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IL FABBISOGNO IN PROTEINE Tradurre il fabbisogno proteico in termini rigidamente numerici è molto difficile, ci sono pochi dati sulla donna adulta, ma.

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Presentazione sul tema: "IL FABBISOGNO IN PROTEINE Tradurre il fabbisogno proteico in termini rigidamente numerici è molto difficile, ci sono pochi dati sulla donna adulta, ma."— Transcript della presentazione:

1 IL FABBISOGNO IN PROTEINE Tradurre il fabbisogno proteico in termini rigidamente numerici è molto difficile, ci sono pochi dati sulla donna adulta, ma quelli disponibili indicano che, una volta aggiustati per il peso corporeo, i valori sono uguali a quelli dell’uomo adulto. Il valore di 0,75 g/Kg di proteine al giorno è stato indicato come valore medio che copre presumibilmente i bisogni di buona parte della popolazione, ma una quota di 0,95 g/Kg è considerata come intervallo di sicurezza. Poiché i sistemi di eliminazione delle proteine in più sono normalmente efficienti, un consumo non eccessivamente superiore alle raccomandazioni non è da considerare a rischio. E’ comunque ragionevole seguire il consiglio di non oltrepassare il doppio del livello di proteine raccomandato.

2 Le abitudini alimentari della popolazione occidentale sono generalmente molto ricche di proteine, per cui la necessità di ridurre l'apporto proteico come nell'insufficienza renale determina notevoli disagi. I pazienti vengono generalmente ben istruiti alla riduzione delle proteine, ma molto spesso poco informati sulla necessità di mantenere una adeguata quota calorica, per cui spesso capita di veder arrivare in dialisi persone fortemente denutrite. IL FABBISOGNO IN PROTEINE

3 DIETE IPOPROTEICHE Le riduzioni proteiche vanno sempre effettuate salvaguardando l'apporto di proteine ad alto valore biologico (almeno per il 50 %) Vengono attuate in insufficienza renale e sindrome nefrosica, i parametri per valutare la funzionalità renale sono la misurazione del filtrato glomerulare e il dosaggio della creatininemia. In funzione del grado di avanzamento della patologia vengono proposte le seguenti riduzioni: normoproteiche:0,95 g di Pr/kg/die moderatamente ipoproteiche 0,8 g di Pr /kg/die ipoproteiche con0,6 g di Pr/kg/die

4 fortemente ipoproteiche0,3 g di Pr/kg/die oppure diete vegetariane (con quasi assenza di alimenti di origine animale) + integrazione di miscele di aminoacidi essenziali e chetoanaloghi (cheto-valina, cheto-leucina, cheto- isoleucina, cheto-fenilalanina e DL- idrossimetionina; lisina, treonina, triptofano, tirosina e istidina). L'integrazione con queste formulazioni ha il vantaggio di normalizzare le concentrazioni di aminoacidi nel plasma e nei tessuti, ridurre l'accumulo di scorie, azione anabolizzante, riduzione dell'apporto di Fosforo. DIETE IPOPROTEICHE (2)

5 Un apporto calorico di almeno 35 Kcal/kg/die, in caso di sovrappeso e utile non scendere mai al di sotto di 25 Kcal/kg/die. La quota calorica andrebbe così suddivisa: Carboidrati 60% soprattutto complessi con una quota non superiore al 10% delle calorie come HC semplici Fibra 20 - 25 g die Grassi 30 - 32% soprattutto come mono e polinsaturi, l'incremento di acidi grassi  3 sembra rallentare l'anuria. RACCOMANDAZIONI

6 Con la progressione della malattia è necessaria la progressiva riduzione di Fosforo da 900 mg fino a 200 mg/die. Si attua riduzione dell'apporto di Sodio in presenza di ipertensione e con la presenza di edemi. Si attua riduzione del Potassio quando il volume urinario scende sotto 1 l/die e con presenza di iperpotassiemia. RACCOMANDAZIONI (2)

7 CELIACHIA Malattia celiaca (MC) = sindrome da malassorbimento globale caratterizzata da: - atrofia dei villi intestinali - intenso infiltrato linfocitario  ruolo prioritario del sistema immune nella patogenesi: - della malattia (risposta non IgE mediata) - delle patologie ad essa frequentemente associata  dermatite erpetiforme di Duhring  nefropatia da IgA  ulcere orali ricorrenti L’eziopatogenesi della malattia è sostenuta anche da: - fattori enzimatici

8 - fattori alimentari  la MC è scatenata dal consumo di glutine, proteina vegetale presente nei cereali, in particolare da alcuni subcomponenti del glutine quali le gliadine presenti in alcuni tipi di cereali:  grano  orzo  avena  segala  farro  kamut  triticale CELIACHIA

9 Gli enterociti dei soggetti con MC presentano numerosi deficit biochimici: -  dell’attività disaccaridasica intestinale, in special modo della lattasi  elevata incidenza di intolleranza al lattosio -  rilascio di ormoni   stimolazione del panceas La MC viene trattata con una dieta rigorosamente priva di glutine: - i cereali contenenti glutine ed i loro derivati vanno sostituiti con altri che non lo contengono:  mais  riso  maizena  grano saraceno  miglio  amaranto  quinoa  sorgo CELIACHIA

10 - in commercio sono largamente disponibili alimenti privi di glutine - attenzione ad alcuni prodotti conservati che contengono farine dei cereali vietati, ad es. come addensanti - attenzione che alcuni farmaci possono contenere piccole quantità di farine - il latte e i suoi derivati soprattutto nella fase acuta possono peggiorare la sintomatologia, ma rappresentano un valido supporto nutrizionale e calorico nei periodi di remissione CELIACHIA


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