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International Guidelines 2000

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Presentazione sul tema: "International Guidelines 2000"— Transcript della presentazione:

1 International Guidelines 2000
for CPR and ECC: A Consensus on Science ILCOR 2000

2 ILCOR International Liaison Committee on Resuscitation
American Heart Association (AHA) European Resuscitation Council (ERC) Australian Resuscitation Council (ARC) Heart and Stroke Foundation of Canada (HSFC) Guidelines 2000 ILCOR New Zealand Resuscitation Council (NZRS) Resuscitation Council of Southern Africa (RCSA) Consejo Latino Americano de Resuscitacion (CLAR) (Resuscitation Council of) Japan

3 The most important changes in the International
ECC and CPR Guidelines 2000 Richard O.Cummins, Mary Fran Hazinski Editorial, Resuscitation 2000; 46: The most important changes are expressed in the subtitle of the conference name: “an international consensus on science”. The emphasis on international participation came not from a sense of hospitality but from a sense of quality improvement. These international guidelines have grown from several years of planning and review of evidence, reaching a pinnacle at the Guidelines 2000 Conference. This goal of a single international version of evidence-based, scientific resuscitation guidelines is now a reality.

4 Classi di raccomandazione
Classe I: interventi di provata utilità, sicuri e di documentata efficacia Classe IIa: interventi accettabili, sicuri ed efficaci; considerati interventi di scelta dalla maggior parte degli esperti Classe IIb: interventi accettabili, sicuri ed utili; considerati interventi alternativi o opzionali dalla maggior parte degli esperti Classe Indeterminata: interventi accettabili; evidenza insufficiente a supportare una classe finale di raccomandazione; necessità di approfondimento scientifico Classe III: interventi NON accettabili, completa mancanza di evidenza di beneficio; dannosi o potenzialmente dannosi

5 CPR 118 CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA PRECOCE ACCESSO PRECOCE CPR
PRECOCE DEFIBRILL. PRECOCE A.C.L.S. 118

6 TEMPI DI INIZIO DELLA CPR ED ESITO DEI PAZIENTI
INIZIO CPR (BLS) INIZIO ALS VIVI minuti minuti % 0 - 4 0 - 8 43% 0 - 4 >16 10% 8 - 12 8 - 16 6% 8 - 12 >16 0% >12 >12 0%

7 I ritmi dell’arresto Fibrillazione ventricolare
Tachicardia ventricolare senza polso Asistolia Attività elettrica senza polso (PEA)

8 Fibrillazione ventricolare

9 Tachicardia ventricolare senza polso

10 Asistolia

11 Attività elettrica senza polso
l’organizzazione del ritmo è variabile

12 Il ritmo più frequentemente causa di arresto cardiaco è la fibrillazione ventricolare.
Il solo trattamento efficace per la FV e la TV senza polso è la defibrillazione elettrica.

13 La probabilità di successo della defibrillazione declina rapidamente nel tempo (7-10% ogni minuto).

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15 La defibrillazione precoce deve essere considerata parte del BLS.

16 Paziente in arresto con ritmo defibrillabile.
Quando? Paziente in arresto con ritmo defibrillabile. FV e TV senza polso

17 L’applicazione di una scarica di corrente elettrica ad alta intensità
depolarizza completamente il miocardio produce una asistolia temporanea permette ai pace-makers fisiologici di riprendere una normale attività

18 DEFIBRILLAZIONE POTENZA watt= POTENZIALE volt x CORRENTE ampere
ENERGIA joule= POTENZA watt x DURATA msec x DURATA msec CORRENTE ampere= POTENZIALE volt/IMPEDENZA ohm

19 Fattori che influenzano l’impedenza transtoracica:
fase di ventilazione pressione sul torace conduzione piastre/cute livello di energia numero e intervallo tra le scariche conformazione del torace

20 Posizione delle piastre / elettrodi
antero - anteriore una piastra sotto la clavicola destra a lato del margine sternale l’altra a sinistra del capezzolo sull’ascellare media antero - posteriore un elettrodo anteriore all’apice e l’altro posteriore in area infra-scapolare sx

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22 Defibrillatori manuali Defibrillatori semiautomatici
Diagnosi di ritmo a carico dell’operatore Diagnosi di ritmo computerizzata e automatizzata

23 Defibrillatori manuali
analisi del ritmo e shock dalle piastre necessità interfaccia cute-piastre operatore interpreta il ritmo operatore carica apparecchio ed esegue la defibrillazione

24 Defibrillatori semiautomatici
analisi del ritmo e shock con 2 elettrodi adesivi sistema automatico analisi del ritmo operatore attiva il sistema di analisi e se richiesto eroga lo shock

25 Vantaggi del defibrillatore semiautomatico
meno training non richiede diagnosi di ritmo può essere utilizzato da un maggior numero di operatori

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28 La sicurezza via io, via tu, via tutti!

29 ACLS COMPRENDE 1. basic life support
2. uso di strumenti per ventilazione e circolo 3. defibrillazione e terapia elettrica 4. monitoraggio ECG + riconoscimento ritmi 5. instaurazione accesso venoso 6. trattamento acuto dell’arresto 7. trattamento situazioni a rischio pre-arresto

30 ABCD SECONDARIO A - INTUBAZIONE TRACHEALE
B - VERIFICA DELLA VENTILAZIONE C - IDENTIFICAZIONE DEL RITMO - INCANNULAMENTO VENOSO - FARMACI APPROPRIATI D - DIAGNOSI DIFFERENZIALE: CERCA, TROVA E TRATTA CAUSE REVERSIBILI

31 INTUBAZIONE ENDOTRACHEALE
Raccomandazioni Intubare prima possibile nell’ACC L’intubazione deve essere effettuata da personale esperto L’intubazione non deve durare più di 30 secondi Ascoltare il torace e l’epigastrio dopo l’intubazione

32 INTUBAZIONE ENDOTRACHEALE
Vantaggi Proteggere le vie aeree da aspirazione di materiale estraneo Facilita la ventilazione e l’ossigenazione Facilita l’aspirazione tracheale e bronchiale Può essere usata come via di somministrazione di farmaci Previene l’insufflazione gastrica Consente maggior frequenza di CTE

33 Somministrazione per via endotracheale
adrenalina, atropina, lidocaina dose 2-2,5 volte diluita a 10 di fisiologica sondino con margine oltre il termine del tubo far seguire 2-3 ventilazioni riprendere le CTE

34 ABCD SECONDARIO A - INTUBAZIONE TRACHEALE
B - VERIFICA DELLA VENTILAZIONE C - IDENTIFICAZIONE DEL RITMO - INCANNULAMENTO VENOSO - FARMACI APPROPRIATI D - DIAGNOSI DIFFERENZIALE: CERCA, TROVA E TRATTA CAUSE REVERSIBILI

35 CONSIDERARE SEMPRE UNA DISLOCAZIONE DEL TUBO TRACHEALE IN TUTTI I PAZIENTI

36 VERIFICARE LA VENTILAZIONE
DOPO POSIZIONAMENTO DEL TUBO Osservare l’espansione toracica Auscultare il torace bilateralmente sull’ascellare media (apici e basi) Auscultare l’epigastrio DOPO FISSAZIONE DEL TUBO Auscultare nuovamente torace ed epigastrio Confermare con almeno un’altra tecnica: - end tidal CO2 - aspirazione endotracheale - Rx torace

37 Verificare SEMPRE auscultando il corretto posizionamento del tubo
apice ascella epigastrio apice Verificare SEMPRE auscultando il corretto posizionamento del tubo

38 CAPNOMETRIA COLORIMETRICA
IN PAZIENTE CON CIRCOLO SPONTANEO CONSERVATO MISURA LA QUANTITÀ DI CO2 DI FINE ESPIRAZIONE PER CUI INDICA IL CORRETTO POSIZIONAMENTO DEL TUBO IN TRACHEA IN PAZIENTE IN ARRESTO DI CIRCOLO PUÒ NON RILEVARE LA QUANTITÀ DI CO2 NELL’ARIA ESPIRATA: SE SI COLORA, POSIZIONAMENTO CORRETTO

39 È un rapido accesso alle vie aeree per garantire la ventilazione e
CRICOTIROTOMIA Indicazioni È un rapido accesso alle vie aeree per garantire la ventilazione e l’ossigenazione, quando non è possibile ottenere la pervietà delle vie aeree con altri metodi


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