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Le politiche economiche nella fase della ristrutturazione delle imprese (1983-1991) -Il quadro internazionale - I distretti industriali - La ristrutturazione.

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1 Le politiche economiche nella fase della ristrutturazione delle imprese (1983-1991) -Il quadro internazionale - I distretti industriali - La ristrutturazione delle grandi imprese

2 Il quadro internazionale Il lungo ciclo espansivo internazionale (1981-1991) Il sistema monetario europeo (la costruzione di uno spazio europeo integrato) Il ruolo della Germania e il corso del dollaro La ripresa del corso del dollaro (da fine 1980 al marzo 1985) I riflessi del deficit della bilancia commerciale e del deficit pubblico negli USA sui tassi di interesse e sul tasso di cambio Lingresso nel mercato mondiale dei Nuovi Paesi Industrializzati (NICs)

3 Il ciclo espansivo Il riaggiustamento dei prezzi relativi e lespansione della domanda internazionale Il controshock petrolifero del 1985-86 e la riduzione del valore del dollaro (con cui si pagano le importazioni dei prodotti energetici e delle materie prime) sono serviti a prolungare lespansione economica dei paesi industrializzati e dei NICs Il lungo ciclo espansivo si interrompe con la guerra del Golfo contro lIrak (febbraio 1991)

4 Larea commerciale europea Lallargamento della CEE (nel 1986, con lingresso di Spagna e Portogallo, la CEE consta di 12 Stati membri) Si intensificano gli scambi intra-CEE Lo spazio europeo integrato favorisce i movimenti dei capitali Primato degli obiettivi finanziari su quelli reali (autonomia delle Banche centrali): lobiettivo dellintegrazione finanziaria surclassa lobiettivo occupazionale

5 La politica commerciale tedesca La politica commerciale tedesca: espansione commerciale e costante avanzo della bilancia commerciale Avanzamento tecnologico dei settori di punta e politica monetaria indirizzata ad evitare ogni apprezzamento del marco Lesportazione di capitali ha compensato (sino alla riunificazione tedesca) gli avanzi della bilancia commerciale

6 . Il modello di specializzazione delle esportazioni italiane

7 La ristrutturazione del sistema industriale italiano: il ruolo dei distretti industriali Che cosa è un distretto industriale Quanti sono? E solo un fenomeno italiano? La rilevanza dei distretti industriali nella ripresa competitiva delleconomia italiana

8 Distretti industriali: le caratteristiche strutturali Elevata specializzazione produttiva Elevata divisione del lavoro tra le imprese locali (interdipendenze produttive) Elevato numero (spesso migliaia) di imprese e assenza di unimpresa leader (alto livello di autonomia delle imprese: concorrenza imperfetta) Elevata specializzazione a livello di impresa e di impianto produttivo (che permette elevate economie di scala per la singola lavorazione) Efficiente sistema di circolazione delle informazioni (le conoscenze sono patrimonio comune delle imprese) Elevata qualificazione professionale dei lavoratori Relazioni faccia a faccia tra gli attori economici che facilita la diffusione dei miglioramenti organizzativi e tecnologici

9 Distretto industriale: un modello dinamico Crescente divisione del lavoro tra le imprese locali Progressiva accumulazione di conoscenze e competenze tecniche a livello locale - economie esterne (veri e propri beni pubblici) - vantaggi competitivi dinamici Alto tasso di formazione di nuove imprese Crescente complessificazione del sistema locale (introduzione di nuovi settori e comparti produttivi) (da cui crescita dellinterazione di competenze e moltiplicazione delle economie esterne)

10 Distretti industriali: i concetti fondamentali Bilanciamento di competizione (che spinge allefficienza) e collaborazione tra imprese (che favorisce la soluzione dei problemi delle imprese e laccumulazione di nuove competenze tecnico- professionali) Economie esterne (allimpresa) Efficienza collettiva (il miglioramento dellefficienza delle imprese aumenta lefficienza del sistema, via le relazioni di complementarietà) Innovazione sociale (dinamica economica e sociale basata su relazioni sociali e su meccanismi di apprendimento)

11 Fattori di competitività delle imprese distrettuali Le imprese dei distretti non competono, in genere, sui costi di produzione e sui prezzi Le imprese dei distretti competono, piuttosto, sui seguenti fattori: - servizio al cliente; - qualità della produzione (e differenziazione del prodotto) - innovazione (e introduzione di nuovi prodotti)

12 Processo di sviluppo nei distretti industriali Forze dinamiche intervengono e creano effetti moltiplicativi attraverso: Effetti imitativi (che determinano diffusione di conoscenze nel sistema locale) Effetti complementari (che determinano agglomerazione di imprese e approfondimento della filiera produttiva)

13 La ristrutturazione delle grandi imprese La lezione delle piccole imprese: lintroduzione della flessibilità produttiva nelle grandi imprese Il post-fordismo Aumento degli investimenti (cfr. aspettative positive) Il recupero di profittabilità nelle grandi imprese

14 Alcuni eventi Il bilancio della Fiat ritorna in attivo nel 1983 Lingressi di gruppi finanziari stranieri (Olivetti, Zanussi, settore alimentare) Prima fase di dismissioni dellIRI La Fiat acquista lAlfa Romeo (1986)

15 La politica economica Il rientro dallinflazione: la differenza di comportamento rispetto agli altri paesi (cfr. Giavazzi-Spaventa su UK e IT) La rivalutazione in termini reali della lira (il tasso di svalutazione non copre il differenziale di inflazione con la Germania e gli altri paesi avanzati) Deficit pubblico e crescita del debito pubblico: prezzo da pagare per le migliori performance delle variabili reali? Il risanamento incompleto

16 Indicatori di performance (1) Tassi di crescita del PIL 77-8081-8283-87 77-87 F 2,8 1,5 1,62,0 D 2,9 0,4 2,22,1 UK 1,1- 0,1 3,31,9 I 4,3 0,6 2,62,9

17 Indicatori di performance (2) Tassi di crescita degli INV (imp. e macch.) 77-8081-8283-87 77-87 F 2,8- 0,8 1,71,7 D 6,9- 5,5 4,53,4 UK 3,5- 4,8 6,23,1 I 9,1- 4,4 5,75,0

18 Indicatori di performance (3) Deflatore del consumo privato (differenziali con la Germania) 77-8081-8283-87 F 6,2 6,8 4,1 UK 9,4 4,6 2,9 I12,312,2 7,7 Fonte: Giavazzi, Spaventa (1989), p. 8

19 Cambiamenti strutturali La svalutazione nominale della moneta si accompagna ad una consistente rivalutazione reale della stessa (il differenziale di inflazione è superiore alla svalutazione nominale) La rivalutazione in termini reali della lira obbliga ad investire per aumentare la competitività (comportamenti virtuosi delle imprese)

20 I problemi economici e sociali Inflazione molto elevata Tassi di disoccupazione molto elevati (superiori al 10%) e in aumento Elevati tassi di interesse che aumentano notevolmente il costo del servizio del debito pubblico (dal 2,5% nel 1973 all11,4% nel 1992) Aumenta il peso delle prestazioni sociali (dal 13,8% nel 1973 al 19,1% nel 1992) Le spese complessive della PA passano dal 38% del PIL nel 1973 al 55,5% nel 1992 Aumentano il disavanzo e lindebitamento pubblico Aumenta notevolmente il debito pubblico (dal 60% al 100% del PIL nel corso del periodo)


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