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Modalità e strumenti per la creazione di impresa

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Presentazione sul tema: "Modalità e strumenti per la creazione di impresa"— Transcript della presentazione:

1 Modalità e strumenti per la creazione di impresa
Dall’idea di impresa alla realizzazione del business plan Prof. Gavino Sanna Classe V D TURISTICO

2 Le tappe principali Cosa significa mettersi in proprio
La business idea Redigere il piano di impresa Lo start up di impresa

3 ASPETTI FAVOREVOLI AL DIVENTARE IMPRENDITORE
Cosa significa mettersi in proprio ASPETTI FAVOREVOLI AL DIVENTARE IMPRENDITORE Realizzare il progetto che si è sempre sognato Avere il proprio destino nelle proprie mani Trovarsi al vertice di una impresa importante Godere di un livello di reddito che il lavoro dipendente non potrà mai assicurare Nessun rischio di prevaricazioni nella struttura aziendale Nessuna possibilità di sottostare agli ordini di superiori irragionevoli, ingiusti o disonesti.

4 ASPETTI CONTRARI AL DIVENTARE IMPRENDITORE
Cosa significa mettersi in proprio ASPETTI CONTRARI AL DIVENTARE IMPRENDITORE Rinunciare alla possibilità di un posto di lavoro sicuro Rischiare di perdere i propri risparmi ed, eventualmente, anche il denaro riveniente da prestiti Accettare nella fase iniziale dell’iniziativa un reddito probabilmente inferiore rispetto a quello assicurato da un lavoro dipendente Carico di responsabilità Rischiare quotidianamente che una causa esterna possa distruggere o danneggiare quanto realizzato Coinvolgimento totale nel lavoro con difficoltà a lasciare in azienda i problemi legati alla gestione Disponibilità a svolgere inizialmente qualsiasi tipo di mansione a partire dalle più umili

5 LE PRINCIPALI CAUSE DI INSUCCESSO
Cosa significa mettersi in proprio LE PRINCIPALI CAUSE DI INSUCCESSO Motivazioni personali insufficienti o economicamente non valide Incapacità di coalizzare un valido gruppo imprenditoriale Incapacità di realizzare alleanze strategiche Scarsa attenzione agli aspetti economico-finanziari Scarsa conoscenza del mercato e del comportamento di acquisto della clientela Sottovalutazione dei tempi necessari per l’introduzione del prodotto sul mercato Previsioni di vendita errate Sottovalutazione del fabbisogno finanziario, in particolare di quello generato dal capitale circolante Sottovalutazione dei problemi operativi Controllo finanziario e amministrativo inadeguato

6 DALL’IDEA ALLA MISSION
Cosa significa mettersi in proprio DALL’IDEA ALLA MISSION MERCATO PRODOTTO STRUTTURA MERCATO PRODOTTO STRUTTURA Dalla vision……… alla Formula imprenditoriale

7 L’impresa non si può improvvisare!!!
La business idea L’impresa non si può improvvisare!!! Quand’è che un’idea è realizzabile? Quando l’imprenditore produce in base alle esigenze del consumatore e non quando produce qualunque cosa - anche se di qualità - e poi cerca di venderla al consumatore.

8 LA FORMULA IMPRENDITORIALE
IMPORTANTE! Per realizzare un progetto d’impresa che possa sperare di avere successo è indispensabile mettere a punto la formula imprenditoriale che sappia mettere insieme con coerenza: quello che intendete offrire (il sistema di prodotto/servizio), a chi lo volete offrire (il mercato prescelto) le modalità per offrirlo (la struttura aziendale). Concorrenza Mercato A CHI Sistema Prodotto COSA Sistema Aziendale COME Gli elementi della formula imprenditoriale- La business idea

9 LA FORMULA IMPRENDITORIALE : IL SISTEMA PRODOTTO
Caratteristiche materiali del prodotto o servizio (qualità intrinseca, livello tecnologico, affidabilità) Gamma dei prodotti o servizi offerti Livello e modalità di applicazione del prezzo Elementi immateriali (prestigio, eleganza, sicurezza) Servizi collaterali (tempi di consegna, assistenza pre e post-vendita, altri servizi periferici) Tempi e modalità di pagamento Condizioni di trasporto La business idea

10 LA FORMULA IMPRENDITORIALE : IL MERCATO
Dimensioni del MERCATO: né troppo ampio né troppo ristretto La quota di MERCATO MERCATO e concorrenza La business idea

11 LA FORMULA IMPRENDITORIALE : LA STRUTTURA
Elementi materiali (immobili, macchinari e impianti, automezzi ecc…) Risorse finanziarie Variabili organizzative Competenze e conoscenze Risorse umane Immagine aziendale Legami con altre imprese La business idea

12 La business idea PERCORSO LOGICO DALL’IDEA AL BUSINESS PLAN IDEA
PRE-VERIFICA INFORMALE NO STOP SI ANALISI DELLO SCENARIO DEFINIZIONE BUSINESS IDEA CONFIGURAZIONE DEL PRODOTTO SERVIZIO BUSINESS PLAN La business idea

13 IL BUSINESS PLAN : PRESENTAZIONE
Un Business Plan deve: Iniziare con una sintesi di due pagine in modo da catturare immediatamente l’interesse del destinatario Trasmettere un senso di professionalità, chiarezza e completezza Avere una copertina sulla quale siano indicati titolo, denominazione dell’azienda o del proponente, indirizzo e numero di copie Avere un indice e le pagine numerate Avere possibilmente una struttura modulare.

14 Redigere il piano di impresa: il business plan
È un documento che formalizza le nostre scelte, mettendo nero su bianco un vero e proprio “progetto di impresa”

15 Il business plan: a chi si rivolge
1. Imprenditore 2. Finanziatori

16 Il business plan: obiettivi
1. Consente di pianificare la crescita dell’azienda e di anticipare le eventuali modifiche strutturali 2. Obbliga a definire gli obiettivi e a prevedere in modo dettagliato l’andamento dell’attività. Si stabiliscono così i parametri cui paragonare nel futuro le performance dell’azienda 3. Fa sì che l’intero staff converga verso gli stessi obiettivi

17 IL BUSINESS PLAN : L’IDEA
CLIENTELA PRODOTTO SERVIZIO SETTORE ECONOMICO Vengono esaminati tre aspetti: L’Idea La compagine sociale I requisiti di accoglibilità

18 IL BUSINESS PLAN : LA COMPAGINE SOCIALE
MOTIVAZIONI Capacità di leadership La conoscenza del processo produttivo Svolgimento di un’attività familiare similare L’opportunità del mercato Predilezione per attività che assicurino risultati tangibili Bisogno di autonomia Fiducia nelle proprie capacità di controllare gli eventi esterni Il livello di scolarità e/o le esperienze lavorative dei promotori debbono coprire: L’area commerciale e di MKT L’area tecnico-produttiva L’area amministrativa COMPETENZE

19 IL BUSINESS PLAN : I REQUISITI DI ACCOGLIBILITA’
L’età non costituisce ostacolo all’avvio di una iniziativa imprenditoriale, però, ad esempio, è requisito soggettivo indispensabile per poter beneficiare delle leggi sulla imprenditorialità giovanile I requisiti di accoglibilità dovranno essere analizzati in relazione alla fonte di finanziamento che si vuole utilizzare per l’iniziativa imprenditoriale.

20 IL BUSINESS PLAN : IDEA COMPAGINE
OK COMPAGINE Si prosegue nel percorso OK REQUISITI OK Nel caso di: Carenza di competenze della compagine Rafforzamento della sua struttura. Non rispondenza dei requisiti di accoglibilità per la fonte di finanziamento prescelta Rivedere la linea strategica dell’iniziativa attraverso la modifica di alcuni aspetti dell’idea di partenza oppure trovare altre fonti di finanziamento.

21 L’idea: esempio di un rifugio diffuso
“L’idea che sta alla base del rifugio diffuso nasce dall’opportunità di realizzare nuove strutture ricettive in piccoli centri rurali senza costruire nuovi immobili, ma utilizzando gli edifici già esistenti…ll rifugio diffuso può essere definito come un albergo rifugio orizzontale con camere e servizi dislocati in edifici diversi, seppure vicini tra loro…il cuore dell’albergo diffuso, localizzato in zona centrale rispetto a tutte le strutture, è uno spazio adibito a reception, un luogo in cui il cliente è accolto… nello stesso spazio si possono trovare anche altri servizi….le camere e/o gli appartamenti si trovano invece edifici localizzati nel circondario”

22 L’idea: esempio di un rifugio diffuso
“Le principali strategie del Progetto …. relative all’area oggetto di studio sono rivolte a: incrementare la capacità di attrazione turistica con modalità tali da garantire il rispetto dell’ambiente; recuperare e valorizzare il patrimonio storico-culturale dell’intera zona; tutelare, difendere e valorizzare l’ambiente naturale; favorire una prospettiva di sviluppo socio-economico tale da riequilibrare la capacità di produzione di ricchezza all’interno dell’area e da arrestare la tendenza al depauperamento di risorse umane”

23 L’idea: originalità “A differenza degli alberghi tradizionali, il rifugio diffuso permette ai turisti di vivere l’esperienza di un soggiorno in immobili storici progettati per essere vere abitazioni, con aspetti strutturali, quali muri, spazi, infissi, arredi ed impianti diversi da quelli progettati per turisti. Il prodotto rifugio diffuso è di per sé differenziato in termini di diverso livello di comfort delle varie unità abitative, diversa distanza dal centro, diverse caratteristiche architettoniche degli edifici e consente una politica di differenziazione (anche di prezzi) con l’intendimento di rivolgersi con proposte diverse a differenti fasce d’utenza”.

24 Lo scenario AMBIENTE GENERALE Ambiente sociale economico
IMPRESE DI SETTORE Ambiente sociale economico politico Ambiente legislativo Ambiente tecnologico AMBIENTE GENERALE MKT APPROVVI GIONAMENTI MKT LAVORO MKT FINANZIARIO DI SBOCCO COMPETIZIONE

25 Lo scenario I FATTORI DELL’AMBIENTE GENERALE Fattori economici
Livello Sviluppo economico Prodotto Nazionale Lordo Reddito pro-capite Politica fiscale Inflazione Tassi di interesse Costo del Lavoro Fattori sociali Popolazione Costumi Gruppi sociali Status symbol Fattori politici Forma di governo Ideologia politica Stabilità di governo Forza dei gruppi di opposizione Clima politico e sindacale Politica estera Fattori normativi Giurisprudenza Efficacia del sistema legale Trattati internazionali Normativa nazionale Normativa regionale Fattori tecnologici Innovazione di processo prodotto Organizzativa Fattori fisici Livello di infrastrutture Risorse naturali Clima Fattori culturali Valori e credenze Linguaggio Sviluppo reti biblioteche Presenza Circoli Fattori religiosi Credenze religiose Lo scenario

26 Dimensione e sviluppo del mercato
Lo scenario Raccolta di informazioni qualitative e quantitative dal mercato di sbocco riguardanti: Concorrenza Domanda/clientela Dimensione e sviluppo del mercato

27 Lo scenario: i concorrenti
Si individuano tutte le aziende che si pongono in qualità di concorrenti primari e secondari Motivazioni che conducono a valutare una azienda come concorrente: Vicinanza Tipologia/Somiglianza Prezzi

28 Lo scenario: i concorrenti
• La consultazione di bilanci depositati presso la Camera di Commercio; • la consultazione di annuari (volume di affari, dipendenti e campo di attività di molte imprese italiane); • la consultazione di statistiche ufficiali ISTAT ( che forniscono informazioni sul numero di imprese presenti nei diversi settori; • parlare con persone che lavorano in attività simili alla nostra, o che addirittura le gestiscono; • presentarsi al concorrente fingendosi cliente

29 Lo scenario: la domanda
Analisi qualitativa e quantitativa della domanda presente nel proprio scenario di riferimento Metodi Desk: osservatori, rapporti economici, ecc. Sul campo: questionari, interviste

30 Verificare l’idea: punti di forza e di debolezza
AMBIENTE GENERALE MINACCE OPPORTUNITA’ CONDIZIONANO L’EVOLUZIONE DEL SETTORE E DELLE FORZE COMPETITIVE AL SUO INTERNO CHE DEFINISCONO I FATTORI CRITICI DI SUCCESSO PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA IMPRESA LA CAPACITA’ DELL’IMPRESA DI PRESIDIARE I FATTORI CRITICI DI SUCCESSO DEL SETTORE SI ESPRIME IN PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA

31 Esempio di “Scenario” di un Rifugio diffuso
- Inquadramento territoriale Inquadramento socio-economico Attrattori turistici e vocazione del territorio Patrimonio edilizio

32 Esempio di “Scenario” di un Rifugio diffuso
Inquadramento territoriale: “..il Piemonte risulta la regione con il maggior numero di borghi/frazioni abbandonati”. “…Noasca.. segna il limite tra il fondovalle e la montagna…..zona di elevato interesse….alcuni sentieri segnalati dal CAI”. “…la borgata si trova completamente all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso”

33 Esempio di “Scenario” di un Rifugio diffuso
Inquadramento socio economico: “..è in corso un processo di invecchiamento della popolazione…” 0 – 14 anni Maggiore di 65 anni Indice di Vecchiaia Alpette 22 90 4,09 …. Noasca 10 85 8,50 ….. Valprato 4 42 10,50 “…la superficie agricola si è progressivamente ridotta e rappresenta meno di un terzo di quella totale..; pochissime sono le aziende; la forma largamente prevalente se non esclusiva di conduzione fa ricorso alla manodopera familiare”

34 Esempio di “Scenario” di un Rifugio diffuso
Attrattori turistici e vocazione del territorio

35 Esempio di “Scenario” di un Rifugio diffuso
Attrattori turistici e vocazione del territorio: Ambiente e Natura “..attrattore è tutto ciò che è in grado di suscitare stimoli e interessi. Il Parco ha istituito 4 Centri Visitatori… a Noasca è aperto tutto l’anno ed ospita la Segreteria Turistica, un Laboratorio Didattico dotato di attrezzature scientifiche, biblioteca, ecc.;… Sentieri della Natura”. Arte e Cultura “Oggi sopravvive…la tradizione della battitura e della lavorazione manuale del rame”. Sport estivi e invernali “…vera e propria scuola di alpinismo…mountain bike;…sci alpinismo…back country”. Gastronomia, manifestazioni folkloristiche “…tenuta del settore caseario, che ha trovato nel turismo nuovi sbocchi di mercato. Nel corso dell’anno…..propongono…un fitto calendario di eventi”.

36 Esempio di “Scenario” di un Rifugio diffuso
Patrimonio edilizio: “Le Valli del PNGP…presentano esempi di architettura rurale molto diversi tra loro …a causa dei differenti caratteri morfologici e della diversa antropizzazione dei territori”. “… si possono, infatti, suddividere le abitazioni in tre grandi categorie: coabitazioni di primo, di secondo e di terzo grado”

37 Esempio di “Scenario” di un Rifugio diffuso: la concorrenza
“Il sistema ricettivo dell’area è caratterizzato da una generale carenza di strutture e di posti letto e da una distribuzione disomogenea sul territorio. Le strutture ricettive complessive sull’intero territorio della CM Valli Orco e Soana risultano essere 41….nel Comune di Noasca sono presenti 1 albergo – ostello, 1 campo base, 1 bivacco e 2 alberghi. (…) Si tratta di un’offerta turistica ancora legata a modelli tradizionali e scarsamente integrata con la valorizzazione delle risorse proprie del territorio”.

38 Esempio di “Scenario” di un Rifugio diffuso: la domanda/clientela
Fruitori short-break, con presenze concentrate nei mesi estivi. Turismo eterogeneo: famiglie, nature-oriented, sportivo, amante degli intrattenimenti socio-culturali.

39 Minacce ed opportunità per il Rifugio diffuso

40 Quanto venderò, a chi e a quale prezzo?
Il mercato Lo scopo è definire gli obiettivi commerciali Quanto venderò, a chi e a quale prezzo?

41 Il mercato: gli obiettivi commerciali
mercato potenziale 2) quota di mercato acquisibile 3) previsioni di vendita 4) costi ed investimenti di marketing

42 Il mercato Prezzo Comunicazione Distribuzione ed erogazione

43 Mercato potenziale per il Rifugio diffuso
“..i bambini delle scuole in gita al PNGP sono in media all’anno (…) Il numero totale degli utenti di passaggio è stato stimato sulla base dei dati relativi alle presenze di turisti (scolaresche ed escursionisti) nel PNGP e nella zona di Noasca e dintorni”.

44 Quota di mercato per il Rifugio diffuso
La stima è stata effettuata in termini di obiettivi: “…tenuto conto che i bambini delle scuole in gita al PNGP sono in media all’anno e ipotizzando che il 20% potrebbe usufruire della nuova struttura ricettiva..(..) Tale ipotesi resta invariata per tutti gli anni della gestione. (…) In particolare si è ipotizzato che le restanti camere/anno possano essere occupate da persone fino al 65% massimo (ottica prudenziale). ..il 90% degli ospiti consumi la colazione…” ecc.

45 Obiettivi commerciali per il Rifugio diffuso

46 Obiettivi commerciali per il Rifugio diffuso
Ricavi “L’analisi dei ricavi esamina…tutti i possibili introiti rapportati alle diverse tipologie di profitto che la complessiva offerta di servizi produce. Queste tipologie sono costituite da: vendita dei posti letto nelle camere quadruple (scolaresche); vendita dei posti letto nelle camere doppie/triple/quadruple per famiglie; consumazioni nell'area di bar/ristorazione (colazioni, pranzi e cene) da parte degli utenti del rifugio; consumazioni nell'area di bar/ristorazione da parte degli utenti di passaggio”. “…ipotesi di apertura dell'attività per 150 gg/anno”

47 Obiettivi commerciali per il Rifugio diffuso
Esempio: Ricavi di vendita delle camere 1° anno tariffa quantità ricavi camere vendute a 50 euro a bambini 50 150 7500 camere vendute a 40 euro a due adulti 40 225 9000 camere vendute a 50 euro a tre adulti 11250 camere vendute a 60 euro a quattro adulti 60 13500 Camere vendute a soggetti diversi da scolaresche 675

48 Obiettivi commerciali per il Rifugio diffuso
Ricavi di vendita dei servizi aggiuntivi Ipotesi: “il 90% degli ospiti consumi la colazione per una spesa media di 2 €; Il 50% degli ospiti consumi un pasto completo (pranzo o cena) per una spesa media di 12,00 €/cad. Il 50% degli ospiti spenda mediamente al bar (panini, bibite, ecc.) 5,00€/cad. …frequentazione indipendente del bar/ristorante, …percentuale degli utenti potenziali di passaggio”.

49 IL BUSINESS PLAN: IL MERCATO
MERCATO OK TECNICO ORGANIZZATIVO Nel caso contrario possono esserci delle carenze che richiedono opportune azioni correttive. Le carenze possono essere di due tipi: Carenze legate ai dati provenienti dalla ricerca di mercato Carenze legate alle competenze necessarie per vendere il prodotto.

50 IL BUSINESS PLAN: ASPETTI TECNICO - ORGANIZZATIVI
OBIETTIVI: Dimensionamento Proporzionamento MEZZI RISORSE Per realizzare tali obiettivi è necessario rispondere alla seguente serie di domande: Quali saranno le mie strategie produttive? Quale sarà il ciclo produttivo? Quale sarà l’organizzazione della mia azienda? A quali costi produrrò? Quale sarà il margine che rimarrà?

51 IL BUSINESS PLAN : ASPETTI TECNICO - ORGANIZZATIVI
COSTI MATERIALI ONERI GENERALI MANODOPERA Costi di Produzione: Quantificare manodopera diretta e indiretta Quantificare gli oneri generali, cioè tutti quei costi aziendali non univocamente addebitabili al singolo prodotto, ripartendoli proporzionalmente su tutta la gamma dei prodotti Individuare materiali diretti e indiretti Identificati i costi di produzione noto il prezzo di vendita avremo il MARGINE di ciascun prodotto o servizio, che dovrà avere valore positivo, in modo da coprire anche quei costi esterni al processo produttivo, in questa fase non ancora calcolati (oneri finanziari, ecc.).

52 IL BUSINESS PLAN : ASPETTI TECNICO - ORGANIZZATIVI
CARENZE MARGINE COMPETENZE Margine non soddisfacente: 1. Costi del prodotto elevato a causa di: volumi di produzione troppo bassi – Attività: Prevedere un incremento di produzione attraverso ulteriore verifica dati sul Mercato. inadeguato dimensionamento mezzi e proporzionamento delle risorse – Attività: Rivedere il processo produttivo per contenere i costi. Revisione dati Tecnico - Organizzativi 2. Prezzi di vendita non remunerativi (corretto dimensionamento dei mezzi e delle risorse). Attività: Verifica dati Mercato 3. Carenti competenze tecnico-organizzative- Attività: rafforzare la compagine sociale

53 Il piano del personale del Rifugio diffuso
“due responsabili ed una risorsa: si prevede che la struttura possa restare aperta per 16 ore al giorno (dalle 7.00 alle 23.00)”

54 I costi di gestione del Rifugio diffuso
Costi di gestione: comprendono personale, promozione, utenze (5,00 €/mq per energia elettrica; 6€/mq per il riscaldamento; 1,3€/mq per la fornitura idrica), materiale vario (saponi, lenzuola, ecc. stimati pari al 30% delle entrate)

55 I costi di gestione del Rifugio diffuso
Costi di manutenzione ordinaria “L'importo relativo ai costi di manutenzione è stato stimato pari allo 0,20% del costo di realizzazione dell'intervento ( ,00 €. solo le baite, senza arredi) e cioè 1.500,00 euro all'anno per i primi 5 anni”. Canone di locazione “… si è ipotizzato che il gestore inizi a pagare il canone di locazione solo dal 5° anno. L'importo dell'affitto annuo è stato stimato pari a 9.000,00 €”.

56 IL BUSINESS PLAN : ASPETTI TECNICO - ORGANIZZATIVI
OK ECONOMICO FINANZIARIO TECNICO ORGANIZZATIVO

57 Il piano economico - finanziario
Rappresenta una stima della convenienza dell’investimento che ci si appresta ad effettuare. Si compone di tre documenti: piano degli investimenti conto economico previsionale prospetto di cassa I piani visti forniscono i dati di input per la formulazione dell’intero piano economico-finanziario

58 Stima tutti i costi per l’acquisto di beni pluriennali
Il piano degli investimenti Stima tutti i costi per l’acquisto di beni pluriennali Terreno Costruzione Interessi Forniture, istallazioni ed equipaggiamenti Scorte Spese di pre-apertura

59 IL BUSINESS PLAN : ASPETTI ECONOMICO - FINANZIARI
CONTO ECONOMICO – Esercizio 20.. COSTI RICAVI Materie Prime Personale Spese generali industriali Spese generali amministrative Spese generali commerciali Interessi passivi Imposte e tasse Ammortamenti Ricavi Netti Totale costi Utile TOTALE Il conto economico descrive i COSTI sostenuti ed i RICAVI conseguiti imputabili all’esercizio, mettendo in evidenza il RISULTATO ECONOMICO. E’ rappresentato da due sezioni: Costi Ricavi

60 IL BUSINESS PLAN : ASPETTI ECONOMICO-FINANZIARI

61 IL BUSINESS PLAN : ASPETTI ECONOMICO-FINANZIARI
CRITERIO DI COMPETENZA CONTO ECONOMICO Il conto economico esamina i costi e i ricavi di esercizio in funzione del criterio di competenza. FLUSSI FINANZIARI MOVIMENTI EFFETTIVI I flussi finanziari confrontano le effettive entrate ed uscite di denaro che hanno interessato il medesimo esercizio. Il costo e le relative uscite di denaro potranno non coincidere temporalmente con le relative entrate di denaro.

62 Il business plan PERCORSO ITERATIVO DEL BUSINESS PLAN IDEA COMPAGINE
MERCATO PIANIFICAZIONE TECNICO ORGANIZZATIVA PIANIFICAZIONE ECONOMICO FINANZIARIA Il business plan

63 Punto di pareggio È utile fornire l’indicazione del break even o punto di pareggio, che evidenzia in quale momento e per quale volume di vendita l’azienda raggiunge il pareggio tra costi e ricavi, riuscendo a coprire con i propri ricavi sia i costi fissi che i costi variabili connessi alla produzione Q = CF / (Ru - CVu)

64 IL PUNTO DI PAREGGIO O BREAK EVEN POINT

65 IL BUSINESS PLAN : ASPETTI ECONOMICO - FINANZIARI
Definita la fase di analisi economico-finanziaria, occorrerà verificare se sono stati raggiunti i due obiettivi: 1° REDDITIVITA’ ° CAPACITA’ FINANZIARIA REDDITIVITA’ INADEGUATA Bisognerà porre rimedio: Riducendo i costi – Attività: ritornare all’analisi tecnico-economica per modificare gli aspetti già esaminati attraverso l’aumento del Margine di contribuzione; Nel caso questa modifica non risultasse praticabile, si cercherà di aumentare il fatturato. Attività: ritornare agli aspetti relativi al Mercato per verificare la sussistenza delle condizioni per un incremento del fatturato, aumentando i prezzi e/o i volumi di vendita.

66 IL BUSINESS PLAN : ASPETTI ECONOMICO - FINANZIARI
NEL CASO DI : REDDITIVITA’ SODDISFACENTE CARENZE FINANZIARIE per eccessivo ricorso a mezzi di terzi (incremento oneri finanziari), occorrerà: ridefinire la compagine sociale o ridimensionare l’iniziativa. Se invece i dati e le informazioni elaborate risultassero soddisfacenti, si potrà ritenere conclusa l’analisi di fattibilità e si verificherà se gli scopi prefissati all’inizio del percorso sono stati raggiunti.


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