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ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE

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Presentazione sul tema: "ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE"— Transcript della presentazione:

1 ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE
DI VILLASIMIUS SCUOLA ELEMENTARE LA SARDEGNA...STORIA DI UN ' ISOLA... ...DALLA PREISTORIA AI GIORNI NOSTRI... ANNO SCOLASTICO L’ insegnante: Valeria Deschino Le classi: 4^A e 4^B

2 LA SARDEGNA...STORIA DI UN ' ISOLA...
...DALLA PREISTORIA AI GIORNI NOSTRI... Ciao bambini, come va? Sono sempre io,“Lucio il cavalluccio” !! Sono tornato per iniziare un nuovo anno e un nuovo viaggio nel tempo, in compagnia dei magnifici bambini dell’anno scorso, che ora si trovano in quarta. Vi ricordate dove ci eravamo fermati?? I Sardi erano sotto il dominio dei Cartaginesi, quando ad un certo punto…

3 E si …nel 3° secolo a.C. i Romani decisero di conquistare la Sardegna affrontando i Cartaginesi (Punici, era il dispregiativo con cui i Romani li chiamavano) Quindi iniziarono le cosidette guerre Puniche durante le quali i Romani riuscirono a conquistare la Sardegna, esattamente nel 238 a.C.

4 Ma dobbiamo precisare che non erano riusciti a conquistare proprio tutti i sardi.
C’era un popolo che viveva tra le montagne e che non si sottomise mai a loro e i Romani in segno di disprezzo li chiamarono barbari. Da lì il nome barbaricini rimasto ai loro discendenti e di Barbagia alla zona dove essi vivevano .

5 I Sardi sotto il dominio dei Romani
Lo sapevate che durante la conquista della Sardegna Sardi furono incatenati e e portati nei mercati romani per essere venduti come schiavi? Erano tantissimi e il mercato si riempì a tal punto, che i venditori dovettero abbassare i prezzi e chiunque poteva permettersi di comprare uno schiavo sardo! Che cosa brutta !!

6 Lo sapevate che i sardi rimasti in “libertà” dovevano comunque lavorare anche per i Romani??
Questi ultimi si erano organizzati in modo da far pagare delle tasse terribili che portavano via ai Nostri buona parte dei loro prodotti. Ai Romani interessava soprattutto il nostro grano , che serviva a sfamare la plebe della capitale, ma mandavano i nostri antenati anche a lavorare nelle varie miniere di piombo, ferro e argento presenti nel nostro territorio.

7 I nostri conquistatori durante il loro dominio costruirono nuovi edifici e fondarono nuove città come Turris Libisonis, l’attuale Porto Torres. Inoltre fecero acquedotti, ponti, fognature, strade, terme, ecc…insomma questi “romanacci” erano proprio abili costruttori.

8 I sardi cercarono tante volte di ribellarsi, al loro dominio.
Una delle rivolte si ebbe nel 215 a.C. e fu quella della città di Cornus, guidata da Amsicora, un cittadino molto ricco e importante.. Questo eroe sardo non ebbe molta fortuna. la leggenda racconta che, durante un terribile scontro contro l’esercito romano, il figlio Josto e la maggior parte dell’esercito sardo morirono. Amsicora, capendo che ormai non c’era più niente da fare, per il dolore della sconfitta e della morte del figlio, si tolse la vita.

9 Il Cristianesimo arriva in Sardegna
Naturalmente, non sappiamo esattamente quando e chi cominciò a predicare il Cristianesimo in Sardegna. Sappiamo solo che molti cristiani venivano mandati al “confine”, ovvero da noi, per lavorare nelle miniere e nei campi come schiavi e per morire negli spettacoli che si tenevano negli anfiteatri.

10 Ma i cristiani non abbandonarono mai la loro religione e continuarono a predicare fino a quando nel 313 d.C. l’imperatore Costantino la dichiarò religione di stato. Nacquero così le prime chiese, dove i cristiani potevano andare liberamente a pregare.

11 I Vandali Durante il periodo del decadimento dell’Impero Romano diverse popolazioni barbariche cominciarono a premere contro i suoi confini nel tentativo di invadere il suo territorio. L’esercito romano preoccupato di difendere Roma non pensò più alla Sardegna e la lasciarono in mano ad una popolazione di barbari chiamati Vandali. I Vandali invasero l’Italia nel 400 d.C. e Roma nel 455. Dopo l’invasione di quest’ultima città, i soldati del re vandalo, Genserico, sbarcarono anche in Sardegna. Per la nostra isola finì l’epoca antica e iniziò il medioevo. Da adesso sino al XI secolo il nostro territorio vivrà un brutto periodo. I vandali praticavano persino la pirateria e avevano occupato la nostra terra per interesse , perché serviva loro, come porto sicuro per le navi corsare, e per difendersi anche dai loro nemici, i Visigoti, che venivano dalla Spagna..

12 Le loro navi avevano così un posto , al centro del mediterraneo, che permetteva loro di arrivare in poco tempo da tutte le parti. La popolazione sarda disperata per i saccheggi continui e la devastazione delle città lungo le coste, si rifugiava nelle campagne e foreste che in quel periodo abbondavano nella nostra isola. Chi le possedeva, decise di ristrutturate le vecchie case di campagna fatte con i mattoni in “ladiri”.

13 I Monasteri, che si erano ormai diffusi su tutto il territorio, …..

14 …offrivano rifugio alla gente in fuga.

15 Questo popolo barbaro oltre ad essersi insediato nelle coste della nostra isola aveva conquistato anche Cartagine che nel frattempo era diventata cristiana. I Vandali perseguitarono i cristiani, ma loro non smettevano di adorare la propria religione; chi sopravviveva alle loro torture veniva deportato in Sardegna. A Cartagine vivevano alcune persone che non accettavano il dominio dei Vandali, tra questi c’era il popolo dei Mauri che risiedeva in Mauritania. Poiché erano un fastdio,vennero deportati sui monti del Sulcis dove fondarono Giba ( gli abitanti vengono soprannominati tuttora Maurredusu).

16 I Sardi chiesero esasperati l’aiuto dei Bizantini e questi ultimi approfittando dell’indebolimento dei Vandali causato da lotte interne, entrarono in guerra con i nostri invasori, e li sconfissero liberando la Sardegna. E si, cari ragazzi, per i nostri antenati terminava così un periodo molto difficile, ma ne iniziava un altro ugualmente non molto facile.

17 Arrivano i Bizantini Anche i Bizantini finirono per stabilirsi in Sardegna da conquistatori e non da liberatori. Restituirono le terre ai sardi costringendoli però a pagare forti tasse per sostenere le continue spese del governo dell’isola, accelerando così il processo di decadenza economica e sociale. Essi affidarono il governo ad un Judex. che viveva a Cagliari, e che a causa delle continue incursioni dei Vandali e dei Saraceni lungo le coste della nostra isola, decise di dividerla in quattro parti e ne affidò la difesa e l’amministrazione a quattro luogotenenti.

18 Lungo tutte le coste si costruirono diverse torri di avvistamento per sorvegliare e proteggere il territorio da questi pirati.

19 I sardi delle pianure e delle coste non opposero resistenza al dominio bizantino, ma quelli dell’interno non si lasciarono sottomettere, e guidati dal loro capo Ospitone, organizzarono numerose rivolte. La guerra interna tra Barbaricini e bizantini durò circa 60 anni e finì solo grazie all’intervento della Chiesa.

20 Dopo un lunghissimo periodo in cui Bisanzio iniziò a non occuparsi più dei problemi della Sardegna lasciando “l’ isola ai sardi”, i luogotenenti dichiararono la loro indipendenza dal governo centrale e si autonominarono Judices, quindi sovrani dei loro rispettivi territori. Nascono così i Giudicati.

21 Il governo bizantino, durò così solo tre secoli e fu sostituito dal governo dei quattro Giudicati, Cagliari, Torres, Arborea e Gallura, che dovettero stringere alleanze con le diverse Repubbliche Marinare per avere protezione dai Saraceni e da tutti gli altri pirati che invadevano il Mediterraneo. Poiché i Giudicati spesso erano in lotta tra loro per il potere sull’isola, lungo i loro confini vennero costruiti numerosi castelli che servivano da difesa.

22 Uno di questi si è conservato molto bene ed è giunto fino a noi, il castello di Sanluri, che voi ragazzi conoscete molto bene perché siamo andati a visitarlo proprio quest’anno. Questo castello posto lungo il confine tra il giudicato di Cagliari e quelo di Arborea, apparteneva prprio a quest’ultimo.

23 Pare che nelle sue stanze abbia dormito la famosa giudicessa Eleonora D’Arborea.
Questa giudicessa è famosa ancora oggi perché fece una importantissima raccolta di leggi scritte, che fu chiamata “Carta de logu”

24 All’interno di ogni Giudicato il Giudice era aiutato a prendere le decisioni importanti da un parlamento formato dai cittadini nobili e ricchi chiamato “Corona de logu”. Ogni Giudicato aveva la sua moneta e le proprie leggi. Le attività principali erano la pastorizia e l’agricoltura, praticate però secondo i nuovi metodi che erano stati insegnati alla gente dai monaci.

25 C’erano anche numerosi scambi commerciali con le stesse Repubbliche Marinare, che si servivano dei porti dell’isola come base d’appoggio per i loro commerci con tutta l’Europa.

26 Ma le Repubbliche Marinare non si limitarono solo agli scambi commerciali con il nostro popolo, ma entrarono, grazie ad una serie di matrimoni “strategici” nel governo dei Giudicati stessi, rafforzando i contrasti che gia esistevano tra loro. Furono molte le battaglie e le lotte interne…, …Fino a quando nel 1297 il Papa Bonifacio VIII istituì il regno di Sardegna e di Corsica e lo diede come feudo al Re spagnolo Giacomo II d’Aragona Che macello … figuratevi se Genova e Pisa, potevano accettare tranquillamente di farsi portare via dei territori così importanti per loro. Alla fine, dopo terribili e numerose battaglie, solo il Giudicato di Arborea resistette e cercò di frenare per quasi mezzo secolo la conquista della Sardegna da parte della potenza Aragonese, ma ogni sforzo fu inutile. Ma questa storia la racconteremo il prossimo anno…quando saremo ancora una volta tutti insieme per compiere l’ultimo viaggio che ci porterà fino ai giorni nostri!!! Ciao e a presto!

27 Per la 4^A: Per la 4^B Carboni Erika Ciccone Simone Cireddu Rebecca
Cogoni Marco Conforto Micaela Farris Elisa F. da S. Alves Luis Frau Daniele Garau Carla Hedhli Sabri Lampis Alice Masala Antonello Orrù Marj Pirroni Fausto G. Pisu Silvia Rubiu Paolo S. Utzeri Chiara Utzeri Veronica Per la 4^B Argiolas Ilaria Cuccu Luca Espa Matteo Floris Giada Frau Valentina Frau Ylenia Lai Tania Melis Luca Pireddu Christian Pisano Fabrizio Pusceddu Veronica Saddi Sonia Vargiolu Irene Vargiolu Paolo Viola Bruno


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