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Progettazione educativa

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Presentazione sul tema: "Progettazione educativa"— Transcript della presentazione:

1 Progettazione educativa
B. Q. Borghi, L. Guerra, 2012, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza C. Monaco, Zero Tre. Che cosa fanno i bambini al nido, Infantiae.org

2 Cambi, Percorsi educativi)

3 A livello individuale Per quanto attiene all'aspetto soggettivo o individuale dell'educazione, cioè al processo che fa di ogni soggetto un 'uomo', ovvero un soggetto che ha acquisito i caratteri completi della propria specie, è opportuno sottolineare che esso ingloba (in forma dialettica) almeno quattro momenti: 1. la crescita biologica, l'inculturazione, 3. l'apprendimento, la formazione. Cambi, Percorsi educativi)

4 educazione inculturazione formazione apprendimento tempo
crescita biologica

5 crescita biologica La crescita biologica è relativa allo sviluppo dell'organismo e delle sue potenzialità; segue tempi e forme fissi e universali, in quanto biologici. È regolata da leggi pressoché invarianti e costituisce la base di ogni processo educativo: un punto di partenza e un condizionamento in relazione all'azione educativa. Essa riguarda sia il corpo sia la psiche, che maturano secondo loro ritmi e modalità (di cui ci informano la biologia umana, l'antropologia fisica, la medicina) e che devono essere attentamente studiati dalla pedagogia (biopedagogia e psicopedagogia). Cambi, Percorsi educativi)

6 inculturazione L'inculturazione è un processo sociale volto a favorire la socializzazione dell'individuo attraverso l'assimilazione di comportamenti, credenze, pratiche di vita, […] che danno al soggetto una visione di sé, della società, del mondo e, al contempo, una precisa e determinata identità. Tale processo avviene attraverso l'esempio e l'abitudine: si assorbono forme di vita presenti nell'ambiente in cui il soggetto cresce e si vengono a formare abiti mentali, strutture della personalità di base, modelli interiorizzati. Cambi, Percorsi educativi)

7 apprendimento Con l'apprendimento siamo invece al livello di assimilazione di saperi e di tecniche, di linguaggi specifici, di codici determinati, di conoscenze e pratiche formalizzate. Si entra nel campo di un'educazione formale, definita e programmata, che si impone nelle società complesse e che occupa un suo preciso spazio sociale, la scuola, il quale si organizza secondo proprie finalità e si fa sempre più un momento cruciale dell'educazione, fino a divenire, nella società moderna e contemporanea, la forma guida dei processi di educazione. Nella scuola si apprendono saperi con lessici, regole, tecniche specifici, allenandosi sia a distinguerli sia a intrecciarli, secondo una serie di tappe che si fanno via via più ricche e complesse e coinvolgono saperi sempre più specializzati e formalizzati. Cambi, Percorsi educativi)

8 formazione La formazione si pone come punto di arrivo dell'inculturazione e dell'apprendimento […]. Essa, in senso stretto, è la maturazione culturale e umana dell'individuo che si compie attraverso una sintesi organica (e funzionale) dei saperi, delle tecniche ecc., e un'assimilazione libera (critica) della cultura di un gruppo, di un popolo, di una società, rendendo così l'individuo il protagonista attivo e responsabile, quindi anche autoregolato, di tale processo. E’ presente il principio secondo il quale ci si fa autenticamente e completamente uomini e donne solo quando la cultura e i saperi sono rivissuti e organizzati in una dimensione personale, che di questi rappresenta un'interpretazione e una sintesi attiva e vitale. Cambi, Percorsi educativi)

9 A livello sociale L'educazione è connotata a livello sociale da un insieme di istituzioni che ne gestiscono i processi e ne controllano la continuità storica, si fanno depositari delle pratiche e dei saperi che regolano gli interventi rivolti alla intercvulturazione, all'apprendimento e alla formazione, in funzione della riproduzione di una società nel suo complesso, con le sue pratiche, i suoi saperi, le sue ideologie. L'aspetto sociale e istituzionale dell'educazione è un po' la faccia complementare rispetto alla visione individuale dell'educazione, che la completa. Cambi, Percorsi educativi)

10 Educazione: quando[1] educazione nell’infanzia educazione ………….
educazione nelle strutture destinate alla prima infanzia (asili nido) educazione nelle strutture per la seconda infanzia (scuole materne) educazione nelle strutture per la terza infanzia (primaria) educazione …………. educazione degli adulti da

11 Educazione: quando[2] l’educazione degli adulti si propone l’alfabetizzazione di quanti non hanno raggiunto un adeguato livello di istruzione, il completamento dell’educazione di base e di quella formazione professionale necessaria a un inserimento funzionale nel lavoro, la libera fruizione della scienza e delle opere d’arte e di quant’altro costituisce il patrimonio culturale di una comunità.

12 Educazione: quando[] in modo contemporaneo rispetto all’età tradizionalmente soggetta a educazione intenzionale e istituzionale e anche a quella per adulti, esistono percorsi di “sostegno e recupero” (comunità per minori, istituti di pena, …) lungo tutta la vita, esistono anche dei percorsi educativi non intenzionalmente predisposti, collegati alla vita quotidiana (percorsi informali) e l’educazione di ciascuno di noi è una sintesi fra percorsi intenzionali e informali.

13 educazione inculturazione formazione apprendimento tempo
crescita biologica

14 ……… s. infanzia primaria nido …… tempo crescita biologica

15 quindi a livello individuale:
i quattro processi sopra esaminati sono tra loro integrati e strutturano la nozione di educazione, la quale vive dialetticamente fra universalità e unicità; dialettica e bilanciamento fra valori di una educazione uguale per tutti (universalità) e una regolata da ritmi ed esigenze personali (unicità) Cambi, Percorsi educativi)

16 In particolare, la cultura pedagogica
nido In particolare, la cultura pedagogica individua l’asilo nido come luogo di rispetto assoluto della diversità dei propri utenti; deve essere il luogo della massima valorizzazione delle specificità del singolo bambino (originalità dei bisogni, motivazioni, percorsi di apprendimento) ma deve assicurare a tutti l’accesso a quelle competenze che possano garantire un altro principio fondamentale, che si affianca a quello della diversità, quello dell’uguaglianza Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza

17 nido Occorre saper mediare fra le due posizioni: quella che predilige la ‘diversità’ e quella che predilige l’’uguaglianza’. Accettare la diversità può significare bloccare il singolo all’interno delle sue specificità ed originalità psico-fisiche, e può significare rinunciare ad articolare un rapporto basato su qualità di esperienze che possono essere proposte dall’adulto, dall’ambiente, dagli oggetti che lo circondano. Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza

18 nido Percorrere parallelamente e complementarmente le strade della ‘diversità’ e dell’’uguaglianza’ significa garantire un: diritto ad un percorso di uguaglianza che deve essere fornito; il nido deve avere un proprio ‘percorso formativo’ che va progettato e che deve tendere a fornire a tutti una “alfabetizzazione” per poter divenire un cittadino nell’attuale società; e un diritto ad un percorso personale (diversità); vuol dire che il bambino deve poter maturare le proprie esperienze in modo autonomo rispettando le sue specifiche curiosità, i suoi ritmi, il suo stile cognitivo. Deve poter utilizzare le proprie modalità di crescita. Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza

19 mito della fabbricazione
il fine dell’educazione non è mettere ordine e ammaestrare secondo nostri criteri che non rispettino quelli di coloro che stanno crescendo; dobbiamo dunque pensare l’educazione come pratica di libertà e abbandonare il mito della fabbricazione delle persone; un principio dovrebbe guidare l’azione educativa e cioè: evitare di pensare che, per il bene dei ragazzi, è bene che loro facciano quello che noi pensiamo sia bene che loro facciano. (*) Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza, Carocci, 2012 , pag

20 quindi sullo sfondo di un approccio contrario alla fabbricazione, rifiutando il tentativo di omologare e rispettando le specificità individuali, cercando, comunque, di garantire il diritto all’uguaglianza, occorre progettare itinerari che si basino su un giusto equilibrio fra diversità e bisogno di uguaglianza

21 nido Sono saperi che guidano alla progettazione educativa alla progettazione didattica

22 Saperi dell’educazione al nido
Rimandano a significati quali: armonia tranquillità serenità significatività funzionalità benessere regole sicurezza sviluppo, evoluzione inserimento relazione integrazione raggruppare comunicare socializzare ……………. “organizzare un ambiente significativo, caldo, accogliente, dove il bambino possa vivere con serenità […] e possa esprimersi e svilupparsi completamente” (Lombardi, L’avventura di crescere insieme, junior)

23 nella progettazione in un nido, si possono individuare due profili:
profilo educativo (progettazione educativa) cui spetta il compito di organizzare il contesto educativo; profilo didattico (progettazione didattica) cui è affidata la gestione dei ‘contenuti’ e la conduzione dei percorsi formativi collegati ad essi progettazione educativa

24 In particolare la progettazione educativa si interessa:
di strutturare le sezioni, di organizzare gli spazi e i tempi, di dotare il nido (gli spazi) di strumenti/materiali, del rapporto con le famiglie e con il territorio, delle modalità di inserimento dei bambini, delle iniziative per la continuità verticale, dell’organizzazione funzionale del collettivo. progettazione didattica Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza

25 La progettazione didattica rappresenta l’organizzazione dell’ “insieme dei momenti, degli strumenti e delle attività utilizzate dagli [educatori] per definire e gestire i percorsi formativi intenzionalmente proposti ai bambini.” Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza

26 non è una suddivisione rigida; sono due profili strettamente connessi
ad esempio lo sviluppo di attività (didattiche) implica strutturare uno spazio in modo opportuno e con materiali opportuni (non posso sviluppare una attività sul galleggiamento se nel mio spazio di lavoro non ho una bacinella con dell’acqua) educativa didattica

27 la peculiarità dei ritmi veglia/riposo, l’alimentazione, l’igiene,
Le sezioni Suddivisione in sezioni; in genere fra ‘lattanti’ ed altri (semidivezzi, divezzi). E’ condivisibile la necessità di individuare una sezione esclusivamente per i lattanti (o comunque bambini fino ai 12/14 mesi), tenendo presente: la peculiarità dei ritmi veglia/riposo, l’alimentazione, l’igiene, la minore autonomia nella deambulazione Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza

28 Le sezioni Per gli altri bambini medi (semidivezzi, 2 anni circa) e grandi (divezzi, 3 anni circa) le sezioni possono essere organizzate in orizzontale, raggruppando i bambini in base all’età oppure in verticale inserendo nella stessa sezione semidivezzi e divezzi. La scelta dell’una o dell’altra ha dei vantaggi: le sezioni orizzontali presentano una maggiore omogeneità di ‘competenze’ e quindi la pianificazione didattica è indirizzata in modo omogeneo a tutta la sezione; le sezioni verticali possono valorizzare la dimensione dell’emulazione tra ‘piccoli’ e ‘grandi’ e presentare una più vasta gamma di esperienze; rimane l’esigenza di prevedere momenti di attività specifiche per le diverse età

29 Spazi si individuano degli spazi di sezione e, internamente a ciascuno di essi, spazi strutturati (angoli con opportuni arredi e materiali) angoli nei quali i gruppi di bambini possano sviluppare le attività previste; possono esistere ulteriori spazi dove i piccoli si aggregano con autonoma scelta Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza

30 Spazi sezione angolo strutturato angolo strutturato angolo strutturato
spazi dedicati alle attività; ad esempio: movimento, comunicazione, conoscenza della natura, .... Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza

31 perché esistono gli angoli?
perché si strutturano in modo opportuno e con materiali opportuni questi angoli? questi angoli sono coerenti con le varie “facce” dello sviluppo del bambino che sono delle aree dello sviluppo che le educatrici scelgono di prediligere e/o combinare

32 una scelta abbastanza diffusa individua le seguenti aree:
motoria; comunicazione e linguaggi; cognitiva; il sé e l’altro un’altra scelta è un percorso di continuità con la scuola dell’infanzia, attraverso un piano di intervento per campi di esperienza. Gli attuali campi di esperienza nella scuola dell’infanzia sono: il sé e l’altro; il corpo e il movimento; immagini, suoni, colori; i discorsi e le parole; la conoscenza del mondo

33 Non esiste, necessariamente, una sovrapposizione fra sezioni e spazi.
Nel nido possono esistere, ad esempio, due sezioni e un unico grande spazio dove esistono diversi angoli che vengono utilizzati dai bambini delle diverse sezioni

34 Tempi l’organizzazione dei tempi generalmente prevede alternanza fra tempi per le routine, tempi attività, tempi per il gioco libero le fasi per le routine prevedono: le routine dell’ingresso e dell’uscita, dell’alimentazione (merenda e pranzo), dell’igiene, del riposo le routine si riferiscono all’organizzazione della giornata del bambino. L’individuazione di elementi fissi (la giornata è scandita in modo uguale, il ‘sottostare’ a rituali riconoscibili [l’entrata, il gioco, le attività, il pasto, il sonno, l’uscita]) rappresenta una garanzia di stabilità e, in quanto tale, sicura Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido

35 le routine le routine acquisiscono importanza anche perché rappresentano momenti specifici di rapporto anche ‘fisico’ fra adulto e bambino (interazioni del ‘fasciatoio’) e con significati affettivi (la svestizione all’ingresso come distacco dal genitore) le routine si riferiscono anche alla ripetitività che diviene regola nei vari appuntamenti della giornata; ad esempio nel pranzo i bambini possono assumere, secondo i propri tempi, le regole del pranzo: lo stare seduti l’aspettare il turno l’alzarsi il susseguirsi delle portate …………… Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido

36 inserimento e routine giornata inserimento: colloquio, inserimento
accoglienza, cambio, pasto, riposo, commiato. giornata

37 inserimento inserimento[1] “Riguarda la necessità di garantire un’integrazione soffice (il più possibile serena e progressiva) del bambino nel servizio, di effettuare l’inserimento limitando al massimo le inevitabili lacerazioni connesse con il brusco cambiamento del contesto di vita, con la separazione forzata dalle figure familiari […], con la convivenza quotidiana con nuove figure di adulti e di coetanei” Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido

38 inserimento[2] inserimento due possibilità:
gradualità dell’inserimento: all’inizio poche ore, poi metà giornata e soltanto quando il bambino si è abituato alla nuova situazione viene inserito per l’intera giornata; il percorso può durare alcune settimane; far permanere nell’asilo nido un genitore (in genere la mamma), secondo un calendario che ne prevede una presenza calante Tutte e due le soluzioni prevedono l’inserimento al nido per gruppetti per evitare un affollamento (2° soluzione) e per evitare un clima pesante (1° soluzione)

39 inserimento[3] inserimento
è compito della progettazione educativa determinare tempi e metodi dell’inserimento ed è necessario tener presente alcune considerazioni: ricordare che l’inserimento riguarda anche il genitore; potrebbe essere maggiormente un problema per i genitori. La serenità del bambino può dipendere anche da come il genitore vive l’inserimento; se è stato rassicurato, informato sulla vita nel nido, come elabora il distacco dal figlio. I tempi iniziali di permanenza del genitore potrebbero essere più funzionali alla serenità del genitore che a quella del bambino;

40 inserimento inserimento[ ] tener presente che l’inserimento non è solo riferito al distacco e all’incontro con nuovi coetanei e nuovi adulti, ma anche a nuove regole, nuovi spazi, nuovi tempi. L’accettazione di ciascuno di questi è un problema particolare rispetto al problema complessivo dell’inserimento; l’inserimento necessità di progressività e prudenza ma anche di chiarezza e di decisione; non sono positive situazioni di integrazioni ‘dubitative’ (solo per provare) che spesso nascondono un futuro ritiro del bambino Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido

41 lo stato generale di salute, il sonno, la dieta; ….
inserimento preparazione all’inserimento[1] il colloquio con i genitori prima dell’inserimento colloquio: l’inserimento è (è bene che sia) accompagnato da un colloquio individuale con i genitori del bambino. Il colloquio verte sulle abitudini familiari del bambino come il pasto, il gioco, le prestazioni motorie, lo stato generale di salute, il sonno, la dieta; …. l’educatore informa i genitori dell’organizzazione della giornata del bambino al nido

42 inserimento preparazione all’inserimento[2] il colloquio con i genitori prima dell’inserimento quindi sono presenti due esigenze: la necessità dell’educatore di raccogliere informazioni utili per un adeguato inserimento del bambino nel servizio il bisogno del genitore di ricevere informazioni sull’organizzazione dell’asilo nido e sul contesto nel quale il proprio figlio sarà inserito; occorre stabilire un reciproco rapporto centrato sul dare informazioni, materiali di documentazione, ..[dal nido ai genitori] e ricevere informazioni, conoscenze pti di vista, opinioni personali, desideri, preoccupazioni, .. [dai genitori al nido] fasi del colloquio Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido

43 inserimento preparazione all’inserimento[4] il colloquio con i genitori prima dell’inserimento Il colloquio si può sviluppare in tre fasi fase di preparazione finalizzata a creare un clima di fiducia; modi sicuri e rilassati per dare l’impressione di educatori preparati; atteggiamento improntato all’ascolto e al fornire informazioni sincere; fase del colloquio; domande e risposte; seguire una scaletta con una certa flessibilità, lasciando libero il genitore di operare approfondimenti, di presentare propri punti di vista, di fare digressioni liberamente; fase finale: predisposizione di una registrazione in una scheda compilata delle notizie più rilevanti

44 routine accoglienza accoglienza con il massimo di attenzione e affetto, i genitori possono accompagnare nelle varie sezioni i bambini dopo averli, in appositi spazi, svestiti e rivestiti con la tutina del nido, i bambini di norma cercano i propri amici o un pto di riferimento in cui possano trovare sicurezza personale e fiducia, l’educatrice offre sicurezza e affetto al bambino facendo capire che il distacco della mamma è sostituito da altre persone sicure; occorre non vivere con routine questo momento di routine. Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido

45 accoglienza i genitori hanno diversi atteggiamenti:
routine accoglienza i genitori hanno diversi atteggiamenti: chi si avvicina all’educatrice, chi attende vicino alla porta e fa entrare il bambino da solo, chi fa scegliere l’angolo al bambino l’educatrice tiene conto delle esigenze dei genitori ed offre un sostegno: l’accoglienza è anche per i genitori Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido

46 Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org

47 Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org

48 Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org

49 Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org

50 routine cambio i bambini vengono cambiati a orari determinati dall’educatrice e tutte le altre volte che si renda necessario il cambio viene effettuato in appositi locali appositamente predisposti con fasciatoi, vasche, docce, lavandini bassi; a disposizione: sapone, latte detergente, creme, asciugamani Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido

51 Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org

52 Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org

53 routine pasto i bambini vengono riuniti nella sala da pranzo e viene somministrato loro il pranzo, tenendo conto delle diete individuali anche in base a indicazioni pediatriche per quanto riguarda i bambini medi e grandi (semidivezzi, divezzi) il pranzo in genere viene consumato insieme l’educatrice pranza con i bambini durante il pasto i bambini sono invitati all’autonomia ma si è pronti ad aiutarli all’occorrenza

54 Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org

55 riposo routine per i più grandi:
dopo il pranzo un po’ di gioco ed il cambio; ogni bambino ha il proprio letto; alcuni si addormentano da soli, altri hanno bisogno dell’educatrice vicino; un’educatrice è con loro nella stanza per rassicurare chi si sveglia; al risveglio possono vestirsi da soli, quelli medi sono aiutati; è importante predisporre nella camera da letto un pannello con tasche dove ciascuno può deporre propri animali di peluche; per facilitare il sonno è bene fare ascoltare ninne nanne e brani di musica. Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido

56 routine commiato momento del saluto serale, quando il genitore viene per riportare a casa il bambino. L’educatrice informa il genitore di come i bambini e le bambine hanno passato la giornata al nido. Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido

57 Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org

58 Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org

59 Esempio di giornata tipo [1]
G. Lombardi, L’avventura di crescere insieme, edizioni Junior didò:

60 Esempio di giornata tipo []

61 Esempio di giornata tipo
1 2 3 Atelier: L'atelier è il laboratorio, lo studio, il luogo dove si crea. Vale per gli artisti e anche per gli artigiani. Pittori, scultori, ceramisti, falegnami, maniscalchi, sarti, calzolai, ecc Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido

62 materiali i materiali presenti nel nido dovrebbero rispondere ad alcuni criteri dominanti; ad esempio la dominanza percettiva, la dominanza funzionale i materiali sono distribuiti nei vari spazi di sezione in base alle esigenze (attività previste)

63 materiali dominanza percettiva
nella scelta dei materiali (arredi, oggetti di uso quotidiano, giocattoli, ..) occorre prestare attenzione alle esperienze che attraverso essi è possibile offrire/realizzare vasta gamma di opportunità tattili (rigidità/elasticità, durezza/friabilità, consistenza/frammentarietà, ..); presenza di materiali indivisibili, di altri che possono essere rimodellati, smontati e rimontati in modalità diverse); varietà di colori

64 materiali dominanza funzionale
la scelta del materiale deve avvenire sulla base di scopi espliciti; materiali legati: all’organizzazione dei momenti di routine (rendere più accogliente il momento dell’entrata, predisporre una tavola da pranzo ‘accogliente’, ..); al gioco (favorire il gioco individuale, di gruppo; favorire motricità, esplorazione, .. ); alla comunicazione (favorire i rapporti comunicativi con gli altri: un tappeto predisposto, uno spazio racchiuso da arredi, …); …………..


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