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Dott.ssa Susanna Seghizzi

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Presentazione sul tema: "Dott.ssa Susanna Seghizzi"— Transcript della presentazione:

1 Dott.ssa Susanna Seghizzi
Corso di aggiornamento - I.P.S.I.A Corni –MO_ Tecniche specifiche per l’autonomia personale e per gli apprendimenti degli allievi con handicap grave o gravissimo Individuazione della disabilità grave e gravissima e costruzione delle competenze The Human Condition Possiamo solo prolungare la realtà, non riprodurla Non appendere il quadro al muro Esci sotto la porta ad arco che dà sulla spiaggia, e pensa magari mentre la sabbia filtra in basso o chissà dove. Santi Spadaro René Magritte: “La condizione umana” U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

2 Dott.ssa Susanna Seghizzi
The Human Condition Non appendere il quadro al muro Esci sotto la porta ad arco che dà sulla spiaggia, e… S.Spadaro Possiamo solo prolungare la realtà, non riprodurla Non appendere il quadro al muro Esci sotto la porta ad arco che dà sulla spiaggia, e pensa magari mentre la sabbia filtra in basso o chissà dove. Santi Spadaro U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

3 L’orizzonte inclusivo
L’inclusione è un diritto Appartenenza Un’educazione inclusiva permette alla scuola regolare di riempirsi di qualità. L’inclusione è un diritto fondamentale ed è in relazione con il concetto di “appartenenza”. Le persone con o senza disabilità possono interagire alla pari. Un’educazione inclusiva permette alla scuola regolare di riempirsi di qualità: ciascuno é benvenuto, può imparare con i propri tempi e soprattutto può partecipare, e tutti riescono a comprendere che le diversità sono un arricchimento. La diversità é normale. E lo stesso per l’università, il lavoro, i trasporti, la vita sociale e culturale. Scopo dell’inclusione è quello di rendere possibile, per ogni individuo, l’accesso alla vita “normale” per poter crescere e “svilupparsi” totalmente. (CANEVARO) Mette al centro le fatiche del sé e la diversità U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

4 Dott.ssa Susanna Seghizzi
Il concetto di “inclusione” (cioè l’entrare in un gruppo alla pari degli altri, pur mantenendo le proprie peculiarità, la propria identità) richiama altri due concetti, quello di “normalità” e quello di “specialità”: Ø   normalità, che risponde al bisogno di appartenenza, di sentirsi considerato e trattato alla stessa stregua degli altri (in modo conforme alle regole che valgono per l’intero gruppo) Ø   specialità, che risponde al bisogno di identità, di sentirsi diverso dagli altri, con caratteristiche proprie che rendono unico un soggetto rispetto ad un altro. L’attuazione di una didattica più cooperativa e più metacognitiva dovrebbe portarci ad una nuova stagione dell’inclusione scolastica e della promozione del successo formativo per ciascuno studente. Il concetto di “inclusione” (cioè l’entrare in un gruppo alla pari degli altri, pur mantenendo le proprie peculiarità, la propria identità) richiama altri due concetti, quello di “normalità” e quello di “specialità”: U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

5 INCLUSIONE SEMPRE e COMUNQUE
Inclusione come costruzione di legami che riconoscono la specificità e la differenza di identità. La politica inclusiva ci interroga sempre sui confini della nostra storia e persona. NON E’ UN ACCAPARRAMENTO ASSIMILATORIO "Inclusione - scrive Habermas - qui non significa accaparramento assimilatorio, né chiusura contro il diverso. Inclusione dell’altro significa piuttosto che i confini della comunità sono aperti a tutti: anche - e soprattutto - a coloro che sono reciprocamente estranei e che estranei vogliono rimanere" Parafrasando Bruner possiamo dire che esistono varie forme di pensiero: integrazione forte: integrazione sempre e comunque moderata (accoglienza in scuole comuni con classi particolarmente attrezzate) debole (integrazione come esito e non come presupposto) Non si tratta allora di far diventare l’altro come noi o di, all’opposto, rinunciarvi per sempre ma di costruire ponti fra le persone, le situazioni, le competenze. L’integrazione a scuola potenzia la dimensione inclusiva quando riesce a far intrecciare le voci di tutti gli interlocutori in un dialogo aperto, interprofessionale, caratteristiche queste alla base di ogni situazione educativa dove ogni persona, ogni ruolo porta il proprio contributo indispensabile e complementare. (Una scuola per tutti una scuola per ciascuno) Facciamo due esempi per comprendere meglio questi concetti. Con questa modalità valutativa si prendono in considerazione sia i bisogni di normalità (tutti i ragazzi sono posti nella stessa situazione nel saltare l’asticella), sia quelli di specialità (ciascun ragazzo viene visto con le sue particolari caratteristiche soggettive di peso ed altezza). Promuovere l’inclusività nella classe vuol dire coniugare il bisogno di appartenenza al gruppo, ovvero di sentirsi come gli altri, con quello di identità, ovvero di sentirsi diverso, speciale, unico. INTRECCIA LE VOCI DI TUTTI U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

6 L’orizzonte inclusivo anche come casa della reciprocità
“L’accoglienza […] è saper leggere nelle pieghe della storia degli altri anche le proprie aspirazioni, le proprie speranze, le proprie debolezze […]”. G. STENICO, 2002, p. 22. Etica del prendersi cura.La sfida educativa tra normalità e disagio, Ceis, Modena. [Centro di Solidarietà – via Toniolo, 125 – 4110 Modena Nella relazione si fa esperienza della reciprocità, intesa non tanto come un completamento di ciò che manca ai singoli ma come fecondazione vicendevole Il sistema classe, come qualsiasi altro sistema, non è caratterizzato dalla somma di un certo numero di soggetti e dalle loro caratteristiche individuali, ma dai meccanismi che lo tengono unito, dai legami che intercorrono tra i singoli soggetti e dalla qualità delle relazioni. La funzionalità di un sistema perciò non deriva dalla somma del valore dei singoli in quanto può esservi una sinergia che si traduce in aumento di valore o una inefficacia che produce dispersione e perdita di valore. L’approccio sistemico comporta quindi varie implicazioni per la professionalità docente; lavorare sull’intero sistema, considerare il bambino al centro di un intreccio di relazioni e rifiutare la logica del “caso” non significa escludere o mortificare i trattamenti specialistici di cui i singoli casi possono avere necessità, ma significa affermare che tutti i soggetti, compresi quelli con problemi caratteriali o con gravi disabilità, vanno “vissuti” come parte integrante di una serie di sistemi. Le caratteristiche e le competenze di ciascuno si rapporteranno, si confronteranno e si armonizzeranno all’interno di tali sistemi. ATTENZIONE al vittimismo ed alla vittimizzazione ATTENZIONE al conservatorismo compassionevole U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

7 L’orizzonte inclusivo anche come progetto di vita
“Io sono per come voi mi avete pensato”. Il ragazzo divenuto adulto “Ti penso da grande…Cosa farai dopo la scuola? Il sistema, nella sua complessità e circolarità … U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

8 Il mare tra me insegnante e l’orizzonte…
PEDADAGOGIA dell’aderenza … basata sull’esperienza quotidiana e concreta, in modo che lo sfondo integratore di ogni attività didattica e di ogni apprendimento sia direttamente la realtà. Un’adesione al reale come prerogativa imprescindibile. Aderenza che non è limite… Aderenza che non è solo come punto di partenza Aderenza come tensione… Il modo di insegnare e apprendere dalla realtà chiamato pedagogia dell'aderenza parte dal suo ambiente, l'allievo organizza e costruisce la sua conoscenza.Una scuola per tutti e per ciascuno*, per la garanzia dei Diritti di cittadinanza sociale di tutti i ragazzi e le ragazze per renderli realmente sovrani e partecipi della vita sociale! (Don Milani) Quindi Aderenza come abbraccio alle sue possibili aree di sviluppo (Vygotskj ) U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

9 Dott.ssa Susanna Seghizzi
Occorre lavorare per il futuro Osservare La conoscenza per la competenza Icare Me ne importa “Ti penso da grande, cosa farai dopo la scuola? Viaggiare orientati da una mappa di senso e non da un percorso già strutturato per cercare, andare, sostare e vagare U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

10 I pensieri e le opere di cura durante il viaggio verso l’inclusione
Mettono in moto bellezza:orienta verso il mondo Mettono in moto gioia: è abitare insieme agli altri il mondo Mettono in moto convivenza:confronto sui valori che regolano la vita sociale (rispetto-reciprocità-ecc) Mettono in moto debolezza: aiuta a costruire forme di gentilezze verso di sé, gli altri e l’altro da sé. Mettono in moto risposte speciali per bisogni speciali L’educazione al bello comporta così l’acquisizione di quell’ottimismo esistenziale da spartire nel quotidiano per se stessi, con gli altri, Educare al bello significa proporre al ragazzo il concetto che l’ideale estetico possibile sussiste in ogni incontro con il mondo, con le persone e con le esperienze del difficile, del diverso che possono acquistare la loro particolare bellezza. L’educazione al bello risulta un percorso imprescindibile dell’intervento educativo, per la capacità di provocare la costruzione di percorsi progettuali di metabletica del mondo, in un’azione di trasformazione. Questi aspetti risultano particolarmente importanti in quanto riuniscono in sé due momenti centrali del percorso rieducativo, quali l’educazione all’impegno personale e alla responsabilità sociale Dimensione transizionale e di cambiamento che può investire la personalità del soggetto, comportando trasformazioni sul piano emotivo, cognitivo e relazionale. La struttura psichica della personalità metabletica presenta transizioni evolutive o involutive nell'ambito della sfera soggettiva sia cognitiva che emozionale, avviando metamorfosi di crescita e di cambiamento nello sviluppo evolutivo. La metabletica è auspicabile in senso psicologico, ma anche sociologico in processi evolutivi del tessuto sociale e della congerie comunitaria che introducano al nuovo, a sempre innovativi cambiamenti. deriva dal greco meta-ballein, cambio, mi trasformo... Il loro parlare è un momento di gioia, di creatività, di scoperta della verità condivisa. La relazione, il dialogo, lo’amicizia tra i ragazzi e non solo sono un’apertura al cielo infinito, il presupposto della gioia di vivere. U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

11 Dott.ssa Susanna Seghizzi
La sfida Assumere l’handicap per andare verso il futuro(inclusione-reciprocità) coltivando le dimensioni dell’autonomia, dell’emancipazione accogliendo la normalità e la singolarità di ognuno in una pedagogia dell’aderenza e di senso …La continua misura tra certezza ed incertezza ci farà perdere per ri-trovarci U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

12 Le persone in viaggio: i soggetti coinvolti nell’integrazione
Dirigente Scolastico Compagni di classe Docenti di classe Docente di sostegno Personale educativo assistenziale PEA Personale per la lingua dei segni Tutor Collaboratore scolastico Tutti gli operatori devono sviluppare una mente empatica La mente empatica lascia parlare dentro di sé l’esperienza dell’altro U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

13 Le persone in viaggio: i soggetti coinvolti nell’integrazione
La famiglia Merita attenzione Merita tempo Merita spazio Merita ascolto Merita conoscenza Merita narrazione Merita confronto Strategie di sostegno della famiglia Facilita l’inclusione nella comunità Offre strategie di intervento Esercita pressione politica per l’aumento delle risorse Partecipa alle attività scolastiche generali Aiuta ad adattare il curricolo Aiuta a creare una rete di sostegno Utilizza il P.E.I.(si accertano dei bisogni primari e li considerano vincolanti) Ecc… Dà un importante contributo in termini di energia per la tutela dei ragazzi U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

14 Familiari e docenti Condividere le prospettive e gli atteggiamenti :
accettazione incondizionata impegno incondizionato focalizzazione sui punti di forza U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

15 La presenza di diverse prospettive… Occasione di apprendimento
Gli effetti positivi di un coinvolgimento della famiglia con gli elementi chiave del team… La presenza di diverse prospettive… Occasione di apprendimento Il processo di inclusione è DINAMICO: man mano evolve, il coinvolgimento della famiglia si modifica U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

16 La documentazione narrata
Il percorso dell’integrazione: dalla conoscenza della situazione di handicap alla programmazione – La documentazione Accordi di programma La documentazione narrata Diagnosi clinica (descrizione della diversità) Diagnosi funzionale (D.F.) (descrizione analitica) Profilo Dinamico Funzionale (P.D.F.)(descrizione funzionale e potenziale) Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.) descrizione interventi integrativi La programmazione didattica Individualizzata Profilo Dinamico Funzionale (P.D.F.) descrizione funzionale e potenziale (docenti curriculari - insegnanti specializzati della scuola con la collaborazione dei familiari dell'alunno) • Cognitiva • Affettivo / relazionale • Comunicazionale • Linguistica • Sensoriale • Motoria • Neuropsicologica • Autonomia • Apprendimenti Progettazione calda: muove interesse, emoziona, prende Una formazione pensosa: avvicinare con delicatezza la vita, rispettosa Una ricerca interrogante: interrogare le questioni e le esperienze per imparare Una collegialità riflessiva ed autoriflessiva : necessaria per regolare il nostro agire Calda Agile Pensosa Interrogante Riflessiva ed autoriflessiva U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

17 Dott.ssa Susanna Seghizzi
La didattica si organizza: la programmazione Didattica Individualizzata collegiale (ipotesi di lavoro) Ridotta/semplificata Differenziata ATTENZIONE Determinanti infraindividuali Infraindividuali:fattori che appartengono alla persona in situazione di gravità Extraindividuali : variabili che influiscono l’esito flessibilità organizzativa ( routin -modificazione di tempi, spazi, composizione del gruppo..) Presenza di risorse aggiuntice (umane, materiali e finanziarie) docenti.. Coop. Famiglia Comportamento cooperativo tra gli insegnanti e gli alunni strategie per promunovere sostegno ed amicizia La presenza di un progetto Metodologia La valutazione Distruttori: sono variabili che hanno un impatto significativo nell’innalzare il rischio del fallimento aspettare che i bambini “ricuperino” prima di poter avanzare nel sistema; ritenere che certi bambini non possono imparare; cominciare l’insegnamento formale a un’età più precoce; la predominanza del “modello del deficit mentale” nella definizione dei bisogni dei bambini usare strumenti e tecniche che di valutazione non appropriati E POI………….. Mediatori sono variabili che descrivono un effetto prodotto Individualizzata Che cos’è? La possibilità dì attribuire importanza anche a piccoli segnali di miglioramento che, se collocati in un percorso formativo qualunque, potrebbero apparire poco significativi. E' un modo per sviluppare nell'allievo competenze specifiche di tipo non necessariamente didattico; quali, per esempio, autonomie sociali o mansioni utili per una professione, se necessario, anche slegata dall'indirizzo dei corsi Come si può realizzare? Affrontando con l'allievo argomenti che non rientrino direttamente nel programma scolastico, ma che siano funzionali allo svolgimento dello stesso. Un recupero dei prerequisiti indispensabili per lo svolgimento della materia. Sviluppando contenuti che privilegino il campo delle autonomie sociali, riferite al contesto di vita dell'allievo (per esempio: la conoscenza del tempo, dello spazio, dell'uso de! denaro, dei mezzi di trasporto). Elaborando progetti mirati all'acquisizione di competenze professionali specifiche, anche attraverso attività di alternanza scuola-lavoro. Che cosa comporta come formalità? Un progetto (Piano Educativo Individualizzato) che riporti obiettivi, metodi di lavoro e verifiche di ciò che si intende fare per realizzare l'integrazione dell'allievo portatore di handicap. Distruttori Determinanti extraindividuali Mediatori U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

18 L’introduzione delle competenze
Cambiamento nell’insegnamento: al centro del lavoro dei docenti ci sono le competenze e non l’ampliamento delle conoscenze U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

19 Dott.ssa Susanna Seghizzi
Le competenze competenze come saperi essenziali della formazione di base. competenze come alfabetizzazione. • competenze come obiettivo di un curricolo. Si possono indicare tre accezioni del termine "competenze": • competenze come saperi essenziali della formazione di base. Sono quelle esplicitate dal Documento dei saggi, che ne delinea i tratti e le particolarità, fornendo un interessante e utile contributo alla gestione della nuova didattica curricolare; • competenze come alfabetizzazione. In questo caso sono individuate tra contesto, formalizzazione dei saperi e ricontestualizzazione, secondo alcuni contributi di teorici della cognizione (Havelock e Olson, Bruner, Postman); • competenze come obiettivo di un curricolo, come si evince dai contributi scientifici di Gagné, Briggs, Pontecorvo e Gardner. U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

20 Assumiamo la definizione C Competenze come obiettivo di un curricolo
Sviluppo delle autonomie personali. Sviluppo delle autonomie motorie. Sviluppo della comunicazione. Sviluppo delle competenze socio adattive. Per ognuna di queste dovrà essere fatta una prima analisi dei prerequisiti e delle potenzialità di sviluppo e per poi passare ad una successiva fase di attuazione pratica della attività da compiere, il tutto controllato da schede di verifica sia intermedia che finale. Tutto ciò passa attraverso la task analysis dei singoli compiti, che vengono monitorati di passo in passo al fine di porre obiettivi successivi verso apprendimenti sempre più complessi. U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

21 Scegliamo un obiettivo comportamentale: le componenti…
Definizione in termini osservabili e misurabili del comportamento che lo studente deve emettere Descrizione dei criteri adottati per la misurazione dell’obiettivo Specificazione delle circostanze esatte in cui si manifesta Comportamento che lo studente non è in grado di emettere E’ pertinente ed utile all’ambiente Costituisce un gradino successivo in senso logico nell’evoluzione comportamentale U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

22 Definizione del comportamento
Descrizione dei criteri adottati per la misurazione dell’obiettivo Specificazione delle circostanze esatte in cui si manifesta (condizioni) Verbi comporta mentali Verbi non Comportamentali Livello qualitativo e quantitativo del comportamento da eseguire Battere le mani Elementi associati al comportamento . Verbi comportamentali.Ammucchiare,indicare, ingoiare, camminare,correre, spingere,sollevare,legare, mangiare, pettinarsi, parlare, sedere, sollevare, dire, disegnare, legare, ( non danno adito ad interpretazioni) Verbi non comportamentali: ha la capacità, comprende, rispetta, sa, gradisce, è consapevole (giudizi di valore) Livello quantitativo-qualitativo Battere le mani: con le dita distese –tre volte Fare un segno con la mano urlo per attirare l’attenzionedell’insegnante: dopo aver completato una consegna- prima di lasciare la classe Stabilire un contatto visivo in almeno 9 dei 10 tentativi richiesti Specificazione del criterio di esecuzione Come Quando Dove Con cosa Con chi Mentre l’ins. spiega Quando riceve l’istruzione Da solo Con un aiuto fisico Battere le mani con le dita distese per tre volte U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

23 Dott.ssa Susanna Seghizzi
Altro esempio Azione Criterio di esecuzione Condizioni Andare in bagno Senza aiuto Prima di uscire da scuola Con aiuto Quando viene impartito l’ordine U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

24 Dott.ssa Susanna Seghizzi
I tre elementi del ciclo istituzionale per ogni volta che si desidera insegnare un comportamento nuovo STIMOLO RISPOSTA Dopo aver stabilito gli ob. comportamentali saprà con maggior decisione a cosa è finalizzata la sua attività. Ma perché il ragazzo raggiunga l’ob. si deve comprendere la natura di ciò che si intende per ciclo istituzionale e poi del rinforzamento e della riprovazione Lo stimolo precede la risposta e può essere costituito da qualsiasi oggetto o evento specifico all’interno dell’ambiente( giocattoli, figure, oggetti, istruzioni) L’importanza di qualsiasi stimolo sta nella capacità di stimolare una rispostaUno specchio sul tavolo Il b, si guarda Un pesciolino rosso nella vaschetta Il b. immerge la mano nella vaschetta Un giocattolo sul tavolo Il b. getta via il giocattolo La porta dell’aula aperta Il b. corre fuori Un’insegnante con gli occhiali Il b. afferra violentemente gli occhiali L’insegnante batte le mani Il b. batte le mani L’insegnante urla Il b. diventa violento Il tipo di conseguenza Conseguenza piacevole o spiacevole dipende dall’effetto che l’insegnante vuole CONSEGUENZA U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

25 Contingente (legato ad una risposta) Continuo (solo all’inizio)
Il rinforzatore Contingente (legato ad una risposta) Continuo (solo all’inizio) Intermittente??? Estinto Martina…contatto visivo –Brava mi hai guardato) Giacca Gianni va in bagno aiuto verbale -aiuto gestuale –dito Aiuto fisico (guida maglietta verso il bagno ) U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

26 Se il comportamento non esiste?
LO SHAPING La caratteristica fondamentale è quella di conseguire l'abilità obbiettivo mediante approssimazioni rispetto alla meta . Il comportamento dell‘alunno è pian piano modellato fino a raggiungere le modalità di esecuzione previste. Spesso questa tecnica è utilizzata in associazione alle tecniche descritte nelle diapositive che seguono in un uso combinato di esse comportamentale U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

27 Altre metodologie di modificazione del comportamento
Chaining Fading Modeling Prompting Tecnica della task analysis U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

28 Le fasi del processo di chaining
IL CHAINING (scomporre un comportamento difficile in piccole parti) Il chaining anterogrado costituisce una modalità d'insegnamento che prevede una frammentazione dell'azione nei suoi passi secondo l'analisi del compito. Se per es. il comportamento è "lavarsi le mani" ci si accerta della presenza del necessario, si apre il rubinetto, si utilizza il sapone, si sfregano le mani, si risciacquano le mani. Il chaining rappresenta una sorta di immagine al rallentatore dell'ordine in cui eseguire le varie azioni. Il chaining retrogrado è una procedura in cui si comincia con l'insegnare l'ultima risposta della catena comportamentale (es. risciacquare le mani) e si finisce con la prima. U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

29 Le fasi del processo di fading
IL FADING (apprendimento con l'eliminazione di alcuni aiuti) Il fading costituisce l'insieme delle procedure che portano a diminuire gli aiuti e le facilitazioni che sono state necessarie per il conseguimento del compito. Nel caso degli aiuti di tipo verbale ci sarà una riduzione della consegna verbale e una progressiva riduzione del tono di voce. Saranno gradualmente ridotti di visibilità e gestuali; le facilitazioni di tipo fisico sono in genere le più difficili da attenuare. Chaining, prompting e fading sono metodiche molto utili , ma la loro applicabilità si presta per compiti la cui caratteristica sia la "sequenza temporale". U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

30 Le fasi del processo di modeling
Modelli da seguire Il modeling si basa sul principio che i soggetti che assistono ad un comportamento attuato da una persona sono portati ad apprendere quella modalità` d'azione e a riproporla qualora se ne presenti l'occasione. U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

31 Le fasi del processo di prompting
IL PROMPTING Trattando degli aiuti messi in campo per facilitare lo svolgimento di un compito è possibile giungere ad un'altra suddivisione aiuti di tipo fisico, di tipo gestuale e di tipo verbale (aiuti sincroni, si danno contemporaneamente). I 3 tipi di aiuto hanno tra loro un rapporto gerarchico: il primo rappresenta quello più esplicito e risponde al più alto grado di dipendenza dell'utente dall'operatore. Il secondo è dato dall'insieme delle indicazioni per attirare l'attenzione sui determinati oggetti o sulla presentazione di un modello. L'aiuto di tipo verbale rappresenta il grado più basso di aiuto: ci si limita a ricordare l'esecuzione di alcuni passi. Attenzione :Troppe facilitazioni possono produrre regressione U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

32 Tecnica della task analysis
Rappresentazione dei compiti (task) da compiere per raggiungere uno scopo. L’esecuzione di un task implica una sequenza di passi, ognuno dei quali contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo. Es. di Task analysis Andare al lavabo Mettere la mano sul pomello del rubinetto Ruotare Premere il pulsante del dispensatore del sapone ecc. U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

33 …Come si scrivono le competenze-obiettivo degli alunni disabili.
Sa fare…………. SE…………quando..come…con chi… con cosa SA realizzare la mise en place SE l’ordine gli viene dato in tono pacato e se l’ambiente è tranquillo SA utilizzare un programma di video scrittura SE il computer è dotato di una apposita interfaccia Sa utilizzare la fotocopiatrice SE l’ambiente è tranquillo le competenze degli alunni disabili devono connotare positività Maria grazia Contini Mariagrazia Contini "Figure di felicità, orizzonti di senso- Nuova Italia Libertà è il trovare la cerniera che salda la nostra felicità con le invenzioni che noi stessi creiamo per il nostro piacere di piacere e che per venire alla luce, richiedono volontà d’arte, creatività e forti doti personali. Così si finisce per essere felici, questa libertà rende felici, una libertà mantenuta non importa come, ma rigorosamente. Esistono infinite forme di libertà buone e meno buone. La libertà di essere egoisti, indifferenti, poco solleciti, la libertà di amare, non amare o di amare a torto, ma alla fine la libertà più grande è quella di assentire agli altri, anche contro le nostre paure e convinzioni. Se desidero dare un senso alla mia esistenza questo senso passerà anche per la qualità della vita che conduco nell’impresa dato che l’impresa occupa nella esistenza un ruolo non secondario, assieme alla famiglia ed alla società civile. Ritengo perciò conveniente considerare, prima di fare qualcosa il cercare di creare, di far nascere l’approvazione per come intraprendo a fare quella cosa; la sicurezza di stare per fare qualcosa di ben fatto. Tutti i rapporti con il mondo:  pensare, osservare, sentire, desiderare debbono in qualche modo essere approvati da me medesimo. Solo in questo modo il rapporto col mondo da alienato acquista senso, diviene umano ed allora si scambia fiducia con fiducia, amicizia con amicizia, complicità con complicità, libertà con libertà …  Per apprezzare l’arte, la musica, la bellezza; si deve averne avuto prima esperienza. Nel contatto con altre persone devo essere capace di esercitare su di loro un effetto stimolante e di suscitarne in cambio altrettanto verso di me. Diversamente la mia esistenza sarà, priva di senso. Se saprò essere così, con chi mi affianca, giorno dopo giorno, scriveremo in diretta (non ci è dato di cancellare e riscrivere) il copione della nostra esistenza e faremo di tutto perché abbia stile, significato, sia felice, grande, limpida, bella. Non tutti sono capaci di sopportare la libertà. E’ più facile obbedire che intraprendere un nuovo progetto. Più facile restare che raggiungere nuove méte ed adoperare intelligenza e volontà per produrne continuamente delle nuove.   Occorre essere capaci, di essere come una madre esemplare, che veglia sulla libertà del figlio, senza riserve o aspettative e mentre la creatura scalcia e si ribella dirgli parole assolute, incantate, con le quali non si può resistere alla tentazione di scommettere U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

34 …Come si scrivono le competenze-obiettivo degli alunni disabili
Le competenze degli alunni disabili si scrivono indicando in quale situazione,ambiente, contesto tali competenze possono esplicarsi U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

35 Le competenze degli alunni disabili servono
allo studente e alla sua famiglia alla scuola ai CFP allo studente e alla sua famiglia, per leggere i progressi fatti, le mete raggiunte e quelle da raggiungere, per verificare il valore ed i limiti delle scelte fatte e farne per il futuro, per essere sereni nel proseguire il proprio cammino; alla scuola per proseguire il percorso scolastico o per un eventuale rientro dopo un percorso lavorativo o dopo una assenza o anche per passare da un ciclo ad un altro o da un tipo di scuola ad un’altra; ai CFP per progettare il percorso formativo verso il lavoro; U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

36 Vicinanza e possibilità di interazione
Strategie di accompagnamento per promuovere il sostegno, dunque il raggiungimento della competenza-obiettivo Insegnare direttamente attività di sostegno Vicinanza e possibilità di interazione Stile positivo dell’insegnante Gruppo di sostegno tra i compagni Aiuto reciproco come parte integrante di un curricolo Alimentare comprensione e rispetto Insegnare direttamente attività di sostegno Coinvolgimento dei compagni in un gruppo di lavoro Lavoro cooperativo, di coppia…tutoring… U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

37 Dott.ssa Susanna Seghizzi
Per saperne di più Tecniche base del metodo comportamnetale per l’handicap grave e l’autismo,R.Foxx, Erickson trento 1997 Cantoni, Panetta,Handicap,scuola, lavoro, Risa editrice, Roma 2006 D.Ianes,S.Cramerotti,F.Celi, IL piano educativo individualizzato Progetto di vita,Guida , Erickson, Trento, 2005. D.Nocera, Il diritto alla integrazione nella scuola della autonomia, Erickson, Trento, 2001 La gestione avanzata dell’integrazione scolastica,W. E S. Staimback, Erickson Trento 1996 Buone prassi di integrazione scolastica, A: Canevaro-D. Ianes, Erickson Trento2001 Mariagrazia Contini "Figure di felicità, orizzonti di senso- Nuova Italia 1999 U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi

38 Grazie per l’’attenzione
U.S.P. MO Dott.ssa Susanna Seghizzi


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