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11 L’IMPRESA SOCIALMENTE RESPONSABILE. 22 L’IMPRESA SOCIALMENTE RESPONSABILE (ISR) E’ QUELL’IMPRESA CHE ACCETTA IL PARZIALE CAMBIAMENTO DELLA PROPRIA.

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1 11 L’IMPRESA SOCIALMENTE RESPONSABILE

2 22 L’IMPRESA SOCIALMENTE RESPONSABILE (ISR) E’ QUELL’IMPRESA CHE ACCETTA IL PARZIALE CAMBIAMENTO DELLA PROPRIA FUNZIONE OBIETTIVO, SOSTITUENDO LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO, E QUINDI L’ESCLUSIVO INTERESSE DELGI AZIONISTI, CON LA MASSIMIZZAZIONE DEL BENESSERE DI TUTTI GLI STAKEHOLDER: I DIPENDENTI, I FORNITORI, I CONSUMATORI, LE COMUNITA’ LOCALI, LE GENERAZIONI FUTURE.

3 33 L’IMPRESA SOCIALMENTE RESPONSABILE (ISR) E’ UN’IMPRESA CONSAPEVOLE DELLE ESTERNALITA’ NEGATIVE CHE PUO’ GENERARE E CHE SI ORGANIZZA PER RIDURLE IL PIU’POSSIBILE.

4 44 DI SOLITO LO STATO SI OCCUPA DI PORRE RIMEDIO ALLE ESTERNALITA’ NEGATIVE ATTRAVERSO LA LEGISLAZIONE (DIVIETI, OBBLIGHI, SANZIONI ECC.) E ATTRAVERSO LA TASSAZIONE. SI PENSI AD ESEMPIO ALLA NORMATIVA CONTRO L’INQUINAMENTO. E’IMPORTANTE LA PRESENZA DI ISR CHE SI ASSUMONO LA RESPONSABILITA’ DEL LORO AGIRE E CHE SI IMPEGNANO A RIDURRE LE RICADUTE NEGATIVE DELLA LORO ATTIVITA’.

5 5 IL RATING SOCIALE Le società di rating sociale certificano la credibilità delle imprese che si dichiarano socialmente responsabili e valutano: IL RAPPORTO DELL’IMPRESA CON LE COMUNITA’ LOCALI IL RAPPORTO CON I DIPENDENTI L’IMPATTO SULL’AMBIENTE LA QUALITA’DEL PRODOTTO IL SISTEMA DI AMMINISTRAZIONE IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI LA TUTELA DELLA DIVERSITA’ L’ATTIVITA’ IN SETTORI CONTROVERSI

6 6 IL RAPPORTO DELL’IMPRESA CON LE COMUNITA’ LOCALI Sensibilità dell’impresa ai bisogni del territorio, come la disponibilità a sostenere iniziative di carattere sociale. IL RAPPORTO CON I DIPENDENTI Salari equi e sistemi assicurativi, ritmi di lavoro e condizioni di salubrità rispettose della dignità umana. Coinvolgimento dei lavoratori nei processi decisionali e nella ripartizione degli utili. L’IMPATTO SULL’AMBIENTE

7 7 LA QUALITA’DEL PRODOTTO Certificazione della qualità del prodotto e tutela del consumatore. Se si tratta di prodotto abituale, il consumatore può utilizzare meccanismi di sanzione - reputazione (acquista un altro prodotto, “pubblicità negativa” ecc.). IL SISTEMA DI AMMINISTRAZIONE Rapporto tra manager e azionisti, tra azionisti di maggioranza e di minoranza, stipendio dei manager e stipendio degli altri dipendenti.

8 8 IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI Tutela dei diritti dei lavoratori, rapporti con Paesi in cui sono negati i diritti fondamentali, controllo dell’intera filiera della produzione, soprattutto in caso di delocalizzazione in Paesi in via di sviluppo. LA TUTELA DELLA DIVERSITA’ Tutela all’interno dell’azienda delle categorie più deboli: donne, disabili, stranieri. L’ATTIVITA’ IN SETTORI CONTROVERSI Escluse le attività che riguardano settori in cui è violata la dignità umana o che danneggiano la salute, come il tabacco, le armi, il gioco d’azzardo, la pornografia.

9 99 L’IMPRESA SOCIALMENTE RESPONSABILE NELL’ECONOMIA DI MERCATO GESTIONE PIU’ COMPLESSA (PIÙ OBIETTIVI) COSTI PIÙ ALTI (COSTI PER EVITARE LE ESTERNALITA’ NEGATIVE) COMUNQUE CINQUE POSSIBILI VANTAGGI

10 10 1 - PREMIATE DAI CONSUMATORI CON IL “VOTO DI PORTAFOGLIO”: ALCUNI CONSUMATORI SARANNO DISPOSTI A PAGARE UN PREZZO PIU’ ALTO E PREMIARE L’ISR 2 – LE ISR FORNISCONO AI CONSUMATORI PRECISE INFORMAZIONI SULLA QUALITA’ DEL PRODOTTO. 3 - RIDOTTI I RISCHI DI CONTROVERSIE GIUDIZIARIE E QUIDNI RIDOTTI I COSTI DI TRANSAZIONE.

11 11 4 - 4 - VANTAGGI CHE DERIVANO DALL’UTILIZZO DI FONTI DI ENERGIA PULITE E DAL RISPETTO DELL’AMBIENTE (INCENTIVI STATALI, RIDOTTI I COSTI DI ADEGUAMENTO DEGLI IMPIANTI E DI CONVERSIONE A FONTI DI ENERGIA ALTERNATIVE, RIDOTTI I COSTI DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI). 5 - L’ATTENZIONE ALLE CONDIZIONI DI LAVORO PERMETTE DI OTTENERE UN AUMENTO DELLA PRODUTTIVITA’

12 12 IL TERZO SETTORE

13 13 IMPRESA SOCIALMENTE RESPONSABILE PROFITTO IL PROFITTO NON E’L’OBIETTIVO OPPURE E’ UN OBIETTIVO SECONDARIO TERZO SETTORE

14 14 STATO TERZO SETTORE MERCATO ALCUNI BISOGNI RIMANGONO INSODDISFATTI COOPERATIVE, ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI, IMPRESE NON PROFIT - ONLUS: ORGANIZZAZIONI NON LUCRATIVE DI UTILITA’ SOCIALE ECONOMIA SOCIALE

15 15 STATO: WELFARE, SERVIZI SOCIALI FORDISMO: ALTI SALARI, CONSUMI DI MASSA... CRISI DEL MODELLO FORDISTA: GLOBALIZZAZIONE, FORTE COMPETIZIONE TRA LE IMPRESE, IL SALARIO DIVENTA SOLO UN COSTO DA COMPRIMERE CRISI DEL WELFARE STATE: L’AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA E DEL DEFICIT PUBBLICO PROVOCA UN AUMENTO DEL DEBITO PUBBLICO. E’ NECESSARIO RIDURRE I SERVIZI PUBBLICI E IL WELFARE

16 16 TERZO SETTORE COOPERATIVE NELLE COOP. DI PRODUZIONE IL RUOLO DECISIONALE VIENE ATTRIBUITO AL LAVORO E NON AL CAPITALE PRINCIPO “UNA TESTA UN VOTO” PRINCIPIO DELLA “PORTA APERTA”: PERMETTE AD OGNUNO DI ENTRARE E DI USCIRE DALL’ORGANIZZAZIONE I CAPITALI CONFERITI DA OGNUNO SONO MODESTI FINALITA’: REALIZZARE UN OBIETTIVO COMUNE (COOP. DI LAVORO: OPPORTUNITA’ DI LAVORO, COOP. DI CONSUMO: BENI A CONDIZIONI MIGLIORI DI QUELLE OFFERTE DAL MERCATO, COOP. EDILIZIE: ABITAZIONE ECC.)


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