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FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA 3 Filologia d’autore

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Presentazione sul tema: "FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA 3 Filologia d’autore"— Transcript della presentazione:

1 FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA 3 Filologia d’autore

2 Non mi è molto gradito il pensiero che a chicchessia (se ci si occuperà ancora dei miei libri) sarà consentito di compulsare i miei manoscritti, di confrontarli con il testo definitivo e di trarne ipotesi sempre sbagliate sulla mia maniera di lavorare, sull’evoluzione del mio pensiero ecc M. Proust

3 Ironia della sorte volle che, quando Proust morì, nel 1922, della Recherche fossero stati pubblicati solo 4 volumi Dalla Parte di Swann (Du côté de chez Swann, 1913)  All’ombra delle fanciulle in fiore (À l'ombre des jeunes filles en fleurs, 1919) I Guermantes  (Le côté de Guermantes, 1920) Sodoma e Gomorra (Sodome et Gomorrhe,  ) Gli ultimi tre furono pubblicati dai familiari di Proust, con criteri molto discutibili La prigioniera (La prisonnière, 1923) La fuggitiva (La fugitive ossia Albertine disparue, 1925) Il tempo ritrovato (Le temps retrouvé, 1927)

4 Nel 1962 i quaderni dell’autore furono depositati alla Biblioteca Nazionale di Parigi Nel 1984 vennero alla luce altri 13 quaderni appartenuti ad un collezionista privato Nel 1986 (anno della morte della nipote) è stato trovato, nell’archivio dell’autore, un ulteriore dattiloscritto Ed. Critica: À la recherche du temps perdu, a cura di J.Y. Tadiè, Paris, Gallimard,

5 La filologia d’autore prende in esame le varianti introdotte dall’autore stesso sul manoscritto o su una stampa, e che testimoniano una sua diversa volontà, un cambiamento di prospettiva rispetto ad un determinato testo.

6 Scopo dell’edizione critica non sarà, dunque, avvicinarsi quanto più possibile all’originale perduto, ma: - decidere la lezione da mettere a testo - ricostruire, attraverso opportuni sistemi di rappresentazione, le correzioni intervenute durante la gestazione o la revisione dell’opera.

7 È lecito pubblicare materiali non divulgati dagli autori
È lecito pubblicare materiali non divulgati dagli autori? Manoscritti volontariamente distrutti (Novelle per un anno) Manoscritti gelosamente custoditi (Odi Barbare) Testi privati e Lettere (Zibaldone, Quaderni dal carcere) Testi detti e trascritti da ascoltatori (De Sancis)

8 Quali dati può fornire la ricostruzione del processo genetico dell’opera, visto che l’ultima volontà d’autore è a noi nota e potremmo basare il nostro studio solo su quella?

9 FILOLOGIA D’AUTORE E CRITICA DELLE VARIANTI

10 La filologia d’autore è lo studio dell’iter elaborativo di un testo, la critica delle varianti è l’applicazione critica dei dati risultati dallo studio filologico L’una si occupa di rappresentare un testo con le sue correzioni e varianti; l’altra di interpretarne i dati.

11 La critica delle varianti considera il testo nel suo sviluppo dinamico, come organismo in evoluzione, espressione di una ricerca il cui prodotto è il risultato delle progressive ‘approssimazioni a un valore’, dipendente dal rapporto con i testi precedenti

12 Che significato hanno per il critico i manoscritti corretti degli autori? Vi sono essenzialmente due modi di considerare un'opera di poesia: vi è un modo, per dir così, statico, che vi ragiona attorno come su un oggetto o risultato, e in definitiva riesce a una descrizione caratterizzante; e vi è un modo dinamico, che la vede quale opera umana o lavoro in fieri, e tende a rappresentarne drammaticamente la vita dialettica. Il primo stima l'opera poetica un “valore”; il secondo, una perenne approssimazione al “valore”; e potrebbe definirsi, rispetto a quel primo e assoluto, un modo, in senso altissimo,“pedagogico”. È a questa considerazione pedagogica dell’arte che spetta l’interesse delle redazioni successive e delle varianti d’autore […] i n quanto esse sostituiscono ai miti della rappresentazione dialettica degli elementi storici più letterali, documentariamente accertati. G. Contini, Come lavorava l’Ariosto (1939), ora in Esercizi di lettura sopra autori contemporanei, Torino, Einaudi, 1982.

13 Come lavorava l’Ariosto nasce come recensione a Santorre Debenedetti, Frammenti autografi dell’ Orlando Furioso, Torino, Chiantore, e costituisce l’atto di fondazione della critica delle varianti. Nelle varianti dell’OF Contini rintraccia alcune costanti che permettono di riconoscere l’armonia come il principio fondante della poetica ariostesca →Benedetto Croce, Ariosto, Bari, Laterza, 1919.

14 ‘Poesia’ per Croce è ‘intuizione lirica’ e la sua genesi è ideale
‘Poesia’ per Croce è ‘intuizione lirica’ e la sua genesi è ideale. Dunque l’opera d’arte è un oggetto statico, concepito come ideale nella forma ultima che esso ha assunto, e tale per cui ogni riflessione sugli stadi anteriori era ritenuta puro esercizio documentario, linguistico , inutile ai fini della critica del testo. Contini ribalta tale prospettiva dimostrando come si potesse giungere alle medesime conclusioni partendo da assunti critici diversi.

15 La filologia d’autore si confronta con opere la cui storia testuale è molto diversa, e dunque l’edizione dovrà partire dall’analisi critica delle situazioni specifiche. Redazioni antecedenti e precedenti testimoniate da ms autografi, una prima stampa in rivista, il ms inviato in tipografia, la stampa in volume, le ristampe in cui sono state introdotte varianti d’autore, bozze corrette, idiografi, ecc…

16 Diverse competenze: Filologia della copia Filologia dei testi a stampa Conoscenze di metrica e retorica storia della lingua paleografia codicologia e archivistica Un filologo è anche uno storico della letteratura

17 Problemi critici con cui confrontarsi saranno: - Definizione del testo base - Distinzione tra fasi redazionali - Criteri di rappresentazioni delle varianti - Rapporto tra singolo testo e organismo

18 In alcuni casi (molti, nell’epoca moderna), abbiamo testimonianze diverse e disomogenee: elenchi di personaggi, liste di parole e proverbi, schemi, abbozzi, disegni, taccuini d’appunti, citazioni, ecc… È bene dunque fare distinzione tra: MATERIALI PREPARATORI TESTI

19 AVANTESTO avant-texte = insieme dei materiali preparatori raccolti, decifrati, classificati: da semplici liste di parole, ad appunti, a disegni, ai primi abbozzi, fino a vere e proprie stesure Nella filologia italiana l’accezione del termine è più ristretta

20 AVANTESTO Si potrebbe arrivare a sostenere che le opere precedenti di un certo autore siano avantesti delle opere successive, ma è necessario restringere il campo ad un insieme funzionale senza, però, perdere dati. (per esempio i Taccuini di D’Annunzio in funzione delle Laudi → Edizione Gibellini) Nell’edizione genetica italiana, l’avantesto è ben presente, ma è in posizione subordinata rispetto al testo. In quella francese la differenza tra testo e avantesto arriva a coincidere con quella tra manoscritto e stampa

21 EDIZIONE GENETICA FRANCESE (édition génétique) Edizione integrale di tutto l’avantesto Le diverse redazioni sono concepite come testi autonomi, perché le varianti (quale che ne sia la portata) determinano l’esistenza di un diverso testo. SINCRONIA/DIACRONIA

22 EDIZIONE GENETICA FRANCESE L’avantesto è diverso rispetto all’opera, ma anche diverso rispetto al ruolo di appendice che l’edizione critica assegna alle varianti, separandole del loro terreno genetico, respingendole nell’apparato critico finale A. Gresillon

23 Ragioni di: - opportunità rispetto i diversi tipi di testo e avantesto (una cosa è una riassunto, un’altra una stesura stratificata e complessa) - leggibilità - economicità editoriale (rese meno pregnanti dai recenti mezzi informatici)

24 L’EDIZIONE GENETICA ITALIANA

25 Edizione basata sul rapporto tra testo e varianti Edizione separata dell’avantesto Si pubblica integralmente il testo risultante dal processo correttorio, segnalando in apparato le varianti. Viene così ricostruita la trafila che dalla lezione iniziale porta a quella finale, o viceversa.

26 Tale sistema di edizione comporta ipotesi sui modi e tempi dell’elaborazione, al fine di ricostruire il movimento che ha prodotto il testo e di identificare i diversi strati e le molteplici fasi dell’elaborazione

27 - prima fase elaborativa - introduzione di un primo stadio di varianti - introduzione di un secondo stadio di varianti - seconda fase elaborativa e inserimento di uno o più stadi di varianti

28 TIPI DI VARINTI MANOSCRITTE Varianti alternative vs Varianti

29 VARIANTI (aggiunta, sostituzione, permutazione, soppressione) Varianti immediate Varianti tardive Varianti sincrone Varianti implicate Varianti sostanziali Varianti formali

30 VARIANTI in rigo soprascritte sottoscritte ascritte (margine sx o dx) ricalcato su

31 Bernardo Tasso, codice oliveriano 1399, c. 109 r. (slide successiva, c
Bernardo Tasso, codice oliveriano 1399, c. 109 r (slide successiva, c. 109v)

32 L

33 STRATI DI VARIANTI E FASI ELABORATIVE Non è sempre possibile stabilire con certezza la cronologia delle varianti Importante è comunque tentare di stabilire i rapporti sistematici tra le varianti, per comprendere il programma che le ha ispirate e i rapporti che intercorrono tra loro.

34 Solitamente si ha un solo strato di varianti ma più fasi elaborative (N.B. Le varianti immediate non costituiscono una seconda fase) Nel distinguere le diverse fasi molta attenzione bisogna prestare alla localizzazione delle varianti, che però non sempre ha valore univoco Vanno, poi, considerate le varianti sincrone (Vd. Leopardi, A Silvia, dolci, vaghi, v. 4 e v. 12, ma anche sovvienti, legato a sovviemmi del v. 32, secondo l’ipotesi di Contini-De Robertis → “compensazione a distanza”)

35 Apparato verticale (in colonna)/orizzontale (lineare) Apparato parlante/simbolico Apparato genetico/evolutivo Apparato diacronico e sistemico

36 L’

37 Apparato parlante (diacronico e sistemico) su quella selva] 1Asopra quel bosco, da cui 2A sopra quel prato,(con prato riscr. su bosco) 3A su quella selva, (as. 2A) da cui T

38 Canti Giacomo Leopardi Canzoni (1818, 1820), Bologna, 1824 con Annotazioni ai testi (B24) Versi, Bologna, 1826 (B26) Canti, Firenze, 1831(F31) Canti, Napoli, 1835 (N35) Starita corretta (N35c) Singoli componimenti in rivista Manoscritti

39 MANOSCRITTI Varia lectio “varianti genetiche, alternative, glosse, catene di sinonimi in funzione di certificazione linguistica”, postille, note funzionali o propedeutiche al testo, rimandi alle fonti, commenti dell’autore

40 EDIZIONI Moroncini, Cappelli, Bologna, A testo è N35c Apparto verticale Varia lectio separata dall’apparato, in riquadro e corpo minore, Separazione tra varianti sostanziali e interpuntive

41 Ed. Peruzzi, Milano, Rizzoli, 1981
N35c Apparato verticale Riproduzione in fac-simile degli autografi Non vi è distinzione tra varianti interpuntive e sostanziali Rappresentazione unitaria della tradizione manoscritta e a stampa

42 L’

43 Ed. De Robertis, Milano, Il Ponfilo, Edizione critica delle stampe e manoscritti A testo è la prima edizione di ogni componimento Apparato evolutivo e verticale Apparato di conguaglio tra l’ultima lezione manoscritta e la prima stampa successiva

44 L’

45 Ed. Gavazzeni, Firenze, Accademia della Crusca, N35c Apparato orizzontale, parlato, sistemico Distinzione tra manoscritto e stampa Varia lectio manoscritta in riquadro Indicazione di conguaglio tra ms e stampa

46 )

47 )

48 )

49 )

50 )

51 Vittorio Alfieri, Scritti politici e morali, Asti, Casa D’alfieri, 1984

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53 Santorre Debenedetti, Frammenti autografi dell’ Orlando Furioso, Torino, Chiantore, 1937

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55 Orlando Furioso secon- do l’edizione del 1532, con le varianti delle edizioni del 1516 e del 1521, a cura di S. Debenedetti e C. Segre, Bologna, Commissione per i testi in lingua, 1960.

56 .

57 Viaggio tra i capolavori della letteratura italiana Francesco De Sanctis e l’Unità d’Italia Roma, Palazzo del Quirinale, Sala delle bandiere, 22 febbraio-10 aprile

58 Francesco Petrarca, Rerum volgarium fragmenta Vaticano Latino 3195 – idiografo (Malpighi) e autografo, anche per la presenza di interventi di Petrarca operati sul codice, che testimoniano tracce di redazioni precedenti (E’ il codice utilizzato da Bembo per la princeps del Canzoniere, Venezia, Manunzio, 1501) Vaticano Latino 3196 (Codice degli abbozzi)- autografo- Copie: Chigiano L V 176, autografo di Boccaccio Laurenziano XLI 17 Queriniano D II 21 Tali codici rappresentano fasi intermedie dell’elaboraz.

59 Attraverso testimonianze di vario genere (lettere, manoscritti discendenti) è stata, poi, ricostruita in maniera indiziaria la ‘conformazione’ del Canzoniere “pre-Chigi” Ernst Hatch Wilkins, The making of the “Canzoniere” and Other Petrarchan Studies, Roma, Edizioni di storia e letteratura, → 9 fasi elaborative

60 Il maggior problema che presenta la costituzione di un apparato critico del Canzoniere è rappresentata dalla diversa posizione (e funzione) che ogni singolo testo acquisisce nelle differenti redazioni. → indagini relative alla costituzione del Canzoniere (vd.Vita del Petrarca e la formazione del Canzoniere, a cura di R. Ceserani, Milano, Feltrinelli, 1964) → Edizione, fotografica e critica, dei principali testimoni

61 Vaticano latino 3196 Codice degli abbozzi Codice composito 20 cc
Vaticano latino 3196 Codice degli abbozzi Codice composito 20 cc., in origine sciolte e rilegate nel ‘ cinquantasette poesie (alcune lacunose) confluite nel Canzoniere, - dodici poesie (alcune lacunose) rimaste escluse, - quattro poesie di altri autori indirizzate a Petrarca, - due capitoli (uno non intero) dei Trionfi - un frammento di Familiares XVI 6

62 Alcuni testi sono veri e propri abbozzi, altri si presentano ad uno stato avanzato di elaborazione L’ordinamento e le lezioni degli abbozzi testimoniano diverse fasi redazionali, alcune delle quali successive allo stadio ‘intermedio’ rappresentato dai codici in nostro possesso Correzioni per rasatura

63 Codice degli abbozzi Codice composito Federico Ubaldini, 1652 Edizione diplomatica Appel Francesco Petrarca, Il codice degli abbozzi: edizione e storia del manoscritto Vaticano Latino 3196, a cura di L. Paolino, Milano, Ricciardi, seriazione cronologica delle carte, che permette di isolare i nuclei significativi di elaborazione (dal 1336 in poi)

64 Si tratta di testi composti in vari periodi (dal 1336 al 1374) e portati a diversi gradi di elaborazione: alcuni sono veri e propri abbozzi, altri sono pronti per la trascrizione in bella copia. Trattandosi di carte private, esse non vennero incluse nel lascito della bibliotecapetrarchesca a Francesco I da Carrara e rimasero al genero di Petrarca, Francescuolo da Brossano.


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