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DIVERSAMENTE ABILI INTEGRAZIONE E AUTONOMIA

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Presentazione sul tema: "DIVERSAMENTE ABILI INTEGRAZIONE E AUTONOMIA"— Transcript della presentazione:

1 DIVERSAMENTE ABILI INTEGRAZIONE E AUTONOMIA
Nuove tecnologie Sperimentazioni di curricoli per gli alunni diversamente abili Progetto “ Una scuola che accoglie” Anno scolastico 2009/2010 Insegnante Iacucci Carla Chiodi

2 INTEGRAZIONE Integrazione dal francese integrer, rendere completo, aggiungendo ciò che manca.

3 AUTONOMIA Autonomia dal greco autos, stesso e nomos , legge; quindi è autonomo chi detta legge a se stesso e si rende libero ed indipendente.

4 STEREOTIPO “Poiché il soggetto portatore di handicap non capisce, allora non può essere oggetto d’attenzione specifica, si perderebbe solo tempo.” Da dove nasce lo stereotipo? Dalle risposte che sono “ altre”. Da una lettura per sottrazione.

5 Ruolo tradizionale della scuola
eroga informazioni accerta apprendimenti usa un linguaggio codificato sancisce comportamenti emana regole Ne consegue che la persona viene valutata su elementi parziali e non nella sua interezza. conclusione e visione errate : incapacità cognitiva

6 OSSERVAZIONE Comunicano in prima istanza con un linguaggio non verbale: dallo sguardo alla mimica, dal sussurro al grido, dal gesto impulsivo alla carezza, dal silenzio alla richiesta di una vicinanza fisica a volte anche ingombrante, dalla passività all’aggressione; comunicano rifiutando ogni formalità che non comprendono: non conoscono, ad esempio, la “distanza sociale” fra i corpi, non reprimono l’attrazione per un viso bello o le pulsioni sessuali; comunicano attraverso rituali, metafore corporee nelle quali occorre entrare perchè si tratta di luci del loro mondo.

7 LIMITE DELLA SCUOLA La scuola è soprattutto un ambiente verbale, impreparato spesso ad accogliere le modalità comunicative a livelli alti di espressività e gestualità .

8 BUONE PRASSI Una strategia di una scuola attenta all’autonomia ed all’integrazione del disabile è quella di non fermarsi a fornire all’alunno l’insegnante di sostegno e l’educatore, ma di realizzare una rete di sostegno: amicizie e tutoring tra compagni; collaborazione dell’insegnante con i colleghi, programmazione insieme, progetti; Commissione H, gruppo di lavoro H, GLH, sportello d’ascolto, Scuola Polo; ausilio dei mezzi tecnologici.

9 Tutti coloro che sono coinvolti nella scuola non sono esclusi dalla pianificazione e dalle decisioni: alunni, genitori, dirigenti, collaboratori, insegnanti, ente. La scuola delle buone prassi è dotata di una discreta raccolta di materiale informativo sull’argomento, conosce le buone prassi esistenti, è in rete con scuole dove l’integrazione scolastica è stata realizzata e vivono l’esperienza diretta.

10 Gli insegnanti di sostegno vengono coinvolti come veri collaboratori dei docenti curricolari, come facilitatori dell’integrazione: per valutare i bisogni educativi dell’alunno segnalato e di tutta la classe, per adeguare i curricoli e fornire supporto: l’alunno svantaggiato perseguirà lo stesso obiettivo della classe pur con un iter facilitato

11 E poi la flessibilità, fondamentale in quanto le strategie ed i progetti concepiti per la classe potrebbero non avere successo: bisogna correggere le false partenze, avere il coraggio di tornare indietro .

12 Nella vera integrazione non può mancare il senso di comunità della classe:
la scuola non si attiva solo per gli alunni svantaggiati, ma è comunità attenta ai bisogni di tutti; tutti partecipano, forniscono e ricevono aiuto e sono reciprocamente responsabili; La diversità è un valore.

13 CONTA SU DI ME LA PROTEZIONE, IL SOCCORSO, L’ASSISTENZA FISICA SONO FORME DI AIUTO CONCRETE, NON MENO IMPORTANTI DI QUELLE PSICOLOGICHE. SI PUÒ PARTIRE DA ESPERIENZE STIMOLO. SI PUÒ USARE UNA GRIGLIA DI RILEVAZIONE DELLE AZIONI E DELLE ESPRESSIONI VERBALI USATE RIFLESSIONI CON DOMANDE GUIDA DEL DOCENTE ESEMPLIFICAZIONI DAL MONDO, PUBBLICITÀ PROGETTO, ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO… LETTURE

14 LE COSE DIFFICILI È DIFFICILE FARE LE COSE DIFFICILI, PARLARE AL SORDO
MOSTRARE LA ROSA AL CIECO. BAMBINI IMPARATE A FARE LE COSE DIFFICILI: DARE LA MANO AL CIECO, CANTARE PER IL SORDO, LIBERARE GLI UOMINI DEL NOSTRO TEMPO CHE SI CREDONO LIBERI. GIANNI RODARI

15 Un’ultima strategia riguarda la modalità di raggruppamento degli alunni:
gli alunni con difficoltà di comportamento tendono ad attrarsi, imitano, si incoraggiano a vicenda, si rafforzano reciprocamente. Il gruppo evidenzia manifestazioni distruttive. Diversamente, se inseriti in gruppi tranquilli, il comportamento aggressivo tende ad adeguarsi. MA SEMPRE E COMUNQUE VALORIZZARE L’ALTRO

16 “ Quando finisce la notte” tradizione ebraica
Racconto Gioco “ Dalla notte al giorno” Circle time per comprendere che “gli altri siamo noi” per interagire per superare pregiudizi e timori per convincerci che tutti sono portatori di risorse, potenzialità, valori.

17 ATTIVITÀ proposte ai portatori di handicap
Attività logico-informative di lettura, scrittura, calcolo… Attività espressive di disegno, pittura, racconti orali Attività ludiche di gioco libero e guidato Attività riabilitative

18 ATTIVITÀ Attività monotono-ripetitive: proposta, ascolto, esecuzione
Attività informali per prove ed errori

19 Attività di proposta, ascolto, esecuzione.
Situazione di stimolo-risposta. L’alunno può accettare o rifiutare. È fortemente condizionato dall’attività: può accettarla o rifiutarla. Non esprime i suoi potenziali;è basata sul recupero e su abilità parziali

20 Attività informali Calano le attività scolasticamente strutturate.
L’alunno è libero di esprimersi. Si lavora per prove ed errori. Attenzione, comunque, agli interventi rapsodici, irregolari, non sistematizzati.

21 Limiti in comune Assenza di informazione sull’handicap
Mancanza di un bilancio preventivo e consuntivo periodico sull’operato Povertà di contenuti Poca progettualità

22 Per lavorare bene: la progettualità con i suoi spazi ed i suoi tempi
Conoscere l’handicap Osservare Scegliere obiettivi,metodi, strumenti… Controllare l’attività in itinere Socializzare i progressi Focalizzare i punti chiave

23 Didattiche laboratoriali e progetti
Laboratori sul territorio Fair play Danza educativa Musicoterapia Scuola all’aperto Nuoto Coro Teatro Apprendimento attivo e significativo attraverso l’imparare facendo.

24 La didattica laboratoriale
facilita un apprendimento attivo e significativo usa itinerari di ricerca fa in modo che il pensiero divenga consapevole di sé produce bellezza e piacere

25 La progettualità Immaginare luoghi, spazi e ruoli dove la parola abbia il suo spazio naturale Dimenticare i condizionamenti Fare entrare nelle aule i contenuti reali Accettare i linguaggi dei bambini: gesto, corporeità, divergenza, a volte silenzi Ideare progetti: la storia si può… CHIEDERSI: che bisogni abbiamo che risorse abbiamo quali risorse si accordano alle nostre già in possesso

26 Scuola e territorio Rapporto con l’Ente Locale per educatori e laboratori con il volontariato con lo Sportello d’ascolto con il Centro Pedagogico con la pubblicizzazione e la documentazione dei progetti con l’Università

27 P.O.F Favorire l’acquisizione di competenze di base di tipo comunicativo espressivo e logico operativo Favorire la maturazione delle componenti affettive e sociali Favorire lo sviluppo cognitivo, stimolando la conquista dei concetti fondamentali: spazio, tempo, relazione Favorire la creatività Migliorare l’apprendimento Stare bene a scuola: accettazione di sé, superamento delle frustrazioni, costruzione di positivi stati d’animo

28 NUOVE TECNOLOGIE Laboratori informatici con materiale Erickson per la lettoscrittura, per le operazioni logiche, per l’acquisizione del concetto di numero… LIM per la predisposizione di percorsi didattici elaborati dai team Wiidea

29 L’uso del computer Perché sia efficace, occorre usarlo bene, in modo autonomo e sicuro. Non basta fornire elementi compensativi, ma è indispensabile promuovere la acquisizione di competenze compensative

30 Materiale Erickson Esiste una piattaforma Erickson che integra:
i contenuti per gli interventi individualizzati i servizi con consulenza on line per la scelta delle metodologie le tecnologie per la fruizione a distanza dei contenuti

31 I care Imparare, comunicare, agire in una rete educativa La LIM:
stimola attenzione e motivazione migliora il ritmo delle lezioni aiuta il docente a strutturarle, a pianificarle visualizza e memorizza i concetti facilita l’apprendimento cooperativo

32 Breve considerazione Le nuove tecnologie stanno cambiando il modo di lavorare, pensare, immaginare… con poco esercizio della corporeità e dei linguaggi artistici e minor uso di spazi creativi…mentre sappiamo bene quanto… L’integrazione dei media nell’attività didattica non avvenga mai a scapito delle necessità dell’infanzia… Attenzione all’isolamento possibile

33 Esperienze a supporto A contatto con la natura e la magia( Parco San Bartolo, Ca’ Santino…) A contatto con l’acqua( la piscina) A contatto con il mondo dello sport( Fair Play) A contatto con il teatro, la danza, la musica A contatto con l’arte( laboratorio di immagine e progetto Beni culturali di Riccione) E poi il clima di classe e di plesso con una attenzione massima al rischio isolamento.

34 Attenzione alle zone d’ombra
Possono le nuove tecnologie portare all’isolamento sociale: non siano sostitute del rapporto umano, ma strumento di dialogo, di riflessione, di elaborazione.

35 Seymur Papert I ragazzi non hanno più bisogno di una scuola che mette nella loro testa delle conoscenze, ma di una scuola dove, con la moderna tecnologia dell’informazione, gli studenti possono imparare facendo ricerca da soli. Cosa pensare di una affermazione simile?

36 Il nuovo ruolo dell’insegnante
Non è più colui che solo insegna e corregge Non è più colui che sa e modifica Ma colui che è coinvolto nel percorso di scoperta ed apprendimento dell’alunno, un ponte fra nuove tecnologie e bambino.

37 In definitiva Occorre creare situazioni in cui i bambini possano seguire la loro passione Portare avanti cose di cui sono interessati Prendere da Internet ciò che effettivamente serve Lavorare insieme con l’insegnante che guida Di qui: cooperative learning, ricerca azione, metodo euristico e TIC

38 Sperimentazione di curricoli per gli alunni diversamente abili
La poesia Qui il bambino diversamente abile ritrova: Il senso magico L’atemporalità tipica del suo mondo E mette in moto le capacità logiche del: nominare associare relazionare

39 Umberto Eco “ Insegnare la lingua è proporre itinerari di ricerca capaci di rendere trasparente come le parole ci insegnano a pensare e come noi insegniamo a pensare alle parole”. Per cui itinerari di ricerca, attraverso cui tutti gli alunni possano raggiungere gli obiettivi e uso di giochi finalizzati.

40 I giochi finalizzati all’apprendimento della lingua italiana
Gioco della voce( infiniti modi di pronunciare un fonema) Gioco delle catene( catena di sole) Gioco delle relazioni e delle analogie( parole amiche e nemiche; gioco del come) Gioco delle sostituzioni: scarto( olivo-olio), posizione( mari-rima), del domino( lume-mela), le parole triangolo… Gioco delle rime e del ritmo( dolce nuvola vola libera) Gioco della parola disegnata( calligramma) Gioco della parola drammatizzata( elaborazione di frasi corporee) Gioco dell’aggettivazione( parole scure,chiare, fredde, calde…)

41 Esempio di parola drammatizzata
Fiocco di neve Leggero soffio Freddo gelato Bianco silenzioso Cadente Fatto di nulla Di niente Che dondola Penzola S’aggancia S’affloscia S’ attacca Cade Si perde Si lancia…lentamente, dolcemente, largamente

42 La finalità Il percorso è pensato per un bambino in difficoltà, che ha tutti i diritti di arrivare,di trovare la via dell’espressione linguistica come un luogo accessibile. La finalità è quella di avviare l’alunno alla competenza linguistica, attraverso una massima concentrazione di senso una minima articolazione grammaticale.

43 Un curricolo di grammatica in classe terza
La frase minima: articolo, nome, aggettivo qualificativo e verbo. Il soggetto nella sfera e la predicazione sulla freccia. I segni simbolo Il verbo ed il “paese di indicativo”

44 Un curricolo di scrittura
Il testo descrittivo con semplici tecniche: Il filo spaziale Il gioco del come L’uso dei sensi: cosa vedi, cosa senti, cosa odi, cosa assapori,cosa tocchi L’uso della “cartolina col buco”

45 Conclusioni Curricoli semplificati, ma stessi obiettivi
Lavori di gruppo Cooperative learning Didattica “ viva e vivace” Apprezzamento e riconoscimento di ogni minimo successo Coinvolgimento totale nelle attività Clima di classe


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