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PROGETTO PLURIDISCIPLINARE “ALIMENTARSI …. UNA SCELTA CONSAPEVOLE”

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Presentazione sul tema: "PROGETTO PLURIDISCIPLINARE “ALIMENTARSI …. UNA SCELTA CONSAPEVOLE”"— Transcript della presentazione:

1 PROGETTO PLURIDISCIPLINARE “ALIMENTARSI …. UNA SCELTA CONSAPEVOLE”
SCUOLA MEDIA STATALE “GIUSEPPE GRASSA” MAZARA DEL VALLO PROGETTO PLURIDISCIPLINARE “ALIMENTARSI …. UNA SCELTA CONSAPEVOLE” CLASSE 2°E ANNO SCOLASTICO

2 La produzione degli alimenti
e le relative problematiche ambientali ed igienico-sanitarie L’alimentazione svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento dello stato di salute degli esseri viventi. Innumerevoli ricerche hanno messo in relazione le caratteristiche nutrizionali di molti alimenti con la prevenzione di numerose patologie. Basti ricordare la presenza di antiossidanti in numerosi prodotti vegetali che contrastano l’invecchiamento cellulare, degli steroli vegetali che prevengono l’aterosclerosi, delle numerose sostanze con proprietà antitumorali o di vitamine che rafforzano il sistema immunitario.

3 Al contrario, l’uso di diserbanti, pesticidi e fertilizzanti nelle colture agricole e di anabolizzanti e antibiotici nell’allevamento del bestiame costituisce un gravissimo pericolo per la salute umana e per l’equilibrio degli ecosistemi. Vedremo, in particolare, le problematiche ambientali ed igienico-sanitarie relative a: - coltivazione dei prodotti agro-alimentari - allevamento zootecnico

4 Coltivazione dei prodotti agro-alimentari
Le coltivazioni si dividono in: - Coltivazioni in campo aperto Coltivazioni protette (in serre) Nelle coltivazioni in campo aperto i fattori climatici (temperatura, umidità, illuminazione, ecc.) dipendono dal succedersi naturale delle stagioni. Ogni stagione ha i suoi prodotti tipici che si alternano nel corso dell’anno. Fino alla metà del secolo scorso le piante infestanti e i parassiti venivano combattuti con mezzi e sostanze naturali che non compromettevano la salubrità dei prodotti agricoli. Oggi la maggior parte degli agricoltori utilizza fertilizzanti, diserbanti e pesticidi di tipo chimico che, se non usati con estrema cautela, possono determinare numerose patologie a carico dell’apparato gastro-intestinale e gravi fenomeni di inquinamento del suolo e del sottosuolo.

5 Nelle coltivazioni in serra è possibile modificare i fattori ambientali naturali a seconda delle diverse esigenze. L’elevata temperatura ed umidità dell’ambiente serricolo determina la proliferazione di parassiti di vario tipo che viene combattuta con l’impiego di grandi quantità di antiparassitari e antibiotici. Purtroppo gran parte di questi prodotti chimici si infiltrano nel sottosuolo andando ad inquinare la falda acquifera. Una parte di queste sostanze viene assorbita dai prodotti agricoli che vanno poi a far parte della nostra dieta alimentare. L’assunzione di questi prodotti chimici non produce quasi mai un effetto immediato ma si ritiene sia una delle cause dell’aumento delle malattie tumorali nelle popolazioni dei paesi industrializzati.

6 Vedremo adesso i vari tipi di fertilizzanti e pesticidi utilizzati in agricoltura e le patologie ad esse ricollegabili. I Fertilizzanti hanno la funzione di arricchire il terreno di sali minerali e di elementi chimici necessari per la crescita delle piante. Si suddividono in: Concimi chimici : sono concimi che non contengono carbonio. A seconda che contengano azoto, fosforo o potassio vengono definiti rispettivamente concimi azotati, fosforici o potassici. Concimi organici: sono concimi che contengono carbonio legato ad uno degli elementi della fertilità (azoto, fosforo, potassio). Secondo la normativa i concimi organici devono essere necessariamente di origine biologica (animale, vegetale o mista) perciò sono esclusi da questa categoria i composti organici prodotti per via sintetica. L’uso indiscriminato di concimi azotati è la causa principale dell’inquinamento delle falde idriche superficiali. Alcune ricerche cliniche mostrano come il significativo aumento dei livelli di nitriti e nitrati nell'ambiente e negli alimenti sia correlato all’incremento nei paesi industrializzati di malattie come il Parkinson, l’Alzheimer e il diabete. 

7 I PESTICIDI Con il termine pesticidi (detti anche antiparassitari o fitofarmaci) si definisce una categoria di composti chimici utilizzati in agricoltura per combattere organismi dannosi per le piante (come insetti, funghi, muffe, roditori, erbe). Si tratta di sostanze a composizione chimica molta diversa, che vanno da estratti di piante come il piretro, a sali e oli minerali, fino a composti organici molto sofisticati.

8 Per la loro stessa natura i pesticidi possono risultare pericolosi all'uomo o agli altri animali, in quanto il loro scopo è di uccidere o danneggiare gli organismi viventi. Possono essere assorbiti per inalazione, per contatto cutaneo o attraverso l'apparato digerente. Gli effetti acuti dell' intossicazione da pesticidi sono: - disturbi epatici, malattie polmonari, della pelle, del sangue. Gli effetti a lunga scadenza sono: - azione cancerogena: tumori cerebrali, tumori alla mammella, al pancreas, ai testicoli, al polmone, tumori del sangue (leucemie e linfomi) - azione mutagena sul patrimonio genetico - azione teratogena su embrioni e feti.

9 Numerosi studi hanno osservato una diminuzione degli spermatozoi del 50% negli ultimi 50 anni negli inglesi, anche in questo caso gli imputati sono i pesticidi. Da uno studio compiuto in Florida su un campione di 3000 lavoratori agricoli si è visto un aumento omogeneo di leucemie e di cancri al polmone e al cervello. In Italia si hanno ogni anno 3000 casi di intossicazione acuta da pesticida.

10 In base al meccanismo d'azione i pesticidi si distinguono in:
Fitofarmaci di copertura Sono pesticidi che si fissano sulla superficie esterna delle parti vegetali trattate; Fitofarmaci atropici Sono pesticidi che attraversano la buccia dei frutti o l'epidermide fogliare ed entrano per un breve tratto nei tessuti vegetali; Fitofarmaci sistemici Sono pesticidi che si diffondono in tutti i tessuti vegetali, compreso il cuore del frutto, in quanto trasportati dalla linfa della pianta trattata.

11 La persistenza dei pesticidi nelle piante trattate varia a seconda del tipo di pesticida e del tipo di pianta ed é determinante per stabilire l'intervallo di sicurezza, ossia il tempo che deve intercorrere tra l'ultimo trattamento e la raccolta. La persistenza dei pesticidi nel terreno dipende dal tipo di pesticida e da molti altri fattori (il tipo di suolo, l'umidità, il PH e l'estensione delle colture). I pesticidi leggeri (non persistenti) sono composti rapidamente biodegradabili, mentre i pesticidi pesanti (persistenti) sono composti invece che rimangono nell'ambiente per periodi di tempo relativamente lunghi. A tal proposito la seguente tabella classifica i pesticidi in quattro gruppi: CATEGORIA DURATA ATTIVITA’ NON PERSISTENTI DA 1 A 12 SETTIMANE MODERATAMENTE PERSISTENTI DA 1 A 18 MESI PERSISTENTI DA 2 A 5 ANNI PERMANENTI DEGRADANO A RESIDUO PERMANENTE

12 Esistono numerose forme di pesticidi con diverse funzioni: Alghicidi: controllano la crescita delle alghe nei laghi, nei canali, nei fiumi e nelle piscine Antimicrobici: uccidono microbi e virus Biocidi: uccidono i microrganismi Disinfettanti: uccidono o inattivano i microrganismi Fungicidi: uccidono funghi e muffe. Sono chiamati anche anticrittogamici. Fumiganti: producono gas o vapori in fabbricati o nel suolo per contrastare infestazioni Diserbanti: uccidono semi o piante indesiderate, e sono ad azione totale o selettiva, ossia distruggono tutte le piante o impediscono la crescita solo di alcune Insetticidi: uccidono insetti e artropodi Miticidi: (acaricidi) uccidono acari che vivono su piante e animali Molluschicidi: uccidono conchiglie o lumache Nematicidi: uccidono piccoli vermi, che vivono sulle radici delle piante Ovicidi: uccidono uova di insetti o larve Ferormoni: ormoni usati per modificare il comportamento sessuale degli insetti Repellenti: respingono qualsiasi agente infestante, compresi insetti, zanzare, uccelli Topicidi: uccidono topi e altri roditori

13 Il ciclo dei pesticidi Al pari del ciclo dell’acqua, anche per i pesticidi è possibile stabilire una struttura ciclica nello spostamento di tali prodotti nell’ambiente.

14 Vediamo adesso un decalogo per una alimentazione più sana

15 AGRICOLTURA BIOLOGICA
Con la definizione “agricoltura biologica” si identifica quel sistema di produzione agricolo che, da un lato, punta ad offrire al consumatore prodotti freschi, genuini e privi di sostanze chimiche; dall’altro cerca di ridurre il più possibile l’impatto ambientale dell’attività agricola, facendo in modo che ogni fazzoletto di terra venga utilizzato nel rispetto dei suoi cicli naturali e quindi in modo eco-sostenibile.

16 Punto fermo dell’agricoltura biologica è anche la salvaguardia della biodiversità, ovvero la presenza e lo sviluppo di specie e varietà differenti di piante e animali sul territorio. Altro elemento base è la filiera corta, dove il raccolto viene messo sul mercato direttamente dal contadino o, in alternativa, dai rivenditori presenti nelle vicinanze dei luoghi di produzione. Nasce così l’espressione “a chilometri zero”, con la quale si identificano tutti quegli alimenti che non subiscono grandi spostamenti dal momento della produzione e della raccolta a quello della vendita.

17 Il lavoro dei contadini biologici
Nel rispetto dei principi dell’agricoltura biologica, gli agricoltori bio fertilizzano i terreni utilizzando materiali organici, come il letame, e attuano tecniche agricole tradizionali, come la rota-zione delle colture, che prevede di lasciare periodicamente a riposo (a maggese) una parte del terreno coltivato. Un modo per incoraggiare la naturale fertilità delle terre ed evitare così il ricorso a fertilizzanti chimici. Altra tecnica usata dai contadini biologici è la consociazione: si interrano in parallelo piante sgradite ai parassiti della pianta accanto.

18 ORGANISMI GENETICAMNENTE MODIFICATI
Definizione: Un Ogm, ovvero un organismo geneticamente modificato, è un organismo la cui materia genetica è stata alterata mediante tecniche di ingegneria genetica, altrimenti note come tecniche di Dna ricombinante. Con questo metodo si intende la combinazione in vitro di diverse molecole di Dna per creare un nuovo gene, che viene successivamente inserito in un organismo che può essere vivente o meno.

19 ORGANISMI TRASGENICI E CISGENICI
Erroneamente si suole indicare tutti gli organismi Ogm come transgenici, in realtà si parla di transgenici solo quando si inseriscono geni esogeni in un altro organismo, ovvero un ente strutturato riceve dei geni non suoi; mentre si parla di organismi cisgenici quando si ricombinano geni dello stesso organismo. In entrambi i casi si tratta sempre di Ogm.

20 Ma cosa spinge gli scienziati a queste ricombinazioni genetiche?
Di sicuro il fattore tempo, non si aspetta più che la “natura faccia il suo corso”, ma si accelera il tutto intervenendo direttamente sulle molecole di Dna. La produzione di farmaci ed enzimi per il miglioramento della salute umana. Creare piante auto-resistenti ad erbicidi e condizioni climatiche. aumentare le proprietà nutritive di alcuni agroalimentari.

21 Gli OGM in agricoltura Vediamo come gli OGM vengono utilizzati in agricoltura: Batteri che introdotti nel suolo ne migliorano le caratteristiche (es. batteri azoto-fissatori) Batteri che inseriti nel terreno proteggono le piante dal gelo Batteri che immessi nel terreno diventano insetticidi naturali Piante resistenti allo stress idrico o salino Colture tolleranti a specifici erbicidi Piante resistenti agli insetti o ai virus Pomodori OGM con gene che aumenta gli antiossidanti e che proteggono dal cancro e contrastano l’invecchiamento delle cellule Batteri OGM

22 La prima pianta transgenica posta in vendita fu ufficialmente il FlavrSavr ( in USA nel 1994), un pomodoro modificato per rallentare il processo di decomposizione. Dal 1997 al 2010 la superficie mondiale coltivata con OGM si è decuplicata, passando da 11 a 140 milioni di ettari. Le piante oggetto di modificazioni genetiche sono soprattutto mais, soia, colza, papaia, zucca e cotone. Tra i principali paesi in cui vengono coltivati OGM, gli Stati Uniti sono in testa, con il 50% della superficie globale coltivata ad OGM, seguiti da Argentina, Brasile e Canada. In Italia la coltivazione di OGM a scopi commerciali non è consentita, tuttavia l’Italia importa dall’estero OGM per soddisfare il proprio fabbisogno interno, tra cui principalmente mais e soia. Soia OGM Cotone OGM

23 Gli OGM e i rischi per l’ambiente e per la salute umana
Rischi per l’ecosistema: Inquinamento genico, cioè la trasmissione del gene nuovo ad altre piante non modificate attraverso il polline; Bioinvasione, cioè la crescita invasiva della popolazione modificata con conseguente distruzione delle varietà autoctone Rischi per la salute: Possibilità di reazioni allergiche dovute alla presenza di proteine transgeniche Possibilità di effetti tossicologici delle proteine transgeniche Acquisizione di resistenza agli antibiotici, nel caso in cui tale carattere sia stato inserito negli OGM Gli attivisti di Green-peace protestano per i rischi sanitari legati agli OGM

24 Allevamento zootecnico
Per allevamento zootecnico si intende qualsiasi allevamento di animali che produce beni destinati al mercato, con esclusione degli animali da compagnia, degli allevamenti familiari che producono beni per l’autoconsumo e di strutture ove sono detenuti cavalli per attività con finalità sportive. Gli allevamenti si distinguono in: a) allevamenti intensivi o industriali; b) allevamenti estensivi; c) allevamenti biologici.

25 ALLEVAMENTO INTENSIVO
L’allevamento intensivo utilizza tecniche industriali e scientifiche per ottenere la massima quantità di prodotto al minimo costo, utilizzando il minimo spazio (gli animali sono tenuti sempre al chiuso dentro capannoni) attraverso l’uso di macchinari e farmaci veterinari. La pratica dell’allevamento intensivo è estremamente diffusa in tutti i paesi sviluppati; la gran parte della carne, dei prodotti caseari e delle uova che si acquistano nei supermercati viene prodotta in questo modo.

26 La pratica dell’allevamento intensivo è oggetto di numerose critiche di ordine economico, etico, salutistico e ambientalista. Vediamo alcune delle problematiche legate all’allevamento intensivo: benessere degli animali impatto ambientale igiene e salute fame nel mondo

27 Benessere degli animali
Negli allevamenti intensivi le condizioni di vita degli animali sono sensibilmente peggiori di quelle degli animali allevati in modo tradizionale. I movimenti animalisti hanno attaccato diverse pratiche in uso negli allevamenti, alcune delle quali sono state in seguito rese illegali in alcuni paesi. Per esempio, sono stati denunciati casi in cui gli animali subivano regolarmente amputazioni, venivano cresciuti in ambienti talmente ristretti da causare atrofia muscolare, erano tenuti al buio per tutta la vita, e via dicendo.

28 Impatto ambientale Le feci provenienti da enormi quantità di animali concentrati in aree relativamente piccole causano inquinamento delle falde acquifere e la contaminazione dell'acqua da parte di colibatteri. Inoltre i reflui zootecnici sono ricchi di azoto; la loro dispersione nelle acque superficiali provoca gravi danni a causa dell'eutrofizzazione. Per risolvere questi problemi è indispensabile usufruire di impianti di depurazione molto costosi che non sempre vengono usati correttamente dagli allevatori.

29 Le attività legate all'allevamento intensivo su grande scala possono causare un depauperamento delle risorse naturali del territorio. Molti paesi emergenti (il caso emblematico è il Brasile) per entrare nel ricco business della carne disboscano ampie fette di territorio per far posto ai pascoli, con grave compromissione del delicato equilibrio ambientale terrestre (ricordiamoci che la foresta amazzonica è considerata il “polmone verde” del pianeta.

30 Igiene e salute L'altissima concentrazione di animali negli allevamenti intensivi è la principale causa dell'insorgere periodico di svariate malattie rispetto a quanto accade nel caso di animali cresciuti in natura. In questi allevamenti l'uso di farmaci (per esempio antibiotici) è diffuso, sia per prevenire l'insorgere di epidemie, sia come stimolanti della crescita. Queste modalità d'uso degli antibiotici (basso dosaggio per lunghi periodi di tempo) può portare al diffondersi di nuove forme di batteri resistenti a tali medicinali. Il prestigioso organismo di controllo della salute pubblica statunitense stima che nel mondo, ogni anno, ci siano oltre 76 milioni di casi di malattie causate dal cibo da allevamento intensivo e oltre 5000 morti.

31 A prescindere dall'eventuale diffondersi di malattie, ormai è risaputo che la qualità delle carni e degli altri prodotti realizzati tramite allevamento intensivo è di qualità inferiore rispetto a quello ottenuto con tecniche tradizionali per vari motivi legati alla differente alimentazione e al diverso stile di vita degli animali stessi. Particolarmente criticato in questo senso è l'uso di farmaci volti ad accelerare lo sviluppo corporeo degli animali (per esempio ormoni). Questa pratica, vietata in Europa, è uno dei principali elementi di differenziazione tra l'allevamento intensivo americano e quello europeo.

32 Anche l'alimentazione degli animali degli allevamenti intensivi è stata spesso oggetto di attenzione e critiche. Per esempio, l'uso di farine di origine animale per nutrire animali erbivori, come le mucche, è stato considerato fra le cause della diffusione del morbo della mucca pazza.

33 Fame nel mondo Un aspetto drammatico dell’allevamento intensivo, spesso taciuto dai media, è l’enorme consumo di cereali per nutrire i bovini . Già agli inizi degli anni ’90 il 70% dei cereali prodotti negli Stati Uniti veniva utilizzato per l’alimentazione animale. Le proteine somministrate ai manzi e agli altri animali consistono per circa il 40% di foraggio e per il resto di cereali. I bovini hanno un’efficienza di conversione delle proteine alimentari solo del 6%. Ciò significa che un animale produce meno di 50 kg di proteine consumando più di 790 kg di proteine vegetali. Tutto ciò mantiene alto il prezzo dei cereali, penaliz-zando i paesi poveri e con-tribuendo in maniera rile-vante al problema della fame nel mondo.

34 Allevamento estensivo
Si parla di allevamento estensivo quando gli animali sono liberi di muoversi e pascolare su una superficie di media o grande estensione, all'aria aperta. L’allevamento estensivo è possibile quando sul territorio sono presenti vaste aree dedicate al pascolo degli animali. Tipici allevamenti estensivi di bovini e ovini si trovano in Argentina, dove sterminate pianure erbose, le Pampas, offrono grandi quantità di erba da pascolo. Anche negli Stati Uniti si trovano vaste distese di praterie, ma, nonostante ciò, l’allevamento estensivo è stato negli ultimi anni via via sostituito da quello intensivo in quanto più produttivo.

35 Gli animali allevati in ampi spazi non necessitano di particolari cure antibiotiche, hanno carni con caratteristiche nutrizionali e organolettiche migliori rispetto a quelli allevati in modo intensivo. Le condizioni di vita degli animali sono generalmente buone il che influenza anche una sana e corretta crescita corporea. Purtroppo, oggi, la pastorizia in Italia è in forte crisi, sia per la progressiva diminuzione di terreni per il pascolo, sia per la forte concorrenza degli allevamenti intensivi.

36 Allevamento zootecnico biologico
L’allevamento biologico è fortemente legato alla terra e rispettoso dell’ambiente, degli animali e del consumatore finale, e segue delle norme ben precise stabilite dall’Unione Europea, attraverso il Regolamento CE 1804/99, convertito in decreto ministeriale nel Prima di tutto vengono alimentati con prodotti vegetali di origine biologica prodotti nella stessa azienda. Il numero dei capi è proporzionale alla terra disponibile per farli pascolare. Le razze devono essere rustiche e possibilmente del luogo che bene si adattano a un tipo di vita naturale. Usare razze selezionate è un errore perchè non hanno la capacità di adattamento. Sono vietate le manipolazioni genetiche e la somministrazione di integra-tori sintetici.

37 In linea di massima in un allevamento biologico gli animali vengono allevati all’aperto, dove le condizioni climatiche lo permettono. In ogni modo le stalle devono rispondere alle esigenze biologiche ed etologiche degli animali: avere superfici minime coperte e scoperte e consentire l’accesso ai pascoli o a spiazzi liberi ogni qualvolta le condizioni lo consentano, mentre la stabulazione fissa è vietata, così come l’allevamento dei vitelli in box individuali dopo una settimana di età. Sono vietati il trapianto degli embrioni e la manipolazione genetica. E’ vietato l’uso di tecniche o sostanze atte a forzare la crescita degli animali, mentre per le cure veterinarie vengono utilizzati rimedi omeo-patici e fitoterapici.

38 (sotto la supervisione del prof. Andrea Fiducioso)
REALIZZATO DA: Bellarmino Nicolo’ Quinci Vincenzo Palazzotto Leonardo Pernice Vincenzo (sotto la supervisione del prof. Andrea Fiducioso)


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