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Di Samu, Julian e Signo. Dopo la raccolta Il chiodo I luoghi I metodi I tutoli Le canne.

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Presentazione sul tema: "Di Samu, Julian e Signo. Dopo la raccolta Il chiodo I luoghi I metodi I tutoli Le canne."— Transcript della presentazione:

1 Di Samu, Julian e Signo

2 Dopo la raccolta Il chiodo I luoghi I metodi I tutoli Le canne

3 Il chiodo Per facilitare lapertura della testa della pannocchia, molte donne adoperavano un chiodo oppure una stecca di legno non più lunga della mano di chi ladoperava. Alle ragazze i fabbri facevano il chiodo con incisioni perché ognuna aveva lambizione di avere il chiodo più bello e non era raro che per il chiodo nascessero gelosie e rancori.

4 Lessicazione: i luoghi Il grano essiccato sullaia, era portato nei granai, venduto o conservato, secondo la convenienza; nella seconda evenienza era necessario controllare la temperatura che si produceva allinterno del mucchio del grano, infatti il grano bolliva. Per evitare il surriscaldamento, si piantava nel grano una fascina di legna che funzionava da camino.

5 L essicazione: i metodi Molti piccoli conduttori riponevano le pannocchie in granaio, o in qualche camera, e le facevano sgranare a mano dalle donne, secondo il bisogno. In questo modo, evitavano le esposizioni sullaia, spesso inutile perchè la stagione inoltrata non sempre garantiva una buona essicazione; nelle zone di montagna, invece, appendevano le pannocchie dentro o fuori labitazione rovesciando il cartoccio senza staccarla.

6 I tutoli Per separare il grano dal tutolo bastavano i membri di casa, compresi i ragazzi, che avevano il compito di riporre in un angolo i tutoli, preziosi per fare le braci e per riscaldare i letti durante linverno.

7 Le canne Gli uomini tagliavano la canna ormai secca con un colpo preciso, lasciando sul solco lo stocco, fatto in gran parte dalla mazzoca, le radici. Raccolta in mazzi, i fasci legati con una stropa, la canna veniva trasportata in corte e messa in canare, biche a forma di capanna. I grossi proprietari della bassa veronese acquistavano la canna da Vale, ritenuta un buon alimento per i bovini, in particolare quando lannata del fieno non era andata bene. La canna diventava prima cibo per i bovini, poi strame: veniva fuori un buon letame.

8 Bibliografia

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