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AUTOPRESENTAZIONE di Federica Bruno Mi chiamo Federica Bruno, abito a Varese, dove sono nata il 28 Aprile del 1976. Frequento il 4° anno di scienze della.

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1 AUTOPRESENTAZIONE di Federica Bruno Mi chiamo Federica Bruno, abito a Varese, dove sono nata il 28 Aprile del Frequento il 4° anno di scienze della formazione primaria e sono laureata in Mediazione Linguistica e culturale. Ho sempre lavorato nel settore scolastico come supplente insegnando italiano ai bambini stranieri e lingua inglese. Parlo correttamente inglese e francese e ho una buona conoscenza della lingua tedesca. In passato ho fatto anche la traduttrice, ma il mio obiettivo principale è quello di entrare di ruolo nel mondo della scuola. Mi sono sempre piaciute sia le materie umanistiche che le materie scientifiche.

2 Quando ero piccola mi piaceva molto leggere libri di origami
Quando ero piccola mi piaceva molto leggere libri di origami. Ero una bambina molto tranquilla e amavo molto anche la musica, tanto che ho iniziato a 7 anni lo studio del pianoforte. Ho studiato 10 anni pianoforte presso le Suore del Cottolengo di Varese, che, purtroppo ora si sono dovute trasferire a Torino. Purtroppo adesso per mancanza di tempo non suono più molto, ma ascolto comunque ogni genere di musica. Quando ero bambina, studiando musica mi piaceva la musica classica, in particolare ascoltavo volentieri le musiche che suonavo: i Valzer e i Notturni di Chopin e la Marcia turca di Mozart. Da adolescente mi sono appassionata anche di musica leggera e ho iniziato a coltivare un hobby che continuo attualmente ad avere: la pittura. Questo probabilmente perché quando sono cresciuta ho iniziato a uscire fuori casa da sola e a contemplare le bellezze paesaggistiche dei dintorni.

3 Infatti io sono nata in centro a Varese, ma sono sempre cresciuta a casa di mia nonna, a Lavena Ponte Tresa, al confine con la Svizzera. Il posto è molto bello, pieno di boschi e vi è una lunga passeggiata sul lago di Lugano. Dall’altra parte del lago c’è ovviamente la Svizzera e da casa di mia nonna si vede la Frontiera. Questi luoghi mi hanno sempre ispirato e ho iniziato una piccola attività creativa che mi ha sempre dato molte soddisfazioni. Ho fatto anche qualche mostra e attualmente sto per diventare socia di una associazione culturale che verrà fondata nella mia città, in cui verranno creati spazi fissi affinchè gli artisti (pittori e scultori) di Varese possano esporre i quadri con regolarità. A scuola le materie in cui sono sempre andata meglio erano inglese e matematica. Mi ricordo che utilizzavo il Tangram. I miei nonni me lo avevano regalato e mi divertivo molto a inventare sempre nuove forme.

4 Se adesso fossi ancora bambina, non credo che utilizzerei i videogiochi o la Play Station, come si usa adesso. Infatti mi è sempre piaciuta l’idea di creare da cose semplici qualcosa di nuovo e originale. E’ per questo che mi è sempre piaciuto giocare con il Tangram! Il suo nome originario è Chi Chiao Thu ed è un gioco rompicapo cinese. Personalmente sono sempre stata una persona dai gusti semplici. Mi piace divertirmi con poco. Il Tangram è proprio uno dei giochi che preferivo quando ero più giovane. Esso è costituito da 7 tavolette che sono disposte in modo da potere formare un quadrato. Tale quadrato è composto da : 5 triangoli, di cui 2 grandi, uno medio e 2 piccoli, 1 quadrato e un parallelogramma. Lo scopo del gioco è formare figure di senso computo. Ricordo che mi divertivo parecchio e passavo ore e ore nella mia cameretta a costruire figure. Mi piaceva talmente tanto che spesso lo portavo al mare, in spiaggia quando andavo d’estate in vacanza.

5 LA LEGGENDA DEL TANGRAM La leggenda narra di un monaco che donò al suo discepolo un quadrato di porcellana ed un pennello, dicendogli di viaggiare per il mondo e di rappresentare ciò che vedeva. Il discepolo, distratto, lasciò cadere la porcellana a terra ed essa si frantumò in 7 pezzi. Nel tentativo di ricomporre il vaso, iniziò a creare tante figure dall’aspetto interessante. Con questo gioco, il discepolo capì che non aveva bisogno di andare lontano per potere rappresentare il mondo…” Questa leggenda l’ho appresa successivamente, studiando poi la geometria, ma mi affascina l’idea di pensare a quanto semplice e quanto bello possa ancora a distanza di anni essere questo piccolo gioco.

6 Anche i miei alunni a scuola amano molto il Tangram
Anche i miei alunni a scuola amano molto il Tangram. Inoltre per natale abbiamo deciso di fare delle composizioni di origami e di creare delle figure a sfondo natalizio con il Tangram per creare gli addobbi natalizi. I bambini hanno accolto con entusiasmo questa idea e si sono adoperati per imparare a costruire sempre nuove figure. In particolare ho proposto “La stella di Natale” ORIGAMI che ha riscosso molto successo. Dopo aver fatto creare ad ogni studente la propria stellina piegando un foglio A4, le abbiamo appese tutte ad un filo che percorreva tutta l’aula con delle mollette colorate. I bambini in questo modo hanno ripassato la geometria e hanno imparato a eseguire dei semplici algoritmi per costruire figure.

7 Ecco come l’abbiamo realizzata: 1
Ecco come l’abbiamo realizzata: 1. Tagliare il foglio A4 in modo da creare un quadrato, nel quale tracceremo le 2 diagonali 2. Piegare le alette del quadrato 3. Effettuare 5 tagli in diagonale sezionando il lato opposto all’apertura del foglio del triangolo

8 4. Aprire il rombo formato con i 5 tagli e chiuderne con la colla la parte centrale 5. Effettuare la stessa operazione con gli altri lembi capovolgendo ogni volta la figura, otterremo così un bel ricciolo

9 6. Creare 6 riccioli uguali ripetendo il procedimento e pinzarli ai lati insieme con la cucitrice 7. Otterremo una meravigliosa stella natalizia … e avremo ripassato anche un po’ di matematica!

10 Ecco alcune forme a “sfondo natalizio” che ho rappresentato a scuola con il Tangram: 1. LA BEFANA 2. DUE ALBERI DI NATALE 3. LA CANDELA 4. IL DONO

11 Mi è sempre piaciuto fare dei lavori creativi e come futura maestra mi ripropongo di sviluppare l’intelligenza logica e spaziale nei miei futuri alunni. Ricordo la prima volta che mi hanno regalato il cubo “magico”, ovvero il cubo di Rubik, un gioco in cui tale cubo è composto da 26 cubetti esterni ed un cubo interno invisibile in cui risiede il meccanismo che permette la rotazione dei piani in tutte le direzioni. Passavo ore e ore cercando di fare tornare le facce del cubo di un solo colore! Lo scopo del gioco infatti è quello di risalire alla posizione originale dei cubetti portando il cubo ad avere per ogni faccia un colore uguale. Esso fu rinominato nel 1980 “Rubik’s Cube” dalla Ideal Toys, l’azienda che ne ha curato la distribuzione.

12 Fu ideato all’inizio per scopi didattici e diventò celebre tra i matematici ungheresi, interessati ai problemi statistici e teorici che il cubo poneva. Oggi, essendo con il tempo diventato uno dei giochi più venduti al mondo, sono stati creati addirittura dei lettori MP3 a forma di cubo! Si svolgono inoltre veri e propri campionati nel mondo per vedere chi è più abile a trovare prima la soluzione. Il record del mondo appartiene oggi a Erik Akkersdijk che lo ha risolto in 7, 08 secondi. Ho provato molte volte a risolverlo ma non sono così veloce! Devo ammettere però che ogni tanto la sera prima di addormentarmi, ci provo ancora !  

13 Ecco un esempio di “soluzione a strati” attraverso semplici algoritmi, definendo algoritmo un procedimento esatto espresso sotto forma di un numero finito di passi che deve avere un inizio preciso ed una fine altrettanto decidibile: 1. Per cominciare si deve creare una croce sul lato superiore del cubo(LATO A). Ogni spigolo deve essere orientato nel lato del suo stesso colore. Per esempio lo spigolo rosso e giallo, deve essere posizionato nel LATO C in cui il pezzo giallo è al centro, e così via per tutti e quattro i lati. 2. Una volta completata la croce, si andranno a posizionare gli angoli rimasti, 4 in totale. Anche questa procedura è di semplice esecuzione, potremo muoverci liberamente, senza dover spostare (se non per breve periodo) i pezzi già a posto. Non ci sono particolari formule per arrivare a questo punto. Con un pò di pratica ci si può arrivare facilmente.

14 3. Completare il secondo strato, significa aggiungere dove necessario, gli spigoli mancanti. In questo caso ci sono delle mosse particolari da effettuare 4. Bisogna portare il pezzo che ci serve per finire lo strato (Pezzo A), nella parte bassa del cubo Una volta in questa posizione, con una particolare serie di mosse (8 movimenti in totale) riusciremo a portare il Pezzo A al posto del Pezzo B e a finire il secondo strato. Questa mossa va ripetuta per tutti gli spigoli mancanti 5. Arrivati a questo punto, avendo terminato i primi due strati del cubo, non ci resta che capovolgerlo e cominciare a risolvere questa ultima parte, naturalmente un po' più complessa

15 6. Queste sono le 3 possibilità che ci potrebbero capitare
6. Queste sono le 3 possibilità che ci potrebbero capitare. Obiettivo di questo passo è riuscire ad ottenere una croce, così come avevamo fatto all'inizio. Anche in questo caso bisogna fare una particolare mossa che va ripetuta a seconda dei casi A, B o C. Nel dettaglio, se abbiamo la situazione illustrata nel caso A, bisogna ripetere la mossa 1 sola volta, nel caso B 2 volte, e nel caso C 3 volte. Per effettuare la mossa con successo bisogna partire muovendo sempre il lato sinistro (essendo mancina è uno dei pochi casi dopo il tennis in cui sono agevolata!)

16 Questo è ciò che dobbiamo riuscire ad ottenere.

17 7. Adesso dobbiamo capire se gli angoli sono orientati in maniera corretta. Nella figura l'angolo orientato correttamente è solo uno, quello GIALLO-VERDE-ARANCIO, perchè è composto dagli stessi colori delle facce su cui è posizionato. Gli altri invece non lo sono. Per orientare gli angoli, bisogna fare la seguente mossa, lasciando il nostro angolo orientato, in basso sulla nostra destra. ecco come:

18 8. La figura mostra un caso molto fortunato, dove tutti gli angoli si sono posizionati nella maniera corretta, ad eccezione di uno. Per completare il cubo, bisogna girare nella posizione corretta, l' angolo "ARANCIO-GIALLO-BLU"; se gli angoli da sistemare sono più di uno, basterà ripetere la mossa per ogni angolo rimasto.

19 Ovviamente ci vuole molta pratica perché questi rompicapo sono difficili da risolvere, ma in televisione quando fanno i campionati mondiali sono talmente veloci da effettuare degli automatismi, poiché hanno ben compreso la sequenza di algoritmi. Mi sono sempre piaciuti i casi in cui bisogna lavorare con procedure logiche. Ricordo quando ero piccola che ero molto brava anche a risolvere i Rebus. Se dovessi farlo ora, mancandomi la pratica, non sarei tanto veloce, ma non l’allenamento, si possono raggiungere ottimi risultati! Un altro mio hobby è la cucina. Preparo numerosi piatti, specialmente dolci. La mia specialità è la torta Sacher.

20 TORTA SACHER IN 10 STEP! : Fate sciogliere il cioccolato fondente in un pentolino e nel frattempo lavorate il burro fino a farlo diventare una crema. 2. Aggiungete al burro metà dello zucchero, il cioccolato ormai sciolto, ed i tuorli. A parte montate a neve gli albumi ed aggiungetevi l’altra metà dello zucchero per poi unire i due composti. 3. Aiutandovi con una frusta, ma con delicatezza, incorporate al composto la farina. 4. Una volta che il composto è omogeneo sistematelo in una teglia imburrata ed infornatelo, per un’ora a 180° circa. 5. Trascorso il tempo necessario lasciate raffreddare la “pasta di cioccolato” per poi tagliarla orizzontalmente in due (come se doveste fare un panino!) 6. farcirla con la marmellata di albicocche, senza esagerare. 7. A questo punto è il momento della ciliegina sulla torta, o meglio della glassa: in un pentolino fate sciogliere lo zucchero con un bicchiere d’acqua e portate ad ebollizione

21 8. Lasciate bollire ancora 5 minuti per poi aspettare che raffreddi.
9. Aggiungete allo sciroppo che avrete ottenuto il cioccolato spezzettato e merscolate fino ad ottenere una glassa che farete nuovamente cuocere a fuoco basso, finchè non è densa al punto giusto. 10. Con la glassa ricoprite tutta la torta in modo uniforme. Anche in questo caso, volendo ben vedere, si tratta di seguire una successione di passi per arrivare al prodotto finito…e assicuro che in questo caso, ne vale veramente la pena !


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