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Certificazione volontaria - Ambito regolamentato

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Presentazione sul tema: "Certificazione volontaria - Ambito regolamentato"— Transcript della presentazione:

1 Certificazione volontaria - Ambito regolamentato

2 Denominazioni DOP Reg. CEE 2081/92 IGP Reg. CEE 2081/92 AS o STG
Riconoscimento della diversità di un prodotto da altri analoghi in quanto ottenuto utilizzando materie prime tradizionali o un metodo di produzione e/o trasformazione di tipo tradizionale che conferisce al prodotto un livello qualitativo superiore. Nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese utilizzato per designare un prodotto agricolo o alimentare: - Originario di quel luogo; - Con qualità o caratteristiche derivate essenzialmente o esclusivamente dall’ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e naturali; -Prodotto, trasformato ed elaborato in quell’area. - Originario di quel luogo; - Avente un elemento (qualità, reputazione o altra caratteristica) derivate dall’ambiente geografico; - Prodotto e/o trasformato e/o elaborato nell’area geografica delimitata.

3 utilizzata per designare il prodotto che ne deriva
Denominazioni per i vini DOC L. 164/92 IGT L. 164/92 DOCG L. 164/92 Attribuita a vini riconosciuti DOC da almeno 5 anni; ritenuti di particolare pregio in relazione a caratteristiche qualitative intrinseche, per effetto dell’incidenza di tradizionali fattori naturali, umani e storici; che abbiano acquisito rinomanza e valorizzazione commerciale a livello nazionale e internazionale Nome geografico di una zona viticola particolarmente vocata, utilizzato per designare un prodotto di qualità e rinomato, le cui caratteristiche sono connesse all’ambiente naturale e ai fattori umani utilizzata per designare il prodotto che ne deriva

4 Tutela DOP, IGP e AS DOP e IGP: diritto all’uso esclusivo del nome del prodotto; AS: non sempre garanzia di diritto esclusivo al nome del prodotto protetto solo con la dicitura Specialità Tradizionale Garantita da esporre insieme al logo della Comunità.

5 … Protezione contro Qualsiasi impiego commerciale della denominazione, diretto o indiretto Per prodotti compatibili a quelli registrati; Se l’uso della denominazione protetta consente di sfruttare indebitamente la reputazione; Qualsiasi usurpazione, imitazione o evocazione, anche se L’origine vera è indicata; La denominazione protetta è una traduzione; La denominazione protetta è accompagnata da “tipo”, “metodo”, ecc.; Qualsiasi altra indicazione falsa o ingannevole relativa alla provenienza, all’origine o alle qualità essenziali dei prodotti; Qualsiasi altra prassi che possa indurre in errore il pubblico sulla vera origine dei prodotti.

6 Concessione DOP, IGP e AS
Domanda di registrazione e disciplinare di produzione Stato membro Organizzazioni di produttori e/o trasformatori Verifica della documentazione e invio alla Commissione Verifica dei requisiti del reg. da parte della Commissione No opposizioni al riconoscimento Iscrizione al Registro delle Denominazioni Protette e delle IGP

7 Requisiti del disciplinare DOP e IGP
Nome del prodotto agricolo o alimentare che comprenda la denominazione o indicazione geografica; Descrizione del prodotto mediante indicazione delle materie prime e delle principali caratteristiche fisiche, chimiche, microbiologiche e organolettiche; Delimitazione dell’area geografica; Descrizione del metodo di ottenimento del prodotto; Elementi che comprovano il legame con l’ambiente geografico; Elementi specifici dell’etichettatura connessi alla dicitura DOP e IGP e le diciture tradizionali equivalenti; Eventuali condizioni da rispettare in forza di disposizioni comunitarie o nazionali.

8 Requisiti del disciplinare di produzione delle AS
Nome del prodotto agricolo o alimentare redatto in più lingue; Descrizione del metodo di produzione, compresa quella della natura e caratteristiche della materia prima e/o degli ingredienti usati e/o del metodo di produzione; Elementi che consentano di individuare il carattere tradizionale e di cui si afferma l’essenzialità ai fini del riconoscimento della specificità; Descrizione delle caratteristiche del prodotto; Requisiti minimi e procedure di controllo delle specificità.

9 Iter del controllo no MIPAF emette decreto di autorizzazione organo certific. Segnalazione dell’org. di certificazione al MIPAF Redazione e invio procedure di controllo Le procedure sono adeguate MIPAF verifica document.ne si Org. di certific. verifica i processi di trasformazione Org. di certific. verifica i produttori Org. di certific. Attua e richiede le procedure di intervento e segnala al MIPAF i problemi no si Disciplinare è rispettato Il disciplinare è rispettato no si Org. di certific. Attua e richiede le procedure di intervento e segnala al MIPAF i problemi Org. di certific. fa eseguire le prove di lab. e assaggio I produttori attuano gli interventi correttivi Il disciplinare è rispettato no Org. di certific. Attua e richiede le procedure di intervento e segnala al MIPAF i problemi si Prodotto non conforme è segregato Il comitato di certific. si esprime sulla DOP/IGP Verifica fase di etichettatura

10 Il valore di mercato della qualità
Miliardi di euro MK. Totale % sul totale MK interno % su interno % su cons. alim. Marchi GDO 2,375 13,8 16,5 2,0 Marche industriali 1,188 6,5 0,620 4,3 0,5 Marchi collettivi 0,028 0,2 0,0 Biologici 1,446 7,9 0,775 5,4 0,7 DOP-IGP 6,197 33,8 5,572 38,7 4,7 DOC-DOCG 7,075 38,6 5,010 34,8 4,2 Tot. qualità 18,306 100,0 14,381 12,1

11 La crisi del settore agricolo
Società Tipicità Agricoltura Biodiversità Apprezzamento Natura Consumatori

12 internazionalizzazione degli
Aziende in particolare di piccole o piccolissime dimensioni che rispondono a una domanda crescente di bisogni complessi, offrendo prodotti con caratteristiche legate al territorio Industrializzazione e orizzonti operativi del saa Globalizzazione dei mercati

13 Le criticità Difficile gestione delle interdipendenze tra aziende
Informazione carente, confusa e contraddittoria presso i consumatori Carenti strategie di commercializzazione Difficile gestione delle interdipendenze tra aziende e territorio

14 Informazione Efficacia limitata delle denominazioni
Solo il 30% dei consumatori europei conoscono il significato delle denominazioni e riconducono il concetto di tipicità al luogo di origine del prodotto (Nomisma) Effetto Condizione necessaria per orientare le scelte dei consumatori Essere conosciuti e avere buona reputazione Cause Scarsa azione di informazione svolta da UE I marchi differiscono sottilmente tra loro Numerose sono le eccezioni alle norme generali

15 Gestione delle interdipendenze tra aziende appartenenti ad uno stesso marchio
La performance di ciascuna impresa è legata a strategie e comportamenti delle altre Vincolo a concordare le strategie o a seguirne di comuni Limitata eterogeneità di prodotto e prezzi Competenze commerciali Caratteristiche tecnologiche Svuotamento del contenuto artigianale, tradizionale e tipico del prodotto Dimensioni dei processi produttivi Eterogeneità delle imprese Capacità finanziarie Controllo da parte di aziende con dimensioni maggiori Disciplinare vago

16 Interdipendenza tra azienda e territorio: modello di sviluppo locale endogeno, partecipato e sostenibile Innovazione a livello locale Conoscenze, interazioni, interessi, obiettivi, strategie, vincoli, potenzialità TERRITORIO Nuove conoscenze, interazioni, interessi, obiettivi, strategie, vincoli, potenzialità Attori (sociali, enti locali, imprese) Regole (istituzionali, sociali, economiche, …) Ambiente Interventi di sviluppo locale DIMENSIONE GLOBALE IDENTITA’ E CULTURA LOCALE STORIA Diagnosi e attivazione del territorio Definizione Mediazione e coordinamento Attuazione e gestione Denominazioni: punto di partenza e non di arrivo

17 Le filiere corte: un’alternativa alle denominazioni
Prodotti che arrivano al consumatore finale attraverso un numero limitato di passaggi Qualificazione e multifunzionalità Differenziazione basata sulla qualità; Valorizzazione del canale corto; - Differenziazione basata sulla tradizione e sul territorio; Tutela del paesaggio.

18 Sfida per il territorio
Innovazione a livello locale Conoscenze, interazioni, interessi, obiettivi, strategie, vincoli, potenzialità TERRITORIO Nuove conoscenze, interazioni, interessi, obiettivi, strategie, vincoli, potenzialità Attori (sociali, enti locali, imprese) Regole (istituzionali, sociali, economiche, …) Ambiente Modello di sviluppo locale endogeno, partecipato e sostenibile Interventi di sviluppo locale DIMENSIONE GLOBALE IDENTITA’ E CULTURA LOCALE STORIA Diagnosi e attivazione del territorio Definizione Mediazione e coordinamento Attuazione e gestione

19 Prodotti tipici: esempi di iniziative della GDO
In collaborazione con Slow Food e De Agostini, sei CD con itinerari turistico-gastronomico; ciascuna uscita è collegata ad iniziative promozionali sul punto vendita per la valorizzazione delle specialità tipiche delle località incluse nel percorso. COOP In viaggio tra i sapori d’Italia Prodotti italiani al 100% attualmente circa 100 prodotti da aziende medio-piccole situate in aree tipiche di produzione. GS-CARREFOUR Terre d’Italia Sidis Tipicamente italiano Riguarda una serie di prodotti forniti da piccole e medie imprese

20 D.Lgs. N. 173/98: i prodotti tradizionali
“… quelli le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultano consolidate nel tempo” L’individuazione di tali prodotti viene effettuata dalla Regioni e dalle Province autonome, le quali “devono accertale che le suddette metodiche di lavorazione sono praticate sul proprio territorio in maniera omogenea e secondo regole tradizionali e protratte nel tempo, comunque per un periodo non inferiore a 25 anni”

21 Contenuti della scheda identificativa del prodotto “agroalimentare tradizionale”
Categoria; Nome del prodotto, compresi sinonimi e termini dialettali; Territorio interessato alla produzione; Descrizione sintetica del prodotto; Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura; Materiali, attrezzature specifiche utilizzati per la preparazione e il condizionamento; Descrizione dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura; Elementi che comprovino che le metodiche siano state praticate in maniera omogenea e secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore ai 25 anni.

22 Decreto Ministeriale n. 350/99
Prevede per i prodotti tradizionali deroghe alle norme igienico sanitarie vigenti, con la riserva di approvazione da parte del Ministero della Sanità, il quale deve, comunque, mantenersi all’interno della normativa comunitaria.


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