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Tra il 1943-1944: si decisero le sorti della guerra. Mentre i russi costringevano i tedeschi alla ritirata, gli anglo-americani, partendo dalle basi africane,

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1 Tra il 1943-1944: si decisero le sorti della guerra. Mentre i russi costringevano i tedeschi alla ritirata, gli anglo-americani, partendo dalle basi africane, attaccarono l’Italia. 24 Luglio 1943: si ha una mozione di sfiducia contro Mussolini. Il suo arresto; Nuovo capo del governo: il militare Pietro Badoglio. 3 Settembre: viene firmato l’armistizio a Cassibile (Sicilia). I Comandanti delle forze armate in patria e all’estero non vengono informati, non si diramano ordini e non si predispone alcun piano per fronteggiare la nuova situazione. 8 settembre 1943 : viene diffusa la notizia dell’armistizio e Badoglio è costretto a darne comunicazione alla radio la sera alle 19:30. « Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi danni alla nazione, ha chiesto l'armistizio al generale Eisenhower… La richiesta è stata accolta. Conseguentemente ogni atto di ostilità contro le forze anglo- americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza. » 9 Settembre: Il re Vittorio Emanuele III, la famiglia reale, i membri del governo e dello stato maggiore delle forze armate fuggono da Roma a Pescara, si imbarcano a Ortona e arrivano a Brindisi. Truppe inglesi sbarcano presso Taranto e truppe americane a Salerno; I tedeschi si ritirano a nord di Napoli e in applicazione di un piano già predisposto, costringono le forze italiane alla resa in patria e su tutti i fronti. Presi alla sprovvista, i reparti italiani, non possono opporre resistenza e là dove resistono vanno incontro ad una strage. In lunghi treni i prigionieri sono avviati ai campi di concentramento della Germania e dell’Europa orientale. 12 settembre: Mussolini liberato dai tedeschi dalla prigione sul Gran Sasso, assume il governo della Repubblica Sociale Italiana, stato fittizio, creato in Germania d’accordo con Hitler. QUANDO CAMBIANO LE SORTI DELLA GUERRA

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3 Il fatto che Hitler non abbia considerato i militari italiani prigionieri di guerra, ha generato dei tumulti; La definizione di internati militari italiani nei lager nazisti è una dolorosa, atipica vicenda storica del nostro paese. (liberamente tratto dal diario di Lisi)

4 L’importanza delle testimonianze orali In un’epoca in cui la tecnologia sta prendendo il sopravvento sui rapporti umani, in cui ci guardiamo sempre meno negli occhi quando parliamo, in un’epoca in cui tutto ci è reso più facile dai computer, cellulari…e ci sentiamo molto lontani dalle barbarie che sono avvenute ai tempi dei nostri bisnonni, credo che la ricchezza delle poche testimonianze orali rimanenti, sia ineguagliabile. I sentimenti, gli sguardi, i racconti inimmaginabili delle persone che hanno veramente vissuto quei crudeli momenti, sono sicuramente il mezzo migliore per farci rendere conto di quello che è successo. La sofferenza nella voce di quelle persone, la commozione nel loro sguardo ed il viso contratto al ricordo, nonostante siano passati sessant’ anni, trasmettono la consapevolezza che la MEMORIA è importantissima per far sì che un orrore così grande non si ripeta. Purtroppo l’insorgere di correnti come il negazionismo ha sottolineato ancor più l’importanza di rendere vivo il ricordo, poiché è inaccettabile credere che ci siano persone che nonostante la devastante ed orribile apparenza, neghino una così tragica realtà.

5 PRIMO LEVI Sognavamo nelle notti feroci Sogni densi e violenti Sognati con anima e corpo: Tornare; mangiare; raccontare. Finchè suonava breve sommesso Il comando dell’alba: “ Wstawac ” E si spezzava in petto il cuore. Ora abbiamo ritrovato la casa, Il nostro ventre è sazio, Abbiamo finito di raccontare. È tempo. Presto udremo ancora il comando straniero : “ Wstawc ”. Il Gennaio 1946

6 (Gli ultimi testimoni orali del loro incubo) ORETTO GIANNONI ANGIOLINO IORI EGISTO FERRETTI

7 È nato a San Marcello Pistoiese nel 1921. In famiglia erano molti: tre fratelli e sei sorelle. Nonostante fossero in nove è riuscito sempre ad avere un buon rapporto con tutti, senza distinzioni. Erano dei pastori, hanno vissuto sempre tra gli animali e grazie a ciò sono riusciti a patire meno la fame, nel duro periodo della guerra, perché qualcosa da mangiare anche se non in abbondanza, ce l’avevano sempre. Per la transumanza impiegavano nove giorni di viaggio e venivano accompagnati sempre da una donna perché serviva loro per le faccende e per un minimo di pulizia. Grazie allo sviluppo delle linee ferroviare la loro vita migliorò poiché potevano caricarci il bestiame. Quando è iniziata la guerra aveva 19 anni. Ha fatto quasi sei anni di servizio militare. Da San Marcello Pistoiese è stato mandato in Sicilia, in provincia di Siracusa, dove è stato per due anni, fino a quando non è stato mandato in Grecia dove ha iniziato a combattere. A causa dell’ armistizio dell’8 settembre fu catturato insieme agli altri militari italiani e deportato in Germania. E’ stato in tre campi di concentramento. Uno fu Innsbruck l’altro Spergau e dell’ultimo ha dimenticato il nome.

8 In Germania, lavorò un anno in uno stabilimento di munizioni e poi nell’aereonautica. «Tutti stavano male, persino i tedeschi, ma gli italiani furono trattati in modo peggiore» afferma Angiolino. La mattina venivano svegliati all’alba, con il suono della tromba e se non si alzavano venivano picchiati. Lavoravano 12 ore al giorno, una settimana di notte e una di giorno; Durante la pausa pranzo il cibo era “poco e poco bono”! Facevano di tutto una brodaglia insoddisfacente per i bisogni umani. Nel campo erano tutti uomini. Dei suoi compagni militari rimase solamente con uno di Siena dalla Grecia alla prigionia, alla liberazione e quindi al ritorno in patria. Mi ha raccontato che cominciarono a trattarli ancor peggio quando in Italia si formò la resistenza partigiana. I campi dov’è stato internato, confinavano con i campi di sterminio, a dividerli c’era solamente un reticolato spinato. Se li beccavano a parlare tra loro, anche tra compagni militari, li dividevano. Temevano che tramassero qualcosa. Mi ha detto anche che c’erano tanti “sette cervelli”, che cercavano di fare a modo loro, ma furono eliminati. « Per sopravvivere dovevi fartene una ragione di quello che ti era successo e non potevi più fare come volevi, dovevi eseguire gli ordini! Se cercavi di scappare,la maggior parte delle volte ti uccidevano; quindi era meglio non rischiare».

9 Venne a sapere la notizia della liberazione da un capitano che era gestore del campo. Racconta che fu un momento indescrivibile. Per tornare a casa prima andò a piedi, poi utilizzò un treno ed infine un cavallo. Tornò a casa il 5 Agosto 1944. Ritrovò tutta la famiglia e fu una grandissima gioia! Tornò con tre amici che erano delle sue parti. Ma la fine che essi fecero dopo il ritorno, non lo sa. Quello che però dice SEMPRE è: «SAREBBE MEGLIO MORIRE CHE TRASCORRERE TUTTO NUOVAMENTE».

10 Nato a Campiglia M.Ma il 23 Aprile 1923. Suo nonno era un commerciante di cavalli, suo padre faceva il barrocciaio, avevano una casa per conto loro, un appezzamento di terra e lavoravano molto. Oretto dice che ha sempre avuto voglia di lavorare. Nel Settembre del 1942, partì da Piombino per la guerra è andò a Reggio-Emilia, poi a Montecchio, a Verona, a Riva del Garda. In quel periodo però gli inglesi sbarcarono in Sicilia, allora fu mandato a Rovereto e poi a San Michele tra Trento e Bolzano e lavorava sulla linea ferroviaria, controllando i ponti. L’ 8 Settembre, vide arrivare dei carri armati, scesero dei tedeschi, gli chiesero le armi e dissero a tutti che li avrebbero mandati a casa. Oretto e gli altri non sapevano però che Badoglio aveva chiesto l’armistizio. Li portarono via, caricandoli su dei camion. Per tre giorni e tre notti viaggiarono senza sapere quale fosse la méta, sopravvivendo soltanto con qualche sorsata d’acqua. Arrivati in Germania, precisamente ad Hannover, scoprirono la loro destinazione: IL CAMPO DI CONCENTRAMENTO: FALLINGBOSTEL, tra Hannover e Brema. L’inizio di un vero incubo..

11 Il loro campo era circondato da un filo spinato. Il cibo era veramente scarso e non nutriente. Molte volte fu proposto loro di tornare in Italia e combattere a fianco dei tedeschi, ma il tenace Oretto con audacia e sicurezza da vero patriota, rispose sempre : “ NO, MAI!” Lo portarono a lavorare in una fabbrica che poi scoprì essere una polveriera. Svolgevano lavori molto pesanti e pericolosi e purtroppo molti non ce la fecero. I loro orari erano estenuanti, con turni di 12 ore. Oretto ha sempre detto che da un certo punto di vista non è stato molto fortunato perché al contrario di altri, lui è stato veramente male. Mi ha raccontato che mentre i russi, gli ucraini ed altri prigionieri erano trattati male, a loro italiani, spettava un trattamento ancor peggiore dato che nei loro confronti serbavano un rancore ancor più forte perchè erano passati da alleati a nemici e quindi si sentivano TRADITI.

12 Dopo lo sbarco in Normandia, g li americani scesero dal mare del Nord e dopo aver bombardato incessantemente, allontanarono gli internati, mentre i tedeschi fecero saltare la polveriera, con tonnellate e tonnellate di polvere. Finalmente furono LIBERATI. Li riunirono poi, in campi di smistamento dove stettero per circa due mesi, ma dove finalmente ricominciarono a mangiare. Li portarono con dei camion a Innsbruck(Austria) e poi a Pescantina. Quando era nel campo ha avuto contatti con la famiglia, ma molti pacchi non gli arrivarono perché furono aperti prima. Scrisse comunque molte cartoline alla famiglia e alla fidanzata che lo aspettava preoccupata. Ma le prime notizie sulla sua famiglia le ha avute dopo un anno! Arrivò a casa grazie a mezzi di fortuna, il 3 Agosto 1945. Al suo rientro trovò l’Italia in rovina, ma se lo aspettava poichè anche la Germania lo era. A scaturire grande felicità in lui è stato il fatto di sapere che tutta la sua famiglia era viva. La gioia più grande è stata poter riabbracciare i suoi cari, dal primo all’ultimo! Purtroppo certe emozioni non si possono comprendere se non vengono provate personalmente!

13 Nato nel 1924 a Cerreto Alpi sull’Appennino Tosco-Emiliano In famiglia erano pastori e durante l’anno si recavano 8 mesi in Val di Cornia con la transumanza e nei restanti 4 stavano in montagna. Faceva il carabiniere a Roma quando iniziò la sua avventura. Cominciata già da diversi anni la guerra, l’ 8 Settembre del 1943 era di servizio quando di notte, ci fu la violenta battaglia contro i tedeschi. Il numero delle vittime ammontava a 17 morti e 48 feriti.

14 Quella sera ebbe moltissima fortuna; si trovava in mezzo ad altri due colleghi, quando in un batter d’occhio, caddero a terra entrambi, morti sul colpo e lui rimase ferito ad una spalla e alla schiena. Essendo ferito fu portato in ospedale e fu curato. Dopo fu mandato a fare il carabiniere a Palaia, vicino a Pisa. I tedeschi, lo catturarono insieme ad altri 400 o 500 e furono riuniti a San Miniato, da dove poi, furono caricati su un treno e portati in Germania a loro insaputa ….

15 Fortunatamente per lui, quando fu preso non stava combattendo, grazie a questo, invece di essere mandato in un campo di sterminio o di lavoro, fu portato a lavorare in una cantina di vino ad Oppenheim, in Renania, dove scarseggiavano però le condizioni igeniche e sanitarie. A lavoro erano controllati costantemente. Nella pausa pranzo venivano condotti in un locale dove mangiavano solamente patate bollite con la buccia. Lavoravano tutto il giorno. La sera per dormire era “ospitato” da una famiglia tedesca. La loro abitazione però era molto lontana dal posto di lavoro.

16 Mentre i tedeschi fuggivano sotto l’incalzare degli alleati, gli avevano affidato l’incarico di portare in un paesino una moto senza benzina, ma in quel momento, iniziarono a cadere le granate degli americani, che costrinsero lui e i suoi compagni a rifugiarsi in una fossa, feriti. Per paura però, di essere fucilati dai tedeschi se non fossero riusciti a portare a termine la loro missione, trovarono il modo di arrivare a destinazione. Fu ricoverato in Germania e quando guarì, con mezzi di fortuna, riuscì nel 1946 ad arrivare in Italia. Si stabilì a Venturina in località Polledraia, decise di non fare più il carabiniere. Ha lavorato per 30 anni come guardia giurata alle Acciaierie di Piombino.

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18 IL CARATTERE DI QUESTI UOMINI: innanzitutto il loro patriottismo, l’indiscussa fedeltà verso la patria che ha donato loro la forze di andare avanti; La voglia di vivere, di rivedere tutti i loro cari, perché penso che se non ci fosse stata una motivazione così grande, purtroppo non sarebbero riusciti ad essere ancora qui, vivi e vegeti, a raccontarmi come ad una nipote, le loro avventure; La loro intelligenza, come capacità di sapersi adattare alle varie situazioni e saper sopportare e far fronte ad esse, senza mai mostrare cedimenti o debolezze; La loro determinazione, nel cercare di ottenere ciò che spetta loro, senza mai perdersi d’animo, la loro voglia di lottare fino in fondo ed il loro amore per la vita!

19 Generale, il tuo carro armato è una macchina potente. Spiana il bosco e sfracella cento uomini. Ma ha un difetto: Ha bisogno di un carrista. Generale, il tuo bombardiere è potente. Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante. Ma ha un difetto: Ha bisogno di un meccanico. Generale, l’uomo fa di tutto. Può volare e può uccidere. Ma ha un difetto: Può pensare. BERTOL BRECHT

20 Mentre Firenze fu liberata nel Settembre del 1944 dagli alleati che venivano da Roma, il comune di Campiglia fu liberato il 25 Giugno del 1944 ; MAI un evento fu più atteso e preparato ; erano giorni di grande felicità, attenuata però dalla notizia della morte del partigiano Nerio Signorini, ultimo caduto della resistenza in questo territorio. Il Comitato di Liberazione Nazionale Locale, in pieno accordo con il comando alleato, nominò sindaco Giuseppe Mussio. La situazione del comune era gravissima; si trattava di ricostruire e di offrire alla popolazione i beni di prima necessità. Furono giorni di frenetica attività ed il palazzo comunale diventò il centro nevralgico di tutte le iniziative: fu così anche nei decenni successivi ed è in questo comune che rientrarono : Oretto Giannoni nel 1945, Egisto Ferretti nel 1946 e Angiolino Iori nel 1968.

21 Egisto Ferretti si sposò nel 1952, con Maria Pietrelli, dalla quale ha avuto due figlie: Ivana e Anna. Egisto e la moglie vivono in via Don Minzoni. Angiolino Iori si sposò nel 1953 con Rina Pastorelli dalla quale ha avuto due figlie: Angela e Paola. Angiolino e la moglie vivono in via Casalpiano (mio stesso indirizzo). Oretto Giannoni si sposò nel 1947 con Lorenzina Fanti, dalla quale ha avuto un figlio: Claudio. Vivono in via Suveretana.

22 Dopo l’8 Settembre 1943, si formarono vari tipi di resistenza: la più famosa fu quella partigiana. La guerra entrò nella sua fase risolutiva nel 1944. I tedeschi furono attaccati contemporaneamente dai russi e dagli americani. In Italia gli anglo-americani avanzarono verso Nord. Il 25 Aprile 1945- i tedeschi furono cacciati da Milano e da Torino e si ritirarono in Austria. Mussolini fu fucilato il 28 Aprile a Mazzegra sul lago di Como ; il 2 maggio del 1945 fu firmata la resa. In quei giorni Berlino e Vienna furono conquistate dai russi. Hitler si suicidò il 30 Aprile ; Il 7 maggio fu firmata la resa dell’esercito tedesco. La guerra in Europa era finita. Restava in armi il Giappone. Il conflitto fu concluso dagli americani sganciando le prime bombe atomiche della storia, Hiroshima 6 Agosto, Nagasaki 9 Agosto. Il Giappone firmò poi la resa il 1 settembre del 1945. TERMINÒ LA PIÙ SANGUINOSA GUERRA DELL’ UMANITÀ!


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