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Esiste una dieta ideale per l’anziano?

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Presentazione sul tema: "Esiste una dieta ideale per l’anziano?"— Transcript della presentazione:

1 Esiste una dieta ideale per l’anziano?
dr.ssa Renata Carraro Dietista Libera Professionista Hespace Henri Chenot Erbusco (BS)

2 Il primato degli Italiani:
L’Italia è al 1° posto nel mondo per la crescita degli ultra80enni (+ 3,2% l’anno) l’1% delle femmine ha più di 90 anni Soc. Italiana di Gerontologia e Geriatria 2003 Nel 2001 i 56 milioni di Italiani censiti presentavano per il 37,8% più di 50 anni Attualmente l’età “media” è di 41,8 anni Nel 2050 l’età media passerà a 50,5 anni Proiezioni Istat

3 L’invecchiamento della popolazione rappresenta un terreno fertile per l’espansione delle patologie croniche Nel 2005 a livello mondiale: Il 60% di tutti i decessi è stato causato dalle patologie croniche L’80% delle morti per malattie croniche interessa i Paesi a reddito medio basso Le scarse disponibilità economiche e l’elevato stress psicosociale, limitano le scelte ed aumentano i comportamenti a rischio

4 Un notevole peso in termini di mortalità precoce è causato:
Dai fattori di rischio MODIFICABILI Cioè quelli correlati allo stile di vita (non modificabili sono età ed ereditarietà) Mortalità: Sovrappeso – obesità 2,6 milioni Ipercolesterolemia 4,4 milioni Consumo di tabacco 4,9 milioni Ipertensione 7,1 milioni Nei prossimi 10 anni si prevede un incremento della mortalità dall’attuale 35% al 41 % (+17%).

5 Incidenza delle patologie croniche in Italia
Nella fascia d’età anni: il 58% della popolazione soffre di una patologia cronica Nella fascia d’età >75 anni l’incidenza delle malattie croniche aumenta all’ 86,3% Al Nord prevale la tendenza per 1 patologia cronica / persona, mentre al Sud ed Isole prevalgono i soggetti affetti da 2 o più patologie croniche / persona Dati ISTAT Multiscopo 2003

6 L’obesità è uno dei fattori di rischio “maggiori” per le malattie croniche
55-64 anni 65-74 ≥ 75 Sovrappeso (IMC:≥25/30) 44.5 % 45,2 39,4 Obesità (IMC ≥30) 14,4 14,2 10,4 Totale 58,9 59,4 49,8 (Direzione Generale Programmazione Sanitaria - Ministero della Salute 2006) Il sovrappeso rappresenta sia un fattore di rischio sia patologia ma non ne siamo consapevoli … I dati Italiani per sovrappeso-obesità nella popolazione sopra i 55 anni sono allarmanti

7 Come si determina l’IMC (BMI)?
IMC o Indice Massa Corporea: Peso/Statura (metri)2 sottopeso <18,5 normopeso 18,5-24,9 sovrappeso obesità >30

8 Il ruolo dell’intervento nutrizionale
Con una popolazione che invecchia e soffre con maggior frequenza di malattie croniche l’intervento nutrizionale diviene uno degli aspetti rilevanti sia per la prevenzione dell’invecchiamento sia per la gestione a lungo termine dei pazienti anziani

9 La Nutrigenomica: la nuova Dietetica
Si tratta di una nuova scienza che studia le influenze di alcuni nutrienti sul DNA. Si è accertato che le molecole chimiche contenute nei cibi sono in grado di agire sul genoma sia direttamente che indirettamente, alterandone i geni. Alcuni geni regolati dalla dieta, e/o loro varianti, sono implicati nell’eziologia, nell’incidenza, nella progressione e nella severità di numerose patologie croniche. Scapagnini 2007

10 DI TUTTI I MALI E’ IL NUTRIMENTO IL RIMEDIO MIGLIORE …”Ippocrate III° sec. a. C”
In futuro, il concetto di dieta “sarà ritagliato su misura” come un abito di sartoria Con la Nutrigenomica gli specialisti indicheranno le quantità di macro e micronutrienti necessarie per controllare le malattie croniche La dieta dipenderà dal “genotipo” e contrasterà gli effetti di alcuni “polimorfismi” responsabili delle patologie croniche

11 Cosa sono i polimorfismi?
Sono piccole differenze nei geni delle persone: la loro presenza rende “unici” Ognuno di noi differisce da chiunque altro perché possiede alcune differenze nella sequenza del proprio DNA I polimorfismi condizionano la risposta individuale all’ambiente ed alla dieta. Con le nuove tecnologie l’analisi multigenica è già disponibile, è rapida ed economica, e rappresenta uno strumento molto promettente Progetto Genoma 2006

12 I Polimorfismi ci CONDIZIONANO
Ad esempio: La risposta ai farmaci La manifestazione di determinate malattie I processi di invecchiamento (migliorandoli o peggiorandoli) La risposta agli stress fisici Le esigenze nutrizionali di un individuo

13 Polimorfismi famosi… Intolleranza al lattosio Dipende dal polimorfismo del gene dell’enzima lattasi intestinale. L’eliminazione dietetica del lattosio risulta risolutiva Ipertensione Quando origina dal polimorfismo del gene che produce angiotensinogeno permette di riconoscere i soggetti che risponderanno alla dieta Dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) Rischio Cardio Vascolare (↑omocisteina), Declino capacità cognitive, Difetto del tubo neuronale ed alcuni tumori) Correlazione a polimorfismi del gene dell’enzima metilante MTHFR. Tale mutazione è causata dalla carenza dietetica di acido folico L’integrazione alimentare con acido folico risulta preventiva Brigelius 2006 Osteoporosi Se dipende dal polimorfismo del gene del recettore della vitamina D3 (fondamentale per lo sviluppo ed il mantenimento del picco osseo) L’integrazione dietetica con vit. D e Calcio annullerà il rischio di O..

14 Il DNA può essere modificato da sostanze attive presenti nei cibi: I Nutraceutici
La nutrigenomica ha scoperto che alcuni cibi possono correggere svantaggi genetici che nel tempo svilupperebbero malattie Gli alimenti in grado di modificare il DNA sono chiamati funzionali per il loro contenuto in sostanze attive: dette Nutraceutici L’uso di cibo “funzionale” come “medicina” è particolarmente attraente poiché sarebbe una sorta di “terapia continuativa” senza il rischio di tossicità connesso al farmaco In effetti, ben prima della Nutrigenomica, studi epidemiologici avevano evidenziato una correlazione diretta fra dieta, stato di salute e stato di malattia in grado di condizionare anche la qualità dell’invecchiamento

15 Prevenire l’invecchiamento con la dieta
E’ noto da più di 50 anni che la dieta è in grado di interagire sulla qualità dello stato di salute e sulla longevità Una restrizione calorica tra il 30-40% rispetto al normale, ma adeguata in tutti i nutrienti essenziali, è in grado di: Aumentare la longevità, Ridurre o eliminare l’incidenza delle malattie croniche Ridurre il declino funzionale McCay 1935 La restrizione calorica sembra solleciti dei geni che attivano particolari enzimi: le Sirtuine

16 Le sirtuine vengono attivate oltre che dalla restrizione calorica dal Resveratrolo
Il Resveratrolo (composto polifenolico presente nell’uva rossa e nel vino rosso) Favorisce la longevità (lieviti, vermi, moscerini della frutta, pesci e topi a dieta ipercalorica) Migliora il controllo del diabete Ritarda la comparsa del morbo di Alzheimer Ha un effetto protettivo sul cuore e la circolazione Sinclair 2003, R. De Cabo e Sinclair 2006, Cellerino 2006

17 La Curcuma un nutraceutico di successo
La Curcumina è un polifenolo estratto da un tubero (Tumerico), usato da millenni come spezia e rimedio tradizionale in India (da il colore giallo al Curry) A livello scientifico la C. è nota come antiossidante, antinfiammatorio e recentemente si è affermata anche come antineoplastico. Per la sua biodisponibiltà e scarsa tossicità è stata valutata per la prevenzione di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer

18 Il cervello può mantenersi giovane con la Curcuma
In modelli sperimentali, la C. ha protetto i neuroni dall’apotosi indotta dall’esposizione al peptide beta amiloide, che con il suo accumulo nel cervello è ritenuto responsabile della demenza di Alzheimer La C. ha dimostrato la capacità di attivare alcuni geni “detti vitageni” in grado di potenziare la vitalità cellulare e la protezione dei neuroni dallo stress ossidativo. Questa ipotesi è stata confermata da recenti studi epidemiologici che hanno segnalato che in India, dove si consuma quotidianamente Curry, l’Alzheimer ed il Parkinson hanno un’incidenza bassissima rispetto ad altre Nazioni (7 volte inferiore agli USA) A Okinawa in Giappone gli ultracentenari assumono quotidianamente una tisana a base di tè verde e curcuma Scapagnini 2002 e 2007

19 Lo Stress Ossidativo L’ossigeno sostanza essenziale per la vita di tutti gli organismi viventi superiori, è anche una sostanza tossica per le cellule Infatti, attraverso complessi meccanismi, fra cui la respirazione cellulare, induce la formazione di specie chimiche con caratteristiche più o meno spiccate di reattività: I RADICALI LIBERI

20 Cosa sono i radicali liberi?
I Radicali Liberi (“R°”) sono atomi, o raggruppamenti di atomi, capaci di esistenza indipendente. Sono caratterizzati dalla presenza di uno o più elettroni spaiati. Estremamente instabili, molto reattivi e capaci di indurre danni estesi all’organismo in cui vengono generati Sono chiamati ROS (Reactive Oxigen Species) e rappresentano intermedi quasi obbligati del metabolismo cellulare “compagni di viaggio della nostra esistenza” La reattività dipende dalla CARICA e/o dal potenziale di OSSIDO RIDUZIONE. Più è elevato il rapporto carica/volume, più il RL è reattivo e tenderà a dar luogo ad una serie di reazioni a catena con rapida propagazione e degenerazione dei processi cellulari e metabolici

21 EZIOPATOGENESI DELLO STRESS OSSIDATIVO
I ROS rappresentano una minaccia mortale per la vita della cellula che ne tiene sotto controllo la produzione grazie ad un efficiente sistema di difesa. Tuttavia, in particolari condizioni, quando la produzione di ROS è eccessiva e/o la capacità di smaltire questi ultimi si riduce, la cellula è costretta a subire il danno da radicali liberi. In pratica, possiamo definire lo stress ossidativo come una particolare forma di stress chimico indotto dalla presenza di una quantità eccessiva di specie reattive per un’aumentata produzione delle stesse e/o per una ridotta capacità di smaltire le quantità comunque prodotte. Comunque venga determinata, l’eccessiva produzione di specie reattive, non più adeguatamente controllata dai sistemi di difesa antiossidanti, provoca una serie di alterazioni funzionali e strutturali della cellula, che possono condurre all’apoptosi o addirittura alla necrosi

22 Sono sostanze eterogenee presenti nei cibi di origine vegetale
Gli Antiossidanti Sono sostanze eterogenee presenti nei cibi di origine vegetale Si sono dimostrate in grado di prevenire o annullare l’azione ossidante delle specie chimiche reattive (ROS) Si tratta di: Enzimi Vitamine Sostanze simil–vitaminiche (phytochemicals) Oligoelementi, etc Le specie reattive dell’ossigeno ROS sono potenzialmente lesive. Per questo gli organismi viventi hanno sviluppato in millenni di evoluzione, un complesso sistema di difesa: gli antiossidanti

23 Gli antiossidanti della dieta e M. di Parkinson
Nel Morbo di Parkinson i RL causano la degenerazione delle masse nucleari del sistema extra-piramidale (corpo striato e sost. nigra) con perdita dei neuroni che producono dopamina. La vitamina E assunta con i cibi che ne sono ricchi si è dimostrata più efficace rispetto ai supplementi. Ciò è imputabile: alla forma chimica “alfa” della vit E presente solo nei cibi mancata coesistenza di altre sostanze alimentari che favoriscono il passaggio della vitamina E attraverso la barriera ematoencefalica Etminam – Lancet Neurol 2005

24 Disfunzioni neurodegenerative e Folati, vit. B6 e vit. B12
La carenza di queste vitamine produce un aumento di omocisteina nel sangue, acuendo lo stress ossidativo. A ciò consegue una perdita di neuroni comune a diverse patologie neurodegenerative (Alzheimer, Parkinson, SLA, neuropatie periferiche, etc.). Tuttavia l’assunzione con integratori alimentari di queste vitamine non ha prodotto nessun risultato. Si è avuto un effetto nettamente superiore quando queste vitamine sono state somministrate con gli alimenti naturalmente ricchi. Malouf et Al. The Cocharane database Reviews 2003

25 Obesità e Demenza Uno studio su soggetti Americani, valutati all’età di anni, arruolati nel periodo , ha dimostrato una forte relazione frà obesità nell’età adulta e comparsa di demenza in età senile. Il rischio di demenza era superiore al 74% nei soggetti che a anni erano obesi (IMC >30) Tale rischio era aumentato del 35% nei soggetti che a anni erano in sovrappeso (IMC 25-29,9) In questo lavoro il rischio di demenza era correlato oltre che all’IMC, anche alla distribuzione della massa grassa (confermando la pericolosità del tessuto adiposo soprattutto a livello addominale) Whitmer et Al: Obesity in middle age and future risk of dementia: a 27 year longitudinal population based study. BMJ 2005

26 Grasso addominale e declino cognitivo
Uno stato infiammatorio è spesso presente nei soggetti con tessuto adiposo aumentato a livello addominale Le adipocitochine, sostanze con funzioni endocrine prodotte dall’adipocita, provocano una risposta proinfiammatoria che è causa di insulino resistenza e danno endoteliale Si è visto che le adipocitochine possono attraversare la barriera ematoencefalica e danneggiare direttamente il SNC Whitmer Neurology Yaffe Neurology Yaffe Jama 2004 – Yaffe Neurology 2003

27 Fluidità delle membrane cellulari
Le cellule in presenza di ↑ stress ossidativo reagiscono ↓ ATP e gli enzimi della catena respiratoria ↓ Energia disponibile = inefficiente manutenzione strutturale e funzionale delle membrane cellulari ↑ catabolismo cellulare a danno delle strutture contenenti acidi grassi della serie w3 (più deboli essendo più ricchi in doppi legami) rispetto alle strutture derivanti dalla serie w6 Lo squilibrio metabolico tra w3 e w6, produce un’alterata formazione di eicosanoidi derivati dall’acido arachidonico (w6) a cui segue ↑ dell’infiammazione e ↑ dei processi degenerativi.

28 Il corretto rapporto dietetico fra acidi grassi w6 e w3 è di 5:1
Ma è una chimera! Il rapporto attuale è di 25:1 a causa dell’eccedente assunzione di carni, salumi, grassi animali ed oli di semi. Gli w3 sono presenti naturalmente nei pesci e nei semi oleaginosi (lino, noci,etc.), e nei cibi fortificati I risultati ottenuti con la supplementazione di w3 non ha però portato a risultati soddisfacenti. Revisioni della letteratura, pur decretando la bontà degli w3, ha stabilito che nei confronti della demenza, al momento, non è giustificato l’uso di supplementazione. Cochrane data base 2006

29 La dieta per rallentare l’invecchiamento cerebrale
I molti studi epidemiologici non sono dirimenti. Sicuramente molti nutrienti sono coinvolti nella patogenesi delle demenze Ma il risultato sorprendente, è che gli esiti sono nettamente superiori quando queste sostanze arrivano attraverso gli alimenti . La ricerca si sta perciò indirizzando verso lo studio dei comportamenti alimentari, e sta valutando la multidimensionalità dell’alimentazione e l’interazione dei nutrienti fra di loro. I cibi contengono anche composti diversi dai nutrienti, in grado di implementare l’azione dei singoli nutrienti con effetti sinergici Lichtenstin et Al. Jama 2005

30 Nuovi orientamenti dietetici europei
Si stanno rivedendo le strategie comunicative, evitando suggerimenti negativi come: Mangiate meno grassi saturi, colesterolo e sale A suggerimenti positivi come: Scegliete diete con molta frutta e verdura, legumi, cereali integrali e semi oleaginosi I cibi di origine vegetale hanno dimostrato infatti una riduzione dello stress ossidativo, un’azione antinfiammatoria, una riduzione dei livelli di omocisteina, una protezione nei confronti dei processi degenerativi e dei danni vascolari caratteristici delle patologie croniche

31 Per ottimizzare i benefici dai fitochimici antiossidanti è indispensabile “VARIARE” la dieta
Differenti specie e varietà di frutta, verdura e semi diversificano nei profili fitochimici. Nella figura, è stata valutata la risposta antiossidante di diverse tipologie di frutta: arance, mele, uva, e mirtilli. La curva dose-risposta dell’attività antiossidante fu spostata a sinistra dopo la combinazione dei 4 frutti. La dose media effettiva (EC50) di ciascun frutto dopo la combinazione fu 5 volte più alta che il EC50 di ciascun frutto da solo, suggerendo così un effetto sinergico dopo la combinazione dei 4 frutti. Perciò i consumatori, per ottimizzare i benefici alla salute, dovrebbero ottenere i loro fattori fitochimici assumendo una larga varietà di frutta, verdure, legumi e cereali integrali. Nel 2003 Temple e Gladwin revisionando più di 200 studi coorte caso controllo valutarono il rapporto tra assunzione di frutta e verdure ed il rischio di cancro. Essi conclusero che la prevenzione al cancro era ottimale nei consumatori di una grande varietà di frutta e verdura, sebbene la tipologia dei frutti e verdure possono dominare su alcuni tipi di cancro. Per migliorare la loro nutrizione e la salute, i consumatori dovrebbero pertanto ottenere gli antiossidanti dalla loro dieta e non dai costosi supplementi dietetici, in quanto questi ultimi non riproducono la bilanciata combinazione di fitochimici trovata in frutta e verdure e nei cibi integrali. Risulta più importante ottenere antiossidanti dall’assunzione alimentare di grandi varietà di cibi, anche perché con gli alimenti è improbabile incappare nella tossicità da sovraconsumo. La protezione riguarda soprattutto i tumori che colpiscono gli apparti respiratorio e digerente, e in misura buona anche se un po’ inferiore per i tumori al seno ed alla prostata. Liu 2004 La risposta antiossidante delle diverse tipologia di frutta (arance, mela, uva rossa e mirtilli) è diversa e più potente per i colori rosso e blu. La curva dose-risposta dell’attività antiossidante fu spostata a sinistra dopo la combinazione dei 4 frutti, suggerendo così un effetto sinergico fra antiossidanti

32 Ed i sapori.. basta scegliere cibi di stagione!
I 5 colori e le 5 porzioni La quantità consigliata, varia da ca 950 a 1100 g fra frutta e verdura al giorno, vale a dire: Un frutto per pasto (almeno 3) Un’insalata a pranzo Un minestrone a cena Tenere d’occhio i colori (blu-viola, rosso, giallo arancio, verde e bianco) Ed i sapori.. basta scegliere cibi di stagione!

33 Si sono rilevati fattori protettivi “fondamentali”
In conclusione Semplici norme comportamentali a tavola possono risultare molto efficaci per la prevenzione dell’invecchiamento e delle patologie correlate. Resveratrolo, curcuma, vitamine del complesso B, Acidi grassi della serie w3, restrizione calorica, fitochimici antiossidanti Si sono rilevati fattori protettivi “fondamentali”

34 διατα Mediterranea In passato, il termine διατα veniva inteso come “stile di vita”, ovvero il rispetto di norme che contemplavano: alimentazione sana e variata, presenza di moderato esercizio fisico, evitare il fumo, ridurre l’alcool, riposo adeguato, favorire l’uso di approcci non farmacologici quando possibile e… un pizzico di buonsenso! L’impegno scientifico per comprendere i meccanismi dell’invecchiamento non è certo finito Il ruolo dell’alimentazione per prevenire l’invecchiamento e ridurre l’incidenza delle malattie croniche rimane ancora oggi una delle maggiori sfide.


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