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1 diritto e regolazione pubblica dell’economia 2013-2014 - II semestre lezione XI il servizio idrico lezione XI il servizio idrico.

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1 1 diritto e regolazione pubblica dell’economia 2013-2014 - II semestre lezione XI il servizio idrico lezione XI il servizio idrico

2 2 le origini del servizio  la distribuzione dell’acqua alimenta inizialmente le sole fontane pubbliche  le derivazioni per usi privati avvengono per antiche concessioni, privilegi ecc.  la distribuzione capillare dell’acqua potabile si afferma sul finire dell’800 per ragioni sanitarie  la distribuzione dell’acqua alimenta inizialmente le sole fontane pubbliche  le derivazioni per usi privati avvengono per antiche concessioni, privilegi ecc.  la distribuzione capillare dell’acqua potabile si afferma sul finire dell’800 per ragioni sanitarie

3 3 le origini del servizio II  la legislazione pone l’obbligo in capo ai comuni di assicurare la distribuzione locale dell’acqua  le nuove reti di distribuzione sono costruite secondo lo schema della concessione di opera pubblica  pur non essendovi competizione accesa, le “concessioni” incorporano in genere una clausola di esclusiva sull’uso dei suoli  le fonti idriche sono sottoposte a regime pubblicistico e possono essere attinte da “concessionari di derivazione”  la legislazione pone l’obbligo in capo ai comuni di assicurare la distribuzione locale dell’acqua  le nuove reti di distribuzione sono costruite secondo lo schema della concessione di opera pubblica  pur non essendovi competizione accesa, le “concessioni” incorporano in genere una clausola di esclusiva sull’uso dei suoli  le fonti idriche sono sottoposte a regime pubblicistico e possono essere attinte da “concessionari di derivazione”

4 4 la legge n. 36/1994 (c.d. Galli)  tenta di regolare in modo complessivo l’uso e la conservazione delle risorse idriche  priorità degli usi  equilibrio del “bilancio idrico”  istituisce il servizio idrico integrato  captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue  il servizio è organizzato per ambiti territoriali ottimali (a.t.o.)  la gestione segue i modelli ammessi per i servizi pubblici locali  tenta di regolare in modo complessivo l’uso e la conservazione delle risorse idriche  priorità degli usi  equilibrio del “bilancio idrico”  istituisce il servizio idrico integrato  captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue  il servizio è organizzato per ambiti territoriali ottimali (a.t.o.)  la gestione segue i modelli ammessi per i servizi pubblici locali

5 5 la legge n. 36/1994 (c.d. Galli): il prezzo dell’acqua  la tariffa idrica  ha natura di “corrispettivo”  provvedimenti ministeriali di determinazione del “metodo normalizzato” per definire le componenti di costo e determinare la tariffa di riferimento  la tariffa di riferimento è articolata per fasce di utenza e territoriali, anche con riferimento a particolari situazioni idrogeologiche ed in funzione del contenimento del consumo.  la tariffa puntuale è determinata dagli enti locali e applicata dai gestori  canoni per le utenze di acqua pubblica  definiti dalla legge per volumi e tipi di utenza  la tariffa idrica  ha natura di “corrispettivo”  provvedimenti ministeriali di determinazione del “metodo normalizzato” per definire le componenti di costo e determinare la tariffa di riferimento  la tariffa di riferimento è articolata per fasce di utenza e territoriali, anche con riferimento a particolari situazioni idrogeologiche ed in funzione del contenimento del consumo.  la tariffa puntuale è determinata dagli enti locali e applicata dai gestori  canoni per le utenze di acqua pubblica  definiti dalla legge per volumi e tipi di utenza

6 6 le norme in materia di ambiente d.lgs. n. 152/2006 (artt. 147 ss.)  confermano la gestione per a.t.o.  regolano la pianificazione delle gestioni (piani d’ambito)  richiamano le forme di gestione/affidamento dei servizi pubblici locali  i rapporti con il gestore sono regolati da convenzioni, sulla base di “convenzioni tipo” delle regioni  confermano la gestione per a.t.o.  regolano la pianificazione delle gestioni (piani d’ambito)  richiamano le forme di gestione/affidamento dei servizi pubblici locali  i rapporti con il gestore sono regolati da convenzioni, sulla base di “convenzioni tipo” delle regioni

7 7 le norme in materia di ambiente: il nuovo prezzo dell’acqua  la tariffa idrica:  ha sempre natura di “corrispettivo” (v. Corte cost. n. 335/2008)  deve coprire interamente i costi di investimento e di esercizio  include un’adeguata remunerazione del capitale investito (v. referendum)  rispettare il principio “chi inquina paga”: costo della risorsa e costi ambientali  agevolazioni per tipi di consumi  la tariffa idrica:  ha sempre natura di “corrispettivo” (v. Corte cost. n. 335/2008)  deve coprire interamente i costi di investimento e di esercizio  include un’adeguata remunerazione del capitale investito (v. referendum)  rispettare il principio “chi inquina paga”: costo della risorsa e costi ambientali  agevolazioni per tipi di consumi

8 8 le norme in materia di ambiente: il nuovo prezzo dell’acqua  canoni di concessione per utenze di acqua pubblica  la competenza è nel frattempo passata alle regioni  il d.lgs. n. 152/2006 prevede atti ministeriali di determinazione dei criteri generali per stabilire i canoni  i canoni devono considerare i costi ambientali e della risorsa (v. principio “chi inquina paga”)  L’eccezione: l’affidamento in house  società sottoposte a “controllo analogo” a quello dell’amministrazione sui propri uffici  che svolgono quasi interamente la loro attività per l’amministrazione controllante (v. Corte CE, ex multis, sentenze Teckal, C-107/98, Parking Brixen,C-458/03, Coditel, C-324/07)  Verifica sul “controllo analogo”:  Capitale interamente pubblico  Composizione organi decisionali  Poteri del consiglio di amministrazione  È compatibile con la pluralità dei soci pubblici  canoni di concessione per utenze di acqua pubblica  la competenza è nel frattempo passata alle regioni  il d.lgs. n. 152/2006 prevede atti ministeriali di determinazione dei criteri generali per stabilire i canoni  i canoni devono considerare i costi ambientali e della risorsa (v. principio “chi inquina paga”)  L’eccezione: l’affidamento in house  società sottoposte a “controllo analogo” a quello dell’amministrazione sui propri uffici  che svolgono quasi interamente la loro attività per l’amministrazione controllante (v. Corte CE, ex multis, sentenze Teckal, C-107/98, Parking Brixen,C-458/03, Coditel, C-324/07)  Verifica sul “controllo analogo”:  Capitale interamente pubblico  Composizione organi decisionali  Poteri del consiglio di amministrazione  È compatibile con la pluralità dei soci pubblici

9 9 il referendum del 2011 sulla tariffa  l’oggetto del quesito:  abrogare l’inciso sulla “adeguata remunerazione del capitale investito”  l’obiettivo:  rendere “il governo e la gestione dell’acqua” interamente estranei “alle logiche del profitto” (Corte cost., n. 26/2011)  in ultima analisi: forzare i modelli di gestione verso le forme pubblicistiche  l’oggetto del quesito:  abrogare l’inciso sulla “adeguata remunerazione del capitale investito”  l’obiettivo:  rendere “il governo e la gestione dell’acqua” interamente estranei “alle logiche del profitto” (Corte cost., n. 26/2011)  in ultima analisi: forzare i modelli di gestione verso le forme pubblicistiche

10 10 i nuovi modelli di regolazione: dall’Agenzia nazionale all’Aeeg  il d.l. n. 70/2011 istituisce l’Agenzia nazionale per le acque  il d.l. n. 201/2011 sopprime l’Agenzia e trasferisce le competenze all’Autorità per l’energia elettrica e il gas  l’Autorità deve, tra l’altro, definire il metodo tariffario tenendo conto dei costi finanziari, ambientali e della risorsa, nel rispetto del pieno recupero dei costi e del principio “chi inquina paga”  Il nuovo “metodo transitorio” dell’Aeeg (delibera n. 585/2012/R/idr) non considera i costi ambientali e della risorsa e comprende il “costo del capitale” (remunerazione del rischio di impiegare il capitale e della perdita di rendimenti alternativi; non in contrasto con il referendum, Tar MI, 779/14)  il d.l. n. 70/2011 istituisce l’Agenzia nazionale per le acque  il d.l. n. 201/2011 sopprime l’Agenzia e trasferisce le competenze all’Autorità per l’energia elettrica e il gas  l’Autorità deve, tra l’altro, definire il metodo tariffario tenendo conto dei costi finanziari, ambientali e della risorsa, nel rispetto del pieno recupero dei costi e del principio “chi inquina paga”  Il nuovo “metodo transitorio” dell’Aeeg (delibera n. 585/2012/R/idr) non considera i costi ambientali e della risorsa e comprende il “costo del capitale” (remunerazione del rischio di impiegare il capitale e della perdita di rendimenti alternativi; non in contrasto con il referendum, Tar MI, 779/14)


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