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L’eros in educazione. Considerazioni pedagogiche.

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Presentazione sul tema: "L’eros in educazione. Considerazioni pedagogiche."— Transcript della presentazione:

1 L’eros in educazione. Considerazioni pedagogiche.
«Eros come fondamento di una relazione intersoggettiva che, caratterizzandosi nella reciprocità, vivifica entrambi gli attori della relazione, stimolandoli al superamento della loro attuale personalità.» Bertolini, “La dimensione erotica della relazione educativa” in Sottobanco (1999), p.41 Perché l’esperienza educativa è esaltante? Bertolini, 1988, Pedagogia al limite, pp

2 EDUCAZIONE ed eros L’accostamento è stato considerato come «un’operazione quanto mai pericolosa». Una provocazione motivata dal desiderio «di stupire», «di scandalizzare», «di apparire a tutti modi moderni». Un’esplorazione coraggiosa di ciò che l’esperienza di educatore nasconde: «aspetti oscuri», «perversi», «non dicibili se non nel linguaggio giudiziario».

3 Cosa significa educare?
Infrangere il mito di una presunta professionalità fatta di freddezza emotiva per l’educando e di interesse pressoché esclusivo per gli aspetti formali o razionali dell’intervento educativo. Ideologismo di maniera: la severità è educativa; bisogna rafforzare, fortificare e rendere razionali.

4 Chi è il perverso? Così una vecchia mai stata moglie senza mai figli, senza più voglie si prese la briga e di certo il gusto di dare a tutte il consiglio giusto. Chi riconosce le valenze profonde, coinvolgenti, amorose del gesto educativo o chi tenta di difendersene? chi non indietreggia davanti alle implicazioni emotive dell’intervento educativo? Chi ha una attività fantasmatica basata sul SOSPETTO, sul GIUDIZIO e sulla CONDANNA?

5 Eros pedagogico come... Autentica apertura: interesse, simpatia, comprensione, verso l’altro, chiunque fosse e qualunque comportamento avesse. SEDUTTIVITÀ e FASCINO dell’educando e trasporto verso di di lui/lei. L’educando come patner di un rapporto interessante. Intensità e reciprocità della relazione. «Desiderio», ma anche «volontà» di creare con l’altro un rapporto intenso di comunicazione profonda. Una dialettica sottile tra rispetto della sua soggettività ed esercizio da parte dell’educatore di un’azione di stimolo, esplicito e persino voluto condizionamento.

6 Una qualità della vita positiva ed elevata
Il «gusto dei corpi che si toccano»: occasionalmente, ma anche intenzionalmente. Piacere dello stare insieme. Una «rete» di rapporti interpersonali caldi che permette di vivere una forte tensione individuale e collettiva. Ammirazione reciproca. Coinvolgimento emotivo-affettivo di un rapporto autentico in cui si è un po’ seduttori e un po’ disponibili ad essere sedotti: considerazione, ricerca e fiducia verso i minori; devozione, rispetto e fiducia dei piccoli verso i grandi.

7 Erotizzazione del sapere
«nostre istituzioni formative, tutte figlie di quella grande peste del sapere che è stata la rivoluzione disciplinare» Mottana, Caro insegnante (2007), p.14 Modo di far lezione, di trasmettere agli altri quanto si sa o si va studiando; necessità di renderlo comprensibile e «appetibile» agli studenti come potente arma di seduzione. Erotizzazione del sapere come facilitatore della comprensione Giudizi e pregiudizi, simpatie e antipatie, attese e previsioni SONO SOTTERRANEE nella scuola da parte di insegnanti, genitori e alunni. Qui, un clima artatamente de-sessualizzato tende a negare l’eros creando per poi agirlo in inesauribili tensioni negative.

8 Scandalo pedagogico Agire l’effetto pigmalione?
Tentativo di provocare delle situazioni anche attraverso la valorizzazione personale o pubblica di certi aspetti della personalità o del comportamento dell’educando, per innescare un rapporto educativo. Rischio tanto per chi prende l’iniziativa quanto per chi ne è l’oggetto. Lucidità. Un intervento non pericoloso, sconveniente o imprudente; né allarmato, ma consapevole. Un vero e proprio CORTEGGIAMENTO fatto di mosse e contromovimenti, reciproci che vede l’adulto fare il primo gesto.

9 Eros come desiderio, ricerca e tensione
“uso di un esplicito e non sfrenato transfert pedagogico”, p.45 Sbilanciamento “verso” qualcosa o qualcuno in grado di dare risposta positiva alle nostre carenze, insufficienze, esigenze e richieste. Movimento verso la completezza di ciò che manca. Diverso è pensare scopo dell’eros il possesso o l’identificazione; suo scopo è LA RECIPROCITÀ e LA SOGGETTIVAZIONE DI ENTRAMBI i protagonisti del rapporto. Il riconoscimento dell’identità come irripetibilità, dignità valore dell’altro per me.

10 Amare l’infanzia e la gioventù
Perché si instauri un rapporto educativo non basta che ci sia un dislivelllo o una dissimmetria di potere e di ruolo tra chi sa più o ha più esperienza e chi sta in posizione minoritaria, ma occorre che ci sia una sorta di disponibilità chiamiamola: interesse? simpatia? AMORE? di desiderio che l’educando partecipi al patrimonio dell’educatore; e tale partecipazione non sia pedissequa o solo ripetitiva. Questo accade nel caso di un evento educativo pedagogicamente intenzionato e non occasionale; per questo la PROFESSIONALITÀ educativa chiama in causa l’amore. FASCINO/identificazione melanconica per il carattere acerbo e precario della condizione esistenziale del minore.

11 Ma non è un condizionamento..
Rapporto psicoanalisi/educazione. Necessità di un riconoscimento dei desideri e delle fantasie legate all’essere formatori o in formazione. Educare non significa stimolare dei nessi causa-effetto; non è in gioco la violenza (sado-masochista), piuttosto la tenerezza di una promozione verso il meglio, il cambiamento e la perfettibilità.

12 Cosa si attende l’altro da me? l’educando?
“Smosso” o “scosso” nel suo intimo l’educando si attende qualcosa nel futuro dall’educatore: aiuto, supporto, sicurezza e protezione. Sappiamo dare sempre in proporzione a tutto ciò che chiediamo. Questione dell’infinità del legame: l’esperienza educativa è finita nel tempo e l’educatore è il responsabile delle operazioni di chiusura e apertura del suo evento. L’autonomia è la meta pedagogica per cui il distacco non solo è legittimo, ma pure opportuno. Le richieste dell’educando di continuare o approfondire il legame spesso nascondono problematiche anche inconsapevoli: disagio o difficoltà emotiva ad allentare o abbandonare un rapporto così significativo.

13 Cosa si attende l’educatore?
Il lavoro dell’educatore è FATICOSO perché la prospettiva del distacco può essere frustrante anche per lui/lei; oltre tutto sta a lui/lei il provocarlo, cioè amministrare e gestire la fine (=Ende) Il piacere di vedere l’altro camminare con le proprie gambe La VERIFICA e la RESTITUZIONE come parti del processo educativo.

14 Il narcisismo dell’educatore
La compiacenza intellettuale dello studente. Il caso del plagio. L’autocopiacimento dell’educatore nei confronti dei “suoi” ospiti; “sue” creature e prodotti. L’autoaffermazione attraverso le proprie realizzazioni. La propria dolescenza irrisolta

15 Eros negato Questo è il vero rischio e pericolo: quando la dimensione erotica viene negata, rigettata, repressa o condannata in partenza. La perversione è da cercare nella qualità con cui la dimensione erotica si presenta: IL POSSESSO DELL’ALTRO. Perverso è quel desiderio che non desidera l’altro, ma se stesso. Pertanto è perverso: l’uso dell’altro per dare una risposta ai propri bisogni o per raggiungere un’immagine esaltante di sé. l’imposizione all’altro della propria volontà o di propri contenuti ideologici o culturali.

16 Da «sottofondo» a « scelta» pedagogica
“uso pedagogico dell’eros”, p.48 “Eros come consapevole strumento di un’azione non certo superficiale”, p.47 intenzionalità Superare il livello della spontaneità per approdare a quello dell’autentica professionalità: difficoltà da gestire, da prevedere, da vivere. Tranfert pedagogico come tecnica educativa o rieducativa che permette di rompere i vecchi schemi affettivi e di esperire diverse relazioni significative. Occasione di trasgredire il consueto e vivere altrimenti. Controtransfert come emozioni dell’educatore anche negative.

17 Equilibrio emotivo-affettivo dell’educatore
Una formazione professionale di alto profilo: non solo tecniche di intervento, ma anche conoscenza di sé, delle proprie capacità e dei propri limiti. Attenzione all’igiene mentale dell’operatore pedagogico. Momenti di verifica e di controllo in equipe tra colleghi: un lavoro collettivo e sincero. Non si è mai soli. La supervisione come contenitore delle ansie e delle energie; un serbatoio di ricarica e presa di distanza.

18 Creare di un clima di gioia
“Erotizzazione dello sfondo”, p.44 Nel rapporto educativo autentico l’eros pedagogico è agito. È inevitabile: occorre prenderne atto. Valorizzazione, uso, modulazione e CONTROLLO di questa componente dell’evento educativo contro ogni sua negazione e rifiuto. Come: offrire esperienze alternative a una routine passivizzante. Il piacere del presente. Divertimento insieme. aprire al futuro e al possibile: smuovere passioni, ritrovare entusiasmo, voler cambiare per il meglio. Eros come spinta o sollecitazione ad agire. Eros come facilitatore dei processi cognitivi.


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