La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Laccezione positiva del concetto di rischio Il rischio non deve essere visto necessariamente come pericolo o fonte di danno evolutivo Rischio come opportunità

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Laccezione positiva del concetto di rischio Il rischio non deve essere visto necessariamente come pericolo o fonte di danno evolutivo Rischio come opportunità"— Transcript della presentazione:

1

2 Laccezione positiva del concetto di rischio Il rischio non deve essere visto necessariamente come pericolo o fonte di danno evolutivo Rischio come opportunità di attribuire alla realtà, ai confini relazionali e alle regole sociali nuovi significati

3 Come il rischio diventa unopportunità? Utilizzando la propria esperienza Attivando le risorse disponibili e quelle potenziali Imparando a orientarsi tra le alternative possibili Presenza di guida, sostegno e tutela

4 In famiglia Se la famiglia ha la capacità di adattarsi alle situazioni stressanti, modificando o rinegoziando ruoli e regole relazionali Lasciando ai singoli membri, compresi i più piccoli, una sufficiente libertà di movimento allinterno del sistema familiare

5 La capacità dei minori Anche i più giovani hanno le capacità di superare i disagi soggettivamente percepiti Apprendimento e potenziamento di competenze relazionali Meccanismi protettivi e autoprotettivi Meccanismi regolativi e autoregolativi

6 La resilienza (1 di 2) Capacità adattivo-evolutiva del minore di andare oltre le esperienze traumatiche vissute, attraverso una negoziazione delle situazioni di rischio, che gli consente di affrontare in modo funzionale il passaggio tra le varie fasi di sviluppo deregolamentazione del ciclo di vita Meccanismi protettivi dati dalla capacità di apprendere e usare strategie sociali, emotive e cognitive per il superamento delle situazioni stressanti

7 La resilienza (2 di 2) Interagiscono variabili intraindividuali, familiari e sociali Intraindividuali: coping, da to cope, affrontare, fronteggiare; una buona autostima, atteggiamento positivo nei confronti della realtà e un locus of control interno Essere indipendenti piuttosto che anticonformisti

8 Limportanza della scuola Sperimentazione dellautoefficacia percepita Esercizio nelle abilità di problem solving Confronto con situazioni relazionali alternative a quella familiare La scuola può controbilanciare i fattori di rischio Anche altri ambienti extrascolastici possono fornire risorse sociali per lo sviluppo

9 La prevenzione della devianza Senza prevenzione la società è costretta a inseguire il fenomeno Forme alternative alla punizione, con coinvolgimento in attività sociali Legislazione rivolta alla risocializzazione attiva: funziona limitatamente perché a) la devianza dipende, più che dalle potenziali punizioni, dalle condizioni sociali e culturali b) non è la severità della pena che intimorisce, ma la probabilità percepita di subirla, che dipende dallesperienza del deviante Interventi che mirano al coinvolgimento sociale sono più utili di quelli di tipo sanzionatorio Dimostrazione di percorsi alternativi alluso della devianza per il raggiungimento dei propri obiettivi

10 Possiamo prevedere la devianza? Potenziali segnali di rischio presenti durante la prima infanzia: 1. Ipervigilanza di fronte a stimoli avversi 2. Attribuzione di ostilità a variabili relazionali ambigue 3. Tendenza a reagire aggressivamente nelle situazioni sociali 4. Valutazione positiva di comportamenti aggressivi

11 Le reciproche influenze Gli esseri umani tendono a lasciarsi influenzare da chi li circonda Trovare sostegno negli altri aiuta a perseverare nelle nostre scelte Rimanere isolati nelle proprie posizioni può indurre a rinunciarvi, tuttavia, il sostegno funziona anche se discontinuo, se rappresenta una terza via, e se permette di raggiungere lindipendenza in unarea è probabile che lo consenta anche per altre

12 È nato prima luovo o la gallina? Lambiente influenza i singoli Lambiente è fatto dai singoli I singoli influenzano lambiente Chi influenza chi?

13 Risposta: Tutti influenzano tutti! Ognuno di noi può agire sullambiente e modificarlo Nessuna azione rimane senza conseguenze

14 Autostima e autoefficacia percepita La prima si riferisce a un giudizio globale su di sé La seconda si riferisce alla convinzione che la persona nutre su di sé di saper organizzare una serie di azioni che le permetteranno di raggiungere un determinato obiettivo Le agenzie che agiscono su entrambe sono soprattutto: famiglia, scuola, gruppo dei pari

15 Empowerment (potenziamento) Autoefficacia percepita + strategie di coping + comprensione critica e realistica delle variabili che influenzano la vita > empowerment = > capacità di influenzare il proprio destino

16 Aspetti positivi degli stereotipi Senza stereotipi, per quanto incompleti e inesatti, la conoscenza dei gruppi e delle categorie sarebbe dominata dal caos e dai conflitti Agevolano le interazioni, es.: gli altri non sono pericolosi Gli stereotipi hanno sempre un nocciolo di verità che ci permette di prevedere (approssimativamente) il comportamento altrui

17 Conformismo e indipendenza Quali sono le differenze?

18 Laltruismo Altruisti si nasce o si diventa? Le ricerche dimostrano che lambiente sociale nel quale si è immersi è determinante nella scelta tra comportamenti antisociali e prosociali Le norme sociali sono fondamentali: secondo quella della reciprocità tendiamo ad aiutare chi ci aiuta Esistono anche modelli positivi

19 Le emozioni influenzano lo sviluppo sociale Gioia e interesse provati durante interazioni con altre persone daranno una buona impressione e saranno la base per la costruzione di una rete sociale

20 Il bambino e gli altri bambini Limportanza del gioco La nascita del sentimento di amicizia La nascita del senso di collaborazione


Scaricare ppt "Laccezione positiva del concetto di rischio Il rischio non deve essere visto necessariamente come pericolo o fonte di danno evolutivo Rischio come opportunità"

Presentazioni simili


Annunci Google