regionali per la programmazione, attuazione e monitoraggio degli investimenti pubblici. 2 Analisi delle prospettive evolutive: possibili evoluzioni del quadro delle metodologie, degli strumenti e delle procedure di gestione, monitoraggio e di controllo degli investimenti pubblici nel contesto nazionale e comunitario per il periodo e impatto sullo scenario regionale esistente. 3 Proposte per il superamento delle criticità : modello organizzativo, modello relazionale, procedure regionali di gestione e monitoraggio

41 L’ACTION PLAN REGIONALE
Le Proposte a cui si sta giungendo definiranno: metodologie, strumenti e procedure di gestione, monitoraggio e controllo degli investimenti pubblici codificate a livello regionale; organizzazione delle strutture regionali coinvolte nella programmazione, gestione, sorveglianza, valutazione e controllo degli investimenti pubblici; quadro delle risorse tecnologiche (dotazioni hardware e software, reti) di supporto alla programmazione,gestione, sorveglianza, valutazione e controllo degli investimenti pubblici in ambito regionale.

42 VERSO UN NUOVO SISTEMA INFORMATIVO REGIONALE UNITARIO

43 LE ESIGENZE DELLA REGIONE
Leggere in maniera incrociata i dati dei due attuali sistemi (e potenzialmente di altri) - visione unitaria a livello regionale (logica orizzontale) Dotarsi di strumenti adeguati alle previsioni regolamentari alle richieste comunitarie e nazionali alla realtà operativa e amministrativa regionale alla logica unitaria della nuova programmazione Dotarsi di strumenti in grado di dare valore aggiunto a livello regionale e subregionale

44 GLI OBIETTIVI DELLA REGIONE
Monitoraggio come strumento di supporto alla programmazione degli interventi, all’attuazione degli stessi, alla loro gestione finanziaria ed alla verifica dei risultati raggiunti. Monitoraggio come strumento di supporto alle decisioni, a disposizione di tutti gli attori istituzionali coinvolti. Monitoraggio come strumento per assicurare la trasparenza nei confronti della collettività, sugli interventi realizzati e sulle modalità di utilizzazione delle risorse pubbliche.

45 GLI OBIETTIVI DELLA REGIONE
Graduale migrazione ad una logica di “sistema federato” in cui le Amministrazioni regionali hanno una piena responsabilità dei dati immessi e l’Amministrazione centrale è garante della qualità del dato e soprattutto del funzionamento del sistema di monitoraggio. Rafforzamento della centralità del ruolo del Responsabile d’intervento in quanto detentore del dato e garante della qualità/veridicità dello stesso. Accrescimento dell’efficienza amministrativa attraverso lo snellimento delle procedure e la massima automazione degli step di processo.

46 INDICAZIONI PROGETTUALI
Trasversalità rispetto alle fonti: europee, nazionali e regionali Approccio fortemente gestionale, con grande attenzione alle problematiche di project e program management ed a quelle di supporto alle decisioni Strumento di colloquio con gli altri soggetti del territorio interessati alla gestione degli investimenti pubblici (Enti Locali, etc); Interoperabilità con gli applicativi nazionali e, in prospettiva, con le altre applicazioni in corso di sviluppo presso la Regione

47 CRITICITA’ Difficoltà nella identificazione delle procedure e modalità di colloquio con altri applicativi (non tutti dotati di protocolli di colloquio); Complessità della definizione di un percorso organizzativo sostenibile ed efficace per la messa in esercizio; Necessità di rendere informati e (successivamente) di formare tutti i soggetti interessati (inclusi gli enti locali)

48 IL SISTEMA INFORMATIVO CARONTE

49 PRESUPPOSTI Applicazione “tagliata” sulle reali esigenze della Regione. Flessibilità e adattabilità grazie all’impiego di una soluzione open source che ha consentito di minimizzare tempi e risorse da dedicare allo sviluppo per concentrare l’attenzione sulla fase di coprogettazione delle funzionalità, cui hanno principalmente partecipato esperti di contenuti. Funzionalità di supporto alla programmazione e valutazione: il sistema consente di gestire entità Programma ed entità di classificazione mediante le quali sarà possibile estrarre visioni trasversali della programmazione e dell’attuazione degli investimenti su scala regionale utili a supporto delle attività di programmazione e valutazione da parte dei responsabili regionali.

50 OBIETTIVI Supportare la omogeneizzazione su scala regionale delle procedure e delle modalità di gestione e monitoraggio degli investimenti pubblici, costituendo il supporto unitario di tali attività; Consentire la gestione secondo criteri di omogeneità e di specificità di una molteplicità di tipologie di operazioni e, in particolare, di Opere Pubbliche, Acquisizioni di beni e servizi, Incentivi e Attività formative; Assicurare la cooperazione fra i diversi soggetti coinvolti nel processo di programmazione, gestione, monitoraggio, rendicontazione e controllo degli investimenti pubblici; Assicurare la possibilità di colloquio con i sistemi di monitoraggio nazionali, garantendo la disponibilità di tracciati informativi conformi alle specifiche di colloquio definite su scala nazionale.

51 PRINCIPALI CARATTERISTICHE
Unico Specifico Cooperativo Interoperabile Gestionale

52 UNICO Il sistema è concepito come un gestore di progetti
Il progetto (operazione, conformemente alla definizione comunitaria) costituisce l’unità base per le funzionalità di gestione e per quelle di monitoraggio INDIPENDENTEMENTE dal programma o dalla fonte che ne assicura il finanziamento Tale caratteristica consente di gestire l’intero ciclo vita delle operazioni, anche prima della ammissione al finanziamento Caronte è pensato per divenire lo strumento di riferimento unico per il monitoraggio di tutti gli investimenti pubblici finanziati con risorse europee,nazionali e/o regionali.

53 SPECIFICO Caronte prevede la gestione di set informativi specifici per le quattro tipologie di operazione (Opere Pubbliche, Acquisizioni di beni e servizi, Incentivi, Attività formative) e per le diverse modalità di gestione (titolarità regionale e regia regionale). Tali specificità consentono di assicurare a ciascuna fattispecie progettuale un set informativo adeguato e realmente rispondente alle esigenze di gestione, monitoraggio e controllo al finanziamento superando la matrice prioritariamente infrastrutturale del monitoraggio attuale

54 COOPERATIVO Caronte è un applicativo web, con profilatura degli accessi. Tale caratteristica consente di far sì che “chi produce l’informazione la imputa”, cooperando alla stratificazione di un pacchetto di informazioni che saranno impiegate a fini di gestione e di monitoraggio Il trattamento delle informazioni imputate nel sistema è soggetto ad uno specifico workflow concepito in conformità al percorso amministrativo dell’informazione. L’applicativo, quindi, asseconda la realtà amministrativa, invece che influenzarne la gestione.

55 INTEROPERABILE Caronte è un applicativo aperto. Il modulo di interoperabilità dell’applicativo consente il colloquio con gli altri sistemi nazionali e regionali che si connotano come aperti. Sarà necessario provvedere a definire “protocolli” di interoperabilità con gli applicativi con i quali si intende colloquiare.

56 GESTIONALE L’utente non cerca nell’applicativo le informazioni sulle quali lavorare; l’applicativo pone in evidenza le informazioni che necessitano attenzione; L’utente viene supportato nelle proprie attività quotidiane di gestione ed è guidato a produrre le informazioni occorrenti al monitoraggio. Le operazioni non si inseriscono nell’applicativo solo dopo il finanziamento, ma se ne possono gestire le fasi di programmazione; Il ciclo vita delle entità (fonti, programmi, operazioni, avanzamenti) è gestito e supportato mediante specifiche funzionalità; La reportistica è concepita per supportare le attività di gestione in modo flessibile e conforme alle esigenze di gestione.

57 STRUTTURA LOGICO-FUNZIONALE

58 ARCHITETTURA TECNICA


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