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Psicologia della formazione anno accademico 2013/2014 Prof. Barbara Pojaghi

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Presentazione sul tema: "Psicologia della formazione anno accademico 2013/2014 Prof. Barbara Pojaghi"— Transcript della presentazione:

1 Psicologia della formazione anno accademico 2013/2014 Prof. Barbara Pojaghi poiaghi@unimc.it

2 Informazioni utili Orario delle lezioni: Lunedì 11-13 Mercoledì 11-13 Ricevimento: Lunedì 13-14

3 Testi Quaglino G.P., Cortese C.G., 2003, Gioco di squadra, Raffaello Cortina Pietroni D., Rumiati R., 2004, Negoziare, Raffaello Cortina

4 La formazione È un argomento su cui da anni si dibatte, in particolare sul significato che si vuole attribuire alla formazione. Di certo e condiviso c'è il fatto che essa presuppone un cambiamento: di atteggiamenti, di interpretazioni, di comunicazione, nei confronti di sé stessi e/o degli altri. Un labirinto, sicuramente molto intrigante e affascinante, ma anche fondamentalmente diverso a seconda degli ambiti in cui si realizza. La formazione personale, professionale o sociale, è in ogni caso un processo che porta gli individui ad attivare non solo competenze specifiche, ma coinvolge la persona nella sua globalità a livello intrapsichico ed interpersonale.

5 Alcune possibili definizioni... la formazione in quanto funzione viene descritta in termini di complesso congruente e delineato di attività volte allo sviluppo delle risorse umane, con riferimento all'identità, al ruolo ed alle capacità professionali­relazionali delle persone che ne fruiscono, in quanto orientate ad incrementare quali ‑ quantitativamente le proprie conoscenze e l'efficacia del proprio comportamento organizzativo (M. Bellotto, G. Trentini, 1989, p. 63).

6 Alcune possibili definizioni... significa creare occasioni conversazionali che valorizzino i processi di interpretazione e "disambiguazione" operati dai partecipanti, per identificare chiavi di comprensione e vie di uscita alle situazioni critiche affrontate; significa promuovere una possibile regolazione e sintonia dei differenti registri affettivi e disposizionali degli interlocutori, per consentire spazi di confronto e ascolto reciproco; significa sviluppare processi di negozialità, di cooperazione/conflitto dei vari punti di vista in funzione di approssimazioni più convergenti e condivise, mai definitive o ultimative (G. Scaratti 1998, p. 50).

7 Quando la formazione viene effettuata in gruppo è già stata fatta una prima scelta significativa; nel processo stesso di formazione è sotteso il valore positivo che ha il cambiamento effettuato all’interno di relazioni interpersonali. I motivi di questo valore aggiunto sono molti; i più rilevanti sono la possibilità di usufruire di capacità e qualità differenti, proprie di ogni membro del gruppo, e la costruzione di una competenza diversamente articolata, frutto della discussione e anche del conflitto.

8 Il gruppo ha in sé la ricchezza di sensibilità, competenze, conoscenze, rappresentazioni, ruoli differenti; la ricchezza è reale se queste opportunità sono finalizzate a costruire qualcosa che superi le prospettive individuali, pur avendo origine dalle stesse. In questa dinamica si crea l’occasione per i membri del gruppo di sperimentare la molteplicità delle idee di contro all’univocità dell’idea.

9 LA DIMENSIONE COMPLESSA DEL GRUPPO DI FORMAZIONE Nella situazione gruppale è possibile utilizzare le seguenti dimensioni formative: 1. la dimensione individuale 2. la dimensione intersoggettiva 3. la dimensione cooperativa


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