La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Un esempio intramontabile dell’unione tra arte e funzionalità

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Un esempio intramontabile dell’unione tra arte e funzionalità"— Transcript della presentazione:

1 Un esempio intramontabile dell’unione tra arte e funzionalità
IL FORO ROMANO Un esempio intramontabile dell’unione tra arte e funzionalità

2 INTRODUZIONE Il foro romano si trova in quella che una volta era una valle paludosa, devastata dalla malaria. Vicino ad essa scorreva un affluente del Tevere: il Velabro. I primi insediamenti sorsero nel 2000 a.C su uno dei colli che circondava la valle, il Palatino, ottimo per il controllo sul territorio circostante. Nel VII secolo a.C Tarquinio Prisco, per permettere il drenaggio del Velabro, fa costruire la cloaca Maxima, che si trova tutt’oggi sul Lungotevere. Così il fiume e le zone limitrofe divennero il centro del commercio nella città. Con l’avvento di Ottaviano Augusto quest’area iniziò ad essere abbellita da monumenti via via più splendidi ed imponenti e fu sfruttata per diversi usi. Era attraversata dalla via Sacra dove i generali vittoriosi sfilavano per portare omaggio a Giove, il cui tempio era situato sul Campidoglio. I monumenti, che tutt’ora possiamo ammirare anche se non nella loro interezza, sono quelli nella foto qui accanto: The Roman Forum is located where a swampy hollow, devasted by malaria, used to be. A Tiber tributary, Velabro, flowed near there. First inhabitants were born in 2000 b.C on one of the seven hills surrounding the hollow, Palatino, excellent to control the area. In the VII century b.C Tarquinio Prisco, for the drainage of Velabro, built cloaca Maxima now on Lungotevere. So the river and the adjacent areas became the commercial centre in the town. When Ottaviano Augusto arrived, this territory started being adorned with monuments more and more gorgeous and impressive, and used for different aims. The hollow was crossed by Via Sacra (Sacred road), where we can admire these monuments.

3 BASILICA EMILIA Eretta nel II secolo a.C, prende il nome di “Emilia” perché restaurata dalla gens romana omonima. Vi erano concentrate le attività politiche, economiche e giudiziarie della città e, per questo motivo, al suo interno era divisa in ambienti più piccoli grazie a tendaggi o muri. Nel 410 a.C, durante il sacco di Alarico, fu distrutta e spogliata della maggior parte dei suoi marmi. Nel 9 a.C (tempo della restaurazione da parte della gens Emilia) fu rifatta la pavimentazione che sarà poi rialzata a seguito del “incendio di Roma” nel 64 d.C. Dopo la caduta dell’impero romano, il foro, compresa la basilica Emilia, fu abbandonato e tra il XVI-XVIII secolo d.C fu utilizzato come spazio per il pascolo delle mucche (da qui il nome Campo Vaccino) e come cava di materiale (ciò che rimaneva dell’immenso patrimonio lasciato dai romani veniva bruciato nelle calcine). Built in the II century b.C, takes name from gens Emilia that restored it. In the basilica, Romans did political, trading and judiciary activities and, for this reason, the building was divided in smaller rooms thanks of curtains and walls. In 410 b.C, during Alarico’s sack, Basilica Emilia was destroyed and deprived of most of its marbles. In 9 b.C (when gens Emilia restored the basilica) the floor was rebuilt and raised because of the Roman fire in the 64 a.C. After the fall of the roman empire, the forum with Basilica Emilia were used as a pasture for cows (so called Campo Vaccino) and also as a mine.

4 COMITIUM Il comitium era la piazza circolare situata immediatamente sotto il Campidoglio. Fu stravolta nel 54 a.C da Ottaviano Augusto che decise di farvi svolgere i comizi curiati, le più antiche assemblee dei cittadini e, per questo, la pavimentò con un rivestimento di travertino. Oggi ne sono visibili solo pochi resti, dopo le trasformazioni dell'epoca cesariana e soprattutto augustea che lo fecero sparire per guadagnare spazio per altri monumenti. Anticamente occupava l'angolo nord-orientale del Foro, tra la basilica Emilia, l’Arco di Settimio Severo, la Curia Hostilia, i rostra e il Foro di Cesare. Proprio quest'ultimo ne invase gran parte della superficie per l'edificazione della nuova Curia Iulia, voluta da Ottaviano Augusto come omaggio alla Venere Genitrice, la capostipite della gens Iulia, e sorta sulle basi della Curia Hostilia, più antica. Inoltre i rostra (citati dopo) vennero spostati al centro della piazza. Nel 1899, scavando sotto il comitium, trovarono il “lapis niger”, un’area ritenuta sacra perché i romani credevano che lì fosse dove Romolo ascese al cielo. The comitium was a round square immediately after the Capitol Hill. The square was totally changed by Augusto: he decided that Comizi Curiati (the most ancient assembly) had to be held there, so Augusto paved it with a travertine covering. Today it’s possible to see only some pieces of this floor, because during caesarian and augustea age, Romans wanted to gain space. Before, the comitium filled the north-oriental corner of the forum, between Basilica Emilia, Settimio Severo’s Arch, Curia Hostilia, Rostra and Caesar Forum. Rostra (mentioned later) were moved in the centre of the square. In the 1899, while they were digging under the comitium area, they found the ‘lapis niger’, a sacred zone, because romans used to believe that Romolo ressurected there.

5 Particolare della Curia.
CURIA IULIA antica sede del senato

6 ROSTRA I Rostri (in latino Rostra) erano le tribune presso le quali i magistrati tenevano le orazioni. Il nome deriva dalle prue delle navi nemiche (rostrum) strappate dai Romani dopo la battaglia di Anzio. I più antichi Rostra, chiamati Rostra vetera, occupavano le gradinate ad arco sul lato sud-orientale del comitium. I rostri repubblicani rimasero in uso finché non vennero demoliti per far spazio al Foro di Cesare. The Rostra were large platforms where politics and judges held orations. The name of ‘Rostra’ was used to call the bows of enemy ships (rostrum) pulled out by Romans during Anzio battle. The most ancient Rostra, called Rostra Vetera, filled south-oriental comitium stairs. Republican Rostra were used until their destruction to gain space in Caesar Forum.

7 Tempio di Saturno Saturn Temple in Roman Forum was built in the first years of the republican age. It’s located at the bottom of the Capitol Hill, near imperial Rostra. Saturn Temple is the most ancient sacred place in Rome, following Vesta Temple and Jupiter one. Into this temple, Romans used to keep the Rome treasure (aerarium), but also a Saturn statue filled with oil and wrapped with wool. During Saturnalia (Saturn rituals from 17 to 23 in december), the wool was removed, and romans enjoyed a banquet. In these seven days, people that used to be the richest, started being at the service of the poorest during the meals. In the Saturn Temple there was also a very ancient altar, maybe regarding an old tradition about Saturn and the foundation of Rome. Il tempio di Saturno fu edificato nei primi anni dell'età repubblicana. Si trova ai piedi del Campidoglio, a sud-ovest dei Rostra imperiali. Il Tempio di Saturno è il più antico luogo sacro di Roma dopo il Tempio di Vesta e quello di Giove. Sede del tesoro di stato (aerarium) il tempio conteneva una statua di Saturno che veniva riempita di olio e avvolta in bende di lana. Durante i Saturnali, le festività che si tenevano dal 17 al 23 dicembre, le bende venivano tolte, si teneva un banchetto pubblico. Durante i sette giorni di festeggiamenti, i più famosi di Roma, l'ordine sociale basato su padroni e schiavi veniva sovvertito: i padroni si mettevano al servizio dei loro schiavi al momento dei pasti. In questo luogo si trovava un antichissimo altare, da collegare, secondo la tradizione, alla mitica fondazione della città sul Campidoglio da parte di Saturno.

8 ARCO DI SETTIMIO SEVERO
L'arco di Settimio Severo è un arco trionfale a tre fornici (con un passaggio centrale affiancato da due passaggi laterali più piccoli), sorge su uno zoccolo (blocco di pietra che funge come base) in travertino. Eretto tra il 202 e il 203, fu dedicato dal senato all'imperatore Settimio Severo e ai suoi due figli, Caracalla e Geta per celebrare la vittoria sui Parti (popolazione asiatica). L'arco con l’arco di Tiberio e il portico di Gaio e Lucio Cesare costituiva uno dei quattro accessi monumentali alla piazza forense. L’arco, alto 23 metri è costruito in marmo, i tre fornici presentano colonne di ordine composito (corinzio e ionico) e sono scolpiti con Vittorie e figure di barbari. I fornici laterali sono messi in comunicazione con quello centrale per mezzo di due piccoli passaggi arcuati. L’iscrizione che compare nella parte superiore dell’arco ha una funzione celebrativa: vi sono citati coloro a cui era dedicato il monumento. Dopo la morte del padre, Caracalla uccide il fratello Geta per essere l’unico successore al trono e ordina di eseguire la damnatio memoriae, la totale cancellazione del nome e del volto del condannato da qualunque iscrizione. Così, la quarta riga dell'iscrizione, dove compare patri patriae optimis fortissimisque principibus, sostituisce il testo originario che era: ET P(ublio) SEPTIMIO L(uci) FIL(io) GETAE NOBILISS(imo) CAESARI. Settimio Severo’s Arch is a triumph arch composed by three archways (a central way near two smaller ones), was built in on a basement in travertine. Senate dedicated this arch to the empereor Settimio Severo and his two sons, Caracalla and Geta, to celebrate the victory on Parths (an asiatic population). This arch with Tiberio’s one and Gaio and Lucio Cesare’s portic composed the four entrances to Forense square. The marble arch is 23 metres tall and on the three archways there are columns in Composite order (Corinthian and Ionic) describing victories on barbarians. Lateral archways communicate with the central one using two small high-arched passages. The inscription on the higher part mentions Settimio Severo and his two sons, but after father’s death, Carcalla killed his brother Geta and sentenced him to the damnatio memoriae: the total suppresion of the name and the face of Geta from every inscription. So the fourth phrase in the inscription, where we can read PATRI PATRIAE OPTIMIS FORTISSIMISQUE PRINCIPIBUS, in the authentic text, there was: ET P(ublio) SEPTIMIO L(uci) FIL(io) GETAE NOBILISS(imo) CAESARI.

9 BASILICA GIULIA La basilica Giulia è l'edificio più grande del Foro. La costruzione dell'edificio ebbe inizio intorno al 54 a.C. per ordine di Cesare e fu completata da Augusto. Andò distrutta a causa di un incendio nel 14 d.C. ma venne velocemente ricostruita entro il 12 d.C. e venne dedicata ai nipoti di Augusto, i principi ereditari Gaio e Lucio. In seguito la basilica venne restaurata da Diocleziano dopo l'incendio dell'83 d.C , in precedenza vi era un altro edificio simile, la basilica Sempronia, fatta costruire da Tiberio Sempronio Gracco, padre dei due famosi tribuni della plebe. La basilica misurava complessivamente 101 metri per 49 ed era costituita da una grande aula centrale circondata sui quattro lati da una doppia fila di portici su pilastri in laterizio e travertino che formavano 5 navate. L'edifico era aperto sul lato verso la piazza, l'ingresso principale era al centro di questo portico e ai suoi lati restano due basi di statue con iscrizioni che le indicano come opere degli scultori greci Policleto e Timarco. Sul pavimento del portico e sui gradini verso la piazza sono presenti dei graffiti che riproducono statue probabilmente situate nelle vicinanze insieme a numerosi altri che servivano per il gioco. The Basilica Julia is the largest building of the Forum. Construction of the building began around 54 BC by order of Caesar and was completed by Augustus. Was destroyed due to a fire in 14 AD but was quickly rebuilt before 12 A.D. and was dedicated to the grandchildren of Augustus, the crown princes Gaius and Lucius. Later the basilica was restored by Diocletian after the fire of 83 AD, earlier there was another similar building, the basilica Sempronia, built by Tiberius Gracchus, father of the two famous tribunes. The basilica measured a total of 101 meters by 49 and consisted of a large central hall surrounded on four sides by a double row of arches on brick pillars and travertine that formed five naves. The building was open on the side towards the square, the main entrance was at the center of this porch and its sides are two bases of statues with inscriptions that indicate as works of Greek sculptors Policleto and Timarchus. On the floor of the porch and on the steps towards the square there are graffiti depicting statues probably located nearby along with many others that were used for the game.

10

11 BASILICA DI MASSENZIO Si tratta di uno dei più grandi monumenti del Foro Romano e uno dei più importanti edifici. La costruzione venne avviata da Massenzio l'opera però venne portata a termine soltanto da Costantino, e infine ristrutturata verso la fine del IV sec. d.C. Lo schema della basilica è quello classico: tre navate, quella centrale più grande e alta rispetto alle due laterali di uguale dimensione, e scandita da alte colonne di marmo proconnesio sfortunatamente andate perse ad eccezione di una che venne posta nel 1613 nella Piazza di Santa Maria Maggiore. All'interno di questa si trovava una statua gigantesca originariamente raffigurante Massenzio ma in seguito adattata per Costantino. Le due navate laterali erano suddivise ognuna in tre settori che erano coperti da una volta a botte ornata da cassettoni ottagonali. L'ingresso era formato da una scalinata, che serviva a superare il dislivello tra la strada e la basilica, e da un avancorpo sostenuto da quattro colonne di porfido. La basilica è stata recentemente identificata come la sede della Prefettura Urbana, la più importante fra le cariche della città, nel IV secolo sarebbe stato trasferito il Secretarium Senatus (la sede del tribunale per i processi ai membri del Senato). Di tutto il monumento è rimasta in piedi la sola navata minore settentrionale con l'abside e le arcate delle volte a botte. Tutto il resto crollò probabilmente già con il terremoto al tempo di papa Leone IV. It is one of the greatest monuments of the Roman Forum and one of the most important buildings. Construction was begun by Maxentius however was completed only by Constantine, and finally restored in the late fourth century. A.D The scheme of the basilica is the classic: three naves, the central one larger and higher than the two side of the same size, and punctuated by tall marble columns Proconnesian unfortunately lost except for one that was placed in 1613 in the Piazza of Santa Maria Maggiore. Within this was a gigantic statue originally portraying Maxentius but later adapted to Constantine. The two aisles were each divided into three areas that were covered by a barrel vault decorated with octagonal coffers. The entrance was formed by a staircase, which served to overcome the height difference between the road and the basilica. The basilica has been recently identified as the seat of the Prefecture Urban, the most important of the offices of the city, in the fourth century, would was transferred Secretarium Senatus (the seat of the court for the processes to the members of the Senate). Of the monument remained only the aisle with the apse and the arches. Everything else probably already collapsed by the earthquake at the time of Pope Leo IV.

12 LA CASA DELLE VESTALI La Casa delle Vestali deve la sua attuale forma alla ricostruzione compiuta dopo l'incendio neroniano del 64 d.C. L'edificio è costruito intorno a un cortile porticato sui quattro lati. Sul lato lungo meridionale vi sono delle stanze che sono state riconosciute come un forno, una cucina e anche un mulino di piccole dimensioni. Al piano superiore, accessibile tramite una rampa di scale situata al centro del portico, erano le stanze dove alloggiavano le Vestali ed erano presenti anche numerosi bagni. Sul lato orientale del portico è presente una grande stanza sulla quale si affacciano tre ambienti per lato. Tutto il lato settentrionale del portico è quasi completamente occupato da basi in marmo su cui sono state collocate alcune delle statue femminili rinvenute durante gli scavi. Tutte le donne raffigurate sono avvolte in ampi mantelli e rappresentano le Vestali Massime, le sacerdotesse poste a capo dell'ordine religioso alle quali erano riferite le iscrizioni poste sulle basi celebrative. Il gruppo di stanze situate sul lato occidentale non si è ben conservato, tuttavia si possono vedere i resti della Casa delle Vestali da ricollegare all'epoca repubblicana; sono state recuperate sei stanze affacciate su un cortile che in alcuni casi mantengono ancora la pavimentazione originaria: tessellato con inserti di pietre colorate databili tra la seconda metà del II e gli inizi del I secolo a.C. The House of the Vestal Virgins owes its present form to the reconstruction accomplished after the fire of Nero in 64 AD The building is built around a colonnaded courtyard on all four sides. On the long side of the southern there are rooms that have been recognized as an oven, a kitchen and a mill. Upstairs, accessible by a flight of stairs in the middle of the porch, were the rooms where the Vestal Virgins lived. On the eastern side of the porch is a large room which is surrounded by three areas on each side. Around the northern side of the porch is almost completely occupied by marble bases on which were placed some of the female statues found during the excavations. All the women depicted are wrapped in large cloaks and represent the Vestals Maxims, priestesses placed at the head of the religious order. The group of rooms located on the west side was not well preserved, but you can see the remains of the House of the Vestal Virgins to reconnect the Republican era; were recovered six rooms which in some cases still maintain the original flooring: tessellated with inserts of colored stones dating from the late second and early first century BC

13

14 TEMPIO DI ANTONINO E FAUSTINA
Situato vicino alla Basilica Emilia , il tempio di Antonino e Faustina si è potuto mantenere in ottime condizioni fino ai giorni nostri grazie alla sua conversione in chiesa tra il VII e l' VIII secolo d.C. L'edificio venne fatto costruire nel 141 d.C. dall'imperatore Antonino Pio in memoria della moglie Faustina e in seguito venne dedicato dal Senato all'imperatore dopo la sua morte nel 161 d.C., come ricorda un'iscrizione sull'architrave. Il tempio sorge su un alto podio in blocchi di peperino preceduto da una gradinata al centro della quale si possono vedere i resti dell'altare in laterizio. Il pronao è formato da dieci colonne in marmo cipollino, sei sulla facciata e due su ogni lato, alte 17 metri e con basi e capitelli corinzi in marmo bianco. Sulla sommità delle colonne, i solchi obliqui che si possono vedere sono stati tracciati per trattenere le corde con le quali si cercò inutilmente di far crollare l'edificio per poterne riutilizzare i materiali. La cella, modificata dalla facciata barocca della chiesa, era anch'essa in blocchi di peperino ed era rivestita di marmo. Located near the Basilica Emilia, the Temple of Antoninus and Faustina has been able to keep in good condition to this day due to its conversion to the church between the seventh and eighth century AD. The building was built in 141 A.D by the Emperor Antoninus Pius in memory of his wife Faustina and was later dedicated to the Emperor by the Senate after his death in 161 AD, as an inscription on the lintel. The temple stands on a high podium in blocks of peperino preceded by a staircase in the middle of which you can see the remains of the altar in brick. The pronaos consists of ten marble columns, six on the front and two on each side, 17 meters high and with bases and Corinthian capitals in white marble. On the top of the columns, the oblique grooves that you can see have been traced for hold the ropes with which they tried in vain to bring down the building to reuse the materials.

15

16 TEMPIO DEI DIOSCURI Vicino alla Basilica Giulia si possono vedere tre grandi colonne corinzie sormontate da un'architrave: questo è tutto quello che rimane del Tempio dei Dioscuri detto dai Romani anche Tempio dei Castori. I resti del tempio sono di epoca augustea, ma nel 6 d.C Tiberio lo fece ricostruire. La costruzione del tempio fu avviata dal dittatore Aulo Postumio Albino, in ricordo dell'apparizione dei Dioscuri (Castore e Polluce) a segnalare la vittoria romana sui Latini nel 499 a.C. Il tempio venne restaurato per ordine del console Quinto Cecilio Metello Dalmatico nel 117 a.C e in seguito nel 74 a.C per ordine del pretore urbano Verre. Il tempio era formato sulla fronte da otto colonne corinzie scanalate di marmo pario e undici colonne sui lati. All'interno erano tenute alcune volte delle riunioni del Senato e vi aveva sede l'ufficio per la verifica dei pesi e delle misure; la parte antistante al pronao molto probabilmente veniva usata come tribuna oratoria. Near the Basilica Giulia you can see three large Corinthian columns topped by a lintel:this is all that remains of the Temple of Castor and Pollux. The remains of the temple are of the Augustan age, but in 6 AD Tiberius had it rebuilt. The construction of the temple was started by dictator Aulus Postumius Albinus, in memory of the apparition of the Dioscuri (Castor and Pollux) to report the Roman victory over the Latins in 499 BC. The temple was restored by order of the consul Quintus Caecilius Metellus Dalmatian in 117 BC and later in 74 BC by order of the magistrate urban Verre. The temple was formed on the front by eight fluted Corinthian columns of Parian marble and eleven columns on the sides. Inside were held several times the meetings of the Senate and there was located the office for verification of weights and measures; the part in front of the porch probably was used as a platform for the oratory.

17

18 TEMPIO DI VESTA Situato nei pressi della Regia il tempio di Vesta è stato ricostruito più volte a causa degli incendi provocati dal fuoco che vi veniva conservato. I resti visibili attualmente appartengono alla ricostruzione avviata da Giulia Domna, la moglie di Settimio Severo, a causa dell'incendio del 191 d.C. La forma riprende quella del tempio dopo la ricostruzione successiva all'incendio del 64 a.C. (il famoso incendio di Roma di cui era accusato Nerone), nel quale venne modificato anche l'orientamento dell'area dell'Atrium Vestae allineandolo con l'asse principale del Foro. Grazie ad abbondanti integrazioni in travertino in epoca recente, è stato ricostruito il settore rivolto verso il Foro che riveste un nucleo circolare in opera cementizia. All'interno vi era un braciere dove veniva mantenuto un fuoco perenne a simboleggiare la dea. Si suppone che ci fosse anche una zona nascosta all'interno del tempio definita penus Vestae alla quale potevano accedere solo le Vestali; in questo luogo venivano conservati oggetti molto antichi e di notevole importanza tra cui il Palladio, il piccolo simulacro di Minerva che la tradizione vuole portato da Enea da Troia. Located near the Royal Temple of Vesta has been rebuilt several times because of fires caused by the fire that was kept there. The remains visible today belong to the reconstruction initiated by Julia Domna, wife of Septimius Severus, because the fire of 191 AD The form takes up the temple after reconstruction following the fire of 64 BC (the famous fire of Rome he was accused of Nero), which was also changed the orientation of the Atrium Vestae aligning it with the main axis of the Forum. Thanks to abundant integrations travertine in recent times, has been rebuilt the sector facing the hole that plays a core circular cement work. Inside there was a brazier where it was kept a perpetual fire to symbolize the goddess. It is assumed that there was also a hidden area inside the temple defined penus Vestae which could only access the Vestal Virgins; in this place were stored objects very old and of considerable importance including the Palladium, the little statue of Minerva which tradition says was brought by Aeneas from Troy.

19 TEMPIO DI CESARE Situato tra l 'Arco di Augusto e la Basilica Emilia , il tempio, dedicato a Cesare divinizzato dopo la morte, venne fatto costruire da Augusto sul luogo dove venne cremato il corpo del dittatore assassinato (luogo dove Marco Antonio pronunciò la famosa orazione funebre) e venne inaugurato il 18 agosto del 29 a.C. Del tempio non rimane altro che i resti del podio, in opera cementizia, avente larghi vuoti che corrispondono alle parti asportate che erano in blocchi di tufo, blocchi che servivano a sorreggere le colonne e le mura della cella. Nella parte anteriore del podio si apriva un'esedra al cui interno vi è ancora il nucleo di un altare rotondo, molto probabilmente eretto sul luogo preciso della pira funebre e al posto di una colonna avente la dedica "al padre della patria", colonna rimossa al momento della costruzione del tempio. Due scale situate ai lati del podio conducevano al piano della cella preceduta da un pronao con sei colonne probabilmente corinzie situate sulla fronte e due sui lati. Nella cella era situata la statua di culto che raffigurava Cesare avente sopra la testa una stella. Sui due lati lunghi e su quello posteriore il tempio era contornato da un portico che è stato supposto essere il Portico Giulio. Situated between the Arch of Augustus and the Basilica Emilia, the temple dedicated to Caesar deified after death, was built by Augustus on the site where he was cremated the body of the murdered dictator (where Marco Antonio uttered the famous funeral oration) and was inaugurated on August 18, 29 BC Of the temple are the remains of the podium,having large voids that correspond to parts removed that were in tuff blocks, blocks that were used to support the columns and walls of the cell. At the front of the podium opened exedra in which there is still the core of a round altar, probably erected on the exact place of the funeral pyre and instead of a column having the dedication "to the father of the nation", column removed at the time of construction of the temple. Two staircases on either side of the podium leading to the plane of the cell preceded by a portico with six Corinthian columns probably located on the front and two on the sides. In cell was located the cult statue depicting Caesar having over the head a star. On the two long sides and at the rear the temple was surrounded by a portico that was supposed to be the Portico Giulio.

20 IL PALATINO

21 TEMPIO MAGNA MATER Culto della Dea
Magna Mater era il nome che i Romani diedero alla dea frigia Cibele, traducendo la formula greca Μεγάλη Μήτηρ, quando il suo culto entrò in quello pubblico romano. è un'antica divinità anatolica, venerata come Grande Madre Idea, dal monte Ida presso Troia, dea della natura, degli animali (potnia theron) e dei luoghi selvatici. Una delle diverse leggende dice che Attis fosse direttamente figlio (oltre che amante) di Cibele, mentre la ninfa Sangaride fosse una sua amata durante il viaggio sulla terra. Durante il banchetto nuziale di Attis con la figlia del re di Pessinunte, l'ermafrodito Agdistis si sarebbe innamorato del giovane e - non essendo corrisposto - per vendetta lo fece impazzire, facendolo fuggire sui monti, dove si uccise evirandosi o gettandosi da una rupe. Ulteriori varianti dicono che Attis sia poi resuscitato, o che fu salvato da Cibele che lo afferrò per i capelli e poi lo trasformò in un pino non appena toccò il terreno. La versione più conosciuta è comunque quella che vuole che Cibele abbia ottenuto solamente l'incorruttibilità del corpo di Attis.

22 Il centro principale del suo culto era Pessinunte, nella Frigia, da cui attraverso la Lidia passò approssimativamente nel VII secolo a.C. nelle colonie greche dell'Asia Minore e successivamente nel continente. Nella mitologia greca fu identificata con Rea. l culto di Cibele, la Magna Mater dei Romani, fu introdotto a Roma il 4 aprile 204 a.C., quando la pietra nera, di forma conica simbolo della dea, vi fu trasferita da Pessinunte per scongiurare il pericolo di Annibale, secondo un consiglio che i sacerdoti avevano tratto dai Libri Sibillini, e collocata, dapprima sull'Ara nella Curia del Foro e successivamente in un tempio sul Palatino. La pietra nera, detta anche "ago di Cibele", costituiva uno dei sette pignora imperii, cioè uno degli oggetti che secondo le credenze dei romani garantiva il potere dell'impero Per celebrare tale evento, durante la Repubblica venivano organizzati dei giochi in suo onore, i Megalesia, o Ludi Megalensi. Le feste in onore di Cibele e Attis si svolgevano nel mese di marzo, dal 15 al 28, nel periodo dell'equinozio di primavera, prevedevano il rito del Sanguem e si protrassero fino al III secolo d.C., per la precisione fino al 389 quando l'Editto di Teodosio ordinò l'abbattimento di tutti i templi pagani.

23 In epoca imperiale, il ruolo di Attis, la cui morte e resurrezione simboleggiava il ciclo vegetativo della primavera, si accentuò gradualmente, dando al culto una connotazione misterica e soteriologica. Il culto venne proclamato ufficiale dell'Impero Romano a Lione nel 160 d. Accanto al culto pubblico, nel tempio del Palatino continuava a essere praticato in forma privata, tramite personale sacerdotale frigio, il culto originario di Cibele, interdetto ai Romani; l’autorità romana si limitava a sovrintendere alla cerimonia della lavatio nel marzo di ogni anno, quando il simulacro della dea era portato dal tempio al fiume Almo per essere sottoposto a lavacro rituale.

24 Il Tempio Il tempio della Magna Mater o di Cibele (Aedes Matris Magnae) era un tempio di Roma antica, situato sul colle Palatino. Il difficilissimo periodo della seconda guerra punica aveva indotto iRomani a sentirsi perseguitati dagli dèi, per cui, tra i vari episodi per riconquistare la grazia divina, ci fu quello dell'introduzione in città del culto della Grande Madre, Cibele, deciso nel 204 a.C. dopo la consultazione del libri sibillini. La divinità era venerata in Asia Minore, a Pessinunte, dove era simboleggiata da una pietra nera a forma di cono allungato, probabilmente un pezzo di meteorite. Venne inviata un'ambasceria al santuario e il simulacro venne inviato a Roma, tramite nave, dove fu temporaneamente alloggiato nel tempio della Vittoria sul Palatino. Un nuovo tempio venne subito costruito sullo stesso colle: poiché la dea era originaria della Troade, mitica patria dei Romani, il culto poté essere instaurato direttamente nel pomerio cittadino. L'11 aprile del 191 a.C. il tempio venne dedicato a costruzione conclusa. In onore della dea si tennero per la prima volta i Ludi Megalensi, celebrati con spettacoli teatrali per i quali scrissero alcune delle loro migliori opere Plauto e Terenzio.

25 Il tempio bruciò due volte: nel 111 a. C
Il tempio bruciò due volte: nel 111 a.C., dopo un incendio, quando venne restaurato da un Metello (probabilmente il già console Gaio Cecilio Metello Caprario) e nel 3 d.C. quando venne fatto ricostruire da Ottaviano Augusto. Situato dietro l'area delle capanne romulee, si può vedere il podio del Tempio della Magna Mater dove è visibile anche un boschetto di lecci Situato dietro l'area delle capanne romulee, si può vedere il podio del Tempio della Magna Mater dove è visibile anche un boschetto di lecci.

26 Descrizione del Tempio
Il tempio era a cella quadrata posta su un alto basamento ri- vestito con blocchi di peperino. Doveva avere sei colonne dal lato dell'ingresso e un'ampia scalinata posta dinanzi al pronao; tale ricostruzione è stata confermata da un rilievo della prima età imperiale che riproduce una processione di fronte al tempio. L'edificio ebbe dei restauri dopo l'incendio del 111 a.C. per conto di Metello Numidico e nel 3 d.C. per ordine di Augu- sto. L'identificazione è stata confermata grazie ad alcune iscrizio- ni e al ritrovamento della statua della dea (visibile nel Museo Palatino). Di fronte al pronao era posta una terrazza sostenuta da muri paralleli in blocchi di tufo databili al III secolo a.C. e visibili ancora oggi; in epoche successive le strutture vennero riuti- lizzate per costruire una serie di ambienti (probabilmente botteghe) posti su una via interna coperta che attraversava l'area. Recenti scavi hanno individuato, ad est del tempio, e fonda- zioni e i resti del podio di un tempio identificato come il tempio della Vittoria, costruito nel 294 a.C. dal console Lucio Postumio Megello e al quale Marco Porcio Catone nel 193 a.C. fece aggiungere un ambiente dedicato alla Victoria Virgo.

27 DOMUS AUGUSTEA

28 La Casa di Augusto (in latino Domus Augusti), talvolta indicata anche come Domus Augustea (da non confondere con laDomus Augustana di epoca flavia), era l'abitazione privata dell'imperatore Augusto, situata nel versante sud- ovest del colle Palatino. Augusto era nato in quella parte del Palatino denominata ad Capita Bubula («teste di bue»), dove dopo la sua morte venne costruito un santuario a lui dedicato.Scelse questo colle come residenza fin dall'inizio della sua carriera politica. Svetonio aggiunge che inizialmente abitò nei pressi del Foro romano, sopra le "scale degli orefici", nella casa che era stata dell'oratore Gaio Licinio Calvo, nei pressi del colle Velia. In seguito si trasferì sul Palatino, in una casa ugualmente modesta che era appartenuta al consolare ed oratore Quinto Ortensio Ortalo, di non grande ampiezza e priva di lusso, visto che le colonne dei suoi portici piuttosto basse, erano di pietra del monte Albano, mentre nelle stanze non c'era né marmo, né mosaici.

29 l'appunto dagli studiosi Casa di Ottaviano, che viene
Dormì nella stessa camera per più di quarant'anni, anche d'inverno, sebbene considerasse poco adatto alla sua salute il clima invernale di Roma. Quando desiderava lavorare in solitudine o senza essere disturbato, si recava in uno studiolo al piano superiore che chiamava la sua "Siracusa" o il suo "ufficio tecnico". Quando si ammalava, dormiva spesso nella casa di Mecenate. Il valore fortemente simbolico del luogo in cui Augusto sceglie di vivere si ricollega alla storia della fondazione di Roma, il suo stesso nome "Augustus" deriva dalla dizione "Rex Augur" riferita a Romolo. Ottaviano Augusto, primo imperatore di Roma, fa comprare altre sei case per ottenere una dimora di 8351 m² la quale viene inaugurata nel 36 a.C.Situata nel versante sud-ovest del colle Palatino. La casa di Augusto si sovrappone al corpo di fabbrica della precedente residenza di Ottaviano, chiamata per l'appunto dagli studiosi Casa di Ottaviano, che viene notevolmente ampliata conl'acquisizione delle case repubblicane viciniori tra cui la nota "cosiddetta casa di Livia", cioè erroneamente attribuita. L'impianto della casa di Ottaviano viene cambiato in corso d'opera e stravolto, eliminando i due peristili (attributi di natura ellenica) laterali a un'abitazione strutturalmente "romana" (costituita dalla successione vestibulum-atrium-tablinum). Al posto del peristilio occidentale, il primo costruito, si sviluppano gli ambienti privati di Augusto, mentre in quello orientale, non ancora terminato nel momento del cambio d'opera, viene posta la domus publica. Nell'atrio, là dove cadde un fulmine, considerato segno fausto, Augusto fa impiantare un tempio dedicato ad Apollo, suo padre divino.

30 DESCRIZIONE Osservando la planimetria ricostruttiva della domus augusti si nota al centro un atrium con tablino, la parte sinistra è la domus privata, a destra la domus publica. Questa divisione della casa dell'imperatore rimarrà anche nella successiva espansione della domus augusti in epoca neroniana e flavia, la domus augustiana, ed è portatrice di un importante significato politico: il principe è al tempo stesso figura privata e pubblica, non può spogliarsi del potere. Continuando l'osservazione della pianta si nota un'importante inclusione ad opera di Augusto: egli comprende nella propria casa il santuario del Lupercale, luogo sacro in cui Romolo fu salvato dalla lupa e dal re Faustolo. La domus augusti è il primo palazzo imperiale e primo "museo" delle origini di Roma: nel 28 a.C. raggiunge i  m² di estensione, comprendendo al piano inferiore il Lupercale. La domus publica è la dimora del pontefice massimo, carica che Augusto ricopre, ed è parte integrante della dimora dell'imperatore. Essa comprende anche il culto dei Lari e di Vesta così come il tempio di Apollo, luogo in cui si conservavano i Libri Sybillini.

31 AFFRESCHI E STUCCHI La Casa di Augusto è la reggia del primo imperatore di Roma, Ottaviano Augusto. Al suo interno è decorata con pitture e affrechi, di II stile pompeiano, della fine del I secolo a.C, di qualità altissima.Non sono decorate solo piccole porzioni della casa, ma interi ambienti, nei quali gli affreschi sono stati restaurati e rimessi nel loro antico posto. Con un percorso attraverso il peristilio si visita il settore che eccelle per l'"altissima qualità" degli affreschi. Il cosiddetto, raffinato "studiolo di Augusto" espressione del suo utilizzatore, dalla volta decorata di stucchi, un "cubicolo" in posizione superiore al quale si accede attraverso una terrazza; il "cubicolo inferiore"; il grande "oecus", l'ambiente di soggiorno e di ricevimento; i due locali denominati "della rampa" e "dell'antirampa". Gli ambienti sono collegati fra loro, ma senza finestre: la luce naturale veniva solo dalla porta con un affaccio su di un grande giardino.

32 Prospiciente al tempio di Apollo (Aedes Apollinis) è il Portico di Danao e delle sue figlie (Danaidi), a fianco, sulla destra, è la biblioteca con la Curia dove Augusto riceveva il senato. La struttura dell'intero complesso, come fa notare il prof. Andrea Carandini, sembra voler riprodurre quella tipica del foro, fulcro dell'intera città. Nella parte più bassa si trova il bosco per Apollo Liceo (Lupo), in latino la Silva Apollinis, il dio che aveva dato il regno a Danao e poi allo stesso Augusto. La selva di Apollo Liceo si trova al di sopra del Lupercale. Al centro è l'ara della Roma quadrata, memoria romulea in cui Augusto "rifonda" la città. Il fronte della casa era decorata con allori e foglie di quercia, richiami ad Apollo, e con la scritta "ob cives servantes". Il fronte della domus Augusti dava sul circo massimo con due rampe d'accesso, sotto nel basamento del palazzo erano destinati agli schiavi e liberti che amministravano le ricchezze dell'imperatore. Ovidio definisce la casa di Augusto "tecta digna deo".

33 Con la pittura di II stile si passa da una parete raffigurata chiusa e piatta ad una raffigurazione di architetture dipinte prospetticamente su vari piani: zoccolo, podio "che sembra invadere la stanza" con colonnati, architravi e soffitti "che appaiono continuare oltre la parete" e questa conquista una profondità spaziale, con grandi squarci e finestre che mostrano santuari, paesaggi in lontananza. Anche personaggi in dimensioni quasi al naturale. Nello "studiolo" rimanevano sulla parete frontale circa due terzi dell'affresco, sulla volta un'ampia porzione di pittura e stucchi. Tutto il resto della decorazione di pareti e volta era ridotto in frammenti e si era mescolato con i frammenti del "cubicolo inferiore" che per fortuna conservava la quasi totalità della decorazione sulle pareti. Nell'ambiente di soggiorno e ricevimento si sono ritrovati i frammenti degli affreschi della parte superiore delle pareti dell'antisala crollate per i lavori del Palazzo di Domiziano. Tutto il resto della decorazione molto deteriorato, è stato consolidato e reintegrato per poter essere presentato.

34 Quel che si vede è straordinario, a volte ubriacante, nella girandola dei colori accesi, rosso, ocra giallo dei pannelli rettangolari, della fantasia delle fasce nere della decorazione architettonica, nelle meraviglie della tridimensionalità degli sfondi. Nello "studiolo" la volta a botte con stucchi in mattonelle esagonali e riquadrati dipinti con amorini e motivi floreali. Alle pareti su più piani di profondità, pannelli con paesaggi e scene di culto. Colonne che "scavalcano" cornici, terminano in vetta con candelieri a forma di fiore ed hanno la base che ugualmente "si sfoglia". Come un vaso decorato con foglie di carciofo. E su una cornice un uccellino sta becchettando. Mentre su altre cornici si inseguono figurine fantastiche, femminili alate, grifi. E all'improvviso spunta una testa di satiro. Nel grande "oecus" predomina il rosso cupo. Su due pareti a fronte è ripetuta la facciata di un tempio a quattro colonne su di un podio giallo ocra. Fra due colonne una maschera. In una scena una gran dama con manto, diadema e collana. Nell'ambiente "della rampa" volta a cassettonato monocromo accanto a lacunari policromi, con losanghe in rettangoli e quadrati. Nella fascia superiore una veduta fra sfondi di colonne e trabeazioni. Nel "cubicolo inferiore" sono dipinti due palcoscenici su pannelli rossi fra alte colonne corinzie. Uno ha la scena centrale e immaginarie aperture laterali. L'altro è prolungato in una scena di vita in una città, con un fregio popolato da esseri marini.

35 Queste sono le volte della Casa di Augusto


Scaricare ppt "Un esempio intramontabile dell’unione tra arte e funzionalità"

Presentazioni simili


Annunci Google