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DINOSAURI Le origini Collocazione temporale Distinzione

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Presentazione sul tema: "DINOSAURI Le origini Collocazione temporale Distinzione"— Transcript della presentazione:

1 DINOSAURI Le origini Collocazione temporale Distinzione
Dinosauro “Ciro” Estinzione SAURISCHI ORNITISCHI CARNIVORI ERBIVORI

2 LE ORIGINI Se andiamo a ricercare gli antenati dei dinosauri troviamo che il dinosauro più primitivo che si conosca, l'Eoraptor, è vissuto in Argentina 225 milioni di anni fa. Aveva le dimensioni di un cane, era bipede, e i suoi denti ricurvi e seghettati, suggeriscono che si trattasse di un feroce predatore. Le sue vittime erano probabilmente piccoli vertebrati. I dinosauri hanno tre caratteristiche che, nel loro insieme, li contraddistinguono da tutti gli altri rettili. Sono vissuti in un'era precisa, compresa tra i milioni e i 65 milioni di anni fa. Cioè nel Mesozoico (un'era suddivisa in tre periodi, il Triassico, il Giurassico e il Cretaceo). I dinosauri erano tutti terrestri, pertanto non volavano né vivevano nei mari. I rettili volanti (Pterosauri) e i rettili marini dal collo lunghissimo (Plesiosauri) non erano dinosauri. La particolarità che differenzia davvero i dinosauri da tutti gli altri rettili è la disposizione delle zampe. I dinosauri sia bipedi che quadrupedi, sia erbivori che carnivori, avevano le zampe disposte verticalmente sotto il corpo, il ventre non toccava mai il terreno e neanche la coda. I coccodrilli, i varani, le lucertole e tutti gli altri rettili invece hanno le zampe disposte ad angolo. I "gomiti" e le "ginocchia" sono piegati e puntano verso l'esterno del corpo, di conseguenza il ventre poggia per terra quando l'animale è fermo. Pterosauri Plesiosauri BACK

3 COLLOCAZIONE TEMPORALE
circa 160 milioni di anni (durata) MESOZOICO TRIASSICO GIURASSICO CRETACEO 230 milioni di anni fa 65 milioni di anni fa (inizio) (fine) BACK

4 MESOZOICO All'inizio dell'Era Mesozoica la fisionomia del nostro pianeta che usciva da una grave catastrofe che aveva distrutto molte specie vegetali ed animali, era molto diversa : esisteva un solo vastissimo continente, la Pangea circondato da un assai più vasto oceano, la Pantalassa. La Pangea, molto frastagliata ai bordi, era qua e là coperta da mari epicontinentali che assicuravano un clima alquanto uniforme e caldo a tutte le latitudini. La vegetazione costituita da Pteridofite e Gimnosperme si estendeva ormai ben oltre le lagune, proteggendo così contro l'erosione ampie superfici e favorendo la formazione di vari tipi di suolo.  Molti erano ormai gli organismi capaci di degradare la massa di legname che si andava accumulando, tuttavia ciò non frenava, anzi favoriva, l'aumento della biomassa vegetale. Le faune terrestri, costituite soprattutto da Vertebrati e Artropodi, crescevano e si differenziavano a loro volta. Simile calmo rigoglio è durato per i due primi periodi del Mesozoico, il Trias (o Triassico) e il Giurese (o Giurassico), per circa cento milioni di anni. Poi, durante il Cretaceo, terzo e ultimo periodo, la situazione ha cambiato molto, sia pure gradatamente. La Pangea si andava smembrando in continenti più piccoli, sorgevano nuove grandi catene di montagne, mentre il clima oltre a farsi più rigido si andava differenziando in fasce che seguivano i paralleli . Le Angiosperme, comparse piuttosto nascostamente, hanno soverchiato le Gimnosperme e le Pteridofite componendo nuovi tipi di foreste e praterie, mentre tra i Vertebrati terrestri,  Mammiferi e Uccelli si preparano a sostituire i Rettili. Gimnosperme Angiosperme Pteridofite BACK

5 DISTINZIONE Tutte le specie conosciute (oltre 300) rientrano in due grosse categorie: i Saurischi e gli Ornitischi. La differenza tra questi due gruppi sta nella diversa posizione delle ossa pubiche del bacino; i Saurischi, quasi tutti carnivori, hanno l'osso pubico rivolto in avanti (tipico dei rettili) e gli Ornitischi, tutti erbivori, lo hanno rivolto all'indietro e parallelo all'ischio (come sarà poi quello degli uccelli). BACK

6 SAURISCHI La caratteristica distintiva dei saurischi era una struttura del bacino simile a quella degli attuali sauri (da cui il nome di saurischi), vale a dire con l’osso pubico rivolto in avanti e l’ischio rivolto all’indietro; si differenziavano quindi dagli ornitischi, i membri dell’altro ordine di dinosauri, che avevano l’osso pubico e l’ischio entrambi rivolti all’indietro, come gli attuali uccelli. Comparsi nel corso del Triassico, circa 200 milioni di anni fa, i dinosauri saurischi si diversificarono notevolmente, comprendendo sia forme erbivore sia carnivore; in particolare, diedero vita a due grandi gruppi: quello dei sauropodomorfi (dinosauri di enormi dimensioni, quadrupedi ed erbivori) e quello dei teropodi (carnivori e predatori, spesso di enormi dimensioni). I primi comprendevano forme quadrupedi erbivore o onnivore, di grossa mole, come Diplodocus, due dei più grandi dinosauri mai esistiti; i secondi erano agili carnivori bipedi, come il feroce Tyrannosaurus. Fu proprio da un ramo di teropodi che si staccò la linea evolutiva che, attraverso l’ Archaeopteryx, portò agli uccelli. Diplodocus Tyrannosaurus Archaeopteryx BACK

7 ORNITISCHI La caratteristica distintiva degli ornitischi era una struttura del bacino simile a quella degli uccelli (da cui il nome), con l’osso pubico e l’ischio entrambi rivolti all’indietro. Erano quindi diversi dai dinosauri saurischi, che avevano l’osso pubico rivolto in avanti. Comparsi circa 195 milioni di anni fa, all’inizio del Giurassico, gli ornitischi erano esclusivamente erbivori. Avevano un cranio massiccio e denti allineati ai lati delle fauci, la cui parte anteriore era trasformata in un becco corneo, una sorta di osso predentario probabilmente usato per strappare la vegetazione. Alcuni avevano il cranio irrobustito da grosse cupole ossee (Pachicephalosaurus), da collari ossei e corna (Triceratops e Stiracosaurus), altri da spine e placche dorsali (Stegosaurus). Stegosaurus Stiracosaurus Pachicephalosaurus BACK

8 CARNIVORI Quando parliamo delle tecniche di caccia e di aggressione dei Teropodi, i terribili dinosauri carnivori bipedi, è immediato pensare al Tirannosauro. E’ immaginabile il tipo di impatto che doveva prodursi quando uno di essi, del peso di due o tre tonnellate, piombava sulla sua preda a una velocità di Km orari. La potenza del suo morso doveva essere spaventosa; la seghettatura dei denti sembrava essere studiata per una migliore penetrazione nelle carni e per dare violenti strappi alle sue vittime. Chiunque osservi lo scheletro di un Tirannosauro è colpito dalle sue zampe anteriori, ridotte a veri e propri moncherini. E’ un caso raro fra i dinosauri, quasi tutti gli altri Teropodi hanno braccia ben sviluppate che dovevano servire al momento degli attacchi; gli arti anteriori degli allo Sauri, predatori lunghi fino a 12 metri, erano provvisti di tre artigli assai sviluppati e ricurvi. Nel panorama dei dinosauri uno dei più sanguinosi predatori fu il Velociraptor. Più piccolo del Tirannosauro, cacciava correndo assai velocemente sulle lunghe zampe posteriori; nel folto delle foreste del Cretaceo inseguiva i piccoli mammiferi e i dinosauri erbivori, che uccideva e divorava senza pietà. I seppur mastodontici erbivori come i Diplodochi di 27 metri e i Brontosauri di 20 metri, e soprattutto i loro cuccioli, dovevano essere facili vittime di questi temibili predatori. L’estinzione di massa dei dinosauri carnivori seguì quella degli erbivori; per qualche tempo i grandi predatori riuscirono a sopravvivere mangiando le carcasse. A dare loro il colpo di grazia furono le basse temperature ( i rettili sono animali a sangue freddo) e i lunghi mesi al buio. Velociraptor BACK

9 ERBIVORI Per i grandi dinosauri erbivori le dimensioni costituivano una sicura difesa. Quella del gigantismo è del resto una strategia ancora attuale; è adottata dalle balene, dagli elefanti e dagli ippopotami, che si sono trasformati in vere e proprie "fortezze", troppo grandi per essere attaccate. Tra i dinosauri, i Sauropodi, i dinosauri quadrupedi dal collo lunghissimo (Diplodoco, Brontosauro) adottarono proprio questa strategia, a scapito dell'agilità. Del resto per il cibo di tipo vegetale l'agilità non è necessaria! Un altro sistema difensivo escogitato fu quello di dotarsi di una corazza. Lo Stegosauro, lungo la spina dorsale, aveva una fila di placche ossee. La coda, robusta e poderosa, presentava, all'estremità, ben quattro spuntoni con i quali difendeva se stesso e i piccoli dalla minaccia dei carnivori. Molti tipi di questi dinosauri erano diffusi in Asia e nell'America del Nord, soprattutto nell'ultimo periodo, il Cretaceo. Nei boschi e nelle pianure di quel periodo vivevano animali che possedevano un aspetto impressionante. Oltre alle notevoli dimensioni la loro testa presentava spesso grosse corna ed uno scudo osseo a forma di ventaglio. Il più noto di questi dinosauri era il Triceratopo, paragonabile per le abitudini all'attuale rinoceronte. Lo scopo di queste imponenti strutture sembra che non fosse solo quello di proteggersi dai carnivori, ma costituisse un modo per riconoscersi tra i membri della stessa specie e per stabilire le varie gerarchie all'interno del gruppo. Brontosaurus Triceratops Triceratops BACK

10 DIPLODOCUS Genere di dinosauri quadrupedi erbivori del tardo Giurassico. I reperti fossili rinvenuti in Nord America indicano che l'animale visse tra 195 e 135 milioni di anni fa; di taglia straordinariamente grande, raggiungeva i 30 m di lunghezza e i 12 m di altezza. Era comunque relativamente snello e un po' meno massiccio del Brontosaurus, con cui era imparentato; aveva collo e coda molto lunghi e camminava su quattro zampe. Il capo, estremamente piccolo, conteneva un cervello di dimensioni paragonabili a quello di un gatto; si ritiene quindi che esistesse un secondo centro nervoso a livello sacrale, un’espansione del midollo spinale che coordinava le funzioni delle parti periferiche del gigantesco corpo. Come per i dinosauri del genere Brachiosaurus, fino a non molto tempo fa si riteneva che questi animali fossero adattati a una vita anfibia; i più recenti studi sui fossili, invece, hanno rivelato che i diplodochi avevano zampe e sistema respiratorio più adeguati per l’ambiente della terraferma. Il Diplodocus aveva un’alimentazione erbivora, e i denti sottili di cui era dotato erano disposti in modo da fungere da rastrello per raccogliere la vegetazione. 30 m 12 m BACK

11 Confronto fra: Tirannosauro,
TYRANNOSAURUS 13m Il Tirannosauro è stato uno dei carnivori terrestri più grossi mai vissuti, e probabilmente il più grosso del tardo Cretaceo. Si ritiene che il tirannosauro si sia evoluto da saurischi carnivori molto più piccoli (i Celurosauri, tra i quali figura il minuscolo Compsognathus). Il tirannosauro aveva zampe anteriori molto piccole, la cui funzione è ancora discussa. Sono state avanzate le ipotesi che potessero avere una qualche funzione nel far riassumere una posizione eretta all‘ animale, in caso cadesse o si sdraiasse. Un'altra ipotesi è che potessero servire per trattenere il corpo della preda durante il pasto, rendendo più agevole strappare grossi pezzi di carne. Le zampe posteriori dei tirannosauri erano grandi e possenti, e consentivano all'animale di mantenere una postura eretta, bilanciandosi con la coda. Il tirannosauro aveva una disposizione degli occhi frontale, come per tutti i carnivori che si rispettino, per permettere una visione binoculare che facilita la caccia. Questi dinosauri avevano una coda pesante, per controbilanciare il peso della testa. La bocca del tirannosauro era dotata di circa 50 denti, lunghi fino a 15 centimetri, con una radice quasi altrettanto estesa. Il peso dell'animale in vita è stimato in circa 6 tonnellate. Si presume che i tirannosauri femmine fossero più grandi dei tirannosauri maschi. Recentemente è stata avanzata l'ipotesi, piuttosto inverosimile, che potesse essere in qualche misura dotato di penne e piume, particolarmente negli stadi infantili. 5m Confronto fra: Tirannosauro, uomo e Compsognathus 60cm 30cm Compsognathus BACK

12 Fossile di Archaeopteryx
L'Archaeopteryx, che significa antiche ali, è il più antico uccello noto, i cui fossili sono stati trovati in rocce del Giurassico superiore della Baviera in Germania. I primi ritrovamenti risalgono al 1860, un anno dopo la pubblicazione del libro di Charles Darwin “L'origine delle specie”. Essi fornirono un perfetto esempio di "anello mancante" nella catena dell'evoluzione, dati i caratteri intermedi di questo fossile, che combina strutture rettiliane ed aviane. Lo scheletro di Archaeopteryx si presenta molto simile a quello di piccoli dinosauri come il Compsognathus. Esso, lungo cm, ha tra i caratteri rettiliani, una lunga coda sostenuta da vertebre, la mano con tre dita separate e dotate di artigli e mascelle provviste di numerosi denti. Tuttavia, la conservazione eccezionale dei fossili permette di distinguere senza ombra di dubbio la presenza di penne che formano vere e proprie ali. Attualmente sono noti dieci esemplari di Archaeopteryx, non tutti completi, ma tutti provenienti dalla zona di Solnhofen, in Germania, dove affiora il cosiddetto calcare litografico, una roccia sedimentaria a grana finissima di età giurassica che conserva anche i resti di strutture non mineralizzate, come le penne. L'Archaeopteryx si nutriva principalmente di insetti, pesci e vermi. Fossile di Archaeopteryx BACK

13 STEGOSAURUS Genere di dinosauri erbivori vissuti nel Giurassico superiore. I fossili, piuttosto rari, sono stati trovati principalmente in Nord America. Lunghi circa 6 m, alti 3 m e con un peso di 2 t, questi animali erano caratterizzati da una serie di grandi piastre ossee triangolari inserite lungo l'arcuata colonna vertebrale; la loro funzione, oltre che difensiva, era legata probabilmente alla regolazione della temperatura corporea: percorse da una fitta rete di vasi sanguigni, infatti, potevano fungere da superficie di scambio termico con l’ambiente. Gli stegosauri erano animali quadrupedi, con zampe posteriori due volte più lunghe di quelle anteriori; la testa era notevolmente piccola rispetto al corpo e la coda era dotata di lunghe spine; queste ultime, di numero variabile a seconda delle specie, sono state adottate come criterio di classificazione: la specie Stegosaurus ungulatus, ad esempio, era dotata di 8 spine; Stegosaurus stenops, di 4 spine. Stegosaurus ungulatus, 8 spine Stegosaurus stenops, 4 spine BACK

14 Scheletro di Stiracosaurus
Genere di dinosauri erbivori vissuti nel tardo Cretaceo, caratterizzato da un collare osseo munito di lunghi aculei. La sua struttura era simile a quella del triceratopo, a cui anche lo stiracosauro apparteneva. Visse tra 75 e 65 milioni di anni fa e fu uno degli ultimi generi a svilupparsi prima della grande estinzione del Cretaceo. Era un animale di grossa mole, munito di corna frontali e di un robusto collare osseo contornato da lunghi aculei rivolti all’indietro. Alto circa 1,8 m e lungo 5 m, aveva struttura massiccia, zampe corte e robuste, e coda tozza e appuntita. Era erbivoro e viveva probabilmente in branchi. La sua struttura corazzata gli permetteva di difendersi dai predatori caricandoli, proprio come fanno oggi i rinoceronti, a cui lo stiracosauro assomiglia. 5 m 1,80 m Scheletro di Stiracosaurus BACK

15 PACHICEPHALOSAURUS BACK 5-6 m 3 m
I Pachicefalosauri sono un gruppo di dinosauri ornitischi del Cretaceo. Conosciuti anche con il nome di "dinosauri dalla testa ossea", erano caratterizzati infatti dall'ispessimento delle ossa del cranio. In genere, i pachicefalosauri non erano molto grossi. La loro lunghezza media si aggirava sui 2-3 metri, e si conoscono forme primitive come il Micropachycephalosaurus che raggiungevano a malapena il mezzo metro di lunghezza, risultando così tra i più piccoli dinosauri mai esistiti. Anche in questo gruppo, però, vi erano dei giganti: è il caso dello stesso Pachycephalosaurus, il quale, doveva essere lungo più di cinque metri. All'interno del gruppo sono riconosciuti due gruppi principali: gli Homalocephalidae e i veri Pachycephalosauridi. I primi, dotati di un cranio pressoché piatto, erano considerati più primitivi, mentre i secondi avevano una vera e propria volta a cupola. Conosciuti solo nei continenti settentrionali (un presunto pachicefalosauro del Madagascar, Majungatholus, è risultato essere un dinosauro carnivoro inusuale), questi animali sono stati trovati quasi essenzialmente in terreni del Cretaceo superiore del Montana, del Wyoming, dell'Alberta, della Cina e della Mongolia. I resti finora rinvenuti sono largamente incompleti, e alcune regioni dello scheletro (ad esempio le mani) non sono conosciuti. I principali resti ossei riguardano i crani corazzati, particolarmente duri e quindi facilmente fossilizzabili. Probabilmente i pachicefalosauri erano caratteristici degli altipiani, luoghi poveri di corsi d'acqua che non permettevano una facile fossilizzazione. Nonostante la grossa testa, questi dinosauri non erano molto intelligenti e il loro cervello era piuttosto piccolo, anche se le parti relative al senso dell'olfatto erano sviluppate. I pachicefalosauri con molta probabilità combattevano tra di loro a testate nel periodo degli accoppiamenti. 5-6 m 3 m Cranio di Pachycephalosauro: si noti la “volta a cupola” del cranio Pachycephalosauro BACK

16 MICROPACHICEFALOSAURO
50 cm 30 cm Confronto tra uomo e Micropachycephalosaurus Micropachycephalosaurus Micropachycephalosaurus BACK

17 MAJUNGATHOLUS BACK 6 m 2,50 m 1,80 m
Confronto tra uomo e Majungatholus Scheletro di Majungatholus Majungatholus: era un carnivoro BACK

18 VELOCIRAPTOR Il Velociraptor, il cui nome significa "uccello rapace veloce" o "predatore veloce", era un dinosauro vissuto circa 90 milioni di anni fa. Sembra che sia stato un animale veloce e intelligente. Fino all'inizio del secolo scorso, si pensava che i dinosauri fossero animali lenti e tardi; il velociraptor, al contrario, era predisposto per la velocità e spiccava per astuzia e strategia di caccia. I Velociraptor vissero nel Cretaceo, circa milioni di anni fa. Dunque, solo 15 milioni di anni prima che i dinosauri si estinguessero. Nel mondo di quel tempo faceva molto più caldo di oggi, e non c'erano calotte polari: sulla terra vivevano piccoli mammiferi e uccelli, piante fiorite e molti insetti simili a quelli del giorno d'oggi. I Velociraptor vivevano in Asia. I fossili sono stati ritrovati in Russia, Cina e Mongolia. Vivevano in posti caldissimi e sabbiosi, come i deserti. Vicino ai ritrovamenti fossili vi erano all'epoca delle sorgenti d'acqua. Probabilmente questi dinosauri vivevano vicino all'acqua e aggredivano gli animali che andavano a bere. Il Velociraptor aveva la testa allungata come quella di un coccodrillo e il muso piatto, con 26 denti molto taglienti; per la caccia un'unghia retrattile (cioè che si può ritirare e nascondere) sul secondo dito della zampa posteriore. Il Velociraptor misurava quasi tre metri di lunghezza (grazie alla lunghissima coda), un metro e mezzo di altezza e pesava dai 50 ai 90 chili. La sua coda, che usava come timone, si poteva girare solo a destra e a sinistra, non in alto e in basso. Il velociraptor era un formidabile e agilissimo predatore, e quando camminava il collo prendeva la forma di una S. Il Velociraptor era un dinosauro carnivoro che cacciava in branco. Si pensa che fosse feroce e che attaccasse in gruppo anche prede molto più grosse di lui. Molto spesso alle prede non restava scampo: il Velociraptor, si sosteneva su una sola zampa posteriore e attaccava con l'altra, usando la coda per tenersi in equilibrio durante la corsa. L'assalto era il più delle volte letale, grazie all'aguzzo artiglio delle zampe posteriori, con il quale colpiva le vittime nella parte della gola, quella meno corazzata. BACK

19 BRONTOSAURUS Questo grande dinosauro quadrupede fa parte di un gruppo di erbivori chiamati sauropodi, la cui caratteristica principale, oltre alle enormi dimensioni, era quella di avere il collo e la coda particolarmente lunghi. Il Brontosauro, in particolare, con i suoi 21 metri di lunghezza e gli 8 di altezza, era decisamente rispettabile, ma altri giganti lo superavano. Fossili di questo animale sono stati rinvenuti specialmente negli Stati Uniti. Il Brontosaurus era davvero un animale imponente: non solo per la lunghezza, comunque del tutto rispettabile anche tra i sauropodi, quanto per la costituzione: il corpo, infatti, era tra i più pesanti di tutti i diplodocidi, e il collo era formato da enormi vertebre. Longitudinalmente, l'intero corpo di questo sauropode era probabilmente percorso da una serie di spine simili a quelle dell'iguana. La testa era piccola e dotata di narici alla sommità del muso. I denti erano deboli e adatti a strappare tenere foglie. Questo animale è stato il protagonista involontario di un clamoroso caso di identificazione sbagliata di un fossile: quando Charles Marsh scoprì nel 1877 lo scheletro quasi completo, si accorse che mancava il cranio dell'animale e, arbitrariamente, scelse un teschio dalla forma accorciata e robusta che era stato rinvenuto più o meno nella stessa zona. Solo un secolo dopo due studiosi, McIntosh e Berman, si accorsero che il cranio di Marsh apparteneva a un altro dinosauro, Camarasaurus ; il vero aspetto del cranio del Brontosauro nel frattempo rinvenuto e dimenticato in un museo, era invece lungo e snello, simile a quello dell'affine Diplodocus. Anche la parte finale della coda era stata basata su quella di Camarasaurus: ora si sa che il Brontosaurus possedeva, come tutti i diplodocidi, una coda a frusta. 21 m 8 m Brontosaurus o Apatosaurus Scheletro di Brontosaurus Diverse ricostruzioni del cranio dell'Apatosaurus, la prima è quella considerata corretta BACK

20 Scheletro di Triceratops
Genere di dinosauri erbivori vissuti nel Cretaceo superiore, caratterizzati, come suggerisce il nome, dalla presenza di tre corni frontali sul cranio. Il triceratopo faceva parte della famiglia dei ceratopsidi, dotati di un becco corneo simile a quello dei pappagalli e, fatta eccezione per quelli più antichi, di uno o più corni frontali e di una placca ossea sul dorso. Nel caso del triceratopo, uno dei tre corni era collocato fra le narici e due nella regione sopraorbitale. Visse nel tardo Cretaceo, tra 72 e 65 milioni di anni fa, fino alla grande estinzione che cancellò tutti i dinosauri dalla Terra. Il triceratopo aveva una struttura massiccia e robusta: lungo circa 9 m e alto 3 m, poteva pesare fino a 12 tonnellate; solo il capo poteva raggiungere 3 m di lunghezza con il suo collare posteriore, che serviva probabilmente per la difesa dai predatori e nei combattimenti tra maschi. 9 m 3 m Scheletro di Triceratops Triceratops BACK

21 DINOSAURO “CIRO” Nel sito di Pietraroja è avvenuta una delle scoperte più esaltanti della storia della Paleontologia italiana: quella di Ciro, piccolo Dinosauro del Cretacico, rinvenuto in un pomeriggio d'inverno del 1980 da Giovanni Todesco e sua moglie. Solo nel 1993 Todesco, vedendo Jurassic Park immaginò che il reperto, potesse avere affinità con i dinosauri, e così si mise immediatamente in contatto con alcuni esperti che iniziarono a studiarlo. Il ritrovamento fu annunciato nel marzo del 1998 da Marco Signore, dell'Università di Napoli, e Cristiano dal Sasso, del Museo di Storia Naturale di Milano, sulla rivista "Nature". Essi presentarono il primo studio completo su questo straordinario ritrovamento che conferma la presenza in suolo italiano dei giganteschi sauri che dominarono la Terra fino a 65 milioni di anni fa. Il nome scientifico di Ciro è "Scipionyx Samniticus", "Scipio" da Scipione Breislak, scopritore dell'area fossilifera di Pietraroja; onyx, artiglio, per le tipiche zampe con cui il dinosauro afferrava le sue prede; Samniticus, Sannita, per ricordare la regione in cui è avvenuto il rinvenimento. Scipionyx samniticus è un esemplare unico nella sua specie, ossia una specie sconosciuta di dinosauro, probabilmente molto affine al Velociraptor. Questo piccolo dinosauro, per le dimensioni del cranio con muso corto (scatola cranica troppo grande rispetto al resto del corpo con occhi enormi) e l'incompleta ossificazione dello scheletro, doveva essere un immaturo, da poco uscito dall'uovo. Scipionyx presenta organi interni e fibre muscolari: pur non essendo la prima volta che si rinvengono parti molli in Dinosauri fossili, il grado di preservazione di Ciro è eccellente, così gli studiosi possono utilizzarlo per indagare anche su tutti gli aspetti della biologia dei Dinosauri che gli scheletri non sono in grado di chiarire. Il livello scientifico della scoperta è tanto maggiore se si considera la giovanissima età dell'esemplare, infatti fossili di animali tanto giovani sono piuttosto rari perché le loro ossa sono molto più fragili di quelle degli adulti e, quindi, difficilmente si sono conservate fino ai giorni nostri. Dai resti di "Ciro", i paleontologi pensano di comprendere la struttura familiare dei Dinosauri e le attenzioni che i genitori dedicavano ai piccoli. Lo "Scipionyx" che visse circa 113 milioni di anni fa, misura 60 centimetri dal muso alla coda. Se "Ciro" fosse cresciuto avrebbe tuttavia raggiunto dimensioni ben maggiori: secondo i paleontologi, gli adulti arrivavano ai 2 metri di lunghezza. Morì, forse perché travolto da un corso d'acqua che lo seppellì nel fondo della palude durante un nubifragio. Il dinosauro Ciro era lungo 60cm ma gli esemplari adulti arrivavano a 2m di lunghezza Fossile di Scipionyx Samniticus BACK

22 La morte avvenuta dallo spazio?
ESTINZIONE La morte avvenuta dallo spazio? Alla fine dell’Era Mesozoica, circa 65 milioni di anni fa, tutti i dinosauri, dopo aver dominato la Terra ben 170 milioni di anni, scompaiono improvvisamente. Sulla Terra si produce un’immensa catastrofe che elimina tutti i dinosauri. Insieme ad essi si estingue gran parte della vita, oltre che sulla terraferma anche nei mari e nei cieli. Quale avvenimento o concatenazione di avvenimenti può aver causato questa estinzione di massa? E’ un grande mistero della vita che appassiona da tempo gli studiosi. Sulla scomparsa dei dinosauri sono state formulate molte ipotesi: alcune bizzarre e improbabili, altre più convincenti. Teorie fantastiche L’ipotesi più accreditata è quella di un meteorite di 10 chilometri di diametro che avrebbe colpito il nostro pianeta a più di Km/h all’altezza della penisola dello Yucatàn (Messico), formando sulla superficie un cratere di ben 150 chilometri di diametro. Questa collisione avrebbe provocato tempeste, maremoti e giganteschi incendi. Un’immensa nuvola di polvere sarebbe rimasta in cielo per anni provocando il crollo delle temperature. La fotosintesi, a causa della semioscurità, si sarebbe interrotta, di qui la morte delle piante, dei grossi dinosauri erbivori ed, a seguire dei carnivori. La realtà è che è stato ritrovato, nelle rocce datate 65 milioni di anni fa, un metallo raro sulla Terra ma molto abbondante nelle meteoriti (l’iridio), che si sarebbe potuto propagare grazie alla nube formatasi a causa dell’impatto. I dinosauri sarebbero diventati talmente grossi e maldestri da non riuscire a riprodursi. Avrebbero avuto difficoltà respiratore a causa delle loro dimensioni Piccoli mammiferi avrebbero mangiato tutte le loro uova. Tutte ipotesi poco convincenti e credibili. BACK

23 FINE Salvatore Solaro Alessandro Sannino Alessio Formisano
PRODOTTO DA... Mauro Sansone Salvatore Solaro Alessio Formisano Alessandro Sannino


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