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PRESENTAZIONE ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO LAUDATO SII a cura del prof. M. Illiceto.

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Presentazione sul tema: "PRESENTAZIONE ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO LAUDATO SII a cura del prof. M. Illiceto."— Transcript della presentazione:

1 PRESENTAZIONE ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO LAUDATO SII a cura del prof. M. Illiceto

2 CAP. I: Quello che sta accadendo alla nostra casa CAP. II: Il vangelo della Creazione CAP. III: La radice umana della crisi ecologica CAP. V: Alcune linee di orientamento e di azione CAP. VI: Educazione e spiritualità ecologica CAP. IV: Una ecologia integrale

3 CAPITOLO PRIMO Quello che sta accadendo alla nostra casa CAPITOLO PRIMO Quello che sta accadendo alla nostra casa «I cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità» (25). Se «Il clima è un bene comune, allora è di tutti e per tutti» (23) I mutamenti climatici 1 1

4 «Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone. L’esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri, e provocano milioni di morti premature» (20) «C’è da considerare anche l’inquinamento prodotto dai rifiuti, compresi quelli pericolosi presenti in diversi ambienti» (21). «La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia» (21). Inquinamento 2

5 «E’ tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile» (22) Stretto rapporto tra inquinamento e migrazioni 3

6 «Un problema particolarmente serio è quello della qualità dell’acqua disponibile per i poveri, che provoca molte morti ogni giorno. Fra i poveri sono frequenti le malattie legate all’acqua (…) La dissenteria e il colera, dovuti a servizi igienici e riserve di acqua inadeguati, sono un fattore significativo di sofferenza e di mortalità infantile» (29) «In alcuni luoghi avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato» (30) La questione dell’acqua 4

7 «L’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani» (30) «Privare i poveri dell’accesso all’acqua significa negare «il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità» (30). La questione dell’acqua

8 «Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre» (33). Non sono solo eventuali “risorse” sfruttabili, ma hanno un valore in sé stesse. La tutela della biodiversità 5

9 Esiste «un vero “debito ecologico”» (51), soprattutto del Nord nei confronti del Sud del mondo. Di fronte ai mutamenti climatici vi sono «responsabilità diversificate» (52), e quelle dei Paesi sviluppati sono maggiori. Il debito ecologico 7

10 «Il debito estero dei Paesi poveri si è trasformato in uno strumento di controllo, ma non accade la stessa cosa con il debito ecologico. I popoli in via di sviluppo, dove si trovano le riserve più importanti della biosfera, continuano ad alimentare lo sviluppo dei Paesi più ricchi a prezzo del loro presente e del loro futuro (…) E’ necessario che i Paesi sviluppati contribuiscano a risolvere questo debito limitando in modo importante il consumo di energia non rinnovabile, e apportando risorse ai Paesi più bisognosi per promuovere politiche e programmi di sviluppo sostenibile (…) Bisogna rafforzare la consapevolezza che siamo una sola famiglia umana. Non ci sono frontiere e barriere politiche o sociali che ci permettano di isolarci, e per ciò stesso non c’è nemmeno spazio per la globalizzazione dell’indifferenza» (52). Il debito ecologico

11 «Tra le componenti sociali del cambiamento globale si includono gli effetti occupazionali di alcune innovazioni tecnologiche, l’esclusione sociale, la disuguaglianza nella disponibilità e nel consumo dell’energia e di altri servizi, la frammentazione sociale, l’aumento della violenza e il sorgere di nuove forme di aggressività sociale, il narcotraffico e il consumo crescente di droghe fra i più giovani, la perdita di identità (…) Alcuni di questi segni sono allo stesso tempo sintomi di un vero degrado sociale, di una silenziosa rottura dei legami di integrazione e di comunione sociale» (46) Deterioramento della vita e degrado sociale 8

12 La terra è di tutti: è La CASA COMUNE di cui tutti siamo responsabili: «tremenda responsabilità»(90) dell’essere umano nei confronti del creato; Intimo legame tra tutte le creature «L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti» (95). CAPITOLO SECONDO Il Vangelo della creazione CAPITOLO SECONDO Il Vangelo della creazione Principi biblici 1 La presenza umana invece di essere collaborativa-cooperativa e recettiva è diventata: Invasiva-pervasiva Estrattiva Manipolativa

13 L’uomo non è padrone ma custode: All’essere umano spetta la responsabilità di «coltivare e custodire il giardino del mondo (cfr Gen 2,15)» (67), sapendo che «lo scopo finale delle altre creature non siamo noi. Invece tutte avanzano, insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune, che è Dio» (83). Comunione universale: «creati dallo stesso Padre, noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, […] che ci spinge ad un rispetto sacro, amorevole e umile» (89).

14 DESTINAZIONE UNIVERSALE DEI BENI EQUA DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA SOLIDARIETA’ come giustizia e come carità Opzione preferenziale dei poveri (157) Assumere la prospettiva dei DIRITTI DEI POPOLI (144) Principi biblici Nel BENE COMUNE sono incluse le future generazioni: «Non c’è sviluppo senza solidarietà tra le GENERAZIONI» (159). BENE COMUNE: «l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente» (156)

15 BENE COMUNE «l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente» (156) «Il bene comune presuppone il rispetto della persona umana in quanto tale, con diritti fondamentali e inalienabili ordinati al suo sviluppo integrale» (157) Nel BENE COMUNE sono incluse le future generazioni: «Non c’è sviluppo senza solidarietà tra le GENERAZIONI» (159).

16 CAPITOLO TERZO La radice umana della crisi ecologica CAPITOLO TERZO La radice umana della crisi ecologica Il ruolo delle tecnologie: il Papa non critica la TECONOLOGIA ma la TECNOCRAZIA. «Il paradigma tecnocratico tende ad esercitare il proprio dominio anche sull’economia e sulla politica» (109), impedendo di riconoscere che «Il mercato da solo [...] non garantisce lo sviluppo umano integrale e l’inclusione sociale» (109). Critica alla tecnocrazia 1

17 La tecnica è al servizio del potere economico (Alleanza tra efficienza e profitto); Inverte il rapporto mezzi-fine: la tecnica da strumento è diventata essa stessa il fine….è diventata AMBIENTE (108) Si parla di tecnopoiesi e di Postumano: contaminazione e ibridazione tra uomo e macchina: l’uomo è obsoleto rispetto alla macchina; L’UOMO è ANTIQUATO; Stiamo costruendo “punti di non ritorno” (G. Anders) Tutto ciò che l’uomo sta costruendo gli si sta rivoltando contro; L’uomo non ha più il potere di controllare ciò che ha prodotto “Ciò che ci manca non è il potere, ma il non-potere” (G. Anders) Critica alla TECNOCRAZIA

18 Alleanza tra tecnologia e finanza: critica ai poteri forti «La sottomissione della politica alla tecnologia e alla finanza si dimostra nel fallimento dei Vertici mondiali sull’ambiente (…) Ci sono troppi interessi particolari e molto facilmente l’interesse economico arriva a prevalere sul bene comune e a manipolare l’informazione per non vedere colpiti i suoi progetti (...) L’alleanza tra economia e tecnologia finisce per lasciare fuori tutto ciò che non fa parte dei loro interessi immediati» (54). «I poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tendono ad ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignità umana e sull’ambiente (...) Così si manifesta che il degrado ambientale e il degrado umano ed etico sono intimamente connessi» (56).

19 POLITICA ECONOMIA TECNICA ETICA FINANZA POLITICA ECONOMIA TECNICA FINANZA MODELLO TECNOCRATICOMODELLO ENCICLICA «La tecnologia che, legata alla finanza, pretende di essere l’unica soluzione dei problemi, di fatto non è in grado di vedere il mistero delle molteplici relazioni che esistono tra le cose, e per questo a volte risolve un problema creandone altri» (20).

20 Eccesso di antropocentrismo (116) Da esso deriva una logica «usa e getta» Cultura dello scarto, ambientale o umano Logica di molte mafie, dei trafficanti di organi, del narcotraffico e dello scarto dei nascituri perché non corrispondono ai progetti dei genitori. (123) Critica dell’antropocentrismo e cultura dello scarto Critica dell’antropocentrismo e cultura dello scarto 2

21 Inversione del rapporto persona-capitale-lavoro 3 MODELLO LIBERISTA MODELLO MARXISTA MODELLO PERSONALISTA CAPITALE LAVORO INDIVIDUO LAVORO OPERAIO- AMBIENTE PERSONA-AMBIENTE CAPITALE LAVORO AMBIENTE CAPITALE

22 Il Papa propone un’ecologia «che integri il posto specifico che l’essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda»(15). Infatti, non possiamo «considerare la natura come qualcosa separato da noi o come una mera cornice della nostra vita» (139). Questo vale nell’economia e nella politica, come anche nelle diverse culture. Ecologia integrale come nuovo paradigma di giustizia Ecologia integrale come nuovo paradigma di giustizia CAPITOLO QUARTO Una ecologia integrale CAPITOLO QUARTO Una ecologia integrale Tutto è connesso (117)

23 ECOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA ECOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA ECOLOGIA SOCIALE ECOLOGIA ISTITUZIONALE ECOLOGIA CULTURALE ECOLOGIA ECONOMICA ECOLOGIA URBANISTICA ECOLOGIA UMANA ECOLOGIA INTEGRALE ECOLOGIA AMBIENTALE

24 Ecologia AMBIENTALE E SOCIALE 1 C’è uno stretto legame tra questioni ambientali e questioni sociali e umane che non può mai essere spezzato. «L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale. Di fatto, il deterioramento dell’ambiente e quello della società colpiscono in modo speciale i più deboli del pianeta» (48)

25 «L’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa» (141). «Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio- ambientale» (139). Un ambiente degradato favorisce comportamenti disumani e favorisce la manipolazione delle persone da parte di organizzazioni criminali (149)

26 «Se tutto è in relazione, anche lo stato di salute delle istituzioni di una società comporta conseguenze per l’ambiente e per la qualità della vita umana (…) Ogni lesione della solidarietà e dell’amicizia civica provoca danni ambientali L’ecologia sociale è necessariamente istituzionale e raggiunge progressivamente le diverse dimensioni che vanno dal gruppo sociale primario, la famiglia, fino alla vita internazionale, passando per la comunità locale e la Nazione» (142). 2 Ecologia istituzionale

27 3 Ecologia urbana «E’ necessario curare gli spazi pubblici, i quadri di riferimento urbani che accrescono il nostro senso di appartenenza, la nostra sensazione di radicamento, il nostro “sentirci a casa” all’interno della città che ci contiene e ci unisce (...) È importante che le diverse parti di una città siano ben integrate e che gli abitanti possano avere una visione d’insieme invece di rinchiudersi in un quartiere, rinunciando a vivere la città intera come uno spazio proprio condiviso con gli altri (…) In tal modo gli altri cessano di essere estranei e li si può percepire come parte di un “noi” che costruiamo insieme» (151).

28 Anche «il nostro corpo ci pone in una relazione diretta con l’ambiente e con gli altri esseri viventi. L’accettazione del proprio corpo come dono di Dio è necessaria per accogliere e accettare il mondo intero come dono del Padre e casa comune; invece una logica di dominio sul proprio corpo si trasforma in una logica a volte sottile di dominio» (155). Ecologia del corpo 3

29 Ecologia della vita quotidiana 4 IL MONDO COMINCIA DALLA MIA STANZA STANZA CASA QUARTIERE CITTA’ MONDO L'ecologia integrale investe anche la vita quotidiana. (148). Uno sviluppo autentico presuppone un miglioramento integrale nella qualità della vita umana: spazi pubblici, abitazioni, trasporti, ecc. (150-154). NOITUTTI IO

30 «Abbiamo bisogno di un accordo sui regimi di governance per tutta la gamma dei cosiddetti beni comuni globali» (174) «La protezione ambientale non può essere assicurata solo sulla base del calcolo finanziario di costi e benefici. L’ambiente è uno di quei beni che i meccanismi del mercato non sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamente”» (190) Necessità di una Governance per controllare la globalizzazione 1 CAPITOLO QUINTO Alcune linee di orientamento e di azione CAPITOLO QUINTO Alcune linee di orientamento e di azione

31 Papa Francesco insiste sullo sviluppo di processi decisionali onesti e trasparenti, per poter «discernere» quali politiche e iniziative imprenditoriali potranno portare «ad un vero sviluppo integrale» (185). Lo studio dell’impatto ambientale «richiede processi politici trasparenti e sottoposti al dialogo, mentre la corruzione che nasconde il vero impatto ambientale di un progetto in cambio di favori spesso porta ad accordi ambigui che sfuggono al dovere di informare ed a un dibattito approfondito» (182). 2 Senso di legalità e di responsabilità in un clima di maggiore democraticità

32 Educazione e conversione ecologica CAPITOLO SESTO Educazione e spiritualità ecologica CAPITOLO SESTO Educazione e spiritualità ecologica «Ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo» (15); sono coinvolti tutti gli ambiti educativi, in primis «la scuola, la famiglia, i mezzi di comunicazione, la catechesi» (213). 1 «Puntare su un altro stile di vita» (203-208), che apre anche la possibilità di «esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale» (206). Le scelte dei consumatori possono «modificare il comportamento delle imprese, forzandole a considerare l’impatto ambientale e i modelli di produzione» (206). «La sobrietà, vissuta con libertà e consapevolezza, è liberante» (223);

33 GRAZIE!


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