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Niccolò Machiavelli, Dell’arte della guerra (1521)

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Presentazione sul tema: "Niccolò Machiavelli, Dell’arte della guerra (1521)"— Transcript della presentazione:

1 Niccolò Machiavelli, Dell’arte della guerra (1521)
Il fine di chi vuole fare guerra è potere combattere con ogni nimico alla campagna e poter vincere una giornata. A volere far questo , conviene ordinare uno esercito. A ordinare lo esercito , bisogna trovare gli uomini, armargli, ordinargli e ne’ piccoli e ne’ grossi ordini esercitargli, alloggiarli e al nimico di poi, o stando o camminando, rappresentargli. In queste cose consiste tutta la industria della guerra campale, che è la più necessaria e la più onorata. Una giornata che tu vinca, cancella ogni altra tua mala azione; così, medesimamente, perdendola restono vane tutte le cose bene da te avanti operate.

2 Niccolò Machiavelli, Dell’arte della guerra
Sendo pertanto necessario prima trovare gli uomini, conviene venire al deletto di essi [la scelta]. Ogni repubblica e ogni regno debbe scerre i soldati de’ paesi suoi perché in ogni paese con lo esercizio si fa buoni soldati perché, dove manca la natura, sopperisce la industria. Eleggendoli in altri luoghi non si può chiamare deletto, perché deletto vuol dire torre i migliori d’una provincia e avere potestà di eleggere quegli che non vogliono come quegli che vogliono militare. Quegli che non sono tuoi sudditi e che voluntarii militano, non sono de’ migliori, anzi sono de’ più cattivi di una provincia: perché se alcuni vi sono scandalosi, oziosi, sanza freno, sanza religione...sono quegli che vogliono militare ... I quali costumi non possono essere più contrarii a una vera e buona milizia

3 Niccolò Machiavelli, Dell’arte della guerra
Non si usa milizia più utile che la propria L’animo e l’esperienza si fa guadagnare loro con il modo di armargli, esercitargli ed ordinargli ... Ma sieno tirati da uno rispetto ch’egli abbiano al principe. Le città hanno bisogno delle armi; e quando non hanno armi proprie soldano delle forestiere e più presto noceranno al bene pubblico l’armi forestiere che le proprie, perché sono più facili a corrompersi e più tosto uno cittadino che diventi potente se ne può valere. Mai alcuno ordinò alcuna repubblica o regno, che non pensasse che quegli medesimi che abitavano quella, con l’armi l’avessono a difendere.

4 Niccolò Machiavelli, Dell’arte della guerra
Uno capitano non ha mai a fare giornata se non ha vantaggio, o se non è necessitato. Il vantaggio nasce dal sito, dall’ordine, dall’avere o più o migliore gente. La necessità nasce quando tu vegga, non combattendo, dovere in ogni modo perdere. È assai meglio tentare la fortuna dov’ella ti possa favorire che, non la tentando, vedere la tua certa rovina. Ed è così grave peccato, in questo caso, in uno capitano il non combattere, come è d’avere avuta occasione di vincere e non la avere o conosciuta per ignoranza o lasciata per viltà. I vantaggi qualche volta te gli dà il nimico qualche volta la tua prudenza. La maggior parte de’ capitani prudenti piuttosto ricevano l’impeto de’ nimici, che vadano con impeto ad assaltare quelli: perché il furore è facilmente sostenuto dagli uomini fermi e saldi, e il furore sostenuto facilmente si convertisce in viltà

5 Niccolò Machiavelli, Dell’arte della guerra
La maggiore e più importante avvertenza che debbe avere un capitano è di avere appresso di sé uomini fedeli, peritissimi della guerra e prudenti, con gli quali si consigli continuamente, con loro ragioni delle sue genti e di quelle del nimico. Di poi considerino il luogo dove sono e s’egli è più a proposito per il nimico che per lui; chi abbia più comodamente la vettovaglia; s’egli è bene differire la giornata o farla; che di bene gli potesse dare o torre il tempo; perché molte volte i soldati, veduta allungare la guerra, infastidiscono e, stracchi nella fatica e nel tedio, ti abbandonano. Importa sopra tutto conoscere il capitano de’ nimici e chi egli ha intorno: s’egli è temerario o cauto, se timido o audace.

6 Niccolò Machiavelli, Dell’arte della guerra
Sopra tutto ti debbi guardare di non condurre l’esercito ad azzuffarsi che tema o che in alcun modo diffidi della vittoria: perché il maggior segno di perdere è quando non si crede di poter vincere. E in questo caso dei fuggire la giornata. [ma se non si può fuggire e i soldati non si fidano o sono mal disposti a combattere] è necessario nell’un caso sbigottirgli e nell’altro accendergli. Nel primo caso, quando le persuasioni non bastano, non è migliore modo che darne in preda una parte di loro al nimico acciò che quegli che hanno e quegli che non hanno combattuto ti credano... Quanto allo accendergli al combattere, è bene fargli sdegnare contro a’ nimici, mostrando che dicono parole ignominiose di loro...[inoltre spingerli a qualche “zuffe leggiere” o incitarli con discorsi e con l’esempio]

7 Niccolò Machiavelli, Dell’arte della guerra
Deono i capitani, mentre che camminano con l’esercito, guardarsi dagli agguati ne i quali si incorre in due modi: o camminando tu entri in quegli, o con arte del nimico vi se’ tirato dentro. Al primo caso volendo obviare, è necessario mandare innanzi doppie guardie le quali scuoprano il paese. Quanto al secondo caso ... dei stare accorto di non credere facilmente a quelle cose che sono poco ragionevoli come sarebbe: se il nimico ti mettesse innanzi una preda, dei credere che in quella sia l’amo e che vi sia dentro nascosto l’inganno. E non hai a credere mai che il nimico non sappia fare i fatti suoi.

8 Niccolò Machiavelli, Dell’arte della guerra Le regole generali
Quello che giova al nimico nuoce a te e quel che giova a te nuoce al nimico Colui che sarà nella guerra più vigilante a osservare i disegni del nimico e più durerà fatica ad esercitare il suo esercito, in minori pericoli incorrerà e più potrà sperare della vittoria Non condurre mai a giornata i tuoi soldati, se prima non hai confermato l’animo loro e conosciutogli sanza paura e ordinati; né mai ne farai pruova, se non quando vedi ch’egli sperano di vincere Meglio è vincere il nimico con la fame che col ferro Niuno partito è migliore che quello che sta nascosto al nimico infino a che tu lo abbia eseguito

9 Niccolò Machiavelli, Dell’arte della guerra Le regole generali
Sapere nella guerra conoscere l’occasione e pigliarla, giova più che niuna altra cosa La natura genera pochi uomini gagliardi; la industria e lo esercizio ne fa assai Può la disciplina nella guerra più che il furore Difficilmente è vinto colui che sa conoscere le forze sue e quelle del nimico Più vale la virtù dei soldati che la moltitudine; più giova alcuna volta il sito che la virtù

10 Niccolò Machiavelli, Dell’arte della guerra Le regole generali
Le cose nuove e subite sbigottiscono gli eserciti; le cose consuete e lente sono poco stimate da quegli Colui che seguita con disordine il nimico poi ch’egli è rotto, non vuole fare altro che diventare, di vittorioso, perdente Quello che non prepara le vettovaglie necessarie è vinto sanza ferro Agli accidenti sùbiti con difficoltà si rimedia, a’ pensati con facilità Quale parte deve avere un capitano? [tutte queste cose] le quali ancora non basterebbero ... Perché niuno sanza invenzione fu mai grande uomo nel mestiero suo e se l’invenzione fa onore nell’altre cose, in questo sopra tutto ti onora


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