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“I balcani producono più storia di quanta ne consumino” (Churchill)

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Presentazione sul tema: "“I balcani producono più storia di quanta ne consumino” (Churchill)"— Transcript della presentazione:

1 “I balcani producono più storia di quanta ne consumino” (Churchill)
Il Kosovo “I balcani producono più storia di quanta ne consumino” (Churchill)

2 La penisola balcanica

3 La polveriera d’europa
I balcani sono una catena montuosa (balcan = montagna) che attraversa la Bulgaria e che dà il nome alla penisola balcanica La penisola comprende 10 stati: 5 nati dalla dissoluzione della Iugoslavia Serbia Montenegro Croazia Slovenia Macedonia Bosnia Erzegovina Gli altri cinque: Albania, Bulgaria, Romania, Turchia, Grecia L’area dei balcani viene considerata la “polveriera d’Europa”, perché in questo secolo è stata teatro di una serie interminabile di guerre e scontri etnico religiosi. Anche la prima guerra mondiale è partita da qui.

4 La Iugoslavia Inizio ‘900: la regione era spartita tra impero turco ottomano e quello austro-ungarico Dopo la prima guerra mondiale questi due imperi cadono e nasce l’ex Iugoslavia (= terra degli slavi del sud) nel La popolazione è composta da circa 20 gruppi etnici, ma solo i principali sono riconosciuti, in particolare i serbi e i croati. Tra i due popoli ci sono forti rivalità. 1941: tedeschi e italiani invadono il paese e appoggiano un regime fascista in Croazia. La resistenza contro gli invasori costa un milione di morti

5 Dopo la seconda guerra mondiale la Iugoslavia rinasce come Repubblica Federativa Socialista, sotto la guida del maresciallo Tito, ed entra nella sfera di influenza dell’URSS. La federazione è composta di sei repubbliche dotate di un proprio governo locale: queste prendono il nome dalla nazionalità più numerosa lì presente, ma in ciascuna vi sono numerose nazionalità minori. Fino al 1990 la regione vive un periodo di tranquillità obbligata sotto il controllo del blocco comunista. Con il crollo dei regimi comunisti i conflitti etnici si riaccendono.

6 Etnie presenti Sono 27, ma le principali sono: quella serba (1/3)
quella croata (1/5) quella bosniaca (10%) Gli albanesi sono la nazionalità più numerosa tra quelle che non hanno un proprio stato e sono più numerosi di sloveni e montenegrini che invece hanno uno stato

7 La guerra 1991: vengono proclamati 5 nuovi stati
Le etnie minoritarie vengono costrette con la forza ad abbandonare le loro case: scoppia la guerra civile. ►Pulizia etnica tra il 1991 e il 1995, una delle pagine più nere della storia europea 3 milioni e mezzo di profughi, morti, tra cui bambini

8 Il dramma del Kosovo È una provincia meridionale della Serbia, abitata dal 90% da albanesi, che godeva di una particolare autonomia nell’ex Iugoslavia Allo scoppio della guerra, nel 1990, lo statuto di autonomia è stato annullato perché si temeva che il Kosovo potesse annettersi all’Albania. La Serbia considera il Kosovo come una delle culle storiche della nazione. Il Kosovo viene occupato dalle forze serbe. Per molti anni continuano le violenze da una parte e dall’altra 1998: la situazione precipita. Si intensificano le azioni di guerriglia dell’Uck (esercito di liberazione). La Serbia reagisce: la pulizia etnica inizia e inizia l’esodo dei rifugiati. 1999: dopo il fallimento delle trattative di pace la Nato bombarda la Serbia, ma le violenze continuano, così come l’esodo dei profughi.

9 Dal Corriere della Sera…
Il Kosovo proclama l'indipendenza. Il presidente serbo tadic: «non lo riconosceremo mai» Il premier Hashim Thaci: «Ora siamo fra le nazioni democratiche e libere». La Russia si appella all'Onu LA BANDIERA ALBANESE DIPINTA SU UN MURO DI PRISTINA (REUTERS) PRISTINA (KOSOVO) - Il dado è tratto. Il Kosovo «è uno Stato orgoglioso, indipendente e libero». Lo ha detto il premier Hashim Thaci, parlando alla riunione straordinaria del Parlamento di Pristina, che ha in agenda due temi: oltre alla dichiarazione d'indipendenza, l'adozione dei simboli dello Stato. «Siamo fra le nazioni democratiche libere» ha aggiunto Thaci. Il Parlamento ha approvato con un voto formale la dichiarazione d'indipendenza. «Il Kosovo è uno Stato sovrano, indipendente e democratico» ha annunciato il presidente del Parlamento, Jakup Kuasniqi, che ha firmato la dichiarazione insieme allo stesso Thaci e al presidente Fatmir Sejdiu. Poi l'annuncio pubblico. LA RISPOSTA SERBA - Immediata la risposta serba, per bocca del Capo dello Stato. Boris Tadic ha detto che il suo Paese non riconoscerà mai l'indipendenza del Kosovo. «Belgrado ha reagito e reagirà con tutti i mezzi pacifici, diplomatici e legali per annullare quanto messo in atto dalle istituzioni del Kosovo». E il premier serbo Kostunica: «Nasce illegalmente uno Stato fantoccio. Il Kosovo è un falso Stato». Intanto a Belgrado ci sono stati scontri tra manifestanti serbi e polizia, davanti all'ambasciata americana e in altri punti della città. EUFORIA - In Kosovo invece la proclamazione dell'indipendenza ha generato una forte euforia in tutto il Paese. Già da sabato sera Pristina aveva vissuto ore di entusiasmo collettivo: sirene, clacson, auto in festa per le strade, mentre la gente festeggiava al grido «Kosovo, Kosovo!». Domenica sono arrivate le prime corriere dall'Albania, con gruppi di persone decise a unirsi ai «fratelli» kosovari per festeggiare. Ovunque striscioni e poster con slogan patriottici e messaggi d'auguri, ma anche inviti alla moderazione, oltre che bandiere albanesi (rosse con l'aquila nera al centro) e americane. Qua e là pure vessilli dell'Ue e di qualche singolo Paese europeo. TUTTI I PASSI COORDINATI CON I PARTNER - «Tutti i preparativi sono stati ultimati, ogni passo delle istituzioni sarà coordinato con i partner internazionali» aveva spiegato Thaci prima della dichiarazione, ribadendo che l'implementazione dell'indipendenza verrà coordinata con l'Unione Europea. Il premier aveva ribadito che «l’influenza di Belgrado sul Kosovo è definitivamente tramontata», pur impegnandosi a difendere la minoranza serba «in ogni circostanza». BUSH: «INTERESSE DELLA SERBIA ALLINEARSI» - Dall’Africa, dove è impegnato in un tour di sei giorni, il presidente americano Bush non ha mancato di rinnovare il suo sostegno al Kosovo: «Siamo rincuorati dal fatto che il governo abbia chiaramente proclamato la sua volontà e il suo desiderio di sostenere i diritti dei serbi in Kosovo - ha detto da Dar Es Salaam, in Tanzania, aggiungendo che gli Stati Uniti continueranno a lavorare con i loro alleati per prevenire future violenze -. Crediamo inoltre che sia nell’interesse della Serbia essere allineata con l’Europa e che il popolo serbo sappia che ha un amico nell’America». RUSSIA CHIEDE INTERVENTO DELL'ONU - Ben diversa la posizione della Russia, che subito dopo la proclamazione dell'indipendenza, ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sottolineando che supporterà pienamente le istanze giustificate della Serbia che vuole restaurare la sovranità sul Kosovo. UE - L’Unione europea si appella invece alla calma, e ammonisce che «la comunità internazionale non tollererà alcuna azione violenta in Kosovo». Il portavoce del Consiglio Ue, Jens Mester, si è rivolto sia alla maggioranza albanese che alla minoranza serba: «Ci appelliamo a tutte le parti in Kosovo e nella regione allargata a rimanere calmi e a non reagire a qualsiasi provocazione».

10 I festeggiamenti Dalla rete…


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