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LE PIANTE Il nome Antola deriva dal greco “Anthos” e vuol dire fiore. Bellissime sono infatti le fioriture di primule, anemoni bianchi ed epatiche che.

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1 LE PIANTE Il nome Antola deriva dal greco “Anthos” e vuol dire fiore. Bellissime sono infatti le fioriture di primule, anemoni bianchi ed epatiche che si stendono ai piedi dei faggi non ancora in ombra per l’assenza di fogliame.Tra i fiori più belli che si possono comunque incontrare vi sono narcisi, gigli e non mancano genziane, arniche e vari tipi di orchidee. Lamponi e mirtilli sono prede ambite dei gitanti più golosi. Nei boschi misti, a predominanza di roverelle, troviamo carpini, acerelle, frassini e robinie. A primavera spiccano i maggiociondoli che punteggiano di giallo i versanti dei monti insieme alle ginestre che abbondano sui versanti più aridi e assolati. I boschi di castagni, sopravvissuti allo spopolamento delle campagne e al cancro della corteccia , si riempiono di pulmonarie , ellebori e scille. Laddove è passato il fuoco o la condizione di degrado è evidente, gli alberi sono soffocati dalla vitalba e le felci hanno preso il sopravvento insieme talvolta agli epilobi. Noccioli e sambuchi crescono lungo i sentieri, i prati si riempiono di papaveri, asfodeli e crochi. Oltre che dal punto di vista estetico, le fioriture dell’ Antola sono interessanti anche scientificamente per la presenza di “relitti glaciali”, cioè piante ormai rare originarie di epoche remote, come la soldanella, l’ astro delle Alpi, la nigritella. Sulle Rocche del Reopasso convivono specie tipicamente mediterranee come il timo unite a specie montane come la sassifraga che qui scende a quote eccezionalmente basse.

2 Primule Il nome indica la precocità della fioritura.Già a gennaio si cominciano a vedere i primi fiori gialli.Vi sono molte specie. Anticamente si credeva che avesse molte virtù curative, addirittura di sciogliere le parole ai balbuzienti. Alcune specie furono usate per uso alimentare sia in insalata che per preparare il the. Nel linguaggio delle poesie sono simbolo di “Prato delle giovinezze”. Alcuni credevano che allontanassero gli spiriti maligni e facessero scoprire tesori. Le più comuni sono la “Primula vulgaris”e la “Primula Veris”.

3 Anemone Il nome deriva dal greco “Anemòs “ perché si credeva che sbocciasse col vento. Una leggenda narra che gli anemoni nacquero dalle lacrime di Venere per la morte di Adone. La fragilità dei loro petali conferisce loro un simbolo di tristezza. Secondo gli antichi Egizi simboleggiava dolore e malattia; per gli etruschi era il simbolo del lutto mentre le ragazze del medioevo evitavano di adornarsene perché significava dire addio al proprio innamorato .

4 ANEMONE HEPATICA Ha una fioritura precoce nei nostri boschi e dall’erba ancora gialla per il gelo invernale, spuntano le corolle violette o azzurre. Epatica o “erba trinità “è un tipo di anemone così chiamata per la teoria medievale della segatura. Si credeva che le foglie, assomigliando al fegato, curassero le malattie di quest’organo. Alcuni la chiamano fegatella.

5 FAGGIO Il faggio costituisce la formazione forestale più diffusa sopra i mille metri, arrivando al limite superiore delle vegetazioni arborea; ama l’ombra e l’umidità. Può raggiungere i 30 metri di altezza.Vive da solo o in boschi misti. Il suo legno si piega e può essere tornito facilmente per cui è l’ideale per fabbricare mobili. I frutti, le faggiole , sono commestibili e ricchi di olio.

6 Narciso Famosa è la leggenda di Narciso, bel giovane indifferente all’amore della ninfa Eco, che fu punito per questo dalla dea Nemesi. Indotto a innamorarsi della propria effige riflessa nell’acqua vi cadde dentro e affogò. I Romani lo consideravano il fiore dedicato ai defunti ma allo stesso tempo sacro a Venere, dea dell’amore. I narcisi sono piante bulbose. Ne esistono numerose varietà che adornano i pascoli montani e collinari. Il narciso dei prati fiorisce da Aprile a Maggio. La specie è parzialmente protetta.

7 Giglio Fiorisce da maggio a luglio nelle praterie e nelle radure. E’ una pianta bulbosa e ve ne sono di molte specie. In Liguria vivono spontaneamente 3 delle specie presenti in Italia:giglio Pomponio, Martagone e di San Giovanni. Sono tutti a protezione totale perché i gitanti ne raccolgono troppi compromettendone la diffusione spontanea.

8 GENZIANA La genziana maggiore (lutea) fiorisce ad alte quote tra la fine di giugno e luglio. Fu così chiamata da Plinio perché fu Genzio, ultimo re dell’Illiria, a scoprirne gli usi terapeutici. Era usata contro il morso di serpenti, i disturbi degli occhi, debolezza di stomaco e contro la febbre come antimalarico. I vecchi montanari facevano un aceto a base di genziana e lo usavano come disinfettante universale. Ne masticavano un po’ di radice perché allungava la vita. Occorre sottolineare che spesso la genziana lutea dalle virtù salutari, si confonde con il veratrum album che è tossico.

9 ARNICA Fiorisce nel mese di luglio e agosto. E’ protetta in modo parziale, in quanto non se ne possono raccogliere più di cinque; è vietato asportare il rizoma; è un fusto sotterraneo, utilizzato sempre nelle tradizioni popolari per curare contusioni sciatiche dolori articolari. Anticamente le foglie essiccate venivano usate come tabacco da naso ed è per queste proprietà starnutative che i bovini evitano di brucarla.

10 Orchidea Le orchidee hanno un fiore con uno dei petali più sviluppato e rivolto verso il basso a formare il “labello “: esso assume forme e colorazioni vistose che richiamano gli insetti impollinatori. Anticamente credevano che mangiando il bulbo di una qualunque orchis (che è un genere di orchidea), un uomo avrebbe procreato un maschio. I bulbi essiccati in MedioOriente costituiscono, con miele,cioccolata al latte, una bevanda mattutina. La Dactylorithia è la specie più comune dei prati montani dove si raggruppa in esemplari a fiori gialli e rossicci. Fiorisce da aprile a luglio e può essere alta oltre 30 cm. La Dactylorithia maculata presenta chiazze a punti nerastri sulle foglie. I fiori sono rosa punteggiati dal color porpora. Fiorisce fra giugno e luglio nella prateria nei boschi ombrosi. Può raggiungere i cm. di altezza.

11 LAMPONE Il lampone è ricercatissimo sin dall’antichità per fare marmellate e sciroppi . Nel Medio Evo si credeva che un infuso di foglie alleviasse i dolori del parto mentre l’aceto di lamponi si usava per curare febbre e raffreddore. Si riproduce facilmente oltre che con i semi con le radici che emettono dei polloni.

12 MIRTILLO Cresce in luoghi elevati, nei boschi aperti e nelle brughiere oltre il limite degli alberi.in primavera le api si nutrono del nettare dei suoi fiori penduli e a fine estate le bacche violacee offrono cibo agli insetti e ai gitanti. Nel Medio Evo il frutto era considerato un antidiarroico. Nel passato, oltre che per fare conserve, i mirtilli venivano usati per ottenere una tintura.

13 Roverella E’ diffusa in tutta Italia, soprattutto nelle zone asciutte e soleggiate, dove viene utilizzata per ricostruire terreni boschivi. Le foglie sono ricoperte da una fitta peluria. Sono lobate ed hanno dimensioni diverse anche sulla stessa pianta. Non cadono al suolo, ma seccano sul ramo. Il legno della roverella è durissimo. La ghianda è stata usata come cibo per i suini e anticamente, in tempi di carestia, si macinava per produrre farina ad uso alimentare per le persone. L’albero è coltivato a ceduo per ottenere legna da ardere e carbone.

14 CARPINO E’ una specie che ha poche esigenze, resistente alle siccità e agli incendi. Può raggiungere i 20 metri di altezza. I suoi semi si diffondono facilmente. Il Carpino tagliato ributta con facilità nuovi polloni e per questo era coltivato e ceduo. Con tagli più frequenti forniva pali. E’ usato anche per produrre carbone. Il frutto è racchiuso all’interno di piccole sacche pendule color crema.

15 ACERELLA L’ acerella è spontanea in tutta Italia , tranne che nello estremo sud . Grandi esemplari di acerella si trovano ancora vicino alle case rurali , dove sono apprezzate per la fitta ombra che proietta la loro chioma compatta . Il legno di acerella è usata per il fondo , le fasce laterali e i manici dei violini(lo usava anche Stradivari) . E’ frequente nei boschi misti di latifoglie nelle zone collinari e in bassa montagna ; in questi boschi è tradizionalmente governato a ceduo , per la produzione di legna e di carbone . In autunno le foglie si colorano di giallo,i frutti sono formati da due ali unite tra loro ; la base ingrossata contiene il seme.

16 FRASSINO E’ presente in tutta Italia ma soprattutto nel settentrione.Tipico dei boschi di collina ,si trova assieme alla quercia , carpino e all’acero. Vive bene in luoghi freschi e umidi.Raggiunge 40m di altezza;possiede un portamento slanciato e una chioma leggera , molto alta . La foglia è formata da 9-15 foglioline lanceolate attaccate ad un lungo picciolo .E’ usato nelle riforestazioni di fondovalle, anche per sfruttare il legno pregiato: duro, elastico, di colore chiaro con riflessi perlacei. Viene utilizzato per la fabbricazione di mobili da arredamento e vari attrezzi sportivi (sci, racchette da tennis).

17 ROBINIA E’ un albero che perde le foglie.Raggiunge i 20-25m di altezza . Prende il nome dal francese Robin che nel ‘600 la introdusse in Europa dal nord America . E’ una specie che ha poche esigenze e si adatta a qualunque terreno . Le sue lunghe radici consolidano le pendici franose e si riproduce facilmente per polloni, diventando una specie infestante . I fiori profumati sono apprezzati dalle api che producono il miele di acacia . Quando non sono del tutto sbocciati i fiori vengono usati per cucinare frittelle.

18 MAGGICIONDOLO Tipico arbusto dei boschi di collina e montagna ,fino a 2000metri, si trova nei boschi misti .Fiorisce a Maggio come dice il nome ,con bei fiori gialli che assomigliano ai glicini. Le foglie sono composte da tre foglioline . I frutti sono legumi e i semi sono molto velenosi. Può raggiungere un altezza massima di sette metri .

19 GINESTRA E’un arbusto dai bei fiori gialli che nasce sulle pendici incolte. Opera con le sue radici il consolidamento del terreno e offre protezione alle piantule degli alberi. Un tempo si utilizzava come fibra tessile ;ancora oggi molti contadini la usano per legarei rami delle coltivazioni Le api ne succhiano il nettare per produrre miele.

20 Castagno Vive a lungo e preferisce le zone di mezza montagna, umide e fresche.Le foglie sono grandi, allungate e seghettate ai margini, di colore verde scuro.Fiorisce a tarda primavera con infiorescenze giallastre, assai odorose. In autunno produce frutti gustosi :le castagne, raggruppate a due o a tre in un riccio irto di aculei.I Romani lo diffusero sui monti europei ed è quindi coltivato da tempi immemorabili dalle popolazioni montane e collinari come cibo per l’inverno soprattutto. Viene usato anche per il legno.

21 Polmonaria Fiorisce a primavera con corolle prima rose e poi azzurre.Le foglie maculate la hanno dato il nome perché secondo la teoria della segnatura anticamente si credeva che se una parte di pianta assomigliava ad un organo, essa lo potesse curare.Le foglie ricordavano il tessuto polmonare tisico.

22 Elleboro Fiorisce da gennaio a aprile.Ha sepali verdi che sembrano petali e il fiore è molto appariscente al centro.Il nome deriva dal greco e significa “cibo che uccide “.Anticamente si curava la pazzia somministrando latte di capra o pecora nutrite con Elleboro.La leggenda narra che l’albero nacque per accontentare una pastorella che non sapeva cosa regalare al Bambin Gesù.Un angelo le indicò questi fiori che spuntavano dalla neve e che allora si chiamavano “Rose di Natale”.In accordo con la cura della pazzia, simboleggia la “follia d’amore”.Chiaramente non si usa più nessuna cura ,anzi le piante sono da considerarsi tossiche.

23 Scilla bifolia Fiorisce tra Aprile e Giugno.Ha delicati fiorellini blu che avvizziscono rapidamente,una volta presi ma questo non scoraggia la raccolta per cui è un fiore a protezione,seppure parziale.Le persone superstiziose ritengono che questo fiore protegge le avversità e porti salute e lunga giovinezza.

24 VITALBA E’ una pianta rampicante infestante . I fiori sono biachi verdognoli . I frutti hanno un aspetto piumoso e per questo si diffondono facilmente i semi con il vento . Fiorisce da maggio a luglio .Non è una pianta parassita , ma danneggia gli alberi perché li soffoca impedendo loro di effettuare le fotosintesi .

25 FELCE E’ una pianta che non produce fiori ma emette spore nella pagina inferiore delle foglie per riprodursi..Ama le zone luminose, il terreno umido. Resiste bene al passaggio del fuoco, grazie alle sue radici sotterranee, per cui gli incendi , invece di sopprimerla, ne facilitano la diffusione perché eliminano le piante concorrenti.

26 Epilobio Il nome vuol dire che “hanno una violetta sopra il frutto”. Questo sottolinea la forma dei fiori che hanno i petali inseriti nella parte superiore dell’ ovario. I loro frutti (pappi) uniti col cotone venivano filati e nel Nord servivano come lucignolo. L ’ epilobio augustifolium serviva per fabbricare la birra . In Russia con le foglie essiccate facevano il te . L ’ epilobio ama nascere nelle zone dove è avvenuto un incendio . E’ una pianta invadente che può superare 1,50 metri

27 NOCCIOLO E’ un piccolo albero che può raggiungere al massimo i 6 metri di altezza. Ha fiori che compaiono prima delle foglie e che siamo abituati a vedere sui rami.Sono anche le prime piante del bosco che fioriscono.I suoi rami sono flessibili ed erano i più usati fin dall’antichità per creare manufatti.I cespugli venivano tagliati ogni 7 anni perché producessero un maggior numero di verghe da costruzione. E’ conosciuto per i suoi frutti, le nocciole, apprezzate dagli animali e dalle persone.

28 SAMBUC O Albero,ma più spesso arbusto, ama i terreni ricchi di azoto e che quindi sono stati arricchiti dalle decomposizioni di materie organiche quali foglie e rifiuti.I semi sono diffusi dagli uccelli che si nutrono delle sue bacche.Ama i terreni umidi. Dai frutti e dai fiori si ottengono distillati e marmellate eccellenti ricchi di vitamina C.Si curava la tosse con un te fatto dai fiori e un estratto di radici era usato come purgante. Dalle diverse parti dell’ arbusto si ricavavano tinture : nero dalle cortecce, verde dalle foglie, blu o lilla dalle bacche.I fiori si mangiano in frittelle.

29 PAPAVERO Presso i Romani era dedicato a Morfeo , dio del sonno, e a Cerere , dea delle messi che veniva spesso raffigurata con questo fiore.Sostituirono la decapitazione di vittime umane da sacrificare agli dei con il taglio di corolle di papaveri sugli altari.Con miele , farina, olio e semi di papavero i Romani cucinavano focacce.In tutta la pianta e nel lattice sono presenti principi attivi per la cura di catarri, tossi, asma e pleuriti. Dai semi si può ricavare un olio commestibile. Nel linguaggio dei fiori è simbolo di incostanza e tradimento.

30 ASFODELO Vuol dire fiore che non si può rimpiazzare.Gli asfodeli erano piante degli Inferi.Si racconta che i Romani li ponessero sopra i sepolcri dei defunti.Omero dedica loro una parte degli Inferi riservata agli eroi.Anticamente si credeva che curasse i morsi dei serpenti e i calcoli.Si pensava che, portandone una radice nascosta tra le vesti, si provocasse l’immediato amore della persona amata.Nella prima era cristiana il bouquet della sposa era fatto di asfodeli con il significato di”oblio del passato e promessa”dell’avvenire.Cresce sui prati,sui pendii rocciosi e nei boschi fra i 900 e i 1600 metri;fiorisce da marzo a giugno

31 CROCO Fiorisce a fine inverno . “ Krocò ” in greco vuol dire filo per i suoi stigmi penduli. Una specie di Croco , la zafferano , è molto commercializzato . Nascono da un bulbo. Presentano 3 spali e 3 petali uguali. E’ simbolo di bellezza giovanile. Sognare una distesa di crochi è auspicio di un felice futuro

32 SOLDANELLA ALPINA Fiorisce quando si sciolgono le nevi. Si chiama così perché le sue foglie ricordano una moneta. La sua raccolte è totalmente vietata

33 Astro Il fiore fiorisce da giugno a settembre nei pascoli e nei prati.Il nome è stato dato da Linneo per la somiglianza con una stella. Plinio credeva che curasse, tra l’altro, il morso dei serpenti e diceva che per aumentare il potere curativo bisognava raccoglierlo con la mano sinistra legata alla cintura.

34 Nigritella E’ un genere di orchidee.Emana un odore di vaniglia.Fiorisce tra Giugno e Luglio ad alte quote.Secondo Plinio e qualche credenza russa ed islandesi,le Nigritelle porterebbero la pace fra le coppie in crisi.Preserverebbero dalla sfortuna,dai fulmini e faciliterebbero la produzione di latte nelle mucche.Una leggenda dice che la Nigritella sarebbe nata da un arto miracoloso rubato ad una statua da un monaco sacrilego e poi seppellito da quest’ultimo per poter sfuggire ai fedeli che lo inseguivano.

35 Timo Il nome vuol dire “profumo”.Forma cespugli più o meno densi adattandosi a vivere anche nelle fessure delle rocce.L’uso alimentare è noto fin dall’antichità :il gastronomo Columella consigliava di conservare gli ortaggi in salamoia dopo averli adagiati su un “letto di timo”. Molto apprezzato era il miele di timo.Erano molte nell’antichità le proprietà calmanti e antisettiche dei lavaggi del decotto di timo.Bere un infuso di timo combatteva raffreddori e influenza.

36 SASSIFRAGA Letteralmente il nome significa “rompere i sassi” ed è giustificato dal fatto che le radici , insinuandosi nelle fessure delle rocce alla ricerca di umidità e sostanze nutritive, ne compromettono la durezza.Alcuni dicono che il nome derivi dall’uso antico di adoperare la pianta per eliminare i calcoli della vescica. Delle 300 specie italiane 20 vivono in Liguria .Nel linguaggio dei fiori sono simbolo di sicurezza perché sono tenacemente attaccate alle rocce. Possono essere annuali o perenni .Talvolta presentano una base legnosa nello stelo. Formano dei bei cuscinetti compatti con piccoli fiori di varia forma e colore


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