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FA0193 Propedeutica alla filosofia teoretica II

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Presentazione sul tema: "FA0193 Propedeutica alla filosofia teoretica II"— Transcript della presentazione:

1 FA0193 Propedeutica alla filosofia teoretica II http://mantovani.unisal.it

2 Largomentazione a posteriori (SSDA, pp. 157-169) Ritorno allesperienza integrale Litinerario corretto –natura metafisica dellargomentazione –natura a posteriori dellargomentazione Valore dellargomentazione –posizioni storiche –lineamenti di risposta Carattere unitario e molteplice dellargomentazione –struttura fondamentalmente unitaria –molteplicità di formulazioni e di angoli prospettici FA0193

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4 Il divenire, cifra metafisica dellesistenza di Dio (SSDA, pp. 181-185) Il divenire degli esistenti via allAssoluto –la via tomista –il fatto del divenire e lesigenza di una causa –impossibilità di un processo allinfinito –necessità di un principio primo divino FA0141- 12B FA0193

5 Le cinque vie La prima e la più evidente è quella che si desume dal moto. È certo infatti e consta dai sensi, che in questo mondo alcune cose si muovono. Ora, tutto ciò che si muove è mosso da un altro. Infatti, niente si trasmuta che non sia potenziale rispetto al termine del movimento; mentre chi muove, muove in quanto è in atto. Perché muovere non altro significa che trarre qualche cosa dalla potenza allatto; e niente può essere ridotto dalla potenza allatto se non mediante un essere che è già in atto. Per esempio il fuoco che è caldo attualmente rende caldo in atto il legno, che era caldo soltanto potenzialmente, e così lo muove e lo altera. Ma non è possibile che una stessa cosa sia simultaneamente e sotto lo stesso aspetto in atto e in potenza, lo può essere soltanto sotto diversi rapporti: così ciò che è caldo in atto non può essere insieme caldo in potenza, ma è insieme freddo in potenza. È dunque impossibile che sotto il medesimo aspetto una cosa sia al tempo stesso movente e mossa, cioè che muova se stessa. È dunque necessario che tutto ciò che si muove sia mosso da un altro, e questo da un terzo e così via. Ora non si può in tal modo procedere allinfinito, perché altrimenti non vi sarebbe un primo motore, e di conseguenza nessun altro, perché i motori intermedi non muovono se non in quanto mossi dal primo motore, come il bastone non muove se non in quanto è mosso dalla mano. Dunque è necessario arrivare ad un primo motore che non sia mosso da altri; e tutti riconoscono che esso è Dio. FA0193

6 Lefficienza degli esistenti, controprova metafisica dellesistenza dellAssoluto (SSDA, pp. 195-200) Lefficienza degli esistenti via allAssoluto –punto di partenza il fatto dellefficienza due tipi di subordinazione (accidentale, essenziale) –lesigenza di una causa ulteriore –limpossibilità di procedere allinfinito –lesigenza di una Causa suprema incausata FA0193

7 Le cinque vie La seconda via parte dalla nozione di causa efficiente. Troviamo nel mondo sensibile che vi è un ordine tra le cause efficienti, ma non si trova, ed è impossibile, che una cosa sia causa efficiente di se medesima; che altrimenti sarebbe prima di se stessa, cosa inconcepibile. Ora, un processo allinfinito nelle cause efficienti è assurdo. Perché in tutte le cause efficienti concatenate la prima è causa dellintermedia, e lintermedia è causa dellultima siano molte le intermedie o una sola; ora, eliminata la causa è tolto anche leffetto: se dunque nellordine delle cause efficienti non vi fosse una prima causa, non vi sarebbe neppure lultima, né lintermedia. Ma procedere allinfinito nelle cause efficienti equivale ad eliminare la prima causa efficiente; e così non avremo neppure leffetto ultimo, né le cause intermedie: ciò che evidentemente è falso. Dunque bisogna ammettere una prima causa efficiente, che tutti chiamano Dio. FA0193

8 La via della contingenza (SSDA, pp. 205-218) Considerazioni preliminari I momenti salienti dellargomentazione –il darsi e la natura degli esistenti contingenti esistenza inequivocabile di esseri contingenti superamento delle difficoltà contro il darsi di enti contingenti struttura metafisica degli enti contingenti –lesigenza di una causa ragion dessere dellesistere degli esseri contingenti –limpossibilità di una serie infinita di esseri contingenti essenzialmente subordinati –lesigenza dellEssere necessario divino Risposta alle critiche kantiane FA0193

9 Le cinque vie La terza via è presa dal possibile [o contingente] e dal necessario, ed è questa. Tra le cose noi ne troviamo di quelle che possono essere e non essere; infatti alcune cose nascono e finiscono, il che vuol dire che possono essere e non essere. Ora è impossibile che tutte le cose di tal natura siano sempre state, perché ciò che può non essere, un tempo non esisteva. Se dunque tutte le cose [esistenti in natura sono tali che] possono non esistere, in un dato momento niente ci fu nella realtà. Ma se questo è vero, anche ora non esisterebbe niente, perché ciò che non esiste, non comincia ad esistere se non per qualche cosa che è. Dunque, se non cera ente alcuno, è impossibile che qualche cosa cominciasse ad esistere, e così anche ora non ci sarebbe niente, il che è evidentemente falso. Dunque non tutti gli esseri sono contingenti, ma bisogna che nella realtà vi sia qualche cosa di necessario. Ora, tutto ciò che è necessario, o ha la causa della sua necessità in un altro essere oppure no. Daltra parte negli enti necessari che hanno altrove la causa della loro necessità, non si può procedere allinfinito, come neppure nelle cause efficienti secondo che si è dimostrato. Dunque bisogna concludere allesistenza di un essere che sia per sé necessario, e non tragga da altri la propria necessità, ma sia causa di necessità agli altri. E questo tutti dicono Dio. FA0193

10 La via dei gradi dellessere Largomentazione Le considerazioni FA0193

11 Le cinque vie La quarta via si prende dai gradi che si riscontrano nelle cose. È un fatto che nelle cose si trova il bene, il vero, il nobile e altre simili perfezioni in un grado maggiore o minore. Ma il grado maggiore o minore si attribuisce alle diverse cose secondo che esse si accostano di più o di meno ad alcunché di sommo e di assoluto; così più caldo è ciò che maggiormente si accosta al sommamente caldo. Vi è dunque un qualche cosa che è vero al sommo, ottimo e nobilissimo, e di conseguenza qualche cosa che è il supremo ente; perché, come dice Aristotele, ciò che è massimo in quanto vero, è tale anche in quanto ente. Ora, ciò che è massimo in un dato genere, è causa di tutti gli appartenenti a quel genere, come il fuoco, caldo al massimo, è cagione di ogni calore, come dice il medesimo Aristotele. Dunque vi è qualche cosa che per tutti gli enti è causa dellessere, della bontà e di qualsiasi perfezione. E questo chiamiamo Dio. FA0193

12 La via dellordine e della finalità …tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mè diletto… …Dio scrive diritto anche sulle nostre pagine storte… FA0193

13 La via dellordine e della finalità …C'è una legge vera nella vita impressa in ogni cosa, legge che muove gli astri del cielo in un concerto d'armonia; e in terra canta nei colori della natura, canta nella natura. Il giorno cede il passo alla notte per amore, la notte saluta il giorno per amore. Dal mare sale l'acqua al cielo per amore e l'acqua discende dal cielo al mare per amore. La pianta dà le foglie alla terra per amore, la terra ridona le foglie per amore. Un seme cade in terra e muore per amore, la vita germoglia dal solco della morte per amore Questa è la legge eterna legge di Dio, un Dio che per amore ha creato ogni cosa ed ha nascosto amore dietro apparenze di morte e di dolore… FA0193

14 La via dellordine e della finalità (lo schema, cf. SSDA, pp. 228-230) Verso lAssoluto: considerazioni preliminari –raffronto con le prime tre vie –la forza di seduzione soggettiva dellargomento –la prospettiva metafisica dellargomentazione –chiarificazioni terminologiche sullordine e la finalità La struttura dellargomentazione Risposta alle critiche FA0193

15 La via dellordine e della finalità (SSDA, pp. 230-238) Il darsi dellordine e della finalità Approfondimento metafisico preliminare –lordine e la finalità dimensioni congenite dellente –omne agens agit propter finem –esigenza di un fine (consapevolezza e caso) Esigenza di un Dio, divino ordinatore e finalizzatore –tutti gli agenti finiti rinviano ad unintelligenza ordinatrice –le realtà ordinate rinviano ad unintelligenza ordinatrice –impossibilità di un processo allinfinito nella serie di intelligenze ordinatrici ed ordinate –esigenza di pervenire allintelligenza ordinatrice di Dio FA0141-12E FA0193

16 La via dellordine e della finalità (SSDA, pp. 238-244) Linconsistenza del caso –una duplice fattispecie di caso (assoluto, relativo) –il caso e la probabilità –il caso e lindeterminazione La legge naturale e la finalità immanente –la legge naturale –la finalità immanente Le critiche kantiane –sul valore antropomorfico del principio di finalità –sulla presunta esigenza di un supplemento di indagine Il problema del disordine e del male –una difficoltà che non inficia il valore dellargomentazione –assurdità della soluzione atea FA0193

17 Le cinque vie La quinta via si desume dal governo delle cose. Noi vediamo che alcune cose, le quali sono prive di conoscenza, cioè i corpi fisici, operano per un fine, come appare dal fatto che esse operano sempre o quasi sempre allo stesso modo per conseguire la perfezione: donde appare che non a caso, ma per una predisposizione raggiungono il loro fine. Ora, ciò che è privo dintelligenza non tende al fine se non perché è diretto da un essere conoscitivo e intelligente, come la freccia dellarciere. Vi è dunque un qualche essere intelligente, dal quale tutte le cose naturali sono ordinate a un fine: e questessere chiamiamo Dio. FA0193


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