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COLLEZIONE PELAGIO PELAGI

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Presentazione sul tema: "COLLEZIONE PELAGIO PELAGI"— Transcript della presentazione:

1 COLLEZIONE PELAGIO PELAGI
MUSEO EGIZIO COLLEZIONE PELAGIO PELAGI

2 VISITA AL MUSEO CIVICO DI BOLOGNA SEZIONE EGIZIA
L’ESPERIENZA DI VISITA AL MUSEO EGIZIO E’ NATA DALLA NECESSITA’ DI FAR VEDERE AGLI ALUNNI MANUFATTI SIMILI A QUELLI STUDIATI, PER TRADURRE L’ESPERIENZA ASTRATTA DELLA LEZIONE IN CLASSE A QUELLA PIU’ CONCRETA DELL’ ESPERIENZA DIRETTA. LA VISITA, REALIZZATA IN DICEMBRE DEL 2012, E’ STATA PENSATA A CONCLUSIONE DI UN PERCORSO DI STUDIO FATTO SULL’ ARTE E SULLA CIVILTA’ EGIZIA. VIDEO PRESENTAZIONE: PROF.SSA DI STORIA DELL’ARTE, VITTORIA MAIOCCO IN COLLABORAZIONE CON GLI ALUNNI DEL’ I.S.A. VENTURI DI MODENA, ID FOTO: LIA FERRACINI, ID

3 INTRODUZIONE La sezione egiziana del Museo Archeologico di Bologna, che comprende circa 3500 oggetti, è una delle più significative d’Italia e d'Europa. Essa è costituita in gran parte dai materiali raccolti dal pittore Pelagio Palagi, ceduti al Municipio di Bologna nel 1861, dopo la sua morte. Questa raccolta si arricchisce nel 1881 di un centinaio di oggetti provenienti dal Regio Museo dell’Università e, negli anni successivi, di altre collezioni minori o saltuarie acquisizioni. L’intera collezione è stata riallestita nel 1994 secondo nuovi criteri espositivi. La sezione è suddivisa in tre settori: il primo comprende i rilievi della necropoli di Saqqàra, il secondo espone i materiali in ordine cronologico a partire dalle origini della storia egiziana fino all’epoca romana, il terzo illustra alcuni aspetti fondamentali della società faraonica, come la scrittura, il culto funerario e la magia.

4 I RILIEVI DELLA TOMBA DI HOREMHEB A SAQQUARA
Di seguito sono esposti cinque rilievi funerari provenienti dalla tomba del generale Horemhèb, che divenne l’ultimo faraone della XVIII (diciottesima) dinastia, tra il 1319 e il 1292 a. C. Prima di essere sepolto, come tutti i sovrani del Nuovo Regno, nella Valle dei Re, Horemhèb si era fatto costruire altre due sepolture: una ad Amàrna, al tempo del faraone Ekhnàton, ed una a Saqqàra durante il regno di Tutankhàmon. I rilievi esposti furono asportati dalla tomba di Saqqàra all’inizio dell’800 insieme ad altri numerosi frammenti parietali, ora esposti in diversi musei del mondo. Informazioni aggiuntive Il bassorilievo con scene agricole, che conserva tracce dei colori originari, mostra Horemhèb al lavoro nei campi dell’oltretomba. Si succedono le scene dell’aratura, della raccolta e della separazione del cereale dalla crusca. Il rilievo con prigionieri, scolpito ad incavo, mostra un gruppo di Nubiani, riconoscibili dai tratti somatici di tipo negroide, dai capelli crespi e dagli orecchini ad anello. Questi prigionieri di guerra, seduti a terra in posizione di sottomissione, sono sorvegliati da tre soldati egiziani armati di bastone e da uno scriba che stende il verbale di quanto sta accadendo.

5 SCENE DI VITA QUOTIDIANA. ACCAMPAMENTO MILITARE

6 RILIEVO CON SCENE NEI CAMPI Provenienza: Egitto, Saqqara, tomba di Horemheb Datazione: XVIII dinastia, regno di Tutankhamon ( a.C.) Materiale: Calcare

7 RILIEVO CON SCHIAVI

8 RILIEVO CON ACCAMPAMENTOMILITARE

9 ARTE DI AMARNA

10 STELE A FALSA PORTA FINE V DINASTIA - CALCARE
LA STELE FACEVA PARTE DELLA TOMBA APPARTENENTE ALL’ ALTO FUNZIONARIO SAMERI RAPPRESENTATO SOPRA LA PORTA CON SUA MOGLIE IN ATTEGIAMENTO AFFETTUOSO. LA FALSA PORTA ERA UN ELEMENTO ARCHITETTONICO TIPICO DELL’ANTICO REGNO. PRESENTA STIPITE E STUOIA DI CHIUSURA, ARROTOLATA IN ALTO SOTTO ALL’ARCHITRAVE, DA CUI PER MAGIA L’ANIMA DEL DEFUNTO POTEVA ENTRARE ED USCIRE DALLA TOMBA. IL PRIMO INGRESSO ERA CONSENTITO SOLO SE IL DEFUNTO SI ERA COMPORTATO BENE IN VITA. IL GIUDIZIO IN MERITO AL COMPORTAMENTO DEL DEFUNTO DIPENDEVA DALL’ESITO DELLA PESATURA, DA PARTE DI ANUBI, DELLA SUA ANIMA E DEL SUO CUORE. NEL CASO IN CUI IL DEFUNTO SI FOSSE COMPORTATO MALE IN VITA LA STUOIA SROTOLATA , A CHIUSURA DELLA PORTA, NE AVREBBE IMPEDITO L’INGRESSO. SOPRA LO STIPITE I GEROGLIFICI RECANO FRASI MAGICO- PROPIZIATORIE PER CONSENTIRE L’APERTURA DELLA PORTA.

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12 STATUETTA DI NEFERHOTEP I

13 STATUA A NOME DI NEFERHOTEP I
La statua raffigura Neferhotep I costituisce uno dei rari monumenti a nome di questo faraone vissuto al tempo della XIII dinastia. Neferhotep è seduto su un seggio cubico dallo schienale appena accennato, tiene le mani appoggiate alle cosce e le gambe leggermente divaricate. Informazioni aggiuntive Il gonnellino plissettato di tipo arcaico (shendit) e il copricapo in tessuto di lino a fasce parallele di colore (nemes), col serpente ureo sulla fronte, permettono di identificarlo quale sovrano d'Egitto, così come i cartigli con i primi due nomi della sua titolatura incisi sul trono, ai lati delle gambe. Le due iscrizioni, all'interno delle quali sono inseriti i cartigli, costituiscono una dedica al dio dalle sembianze di coccodrillo Sobek di Shedet: è pertanto possibile che la statua fosse collocata all'interno del tempio consacrato a questa divinità nella città di Shedet, l'attuale Medinet el Fayyum. Provenienza: Egitto: Fayyum. Collezione Universitaria Datazione: Medio Regno: XIII dinastia (ca a.C.) Materiale: microgabbro Dimensione: altezza cm 35

14 NEFERHOTEP E MERIT

15 GRUPPO STATUARIO DI AMENHOTEP E MERIT
La tipologia dei coniugi abbracciati è attestata nell'arte egiziana sin dal periodo delle origini e si connette alla speranza di vedere ricostituiti nell'aldilà il proprio nucleo familiare e le proprie consuetudini di vita. I coniugi di questo gruppo statuario, in pietra calcarea, sono il "primo profeta di Ptah" Amenhotep e la "musicista di Amon" Merit in compagnia dei loro otto figli, quattro femmine e quattro maschi, le cui figure appaiono scolpite ad incavo e ad altorilievo sull'alto seggio sopra cui siedono i genitori. Informazioni aggiuntive Amenhotep, il cui incarnato è reso con il colore rosso mattone proprio degli uomini nell'arte egiziana, indossa una lunga gonna, una parrucca che copre la parte superiore delle orecchie e la barba posticcia che lo identifica come defunto; Merit, la cui pelle è contraddistinta dal colore giallo tenue tipico delle donne, indossa una lunga tunica aderente e una parrucca avvolgente che nasconde le spalle. La datazione alla fine della XVIII - inizio XIX dinastia (ca a.C.) si fonda essenzialmente sulla foggia delle parrucche indossate dalla coppia. La provenienza tebana del pezzo è resa presso chè sicura sia dai nomi, sia dai titoli dei personaggi. Provenienza: Egitto: Tebe. Collezione Palagi Datazione: Nuovo Regno: fine XVIII - inizi XIX dinastia (ca a.C.) Materiale: calcare dipinto Dimensione: altezza cm 79; base cm 16 x 49 x 57

16 OSIRIDE, SETH E ALTRE STATUETTE VOTIVE

17 VASELLAME

18 STELE

19 STATUA DEL DIO ORUS A FORMA DI GUFO

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21 SARCOFAGO Il sarcofago egizio era la cassa destinata a custodire il corpo imbalsamato del defunto e il suo Ka.

22 SARCOFAGO CON ISCRIZIONI GEROGRIFICI CHE SI LEGGONO DA DESTRA VERSO SINISTRA, LA DECORAZIONE PRESENTA: PORTA DELL’OLTRETOMBA, DERRATE ALIMENTARI, OCCHI GUARDIANI.

23 SARCOFAGO DI IRINIMENPU

24 SARCOFAGO Sarcofago a nome di Irinimenpu
La decorazione principale di questo sarcofago consiste in una serie di pannelli a "facciata di palazzo", un motivo ripreso dall'architettura funeraria dell'Antico Regno, che rende il sarcofago simile ad una dimora eterna. Su uno dei lati lunghi della cassa, in posizione centrale, sono raffigurate numerose offerte alimentari (pani, ortaggi, frutti, tranci di carni bovine volatili, contenitori per liquidi, etc.), perché il defunto potesse nutrirsene nella vita ultraterrena. Sullo stesso lato, ad una delle estremità, è dipinta una porta chiusa, sopra la quale sono collocati due occhi che indicano la presenza all'interno della testa della mummia. L'ottimo stato di conservazione del legno e dei vivaci colori utilizzati per decorarlo si deve al clima caldo e asciutto dell'Egitto, oltre che alla collocazione originaria del sarcofago nell'ambiente protetto della sepoltura. Provenienza: Egitto: località ignota. Collezione Palagi Datazione: Medio Regno ( a.C.) Materiale: legno dipinto Dimensione: cm 191 x 47 x 250

25 BREVE STORIA DEI SARCOFAGI
Le forme, i materiali e le decorazioni variavano a seconda delle epoche e delle usanze religiose che si evolvevano con i tempi. Il coperchio del sarcofago rappresentava il cielo, il fondo era la terra mentre i lati indicavano i quattro punti cardinali ed in esso il defunto veniva inumato con la testa a nord ed il volto rivolto ad oriente verso il sole al fine di rinascere rigenerato.

26 PRIMI SARCOFAGI ANTICO REGNO

27 SARCOFAGI ANTICO REGNO
Compaiono nell’Antico Regno, i sarcofagi di pietra, in granito oppure in calcare, si presentavano incavati, senza iscrizioni, politi, lisciati, con base rettangolare e con coperchio piatto. Verso la fine dell’Antico Regno le pareti esterne sono ornate con geroglifici riportanti formule funerarie e con gli occhi dipinti, in corrispondenza degli occhi del defunto, disegnati sulle pareti laterali del sarcofago che gli consentono di vedere all’esterno e poter aver sempre un contatto con il mondo dei vivi. All’interno recano formule di offerte di cibo e bevande in sostituzione di eventuali offerte non effettuate, come nella tavola delle offerte. Il sarcofago dei nobili di alto rango e dei sovrani si presentavano con una notevole modanatura a facciata di palazzo.

28 SECONDO SARCOFAGO DI IRINIMEPU

29 SARCOFAGI MEDIO REGNO Il Medio Regno è caratterizzato dai sempre più diffusi sarcofagi lignei estremamente decorati con immagini architettoniche e geroglifici che riportavano elementi più specifici dei Testi delle Piramidi ovvero i Testi dei sarcofagi. Viene in uso anche trascrivere l’elenco del corredo funerario.

30 SARCOFAGO Alla fine del Secondo periodo intermedio (fine medio regno) la forma dei sarcofagi divenne di tipo antropoide con svariate decorazioni dipinte su tutta la superficie con particolare riguardo alla rappresentazione del viso, delle mani, dei gioielli e dell’acconciatura. Merita di essere menzionata la tecnica decorativa tipica di questo periodo denominata rishi e realizzata con motivi a piuma di falco come nel sarcofago di Kamose conservato al Louvre.

31 I sovrani ed i nobili, oltre ad utilizzare questo tipo di sarcofago, usavano anche un grande sarcofago litico o ligneo nel quale veniva deposto quello antropoide. In alcuni casi il sarcofago antropomorfo era realizzato in pietra a forma di cartiglio e con la figura del defunto scolpita in altorilievo.

32 NUOVO REGNO I sarcofagi, durante il Nuovo Regno restano di tipo antropoide, vero sostituto del corpo e spesso inseriti l’uno nell’altro . Con lo svilupparsi del culto osiridiano recano le sembianze del dio Osiride con il quale il defunto veniva identificato. Inizialmente hanno decorazioni molto semplici ma verso il periodo ramesside appaiono riccamente decorati con scene tratte dal Libro dei morti.

33 SARCOFAGI

34 SARCOFAGO Compaiono nell’Antico Regno, i sarcofagi di pietra, in granito oppure in calcare, si presentavano incavati, senza iscrizioni, politi, lisciati, con base rettangolare e con coperchio piatto. Verso la fine dell’Antico Regno le pareti esterne sono ornate con geroglifici riportanti formule funerarie e con gli occhi udjat, in corrispondenza degli occhi del defunto, disegnati sulle pareti laterali del sarcofago che gli consentono di vedere all’esterno e poter aver sempre un contatto con il mondo dei vivi. All’interno recano formule di offerte di cibo e bevande in sostituzione di eventuali offerte non effettuate, come nella tavola delle offerte. Il sarcofago dei nobili di alto rango e dei sovrani come quello di Micerino si presentavano con una notevole modanatura a facciata di palazzo.

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36 I sarcofagi si arricchiscono di decorazioni con scene religiose di rinascita del defunto con particolare riferimento al ciclo solare, alla pesatura del cuore ed altre immagini prima destinate alle decorazioni parietali delle tombe. Caratteristici della XXII dinastia sono i sarcofagi decorati con immagini della dea Nut, madre della rinascita e nella quale erano identificati, così come recita la formula 44 dei Testi dei Sarcofagi.

37 SARCOFAGO Con la decadenza della civiltà egizia, il sarcofago diventa più semplice, è costituito da papiro e collante ricoperto di stucco bianco ed è denominato cartonnage. Questo stucco era decorato con oro e colori vivaci con l’effigie del defunto realizzata sullo stucco oppure su una tavoletta che era posta all’altezza del volto fissata ai bendaggi.

38 CARTONNAGE Il cartonnage può essere definito come una carta pesta ottenuta riciclando papiri e utilizzata per produrre sarcofagi di mummia. Tra i vari materiali utilizzati per la creazione di un sarcofago, il cartonnage è quello più economico. Una simile utilizzazione si faceva del lino in fasce impastato con gesso. Per un defunto con disponibilità economiche maggiori invece era utilizzato il legno, materiale molto costoso in Egitto per via della sua scarsa disponibilità.

39 BUSTO DELLA DEA SEKHMET
Sekhmet, il cui nome significa “la potente”, era per gli Egiziani una divinità temibile perché capace di portare distruzione e pestilenza tra gli uomini come aveva fatto nell’età del mito per difendere il dio sole Ra dai suoi nemici. Allo scopo di garantirsene la benevolenza in ogni giorno dell’anno, il faraone Amenhotep III ( a.C.) fece realizzare due serie di 360 statue che la raffiguravano sotto le consuete sembianze di donna con testa di leonessa. Gran parte delle sculture furono destinate al tempio tebano di Mut, molte altre al tempio funerario del sovrano sulla sponda occidentale del Nilo e, in minor numero, alla città di Tebe. Informazioni aggiuntive Quasi tutte le collezioni di antichità egiziane ne conservano almeno un frammento ed anche il Museo di Bologna ha il proprio busto della dea, che indossa un largo collare del tipo usekh, costituito da numerose fila di pendenti sovrapposte, e una parrucca suddivisa in tre bande di capelli Il punto di rottura della statua, poco al di sotto del seno, non permette di stabilire se la dea Sekhmet fosse seduta oppure in piedi. Provenienza: Egitto:Tebe (?) Collezione Palagi Datazione: Nuovo Regno, XVIII dinastia, regno di Amenhotep III ( a.C.) Materiale: diorite Dimensione: cm 59 x 33 x 35

40 STELE E VASI

41 STELE FUNERARIE

42 SARGOFAGI

43 SARCOFAGO

44 CANOPI E STATUETTE VOTIVE GLI USABTI
LE STATUETTE AVEVANO IL COMPITO DI ACCOMPAGNARE IL DEFUTO NELL’ALDILA’.

45 GLI USHABTI Gli ushabti sono statuette funerarie che gli egiziani iniziarono a collocare nelle tombe dalla fine del Medio Regno. Generalmente non superavano i 20 centimetri di altezza ed erano create nei materiali più diversi, legno, terracotta, bronzo e pietre varie. Deposte nei corredi funerari dapprima in pochi esemplari, aumentarono via via fino a quando nell’VIII-VII sec. a.C. si impose il numero di 401 statuette: 365 di servitori, una per ciascun giorno dell'anno, più 41 per i capisquadra a capo di ogni gruppo di 10 ushabti. Sono rappresentate con il corpo avvolto da bende o in abiti di vita quotidiana, con piccoli falcetti e zappe nelle mani e con un sacchetto per le sementi sulla spalla. Queste figure si sarebbero rianimate per forza magica grazie alla formula iscritta sul loro corpo e avrebbero sostituito i defunti nei pesanti lavori agricoli del paradiso egiziano. Particolarmente pregevoli tra gli esemplari in esposizione sono gli ushabti in azzurro-turchese e in legno del faraone Sety I, il padre di Ramses II. Provenienza: Egitto: provenienze diverse Datazione: A partire dal Medio Regno

46 SANDALI E POGGIA TESTA IL CORREDO FUNERARIO VARIA A SECONDA DELLE EPOCHE MA E’ GRAZIE A QUESTO MATTERIALE CHE CONOSCIAMO USI E COSTUMI DEL POPOLO EGIZIO. LA MAGGIOR PARTE DEI CORREDI APPARTENEVANO A PERSONE CHE A VARIO TITOLO APPARTENEVANO ALLA CLASSE PIU’ ALTA O PIU’ VICINA AL VERTICE DELLA SOCIETA’. SOLTANTO CHI POSSEDEVA UN PATRIMONIO INGENTE POTEVA FARSI COSTRUIRE UNA TOMBA E ACQUISTARE GLI OGGETTI DA PORRE AL SUO INTERNO. DURANTE L’ANTICO REGNO , CIO’ COSTITUIVA UN PRIVILEGIO CHE IL SOVRANO CONCEDEVA SOLTANTO AI SUOI PIU’ ALTI FUNZIONARI.

47 IL CORREDO ERA INDISPENSABILE ED ERA COMPOSTO DA OGGETTI INDISPENSABILI ED ELEMENTI ACCESSORI
IL SARCOFAGO ERA DESTINATO AD ACCOGLIERE E PROTEGGERE IL CORPO MUMMIFICATO E OGNI TOMBA PREVEDEVA: -I 4 VASI CANOPI PER LA CONSERVAZIONE DELLE VISCERE -UN TESTO MAGICO- RELIGIOSO( TESTO DEI SARCOGAGI NELL’ANTICO REGNO E LIBRO DEI MORTI NEL NUOVO REGNO ( I LIBRI AVEVANO IL COMPITO DI AIUTARE IL DEFUNTO A RAGGIUNGERE L’ALDILA’) -VARI AMULETI PROTETTIVI -LE STATUETTE GLI ELEMENTI ACCESSORI ERANO: COFANETTI, MOBILI, LETTI,STOFFE, ABITI, ATTREZZI, VASELLAME, DERRATE ALIMENTARI…..

48 MUMMIA DI USAI QUI E’ ESPOSTO IL CORREDO FUNERARIO TIPICO APPARTENENTE A PIU’ PERSONAGGI DI EPOCA TARDA. IL SARCOFAGO APPARTENEVA AD USAI, FIGLIO DI NEKHET, VISSUTO A TEBE DURANTE LA XVI DINASTIA.

49 CONSERVAZIONE DELLE SPOGLIE
PER GLI EGIZI ERA INDISPENSABILE CONSERVARE LE SPOGLIE MORTALI AFFINCHE’ L’ANIMA POTESSE CONTINUARE A VIVERE; PER QUESTO FIN DALL’ANTICO REGNO FU MESSO IN ATTO UN PROCEDIMENTO COME LA MUMMIFICAZIONE CHE TENDEVA A DISIDRATARE IL CORPO ATTRAVERSO L’USO DI SALI AFFINCHE’IL CORPO NON SI DECOMPONESSE. IL CORPO VENIVA POI UNTO E PROFUMATO, BENDATO E DEPOSTO NEL SARCOFAGO INSIEME AGLI AMULETI MAGICO-PROTETTIVI . LA COLLANA TURCHESE ERA MESSA SULLA MUMMIA A SCOPO PROTETTIVO; GLI EGIZIANI PENSAVANO INFATTI CHE SE LA TOMBA FOSSE STATA PROFANATA L’ANIMA NON SAREBBE RIUSCITA A MIGRARE NELL’ALDILA, PERCIO’ ERA INDISPENSABILE PROTEGGERE IL CORPO CHE SI RICONGIUNGERA’ ALL’ANIMA NELL’ALDILA’.

50 INTERNO DEL SARCOFAGO ANTROPOIDE CON RAFFIGURAZIONE DI DIVINITA’
PER GLI EGIZI L’ALDILA’ ERA UN LUOGO IN CUI SI SVOLGEVA UNA VITA ANALOGA A QUELLA TERRENA. LA TOMBA ERA LA CASA DEL DEFUNTO ED EGLI DOVEVA ESSERE MESSO NELLE ECONDIZIONI DI DISPORRE DI TUTTO CIO’ DI CUI AVREBBE AVUTO BISOGNO, DI TUTTO QUELLO DI CUI AVEVA GODUTO IN VITA

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54 LA SCRITTURA DELL’ANTICO EGITTO
Nel corso della sua storia plurimillenaria, l'Egitto manifesta un legame indissolubile con la scrittura: ogni monumento, ogni piccolo oggetto rappresenta una superficie idonea ad accogliere un testo scritto in geroglifico, ieratico e demotico. La scrittura egiziana più antica è quella geroglifica che compare verso la fine del IV millennio avanti Cristo ed è utilizzata soprattutto come scrittura sui monumenti. Quasi contemporanea è la scrittura ieratica che, tracciata prevalentemente su papiro, cocci di terracotta, tavolette di legno, rappresenta il “corsivo” del geroglifico al quale si sostituisce negli usi quotidiani e privati. Nel VI secolo a.C. viene infine introdotta nel paese la scrittura demotica. Da allora, i caratteri geroglifici continuano ad essere utilizzati per le iscrizioni monumentali, mentre sono redatti in ieratico solo i testi religiosi e il demotico diviene la scrittura dell'amministrazione pubblica e dei documenti privati. Informazioni aggiuntive Le tre scritture sopravvivono alla conquista greca (332 a.C.) e romana (30 a.C.): l'ultima iscrizione demotica risale infatti al 473 d.C. Al diffondersi del Cristianesimo in Egitto, nel I sec. d.C., fa la sua comparsa il copto, che utilizza l'alfabeto greco e alcuni segni speciali, derivanti dal demotico, per tradurre i testi sacri in Egiziano.

55 COCCODRILLO E STATUETTE


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