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Sociologia del terzo settore

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Presentazione sul tema: "Sociologia del terzo settore"— Transcript della presentazione:

1 Sociologia del terzo settore

2 Argomenti Il dibattito terminologico
Le teorie “tradizionali” del terzo settore Il terzo settore e la teoria sociologica Il processo di differenziazione sociale I codici simbolici Terzo settore e semantica della relazione sociale Forme organizzative del terzo settore

3 Ciò di cui si parla Sfere di relazioni: Secondarie Private Volontarie
Prosociali Senza fini di lucro

4 Uno, nessuno, centomila settori

5 La terminologia in uso nel contesto anglosassone
Charities o charitable organizations/sector, Voluntary organizations/sector, Philanthropy o philanthropic organizations/sector, Independent organizations/sector, Informal sector, Nongovernmental organizations/sector (NGOs), Nonprofit organizations/sctor (NPOs).

6 Charities Charities Act 1960 Finalità caritativa, sociale
Trattamento fiscale privilegiato Irrilevanza della forma organizzativa

7 Voluntary Sector Azione volontaria:
Donazioni economiche di singoli e di organizzazioni; Lavoro volontario (volontariato). NCVO (National Council for Voluntary Organizations)‏ Ruolo della società civile

8 Philanthropy Azione volontaria, gratuita e a scopo benevolo
Politica della self-reliance (neoconservatorismo anglosassone degli anni ’80)‏ Riduzione delle spese sociali e e sgravi fiscali per le donazioni ad enti filatropici Abrahmson e Salamon (1986): voluntary failure

9 Independent sector Piena autonomia dell’organizzazione nello stabilire: metodologia d’azione destinatari dirigenti Reaganomics Organizzazione di secondo livello statunitense

10 Informal sector Spontaneità, volontarietà delle relazioni
Comitati, gruppi di base

11 Nongovernmental organizations NGOs
Analogo a independent Le ONG si dedicano allo sviluppo del terzo mondo

12 Nonprofit organizations NPOs
Nonprofit distribution constraint Diffusione negli anni ‘80 a seguito della grande produzione teorica Definizione econimicista Non spiega perché il vincolo di non distribuzione si traduca in azioni prosociali

13 Nonprofit organizations NPOs
La John Hopkins lo ha scelto come termine identificativo del settore nelle sue ricerche internazionali adottando questi criteri definitori: formalmente costituite, private (nongovernmental), non devono distribuire profitti (noprofit), dotate di organi di auto-governo (independent), volontarie (voluntary).

14 Uno, nessuno, centomila anche in Europa

15 La terminologia in uso nel contesto continentale
Economie sociale Impresa sociale (Borzaga)‏ Services de proximité (Laville)‏ Intermidiary system (Bauer)‏ Azione volontaria (Ascoli)‏ Terza dimensione (Ardigò)‏ Privato sociale (Donati)‏

16 Economia sociale Modalità di azione economica ispirata dal primato della persona e della solidarietà Disciplina scientifica Precisi principi organizzativi (1845): 1) "una testa un voto", che esprime il primato della persona rispetto al capitale; 2) "della porta aperta", ossia della piena libertà di ingresso e di uscita dall'organizzazione da parte dei membri; 3) elezione democratica dei dirigenti, che esprimono i valori della libertà e della partecipazione in seno all'organizzazione; 4) indivisibilità delle riserve 5) della devoluzione del patrimonio al momento dello scioglimento della società, che esprimono la concezione non meramente privata della partecipazione all'impresa da parte dei singoli e le finalità prosociali dell'azione dell'impresa stessa.

17 Economia sociale Organizzazioni precise:
Cooperative; Mutue e Associaizoni Termine formalizzato a livello europeo (DG XXIII)‏ CIRIEC, CEDES, INAIS, CEDAG, RECMA, RES

18 L’economia sociale (Desroche)‏
1 Imprese cooperative 6 Imprese di iniziativa sindacale 2 Associazioni 3 Mutue 4 Imprese semipubbliche locali 7 Imprese partecipative 5 Imprese comunitarie popolari

19 Tentativo sincretico del terzo settore
Ciò che non è stato (nongovernmental, independent, pubblico prosociale; Ciò che non è mercato (nonprofit); Definizione residuale

20 Qui occorrerebbe una tabella con i dati internazionali sul terzo settore

21 Quale teoria Fallimento del mercato Fallimento dello stato
Fallimento del volontariato Teorie sociologiche

22 Teorie del fallimento del mercato
Si riferiscono a beni per i quali: Esistono asimmetrie informative e il consumatore non è in grado di valutare la qualità del bene (servizi da parte di tecnici)‏ Non è possibile fissare in anticipo la quantità del bene che deve essere fornito (cure per una nuova patologia)‏ Non è possibile fissare il prezzo (opere d’arte)‏ L’utente è persona diversa dal finanziatore (servizi di cura per gli anziani)‏

23 Teorie del fallimento del mercato (Hansman, …)‏
Per questo tipo di beni il mercato risulta fallimentare come meccanismo di allocazione Pertanto Nella produzione di tali beni le organizzazioni nonprofit paiono maggiormente degne di fiducia, quindi sono scelte con maggiore facilità dai finanziatori. (Perché non lo Stato?)‏

24 Teorie del fallimento dello Stato
Beni non escludibili e non rivali Beni ad utilità marginale ridotta Servizi alle persone

25 Teorie del fallimento dello Stato
I servizi pubblici rispondono alle esigenze dell’elettore medio. Chi non è soddisfatto dei servizi pubblici ha 3 alternative: l’emigrazione (exit); la formazione di governi locali (voice); la richiesta sul mercato privato di beni aggiuntivi o sostitutivi a quelli pubblici (loyalty).

26 Teorie del fallimento dello Stato
Le tre posizioni hanno delle subottimalità: Costi umani dell’exit La voice genera conflitti sociali La ricerca sul mercato di sostituti: possono non esservi dei sostituti soddisfacenti; può comportare un costo eccessivo; può produrre una sub-ottimalità sociale.

27 Teoria del fallimento del volontariato
Particolarismo Paternalismo Dilettantismo Mancata autosufficienza economica

28 Limiti Sono teorie dal lato della domanda
Usano modelli antropologico culturali semplificati Non hanno capacità predittiva Non colgono la specificità del settore

29 Le teorie di scienza dell’organizzazione
La teoria degli imprenditori religiosi (James)‏ La teoria dell’isomorfismo organizzativo (Powell Di Maggio)‏ La teoria della mellow wekness (Seibel)‏

30 Le topologie sociologiche

31 Le topologie sociologiche
Victor Pestoff Le topologie sociologiche Formale Nonprofit Stato Profit Informale Pubblico Privato Terzo settore Comunità Mercato

32 Le topologie sociologiche
Rudolf Bauer Le topologie sociologiche Sfera Informale personale SIP SOM Sistema delle Organizzazioni di Mediazione SPA Sistema Politico Amministrativo SE Sistema Economico

33 Le topologie sociologiche
Rudolf Bauer Stato (SPA)‏ Codice = potere governativo. Razionalità = legge e ordine. Agire = strategico Obiettivo dell'agire = successo politico, legittimazione. Il mercato (SE)‏ Codice = denaro. Razionalità = contratto e profitto. Agire = tecnico strumentale. Obiettivo dell'agire = efficienza economica.

34 Le topologie sociologiche
Rudolf Bauer Sfera Informale Personale (SIP)‏ Codici = mezzi espressivi e morali come la fiducia, l'amore, l'amicizia, lo spirito di gruppo e così via; Razionalità = strutture di senso e valori come l'altruismo, la mutualità, la reciprocità, etc. Azione = comunicativa. Obiettivo dell’azione = la comprensione reciproca. Le forme istituzionali della sfera informale sono la famiglia, la parentela, i piccoli gruppi di amici o di colleghi, il vicinato, etc.

35 Le topologie sociologiche
Rudolf Bauer SIP Italia (volontariato)‏ Spagna (mutualità)‏ SOM Germania (sussidiarietà)‏ Francia (economia sociale)‏ UK (charities)‏ SPA SE

36 Le topologie sociologiche
Rudolf Bauer SIP Gruppi di mutuo aiuto Organizzazioni di base Organizzazioni di volontariato Cooperative sociali SOM Associazioni civiche Sindacati Iniziative civili Cooperative Gruppi di pressione Mutue Fondazioni Partiti politici SE SPA

37 Le topologie sociologiche
Rudolf Bauer SIP Insufficienza Particolarismo Paternalismo SOM Spersonalizzazione Diseguaglianze sociali Passivizzazione Incapacità di produrre beni collettivi o comuni Burocratizzazione Centralizzazione SE SPA

38 Economia non monetaria Economia non di mercato
Le topologie sociologiche Jean Lius Laville (adattato)‏ Economia non monetaria Reciprocità Costruzione congiunta della domanda e dell’offerta Economia Sociale Democratizzazione e rafforzamento della comunità locale Economia di mercato Economia non di mercato Scambio di equivalenti Redistribuzione Economia monetaria

39 G A I L Forme di regolazione delle relazioni economiche
Redistribuzione (Stato)‏ Economia pubblica Economia monetaria Economia sociale A (Mercato)‏ I (Terzo settore)‏ Scambio Economia di mercato Reciprocità Economia non monetaria L (Mondi vitali)‏ Dono Scambio simbolico

40 L’interpretazione relazionale del terzo settore

41 Sommario La relazione sociale
Un primo tentativo di teorizzazione del terzo settore I beni prodotti dal terzo settore I media simbolici del terzo settore in prospettiva relazionale Le forme di istituzionalizzazione dei media (il welfare e i servizi relazionali)‏

42 L’interpretazione relazionale del terzo settore
L'approccio relazionale

43 Leggere il sociale come relazione
Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

44 Il sociale è la relazione
Come conseguenza di un lungo processo culturale realizzatosi nelle società occidentali la qualità del sociale è emersa come realtà di genere proprio sempre più differenziata rispetto ad altri tipi di realtà, finché si è visto che "sociale", in senso specifico, è la relazione che intercorre tra i soggetti in quanto agiscono riferendosi gli uni agli altri "in un certo modo". (Donati, Sociologia, Cedam, 2006, p. 8)‏ La relazione sociale, non l'individuo o la singola azione qua talis, e nemmeno un pre-supposto sistema sociale, costituisce la cellula del tessuto sociale (idem p.8)‏ Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

45 Il concetto di relazione Una prospettiva storico culturale
Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

46 Il concetto di relazione
Epoca classica Aristotele: Cultura romana Epoca medioevale Epoca moderna Epoca della modernità matura Scienze sociali Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

47 Il concetto di relazione Epoca classica
Aristotele: Pros ti=in rapporto a, È il 4° predicamento dell’ente (sostanza, quantità, qualità)‏ È una nozione prima che non ammette definizione Non è solo una referenza di ragione (come vogliono gli scettici), ma ha una sua realtà, anche se derivata. La relazione sociale ha una realtà naturalistica ed esprime un “essere ad altro” (l’uomo come animale politico)‏ Cultura romana Fornisce la radice etimologica: relatio (da referre), indica il riferimento di un ente ad un altro secondo un determinato modo Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

48 Il concetto di relazione Epoca medioevale
Filosofia scolastica (S. Tommaso, Duns Scoto)‏ L’interesse per il concetto è ancora metafisico, ma si ha un forte spostamento verso l’uso della relazione come strumento di conoscenza e come oggetto di conoscenza in sé, che prelude agli sviluppi in senso gnoseologico della modernità A seguito della riflessione scolastica è possibile pensare alla relazione come ens sui generis. La relazione ha realtà dipendente dai termini (Tommaso). La relazione è il fondamento dei termini che devono la loro distinzione reale dal riferimento dell’uno all’altro Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

49 Il concetto di relazione Epoca moderna
Hume: la relazione non ha realtà alcuna Kant: la relazione è una forma soggettiva a priori in base alla quale l’intelletto giudica (conosce la realtà)‏ Hegel: la relazione è la realtà in quanto sintesi del processo dialettico (tesi – antitesi – sintesi)‏ Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

50 Il concetto di relazione Modernità matura
Simmel, Weber, Von Wiese, Husserl, Buber, realizzano la “svolta relazionale” Non si osserva per entità, ma per relazioni Si sviluppa un sistema relazionale di osservazione Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

51 Weber una prima definizione di relazione
“per relazione sociale si deve intendere un comportamento di più individui instaurato reciprocamente secondo un contenuto di senso, e orientato in conformità” (Economia e società, p. 23). Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

52 Simmel e la costituzione relazionale della società
“L’intuizione che l’uomo è in in tutta la sua essenza e in tutte le sue manifestazioni, determinato dal fatto di vivere in azione reciproca con altri uomini deve certo condurre a una nuova forma di considerazione in tutte le cosiddette scienze dello spirito. Non è ora più possibile spiegare i fatti storici, nel senso più ampio della parola, cioè i contenuti della cultura, i tipi di economia, le norme della moralità partendo dall’uomo singolo, dal suo intelletto e dai suoi interessi e, dove ciò non riesce, ricorrere a cause metafisiche o magiche (…) Piuttosto noi crediamo ora di comprendere i fenomeni storici in base all’agire reciproco e all’agire in comune degli individui, in base alla somma e alla sublimazione di innumerevoli contributi individuali in base al concretarsi delle energie sociali in formazioni che stanno e si sviluppano al di là dell’individuo.” (Sociologia 1908, tr. it. p. 6). Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

53 Simmel - La società come azione reciproca
La società “esiste là dove più individui entrano in azione reciproca. Quest’azione sorge sempre da determinati impulsi o in vista di determinati scopi. Impulsi erotici, religiosi, o semplicemente socievoli, scopi di difesa e di attacco, di gioco e di acquisizione, di aiuto e di insegnamento, nonché innumerevoli altri, fanno sì che l’uomo entri con altri in una coesistenza, in un agire l’uno per l’altro, con l’altro e contro l’altro, in una correlazione di situazioni, ossia che eserciti effetti sugli altri e ne subisca da altri. Queste azioni reciproche significano che dai portatori individuali di quegli impulsi sorge un’unità, cioè appunto una ‘società’” (Sociologia 1908, p. 9)‏ Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

54 Sociologia del terzo settore
Von Wiese I concetti fondamentali: Processo sociale Sociologia relazionale Sociologia scienza dell’interumano Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

55 Sociologia del terzo settore
Von Wiese La vita sociale degli uomini è una catena ininterrotta di avvenimenti, in cui gli uomini si collegano più strettamente l’uno con l’altro o si distinguono l’uno dall’altro. Gli atti di congiunzione e di disgiunzione, gli avvicinamenti sono processi a cui si riconduce tutta l’esistenza interumana. Le forze ultime che i singoli uomini possiedono sono personali, cioè fisiche, psichiche, spirituali. Ma queste forze sono feconde e diventano azioni mediante i collegamenti dell’uomo con l’uomo, che permangono operanti nello spazio e nel tempo. (…) Con ciò ho riconosciuto - secondo l’idea fondamentale della dottrina relazionale – che i fenomeni fondamentali, i quali in ultima analisi costituiscono la vita sociale, sono distanziamenti continuamente variabili tra gli uomini… e con ciò abbiamo anche ravvisato il compito specifico della sociologia, che si distingue chiaramente da tutti gli altri, cioè quello di isolare l’interumano da tutti i processi riguardanti gli uomini ed includerlo in un sistema di distanziamenti variabili.” (Sistema di sociologia generale, )‏ Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

56 Emergenza, eccedenza e strutturazione della relazione
von Wiese: “per me l’usuale parola ‘sociale’ si identifica con la parola interumano” “Il sociale consiste di una catena relativamente infinita di eventi che accadono nel tempo” (emergenza)‏ La relazione non deve essere reificata o ipostatizzata, tuttavia essa ha dei contenuti che si concretizzano e persistono nel tempo, al di là di una pura esistenza evenemenziale A m b i v a l e n z a Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

57 Simmel - Società reciprocità e associazione
“Né la fame o l’amore, né il lavoro o la religiosità, né la tecnica o le funzioni e i risultati dell’intelligenza costituiscono ancora (…) un’associazione : la costituiscono soltanto quando strutturano la coesistenza isolata degli individui l’uno accanto all’altro in determinate forme di coesistenza con e per l’altro, le quali rientrano sotto il concetto generale dell’azione reciproca. L’associazione è dunque la forma, realizzantesi in innumerevoli modi diversi, in cui gli individui raggiungono insieme un’unità sulla base di quegli interessi – sensibili o ideali, momentanei o durevoli, coscienti o inconsci, che spingono in modo causale o che attirano teleologicamente – e nell’ambito della quale questi interessi si realizzano” (Sociologia 1908, p. 8)‏ Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

58 Sociologia del terzo settore
In sintesi La modernità ha scoperto che ogni operazione di distinzione comporta (crea) un problema di relazionamento. E siccome la conoscenza è un’incessante operazione di distinzione, si può dire che la conoscenza crea relazioni sociali Le operazioni di distinzione sono sempre socialmente prodotte, cioè socialmente mediate (da soggetti che sono portatori di una cultura e di uno stile di vita)‏ Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

59 I Caratteri della relazione
Per la modernità nelle relazioni intersoggettive e generalizzate la relazione sociale è in primo luogo la referenza di un soggetto ad un altro soggetto mediata dalla società (“per relazione sociale si deve intendere un comportamento di più individui instaurato reciprocamente secondo un contenuto di senso, e orientato in conformità” (Economia e società, p. 23). Ma la relazione sociale è più di una referenza simbolica e intenzionale, essa implica anche uno scambiare qualcosa, un’azione reciproca nella quale qualcosa passa da ego ad alter e viceversa il che genera un legame reciproco Lo scambio è il motore propulsivo delle relazioni sociali. Questo passaggio genera una nuova entità che ha i caratteri della relazione La società moderna può essere concepita come la scoperta e costruzione di questa prospettiva A m b i v a l e n z a Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

60 L'approccio sociologico relazionale
Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

61 Approccio relazionale i fondamenti ontologico - epistemologici
si conosce attraverso relazioni (Donati 1991 cap. 5; a, cap. 6); tuttavia in quanto nozione prima la relazione fatica ad essere osservata, conosciuta e definita in sé, può più facilmente essere semantizzata e sottoposta ad un processo ermeneutico (Donati 1991, ); ciononostante “la relazione non è pura astrazione (pura forma o pura comunicazione), ma un«concreto» (ibidem, 85) e, in quanto relazione sociale, non può essere considerata come il prodotto o l’accostamento di altri fattori, ma come categoria in sé (ibidem, 553); Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

62 Approccio relazionale i fondamenti ontologico - epistemologici
ciò significa che la relazione ha una realtà di genere proprio (sui generis), distinta dalla realtà degli elementi che la costituiscono; e tuttavia la relazione non annulla la realtà e l’autonomia degli elementi che connette, pur condizionandoli; né può, la relazione, “elimina[re] i termini che collega, anzi li richiama, li esplora e li esprime” (ivi, 85); in quanto realtà sui generis che connette più termini, solo in extremis la relazione può assumere una forma diadica, dicotomica, ambivalente; normalmente la forma della relazione è triadica o reticolare (ibidem, 85). Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

63 Approccio relazionale i fondamenti sociologico metodologici / 1
anche la relazione sociale ha una realtà di genere proprio. Donati definisce, infatti, la relazione sociale come “la realtà immateriale … dell’inter-umano, ossia ciò che sta fra i soggetti agenti” (Donati a, 8). La realtà sui generis della relazione sociale, e del sociale tout court, conferisce loro una natura emergenziale, si tratta cioè di fenomeni che emergono dalle interazioni tra una serie di termini, ma non hanno la natura dei termini che li generano. La relazione, in quanto realtà emergente sui generis, dispone di poteri causali nei confronti dei termini che collega, i quali però non possono essere determinati in modo univoco e conservano una loro autonomia. Sostiene infatti Donati che la relazione come realtà immateriale che sta fra i soggetti agenti “«costituisce» il loro orientarsi e agire reciproco per distinzione da ciò che sta nei singoli attori individuali o collettivi considerati come poli o termini della relazione” (ibidem, 8, sdr). Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

64 Approccio relazionale i fondamenti sociologico metodologici/2
In sostanza la relazione sociale è “una realtà sui generis costituita dall’effetto emergente di azioni che si orientano simbolicamente l’una all’altra reciprocamente (dimensione del refero) e si connettono strutturalmente (dimensione del religo)” (Donati 1998, 360). La relazione sociale in quanto effetto emergente è un fenomeno multidimensionale. Per uno studio del fenomeno in grado di riprodurne la multidimensionalità è utile l’utilizzo metodologico dello schema Agil (Donati , cap. 4), che consente e costringe ad osservare la relazione almeno da quattro punti di vista. Un tale impianto concettuale costringe la sociologia relazionale ad assumere il paradosso del sociale come un dato di fatto. Il sociale è paradossale perché “la relazione sociale è sia il prodotto delle concrete persone umane, sia ciò che le forgia, nel senso di dare loro una forma interiore e di comportamento esterno. Dal punto di vista della relazione, la persona umana è sia il generante, sia il generato della società in cui vive” (Donati 2006a, 8). Su questo paradosso si è costituita (e talvolta si è arenata) la sociologia. L’approccio relazionale lo giudica come un dato di fatto. Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

65 Approccio relazionale i fondamenti sociologico metodologici/3
La relazione sociale è l’elemento non ulteriormente riducibile che costituisce la società, ovvero la società è il risultato, l’effetto emergente, delle relazioni sociali. Nella società le relazioni sociali a seconda della prospettiva di osservazione possono essere viste come relazioni inter-soggettive o strutturali (organizzazioni, sistemi sociali) (Donati 1989, 125). Ciò richiama l’idea che per lo studio della società può essere utilizzato il paradigma sistemico dell’approccio funzionalista, ma questo non è esaustivo. La società è essa stessa un effetto emergente dalle relazioni sociali, è ciò che emerge da una rete di relazioni. Ora il concetto di rete va al di là di quello di sistema. Se il sistema sociale è una modalità di rappresentazione delle relazioni formali, nel sociale esistono anche relazioni informali. Anzi in ogni relazione vi è al contempo una quota di formalità e una d’informalità, che sono indagabili analiticamente a partire da specifiche prospettive d’osservazione secondo il paradigma di rete (Donati 1991, cap. 2). Se la società e i fenomeni (i fatti) che in essa avvengono vanno considerati come effetti emergenti, la ricerca sociologica deve affrontare lo studio dei fatti sociali non indagando le relazioni tra i fatti sociali (Pareto 1916), ma descrivendo i fatti sociali come relazioni (Donati 1991). Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

66 Le semantiche della relazione sociale
Semantica del re-fero Semantica del re-ligo Semantica dell’effetto emergente

67 Sociologia del terzo settore
Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

68 Sociologia del terzo settore
Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

69 Sociologia del terzo settore
Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

70 Sociologia del terzo settore
La relazione sociale nelle attività di servizio Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

71 La specificità relazionale del terzo settore
Sandro Stanzani Sociologia del terzo settore

72 I fallimenti relazionali
Fallimenti relazionali del mercato Fallimenti relazionali dello stato

73 Fallimenti relazionali di stato e mercato attraverso
Teoria dei beni Teoria dei codici simbolici Analisi della crisi del welfare state

74 I beni prodotti

75 Teoria dei beni Consumo non competitivo Consumo competitivo
Beni privati Mercato Beni relazionali primari Quarto settore Consumatore sovrano Beni collettivi (Wagner)‏ Beni relazionali collettivi (Donati)‏ Terzo settore Beni pubblici Stato Consumatore non sovrano Consumo competitivo Consumo non competitivo

76 I media simbolici del privato sociale

77 La teoria di Parsons

78 La teoria di Parsons Canale Sanzione Situazionale Motivazionale
Incentivazione Persuasione Positiva Denaro Influenza Sanzione Minaccia Monito Negativa Potere Impegno al valore

79 Luhmann

80 Ego e alter "Se si formula la questione in modo più preciso, allora ci si può chiedere perché si deve ricorrere alla duplicazione. La nostra risposta è che l'autoreferenza dei sistemi sociali ha come presupposto una immanente dualità, perché possa nascere un circolo, la cui interruzione può far nascere strutture" (Luhmann, De Giorgi 1992, p. 118)

81 La crisi del welfare state ed il ruolo del terzo settore

82 Crisi del welfare state
P.A. Misure di politica sociale Infrastrutture Gettito fiscale S.C. E Legittimazione

83 Teoria specifica del Terzo Settore
Il terzo settore esprime l’emergenza della relazionalità sociale tipica della modernità “prima che questa diventi valore di scambio (nel mercato) e prima che questa diventi oggetto di regolazione politica e giuridica (da parte dello Stato)” (Donati 1997, p. 261)

84 Teoria del Terzo settore
È frutto di un processo di differenziazione sociale di tipo emergenziale Le organizzazioni e le istituzioni che lo generano emergono come forme di istituzionalizzazione della cultura di privato sociale che sottolineano gli aspetti di re- ligo ed emergenziali della relazione sociale

85 Definizioni PS “Ambito di gestione autonoma di chi vi lavora e vi partecipa, garantita pubblicamente e controllata nelle sue risorse e nei suoi esiti sociali secondo criteri stabiliti come bene comune nel momento pubblico universalistico” (Donati 1978, p. 111)‏ “Esiste una sfera latente del sociale in cui si costituiscono relazioni sociali sui generis che danno vita a reti di relazioni, di carattere associativo, che sono private nel loro modo di costituirsi e gestirsi, che sono pro-sociali nei loro orientamenti di valore e di azione” (Donati 2004, p. 26)‏

86 Privato sociale – terzo settore
“Questa sfera latente del sociale diventa terzo settore allorché deve presentarsi all'esterno, nella sfera pubblica, cioè quando deve dire cosa fa e come lo fa, sia per essere riconosciuta e legittimata, sia per stabilire delle aspettative reciproche dotate di certezza ... con gli altri attori pubblici e privati.” (Donati 2004, p. 26)‏

87 Teoria del Terzo settore
Dal punto di vista teorico il processo di istituzionalizzazione opera: L. Favorendo la socializzazione e l’interiorizzazione di valori che implicano il riconoscimento dell’effetto emergente della relazione (altruismo, dono, reciprocità)‏ I. Elaborando un complesso normativo che traduca tali valori una forma di governo reciprocitario delle risorse in vista del raggiungimento degli obiettivi G. Definendo una mission (un ruolo societario) orientata alla produzione di beni relazionali A. Utilizzando specifiche modalità di reclutamento delle risorse umane (motivazioni) economiche e materiali.

88 La specificità relazionale del TS/PS
Il TS/PS utilizza codici culturali riferiti ai valori della reciprocità e del dono I Le norme e le regole esplicite ed implicite che ordinano ed integrano le relazioni orientate ad un governo reciprocitario: Societal network governance#Pagina 87 Coinvolgimento degli stakeholder Responsabilità e rendicontabilità dell’azione A Input: risorse volontarie (donazioni volontariato)‏ Motivazioni intrinseche G La mission dell’organizzazione è orientata alla produzione di beni relazionali

89 Il terzo settore osservato dall’esterno
A. Dal punto di vista dell’economia (efficienza): nonprofit, economia sociale G. Dal punto di vista politico- amministrativo (efficacia): nuove soggettività politiche (movimenti politici), strutture del welfare mix I. Dal punto di vista dell’integrazione sociale: nuove forme di sociabilità L. Dal punto di vista culturale (impegno al valore): nuova cultura civile

90 Comunicazione e governo interno (Saidel e Harlan; Alexander e Weiner )
Social governance Societal (network) governance Corporate governance Political governance

91 Governance reticolare interna
Un accesso libero e qualificato (da specifiche competenze) alla rete e alle sue risorse, Uno stile decisionale condiviso, ma non necessariamente assembleare; Rapporti fiduciari tra i membri Una cultura e finalità condivise

92 La reciprocità in prospettiva sociologica
Approccio normativo e olista “La reciprocità è una norma sociale, in molti casi non scritta, ovvero non formalmente codificata, e però solitamente percepita con grande nettezza e cogenza dai membri di una data collettività, la quale prescrive al soggetto individuale e collettivo, A, di agire nei confronti di un altro soggetto individuale o collettivo, B […], in modo tale da restituirgli, in misura e al tempo che la norma stressa definisce più appropriati, vuoi nella stessa forma, vuoi (…) sotto forma diversa, qualche cosa (…) che il soggetto B aveva in precedenza liberamente dato o concesso ad A o compiuto a suo favore, senza averne l’obbligo” (Gallino, Dizionario di sociologia)‏

93 Gouldner (1960)‏ La reciprocità come: Norma sociale
Elemento simbolico intrinseco alle relazioni sociali Meccanismo di avvio della relazione sociale Universale culturale

94 L’istituzionalizzazione della norma della reciprocità Gouldner
Fondamento dell’obbligo morale Stabilizzazione della società Reciprocità Complementarietà (ego X / alter –X)‏ Differenze di status Relazioni Simbiotiche Identità di status Relazioni Simmetriche

95 L’istituzionalizzazione della reciprocità le società primitive (Sahlins)‏
Negativa Reciprocità Bilanciata Reciprocità Generalizzata Furto Baratto Sottrazione con l’inganno Dono rituale

96 Modelli di relazione e di transazione
L’istituzionalizzazione della reciprocità Le società moderne (Polanyi)‏ Modelli di relazione e di transazione Scambio di equivalenti Redistribuzione Reciprocità Householding Istituzioni Mercato (recip. bilanciata)‏ Stato (complementarietà)‏ Società civile Famiglie (recip. generalizzata primaria)

97 L’istituzionalizzazione della reciprocità Le società contemporanee (Recchi)‏
Estranei Conoscenti Familiari Complementarietà Reciprocità generalizzata Reciprocità bilanciata Reciprocità negativa

98 Simmel e i caratteri della reciprocità
Elemento simbolico intrinseco alla società La "società è solo il nome con cui si indica una cerchia di individui legati l'un l'altro da varie forme di reciprocità“ (1917, p.42). Effetto emergente delle relazioni “Lo scambio non costituisce la somma dei due processi del dare e del ricevere, ma un terzo processo nuovo si che si forma in quanto ognuno dei due processi in assoluto è allo stesso tempo causa ed effetto dell’altro” (1900, p. 138).

99 Modelli di relazione e di transazione
L’istituzionalizzazione della reciprocità Una lettura relazionale Modelli di relazione e di transazione Scambio di equivalenti Redistribuzione Reciprocità Householding Istituzioni Mercato Stato Società civile, TS Sfere di relazione a reciprocità generalizzata (famiglie)‏

100 Istituzionalizzazione: definizione del concetto
Apice del processo di tipizzazione delle rel- azioni sociali che dalle routines, ai costumi, giunge alla formalizzazione ed organizzazione dei ruoli, regolata e legittimata dalle norme e valori sociali

101 Una lettura relazionale dei modi di orientamento dell’azione
Incondizionalità incondizionata: agire per utilità Condizionalità condizionata: agire su comando Incondizionalità condizionata: agire di reciprocità Condizionalità incondizionata: agire gratuito

102 Forme idealtipiche di istituzionalizzazione nel terzo settore del codice della reciprocità
Reciprocità di incondizionalità incondizionata: cooperative tradizionali, fondazioni Reciprocità di condizionalità condizionata: Reciprocità di incondizionalità condizionata: servizi di prossimità, cooperative di solidarietà sociale Reciprocità di condizionalità incondizionata: organizzazioni di volontariato

103 Tre semantiche Transizione: il privato sociale/terzo settore come espressione di bisogni insoddisfatti, di rivendicazione di diritti non (ancora) soddisfatti, (dunque) attore di servizi innovativi e anticipatori, che nel lungo periodo dovranno diventare compiti delle istituzioni statali Evoluzione: il privato sociale/terzo settore come forma residuale di una totalità quando incontra dei problemi che non riesce a risolvere Emergenza: il privato sociale/terzo settore come forma relazionale che è bensì attuata dagli individui, ma va ben oltre i loro apporti (e qualità) individuali, perché è ontologicamente indipendente da essi

104 Bibliografia ALEXANDER J.A. E WEINER B.J., The Adoption of the corporate Governance Model in Nonprofit Organizations in «Nonprofit Management and Leadership», vol. 8, n. 3, pp , 1998. AXELROD R., The evolution of cooperation, Basic Books, New York, 1984, tr. it. Giochi di reciprocità, Feltrinelli, Milano, 1985. CAILLÉ A., Critique de la raison utilitaire. Manifeste du Mauss, La Découverte, Paris, 1988a, tr. it. Critica della ragione utilitaria. Manifesto del Movimento antiutilitarista nelle scienze sociali, Bollati Boringhieri, Torino, 1991. CAILLE' A., La démission des clercs, la crise des sciences sociales et l'oubli du politique, La Découverte, Paris, 1993, tr. it. a cura di A. Salasano, Il tramonto del politico. Crisi rinuncia e riscatto delle scienze sociali, Dedalo, Bari 1995. CAILLE' A., Mitologia delle scienze sociali, Bollati Boringhiei, Torino, 1988. DONATI P. (a cura di), Sociologia del terzo settore, Carocci, Roma, 1996. DONATI P., L’analisi sociologica del terzo settore: introdurre la distinzione relazionale terzo settore/privato sociale, in Rossi G. (a cura di), Terzo settore, stato e mercato nella trasformazione delle politiche sociali in Europa, Angeli, Milano, 1997. DONATI P., Pubblico e privato. fine di un’alternativa?, Bologna, Cappelli, 1978. FAZZI L., La cultura organizzativa del nonprofit, Milano, Angeli, 2000. GODBOUT J. T., L'Esprit du don, La Décuverte, Paris, 1992, tr. it. Lo spirito del dono, Bollati Boringhieri, Torino, GOULDNER A.W., The Norm of Reciprocity: A Preliminary Statement, in "American Sociological Review", n. 2, 1960, pp , tr. it. in GOULDNER A., Per la sociologia, Liguori, Napoli, 1977. HANSMANN H., Economic Theories of Nonprofit Organization, in Powell W.W. (ed.), The Nonprofit Sector: a Research Handbook, New Haven, Yale UniversityPress, 1987, pp

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