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E DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO Dott.ssa Claretta Sordi

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Presentazione sul tema: "E DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO Dott.ssa Claretta Sordi"— Transcript della presentazione:

1 E DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO Dott.ssa Claretta Sordi
SCUOLA SECONDARIA E DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO Dott.ssa Claretta Sordi

2 LA SCUOLA SECONDARIA RICHIEDE AGLI STUDENTI LA PIENA PADRONANZA DELLE COMPETENZE STRUMENTALI DI BASE
(LETTURA, SCRITTURA E CALCOLO) E LA CAPACITA’ DI UTILIZZARE UN EFFICACE METODO DI STUDIO. PROPRIO PER LE DIFFICOLTA’ CHE TALI RICHIESTE POSSONO DETERMINARE NEI SOGGETTI CON DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENTO LE “LINEE GUIDA”SUCCESSIVE ALLA LEGGE 170 FORNISCONO INDICAZIONI PER LA TUTELA DEL DIRITTO ALLO STUDIO

3 CARATTERISTICHE DEL DISTURBO
ASSENZA DI CAUSE NEUROLOGICHE E SENSORIALI BUONE CAPACITA’ COGNITIVE INTERFERENZA SIGNIFICATIVA CON L’APPRENDIMENTO PERSISTENZA DEL DISTURBO NEL TEMPO

4 Pertanto la dislessia è un disturbo da non confondere con le abilità intellettive, ma comunque un disturbo con basi neuronali che non può essere recuperato con tecniche o metodi solo di tipo scolastico. Per il trattamento sono necessari (anche e soprattutto) interventi mirati sulle abilità sottostanti: memorie, percezione visiva, linguaggio e per i diversi tipi di attenzione. I risultati ottenuti utilizzando questi metodi cominciano a divenire confortanti

5 Non esiste il dislessico tipo, pertanto, pur inserendo i dislessici sotto una stessa etichetta diagnostica che si valuta con prove di lettura, di memoria e di intelligenza se si vanno ad indagare le strutture più sottostanti è raro incontrare un dislessico uguale ad un altro. L’unico punto fermo per qualsiasi disturbo di apprendimento è che vi è sempre e comunque un disturbo attentivo.

6 altre componenti moltiplicano le possibilità in quanto influiscono molto sul processore centrale e quindi sui moduli di terzo tipo… MOTIVAZIONE ED EMOZIONI (Damasio 1994)

7 Pertanto bisogna: favorire una stimolazione preventiva sia del modulo che dell’esecutivo (sempre); poter assemblare una testistica appropriata; costruire protocolli di riabilitazione coerenti e mirati sui veri problemi.

8 Infatti la complessità nasce dal fatto che non si può trattare il modulo e l’esecutivo come due sistemi separati. Un esecutivo debole non favorirà un buon sviluppo modulare (un aspetto centrale debole non favorisce la periferia) Un modulo debole non favorirà il sistema esecutivo specialmente nell’aspetto di sviluppo delle funzioni e del processore a lui dedicato (un aspetto periferico debole non “nutre” i sistemi centrali) MODELLO DEL CONTINUUM

9

10 I trattamenti riabilitativi pertanto devono riguardare sia la struttura specificamente deficitaria sia il sistema esecutivo. Con questo metodo integrato Si sono ottenuti interessanti risultati nel recupero mnestico da trauma cranico e nei disturbi di apprendimento (Benso, 2004 G.I.D.). Per fornire un parametro quantitativo misurabile si possono citare i risultati ottenuti su soggetti dislessici. Alcuni Centri che attuano il metodo integrato ottengono miglioramenti di 0,9 sillabe al secondo nella lettura in pochi mesi (quando è noto che i buoni lettori guadagnano circa 0,5 sillabe/sec all’anno; Stella, Faggella e Tressoldi)

11 Dati sommati di diversi centri italiani che utilizzano il metodo “Benso (2004)”: Torino, Milano, La Spezia, Biella, Domodossola, Gravellona, Genova dimostrano come un allenamento sistematico con soggetti dislessici produca in incremento delle sill/sec. piu’ alto rispetto ai normo-lettori Media del tempo dei trattamenti 1 anno e 4 mesi con interruzioni in diverse realtà durante la pausa estiva. Prossima pubblicazione su “Dislessia”

12 E’ molto importante allora conoscere le sillabe al secondo (velocità di lettura) del singolo soggetto. Le sill/sec. DOVREBBERO APPARIRE IN CHIARO SU OGNI CARTELLA DIAGNOSTICA. Ciò faciliterebbe la comprensione della vera difficoltà che deve sostenere il Bambino..

13 CLASSE BRANO PAROLE NON PAROLE 2 PRIMARIA M 2.1 Ds. 0.56 M 1.69 Ds 0.62 M 1.19 Ds 0.37 3 PRIMARIA M 3 Ds 0.76 M 2.18 Ds 0,65 M 1.38 Ds 0.36 4 PRIMARIA M 3.35 Ds 0.67 M 2.62 M 1.59 Ds 0.39 5 PRIMARIA M 3.8 Ds 0.97 M 3.1 Ds 0.84 M 1.93 Ds 0.58 I MEDIA M 4.2 Ds 1.06 M 3.94 Ds 1.01 M 2.29 Ds 0.65 II MEDIA M 4.92 Ds 1.12 M 4.44 Ds 0.88 M 2.6 III MEDIA M 5.32 Ds 0.71 M 4.65 Ds 0.81 M 2.64 Ds 0.5

14 CALCOLO PUNTO Z valore ottenuto dal sog. – media
deviazione standard

15 SEGNALI NELLA SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA
DISTURBO FONOLOGICO DIFFICOLTA’ DI COPIA DALLA LAVAGNA DURANTE LA LETTURA PERDITA DELLA RIGA E SALTO DELLA PAROLA DISGRAFIA : MACROSCRITTURA E/O MICROSCRITTURA DIFFICOLTA’ A SCRIVERE SOTTO DETTATURA E NEL PRENDERE APPUNTI LETTERE E NUMERI SCAMBIATI (p-b ; sc-cs ;31-13) PUNTEGGIATURA IGNORATA O INADEGUATA DIFFICOLTA’ AD IMPARARE L’ORDINE ALFABETICO ED A UTILIZZARE IL VOCABOLARIO DIFFICOLTA’ NELLE TABELLINE

16 DIFFICOLTA’ NEL CALCOLO A MENTE
DIFFICOLTA’ NELLE DOPPIE DIFFICOLTA’ NELL’USO DELL’OROLOGIO DIFFICOLTA’ A MEMORIZZARE ANCHE SEMPLICI SEQUENZE (giorni della settimana,mesi,stagioni) DIFFICOLTA’ A MEMORIZZARE LE PROCEDURE DELLE OPERAZIONI ARITMETICHE DIFFICOLTA’ DI ATTENZIONE

17 SCARSA MOTIVAZIONE, IMMATURITA’, ISOLAMENTO
DIFFICOLTA’ NELLA COMPRENSIONE DEL TESTO DIFFICOLTA’ NELL’ESPOSIZIONE ORALE DIFFICOLTA’ NELLE LINGUE STRANIERE MANCANZA DI UN LESSICO APPROPRIATO INCAPACITA’ DI ACQUISIRE UN LESSICO DISCIPLINARE SPECIFICO DIFFICOLTA’ DI CONTROLLO DEI PROCESSI

18 SCARSA MOTIVAZIONE, IMMATURITA’, ISOLAMENTO
DIFFICOLTA’ NELLA COMPRENSIONE DEL TESTO DIFFICOLTA’ NELL’ESPOSIZIONE ORALE DIFFICOLTA’ NELLE LINGUE STRANIERE MAMCANZA DI UN LESSICO APPROPRIATO INCAPACITA’ DI ACQUISIRE UN LESSICO DISCIPLINARE SPECIFICO DIFFICOLTA’ DI CONTROLLO DEI PROCESSI

19 I dislessici hanno stili di apprendimento diversi per cui sarà necessario individuare strategie idonee che tengano conto dei punti di forza di ciascuno. Pertanto all’ interno di un’accurata valutazione diagnostica dovrebbero essere sempre menzionate le aree di forza oltre a quelle di debolezza, per consentire agli insegnanti il ricorso a strategie cognitive efficaci e se necessario a strumenti compensativi e a misure dispensative

20 Spesso un’incompetenza diagnostica relativa a questa fascia di età caratterizza molti servizi di neuropsichiatria per la non disponibilità di una testistica neuropsicologica i cui contenuti siano proporzionati alla complessità degli studi affrontati ed all’età dei pazienti. Tale situazione determina la rilevazione di falsi negativi specialmente nei casi in cui il disturbo e’ di entità lieve o media, con ripercussioni gravi sul soggetto. “Dislessia nei giovani adulti” (Stella e altri)

21 A QUESTO PROPOSITO RISULTA INTERESSANTE FAR NOTARE COME LA DISLESSIA POSSA ESSERE MISCONOSCIUTA IN RIFERIMENTO A TRE CATEGORIE DI FATTORI: Caratteristiche del disturbo: i dislessici che compiono anche errori di ortografia sono facilmente diagnosticati nel primo ciclo della scuola primaria mentre i lettori lenti ma corretti che compiono pochi errori di ortografia sono individuati solo nella scuola secondaria o piu’ tardi Biografia personale e familiare: in modo improprio le difficoltà scolastiche tendono essere attribuite a situazioni familiari di svantaggio presenti in alcuni contesti

22 Particolari stili familiari:molti ragazzi riescono a mantenersi in pari con lo studio solo a fronte di un gravoso impiego di tempo ed energie e di un notevole investimento genitoriale (ricorso ad aiuti esterni) IL MISCONOSCIMENTO DELLA DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO PUO’ ESSERE CONTRASTATO DA UNA FORMAZIONE ADEGUATA SIA DEGLI INSEGNANTI CHE DEGLI SPECIALISTI (PREVENZIONE E DIAGNOSI PRECOCE)

23 STRUMENTI DI INTERVENTO SCRITTURA
Uso dello stampato maiuscolo: è chiaro, facile da riconoscere e da riprodurre A livello di scuola dell’Infanzia lavorare molto sulla competenza fonologica Per l’apprendimento della letto- scrittura utilizzare il metodo sillabico Non usare più caratteri contemporaneamente Abituare all’utilizzo del computer; molti bambini ne potranno trarre vantaggio in seguito

24 Non introdurre presto il corsivo: la complessità esecutiva sottrae attenzione ad aspetti più importanti di tipo fonologico Curare molto l’abilità esecutiva nella scrittura: correggere impugnature e posture scorrette Motivare all’ apprendimento della scrittura con situazioni stimolanti Nelle prime classi della scuola primaria allenare l’ortografia e la velocità di scrittura

25 Lavorare molto sulla struttura del testo
Far lavorare in gruppo su materiali che attivino conflitti cognitivi e portino a riflettere sull’uso e la funzione linguistica Per le difficoltà stabilizzate nell’uso dell’ortografia offrire strumenti compensativi e non valutare la forma ma il contenuto Allenare all’uso della verbalizzazione delle idee principali prima di scrivere un testo: la verbalizzazione è importantissima per la formazione del pensiero

26 LETTURA Allenare quotidianamente la lettura per velocizzare e controllare periodicamente le prestazioni individuali in termine di velocità ed accuratezza Leggere per gli alunni a voce alta per potenziare l’ascolto Lasciare tempo ogni giorno per la lettura silenziosa e “gratuita”, cioè senza il controllo delle prestazioni (implica minor dispendio di energie a vantaggio di una maggior comprensione del testo)

27 Non far leggere ad alta voce in presenza di forti difficoltà
Non utilizzare la lettura ad alta voce degli alunni su testi specifici delle varie materie (meglio la lettura dell’insegnante perché può chiarire e spiegare man mano) Quando si lavora sulla comprensione utilizzare la lettura mentale

28 LO STUDIO Insegnare a studiare fin dalle prime classi della scuola primaria con un lavoro sul testo di tipo meta-cognitivo Utilizzare schemi, mappe concettuali che per essere di aiuto allo studio devono essere costruite insieme ai ragazzi Insegnare a prendere appunti e dare appunti in caso di difficoltà Programmare le interrogazioni Usare materiali audiovisivi e tutti i sussidi possibili in riferimento ai differenti stili cognitivi Se necessario consentire durante le interrogazioni l’utilizzo di schemi o mappe costruiti

29 Utilizzare spesso il lavoro di gruppo che è
estremamente stimolante ed è un ottimo strumento per lo sviluppo cognitivo Prevedere tutor coetanei scelti da chi ha bisogno d’aiuto Ciò che deve essere studiato a casa deve prima essere ben chiarito a scuola e spesso semplificato dall’insegnante anche sotto l’aspetto lessicale Per gli alunni dislessici non si deve prevedere la stessa “quantità” di esercizi e materiali di studio a casa e a scuola che si richiede per il gruppo classe

30 LAVORO META-COGNITIVO SUL TESTO
La conquista di autonomia nello studio e’ un obiettivo importante per un soggetto con disturbo specifico. Il lavorare sui testi scolastici con un metodo di lavoro di tipo meta-cognitivo consente nel tempo di raggiungere una buona indipendenza di lavoro che accresce l’autostima del ragazzo. Tale metodologia necessita in fase iniziale del supporto dell’ adulto in quanto proprio nello studio ci sono maggiori difficolta’ per un ragazzo dislessico.

31 Seguire le seguenti indicazioni avvierà gradualmente ad un processo di comprensione supportato da un metodo di lavoro: Suddividere il capitolo in paragrafi ed incominciare a lavorare sul primo Ricercare le parole chiave, sottolinearle e se non si e’ sicuri del significato utilizzare il vocabolario, poi scriverle su di un foglio

32 Per ciascuna parola chiave individuata formulare una domanda e scriverla a fianco della parola corrispondente Accanto a ciascuna domanda scrivere la risposta Rileggere il tutto , formularsi la domanda e rispondersi in un primo tempo ricorrendo al supporto visivo ed in seguito coprendo la risposta o chiedendo ad un’ altra persona di fare le domande per favorire la memorizzazione; passare poi progressivamente agli altri paragrafi

33 In sintesi per ogni paragrafo:
PAROLE CHIAVE DOMANDA RISPOSTA

34 LINGUE STRANIERE Poiché la trasparenza linguistica influisce sul livello di difficoltà di apprendimento di una lingua in sede di orientamento si informerà la famiglia di tale reale ostacolo per i successivi apprendimenti In ambito scolastico si privilegerà lo sviluppo delle abilità orali rispetto a quelle scritte. In merito agli strumenti compensativi in corso d’anno ed in sede di esame gli alunni con DSA possono utilizzare audio libri, sintesi vocale, correttore automatico e dizionario digitale

35 GLI ASPETTI ATTENTIVI Nel disturbo specifico entra in gioco sempre la componente attentiva dalla cui efficienza dipende il buon funzionamento delle cosiddette FUNZIONI ESECUTIVE che consentono la realizzazione del successo scolastico: avvio corretto ad un compito resistenza alle frustrazioni inibizione delle interferenze e resistenza ai distrattori gestione di un doppio compito rapido passaggio da un compito all’altro controllo dell’emotività

36 COSA FARE A SCUOLA Richieste adeguate alle possibilità
Presenza di ambienti organizzati e strutturati Regole chiare e coerenti Dare ad un compagno adeguato la funzione di tutor Utilizzare il rinforzo positivo: si diventa alleati del bambino Aiutare ad organizzarsi fornendo modelli chiari Ad inizio lezione dire come si svolgerà e quali saranno i tempi di lavoro concordando eventuali pause

37 Evitare la copia dalla lavagna e, se necessario, fornire le fotocopie delle prove
Utilizzare, per ridurre l’emotività, le interrogazioni programmate Fornire un modello di problem solving Calibrare il carico di lavoro sulla base della tenuta attentiva Controllare l’esecuzione del compito ed intervenite subito se l’alunno sta sbagliando, dandogli indicazioni operative Chiedere il suo intervento quando lo vediamo attento per gratificarlo

38 VALUTAZIONE Valutare sempre in modo costruttivo separando l’errore dal contenuto Far capire che l’errore è sempre migliorabile ed indicare come Attenzione all’impegno Valutare il dislessico in rapporto alle sue capacità ed alle sue difficoltà Lasciare usare gli strumenti compensativi: calcolatrice, tavola pitagorica,….

39 STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE
La legge 170 garantisce una didattica personalizzata per gli alunni con diagnosi di DSA prevedendo obiettivi comuni alla classe ma il ricorso a strategie e metodologie tarate sul singolo caso Ogni piano personalizzato dovra’ contenere il riferimento agli strumenti ed alle misure utilizzate per il raggiungimento degli obiettivi della classe. Indispensabile sarà il coinvolgimento dell’alunno alla stesura del piano stesso e la piena trasparenza nei confronti con la classe. I genitori prenderanno visione e firmeranno il piano collaborando con la scuola al successo formativo dell’alunno

40 Gli STRUMENTI COMPENSATIVI fungono da facilitatori dell’apprendimento in relazione ad una specifica difficoltà. Tra questi l’utilizzo del registrazione in classe, la sintesi vocale che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto, il correttore ortografico, la calcolatrice, le tabelle, i formulari, le mappe concettuali, i dizionari e i libri digitali, etc.

41 Le MISURE DISPENSATIVE consentono di dispensare l’alunno con diagnosi da prestazioni che a causa del disturbo risultano particolarmente difficoltose come la lettura ad alta voce, la scrittura sotto dettatura, il prendere appunti, la copia dalla lavagna, l’uso del vocabolario tradizionale, lo studio mnemonico, le prove scritte in lingua straniera, il carico dei contenuti da studiare e dei compiti a casa

42 Le verifiche saranno costruite tenendo conto della tipologia del disturbo e potranno richiedere:
-una selezione della quantità (non della qualità) degli esercizi, -l’utilizzo di interrogazioni programmate, -l’utilizzo di più tempo per le prove scritte, -il ricorso ad interrogazioni orali aggiuntive o sostitutive di prove scritte, -l’utilizzo di supporti visivi in corso di interrogazione, -la lettura del testo da parte dell’insegnante

43 Il PDP dovrà avere necessariamente al suo interno:
I dati anagrafici dell’alunno L’indicazione, in riferimento alla diagnosi, della tipologia del disturbo I punti di forza e di debolezza dell’alunno Le strategie metodologiche e didattiche attivate Gli obiettivi educativi e didattici Le eventuali modifiche rispetto alla classe all’interno degli obiettivi disciplinari(solo se necessario) Le misure dispensative e gli strumenti compensativi utilizzati Il patto con la famiglia Le modalità di verifica e valutazione Le indicazioni per l’esame di stato

44 Il PDP dovrà essere modificato in relazione al percorso scolastico dell’alunno. Potra’ essere utile intensificare la frequenza dei colloqui col la famiglia degli alunni con disturbo specifico per monitorare non solo gli aspetti scolastici ma avere una visione piu’ completa che tenga conto anche degli aspetti emotivi del ragazzo

45 DISLESSIA ED ASPETTI PSICOLOGICI
Il disagio psicologico in età evolutiva e’ fortemente correlato alla presenza di disturbo specifico dell’apprendimento facendo emergere un vissuto di sofferenza con forti risvolti in campo scolastico e relazionale. Un riconoscimento ed intervento precoce a livello abilitativo riduce di molto tali rischi specialmente se affiancato da un buon supporto familiare e scolastico e dalla presenza di hobby motivanti

46 L’ efficacia dell’apprendimento motorio complesso come strumento per allenare il SAS
(sistema attentivo supervisore) e’ ormai dimostrata in campo clinico. Sport più adatti al recupero: Sport situazionali (tennis, arti marziali) Sport individuali (equitazione,nuoto,danza) Consentono un rapporto individualizzato tra tutor ed allievo tarato sulle prestazioni.

47 Inoltre i dati delle ricerche confermano senza ombra di dubbio che un soggetto con dislessia, anche adolescente, può migliorare sia le sillabe al secondo sia gli aspetti attentivi tanto da modificare in meglio il risultato nelle prove intellettive (QI). Il successo del protocollo di trattamento dipende da : Motivazione Aiuto familiare Aiuto scolastico

48 TRATTAMENTO INTEGRATO
Esercizi finalizzati non solo al recupero del modulo deteriorato ma al potenzionamento delle componenti sottostanti al modulo stesso

49 Preceduti da un’approfondimento diagnostico che tenga in considerazione anche la valutazione degli aspetti attentivi Taratura sul singolo Gradualità delle richieste Rinforzo positivo Collaborazione con la famiglia (tutor) e la scuola

50 ESEMPI DI TRAINING ABILITATIVI : MEMORIA DI LAVORO VISIVA
MATRICI: Il bambino verrà allenato a crearsi immagini mentali cioè rappresentazioni in assenza di uno stimolo. Saranno esercitate la pianificazione, l’organizzazione ( problem solving), la geometria.

51 3 2 1

52 Visualizzare e memorizzare per riga
Fornire al ragazzo una matrice identica alla prima ma bianca L’operatore fa lavorare sulla matrice bianca: cosa c’è in alto a destra, in basso a sinistra,somma della prima riga,della seconda colonna e così via. Fare resistere sul compito Aumentare gradualmente nelle richieste

53 Lavorare senza matrice bianca (immagine mentale)
Aumentare il numero di caselle Lavorare su due tabelle Lavorare sulla tabella ruotandola in riferimento ad indicazione di colori ed in seguito ruotarla su richiesta verbale senza più alcun riferimento visivo (sposta di 90 gradi a destra, di 90 gradi verso sinistra…)

54 MEMORIA DI LAVORO UDITIVA
Il riaggiornamento in memoria di lavoro è carente nei soggetti con difficoltà di apprendimento che fanno fatica a sopprimere le informazioni irrilevanti mantenendo solo le informazioni utili all’attività che stanno svolgendo (processo di attivazione- inibizione)

55 Esempi Costruire liste di numeri-parole che l’operatore leggerà al soggetto specificando che dovrà ricordarsi solo: i numeri più piccoli, i numeri più grandi, i nomi di città, i nomi di fiori, gli animali più grandi… Liste di numeri/parole/lettere sempre più lunghe da leggere chiedendo di ripetere solo le ultime due /tre… ascoltate; non conoscendo la lunghezza della lista dovrà esserci un continuo aggiornamento Alpha span, listening, updating

56 TACHISTOSCOPIO Velocizzare la lettura partendo dalla taratura dei tempi di lettura del bambino Diminuire gradualmente i tempi di esposizione della parola Gradualità nella presentazione delle liste Liste di parole/non parole Cambiare spesso le liste per evitarne la memorizzazione

57 Utilizzare la modalità casuale per allenare gli aspetti attentivi
Possibilità di controllare i risultati come rinforzo positivo Possibile utilizzo per la riabilitazione degli aspetti ortografici

58 BIBLIOGRAFIA SCUOLA DELL’INFANZIA / CLASSE PRIMA
Giocare con le parole Vol I –Vol II Erickson Laboratorio grafo-motorio Erickson Disgrafia e recupero delle difficoltà grafo-motorie Erickson Dislessia e lavoro fonologico tra scuola dell’infanzia e scuola primaria AID

59 Dislessia e trattamento sublessicale Erickson
NEUROPSICOLOGIA DELL’ATTENZIONE Francesco Benso SISTEMA ATTENTIVO-ESECUTIVO E LETTURA Francesco Benso SCUOLA PRIMARIA Dislessia e trattamento sublessicale Erickson Il corsivo dall’A alla Z Erickson La dislessia Eva Benso c.edit. Il leone verde Il laboratorio della memoria Erickson Laboratorio di logica Erickson Didattica per la discalculia Erickson Divertirsi con l’ortografia Erickson Recupero in ortografia Erickson

60 SCUOLA PRIMARIA / SCUOLA SECONDARIA
Recupero e sostegno linguistico livello I e II Erickson Nuova guida alla comprensione del testo Erickson Analizzare e schematizzare livello I e II Erickson Dalla frase al testo Erickson Lettura e metacognizione Erickson


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