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Un mondo di fiabe.... La 1^ A ha scritto

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Presentazione sul tema: "Un mondo di fiabe.... La 1^ A ha scritto"— Transcript della presentazione:

1 Un mondo di fiabe.... La 1^ A ha scritto.......
Istituto Comprensivo di Montecchio Emilia – A. s Scuola Secondaria di primo grado “J. Zannoni” – Classe 1A

2 UN LIBRO .

3 C’erano una volta Cappuccetto rosso e sua nonna che le chiese di esaudire un ultimo desiderio , perché stava per morire . Allora , Cappuccetto ascoltò cosa le veniva chiesto : doveva andare in un castello e doveva prendere un libro .

4 Prima della partenza , però , la nonna le disse che a metà strada ci sarebbe stato un mago che le avrebbe rubato tutto , quindi le disse che non lo doveva neanche salutare .

5 Le consegnò poi una cesta .
E Cappuccetto promise che non lo avrebbe neanche salutato . Quando arrivò a metà strada , infranse la promessa perché si fermò a giocare . Allora il mago le rubò tutto tranne la cesta.

6 Dispiaciuta , Cappuccetto aprì la cesta dove c’erano i sette nani .

7 Loro , dissero < Cappuccetto non ti rattristare molto e vai a cercare il libro >
Allora Cappuccetto si alzò in piedi e disse < andiamo insieme a cercare il libro > Quando arrivarono al castello

8 Prese il libro e seppe anche che la nonna era stata rapita da un lupo che aveva visto già in una foto .

9 Però incontrò anche un principe che le disse < non ti preoccupare e fa quello che ti dico cioè leggi questa fiaba intanto io vado a salvare tua nonna > Cappuccetto lesse il libro e c’era raccontata tutta l’infanzia della nonna . Cappuccetto tornò dalla nonna , e il lupo era già morto perchè

10 nella lotta fra lui e il principe e aveva vinto proprio il principe .
Questa storia fu scritta sul libro e la scrissero la nonna e Cappuccetto che si sposò con il principe . Allora vissero tutti felici e contenti . Raffaele

11 IL PRINCIPE E LO STREGONE
C’era una volta un principe che era forte, coraggioso e bello; aveva un cavallo tutto nero, chiamato Carbone, con una folta criniera ed una lunga coda. Correva veloce come il vento: nel regno nessun altro animale era più veloce di lui. Questo cavallo fu donato al principe quando era ancora un puledro ed il bambino ne fu felice ed ora i due erano come fratelli: viaggiavano insieme, mangiavano insieme e condividevano ogni tipo di avventura. Un giorno, mentre era ad una festa al villaggio, il principe incontrò una giovane molto bella e se innamorò subito; si avvicinò a lei e le chiese: “Mi vuoi sposare?”. La giovane rimase affascinata e rispose: “Sì, lo voglio!”. “Le nozze saranno celebrate domani alla corte di mio padre!” disse il principe, pieno di felicità “Preparerò tutto io!”. Il giorno successivo era tutto pronto per le nozze quando i due sposi arrivarono a corte. La notte, lo stregone Rosso Rubino, chiamato così per il colore della sua barba, temuto in tutto il villaggio per la sua malvagità, rapì la principessa per causare dolore al principe, che era sempre stato un suo acerrimo nemico, e la portò in un rifugio nel bosco. La mattina seguente il principe si svegliò e vide che nel letto non c’era la sua adorata moglie e, pieno di rabbia, chiamò: “Carbone!” ed il cavallo arrivò al galoppo. “Sai chi può aver rapito mia moglie?” chiese il principe. Il cavallo corse verso una macchia rossa.

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13 “Ho capito!” disse il giovane “Non può che essere stato quel maledetto stregone! Carbone, preparati subito, andiamo da quel furfante!!!” I due partirono immediatamente, il principe vestito di una lucente armatura quasi indistruttibile ed armato di arco e frecce. Arrivati al rifugio dello stregone lo trovarono, da solo, sulla porta. Quando li vide, si mise a ridere e disse: “Sei in cerca della tua sposa, vero?! Ti dico subito che non riuscirai a trovarla perché l’ho nascosta nel mio castello sulle Montagne!” Finito di dire queste parole, scomparve. Il principe andò su tutte le furie e scagliò una freccia verso un albero. Comparve una fanciulla vestita di verde che disse: “Perché fai del male ad un mio amico?” Il giovane le raccontò le sue disavventure. La fanciulla, che in realtà era una fata dei boschi, disse: “Non ti disperare: per salvare la tua sposa c’è un solo modo. Dovrai trovare un cristallo nascosto in un pagliaio poco distante dalla foresta e raccogliere una scaglia del drago verde che sorveglia le montagne!”. Detto questo tornò nel suo regno.

14 Il principe, insieme al suo cavallo, si rimise in viaggio ed arrivò velocemente al pagliaio. Iniziò a cercare il cristallo, ma capì che sarebbe stato impossibile trovarlo in mezzo a tutta quella paglia. Quindi accese un fuoco e, quando tutta la paglia fu bruciata, tra le ceneri vide uno scintillio e finalmente lo trovò. Giunti poi alla tana del Drago Verde, videro che dormiva profondamente ed il principe poté raccogliere una delle scaglie che erano disperse per terra. Veloci come il vento arrivarono alla rocca sulla Montagna e, prima di oltrepassare il portone principale, comparve loro la fata dei boschi che disse: “Quando sarai davanti allo stregone, unisci fra loro i due oggetti!” Varcata la soglia incontrò subito lo stregone che lo sfidò a duello. Il principe fece come gli aveva detto la fata e tra le sue mani comparve una spada lucente con la quale diede il colpo di grazia allo stregone. Il principe salvò la sua adorata moglie e vissero per sempre felici e contenti Paolo Di Giovanni

15 LA PRINCIPESSA AIKA C’era una volta, in un paese lontano, lontano, una principessa molto bella e simpatica di nome Aika. Un brutto giorno arrivò un mostro grande e grosso che disse: “O vi incendio il villaggio o la principessa Aika verrà con me per sposarmi!”. Gli abitanti del villaggio, tutti impauriti, parlarono tra loro per decidere cosa fare. Quando arrivò la principessa chiese cosa stesse succedendo; gli abitanti le spiegarono tutto e lei decise di andare con il mostro per salvare il villaggio. Il mostro la porta con sé. Arrivò l’esercito di Yuki, un generale valoroso di un impero molto lontano e sperduto, che, appena aveva saputo della cattura della principessa, aveva marciato insieme ai suoi soldati fino al villaggio.

16 Quando il generale sentì del mostro disse: “Mi dispiace, ma non voglio rischiare la vita dei miei soldati.” quindi, un po’ per la paura un po’ per non volere rischiare la vita dei soldati, Yuki tornò indietro. Dopo un po’ di tempo si fece avanti Spank e disse all’imperatore del villaggio di volere andare in cerca della principessa e disse: “Se riuscirò a salvare la principessa sua figlia, la sposerò e diventerò suo consigliere d’onore.”. L’imperatore era d’accordo. Spank prese Excalibur, la spada che in precedenza aveva estratto dalla roccia, e partì per l’avventura. Il primo ostacolo da superare fu un ruscello, ma non ci furono problemi: Excalibur si trasformò in un’asta e Spank passò il fiume.

17 Poi avvistò un esercito, era l’esercito del mostro che aveva rapito la principessa; la spada lo aiutò ancora: si trasformò in un uccello e passò l’ostacolo dell’esercito. Dopo settimane di cammino Spank era stanco, Excalibur fece comparire un cavallo di nome Bolt, che vuol dire fulmine, infatti in un batter d’occhio si trovarono subito al castello dove si stavano preparando le nozze tra il mostro e la principessa. Vide il portone del castello chiuso. Allora escogitò un piano: si sarebbe finto un cavaliere e avrebbe detto al mostro che avrebbe portato la principessa, scortata, naturalmente, in chiesa dove si celebreranno le nozze. Il mostro sarebbe stato d’accordo; quindi Spank non avrebbe fatto molta fatica a recuperare la principessa. Il mostro capì che si trattava di un tranello, prese una spada e scese dal castello e disse: “Bene Spank, mi volevi ingannare, beh non ci sei riuscito.” e si lanciò all’attacco e Spank non si fece trovare impreparato e si difese. Dopo vari combattimenti Spank ebbe la meglio e uccise il mostro.

18 Scappò con la principessa e, siccome sapeva dell’esercito, si travestì da mostro e passò quell’ostacolo. Ma c’era un commando di soldati del mostro che lo stava inseguendo e disse a Bolt di correre più veloce del vento e lo seminarono. Appena tornati in città si celebrò una grande festa che durò due settimane, dopo la festa si celebrarono le nozze e vissero per sempre felici e contenti Luca Carrara

19 L’ ANELLO C’era una volta nel regno di molto , molto lontano una principessa di nome Penelope che viveva in un castello con i suoi genitori . I suoi genitori però le impedivano di uscire dal suo castello perché non volevano che trovasse uno sposo. La principessa stanca di stare sotto il comando dei suoi genitori ,decise di prendere tutte le lenzuola dei letti e legarle con un nodo, una ad una. Dopo aver legato tutte le lenzuola, Penelope va in cucina ha prendere una pentola per difendersi dai soldati, che le impedivano di scappare .Scese dalla torre del castello e atterrò sul terrazzo , per poi entrare di nuovo nel castello e aprendo una porta segreta esce dalla fortezza inoltrandosi nel bosco .Scappando velocemente inciampò nel suo stesso vestito ,cadendo vide un anello per terra con

20 un bigliettino attaccato sul quale c’era scritto una la parola magica: excellium che esaudiva tre desideri. Prese l’anello ,se lo mise al dito e continuò a scappare , correndo vide una civetta sopra ad un albero che gli disse :- Stai attenta ragazzina che fra pochi giorni arriverà un extraterrestre che ti ucciderà-. La ragazza non credendo alle parole della civetta si allontano correndo molto velocemente .Dopo giorni di cammino arrivò in un paesaggio dove l’ accolsero e gli diedero dei vestiti nuovi .Passarono giorni e giorni finche dalla sua camera del villaggio vide dei soldati che fissavano dei volantini agl’alberi con scritto che chi trovava la principessa riceveva di monete d’ oro. La signora del villaggio sapendo questo da voci dei cittadini , si precipitò nella camera di Penelope a cui gli diede un cavallo e una scorta di cibo per scappare e non farsi trovare . Passò un giorno e ripensando alla parole della civetta tornò all’ albero in cui viveva e si fece raccontare qualcosa di più della vicenda .La civetta facendo il doppio gioco andò dal re e gli disse dov’ era nascosta sua figlia , ma Penelope capì l’ intenzione dell’ uccello e si mise in groppa al cavallo e cominciò a scappare. Ad un certo punto la principessa vide una grotta , si fermò e restò al riparo per un po’ di tempo, finché ad un certo punto vide una navicella spaziale

21 che improvvisamente atterrò a pochi passi da lei
che improvvisamente atterrò a pochi passi da lei .Penelope spaventata si nascose dietro a un cespuglio, da quella navicella strana vide scendere degl’ esseri mai visti nella sua vita Erano molto alti, avevano una strana cosa in testa che a prima vista sembrava di vetro e tenevano in mano una pistola molto stramba che sparava laser. Penelope cercò di scappare ma gli extraterrestri la videroe la fermarono , il loro superiore appena vista la fanciulla si innamorò e anche la principessa ebbe un colpo di fulmine, così decisero di sposarsi.

22 La civetta sempre aggiornata su tutto quello che succedeva chiamò il re e decisero di attaccare la navicella all’ istante. I soldati cominciarono a caricare i cannoni e aspettare l’ ordine per dare fuoco. Intanto gli extraterrestri cominciarono a sparare e poi anche i soldati , sparandosi fuoco a vicenda la principessa si ricordò dell’ anello e decise di esprimere un desiderio :che gli extraterrestri vincessero la battaglia e questo si avverò .Dopo aver sconfitto i soldati arrivarono finalmente al matrimonio e si sposarono . Infine Penelope esprime il desiderio di far diventare l’ extraterrestre un umano e poi di vivere in un castello immenso con tanti gioielli e vissero tutti felici e contenti.

23 Salvatore Falco

24 I tre porcellini e il telaio d’oro
C’erano una volta tre porcellini che vivevano in una casa di mattoni al riparo da ogni pericolo. Un giorno decisero di prendere lezioni di taglio e cucito da un sarto famoso,Berto, che lavorava nella città vicina. Giunti dall’artigiano iniziarono le lezioni. Dopo un anno i tre porcellini erano degli ottimi sarti; tornati nella loro casa il porcellino grassottello, il più furbo dei tre, trovò una lettera per terra e chiamò i suoi fratellini “Guardate che cosa ho trovato!” I tre porcellini erano sorpresi perché era da tempo che nessuno scriveva loro. Pieni di felicità, aprirono la lettera. Il porcellino grasso prese la lettera e lesse “Vi aspetto domani nel bosco pauroso di fianco all’albero più alto” I tre fratelli erano molto stupiti ed erano talmente confusi che decisero di andare. La mattina seguente partirono ed, una volta entrati nel bosco, il porcellino grassissimo si spaventò e disse tremando dalla paura “Dove siamo? Ci siamo persi?” Il porcello grassottello lo rassicurò “Non ti preoccupare ci siamo quasi!” “Si è proprio vero!” acconsentì quello grasso “guardate là” disse indicando l’albero più alto del bosco.

25 Giunti ai piedi di quell’ albero non trovarono nessuno, poi sentirono una voce provenire da dietro di loro; i fratellini si voltarono e videro una donna magra e bassa che disse “Salve, sono la baba-jaga del bosco e vi ho portati qui perché ho saputo che siete dei bravi sarti ed ho pensato che vi farebbe piacere avere un telaio d’oro!” I tre acconsentirono. “Bene, per trovarlo dovrete arrivare al castello d’argento: per arrivare a destinazione dovrete seguire questo sentiero.”. Dopo aver finito di parlare scompari’. I tre porcellini seguirono le indicazioni della baba-jaga. Superato il bosco arrivarono ad un laghetto dove incontrarono un rospo che disse loro “Per passare dovete rispondere a degli enigmi”. I tre erano pronti e il rospo fece gli indovinelli. Il porcellino grassissimo non riusci’ a rispondere e fu portato via dal rospo. I porcellini dovettero continuare il viaggio senza loro fratello. Ad un tratto arrivarono ad una locanda chiamata locanda “Cappuccetto Rosso”. I fratelli entrarono e li’ mangiarono a sazieta’, bevvero e dormirono.

26 La mattina seguente la mamma di cappuccetto rosso chiese ai porcellini dove erano diretti e loro risposero “Stiamo andando al castello d’argento per prendere il telaio d’oro”. La mamma si stupi’ e disse “Attenti alla ricerca di quell’oggetto c’e’ anche un folletto di nome Rumpelstiltskin”. I due ripartirono. Arrivati ad una palude incontrarono un gigante che propose loro delle sfide; i due porcellini accettarono e riuscirono a batterlo con la loro astuzia. Il gigante ando’ via brontolando “Sciagura a te Rumpelstiltskin che mi fai fare sfide che riescono a superare anche dei maiali!”. Da quelle parole i fratelli capirono che dietro a tutte le difficolta’ che avevano incontrato lungo il cammino c’era Rumpelstiltskin che non voleva che altri arrivassero al castello prima di lui. I fratelli si appisolarono in una radura. La mattina dopo continuarono il loro viaggio fino a quando dopo diverse ore videro in lontananza il castello. Purtroppo videro che c’era anche l’esercito del folletto. I due cominciarono a correre velocemente per raggiungere il castello e riuscirono a superare le guardie. Scoperta la stanza del telaio trovarono Rumpelstiltskin con il loro fratello impaurito. Il porcellino grasso disse “Ti salvero’ a costo della vita, fratellino!” e si diresse verso di lui, estrasse il pugnale magico che la baba-jaga gli aveva donato e trafisse il cuore del folletto. Liberarono il fratello rapito e presero il telaio d’oro. Tornati a casa cominciarono a fare vestiti meravigliosi e vissero per sempre felici e contenti. Di Giovanni Paolo

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28 Il dono misterioso !! Una volta un orefice e un sarto andavano insieme per il mondo in cerca di fortuna.Una sera,arrivati a un colle,sentirono un coro di voci cantare.Si guardarono attorno:non c’era nessuno.Incantati da quel canto bellissimo,i due amici cominciarono a salire verso la cima del colle.Man mano che camminavano il coro si faceva più splendido e piacevole.

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30 Quando la luna era già alta sull’orizzonte, il sarto e l’orefice arrivarono sul colle e videro un coro di bambini piccoli che cantavano e ballavano tenendosi per mano.In mezzo al grande coro c’era un personaggio vestito con abiti di tutti i colori. Aveva una lunga barba bianca ed era un po’ più alto di tutti gli altri.Con un cenno il signore al centro del coro invitò i due viandanti a farsi avanti e il coro di bambini li accolse educatamente.

31 Il personaggio dalla barba bianca indicò ai due viandanti un mucchio di carbone che si trovava lì accanto, sempre a gesti,fece loro capire che dovevano riempirsene le tasche.L’orefice e il sarto obbedirono, pur non sapendo che cosa avrebbero dovuto fare con quel carbone,ringraziarono e poiché l’ora era già tardi, ripresero la via del ritorno. Trovato un fienile in cui poter dormire, i due amici si coricarono sul fieno e si coprirono con le giacche.

32 Per la stanchezza, però,dimenticarono di svuotare le tasche
Per la stanchezza, però,dimenticarono di svuotare le tasche. Ben presto il peso della giacca li svegliò.Ad un tratto frugarono nelle tasche per togliere il carbone. Ma la loro meraviglia fu grande quando si accorsero che contenevano solo oro. L’orefice stabilì subito all’amico di risalire il giorno dopo sull’altura per farsi dare altri tesori. Il sarto non era d’accordo,era già contento di quello che aveva ricevuto e pensava di costruire una bottega.

33 Ma per far piacere all’amico decise di fermarsi ancora un giorno, in attesa del suo ritorno. La sera l’orefice si incamminò verso il colle, e vide il coro di bambini che cantavano e ballavano come la notte precedente, il personaggio dalla barba bianca , gli fece riempire di nuovo le tasche di carbone. Giunto al fienile si sdraiò vicino all’amico e pensò.

34 L’oro anche se pesa lo sopporto volentieri e si addormentò
L’oro anche se pesa lo sopporto volentieri e si addormentò. Appena si svegliò, frugò nelle tasche ma trovò solo dei pezzi di carbone. Anche l’oro della scorsa notte era diventato carbone. Il sarto svegliato da singhiozzi, si fece raccontare ciò che era accaduto e gli disse: -Sarebbe stato meglio se ti fossi accontentato di quello che avevi ricevuto, resta con me vivremo insieme mettendo a frutto la nostra ricchezza . Il sarto mantenne la sua promessa e vissero per sempre felici e contenti. Katia B.

35 Il drago e il ragazzo coraggioso

36 Un bel giorno soleggiato un ragazzo di nome Erik volle sfidare il terribile drago , decise quindi di partire la notte di quel giorno per non farsi vedere da qualche abitante della città. Arrivata la notte Erik partì prendendo con se una spada e uno scudo. Ad un certo punto del tragitto un vecchietto lo interruppe e gli chiese dove si stava dirigendo. Il ragazzo rispose che si stava dirigendo verso la caverna del drago. Il vecchio chiese a Erik se poteva attendere un attimo e il ragazzo annuì . Dopo qualche minuto il vecchio riuscì con in mano una spada e gli disse che se la avesse infilzata al drago esso sarebbe scomparso. Erik buttò via la sua vecchia spada e prese quella che gli aveva dato il vecchio e ripartì per il suo cammino. Una volta arrivato di fronte alla montagna ,la scalò duramente, ma riuscì ad arrivare in cima. Continuò a camminare e vide una caverna.

37 Provò ad entrare e vide il drago che gli sputò subito fuoco ma Erik lo schivo fortunatamente e provò ad infilzarlo con la spada, ma il drago tirò un pugno all’oggetto affilato che cadde lontano. Il ragazzo cercò di recuperare la spada ma il drago gli tirò un calcio mortale. Erik non morì ma era in gravi condizioni , pensò quindi di fingersi morto. L’esperimento riuscì alla perfezione , il drago lo lasciò stare e si mise a dormire , il ragazzo prese la spada e la conficcò nel corpo del drago e come aveva detto il vecchio il bestione scomparve. Il ragazzo fece ritorno alla città e annunciò l’accaduto . Gli abitanti felici lo acclamarono re ed una bella fanciulla lo sposò e vissero tutti felici e contenti. Luca Gaspari

38 La penna magica Un cavaliere, un giorno, stanco di abitare e governare un regno senza avventure scappò via e lasciò la sua città in mano a un suo fedele amico. Durante la galoppata arrivò in una radura nella quale era immersa una torre molto trascurata. Il cavaliere di nome Stevan incuriosito entrò nell’ alta torre, dopo scale e scale arrivò finalmente in una stanza , in cui c’ era una principessa addormentata. Stevan affascinato dalla sua bellezza suprema , si avvicinò e toccandogli la faccia , la principessa si risvegliò e anch’essa rimase sorpresa dalla bellezza del cavaliere e decisero di sposarsi. Il cavaliere e la principessa incominciarono a galoppare sul cavallo finché qualcuno si mise in mezzo al sentiero, Stevan fermò il cavallo per non prendere in pieno la cosiddetta signora. La principessa appena visto la faccia dell’ anziana urlò:- Non fermarti è una strega , è mia madre -. Ma fu troppo tardi ormai il cavallo era fermo. La strega vedendo quello che stava succedendo prese subito la sua bacchetta e fece scomparire la principessa in un posto fantastico dove nessuno poteva vederla. Il cavaliere cercò di rincorrere la strega ma sembrava che si fosse volatilizzata. Stevan

39 deluso e molto attristito se ne andò di nuovo nel suo regno
deluso e molto attristito se ne andò di nuovo nel suo regno. Durante la strada incontrò un saggio gnomo che riusciva ha vedere tutto quello che succedeva nel mondo ,

40 , essendo al corrente di quello che era successo al cavaliere decise di dargli una penna magica con la quale qualunque cosa scriveva si avverava. Stevan appena ricevuta la penna magica scrisse subito che voleva riavere la sua principessa e per magia ricomparve davanti a lui, ma la strega era sempre agguata nei paraggi e decise di affrontare il cavaliere senza usare incantesimi. Però la strega non sapeva che il cavaliere possedeva la penna magica. Stevan accettò la sfida e decise di presentarsi al luogo della lotta però portò con se la sua penna magica per sicurezza. Durante la lotta fra la strega e il cavaliere, sferrandosi colpi a vicenda ,Stevan scrisse su un foglio di poter sconfiggere la strega e questo si avvero. Infine il cavaliere come punizione alla strega ,la fece rinchiudere in un carcere per tutta la vita. La principessa e Stevan poi si sposarono e vissero per sempre felici e contenti. Salvatore F 

41 LA CASA GIALLA DELLA NONNA

42 C’era una volta , tanto tempo fa , una nonna che viveva in una casa gialla .
Questa nonna abitava in un villaggio un po’ strano : c’erano un ricco grifone ,un bambino ,e un orso con la cuffia . Un giorno il grifone si ammalò , la nonna sentì i suoi lamenti sin da casa sua e si precipitò , da lui . La nonna andò a chiamare l’orso con la

43 cuffia per aiutarla a trasferire il grifone malato nella sua casa gialla .
L’orso , che si intendeva di medicina partì dal villaggio per cercare l’antidoto alla malattia e arrivò su una montagna . Sul monte incontrò un rospo che gli diede l’antidoto ; il bambino che aveva seguito l’orso, prese di nascosto l’antidoto e mise

44 al suo posto un boccetto pieno di veleno .
Il bambino voleva essere il benefattore del villaggio , così partì verso la casa gialla della nonna . L’orso , ignaro del pericolo, arrivò al villaggio. La nonna guardava entrambi gli antidoti, ma non riconobbe quello giusto . Il grifone prese a caso un antidoto , ma il bambino lo riconobbe,

45 era quello falso , lo prese subito e lo ruppe .
L’orso ingannato , cominciò a lottare ; la casa gialla divenne un giardino e il grifone , come d’incanto , guarì . Il bambino cercò di scappare ma il grifone lo acchiappò e gli fece giurare di comportarsi bene e di non ingannare più gli amici .

46 Da quel momento tutti i giorni , il ricco grifone l’orso con la cuffia , il bambino e la nonna , presero una tazza di tè , alle quattro , nella casa gialla della nonna , e vissero per sempre felice e contenti . Mattia Katia, Raffaele

47 L'AVVENTURA DELLE TRE SORELLINE
UN TEMPO , C'ERANO TRE SORELLINE CHE DOVEVANO PORTARE IL REGALO PER IL COMPLEANNO ALLA LORO NONNA . - FATE ATTENZIONE AL BOSCO - DISSE LA MAMMA - è PERICOLOSO . LE TRE SORELLINE RISPOSERO IN CORO : -SAREMO PRUDENTI . SI INCAMMINARONO VERSO IL BOSCO CON IL REGALO PER LA NONNA , PERò SI ACCORSERO CHE SI STAVA FACENDO BUIO COSì DECISERO DI COSTRUIRSI UNA CASA OGNUNO . CAPPUCCETTO VERDE SI COSTRUì UNA CASA DI PAGLIA , CAPPUCCETTO GIALLO SELA COSTRUì IN LEGNO INVECE CAPPUCCETTO ROSSO DI MATTONI PER ESSERE PRUDENTI NEL CASO ARRIVASSE IL LUPO .

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49 DURANTE LA NOTTE LE TRE SORELLINE SI SVEGLIARONO DI COLPO PERCHè SI SENTIRONO DEGLI STRANI RUMORI VENIRE DA FUORI , ERA IL LUPO . LE BAMBINE PENSAVANO DI ESSERE AL SICURO . CAPPUCCETTO VERDE DOPO QUALCHE MINUTO SENTì IL LUPO PREPARARSI PER SOFFIARE CONTRO LA SUA CASA . LA PAGLIA VOLò PER ARIA , COSì LA BAMBINA SCAPPò DALL'ALTRA SORELLA CON LA CASA DI MATTONI E SUBITO SI SENTì AL SICURO . IL LUPO PROVò A SOFFIARE ALLA CASA DI LEGNO MA NON CI RIUSCì LA PRIMA VOLTA , INVECE LA SECONDA VOLTA FECE UN RESPIRO PIù PROFONDO E ANCHE I PEZZI DI LEGNO CADDERO A TERRA .

50 ANCHE CAPPUCCETTO GIALLO CORSE NELLA CASA DELLA SUA SORELLINA .
IL LUPO PROVò A SOFFIARE ANCHE SU QUELLA DI MATTONI , MA ERA TROPPO ROBUSTA PER ESSERE BUTTATA GIù QUINDI CERCò DI ENTRARE DAL CAMINO . VELOCEMENTE LE TRE SORELLINE ACCESERO IL FUOCO E IL LUPO SI BRUCIO LA CODA . SI SENTì UNO SPARO ALLORA LE TRE BAMBINE SI AFFACCIARONO DALLA FINESTRA PER VEDERE COSA ERA SUCCESSO , UN CACCIATORE AVEVA SPARATO AL LUPO . LE TRE SORELLINE ERANO ORMAI SALVE COSì CONTINUARONO IL CAMMINO VERSO LA CASA DELLA NONNA , ARRIVARONO PRIMA CHE SI FACESSE BUIO , LE DIEDERO IL REGALO E PER QUELLA SERA LE TRE SORELLINE RIMASERO A DORMIRE DA LEI E DA QUEL GIORNO VISSERO FELICI E CONTENTI . . ALESSIA MORO .

51 IL CUORE GRANDE DI UN POETA
C’era una volta una casa molto antica,dove viveva un vecchio poeta,con una barba lunga, degli occhi azzurri e un cuore grande e dolce. In un giorno molto piovoso mentre era davanti al camino,dove stava cucinando delle castagne, bruciò i pantaloni, decise così di prendere un ago per rammendarli. Cercò l’ago per tutta la casa,ma non lo trovò. All’improvviso sentì delle voci,uscì dalla porta per vedere chi fosse, erano degli gnomi che saltellavano e si divertivano sotto la pioggia che scendeva forte. Il poeta era un uomo molto buono,così lì fece entrare in casa per potersi asciugare vicino al camino e per fare tutti insieme una merenda a base di castagne

52 Nonostante ciò continuò a cercare l’ago,per cucire i suoi pantaloni
Nonostante ciò continuò a cercare l’ago,per cucire i suoi pantaloni. Gli gnomi per ringraziarlo dell’ospitalità cominciarono anche loro a cercare l’ago. Finalmente lo trovarono,quasi invisibile da quanto era sottile. Il poeta molto contento,iniziò a rammendare i pantaloni,ma all’improvviso l’ago si ruppe. “ Ah che disdetta,dovrò rinunciare ad aggiustare i miei pantaloni!” disse il poeta. Gli gnomi ringraziarono l’uomo per l’ospitalità e andarono via. Durante la notte l’uomo sentì dei rumori in casa, ma non aveva proprio voglia di alzarsi per controllare,e rimase a letto. Al mattino quando scese in cucina, vide i suoi pantaloni cuciti in modo perfetto: sembravano nuovi. “Chi sarà mai stato? Che bella sorpresa!” disse. Ma non seppe mai chi fosse stato a fargli quel meraviglioso regalo,forse gli gnomi?.

53 Dopo alcuni mesi,si ripetè una scena già vissuta: sentì delle grida,uscì dalla casa per vedere chi fosse e si trovò davanti un ragazzo tutto nudo,che tremava dal freddo. Lo fece entrare e riscaldare vicino al camino. Il ragazzo aveva gli occhi lucenti,i capelli lunghi,sembrava un angelo. Il poeta iniziò a fargli delle domande: “Come ti chiami? Dove abiti?...”. Il ragazzo si innervosì e rispose di chiamarsi AMORE. Nel parlare,il ragazzo si ricordò di aver lasciato fuori il suo baule e chiese al vecchio poeta di andarlo a prendere, perché conteneva il gioco che preferiva di più: un arco

54 Non disse però che il baule era magico
Non disse però che il baule era magico.Una volta recuperato il baule,fece vedere l’arco al poeta,che si accorse subito che era rotto. Arrivò la sera e i due andarono a dormire. Il vecchio però,decise di fare una sorpresa al suo ospite aggiustando l’arco. Lavorò tutta la notte,perché si ricordò, di come si era sentito bene,quando qualcuno gli aveva aggiustato i suoi pantaloni. Stremato all’alba si andò a coricare,prima però mise l’arco sul tavolo della cucina in bella vista. Quando il ragazzo si svegliò vide l’arco aggiustato e si arrabbiò molto: nessuno poteva toccare le sue cose. “ Come hai potuto toccare la mia roba,chi ti ha dato il permesso?” gridò a più non posso.

55 Il poeta sentendo urlare scese di corsa in cucina,e trovò il ragazzo con l’arco in mano e rosso dalla rabbia Non fece in tempo a chiedere spiegazioni,che si ritovò a terra con una freccia sul cuore: il giovane gli aveva scagliato la freccia addosso dalla rabbia. Vedendo ciò che aveva fatto,il ragazzo scappò,lasciando il vecchio a terra tremante e sofferente,che con un filo di voce cercava aiuto. Ad un certo punto,dal baule magico,uscirono gli gnomi. Videro il vecchio a terra,e ricordandosi di com’era stato buono con loro,lo aiutarono. Presero dal baule,del loro vecchio padrone,la polvere magica e la sparsero per tutto il corpo del poeta,togliendo immediatamente la freccia. Dopo alcuni minuti l’uomo si alzò da terra e disse: “ Sono vivo! Sono vivo! Grazie gnomi!,Come mai mi avete aiutato?”

56 “ Non ti ricordi? Ci avevi ospitato tanto tempo fa, ed eri stato molto buono con noi! Sei un uomo dal cuore grande! Il nostro vecchio padrone era cattivo,se ci terrai con te, potremmo aiutarci a vicenda!” spiegarono gli gnomi. Così il poeta decise di vivere in compagnia degli gnomi e insieme vissero tutti felici e contenti,giocando e ridendo per tutti i giorni futuri. Il vecchio si sentì amato e felice della sua nuova vita. Matilde

57 Il principe innamorato
C’era una volta un principe di nome Felipe, alto, biondo, forte, coraggioso e altruista. Questo principe viveva in un castello circondato da un vasto bosco dove vivevano molti animali. Il grande sogno di Felipe era quello di sposare la principessa Isabella, una fanciulla bellissima, con lunghi boccoli rossi e gli occhi verdi ed era molto buona e gentile.

58 Purtroppo però Isabella viveva con la matrigna, la regina Nerina, una donna crudele che sfruttava il potere dei suoi occhi viola per ipnotizzare la gente e farle del male. La matrigna non voleva che Isabella si sposasse e soprattutto non voleva che la ragazza uscisse dal castello.

59 Un giorno il principe partì con il suo grande amico, il mago Arturo, che era un giovane con i capelli castani e ricci e utilizzava i suoi poteri per aiutare i più deboli. I due amici attraversarono il grande bosco che divideva il castello di Felipe da quello della regina Nerina perché era molto tempo che non vedeva Isabella e voleva chiederle di sposarlo. Quando arrivò al castello il principe vide nel giardino la principessa e le disse: “Isabella, il mio desiderio più grande è quello di sposati”, la fanciulla rispose : “Felipe, anch’io lo desidero”, ma la regina malvagia guardò Isabella, la ipnotizzò e la rinchiuse in una torre ordinandole di uccidere Felipe . Il mago Arturo, per aiutare il suo amico, lo trasformò in un uccello così poteva volare sulla torre e liberare la fanciulla.

60 In questo modo Felipe riuscì a raggiungere Isabella e a liberarla ma, una volta che tornò ad essere se stesso, la fanciulla che era ancora ipnotizzata tentò di ucciderlo con un coltello. Il mago Arturo disse : “prendi questa polverina magica, soffiala contro la principessa e pronuncia la parola Amore”. Felipe ubbidì e finalmente la principessa tornò in sé e disse al principe: “ti prego portami via di qui”.

61 Dopo essere saliti tutti a cavallo tornarono al castello del principe Felipe e organizzarono subito le nozze. Il giorno delle nozze ci fù una splendida festa al castello con fuochi d’artificio e al regno vissero tutti felici e contenti. Filippo

62 IL REGNO NERO C’era una volta un ragazzo che camminava lungo una via sconosciuta che portava in un regno di nome Nero; chi era non era piu’ tornato a casa. Il ragazzo, entrato nel regno, si trovo’ davanti ad un tremendo temporale con lampi e tuoni ed improvvisamente vide un orco che lo catturo’ e lo porto’ al suo castello. Il giovane impaurito svenne. Al risveglio fece un grande sbadiglio e si ritrovo’ in una gabbia. Non vedendo piu’ l’orco e dopo aver piu’ volte cercato di evadere si sedette. Sotto di lui c’era un petardo, messo dall’orco, che esplose facendolo diventare miope. Quando l’orco rientro’ aveva tra le mani uno gnomo che, tutto arrabbiato, si agitava tra le dita del mostro.

63 Dalla tasca del vestito dello gnomo cadde, accidentalmente vicino al ragazzo, un sacchetto.
Il prigioniero riusci’ a prenderlo ed intravide degli occhiali ed una spada magica; si mise gli occhiali e ricomincio’ a vedere, poi prese la spada che divento’ tutta infuocata e gli permise di rompere le sbarre della gabbia. Raggiunse l’orco, gli taglio’ la testa e libero’ lo gnomo. Il ragazzo restitui’ gli occhiali e la spada allo gnomo che pero’ decise di donarglieli in segno di riconoscenza. Una volta usciti dal castello il temporale era finito e in cielo c’era un grande arcobaleno; tutti gli abitanti del regno andarono ad acclamare il giovane che li aveva liberati dall’orco e lo nominarono re. Da quel giorno visse per sempre felice e contento. PAOLO DI GIOVANNI GIUSY FILIPPO LUCREZIA

64 LA PRINCIPESSA Cecilia !!
C’era una volta una bellissima principessa di nome Cecilia,che aveva i capelli biondi,lunghi e ricci,era di statura media,di corporatura molto magra e aveva trent’anni. Viveva in un castello con la matrigna molto cattiva, che aveva una figlia cattiva come lei e un fratello.La matrigna non voleva bene a Cecilia e ne invidiava la bellezza.

65 Spinta dalla sua cattiveria , un giorno pensò:<<Voglio affidare A Cecilia dei compiti così difficili che non riesca a eseguirli e io possa punirla per questo >> Il giorno dopo consegnò alla principessa un’enorme matassa ingarbugliata e le ordinò di farne un gomitolo entro il tramonto, senza spezzare il filo.Cecilia provò a sciogliere qualche nodo ma,appena toccava il filo sottilissimo, lo spezzava.

66 Il Principe Adriano che voleva molto bene alla principessa, venne a conoscenza della situazione difficile in cui si trovava e corse in suo aiuto con la bacchetta magica ricevuta da una fata. Con un tocco della bacchetta riaggiustò il filo spezzato in più punti e ricavò dalla matassa un gomitolo perfettamente rotondo. Quando la matrigna venne a controllare il lavoro, rimase stupita e si arrabbiò. Senza perdere tempo, affidò a Cecilia un compito più difficile . La principessa doveva dividere le piume contenute in un enorme cestino a seconda della specie di uccello a cui appartenevano.

67 Ma anche questa volta Adriano venne in suo aiuto e con la bacchetta magica,divise le piume in tanti mucchietti. Non potendo punire Cecilia, la matrigna andò su tutte le furie e decise di sbarazzarsi al più presto di lei. Mossa dalla sua cattiveria, la matrigna fece scavare in giardino una grande buca, da Emanuele suo fratello e vi spinse Cecilia, poi chiuse l’apertura. Ma appena la matrigna si allontanò, arrivò Adriano e liberò Cecilia.

68 Quando la matrigna lo venne a sapere, per la rabbia andò a chiudersi nel suo vecchio castello e nessuno sentì più parlare di lei. Adriano e Cecilia si sposarono e il loro matrimonio fu uno dei più belli che si fossero mai visti. Andarono ad abitare in una villa bellissima e in fine diventarono anche ricchi.E vissero per sempre tutti felici e contenti. Katia

69 MORETTINA C’era una volta una bellissima fanciulla che si chiamava Morettina,la chiamavano così perché era mora e perché le piacevano le more (i frutti).

70 Aveva 3 sorelle :Biancaneve, Cenerentola e la più piccola Ariel
Aveva 3 sorelle :Biancaneve, Cenerentola e la più piccola Ariel.Erano tutte così belle che tutti i maschi della scuola le corteggiavano. Le fanciulle nella scuola avevano una rivale :era Genoveffa, brutta e antipatica

71 e le prendeva sempre in giro
e le prendeva sempre in giro. Il re chiamava sempre il padre di Genoveffa ma lei reagiva sempre. A Biancaneve piaceva lo stesso principe che piaceva a Genoveffa , allora le due fecero una scommessa su chi il principe avrebbe chiesto di uscire . Loro fecero di tutto per farsi notare ,ma un giorno Biancaneve chiese aiuto a Cenerentola che era più esperta e così la aiutò

72 La mattina seguente Cenerentola andò dal principe,bello,simpatico, e gli disse < ti interesserebbe un appuntamento?> lui le rispose <sì! A che ora facciamo?!> lei < ma non con me! Con mia sorella quella lì con

73 il vestito giallo!> Lui le disse<ah! ok!> allora andò da Biancaneve e le disse<Ciao! Sono Erik tu come ti chiami?> lei le rispose<ciao! Io mi chiamo Biancaneve> tutti e due insieme risposero <piacere di conoscerti!>Biancaneve diventò rossa come un pomodoro. Il principe le chiese<vorresti uscire con me?> lei rispose < sì molto volentieri.>

74 Allora i due uscirono insieme e si fidanzarono
Allora i due uscirono insieme e si fidanzarono. A scuola, il giorno dopo Biancaneve disse a Genoveffa < ahahahahaha ho vinto la scommessa! Ciao! Ciao!> e se ne andò lasciandola a bocca aperta. Andò da sua sorella,Cenerentola, la abbracciò e le disse< Grazie sorellina mia so di poter contare sempre su di te!> Biancaneve e il principe si sposarono, andarono via a cavallo verso la città dei loro sogni, ebbero 2 bellissime bambine e vissero sempre felici e contenti

75 L’UOMO ODIATO Una volta esisteva un bell’ artigiano che aveva cinquanta anni,era robusto,un carattere duro e si chiamava Armaghedon.Viveva in una casa isolata dalla città in mezzo a terre che viveva solo e non accettava che la città non lo volesse perchè era un uomo cattivo

76 Aveva un figlio di nome Bobbi che faceva di tutto per far si che suo papà non fosse cattivo. Però non ci riusciva perchè era troppo duro. Un giorno suo papà decise che non era giusto stare tutti soli in mezzo al nulla,e quindi andò da un suo vecchio amico di nome Carl che viveva a pochi passi dall’ artigiano. Allora Armaghedon si recò li,entrò e disse:”amico ti devo dire una cosa”e lui cominciò a raccontargli tutto e che deve aiutarlo a fare parte della città.

77 Lui rispose di sì,quindi si armarono di:cavallo poteri magici e paralizzanti. Di corsa furono in città e così cominciarono a paralizzare tutti gli abitanti e con i poteri introdussero dentro gli abitanti una sostanza che non fece più pensare che Armaghedon fosse una persona cattiva che non volevano. Al loro risveglio pensarono che doveva fare parte della città e quindi lo accolsero. Più tardi arrivò una persona che era un grande cavaliere mascherato di nome

78 Magno che spiegò agli abitanti che l’ artigiano era il cattivo che loro non volevano e disse anche che aveva iniettato loro dei poteri magici . Allora i due cominciarono a combattere e Magno ebbe la meglio. Gli abitanti furono contenti,il cavaliere diventò ricco e si sposò;l’amico di Armaghedon si prese cura di suo figlio e Bobbi continuo la sua vita. E così vissero tutti felici e contenti. Alessio

79 LE CRONACHE DEL NANO C’era una volta un nano dai lunghi capelli color fuoco. Aveva un aspetto burbero, ma era tenero e gentile. Fin da quando era bambino aveva un sogno: essere il Primo a raggiungere la vetta delle Montagne Rocciose. Un giorno partì per recarsi alle montagne, ma non sapeva che qualcuno lo stava seguendo… Era il Coniglio Salterello a macchie nere

80 Il nano, cammina, cammina, arrivò davanti alle montagne e, vedendo la loro altezza, rimase intimorito e pensò: “e solo un piccolo ostacolo, non posso fermarmi proprio ora”. Nascosto dietro una pietra c’era il coniglio che osservò tutto e, pronunciando una formula magica, fece uscire dalle viscere della terra un enorme castello: era la sua Reggia. Con un balzo entrò nel castello ed invitò ad entrare anche il nano. Il coniglio disse al nano che, per accedere alle Montagne Rocciose, doveva superare tre prove:

81 1 recuperare le tre uova dal nido delle tre Aquile
Giganti; 2 accendere un falò su una pietra e passarci attraverso; 3 cogliere una ninfea dal lago sorvegliato dal Drago Sputafuoco. Il nano allora si mise alla ricerca delle tre aquile, le trovò in una radura ma, con stupore , ne vide quattro; dopo un po’ si accorse che la quarta era un pinguino. Il nano, incuriosito, chiese al pinguino:

82 -Tu sai come prendere le uova di queste aquile ?
Il pinguino rispose: -Agita questa piuma incantata e le aquile diventeranno pulcini. Detto ciò, si dileguò. Il nano agitò la piuma e, come detto dal pinguino, al posto delle aquile comparvero tre pulcini. Il nano prese le tre uova e si diresse verso una radura sassosa e, anche lì, trovò il pinguino che gli disse: -Bevi questa pozione e potrai superare il fuoco.

83 Detto ciò, si dileguò. Il nano bevve la pozione, poi accese un falò su una pietra e lo attraversò. Fatto questo spense il fuoco , prese la pietra bruciacchiata come testimonianza della sua impresa, e cercò il lago sorvegliato dal Drago. Quando l’ebbe trovato, vide il pinguino che gli disse: -Vedi quel Drago, suona questo flauto e si addormenterà. Detto ciò, si dileguò. Il nano suonò il flauto e il Drago si addormentò, il nano colse una ninfea e si diresse al castello del Coniglio.

84 Quando ebbe finito di mostrare
al Coniglio i tre oggetti( le tre uova, la pietra e la ninfea), questo, accecato dalla rabbia, prese la sua spada; ma, proprio in quel momento, apparve il pinguino che donò al nano una spada d’oro tempestata di rubini. Il Coniglio ed il nano duellarono fin che il nostro eroe sconfisse il rivale. Il nano si arrampicò fin sulla vetta delle Montagne Rocciose. Arrivato là trovò il pinguino che si congratulò con lui e lo riportò a casa…

85 DOVE VISSERO PER SEMPRE FELICI E CONTENTI.
Mattia Cavalieri


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