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METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO

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Presentazione sul tema: "METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO"— Transcript della presentazione:

1 METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO
1 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 1

2 Ogni Allenatore è un Insegnante.
L’Allenatore assomma quindi compiti e competenze tipicamente didattiche : Escogita soluzioni ; Insegna e perfeziona nuove varianti ; Ottimizza le vecchie tecniche e ne accresce la consapevolezza nell’atleta . L’importanza di una metodologia dell’insegnamento è quindi cruciale nell’attività quotidiana di un tecnico sportivo per adeguare meglio i propri interventi nelle caratteristiche e nelle necessità degli atleti . 2 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 2

3 Gli obiettivi di questo lavoro sono :
Conoscere meglio le caratteristiche degli atleti. Comunicare nel modo più efficace. Organizzare meglio l’insegnamento tecnico. Rendere più efficace la scelta e l’assegnazione degli esercizi. Facilitare l’apprendimento motorio dei propri giocatori. Autovalutarsi. 3 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 3

4 I fattori della prestazione
Con il termine prestazione motoria, che si riferisce alla fascia di eta anni, si intende l’estrinsecazione dell’insieme delle capacità psicofisiche individuali. La prestazione sportiva invece fa riferimento all’unità fra 1’esecuzione e il risultato di una o più azioni motorie e interessa la fascia di età successiva. L’aumento delle capacità di prestazione è uno degli obiettivi che la formazione fisico-motoria e sportiva razionale cerca di realizzare assieme: allo sviluppo delle funzioni fisiche e psichiche dell’individuo. allo sviluppo di abilità e comportamenti motori. 4 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 4

5 -Conoscenze motorie acquisite. -Capacità motorie.
La prestazione sportiva è determinata da una serie complessa di fattori di natura psichica, motoria, cognitiva, socio-culturale ed antropometrico-strutturale quali: -Conoscenze motorie acquisite. -Capacità motorie. -Abilità motorie sportive. -Capacità tattiche. -Qualità riferibili a tratti della personalità (interesse, disponibilità, apertura o chiusura agli altri...). 5 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 5

6 Misure antropometriche (20%).
Fattori strutturali: Misure antropometriche (20%). Maturazione biologica dovuta a fattori in prevalenza di tipo ormonale (30%). Una corretta educazione fisica l’allenamento sportivo permettono di agire sui fattori di performance quali le capacità e le abilità motorie, aumentando così le capacità di prestazione. 6 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 6

7 Capacità motorie Le capacità sono le disposizioni di ogni individuo a conseguire un determinato scopo. Per uno sviluppo completo delle stesse è necessario un rapporto con l’ambiente che si esplichi esclusivamente tramite 1’attività, cioè tramite gli esercizi (carico fisico- motorio). Per carico fisico-motorio s’intende lo sforzo al quale sono sottoposti l’organismo e la personalità in toto dell’individuo durante l’attività, che, per essere significativa, ai fini dello sviluppo delle capacità motorie, deve superare i livelli di sollecitazione motoria già normalmente forniti dai gesti della vita quotidiana. Le capacità motorie sono i presupposti funzionali attraverso i quali avviene 1’apprendimento e l’esecuzione di azioni motorie fisico-sportive. 7 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 7

8 capacità coordinative capacità condizionali.
Secondo la classificazione proposta da Gundlach (1968) le capacità motorie si distinguono in: capacità coordinative capacità condizionali. A questa classificazione si possono aggiungere anche le capacità senso-percettive. Capacità senso-percettive: attraverso gli analizzatori l’individuo è in grado di stabilire un rapporto con l’ambiente esterno. 8 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 8

9 all’integrità e funzionalità degli organi di senso;
Ciò avviene grazie: all’integrità e funzionalità degli organi di senso; all’organizzazione mentale delle sensazioni (apprendimento) e strutturazione delle percezioni. 9 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 9

10 Percezione Elaborazione Effettuazione analisi Riafferenza
Memoria Stimoli Percezione Elaborazione Effettuazione analisi Riafferenza 10 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 10

11 In questa struttura semplice nello schema, ma in realtà molto complessa è rappresentata la motricità umana; questo schema perciò rappresenta il riferimento per valutare qualsiasi azione motoria . 11 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 11

12 Le capacità coordinative possono essere definite come capacità di organizzare, controllare,e regolare il movimento; dipendono dalla funzionalità degli organi di senso e del Sistema Nervoso Centrale. Le capacità condizionali sono l’insieme delle caratteristiche biochimiche, morfologiche e funzionali che pongono l’individuo in grado di affrontare adeguatamente l’attività motoria. Le capacità condizionali sono: forza, velocità/rapidità, resistenza. 12 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 12

13 1) Attività di potenza, o forza esplosiva, della durata massima di pochi secondi (sollevamento pesi), nelle quali l’impegno energetico è in maniera quasi totale di tipo anaerobico alattacido . 2) Attività prevalentemente anaerobiche che impegnano entrambi i meccanismi anaerobici alattacido e lattacido, senza sollecitare significativamente quello aerobico (100 mt nel nuoto e 400 mt piani in atletica leggera). 13 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 13

14 3) Attività aerobiche-anaerobiche massive, di durata compresa tra 40” e circa 5 minuti. Esse interessano in maniera preponderante i meccanismi anaerobici a livello massimale (specie quello lattacido), ma a causa della loro durata richiedono anche l’intervento del metabolismo aerobico (ad es. gli 800 metri piani). 4) Attività prevalenternente aerobiche, di durata superiore ai 5 minuti nelle quali il principale meccanismo di produzione di energia dell’ATP è quello ossidativo (in questi casi, la massima capacità di utilizzazione di ossigeno da parte dell’organismo è determinante). 14 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 14

15 5) Attività aerobiche- anaerobiche alternate (calcio, rugby, basket, hockey su prato, pallavolo, etc...) nelle quali sono interessati entrambi i metabolismi, a seconda del momento e delle situazioni di gioco. 6) Attività di destrezza dove l’elemento determinante è rappresentato dalle capacità neuro- muscolari e dalla coordinazione. 15 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 15

16 La mobilità articolare/flessibilità è una capacità non classificabile nè fra le coordinative nè fra le condizionali, in quanto presenta caratteristiche intermedie. E’ la capacità di eseguire in modo coordinato movimenti con la massima ampiezza ed escursione articolare. Sulla base delle capacità motorie si strutturano e si affinano le abilità motorie. Con questo termine si intendono le azioni che, attraverso la ripetizione, si sono consolidate ed in parte automatizzate, e non richiedono per la loro effettuazione l’intervento costante della volontà. 16 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 16

17 Per arrivare all’acquisizione di una abilità sportiva è necessario partire dal sistema senso-motorio, sviluppando gli schemi motori e gli schemi posturali sui quali si costruiscono le capacità coordinative e condizionali, che interagendo fra di loro permettono 1’acquisizione di abilità motorie generali. L’allenamento sviluppa quelle che sono definite abilità sportive. La formazione generale di base si costruisce sullo sviluppo delle capacità senso-percettive, degli schemi posturali e motori, delle capacità coordinative e di quelle condizionali. L’avviamento ad una disciplina sportiva avviene prevalentemente sulla base dello sviluppo delle capacità condizionali, senza trascurare però di intervenire sulle restanti capacità. 17 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 17

18 Esistono differenze terminologiche fra l’ambito pedagogico e quello
sportivo: DEFINIZIONI DI TIPO PEDAGOGICO schemi motori e posturali (semplici e complessi) prerequisiti funzionali prerequisiti strutturali DEFINIZIONI DI TIPO SPORTIVO abilità motorie semplici e complesse trasferibili capacità coordinative capacità condizionali 18 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 18

19 Carico motorio Le attività motorie programmate e svolte in situazione di apprendimento costituiscono il carico motorio, termine da non confondere con quello di carico fisico, che viene analizzato nelle sue diverse componenti in un’altra parte della lezione. Se vogliamo che i giochi e gli esercizi, costituenti le unità di lavoro, siano significativi ai fini dell’apprendimento e dello sviluppo, devono superare, per durata, intensità, variabilità, intenzionalità i livelli di sollecitazione motoria, insiti nei gesti comuni e nei movimenti della vita quotidiana, riguardanti gli schemi posturali e motori, le capacità percettive, quelle coordinative e condizionali. Due sono i principi fondamentali ai quali si deve conformare 1’applicazione del carico motorio: 1. Il principio della Polivalenza 2. Il principio della Multilateralità. 19 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 19

20 Il concetto di Polivalenza dell’attività è riferito agli aspetti metodologici dell’insegnamento (metodi, conduzione, stili d’insegnamento) ed agli esiti programmati e prevedibili; si riferisce allo sviluppo di abilità e capacità motorie con valenza e validità molteplici: globali nei confronti di tutte le aree della personalità, specifiche nei confronti delle funzioni dell’area motoria. Sarà necessario utilizzare metodologie che ottengano prevedibilmente gli effetti polivalenti programmati. 20 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 20

21 Dell’assegnazione dei compiti *** METODI
Prescrittivo * DEDUTTIVI Misto ** Dell’assegnazione dei compiti *** METODI della risoluzione dei problemi *** INDUTTIVI della scoperta guidata ** della libera esplorazione * 21 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 21

22 * metodi poco aderenti al principio della polivalenza
Conoscendone aspetti e caratteristiche sarà possibile identificare i metodi che più aderiscono al principio della polivalenza delle attività e degli esiti prevedibili anche in considerazione dell’età degli allievi (gli asterischi indicano l’adeguatezza del metodo). * metodi poco aderenti al principio della polivalenza ** metodi aderenti al principio della polivalenza *** metodi molto aderenti al principio della polivalenza (dalla relazione del prof. F.M. Pellegrini) 22 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 22

23 Il concetto di multilateralità dell’attività e riferito agli aspetti didattici dell’insegnamento (contenuti, mezzi, organizzazione) ed agli esiti programmati e prevedibili; si riferisce allo sviluppo di tutte e di ciascuna capacità motoria ed alla costruzione del maggior numero possibile di abilità motorie attraverso variazioni di mezzi, contenuti, situazioni... 23 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 23

24 Varianti di tipo tattico fintare marcare anticipare
Tali varianti e combinazioni di varianti saranno riferite a movimenti effettuati in relazione a: persone, corpo o parti di esso, oggetti, attrezzi, superfici d’appoggio, suoni, rumori, ritmi, battute, segnali, ecc. Varianti di tipo tattico fintare marcare anticipare 24 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 24

25 Varianti di tipo ambientale ambiente acquatico spazi aperti o chiusi
Tali strategie e soluzioni sono riferite a spazio, tempo, giocatori, problema, oggetti, attrezzi, proprio corpo o parti di esso Varianti di tipo ambientale ambiente acquatico spazi aperti o chiusi campi erbosi o di terra temperature diverse condizioni atmosferichesuperfici innevate, sabbiose pubblico mezzi specifici: sci, pattini, bicicletta, canoa, barca, slittino, cavallo 25 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 25

26 La teoria dell’ allenamento nella formazione dell’allenatore
Se ci chiediamo cosa sia la teoria dell’allenamento, possiamo affermare che è una disciplina della scienza dello sport, avente per oggetto i problemi dell’allenamento sportivo, della gara sportiva e della massima prestazione sportiva, principalmente sul piano della metodologia, in cooperazione con la pedagogia, la fisiologia, la biochimica, la medicina, la biomeccanica, la teoria dell’informazione, la psicologia, etc. Suo scopo è il processo, pedagogicamente diretto, di incremento o sviluppo della prestazione sportiva nel suo complesso e nelle sue parti, con la scoperta delle leggi generali, la formulazione di principi generali e speciali per la soluzione dei problemi dell’allenamento nella costruzione dei piani d’allenamento. 26 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 26

27 l’impostazione del sistema di gara e di allenamento;
Suoi contenuti sono: l’impostazione del sistema di gara e di allenamento; della struttura dell’allenamento e del suo controllo. 27 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 27

28 Nei processi parziali del carico fisico (condizionale), tecnico, tecnico-tattico, psichico, morale ed intellettuale, il carico costituisce dunque la categoria centrale dell’allenamento. Il seguente schema della teoria generale dell’allenamento è alla base delle teorie dell’allenamento specifiche di ciascuno sport o gruppi di sport. E’ ovvio che nella sua formazione e nel suo aggiornamento l’allenatore deve studiare la teoria dell’allenamento. Nell’aggiornamento soprattutto, perchè la teoria dell’allenamento rispecchia le nuove tendenze internazionali nello sviluppo della prestazione sportiva. L’allenatore è componente integrante della pratica dello sport. 28 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 28

29 Risultano soprattutto tre punti che hanno importanza diretta nell’aggiornamento come nella prassi quotidiana dell’allenatore: La necessità di pensare secondo un sistema d’allenamento. Il ruolo del carico psico-fisico nella teoria dell’allenamento sportivo. La diagnosi della prestazione nell’allenamento e nella gara, come trasformazione della teoria in pratica. 29 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 29

30 I principi dell’allenamento
L’allenamento è basato sui seguenti principi : 1.Ogni soggetto ha le sue caratteristiche peculiari 2.Gli obiettivi devono essere ragionevoli (ma mutevoli) 3.Occorre avere un piano di allenamento 4.Il piano di allenamento deve essere orientato verso le abilità specifiche 30 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 30

31 5.Occorre essere flessibili nell’attuazione del piano
6.Occorre sviluppare l’aspetto biomeccanico 7.La varietà rappresenta l’aroma dell’allenamento 8.Occorre alternare il difficile con il facile 9.È meglio sottoallenare che che sovrallenare 31 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 31

32 10.Occorre tener conto del ruolo di una corretta alimentazione
11.Un atleta non può essere solo un atleta ma deve coltivare altri interessi 12.Il riposo è l’elemento fondamentale dell’allenamento 32 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 32

33 1. La necessità di pensare secondo un sistema d’allenamento
Si può dire che un sistema è una classe di elementi, collegati da un’azione reciproca immediata: se si esercita un influsso su un elemento del sistema, ne vengono influenzati anche gli altri. La struttura di questo sistema è costituita dal tipo e dall’ampiezza dei rapporti che ci sono tra i suoi elementi. 33 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 33

34 Il sistema è aperto se esiste uno scambio con l’ambiente.
Questa definizione si adatta al processo di allenamento che quindi equivale a sistema di allenamento. I suoi elementi sono dati da tutti i suoi compiti, condizioni, mezzi e metodi, e da colui che deve migliorare la prestazione sportiva. 34 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 34

35 periodizzazione/divisione in cicli d’allenamento;
Per semplificarli, dal punto di vista dell’allenatore, che crea l’ambiente, gli elementi vengono riuniti in gruppi, tra i quali esiste un ordine relativamente stabile: periodizzazione/divisione in cicli d’allenamento; proporzioni dei contenuti dell’allenamento; parametri del carico di allenamento ; particolarità dell’età, sesso, livello di preparazione; misure per favorire il recupero dopo l’allenamento. 35 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 35

36 Essi formano la struttura dell’allenamento.
Cambiamenti interni nella struttura dell’allenamento possono essere prodotti, in varie direzioni, dalle specificità dell’età, nell’allenamento dei bambini e dei giovani, dalla struttura ciclica del carico, nell’allenamento di alto livello degli adulti. Ciò significa che gli impulsi agiscono sugli altri elementi. Un sistema di allenamento così strutturato rende possibili un controllo e una direzione del processo di allenamento. 36 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 36

37 ll controllo dell’allenamento è l’accordo tra presupposti della prestazione, il carico, e la reazione dell’atleta ottenuto attraverso il feedback (flusso di informazioni) all’allenatore. Suo scopo è raggiungere l’obiettivo di prestazione pianificato. Il carico dunque ha anche carattere di programma. Come categoria centrale del sistema di allenamento il carico senza controllo è impensabile e rischioso. 37 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 37

38 E’ partendo da questi aspetti, che la teoria generale dell’allenamento e le singole teorie specifiche dell’allenamento dei vari sport possono aiutare l’allenatore a progredire. E’ necessaria però una differenziazione tra il sistema di allenamento e di gara dei bambini e dei giovani e quello degli atleti adulti di alto livello. Ne risulta una variazione della struttura dell’allenamento, ed un diverso peso dei suoi elementi. 38 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 38

39 Il ruolo del carico psico-fisico nella teoria dell’allenamento sportivo
E’ già stato detto che il carico è la categoria centrale dell’allenamento sportivo. Più esattamente, il carico di allenamento, in senso lato, comprende: il confronto dell’atleta con le richieste fisiche, psichiche ed intellettuali che gli vengono poste dall’allenamento; il confronto dell’atleta con lo scopo: l’incremento della prestazione sportiva. 39 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 39

40 provocare nell’organismo adattamenti biologico-funzionali e psichici;
La teoria dell’allenamento, ciò è molto importante per l’allenatore, aumenta il livello delle informazioni e dei contenuti proprio riguardo al carico. Schematicamente, il carico nell’allenamento significa: provocare nell’organismo adattamenti biologico-funzionali e psichici; attraverso un sistema di esercizi e metodi; attraverso varie componenti del carico (le grandezze del controllo). 40 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 40

41 Gli adattamenti dell’organismo sono di natura specifica e ciò dipende dallo stimolo (esercizi sportivi), e sono molto stabili, e ciò dipende dalla durata del processo di allenamento a lungo termine. Mentre il contenuto di caratteristiche come il carattere specializzato, la finalità e la grandezza del carico sono facilmente spiegabili, esistono problemi riguardo al grado di difficoltà coordinativa, importante per determinare il carico negli sport di combattimento e nei giochi sportivi, ad esempio, ma anche nella ginnastica artistica ed in quella ritmica-sportiva. 41 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 41

42 CONSIDERATA LA MOLTEPLICITA’ DEI FATTORI CHE LA COMPONGONO LA CAPACITA’ DI PRESTAZIONE SPORTIVA PUO’ ESSERE ALLENATA SOLO GLOBALMENTE. SOLO LO SVILUPPO ARMONICO DI TUTTI I FATTORI CHE LA DETERMINANO OFFRE LA POSSIBILITA’ DI RAGGIUNGERE LA MASSIMA PRESTAZIONE INDIVIDUALE. 42 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 42

43 Pertanto DEFINIRE CON PRECISIONE LE ABILITA’ E LE AZIONI CHE UN ATLETA, AL TERMINE DI UN PIANO DI FORMAZIONE SPORTIVA DEVE SAPER REALIZZARE. IDENTIFICARE IL PERCORSO OPERATIVO SCOMPONENDOLO IN VARIE PARTI SUCCESSIVE, COSI’ DA POTER INTRODURRE UNA VERIFICA PUNTUALE CHE CONSENTA DI REALIZZARE INTERVENTI DI CORREZIONE SUGLI ATLETI, ATTRAVERSO LE RIDEFINIZIONE DELLE STRATEGIE E DEGLI OBIETTIVI STESSI . 43 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 43

44 PRINCIPI METODOLOGICI DELL’ALLENAMENTO DELLA TECNICA
Un allenamento speciale della tecnica richiede anche misure speciali di allenamento. - Alcune tecniche speciali debbono essere precedute da specifiche preparazioni organico- muscolari, ad esempio, un sufficiente rafforzamento degli estensori del tronco e degli arti inferiori per l’apprendimento della tecnica O’Brien nel getto del peso. 44 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 44

45 - Le tecniche di movimento, che rappresentano la soluzione razionale del compito di movimento, debbono essere insegnate immediatamente, per impedire in seguito le difficoltà di un successivo cambiamento del movimento appreso (cfr. Hotz, Weineck 1983,44). - Poiché la comprensione di dettagli del movimento è importante per l’apprendimento di una tecnica sportiva o per il suo perfezionamento, nel processo di insegnamento devono essere integrate conoscenze teoriche sulla tecnica, come anche lo sviluppo della capacità di osservazione. 45 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 45

46 - La rapidità del processo di apprendimento tecnico dipende dal patrimonio di esperienze di movimento (= disponibilità di programmi parziali). Ciò significa che un allenamento preparatorio di tecniche fondamentali facilita il processo di apprendimento. - La necessità di correggere con precisione il movimento esige che si impieghino procedure obiettive di controllo (videoregistratori, film, ecc.). - Lo sviluppo della tecnica può essere influenzato, negativamente, da una eccessivamente precoce partecipazione alle gare, con una tecnica non ancora sufficientemente consolidata. 46 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 46

47 Tra l’altro, viene aperta la strada a strutture del movimento sbagliate (a causa dello stress della gara). - Il processo di apprendimento della tecnica dovrebbe essere realizzato senza lunghe interruzioni tra le unità di allenamento, altrimenti l’efficacia dell’ allenamento diminuisce. - L’allenamento della tecnica dovrebbe essere svolto in stato di freschezza; il numero delle ripetizioni deve adattarsi ai presupposti “condizionali” o alla capacità di concentrazione: un SNC affaticato non permette una coordinazione ottimale. - Una abilità tecnica è continuamente dipendente dallo stato dei fattori fisici della prestazione o dai loro cambiamenti e dalle loro oscillazioni, legate ai macro ed ai microcicli (cfr. Marhold 1978, 691). Perciò, cambiamenti dei presupposti organico-muscolari determinano cambiamenti nel sistema dei movimenti. 47 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 47

48 VALUTAZIONE DELLE CAPACITA’
Diagnosi della prestazione Diagnosi dello sviluppo Predizione Controlli dell’allenamento Ipotesi di analisi e ricerca 48 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 48

49 VALUTAZIONE INIZIALE Viene accertato il possesso, da parte degli allievi, dei prerequisiti per l'apprendimento al fine di predisporre con tempestività le opportunità di compensazione iniziale: valutazione iniziale (formativa); tutto ciò tenendo conto degli scopi che si intendono perseguire, delle caratteristiche d'età e di scolarizzazione degli allievi, ecc. 49 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 49

50 VALUTAZIONE INTERMEDIA
Durante il percorso didattico si effettuano frequenti verifiche a carattere analitico delle abilità e delle conoscenze che gli allievi stanno acquisendo allo scopo di fornire con tempestività i sostegni individualizzati necessari per consentire di proseguire con successo l'itinerario d'apprendimento: valutazione intermedia (formativa). 50 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 50

51 VALUTAZIONE FINALE Al termine di un percorso didattico significativo si effettua un controllo dell'insieme, che ha per oggetto sia i livelli dì abilità e di competenza raggiunti dagli allievi, sia la validità delle scelte didattiche effettuate: valutazione finale (sommativa). 51 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 51

52 La validità e l’attendibilità dei test
La validità del contenuto La validità della struttura L’attendibilità 52 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 52

53 Attitudine motoria e talento
E’ opportuno precisare la differenza tra attitudine e talento. L’attitudine può essere riferita a chi possiede doti polivalenti, mentre il talento si riferisce a doti per una attività specifica. “La prestazione sportiva può essere pronosticata solo se i fattori ereditari sono posti in relazione con l’età biologica, l’allenamento, il processo di socializzazione e l’osservazione pedagogica finalizzata”. (Harsàny, Martin 1987). 53 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 53

54 D’altra parte la riuscita nelle abilità tecniche specifiche contribuisce a determinare il talento verso una data disciplina sportiva. Occorre quindi: individuare il livello e il tipo delle capacità motorie prevalentemente richieste da una data disciplina sportiva; contemporaneamente stabilire il ritmo di incremento del singolo individuo nell’apprendimento delle stabilità specifiche; studiare la stabilità nel tempo delle prestazioni, rispetto ai modelli evolutivi. 54 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 54

55 Abbiamo esaminato l’importanza della valutazione nell’attività sportiva giovanile; oltre a consentire un orientamento più razionale verso le diverse discipline sportive, la valutazione ci fornisce ulteriori strumenti di lavoro nella programmazione dell’allenamento e nella relativa analisi dei risultati. 55 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 55

56 Una prima conclusione è quindi da incentrare sulla crescita culturale dell’istruttore, nella direzione di una maggiore conoscenza dei problemi dell’allenamento e nella consapevolezza delle scelte fatte. 56 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 56

57 La riflessione finale si riferisce alle possibilità di indagine e ricerca in tema di preparazione sportiva, con una maggiore informazione di letteratura specializzata, ma anche con indagini che analizzino a fondo i metodi di allenamento. 57 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 57

58 GRAZIE PER L’ATTENZIONE E BUON LAVORO
58 Prof. Claudio Bizzari Prof. Claudio Bizzari 58


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