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1 I NTERVENTI DI MIGLIORAMENTO Roma 19 novembre 2015 Paolo Gentile 1.

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Presentazione sul tema: "1 I NTERVENTI DI MIGLIORAMENTO Roma 19 novembre 2015 Paolo Gentile 1."— Transcript della presentazione:

1 1 I NTERVENTI DI MIGLIORAMENTO Roma 19 novembre 2015 Paolo Gentile paologentile@rs-ergonomia.com www.rs-ergonomia.com 1

2 Una buona pratica per il sistema di valutazione Tre valori che rappresentano la base di qualsiasi intervento sull’ambiente di lavoro: cooperazione, condivisione, partecipazione. Una scala per giudicare la bontà del sistema di valutazione utilizzato: consultazione, ascolto, partecipazione. Sono stati consultati i lavoratori? Le loro indicazioni sono state ascoltate (trovano riscontro)? Hanno partecipato alla scelta e gestione della strategia di miglioramento? 2 LISTA DI CONTROLLO LISTA DI CONTROLLO ***

3 La formazione/valutazione Realizzare una mappa grezza: raccogliere la valutazione dei lavoratori appartenenti al gruppo omogeneo sui rischi cui sono esposti. Capacità e possibilità di attivare il coinvolgimento e la partecipazione dei lavoratori nel processo di valutazione dei rischi e di proposta di soluzioni ai problemi rilevati. Il “docente/facilitatore” si pone almeno due obiettivi: -Affiancare all'attività formativa una ricerca finalizzata ad individuare i rischi realizzata dal gruppo omogeneo di lavoratori in formazione, recuperando le proprie percezioni e conoscenze sull'ambiente di lavoro. -Ciascun lavoratore dovrà sviluppare esplicita conoscenza e consapevolezza dei rischi cui è sottoposto, anche attraverso la formalizzazione di un proprio DVR grezzo, soggettivo e individuale, al fine di misurare ed adeguare i suoi comportamenti, oggetto del programma di miglioramento. 3

4 Individuazione dei gruppi omogenei “Quando devo studiare un fenomeno uso il microscopio, ma che cosa ci metto sotto? Nel gruppo omogeneo si inizia con il raccontare i momenti di disagio durante il lavoro, e certe cose che sembrano non significative diventano centrali…così si comincia a decidere cosa mettere sotto il microscopio. Ascoltare, far emergere l’esperienza di chi lavora nello stesso contesto, con i colleghi che possono evidenziare, rafforzare o dissentire… consentire all’io di esprimere quello che ha dentro; il modo in cui la persona racconta l’esperienza talvolta è più importante del contenuto…e intorno a questo si ragiona, si fanno esperimenti. Nel contesto lavorativo la persona porta i suoi desideri, le delusioni, i progetti…” (“Un Treno carico di stress…”) www.rs-ergonomia.com

5 Ri-progettazione dei fattori di disagio 5 Gruppo di RLS della Regione Veneto (Settore sanitario)

6 Circolare 18 nov.10: indicazioni metodologiche per realizzare il livello minimo di attuazione dell’obbligo La valutazione del rischio s.l.c. è parte integrante della valutazione dei rischi e viene effettuata (come per tutti gli altri fattori di rischio) dal datore di lavoro avvalendosi del RSPP con il coinvolgimento del MC, ove nominato, e previa consultazione del RLS/RLST La valutazione si articola in due fasi: una necessaria (valutazione preliminare); l’altra eventuale da attivare nel caso in cui la valutazione preliminare riveli elementi di rischio da SLC e le misure di correzione adottate dal DL si rivelino inefficaci. www.rs-ergonomia.com

7 Rendere obbligatorio l’ascolto e il coinvolgimento dei lavoratori Il Coordinamento Tecnico Interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro nel gennaio 2012 ha dettato le "indicazioni per la corretta gestione del rischio e per l'attività di vigilanza alla luce della lettera circolare del 18 novembre 2010 del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali" Indicazioni, pubblicate in forma di FAQ, che hanno l’obiettivo di fornire risposte ai numerosi interrogativi che sono sorti in relazione all’attuazione pratica delle indicazioni della Commissione consultiva. www.rs-ergonomia.com

8 Concetti già contenuti nel documento del Coord.Tecnico Interregionale del marzo 2010 “ Vi è stato un acceso dibattito sulla validità dell’approccio valutativo proposto, che non prevede obbligatoriamente la raccolta della percezione soggettiva da parte dei lavoratori”. la validità scientifica di metodiche di valutazione osservazionali non è in discussione. Metodi che prendono in esame fenomeni quali assenteismo, infortuni, turnover, carichi di lavoro, caratteristiche dell’organizzazione del lavoro, ecc. Metodi specifici nell’individuare il tipo di carenze di un’organizzazione del lavoro e suggerire possibili soluzioni mirate. Possono risultare meno sensibili dei metodi soggettivi: descrivono l’organizzazione del lavoro come è formalmente e non come è percepita dai lavoratori”. www.rs-ergonomia.com

9 Il dibattito sulla validazione degli strumenti utilizzabili deve tener conto degli obiettivi che si perseguono. La validazione di un questionario è un processo complesso che comporta un lavoro di verifica della sua ‘bontà’ su campioni di popolazione molto ampi, utilizzando tecniche statistiche più o meno sofisticate. Utilizzare scale validate offre numerosi vantaggi: validità, capacità di rilevare l’oggetto di studio e non a rilevarne un altro, magari simile (una scala costruita per rilevare il Q.I. è valida se rileva proprio l’intelligenza, non è valida se rileva il livello culturale); attendibilità o riproducibilità, capacità di misurare correttamente il fenomeno, è quindi una verifica della stabilità e della precisione (in prove ripetute ravvicinate nel tempo una scala per misurare lo stato di salute si intende attendibile se restituisce lo stesso risultato); comparabilità, permette di effettuare confronti tra i risultati della propria osservazione e quelli ottenuti in altre rilevazioni, con il vantaggio di valutare se il proprio campione si comporta diversamente rispetto al fenomeno oggetto di studio da ciò che è emerso in altro contesto. www.rs-ergonomia.com

10 Se l’obiettivo è quello indicato assumono importanza prioritaria nella validazione la sua validità intesa come comprensibilità delle domande da parte di tutti gli intervistati allo stesso modo, l’assenza di ambiguità che potrebbero portare a risposte falsate; la sua attendibilità, ovvero la capacità di misurare correttamente il livello di rischio secondo la reale presenza (e la percezione) dei fattori di rischio sotto osservazione. www.rs-ergonomia.com

11 I lavoratori autonomi La valutazione stress lavoro correlato è stata effettuata su tutte le persone che operano presso il centro, compresi i lavoratori autonomi di cui all'articolo 2222 del codice civile (lavoratori autonomi che compiono opere o servizi). … faccio notare che a differenza dei lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi (secondo quanto espressamente indicato dal D.Lgs. 81/08, articolo 3 comma 11) si applicano le disposizioni di cui agli articoli 21 e 26 del Decreto citato ai quali occorre attenersi. www.rs-ergonomia.com

12 Articolo 21 - Disposizioni relative ai componenti dell’impresa familiare di cui all’articolo 230 bis del Codice civile e ai lavoratori autonomi Devono: a) utilizzare attrezzature di lavoro in conformità alle disposizioni; b) munirsi di dispositivi di protezione individuale ed utilizzarli conformemente alle disposizioni di cui al Titolo III; c) munirsi di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le proprie generalità, se effettuino la prestazione in un luogo di lavoro in regime di appalto o subappalto. 2, relativamente ai rischi propri delle attività svolte e con oneri a proprio carico hanno facoltà di: a) beneficiare della sorveglianza sanitaria; b)partecipare a corsi di formazione specifici in materia di salute e sicurezza sul lavoro. 12

13 Articolo 26 - Obblighi connessi ai contratti d’appalto o d’opera o di somministrazione 1. Il DL, in caso di affidamento di lavori, servizi e forniture all’impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi all’interno della propria azienda: a)verifica, con le modalità previste, l’idoneità tecnico professionale. b) fornisce dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell’ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività. 3. Il DL committente promuove la cooperazione e il coordinamento, elaborando un DUVRI Le disposizioni del presente comma non si applicano ai rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o dei singoli lavoratori autonomi. 13

14 Buone pratiche Reenginering dei processi di lavoro finalizzati ad aumentare la complessità del lavoro e ridurre ripetitività e monotonia; Adeguamento delle risorse; Piani di comunicazione; Interventi ambientali; Gestione, formazione e crescita del personale; Corsi di formazione per aumentare la conoscenza e la capacità di gestione dell’ansia e di coping; Monitoraggio periodico del clima organizzativo e “Servizio d’ascolto”. 14

15 Procedimenti e attrezzature di lavoro Procedure di lavoro chiare e condivise, mezzi di lavoro adeguati, sono la premessa fondamentale per una produzione redditizia. Questi fattori influiscono notevolmente anche sul grado e sulla rapidità di affaticamento. 15

16 Pianificazione e istruzioni di lavoro Per lavorare in modo efficiente e sicuro è indispensabile ricevere istruzioni chiare e precise. Informare i lavoratori sui rischi e pericoli cui sono esposti sul lavoro, nonché impartire istruzioni per un uso corretto delle attrezzature di lavoro, sono tanto importanti quanto fornire istruzioni e spiegazioni per eseguire il lavoro secondo le esigenze di produzione, qualità e scadenze. 16

17 Orario di lavoro e regolamentazione delle pause La flessibilità permette di adattare l’orario di lavoro alle proprie esigenze; le pause servono al riposo, alla distensione, al nutrimento e al recupero delle forze psicofisiche. Le pause vanno adattate all’attività svolta e il lavoratore deve fare una pausa prima che subentri un calo di rendimento. Alcune inchieste condotte nel campo della fisiologia del lavoro hanno rilevato che l’affaticamento non aumenta in modo lineare, ma in modo tanto più rapido quanto più si continua a lavorare nonostante la fatica. Si è inoltre costatato che il recupero è massimo all’inizio della pausa e diminuisce con l’aumentare della durata della pausa. Ne consegue che numerose pause brevi consentono un recupero maggiore e permettono di combattere un progressivo aumento della fatica più efficacemente di poche pause lunghe della stessa durata complessiva. 17

18 Valutazione e retribuzione Una valutazione trasparente e chiara delle mansioni lavorative e un compenso adeguato al rendimento sono, oltre alla lode, al riconoscimento e all’apprezzamento della persona, le premesse per favorire il benessere, la motivazione e la disponibilità del lavoratore. Anche nei momenti di crisi questi strumenti di gestione del personale hanno ottenuto molto di più di tante critiche e pressioni. 18

19 Margine di azione e potere decisionale Creatività e responsabilità del singolo non devono essere ostacolate da un’eccessiva rigidità; l’individuo deve poter gestire autonomamente il proprio lavoro in base ai mezzi di cui dispone e in funzione delle proprie capacità, compatibilmente con le esigenze di produzione, qualità e scadenze. 19

20 Contenuto del lavoro La mancanza di stimoli sul lavoro è motivo di insoddisfazione e di demotivazione come si riscontra soprattutto nei lavori monotoni, poveri di stimoli e poco impegnativi con ripartizione estrema delle mansioni (ad es. il lavoro a catena). La monotonia porta ad una rapida frustrazione e ad un calo dell’attenzione, fattori che incidono negativamente sulla sicurezza e sul rendimento del lavoratore; la mancanza di stimoli e la monotonia sul lavoro si possono evitare favorendo l’intercambiabilità delle mansioni (rotazione), l’ampliamento delle mansioni («job enlargement»), la delega. La situazione ideale vuole l’individuo in condizione di poter sfruttare il più possibile le sue capacità e il suo talento nell’esercizio della mansione. Un lavoro può avere un grado di contenuto troppo basso o troppo alto (overload) ed essere così la causa di mancanza di stimoli sul lavoro o di un eccesso di lavoro e/o di responsabilità in termini qualitativi e quantitativi. 20

21 Eccesso di lavoro e/o di responsabilità I limiti che segnano il passaggio dalla mancanza di stimoli sul lavoro, al lavoro ideale fino allo stress e all’eccesso di responsabilità variano molto da individuo a individuo). Occorre considerare anche la sfera privata (famiglia, vita sociale, sport, traffico stradale, ecc.). E lo stress professionale diventa nocivo quando si richiede al lavoratore prestazioni superiori alle proprie capacità. Questa situazione è caratterizzata da sintomi quali paura, rabbia, stanchezza, spossatezza, svogliatezza, cefalea e mal di schiena. L'ascolto sistematico dei collaboratori serve, tra le altre cose, a scoprire e risolvere eventuali discrepanze tra esigenze lavorative e abilità personali. 21

22 Ambiente di lavoro L’individuo necessita di clima e luce adeguati alla mansione che è chiamato a svolgere; buone condizioni igieniche; clima sociale. Il microclima è determinato dalla temperatura, dalla circolazione dell’aria, dall’umidità e dalla temperatura superficiale di locali e impianti. Il cosiddetto «clima del benessere» dipende anche dall’intensità dei movimenti del corpo e dall’impegno muscolare ed è in funzione di una serie di fattori quali età, sesso, costituzione, salute, alimentazione e abbigliamento. Anche pulizia e ordine nell’ambiente di lavoro contribuiscono in modo determinante alla qualità del lavoro, al rendimento, alla sicurezza e alla salute. 22

23 Infortuni e sicurezza Quando si concepisce l’ambiente di lavoro bisogna prendere in considerazione anche i rischi d’infortunio: punti a rischio di caduta e inciampo, rischio di impigliamento, pericolo di caduta dall’alto, proiezione di oggetti, ecc. 23

24 Una sintesi efficace Nella gestione dello spazio organizzativo il lavoratore deve avvertire: Coinvolgimento, Responsabilizzazione, Rispetto. 24

25 25 Grazie per l'attenzione 25


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