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Progettazione Cap. 9.

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Presentazione sul tema: "Progettazione Cap. 9."— Transcript della presentazione:

1 Progettazione Cap. 9

2 un senso oramai ampiamente condiviso di progettare:
La radice etimologica del termine progettare richiama il latino pro, davanti, iacere, gettare, ed esprime il gettare avanti, “pro-iacere”, atto del gettare avanti. un senso oramai ampiamente condiviso di progettare: pensare, ideare qualcosa e studiare il modo di realizzarla (Garzanti) ideare qualcosa e studiare in rapporto alle possibilità e ai modi di attuazione (Devoto Oli)

3 il presente: ideazione;
Progettare La definizione del progettare mette in evidenza tre dimensioni fondamentali: il presente: ideazione; il futuro:avvio dell’attività e relativa valutazione; il passato: il vissuto che fa scaturire l’ideazione. Le dimensioni di presente e futuro sono evidenti, meno evidente appare il legame con la dimensione del passato. “L’azione dell’ideare, e del pensare […] nasce [……] sulle informazioni di cui l’individuo dispone, che sono state acquisite in un tempo precedente attraverso strumenti diversi quali l’interazione con altri e con le cose, lo studio, l’osservazione, l’esperienza concreta, e hanno costituito il bagaglio di risorse che consentono la relazione e l’incontro con il mondo. Per fare un progetto è dunque necessario allacciarsi al bagaglio conoscitivo ed esperenziale acquisito nel passato dal singolo attore coinvolto nel progettare, e al significato che tali esperienze hanno per ciascuno.”2 2. W. Brandani, M. Tomisich, La progettazione educativa, Carocci, Roma, 2006

4 Progetto “Un progetto struttura un sistema di azioni che provocano un cambiamento”3 “Un cambiamento che partendo da una situazione data (ciò che c’è) tende verso uno stato desiderato”3 “Il progetto come ponte che si colloca nello spazio della mancanza, con lo scopo di eliminarla o di iniziare a diminuirla”3 3. P. Cattaneo, E. Marotta,A. Tartarelli, La progettazione formativa nella scuola, La Tecnica della scuola, Catania, 2004

5 Progetto Prima di costruire un progetto occorre domandarsi: quale è il problema? 1 quando è stata individuata la risposta occorre descrivere il problema (posizionamento del problema); l’attività di problem posing consiste nel concettualizzare un problema, mediante una riflessione sulla situazione problematica individuata. problem finding problem posing 2 idea progettuale 3 se il problema è ”………”, allora per affrontarlo l’idea progettuale è “….” P. Cattaneo, E. Marotta,A. Tartarelli, La progettazione formativa nella scuola, La Tecnica della scuola, Catania, 2004

6 questi possono essere sottoposti a dei vincoli
Progetto l’individuazione del problema porta con sé l’individuazione dei bisogni; questi possono essere sottoposti a dei vincoli nell’esplicitazione del progetto si deve tener conto delle risorse disponibili bisogni risorse vincoli P. Cattaneo, E. Marotta,A. Tartarelli, La progettazione formativa nella scuola, La Tecnica della scuola, Catania, 2004

7 riferiti ai fruitori del progetto non è possibile uscire dall’aula
Esempi di vincoli: riferiti ai fruitori del progetto non è possibile uscire dall’aula non sono possibili rientri pomeridiani (quando non lo sono) le attività possibili sono solo quelle scolastiche ………………. riferiti agli operatori occorre sviluppare il progetto nell’orario di servizio riferiti agli spazi, luoghi la sala riunione può essere utilizzata solo a giorni alterni ……………… P. Cattaneo, E. Marotta,A. Tartarelli, La progettazione formativa nella scuola, La Tecnica della scuola, Catania, 2004

8 Uno studente rimane isolato, é scontroso, ..
Progetto Un possibile errore: Non valutare bene il contesto e confonderlo con il problema da risolvere Es. Uno studente rimane isolato, é scontroso, .. Analizzando si scopre che i suoi genitori sono separati, … hanno problemi economici, …… Questo è il contesto. Non si può costruire un progetto pensando di aiutare economicamente la famiglia, oppure costringere i genitori a riappacificarsi. Probabilmente occorrerà studiare un progetto per creare un ambiente adeguato affinché lo studente possa sentirsi accettato. P. Cattaneo, E. Marotta,A. Tartarelli, La progettazione formativa nella scuola, La Tecnica della scuola, Catania, 2004

9 bisogni vincoli risorse risultati attesi ridef. obiettivi struttura
Progettazione progettazione problema progetto valutazione bisogni vincoli risorse risultati attesi ridef. obiettivi struttura problem finding problem posing idea progettuale, obiettivi fase 1 fase 2 fase 3 fase n Il diagramma esprime una sequenza di azioni. Si legge: dall’alto verso il basso da sinistra verso destra dal basso verso l’alto dove la singola fase

10 fase obiettivi fase risultati attesi di f. contenuti attività
Progettazione fase obiettivi fase risultati attesi di f. contenuti attività tempi luoghi materiali metodologie

11 Gli obiettivi dovrebbero
fornire un’idea chiara di ciò che si intende realizzare; essere tali da permettere di valutare il loro raggiungimento; essere realizzabili con le risorse a disposizione del progetto; riferirsi al contesto in cui sarà realizzato il progetto; P. Cattaneo, E. Marotta,A. Tartarelli, La progettazione formativa nella scuola, La Tecnica della scuola, Catania, 2004

12 ciascuna fase è propedeutica alla successiva;
Progettazione ciascuna fase è propedeutica alla successiva; possono essere previste delle attività di ‘sostegno’, comunque occorrerebbe raggiungere gli obiettivi della fase, che concorrono al raggiungimento di quelli del progetto

13 si si si percorso integrativo ancora Progettazione ok? ok? no no
fase 1 fase 2 fase …. no no si ripetiz? no percorso integrativo fase X fase Y fase .. ancora

14 si si si percorso integrativo Progettazione ok? ok? no no ripetiz? no
fase X fase Y fase …. no no si ripetiz? no percorso integrativo fase X1 fase X2 fase ..

15 Progettazione Quello presentato è un modello di progettazione lineare, basato su una organizzazione sequenziale degli interventi dove

16 la vita di un progetto si concretizza:
Progettazione la vita di un progetto si concretizza: nella realizzazione preventiva e particolareggiata* del modello del progetto nello sviluppo delle attività previste nelle varie fasi nel monitoraggio del progetto nella diffusione del progetto progettazione * anche degli eventuali percorsi integrativi

17 Progettazione Un passo in avanti quanto visto fino ad ora confina la progettazione esclusivamente ad una fase precedente alla fase di attuazione del progetto l’attuazione del progetto avviene secondo quanto programmato nella struttura (sequenza di fasi) del progetto stesso cioè

18 bisogni vincoli risorse
Progettazione progetto bisogni vincoli risorse risultati attesi obiettivi struttura fase 1 fase 2 fase 3 fase 4 fase 5 ma La realizzazione di un progetto avviene attraverso lo sviluppo delle sue fasi

19 progettazione percorso integrativo
durante la realizzazione potrebbe rendersi necessario apportare delle modifiche si si ok? ok? fase 1 fase 2 fase …. no no si ripetiz? no si ri-progettazione e esecuzione della fase ripro gettaz? no progettazione percorso integrativo fase X fase Y fase .. ancora

20 Progettazione Abbiamo riprogettato una fase ma, nello sviluppo del progetto, si può avere la necessità di progettare percorsi alternativi che modificano la struttura e lo sviluppo del progetto

21 progettazione percorso integrativo
Durante la realizzazione è possibile apportare delle modifiche al percorso si si ok? ok? fase 1 fase 2 fase …. no no si ripetiz? no si ripro gettaz? ri-progettazione e esecuzione di una macro fase che sostituisce la fase 1 e la fase 2 no progettazione percorso integrativo fase X fase Y fase ..

22 Un ulteriore passo avanti[1]
È possibile ristrutturare la progettazione realizzata attraverso un test di fine fase, tuttavia potrebbero intervenire degli episodi durante il suo svolgimento che ne impongono o che fanno ritenere che sia opportuna una variazione del percorso. In altri termini nei blocchi “fase 1”, “fase 2”, …., si dovrebbe avere la possibilità di poter intervenire al verificarsi di eventi che si ritengono siano portatori di nuove esigenze. Nelle situazioni didattiche vivono eventi didattici. Nello sviluppo di una fase, possono verificarsi diversi eventi che siano determinanti per lo sviluppo della stessa. E allora occorre pensare a sviluppi non sequenziali, che non siano deterministici e nemmeno causali.

23 Un ulteriore passo avanti[]
Il nostro ultimo modello, pur se ha introdotto momenti di flessibilità lungo il percorso è inefficace a rappresentare la realtà dello sviluppo di un progetto. Dobbiamo pensare a esso come un macro-modello che ha la funzione di guida di massima per il progetto; il docente, o colui che ne è l’attore protagonista, colloquia costantemente con esso, però è e deve essere disponibile ad ascoltare la realtà e a compiere opportuni interventi non previsti. In altri termini la scansione prevista di azioni, per ciascuna fase, porta con sé un elevato livello di imprevedibilità (non causalità). Consiste in questo la complessità dell’agire didattico.

24 Progettazione fra razionalità e incertezza
Cerri R, L’evento didattico, Carocci, Roma, 2008 cap. 3

25 Progettazione fra due poli
razionalità  incertezza “ogni possibile definizione, anche generica, di progettazione, ogni sua interpretazione e reale modalità di svolgimento si colloca entro un continuum ideale fra due estremi:” razionalità incertezza

26 progettazionerazionalità
una progettazione per il versante della razionalità, comporta prevedere ipotesi e prefigurazioni di intervento tessute in un ordine razionale che si trasformano nell’impostazione di un piano preciso e articolato, che include tutti gli elementi necessari per la successiva fase esecutiva. razionalità

27 progettazionerazionalità
secondo questa impostazione la realizzazione deve essere precisa, certa, ordinata, scandita con rigida organizzazione, solo così si può raggiungere un traguardo certo, già precisamente identificato; questo dettagliato piano di intervento costituisce un manuale tecnico che guida tutto il processo esecutivo razionalità

28 progettazioneincertezza
una progettazione sul versante incertezza si confronta con un piano del possibile ed abbandona quello della certezza; “formulare un progetto significa delineare anche in modo piuttosto vago un proposito, un desiderio, una meta difficile da mettere in pratica”. Il piano del progetto è pieno di punti interrogativi, di possibilità da verificare durante l’esecuzione dello stesso; non ingabbia, non impone, non prefigura rigidamente, ma probabilisticamente incertezza

29 mentre per il razionalista
invece, per l’incerto è tutto previsto ed esplicitato nel manuale tecnico sino ai minimi termini perché solo cosi il successo è sicuro; occorre prevedere e calcolare gli eventuali rischi, solo così si possono superare quando si incontreranno il riconoscere che nello sviluppo del progetto ci potrebbero essere situazioni non prevedibili nel piano prefigurato, […], impone “un libero protendersi in avanti, incondizionato”, aperto, però vigile ad assumere strategie alternative

30 In definitiva, l’estremo dell’incertezza in campo educativo
“aiuta a riconoscere i caratteri di problematicità, complessità, imprevedibilità dei fatti educativi: progettare in educazione comporta l’assunzione di responsabilità per scegliere una direzione, per impostare un’analisi, più o meno razionalizzata, più o meno flessibile, a fronte delle incertezze dell’evento educativo e in vista delle sue finalità.”

31 mentre quello della razionalità
“aiuta a cogliere l’intenzionalità della progettazione in quanto processo di acquisizione di consapevolezza: grazie alla progettazione, ogni agire educativo si concretizza; da vaga volontà di porsi un obiettivo […], esso acquista una forma, una struttura, genera un processo, semmai perfettibile, ma non sarà qualificabile come consapevole e professionale atto didattico se privo di intenzionalità, senza iniziativa in qualche modo organizzata”

32 sembra che da un lato si dica che non si può progettare perché l’agire didattico deve riconoscere l’imprevedibilità e la complessità dei fatti educativi e, dall’altro, si riduca l’agire didattico ad una applicazione di qualcosa costruito rigidamente in precedenza;

33 invece occorre posizionarsi su un polo che raccoglie entrambe le istanze: quella di progettare i fatti educativi come consapevole e professionale atto didattico che non può essere “privo di intenzionalità, senza iniziativa organizzata; come una nave senza timone[…]”, tuttavia con la forte consapevolezza dei caratteri di problematicità, complessità, imprevedibilità di quei fatti che porta ad assumere il profilo di un professionista pronto ad accogliere le istanze di variazione che si incontrano e a saper loro rispondere.

34 quindi l’agire didattico non è solo progettazione

35 ma è progettazione e azione

36 progettazione e azione
La progettazione “considera nel suo definirsi anche le implicazioni dell’azione didattica, cioè lascia aperture, lascia alcune zone quasi definite, o non definite, accetta una condizione di provvisorietà, considera possibilità, alternative, imprevisti; in una parola tiene conto della complessità dell’evento didattico, concependo azione e progettazione come un processo, un continuum senza risoluzione che coinvolge diverse componenti, ……

37 umane e no […], diverse influenze, che possono generare strade e situazioni diverse da quelle ipotizzate in partenza [che non perdono, comunque, di valore; solo che le nuove tracce], acquistano maggiore importanza perché una volta superato un adeguato vaglio critico, diventano le vie migliori per raggiungere il soddisfacimento delle finalità educative; a differenza delle prime sono emerse cammin facendo e godono perciò di una congrua rispondenza ai fatti e ai vissuti.”

38 progettazione e azione
progettazione durante l’azione ? ? Durante lo sviluppo si possono avere deviazioni, riprogettazioni rispetto alla progettazione iniziale ?

39 ma è anche progettazione, azione, valutazione

40 Progettazione, azione, valutazione
“[…] massima estensione della mentalità progettuale, che considera come oggetto di progettazione ogni elemento della triade progettazione-azione-valutazione.” “Ecco la valutazione come fattore di progettazione: con i risultati che propone […], la valutazione diventa fonte di rinnovamento e di rifondazione della progettazione stessa.” “[…] la valutazione offre elementi di conferma o smentita verso la progettazione-ipotesi di lavoro e propone tematiche da affrontare, le modifiche da apportare, le strategie da abbandonare in un nuovo ciclo progettuale.”


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