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Teoria del Male politico Bene politico

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Presentazione sul tema: "Teoria del Male politico Bene politico"— Transcript della presentazione:

1 Teoria del Male politico Bene politico
Antropologia positiva Dia-logo con-senso Soggetto debole Consenso-terzietà Vita per la libertà Stato = forza della regola Diritto: coesistenza/inclusione Presunzione di innocenza Felicità Antropologia negativa Paura Soggetto forte Conflitto-dualità Vita per la sopravvivenza Stato = regola della forza Diritto: coazione/esclusione Ius vitae ac necis Sofferenza

2 Male politico Jahvè trova “soave” l’odore del sangue (Genesi 8.2)
Il bene è una speranza e forse un’illusione, mentre il male lo osserviamo, lo pratichiamo, ci accompagna in ogni nostra azione. Siamo tutti uguali, perché siamo tutti capaci di dare la morte. Hobbes ammonisce continuamente sul fatto che "quanto alla forza corporea, il più debole ne ha sufficienza per uccidere il più forte..." Jahvè trova “soave” l’odore del sangue (Genesi 8.2)

3 Antropologia negativa
Il versante teologico-politico Il versante scientifico-politico Il versante eroico-idealistico Il versante fideistico-realistico

4 Il versante teologico-politico (Cristianesimo- Lutero)
L’uomo nasce corrotto (natura lapsa), dominato dalle tentazioni, attratto dal male, portato a sopraffare e uccidere. La società rispecchia tutto ciò e ci presenta una sequela ininterrotta di nefandezze (figli di Caino) Guerre di religione (1.500) La croce di Cristo non è forse una violenza estrema? Potrebbe la Redenzione derivare dalla negazione di Dio, da un omicidio orribile, se l’uomo non fosse una bestia ottusa e crudele?

5 Stato? Senza ruota, patibolo, fuoco e fiamme, senza l’apparato di terrore esercitato dal sovrano, “l’uno divorerebbe l’altro” e il mondo sarebbe simile a un “deserto”. L’autorità “ferisca, scanni, strangoli chi lo può”: ci deve essere il tempo dell’ira e della spada per giungere al tempo della grazia La fede non basta, avrebbe ironizzato qualche secolo dopo Camus, ci vuole soprattutto la polizia.

6 Il versante scientifico-politico Machiavelli- Hobbes
l’uomo è un animale naturalmente impolitico perché desidera tutto, ma non può avere tutto. Il ruolo centrale che la parola svolge nella teoria del bene politico, qui è svolto dal desiderio. L’altro, qualsiasi altro, appare quindi come un potenziale ostacolo alla soddisfazione della mia volontà, perché possiede le cose che voglio e quindi lo devo uccidere; perché vuole (o credo che voglia) le cose che io posseggo e quindi lo devo uccidere prima di essere ucciso. “La competizione per acquisire, ricchezze, onore, comando o altro potere inclina, alla rivalità, all’inimicizia e alla guerra (Leviatano)

7 Il versante eroico-idealistico Hegel
La lotta per la vita di Hobbes da situazione materiale in dimensione spirituale attraverso la dialettica servo-padrone. La vera lotta è quella che si combatte per l’affermazione di sé: il padrone è colui che ha il coraggio di guardare in faccia la morte a differenza del servo che non vuole perdere la vita e preferisce l’umiliazione e la resa. Quanto avviene a livello individuale, si ritrova, a livello sociale, nella storia dei popoli. E' la possibilità della morte, del sacrificio supremo in guerra a costituire l’elemento fondamentale dell’identità nazionale Come il servo, anche il popolo che rifiuta il “dovere universale” di morire "per l'individualità dello Stato", non acquisirà mai la dignità, perché non giungerà mai a percepire l'universalità del legame tra gli uomini che si costituisce solo attraverso il sangue versato da tutti e per tutti (Lineamenti di filosofia del diritto, 1821, § )

8 Il versante fideistico-idealistico De Maistre
Papa - Re - Boia tre entità infallibili, irremovibili, inflessibili, costituiscono l’unica ancora di salvezza dinanzi all’irrazionalità e insensatezza delle cose terrene O il pugnale dell'assasinno o la spada del boia

9 L’uomo L’uomo è per natura, malvagio, codardo, depravato: “uccide per nutrirsi, uccide per vestirsi, uccide per ornarsi, uccide per attaccare, uccide per difendersi, uccide per istruirsi, uccide per uccidere…” . “Non c’è che violenza nel mondo; ma noi siamo viziati dalla moderna filosofia che ha detto che tutto è bene, mentre il male ha inquinato ogni cosa e, in un senso assai vero, tutto è male perché nulla è al suo posto”

10 Libertà Il male è entrato nel mondo proprio a causa della libertà, questa malattia morale che ha determinato la trasgressione dei comandi divini, cullando l’illusione dell’autosufficienza della ragione. Ma quale ragione? Dovunque troviamo superstizione, fanatismo, persecuzione. Eleviamo e demoliamo continuamente le nostre istituzioni. Abbattiamo quello che abbiamo costruito. Dileggiamo quello che avevamo esaltato. Tutto è disordine e dolore. La terra appare un immenso altare in cui il sangue deve scorrere per pagare il prezzo del peccato.

11 Scienze giuridiche 27/03/2017 Boia E tuttavia ogni grandezza, ogni potere, ogni sudditanza, si basano sul boia: egli costituisce l’orrore e il legame dell’associazione umana. Togliete dal mondo questo agente incomprensibile, e nello stesso istante l’ordine lascia il posto al caos, i troni si inabissano e la società scompare (J. De Maistre, Le serate di San Pietroburgo, 1821) pp cit. da Berlin La libertà e i suoi traditori,

12 Boia Dio, che è padre di misericordia, ha creato un inferno per punire il peccato, e la creazione dell’inferno serve meravigliosamente a popolare il cielo: «il miglior principe è colui che ha il carnefice per primo ministro» Lamennais, L’assolutismo e la libertà, 1834.

13 L’inferno è pieno o è vuoto?
C. «Signore come potrò mai esser contenta fino a che uno di questi, creato come me a tua immagine e somiglianza,perisca e si tolga dalle tue mani? S. «La Carità non può stare nell’Inferno perché lo distruggerebbe…» Se la tua verità e la tua giustizia lo permettessero, io vorrei che l’inferno fosse distrutto… S. Caterina Da Siena, Vita scritta dal Beato Raimondo da Capua

14 Scienze giuridiche 27/03/2017 Boia Alcuni ammirano, come il De Maistre, altri esecrano come il Beccaria. La ghigliottina è il concretizzarsi della legge; essa si chiama punizione, non è neutra e non vi permette di rimaner neutrali. Chi la scorge freme del più misterioso dei fremiti. Tutte le questioni sociali drizzano attorno alla mannaia i loro punti interrogativi. Il patibolo non è visione. Il patibolo non è un'impalcatura, non è una macchina, non è un meccanismo inerte fatto di legno, di ferro e di corde. pp. 40

15 Sembra che sia, in qualche modo, un essere dotato di chissà quali cupe iniziative. Si direbbe che quella impalcatura veda, che quella macchina intenda, che quel meccanismo comprenda, che quel legno, quel ferro, quelle corde vogliano. Nella spaventosa fantasticheria in cui getta l'anima con la sua presenza, il patibolo appare terribile e partecipe di quello che fa. Il patibolo è complice del carnefice: divora, mangia della carne, beve del sangue. Il patibolo è una specie di mostro, fabbricato dal giudice e dal falegname, uno spettro che sembra vivere d'una vita spaventosa, fatta di tutta la morte che ha procurato. (V. Hugo. I miserabili 1862) Scienze giuridiche 27/03/2017 pp. 40

16 Legge Il boia è il custode di un ordine assoluto e imperscrutabile, espresso dalla volontà del sovrano (e il sovrano per eccellenza è il Papa). Volontà che non solo deve essere considerata infallibile, ma superiore ad ogni cosa. La pretesa democratica di una legge che sia la volontà di tutti è solo il preludio dell’anarchia.

17 Paura Paura (fisica) della morte (Hobbes - Hegel)
Paura (morale) della solitudine (Spinoza) Paura (civile) (Montesquieu – Arendt) Paura del nemico (Schmitt) Paura dell’altro (Sartre) Paura dell’Io (Freud) Paura di avere paura ( Montaigne - Zambrano)

18 Scienze giuridiche 27/03/2017 Paura civile E’ quella paura che rende impossibile la libertà e quindi elimina qualsiasi forma di relazionalità “Il terrore totalitario ottenne il suo più terribile trionfo quando riuscì a precludere alla personalità morale la via di uscita individualistica (la scelta tra vittima e carnefice). Quando un uomo si trova di fronte all’alternativa di tradire gli amici condannandoli a essere uccisi o di abbandonare alla morte la moglie e i figli… come può decidere?” ( A. Arendt, Le origini del totalitarismo, 1966) p rende impossibile la libertà.

19 Paura dell’altro Tutti questi sguardi che mi divorano… Oh siete soltanto due? Vi credevo molti di più. E’ questo dunque l’inferno? J.P. Sartre, Porta chiusa,1945

20 Scienze giuridiche 27/03/2017 Paura di avere paura E’ questa la cosa di cui ho più paura che della paura… E tanti non potendo sopportare gli assalti della paura si sono impiccati, annegati o precipitati dall’alto ci hanno fatto capire chiaramente che essa è ancora più insopportabile e fastidiosa della morte. Non mi sento abbastanza forte per sopportare gli impeti di questa passione (Montaigne, Saggi, I, XIX p. 93

21 Conflitto - dualità Desiderio (Hobbes) io-mio (beni esclusivi)
Dignità (Hegel) servo-padrone Coltello – spada (De Maistre) Sovranità (Schmitt) amico -nemico Identità (Freud) conscio-inconscio Libertà (Sartre) io-altro Sacrificio (Zambrano) idolo-vittima

22

23 Stato Tecnica della forza (Hobbes)
Male necessario ( Lutero - De Maistre) Monopolio della forza (Weber) Regola della forza (Kelsen) Violenza (Benjamin) Violenza (Freud)

24 Esclusione Amico Nemico Cittadino Straniero Proprietario Proletario Capace Incapace Onesto Delinquente Isolamento Carcere Dualismo irreversibile

25 Ius vitae ac necis Sacrificio Pena di morte Guerra
Economia (gioco a somma zero)

26 Sacrificio Genesi 4-24 Se Caino sarà vendicato sette volte, Lamec lo sarà settanta volte sette …l’odore del sangue è soave per Dio Cicerone, De Oratore II Carbone uccisione di Caio e Tiberio Gracco era avvenuta di pieno diritto, per la salvezza della patria

27 Sacrificio Il conto di Marat (Ami du peuple) aveva difeso le stragi del settembre 1792: Se ho fatto cadere 500 teste, è stato per salvare le loro a innocenti Saint Just Riempiamo i cimiteri piuttosto che le galere Nietzsche Quando i fini sono grandi, l’umanità applica un altro criterio e non giudica più il delitto come tale, anche se usasse i mezzi più spaventosi

28 Il dilemma di Bergson "che faremmo se apprendessimo che per la salvezza del popolo, per l'esistenza stessa dell'umanità, c'è in qualche posto un uomo, un innocente, che è condannato a subire torture eterne?“ Accetteremmo il sacrificio individuale per il bene della collettività?

29 Il dilemma di Calabresi Il dono dello spirito maligno
Se ci apparisse, all'improvviso, un'entità suprema (lo spirito maligno), che ci propone un dono che renderà la vita migliore all'intera umanità. In cambio chiede le vite di mille giovani e donne, scelti a caso, e che ogni anno moriranno tra atroci sofferenze. Accetteremmo?

30 Max Weber Capacità di far fare qualcosa a qualcuno

31 George Orwell “Winston, come fa un uomo a esercitare il potere su un altro uomo?” Winston riflettè. “Facendolo soffrire” rispose. “Bravo, facendolo soffrire. Non è sufficiente che ci obbedisca. Se non soffre, come facciamo a essere certi che non obbedisca alla nostra volontà ma alla sua? Potere vuol dire infliggere dolore umiliazione... Un mondo fatto di paura e tradimento, un mondo nel quale si calpesta e si viene calpestati, un mondo che nel perfezionarsi diventerà sempre più spietato...”

32 Sofferenza Rifiuto della visione ottimistica del mondo
La vera filantropia vuole il sacrificio per il bene della specie – è dura, è piena di autosuperamento perché abbisogna del sacrificio dell’uomo. (Nietzsche)

33 Consenso Dialogo Parola (Aristotele- Tommaso) Libertà (Spinoza)
Opinione (Locke) Sguardo (Rousseau) Pubblicità (Kant) Verità (Habermas) Bene (Rawls) Dialogo

34 ... le altre capacità possono cadere in sorte anche agli schiavi, nessuno schiavo può diventare un oratore Sublime I dC Bene comune = bene comunicabile Mi accingo alla ricerca di un bene vero e che sia comunicabile Spinoza, Trattato sulla riforma dell’intelletto, 1660 La legge dell’opinione misura di ciò che dovunque è detto e stimato virtù e vizio è questa approvazione o deplorazione, elogio o biasimo, che, per segreto e tacito consenso, si stabilisce in ciascuna singola società... Locke, Saggio sull’intelligenza umana

35 Legge dello sguardo . “Ogni sincero repubblicano, appena è solo, è nulla; deve sentirsi continuamente sotto gli occhi del pubblico, egli dipenderà totalmente dalla pubblica stima e qualsiasi merito sarà autenticato dal favore pubblico” (Rousseau). Legge della Pubblicità “Tutte le azioni relative al diritto di altri uomini, la cui massima non è suscettibile di pubblicità sono ingiuste" (Kant)

36 Stato Organizzazione della libertà (Spinoza)
Organizzazione del potere (Montesquieu) Organizzazione della relazione (Kant) Organizzazione delle regole (Kelsen) Organizzazione del dialogo (Habermas) Organizzazione del bene (Rawls)

37 Terzietà irreversibile
Inclusione Regola Terzietà irreversibile Contratto Processo

38 Ogni dia-logo ha una struttura etica implicita (Habermas):
a) parità ontologica b) riconoscimento della dignità dell'altro c) rispetto di regole comuni (dia) terzietà carità c) verità (logos) fiducia

39 Parità ontologica E’ diversa dall’uguaglianza.
Si lega al secondo punto: riconoscimento che l’altro ha la mia stessa dignità non solo perché è in grado di capire, ma perché è uguale a noi nei diritti, nelle capacità, nei sentimenti. Il dialogo presuppone la reciprocità del domandare e del rispondere. Non dialoghiamo con i servi e neppure con gli incapaci: agli uni diamo ordini agli altri consigli. In caso e nell’altro restiamo entro la logica del monologo: non ci interessano le risposte.

40 Rispetto della dignità
Arendt: il diritto ad avere diritti. Non posso rivendicare per me nulla che non debba riconoscere anche all’altro nel rispetto della corrispondenza tra diritti e doveri. Il paradosso del duello.

41 Carità Capire le ragioni degli altri.
Non dialogo soltanto per affermare le mie idee (altrimenti sarei ancora entro la logica del monologo), ma per cercare di osservare il mondo con gli occhi degli altri. Carità sta ad indicare, quindi, qualcosa di molto superiore alla semplice tolleranza (ti consento di parlare) per indicare un vero e proprio impegno spirituale a mettere in dubbio se stessi, accettando l’idea di “potere avere torto”. Il dialogo può, quindi, avvenire soltanto tra “soggetti deboli”: non deboli intellettualmente né moralmente (ciascuno deve essere convinto della bontà, correttezza e giustizia delle proprie idee), ma spiritualmente (non posso negare che esistano altre idee, migliori delle mie). Per questo i vangeli affermano che “i poveri di spirito erediteranno la terra”. I poveri di spirito non sono i cretini, come qualcuno ama ironizzare, ma coloro che hanno la forza di rinunciare a se stessi, o almeno a una parte di sé, per ascoltare e per imparare

42 Fiducia Posso dialogare solo se sono convinto che l’altro non mi inganni. Un atto di affidamento spirituale incondizionato, gratuito, unilaterale. Per questo Montaigne affermava che il mentire è il peggiore dei vizi. “Non siamo uomini e non ci stimiamo gli uni con gli altri che attraverso la parola”. Ancor più della violenza che distrugge la singola relazione, la menzogna distrugge la possibilità stessa di ogni forma di relazione. Se non c’è fiducia reciproca, e la menzogna impedisce proprio questo affidamento, non è possibile neppure la coesistenza (Tommaso).

43 Calibano

44 Miranda Shakespeare, La tempesta (1608)

45 SHAKESPEARE La tempesta
“Odioso schiavo, su cui nessuna/ Impronta di bontà potrà fermarsi:/ Solamente di male sei capace./ Io ho avuto pietà di te./ Mi sono sforzata di farti parlare/ E ogni ora ti insegnavo/ Una cosa o l'altra./ Quando tu, selvaggio,/ Non conoscevi ciò che pensavi/ Ma balbettavi come un bruto,/ Io ho dato alle tue intenzioni/ Parole che te le fecero conoscere./ Ma la tua razza abbietta, anche se imparavi,/ Aveva in sé qualcosa che le nature buone/ Non possono tollerare.” (I, ii, ). “Mi avete insegnato/ A parlare come voi: e quel che ho guadagnato/ È questo: ora so maledire./ Vi roda la peste rossa/ Per avermi insegnato la vostra lingua!” (I, ii, ). “I know how to curse”

46 Presunzione di innocenza
Compassione Diritto di difesa Diritto – Processo Obbligo di motivazione delle sentenze In dubio pro reo Nullum crimen sine poena Nullum crine sine lege Solidarietà (stato sociale)

47 Presunzione di innocenza
I diritti umani sono l’espressione più elevata di questo tentativo estremo di ridurre, se non di eliminare, ogni forma di degradazione o di sofferenza (il diritto alla salute, all’istruzione, al lavoro…). La presunzione di innocenza è il cardine teorico dei diritti umani per quattro motivi. Il primo è la sua forza etica: esprime l’esigenza assoluta e incondizionata dell’inviolabilità di ogni essere umano (Rawls). Il secondo è il suo riflesso processuale che si cristallizza nell’onere della prova Il terzo è l’idea che il bene sia più forte del male (diritto di difesa) Il quarto è l’idea che sia meglio lasciare libero un colpevole che punire un innocente

48 Ma come, dimostrare che al di sopra della regalità, al di sopra delle rivoluzioni, al di sopra delle questioni terrene, sta lo smisurato intenerimento dell’animo umano, la protezione dovuta dai forti ai deboli, la salvezza dovuta da chi è in salvo a chi è perduto, la paternità dovuta da tutti i vecchi a tutti i bambini! (V. Hugo, Novantatrè)

49 Discussione tra Gauvain e Cimordain
Scienze giuridiche 27/03/2017 Discussione tra Gauvain e Cimordain Vorrei che l’uomo fosse fatto da Euclide Io invece lo preferisco fatto da Omero Poesia. Diffida dai poeti… Niente di tutto questo riempie la pancia Che ne sapete voi? Anche l’idea è nutrimento. Pensare è mangiare Voi volete la caserma obbligatoria, io voglio la scuola... Voi lo volete terribile, io lo voglio pensoso… La Repubblica è due più due fa quattro. Una volta dato a ognuno ciò che gli spetta... Vi resta dare a ognuno ciò che non gli spetta All’immensa concessione reciproca, che ognuno deve fare a tutti, e tutti a ognuno, e che è l’intera vita consociata (V. Hugo, Novantatrè) Ivi 352-3

50 Visione ottimistica del mondo
Felicità Visione ottimistica del mondo La felicità è un’idea nuova in Europa. Non tollerate che ci sia nello Stato un solo povero e infelice… Gli infelici sono le potenze della terra; essi hanno diritto di parlare da padroni ai governi che li trascurano (Saint Just – Babeuf)

51 Felicità? Morale e felicità, un tempo irriducibili nemiche, oggi sono la stessa cosa. Oggi è immorale non essere felici: il Super-io, insediato nella cittadella della felicità, la governa con pugno di ferro. [. . .] Le nostre società nella categoria del patologico includono ciò che le altre culture considerano come cosa normale, la preponderanza del dolore, e nella categoria del normale, cioè del necessario, includono ciò che gli altri vivono come cosa eccezionale, cioè il sentimento della felicità. [ ] Noi costruiamo forse le prime società nella storia che rendono le persone infelici per il fatto di non essere felici Pascal Bruckner, L’euforia perpetua. Il dovere di essere felici Milano, 2001

52 Felicità . Che vuol dire felicità? Come possiamo pretendere la felicità? La teoria del bene politico cambia il modo di formulare queste domande. Quello che possiamo pretendere è, come sosteneva Kant, che “nessuno possa dirmi come posso essere felice”. Il diritto alla felicità è il diritto alla libertà di scegliere il proprio modello di vita, di aspirare a raggiungere quello che credo sia il bene per me. La teoria del bene politico non ha altro da insegnarci: la libertà è il bene.

53 Democrazia Pensare tutti – pensare assieme
Spinoza- Locke – Kant – Habermas Stato costituzionale di diritto Pensare a tutti – Rawls Stato sociale

54 Democrazia Pensare tutti – pensare a tutti
Stato costituzionale di diritto (art. 1-2 C.) Stato sociale (art Cost.)


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